Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Daemonum Contrapunctum, Zaide vs Balmur

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view post Posted on 7/12/2010, 18:39

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Zaide vs Balmur


Energia: Rossa vs Verde
Pericolosità: C vs B
Clan: Goryo vs Sorya
Primo post: Balmur
Player Killing: non attivo
Durata: Due post di presentazione e quattro di combattimento.
Tempi di risposta: Cinque giorni dal post dell'avversario; concesse due proroghe a testa della durata massima di due giorni. Ogni ritardo (proroghe escluse) comporterà una penalizzazione in sportività di 0,25 punti.
Giudice: Eitinel
Regole: Il duello sarà valutato al pari di qualsiasi scontro ufficiale e saranno applicate le stesse regole (unica eccezione, la presenza di due post di presentazione, richiesta da uno degli sfidanti). Ogni chiarimento esterno al gioco andrà effettuato in privato o in altre sedi; le trasgressioni in questo senso saranno sanzionate nella sportività dell'utente a discrezione del giudice.


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Arena: La vecchia cattedrale di Saint Adrien sorge sulla sommità di una collina nella periferia occidentale della città di Dorham. Un tempo frequentata da gruppi più o meno numerosi di fedeli assottigliatosi sempre di più nel corso dei decenni per via della peste prima, delle razzie e saccheggi in seguito, fino ad essere del tutto abbandonata. Sconsacrata da anni, versa in uno stato di degrado dovuto alle intemperie e all'incuria: rampicanti avvolgono e sgretolano i muri esterni, mentre l'umidità e i ripetuti atti di vandalismo ne hanno rovinato l'interno.
C'è una cripta nel lato sinistro dell'abside alla quale si accede mediante una scala a chiocciola di legno.
Il combattimento potrà svolgersi all'esterno o all'interno indifferentemente, ma senza allontanarsi dall'edificio. Nella chiesa si trovano alcune panche tarmate accatastate negli angoli e cianfrusaglie abbandonate da anni.



Edited by Zaide - 7/12/2010, 22:51
 
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view post Posted on 10/12/2010, 21:52
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Sento il rumore della pioggia. Una pioggia... vuota. Priva di sentimento, di emozioni. Di significato.
Puro e semplice scrosciare, senza alcun fine. Non vuole trasmettere alcun sentimento, quasi come se a lei, del mondo, non le importasse nulla.
Cade. Il suo unico desiderio è quello di bagnare i poveri esseri umani, ma non per uno scopo preciso.
E' così e basta.
Perchè a volte le cose vanno prese come sono, senza rifletterci troppo.
Se ci si perde in ragionamenti complessi, se si cerca di comunicare qualcosa, alla fine si diventa pazzi.
Ecco perchè ammiro questa sua capacità, questa sua nonchalance.
L'indifferenza porta ottimi risultati, alle volte. Basti pensare all'opera dei sofisti.
Essi abbandonarono la ricerca della verità assoluta in favore di quella individuale e momentanea.
Non importa il contesto, ne interessano gli ideali.
L'importante è vincere. Vincere. Vincere.

La mente è una brutta bestia, così come lo è chi sfugge al suo divino controllo.
Si, non la ragione. La ragione è uno stupido scherzo, non esistono ne persone ragionevoli ne altre che
hanno smarrito il suo preziosissimo lume.
In realtà esistono solo tipi di menti. Più o meno complesse, più o meno articolate.
D i f f e r e n t i.
Ed esistono le nonmenti.
Non sono un malato.. No.
Io non sono!

Quante volte mi hanno dato del folle? Quante volte sono stato respinto?
Troppe.
E per cosa? Un mero errore di concetto.
Io non sono malato
Io non sono malato.
Io non sono malato.
Io non sono malato!
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Requiem aeternam dona eis, Domine;
In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala non timebit.
Absolve Domine animas omnium fidelium defunctorum ab omno vinculo delictorum
et gratia tua illis succurente mereantur evadere iudicium ultionis, et lucis aeternae
beatitudine perfrui.


Una litania. Una preghiera per un dio che non esiste e che, se c'è, si è voltato dall'altra parte.
Ma allora perchè rivolgersi a lui con tono di supplica?
Perchè invocarlo, nominarlo e rimettersi al suo giudizio?
C'è una cosa a cui gli uomini si aggrappano e si sono sempre aggrappati.
Di fatto è solo un concetto, qualcosa che difficilmente permarrà nei secoli.
Qualcosa che ora è fondamentale, ma presto verrà subissata dal continuo e regolare scorrere del tempo.
S p e r a n z a.

Capita a volte di doverne fare abbondante uso. A tutti è successo, almeno una volta.
Beh, i folli non fanno eccezione.
E nemmeno gli atei, gli agnostici, gli odinisti e gli induisti.
Perchè, qualunque nome gli si voglia attribuire, esiste qualcosa.
Esiste un grande respiro cosmico.
Siamo fatti della stessa materia di cui sono composte le stelle o viceversa?
Scienza, Fato, Destino, Dio.
Sono tutti la s t e s s a cosa.
Perchè però pregare un sinonimo rispetto ad un altro?
Tradizione.
Si, perchè rivolgersi al motore immobile o ad un orologio non gratifica, non ci permette di sentirci realizzati.
Così come non ci aiuta a vivere votarsi a Thor, o a Zeus. Dei gelosi, orgogliosi. Questo secondo la tradizione.
La verità è che il nostro volere si riflette sulla realtà stessa, fino a deformarla su quella che è la nostra idea di universo.
Gli dei esistono tutti, allo stesso modo e sullo stesso piano. Perchè esistono le persone che fanno loro riferimento.
A questo punto, però, potremmo dire che essi non esistono, così come non essistono le persone o i predicatori
che vagano per il mondo, tentando di propagare il loro verbo.
Gusci vuoti privi di volontà.

Le vere persone sono altre.

Ecco perchè sono in una chiesa sconsacrata.

Ma... Quale suono emette una chiesa?
Errore. Quale suono emette una chiesa sconsacrata.

Non l'incessante ripetersi di preghiere inneggianti all'unico Dio.
Non il continuo borbottare di centinaia di fedeli.
Non il noioso vaneggiare del parroco.
No.

