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| S angue. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quel festino lussurioso si sarebbe trasformato in un lago di sangue. Mi affrettavo, cercando di tenere il passo dello Straniero, volgendo lo sguardo al centro della sala, dove un tempo dimorava trionfante la campana di vetro con dentro l'aberrazione di cui il Re andava tanto fiero. Proprio da quel punto, negli attimi immediatamente successivi, la festa cambiò. Dopo esser passata da uno sfarzoso palcoscenico per il regale ego, a fosco attentato alla sovrana potestà, in pochi attimi si tramutò in una tetra
m a t t a n z a .
Q ualcuno, a malapenra riuscii scorgere un guerriero armato di un gigantesco pezzo di ferro, che definire spada sarebbe stato riduttivo, mosso da qualche insano desiderio di morte - o dalla semplice voglia di animare una festa ritenuta fin troppo noiosa - aveva affondato il colpo contro l'aberrazione un tempo racchiusa nella teca di vetro. La cosa mi faceva riflettere: per quanto potessi concordare sulla discutibile moralità dell'evento, non potevo ritenere che malmenare la creatura cui il Re pareva tenere così tanto fosse la maniera giusta per "a n i m a r e l a s e r a t a".
O meglio poteva esserlo, ma solo per qualcuno con seri problemi comportamentali. Quantomeno non potevo dire di essere il caso clinico più grave, tra i presenti.
C omunque l'aberrazione non parve felicitarsi troppo del gesto: anzi, rivoltandosi per il trattamento ricevuto, diede principio ad un raccapricciante gorgolio, che ben presto divenne un nauseabondo rigetto di mostri. V o m i t a v a aberrazioni, della sua stessa natura, solo più piccole: e più numerose, sopratutto. In breve tempo la zona circostante si riempì di mostriciattoli digrignanti, urla disperate, malsani olezzi, carni dilaniate e sangue. Tanto sangue.
P oi, come se non bastasse, il colpevole si rigirò verso i presenti: nel suo volto mi parve di scorgere i segni di un'insana follia. C'era da chiedersi se fosse precedente o successiva al gesto, perché - almeno per quel che mi concerneva - la cosa non potevo considerarla troppo ovvia, in un senso o nell'altro. Dunque scagliò un colpo, innanzi a se. In un rapido, rapidissimo frangente le urla aumentarono di tono, e io raggelai, immobile, troppo indeciso su cosa fare, forse troppo spaventato su c o m e fare, mentre una gigantesca marea rossa si apprestava ad investire la folla, e tra la folla me. Qualcuno, però, parve dissolverla nell'attimo successivo. Poco male - pensai - per una volta qualcuno, da lassù, mi ha voluto dare una seconda opportunità. Pensai - ricredendomi subito dopo, appena una nuova onda, questa volta di piccole aberrazioni di carne, investiva nuovamente la folla. E, ancora, tra la folla, me.
Piccole merde, non crederete di sopraffarmi... anche voi?!
U n rigurgito. Un mio rigurgito, di orgoglio, però. Non avrei permesso a quelle piccole m e r d e di toccarmi. Ripugnavo così tanto la situazione che si era creata, da rimpiangere quasi la noiosissima festa in maschera. Bisognava porre fine a tutto questo, e a farlo poteva essere soltanto una persona: il Re. Forte della sua potenza e della fiducia che tutti parevano riporre nelle sue capacità, forse era l'unico che avrebbe potuto portare l'ordine in questo rivoltante caos.
Già, il Re: che fine aveva fatto?
G uardandomi intorno non ci volle molto per capire che forse il sovrano era dentro l'enorme rospo che ora risiedeva nello stesso punto dove qualche attimo prima c'era lui. Perché lo avrebbe dovuto inghiottire? Perché non usciva da solo, quello sventurato di un Re? Non c'era tempo per pensare: non avevo idee migliori.
Mi fermai un secondo: concentrandomi evocai al mio fianco due spettrali copie di me stesso. Apparvero al mio fianco esattamente com'ero in quel momento: con artiglio e maschera di corvo annessa. Pensai a voce alta:
Carini...
I l dubbio che lo Straniero mi avesse visto evocare fantasmi iniziò a tormentarmi. Avrebbe potuto capire qualcosa? Ma non c'era tempo per pensarci: indicai i mostriciattoli innanzi a me e, tirando il fiato, mi lanciai nella folla, in direzione del gigantesco rospo, sperando che lo Straniero sarebbe stato troppo occupato o troppo confuso per vedermi agire...
P assarono alcuni, confusi, secondi. I fantasmi avanzarono innanzi a me: mi aprivano la strada, lacerando e scacciando qualunque creatura provasse ad avvicinarmi e, contemporaneamente, mi proteggevano da esse. Dal canto mio, io agitavo l'artiglio con quanta più velocità fossi capace, attaccando qualunque cosa si muovesse innanzi ai miei occhi. Passai oltre una decina, forse anche una quindicina di creature, non senza difficoltà, rimediando qualche graffio e un morso.
I nfine giunsi vicino all'enorme rospo. La sua mole sovrastava chiunque nei paraggi. Incurante se altri avrebbero seguito il mio esempio, non mi fermai troppo per pensare, per riflettere: mi sarebbe costato caro, forse. Decisi, dunque, di provare distrarlo. Concentrandomi in una frazione di secondo, generai un'illusione alla destra del rospo: una roboante esplosione, una colonna di fuoco e fumo proprio sotto il suo verde naso - o presunto tale. Io, invece, mi mossi in direzione opposta: avrei provato a colpirlo alle spalle, cercando di affondare le lame nel punto in cui meditavo di trovare il suo culo verdastro. O qualunque cosa gli somigliasse.