L'acqua gocciolava lenta, lì, da qualche parte.
Una lentezza metodica, studiata.
Perchè si, nulla è casuale. Fa tutto parte del piano.
Queste gocce cadono non per caso, non bagnano la lurida terra senza motivo.
In realtà è tutto previsto.
In realtà ho previsto.
Non finiranno ne più a destra ne più a sinistra. Ne più avanti ne più indietro.
la loro massa non cambierà,
così come non cambierà la loro forma.
Io. So.
TUTTO!



SPOILER (click to view)
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[ReC 300][AeV 150][PeRf 175][PeRm 250][CaeM 650]



Nome Jack Balmur the Misunderstood
Razza Dannato
Classe Paladino
Energia Verde
Dominio Warrior Style
Pericolosità B
Siamo a ben 100%

Passive in uso

Trama dei Ricordi _ Il Ricordo di Stoffa non è un semplice cappello, un ornamento eccentrico per Balmur, ma qualcosa di molto più profondo. Non è composto di semplice "stoffa", bensì di una trama speciale, intessuta assieme con magia della memoria e legami col passato. Indossare questo oggetto significherà fondere il proprio cervello con questa speciale tessitura, la quale interferirà con la psiche di Balmur tempestandola di visioni riguardanti il proprio passato. Fintanto che lo spadaccino avrà indosso il Ricordo di Stoffa egli avrà, occasionalmente, visioni ed allucinazioni riguardanti il proprio passato e, nello specifico, rivedrà la donna che gli ha donato questo cappello. Balmur rischierà di venire deconcentrato quindi da odori, sapori e visioni che andranno a confondersi con gli scenari di battaglia a cui egli parteciperà.

Schermo della Trama _ La Trama dei Ricordi di cui è composto il cappello ha, tuttavia, anche una capacità di difesa indiretta, sviluppata proprio per le sue peculiarità di potersi "fondere" con la psiche di Balmur. La Trama tiene il cervello dello spadaccino costantemente impegnato con le proprie visioni, ed impedisce quindi che altre influenze passive la sovrastino. Ciò significa che finché Balmur indosserà il Ricordo di Stoffa egli non subirà nessun'altra influenza psicologica passiva proveniente da altri personaggi. Inoltre, qualore Balmur divenisse bersaglio di tecniche psichiche più potenti, esse scardineranno la Trama dei Ricordi e "libereranno" il personaggio dalle proprie visioni finché sarà sotto l'effetto di abilità superiori alle passive.

Eloquenza della Trama _ La Trama può agire anche come potente collegamento fra le menti altrui, risultando un amplificatore delle onde emesse dal cervello di Balmur. Egli potrà trasferire i propri pensieri dentro le menti altrui tramite una particolare forma di telepatia. In poche parole il Ricordo di Stoffa, quando indossato, permette a Balmur di parlare direttamente nelle menti di chiunque egli possa vedere, ma non gli consente di leggere i pensieri delle altre persone.

Amplificazione della Trama _ Se il tessuto della tuba fa affiorare i ricordi passati di Balmur, la sua speciale trama fusa con i nervi del cervello rende questo organo molto più rilassato. Lo status è necessario perché le visioni del Ricordo di Stoffa oltrepassino le barriere naturali della psiche ma, stimolando le pareti della corteccia, esse donano anche un notevole potenziamento alle facoltà di percezione dello spadaccino. In termini di gioco i ReC di Balmur riceveranno un aumento di 50 punti, mentre i suoi PeRf subiranno la leggera diminuzione di 25.

Tiratore scelto _ Calma. Concentrazione. Precisione. Ecco cosa accomuna tutti i tiratori, che usino questi fionde o cannoni. Ecco i tre basamenti dell'essere degli efficenti cecchini. Senza la calma non vi può essere concentrazione e, senza concentrazione, non vi può essere precisione. Attraverso la precisione è possibile distruggere ed eliminare qualsiasi cosa. Balmur lo sa. Balmur è chirurgico.

Erede dei tempi antichi _ Cinque secoli di storia alle spalle. Una vita che ha avuto la fortuna di poter ricominciare da zero, cancellando il suo passato quasi come se non fosse mai esistito. Si, Questo ed altro più il dio dei giusti. Questo ed altro può il Grande Oppressore. Tuttavia, con il passare del tempo, i ricordi si sono fatti sempre più forti e persistenti. Tuttavia, la mente ermetica di un folle è soggetta solamente alla volontà del suo possessore. Alla volontà del suo detentore. Con le immagini, i suoni ed i sapori si sono fatte vive anche le vecchie conoscenze e le memorie di un mondo che aveva da tempo dimenticato. Un universo che, con la forza, aveva ricacciato nell'oblio pur di non vederne un frammento nemmeno di sfuggita. Ecco cosa Il Giusto non può dominare. L'insinto animale, la brutalità e l'astuzia.

Abile Guerriero _ Beh, cosa stavo dicendo? Ah, ora ricordo. Balmur, grazie ai continui allenamenti fatti nei suoi due secoli di vita è diventato uno spadaccino provetto, migliorando la propria sicurezza e la sua velocità. Con la sicurezza ha migliorato anche il controllo delle sue capacità combattive. Infatti, fino a quando Balmur riuscirà a mantenere il sangue freddo e a non lasciarsi prendere dall'ira, il suo valore di CaeM risulterà raddoppiato. Questo non influirà nelle sue doti di tiratore ma lo renderà estremamente abile in ogni genere di schivata, affondo o anche nel disarmare il proprio avversario. Ogni suo duello è un vero spettacolo in quanto a grazia e maestria. Lui lo sa questo, e fa sfoggio delle sue abilità il più possibile.
Nella sua lunga vita Balmur ha affrontato avversari di ogni tipo, inclusi bestioni alti due metri e mezzo in grado di brandire veri e propri tronchi d'albero come fossero dei fioretti. Cercare di disarmare o di battere individui del genere è praticamente impossibile, anche per gli spadaccini più abili. Questo però non vale per coloro che sono diventati sempre più abili nel combattimento con la spada e nel riuscire a concentrarsi unicamente sul combattimento. Fino a quando Balmur non si lascerà prendere dall'ira ogni colpo portato con la sua spada conterà come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.
Inoltre, con duecento anni di storia alle spalle il nostro uomo ne ha davvero passate di tutti i colori. Il suo modo di pensare, il suo modo di fare e il suo organismo sono stati mutati, sia dalla malattia che dal suo stile di vita. L'insieme delle due cose ha dato vita al "guerriero perfetto". Infatti, dove un normale uomo sverrebbe a causa della stanchezza, Balmur rimane in piedi, pronto a dare battaglia. Affaticato, certo, ma ancora in piedi. Questa sua.. mutazione, si mutazione, questa sua mutazione però non gli assicura una scorta illimitata di energie: tutti prima o poi le esauriscono.


Non ho nulla da dire, post molto psicologico e riflessivo. Buon duello alla mia avversaria.
 
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view post Posted on 11/12/2010, 11:17

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Primo Modo - Ricercare Dorico.

Ipse valere opto et taetrum hunc deponere morbum.
O di, reddite mi hoc pro pietate mea.

Desidero solo rimanere in pace e chiedo di deporre il mio male:
questo solo datemi, dei, per la mia pietà.


Ci sono delle mattine in cui la pioggia, fitta e pressante sui campi incolti, sembra penetrare nelle ossa e riempire l’animo di sensazioni tediose e appiccicose. Zaide era sveglia da un’ora ormai, la fronte appoggiata al vetro freddo e sporco della sudicia stanza in cui alloggiava da una settimana, rivoli neri scivolavano davanti ai suoi occhi; la chiamavano locanda, ma gli unici ospiti oltre a lei in tutto quel periodo erano stati il burbero proprietario e la sua figlia zoppa. Non era una ragazza spiacevole, ma Zaide non desiderava godere oltre di quella compagnia che, come le nuvole che stendevano il loro umido sudario sul paese, le risultava oltremodo opprimente.
Era grata per le cure che le erano state riservate in quegli ultimi giorni: l’incontro con l’anima malvagia di Loth Moran l’aveva ferita nel profondo del cuore senza risparmiarle sofferenza fisica, ma la figlia del locandiere si era presa cura di lei con unguenti e pozioni erboristiche che l’avevano rimessa in sesto in pochi giorni. Ma era giunto il momento di tornare alla Nave.

A casa.




Zaide camminava, il capo coperto dal mantello nero, per i vicoli oscuri e polverosi costeggiati da baracche cadenti dai vetri unti e scheggiati; non si sarebbe detto che vi potesse vivere qualcuno, se non fosse stato per tenui fili di fumo che salivano dai comignoli in dense spirali, fondendosi in un'acre bruma.

Vagare. Vagare.
VagareVagare.

Lasciarsi condurre dalle sensazioni e scoprire la propria meta solo una volta giunti a destinazione.
Era uno dei suoi passatempi preferiti: nel camminare esiste un mondo libero dallo scopo, un respiro dettato dal ritmo del proprio passo e null’altro. Zaide sapeva che quella non era la strada più breve per raggiungere la radura da cui sarebbe ripartita per tornare alla Fat Whore, ma in quel momento non desiderava affrettarsi: voleva respirare e riempirsi di vita e vento e pioggia, prima di chiudersi nuovamente tra le pareti sicure e metalliche della sua nave-prigione.

I suoi passi l’avevano condotta in un sentiero che sbucava direttamente dal vicolo principale della periferia occidentale di Dohram: catapecchie e ciarpame avevano lasciato posto a mucchi di fieno e rampicanti che costeggiavano la stradina immersa nei campi.
Nessun segno di vita, anche lì.
Non un contadino intento a zappare la terra, non grida di braccianti a solcare l’aria. Solo un cane rognoso che sonnecchiava sotto i resti di un carretto storpio e strida lontane di uccelli oltre la boscaglia, al riparo dalle intemperie.Come un velo di nebbia che si dirada, la sensazione di oppressione che stagnava in lei e nell’aria da alcune ore stava iniziando a dileguarsi: si lasciò scivolare lentamente il cappuccio sulle spalle e lasciò che l'acqua scrosciante le impregnasse i capelli; adorava sentirla scorrere sul viso e sul collo, silenziosa purificazione.

Il silenzio era assoluto, ma ora pareva avere un che di maestoso e necessario che induceva al rispetto e all’ascolto.
Il silenzio reverenziale ed enigmatico che si crea attorno a un luogo sacro.


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La cattedrale si erse imponente poco distante da lei: artificio necessario agli uomini per perpetrare l'ingenua illusione di poter comunicare con il loro dio, svettante baluardo sulla sommità di una bassa collina circondata dai campi abbandonati invasi a tratti dalla fitta boscaglia. Nera e immobile, si stagliava contro il cielo biancastro: anch’essa, come tutto quel quartiere morto, cadente e decrepita in una muta rimembranza di epoche fastose.

Zaide inspirò a fondo l’aura di mistero e spiritualità che quel luogo emanava.
Anche nell’abbandono, i luoghi sacri non perdono mai la loro grandezza ieratica: il flusso mistico che scorre nelle loro pareti, nell’aria che percorre vetrate e colonne, non cancella mai la propria traccia. E lei percepiva la sensazione di sacralità che la pervadeva.
Naturalmente, come molti altri edifici di quel genere, quella era stata una cattedrale cattolica fatta costruire probabilmente da qualche incauto missionario spintosi fino a quel buco d’inferno nel tentativo di portare un messaggio di pace e speranza a quella gente dimenticata da ogni dio.
E certo, a giudicare dall’imponenza dell’edificio, doveva avere avuto un discreto seguito di fedeli, tramandatosi nel corso dei decenni a perpetrare l’illusione che fosse possibile salvare quella comunità di reietti.

Ma nessun Cristo è mai nato per sanare la società corrotta e perduta di Dorham.
Nessuna corona di spine ha mai potuto redimere il marcio fattosi uomo in questa città dannata.