Non mi venne in mente idea migliore per fargli spalancare le fauci.
Vogliate, maestà, tirare gentilmente le c h i a p p e f u o r i d i l ì ?
Gridai, mentre attuavo il mio folle piano. Confidando nelle mie - scarsissime - conoscenze di anatomia, e nella mia buona stella. |
~ReC:275~ ~AeV:250~ ~PeRf:150~ ~PeRm:250~ ~CaeM:200~ ~Immenso: 40%~ ~Alto: 20%~ ~Medio: 10%~ ~Basso: 5%~ Stafo fisico - Graffi alle braccia e un morso alla gamba destra, per un totale di danni medio. Stafo psichico - Agitato, nervoso ma illeso. Energia - 125% - 10% - 5%1%= 114% Attive in uso -CITAZIONE Non sono solo (Pergamena da necromante "Scheletro rianimato", gialla): Le alleanze in battaglia sono fondamentali. Shakan, per ovviare alla solitaria condizione che accompagna la sua vita, può evocare in battaglia dei guerrieri al suo fianco. Concentrandosi almeno un secondo, infatti, evoca accanto a se, a una distanza massima di un metro, una copia di se stesso che lo accompagna durante il duello. La copia si presenterà uguale a Shakan nel momento dell'evocazione, ma sarà armata soltato del guanto artigliato indossato sul braccio sinistro: la copia, però, si presenterà traslucida e opaca, con gli occhi completamente bianchi e lucenti, senza pupille, conferendogli un evidente connotato di "trascendenza". Shakan potrà evocare fino a tre copie contemporaneamente e queste andranno trattate come veri personaggi, non autoconclusivamente. La forza sommata delle copie è pari a un livello energetico inferiore a quello dell'evocatore. La somma delle copie evocate andrà considerata come una evocazione di potenza bassa e queste resteranno sul campo di battaglia per un totale di due turni, per poi svanire nel nulla. Consumo di energia: Medio CITAZIONE Non esiste ciò che vedi (Dominio, I livello) - Spendendo un consumo pari a Basso, Shakan sarà in grado di ricreare nella mente nemica, una sola immagine, che potrà essere un ricordo oppure un apparizione momentanea. Potrà modificare quindi le sue percezioni grazie ad una semplice illusione che sarà facilmente bypassata con un minimo di concentrazione. L'immagine verrà vista all'interno del campo di battaglia, ma sarà visibile solo per colui che è affetto dall'illusione in se. Consumo di energia: Basso Passive in uso -CITAZIONE Non pago per le mie colpe (Dominio, I livello) - L'abbraccio del demone ha consentito a Shakan di acquisire una notevole attitudine alle illusioni, decisamente superiore a quella di un essere normale. La sua perfetta comprensione delle stesse e la naturale predisposizione farà si che le tecniche illusorie vengano castate istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere per attivare all'istante qualsiasi delle sue tecniche illusorie. Naturalmente è necessario un contatto con l'avversario, se non fisico, almeno poterlo seguire con lo sguardo. Qualsiasi tempo di concentrazione necessario però ad attivare un'illusione sarà totalmente azzerato. CITAZIONE Il potere è parte di me (Dominio, II livello) - Shakan ha ormai una padronanza tale delle proprie capacità illusiore da essere in grado di castarle con estrema facilità, limitando il suo consumo energetico. Pertanto ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabile ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico. CITAZIONE Che io sia dannato (Personale di Metagame) - L'abbraccio del demone ha consentito a Shakan di sviluppare una innata propensione verso la magia più oscura, nonostante non abbia mai avvicinato tale potere prima d'ora, scoprendo di riuscire ad apprenderla rapidamente e a servirsene con facilità. Shakan può utilizzare abilità da Necromante. CITAZIONE Vivi il mio tormento (Personale) - Attraverso la magia oscura che ha imparato ad utilizzare dopo la fusione con Borgan, la divinità ancestrale che lo tormenta dal profondo dell'animo, Shakan può evocare creature in battaglia di singolare natura. Tale magia, infatti, in quanto derivante da Borgan, è inevitabilmente "corrotta" dal suo potere illusorio: pertanto, tutte le evocazioni di Shakan appariranno del piano materiale come spiriti erranti, immagini fugaci o illusioni spettrali. Le evocazioni da necromante, dunque, non avranno la consistenza di corpi materiali, ma saranno spiriti traslucidi, apparizioni spettrali, in grado, però, di causare normalmente danni fisici o magici a seconda del tipo e classe dell'evocazione. In quanto spiriti, però, saranno intangibili al tatto evitando, dunque, ogni danno fisico, che li attraverserà come se non esistessero, ma non magico. Oggetti -Washi, guanto artigliato - indossato, artigli estratti. Frusta - Legata alla cintura Mantello - indossato Anello - indossato Riassunto - evoco 2 fantasmi e mi faccio strada tra la folla, cercando di raggiungere il rospo gigante, nella convinzione che il Re sia li dentro e che possa solo lui porre fine a quanto successo. Arrivato lì provo a distrarre il Rospo simulando un'esplosione nei suoi paraggi e mi muovo in direzione opposta cercando di colprilo alle "spalle" (insomma, da dietro...). Note - Spero vada bene, ho cercato di venir fuori dalle "retrovie" per vedere un pò cosa succede. |
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