Zaide fece il giro della cattedrale, osservando le ampie vetrate che rivelavano ancora bagliori variopinti sotto la crosta di sudiciume che le rivestiva, sfiorando le grandi e umide mura coperte di muschio che cingevano il luogo sacro.
Alzò gli occhi nell’udire il noto verso, aspro e confortante per lei come il richiamo di una madre: un grande corvo appollaiato su una delle guglie più basse si guardava attorno, proprio come lei, fino a soffermare il suo sguardo profondo negli occhi di lei. Poi volò via, sparendo oltre il tetto della cattedrale, oltre il campanile confondendosi tra le nuvole gonfie di pioggia.
Lei era lì.

Ecco una cosa che gli uomini di chiesa non avrebbero mai capito realmente.
Un luogo sacro non è tale solo per chi progetta e costruisce la propria chiesa nel nome del proprio dio. Il luogo sacro esiste da sempre, prima di qualunque chiesa e dopo qualsiasi distruzione. La sconsacrazione di una cattedrale da parte di un vescovo non annulla certo la spiritualità che permane nei ruderi e nel profondo della terra. Chi lo cerca, troverà lì dio.
Che sia un uomo in croce o un’essenza di fuoco.

Zaide si accostò alla grande porta lignea, i battenti scardinati e storti. Era già aperta, probabilmente da anni.
Decise di entrare, quale posto migliore di quello per fermarsi a riflettere?
Troppe cose erano successe in quei giorni.
Troppi ricordi indesiderati irrimediabilmente dissepolti.

L’umidità della cattedrale la investì con un alito di polvere e incenso stagnante, un odore tutt’altro che sgradevole, e Zaide percorse pochi passi all’interno della chiesa. L’eco riportava rumori da ogni angolo, tonfi e sussurri e fruscii.
Sembrava parlasse.
La Cattedrale.
Immobile nella sua eterna decadenza, l'eco di spente credulità umane e profonde certezze terrene si spargeva tra le navate decrepite.
Zaide chiuse gli occhi, accovacciandosi su una panca riversa su un lato.

La pace dell'animo non esiste, nemmeno nel luogo più sacro.

E' il tormento che rende l'uomo degno di esistere, che giustifica i deboli e fortifica i folli.

Ricordi.
RicordiRicordi.
Ricordi


Impalpabili petali fatti di niente.
Devastanti e implacabili nella loro ineluttabilità.


Echo

Rec [ 250 ] AeV [ 225 ] PeRf [ 125 ] PeRm [ 450 ] CaeM [ 225 ]


Semplice post narrativo: è trascorsa una settimana dallo scontro con l'assassino Moran (qui) e Zaide, perennemente inquieta, cerca conforto spirituale presso la cattedrale sconsacrata di Saint Adrien, dove percepisce la presenza della sua Dea, Morrigan (indicata nel testo solo con Lei). Si siede a riflettere su una panca in fondo alla navata centrale della chiesa, senza notare la presenza di Balmur.

Credits: la citazione latina in apertura è tratta dal Carme 76 (Preghiera) di Catullo; il brano musicale è "La Cathedrale Engloutie" di Debussy.

Buona continuazione!

Edit: ho corretto una svista di battitura: avevo scritto "orientale" invece di "occidentale". Chiedo scusa.




Edited by Zaide - 11/12/2010, 14:40
 
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view post Posted on 18/12/2010, 20:56
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Un passo. Un altro. Ancora. Un altro. Un passo.
Lui è ovunque. Tutto vede e tutto sa, senza dar ad alcuna forma di vita l'occasione di sfuggirgli.
F a t o.
Le sue mani sono ovunque, nessunoo può sfuggirgli. Nemmeno gli dei, no, nemmeno gli eroi.
Non eistono la fama e la gloria, non esistono il bene ed il male. Tutto è una menzogna.
Una bella menzogna, concesso, ma pur sempre tale.
La fede non esiste. O meglio, la fede esiste ma, poveri stolti, non ha senso di esistere. Se tutto
è determinato o soggetto al suo volere tentare di accaparrarsi la sua benevolenza è inutile.
E' inutile tentare di prevedere che accadrà.
E' inutile immaginare queli potranno essere le conseguenze dei propri gesti.
E' inutile...
Tutto.

Plic. Plic. Plic. Plic. Plic.


E' ancora lei. La mia acqua, la mia vita.
Tutto scorre, tutto è momentaneo.
Proprio come l'acqua di un torrente, magari in montagna. Per quanto ci si possa correre dentro,
per quanto si possa dare la caccia ai propri sogni..
Non ci si bagna mai due volte con la stessa acqua.
Io non sono, quindi non esisto. Io sono pazzo, quindi non sono sano.
Di conseguenza non esisto due volte.

La paura della vita è una cosa che, bene o male, accomuna tutti gli esseri viventi.
La vita e la morte sono la stessa cosa, avere paura dell'uno equivale ad averla anche dell'altra.
Non che siano simili.
Non che siano gradevoli.
Non che siano.
Essere. Non posso dire, di una cosa, nulla. A parte che questa è.
Se mi sentissi tanto sfacciato da tentare di attribuirle un merito, di darle un aggettivo
ammetterei che questa non è il suo opposto.
Di conseguenza che non esiste.
E solo io non esisto.

Cheminestronecheminestronecheminestrone.
Basta, abbandonarsi alle proprie riflessioni non fa mai bene, soprattutto quando si giunge a conclusioni
tanto radicali e significative per se stessi.
Il continuo gocciolare è tornato l'unico rumore presente nella stanza. Qualcosa non va.
Doveseidoveseidovesei?
...
Sicuro di volerlo sapere?
No, in effetti no. Voglio scoprirlo. Il sapore delle conquiste è semplicemente quanto di meglio ci sia al mondo.
Rovinare la sorpresa in questo modo sarebbe quantomeno triste.

Salve a voi, presenza.
Spero che l'ambiente sia di vostro gradimento
ed anche che la mia presenza sortisca lo stesso effetto.

Salve a voi, eretico.
Immagino che questo luogo vi disgusti.
Spero anche che la mia presenza sortisca gli stessi effetti.

Oh, si, che gioco divertente.
Parlare nella testa delle persone deve è davvero affascinante.
Forse, però, lo è di più udire le parole di chi lo fa.
O forse no.
D o v e S e i ?
Allontanarsi dall'abside della chiesa è come perdere potere.
Una fredda e rapida discesa da quello che, di fatto, è il regno degli dei.
Le navate, spina dorsale della chiesa, sembrano voler abbracciare tutti coloro che vi mettono piede.
Tuttavia è compito degli archi, del pulpito e di quella particolare zona salvarli.
Perchè?
La verità è che è meglio non saperlo.
Non sapere può essere interessante, alle volte:
Dà la possibilità di apprendere. Di comprendere.
Sapere però permette un contatto più immediato con il mondo.
Sapienza visiva, conoscienza sensoriale.
I n g a n n e v o l e.

Devi inginocchiarti.
E' una signora, devi farlo.
Perchè non ci si possono scrollare di dosso le vechcie abitudini?
Perchè non è considerato civile scannare una persona mai vista prima?
Tanto, prima o poi, è la fine che facciamo tutti.

Madamigella..

No, la verità è un altra.
E' più difficile privarsi di un dolore che di un piacere.


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Dominio Warrior Style
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Passive in uso

Trama dei Ricordi _ Il Ricordo di Stoffa non è un semplice cappello, un ornamento eccentrico per Balmur, ma qualcosa di molto più profondo. Non è composto di semplice "stoffa", bensì di una trama speciale, intessuta assieme con magia della memoria e legami col passato. Indossare questo oggetto significherà fondere il proprio cervello con questa speciale tessitura, la quale interferirà con la psiche di Balmur tempestandola di visioni riguardanti il proprio passato. Fintanto che lo spadaccino avrà indosso il Ricordo di Stoffa egli avrà, occasionalmente, visioni ed allucinazioni riguardanti il proprio passato e, nello specifico, rivedrà la donna che gli ha donato questo cappello. Balmur rischierà di venire deconcentrato quindi da odori, sapori e visioni che andranno a confondersi con gli scenari di battaglia a cui egli parteciperà.

Schermo della Trama _ La Trama dei Ricordi di cui è composto il cappello ha, tuttavia, anche una capacità di difesa indiretta, sviluppata proprio per le sue peculiarità di potersi "fondere" con la psiche di Balmur. La Trama tiene il cervello dello spadaccino costantemente impegnato con le proprie visioni, ed impedisce quindi che altre influenze passive la sovrastino. Ciò significa che finché Balmur indosserà il Ricordo di Stoffa egli non subirà nessun'altra influenza psicologica passiva proveniente da altri personaggi. Inoltre, qualore Balmur divenisse bersaglio di tecniche psichiche più potenti, esse scardineranno la Trama dei Ricordi e "libereranno" il personaggio dalle proprie visioni finché sarà sotto l'effetto di abilità superiori alle passive.

Eloquenza della Trama _ La Trama può agire anche come potente collegamento fra le menti altrui, risultando un amplificatore delle onde emesse dal cervello di Balmur. Egli potrà trasferire i propri pensieri dentro le menti altrui tramite una particolare forma di telepatia. In poche parole il Ricordo di Stoffa, quando indossato, permette a Balmur di parlare direttamente nelle menti di chiunque egli possa vedere, ma non gli consente di leggere i pensieri delle altre persone.

Amplificazione della Trama _ Se il tessuto della tuba fa affiorare i ricordi passati di Balmur, la sua speciale trama fusa con i nervi del cervello rende questo organo molto più rilassato. Lo status è necessario perché le visioni del Ricordo di Stoffa oltrepassino le barriere naturali della psiche ma, stimolando le pareti della corteccia, esse donano anche un notevole potenziamento alle facoltà di percezione dello spadaccino. In termini di gioco i ReC di Balmur riceveranno un aumento di 50 punti, mentre i suoi PeRf subiranno la leggera diminuzione di 25.

Tiratore scelto _ Calma. Concentrazione. Precisione. Ecco cosa accomuna tutti i tiratori, che usino questi fionde o cannoni. Ecco i tre basamenti dell'essere degli efficenti cecchini. Senza la calma non vi può essere concentrazione e, senza concentrazione, non vi può essere precisione. Attraverso la precisione è possibile distruggere ed eliminare qualsiasi cosa. Balmur lo sa. Balmur è chirurgico.

Erede dei tempi antichi _ Cinque secoli di storia alle spalle. Una vita che ha avuto la fortuna di poter ricominciare da zero, cancellando il suo passato quasi come se non fosse mai esistito. Si, Questo ed altro più il dio dei giusti. Questo ed altro può il Grande Oppressore. Tuttavia, con il passare del tempo, i ricordi si sono fatti sempre più forti e persistenti. Tuttavia, la mente ermetica di un folle è soggetta solamente alla volontà del suo possessore. Alla volontà del suo detentore. Con le immagini, i suoni ed i sapori si sono fatte vive anche le vecchie conoscenze e le memorie di un mondo che aveva da tempo dimenticato. Un universo che, con la forza, aveva ricacciato nell'oblio pur di non vederne un frammento nemmeno di sfuggita. Ecco cosa Il Giusto non può dominare. L'insinto animale, la brutalità e l'astuzia.

Abile Guerriero _ Beh, cosa stavo dicendo? Ah, ora ricordo. Balmur, grazie ai continui allenamenti fatti nei suoi due secoli di vita è diventato uno spadaccino provetto, migliorando la propria sicurezza e la sua velocità. Con la sicurezza ha migliorato anche il controllo delle sue capacità combattive. Infatti, fino a quando Balmur riuscirà a mantenere il sangue freddo e a non lasciarsi prendere dall'ira, il suo valore di CaeM risulterà raddoppiato. Questo non influirà nelle sue doti di tiratore ma lo renderà estremamente abile in ogni genere di schivata, affondo o anche nel disarmare il proprio avversario. Ogni suo duello è un vero spettacolo in quanto a grazia e maestria. Lui lo sa questo, e fa sfoggio delle sue abilità il più possibile.
Nella sua lunga vita Balmur ha affrontato avversari di ogni tipo, inclusi bestioni alti due metri e mezzo in grado di brandire veri e propri tronchi d'albero come fossero dei fioretti. Cercare di disarmare o di battere individui del genere è praticamente impossibile, anche per gli spadaccini più abili. Questo però non vale per coloro che sono diventati sempre più abili nel combattimento con la spada e nel riuscire a concentrarsi unicamente sul combattimento. Fino a quando Balmur non si lascerà prendere dall'ira ogni colpo portato con la sua spada conterà come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.
Inoltre, con duecento anni di storia alle spalle il nostro uomo ne ha davvero passate di tutti i colori. Il suo modo di pensare, il suo modo di fare e il suo organismo sono stati mutati, sia dalla malattia che dal suo stile di vita. L'insieme delle due cose ha dato vita al "guerriero perfetto". Infatti, dove un normale uomo sverrebbe a causa della stanchezza, Balmur rimane in piedi, pronto a dare battaglia. Affaticato, certo, ma ancora in piedi. Questa sua.. mutazione, si mutazione, questa sua mutazione però non gli assicura una scorta illimitata di energie: tutti prima o poi le esauriscono.


POST ORRENDO! Tra parentesi, ecco come bruciarsi tutte le proroghe a propria disposizione x'D
In pratica Balmur ti parla e, nel contempo, ti parla in testa, riferendoti un messaggio sostanzialmente differente. Si volta (Guardava nella direzione opposta alla posta), ti vede, si avvicina e, una olta a pochi passi, si inginocchia. Dopo averti parlato attende di fare il Baciamano. Le sue inenzioni sono ben comprensibili dalla posa che assume.



 
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view post Posted on 20/12/2010, 11:48

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Secondo Modo - Madrigal.

Dum loquimur, nox est, mortis et umbra subit.
Mentre parliamo si fa notte, e arriva l’ombra della morte.


I pensieri scorrevano rapidi come la pioggia che continuava a crepitare sulle vetrate della Cattedrale, incessante e battente ritornello ostinato di memorie e menzogne.

Non c’era verità in quell’insulso tarlo che le rodeva l’anima. Non c’era verità nelle viscide e spietate parole di quell’assassino.
Certo, a scrutare con attenzione nel tuo cuore, non si direbbe che tu sia esattamente immacolata...

Come poteva quell’uomo essersi insinuato tanto profondamente dentro di lei, scavando laddove neppure lei riusciva ad avere accesso ai propri ricordi?
No, era inconcepibile.

La sua testa rimbombava di parole e voci, vuota cattedrale ingombra di echi sopiti.

Ma poi una voce diversa emerse dal riverbero della navata centrale: ancora una volta, parole confuse e sovrapposte, armonie distorte di un distico mal intonato.
Alzò la testa: per quanto assillanti potessero essere i suoi pensieri, sentire voci inesistenti non era certo una cosa piacevole.
Poi distinse le parole:

Salve a voi, presenza.
Spero che l'ambiente sia di vostro gradimento
ed anche che la mia presenza sortisca lo stesso effetto.


Ma c’era qualcosa di stonato in quel benvenuto: il significato delle parole era inequivocabile, eppure nella sua testa lo percepiva del tutto distorto e sbagliato, come se la voce fosse riuscita a infondere nel suono il reale concetto dissimulandolo dietro l’apparenza di un vocabolo cortese.

image



Come un clown sorridente che nel mentre ti pugnala.
Come un fiore velenoso che inebria di mortale piacere.
Come una sabbia mobile che placida e inesorabile ti fa sua.


In guardia, si disse.

Cautamente si alzò dalla panca, camminando verso il centro della navata contraddicendo l’istinto che le suggeriva di nascondersi per non mostrarsi facile bersaglio, nel caso in cui dietro la misteriosa voce si nascondesse un aggressore.
Ma era stanca di celarsi, stanca di rifiutare la violenza.
Il mondo intero, il suo stesso passato la uccidevano. Lei avrebbe ricambiato.
Con piacere.

Si muoveva silenziosa e guardinga, ma non dovette fare molti passi per scorgere il suo invisibile interlocutore: dal fondo dell’abside avanzava scomposta una figura imponente e massiccia, avvolta completamente in un completo nero che la faceva assomigliare ad un gigantesco avvoltoio bruno.
Zaide si arrestò: era lui che le aveva parlato poco prima? Aveva qualcosa di decisamente strano. Grottesco.
Si muoveva come qualcuno perennemente fuori posto ovunque si trovi, ammantato di una strana grazia goffa che affascinava e repelleva al tempo stesso.

- Madamigella…

La sensazione è sempre la stessa. Prima ti salutano, poi ti squartano. Sarà che la cavalleria in fondo non è mai completamente morta come i più vogliono farci credere. Che poi non impedisca ad un folle di sbranare come un cane rabbioso la sua preda, è un altro discorso.
Zaide sospirò. Si ricordava fin troppo bene com’era finita l’ultima volta che aveva incontrato un uomo da sola. Non l’assassino, no. Quello non era un vero uomo. La mano le corse involontariamente al petto, dove le dita accarezzarono con reverenza e disgusto i bordi in rilievo di una cicatrice a forma di V, sfregio e blasone che commemorava il suo primo vero duello in quelle terre maledette.

Il gigante nel frattempo si era avvicinato.
Torreggiava sopra di lei, minuta e delicata come una fiamma; le sue intenzioni marcatamente cortesi però venivano tradite da quel bagliore rubino che emanavano i suoi occhi. Era in ginocchio di fronte a lei, ora.

Grottesca parodia di un cavalier servente al cospetto della sua dama.
Gesto di suprema reverenza e devozione.

Ma naturalmente, in quel luogo le cose non sarebbero mai state quelle che apparivano.
Laddove le parole avevano un suono ma tutt’altro significato, anche i gesti dovevano essere letti nel loro opposto.
Quel baciamano era una dichiarazione di guerra.

- Alzatevi. Perché mascherarsi dietro la finzione?

Zaide non sapeva cosa la spingesse a parlare così. Non aveva motivo di provare particolare risentimento o odio nei confronti di quell’individuo, ma c’era qualcosa in lui che le faceva accapponare la pelle.
Era sbagliato.

Lo fissò con sguardo duro, ardente, e attese: voleva capire chi fosse, perché le aveva parlato e perché si trovasse lì.

– Sei legato a questo luogo? – gli domandò.

Dopotutto, lei era venuta alla cattedrale per stare sola, per riflettere e capire.

Capire.
Capire.Capire.
Capire.

Perché tutto doveva essere sempre così maledettamente difficile?



Echo

Rec [ 250 ] AeV [ 225 ] PeRf [ 125 ] PeRm [ 450 ] CaeM [ 225 ]


Secondo post di presentazione, in cui Zaide sente contemporaneamente la voce di Balmur e il suo pensiero. Si avvicina al centro della navata mentre lui stesso le va incontro. Quando lui si atteggia nella posizione del baciamano, Zaide rimane immobile senza porgergli la mano perchè non si fida.
Credits: la citazione latina in apertura è un frammento di un'Elegia di Cornelio Gallo.

NB: per la visione ottimale di questi post consiglio di utilizzare Google Chrome (non capisco perchè, ma in Firefox - che pure uso abitualmente - cambiano formati e caratteri rendendo il post più disordinato). Mi scuso con gli interessati, quando capirò come risolvere il problema sarò felice anch'io...


 
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view post Posted on 25/12/2010, 22:36
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Sei legato a questo luogo?

Domande. Sempre, comunque, dovunque.
Non bastano delle gentili movenze, una buona parlantina non è la salvezza.
Prima o poi capita di incontrare il diffidente. Il pavido.
Colui che non sperimenta sulla propria pelle, ma cerca anzi di mettere le mani avanti.
Un modo come un altro per mostrare la propria debolezza.
Si, perchè a modo nostro siamo tutti deboli. L'unica differenza, l'unico dettaglio in grado di dividerci
è il nostro grado di debolezza.
Gli uomini saranno sempre legati al loro destino, costretti a prendere gli accidenti e tramutarli
in altro o ad assorbirli per continuare a vivere. Chi non vi riesce è un debole.
Gli uomini sono dotati tutti, in egual maniera, di sentimenti. Di una sensibilità
che può essere urtata. Chi non lo capisce e li danneggia è un debole.

Gli esseri umani sono singoli e se stessi, non dotati di una molteplicità d'animo.
Chi si crede al di sopra di questo concetto è un debole.

Perchè, si, il bambino che piage in quell'angolo non è debole.
Lui è riuscito a sopravvivere da solo, senza una famiglia.
Lui è riuscito a crescere.
Le lacrime non rendono deboli gli individui, ma li rafforzano.
Li plasmano, li aiutano ad evolvere.

I deboli possono essere anche regnanti e dittatori, pronti a mascherarsi dietro il proprio titolo.
I deboli possono essere i soldati ed i mercenari, pronti a frapporre tra loro e gli avversari la propria lama.
I deboli possono essere buoni o malvagi.
Perchè nessuno, in verità, ha una morale da seguire.
Delle regole di comportamento.
Nessuno.
N e s s u n o.

In fine, i deboli siamo anche noi stessi, che permettiamo agli altri di oltraggiarci.
Ma... Come sono arrivato a parlare di questo?


No, in realtà no.
Non sono più legato a nessun luogo, oramai.

Si. Forse. No.
Questa cattedrale è mia, come tutto il resto.

Sorrido. Sorrido come non facevo da tempo.
Non immaginatevi quindi un sorrisonormale, un sorriso sano.
Ciò che più si è sempre adattato al mio volto è stato il tipico ghigno di chi ha perso la ragione.
Cheshire stesso avrebbe invidia di una simile smorfia.
E' giunto il momento di alzarsi.
Basta perbanismi, giù la maschera.
Mostrati per quello che sei Balmur. Porta alla luce il tuo vero io.
Hai bisogno di sfogarti, vero?
Si, lo desideri. Lo brami più di qualsiasi altra cosa.
Riesco a sentirlo, così come riesco a sentire la tua voglia di sangue.
Ti mancano i secoli bui?
Hai voglia di... uccidere?
Non. Puoi. Farlo.
Non ancora.

Trovo profondamente sgarbato rifiutare in
questo modo il cordiale saluto di un individuo.


Occhi negli occhi.
Abile dispensatore di verità.
Grande distributore di ovvio.

I suoi capelli biondo rossicci somigliano in modo incredibile ai suoi.
Ricordi. Una parte detestabile di ognuno di noi.
Il bellissimo vestito rosso come la passione è capace di risvegliare
le più profonde passioni di ogni uomo.
Rosso.
Furia, ardore.
Pericolo.
Gli occhi verdi non possono che riportare alla mente
una distesa erbosa che si infrange contro
l'orizzonte stesso. Magico.
Amore.
Pensarla mia moglie ancora mi rattrista.


SPOILER (click to view)
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[ReC 300][AeV 150][PeRf 175][PeRm 250][CaeM 650]



Nome Jack Balmur the Misunderstood
Razza Dannato
Classe Paladino
Energia Verde
Dominio Warrior Style
Pericolosità B
Siamo a ben 100%

Passive in uso

Trama dei Ricordi _ Il Ricordo di Stoffa non è un semplice cappello, un ornamento eccentrico per Balmur, ma qualcosa di molto più profondo. Non è composto di semplice "stoffa", bensì di una trama speciale, intessuta assieme con magia della memoria e legami col passato. Indossare questo oggetto significherà fondere il proprio cervello con questa speciale tessitura, la quale interferirà con la psiche di Balmur tempestandola di visioni riguardanti il proprio passato. Fintanto che lo spadaccino avrà indosso il Ricordo di Stoffa egli avrà, occasionalmente, visioni ed allucinazioni riguardanti il proprio passato e, nello specifico, rivedrà la donna che gli ha donato questo cappello. Balmur rischierà di venire deconcentrato quindi da odori, sapori e visioni che andranno a confondersi con gli scenari di battaglia a cui egli parteciperà.

Schermo della Trama _ La Trama dei Ricordi di cui è composto il cappello ha, tuttavia, anche una capacità di difesa indiretta, sviluppata proprio per le sue peculiarità di potersi "fondere" con la psiche di Balmur. La Trama tiene il cervello dello spadaccino costantemente impegnato con le proprie visioni, ed impedisce quindi che altre influenze passive la sovrastino. Ciò significa che finché Balmur indosserà il Ricordo di Stoffa egli non subirà nessun'altra influenza psicologica passiva proveniente da altri personaggi. Inoltre, qualore Balmur divenisse bersaglio di tecniche psichiche più potenti, esse scardineranno la Trama dei Ricordi e "libereranno" il personaggio dalle proprie visioni finché sarà sotto l'effetto di abilità superiori alle passive.

Eloquenza della Trama _ La Trama può agire anche come potente collegamento fra le menti altrui, risultando un amplificatore delle onde emesse dal cervello di Balmur. Egli potrà trasferire i propri pensieri dentro le menti altrui tramite una particolare forma di telepatia. In poche parole il Ricordo di Stoffa, quando indossato, permette a Balmur di parlare direttamente nelle menti di chiunque egli possa vedere, ma non gli consente di leggere i pensieri delle altre persone.

Amplificazione della Trama _ Se il tessuto della tuba fa affiorare i ricordi passati di Balmur, la sua speciale trama fusa con i nervi del cervello rende questo organo molto più rilassato. Lo status è necessario perché le visioni del Ricordo di Stoffa oltrepassino le barriere naturali della psiche ma, stimolando le pareti della corteccia, esse donano anche un notevole potenziamento alle facoltà di percezione dello spadaccino. In termini di gioco i ReC di Balmur riceveranno un aumento di 50 punti, mentre i suoi PeRf subiranno la leggera diminuzione di 25.

Tiratore scelto _ Calma. Concentrazione. Precisione. Ecco cosa accomuna tutti i tiratori, che usino questi fionde o cannoni. Ecco i tre basamenti dell'essere degli efficenti cecchini. Senza la calma non vi può essere concentrazione e, senza concentrazione, non vi può essere precisione. Attraverso la precisione è possibile distruggere ed eliminare qualsiasi cosa. Balmur lo sa. Balmur è chirurgico.

Erede dei tempi antichi _ Cinque secoli di storia alle spalle. Una vita che ha avuto la fortuna di poter ricominciare da zero, cancellando il suo passato quasi come se non fosse mai esistito. Si, Questo ed altro più il dio dei giusti. Questo ed altro può il Grande Oppressore. Tuttavia, con il passare del tempo, i ricordi si sono fatti sempre più forti e persistenti. Tuttavia, la mente ermetica di un folle è soggetta solamente alla volontà del suo possessore. Alla volontà del suo detentore. Con le immagini, i suoni ed i sapori si sono fatte vive anche le vecchie conoscenze e le memorie di un mondo che aveva da tempo dimenticato. Un universo che, con la forza, aveva ricacciato nell'oblio pur di non vederne un frammento nemmeno di sfuggita. Ecco cosa Il Giusto non può dominare. L'insinto animale, la brutalità e l'astuzia.

Abile Guerriero _ Beh, cosa stavo dicendo? Ah, ora ricordo. Balmur, grazie ai continui allenamenti fatti nei suoi due secoli di vita è diventato uno spadaccino provetto, migliorando la propria sicurezza e la sua velocità. Con la sicurezza ha migliorato anche il controllo delle sue capacità combattive. Infatti, fino a quando Balmur riuscirà a mantenere il sangue freddo e a non lasciarsi prendere dall'ira, il suo valore di CaeM risulterà raddoppiato. Questo non influirà nelle sue doti di tiratore ma lo renderà estremamente abile in ogni genere di schivata, affondo o anche nel disarmare il proprio avversario. Ogni suo duello è un vero spettacolo in quanto a grazia e maestria. Lui lo sa questo, e fa sfoggio delle sue abilità il più possibile.
Nella sua lunga vita Balmur ha affrontato avversari di ogni tipo, inclusi bestioni alti due metri e mezzo in grado di brandire veri e propri tronchi d'albero come fossero dei fioretti. Cercare di disarmare o di battere individui del genere è praticamente impossibile, anche per gli spadaccini più abili. Questo però non vale per coloro che sono diventati sempre più abili nel combattimento con la spada e nel riuscire a concentrarsi unicamente sul combattimento. Fino a quando Balmur non si lascerà prendere dall'ira ogni colpo portato con la sua spada conterà come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.
Inoltre, con duecento anni di storia alle spalle il nostro uomo ne ha davvero passate di tutti i colori. Il suo modo di pensare, il suo modo di fare e il suo organismo sono stati mutati, sia dalla malattia che dal suo stile di vita. L'insieme delle due cose ha dato vita al "guerriero perfetto". Infatti, dove un normale uomo sverrebbe a causa della stanchezza, Balmur rimane in piedi, pronto a dare battaglia. Affaticato, certo, ma ancora in piedi. Questa sua.. mutazione, si mutazione, questa sua mutazione però non gli assicura una scorta illimitata di energie: tutti prima o poi le esauriscono.


Balmur non attacca perchè, semplicemente, non ha motivo di farlo. In questo post la realtà e le visioni portate dal cappello iniziano a sovrapporsi: egli infatti riconosce in zaide la figura di sua moglie, effettuando una vera e propria sovrapposizione delle immagini.
Mi alzo e guardo la tua pg negli occhi. Mi sembra sia tutto chiaro.
 
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view post Posted on 28/12/2010, 23:44

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Terzo Modo - Cadenza Frigia.

Ergo age tortor, adure, seca, divide
Membra coacta luto: solvere rem fragilem facile est.

Su, carnefice, brucia, taglia
Le membra piegate nel fango: distruggere fragili cose è facile.


La verità era che nessuna risposta, qualunque essa fosse, le sarebbe stata sufficiente per placare l’inquieto spasimo d’irritazione che pervadeva il suo animo. Avrebbe potuto essere un cavaliere, un vescovo, uno sciamano, e avrebbe comunque sortito lo stesso effetto: non c’è nulla di più bramato della solitudine profonda quando non è possibile ottenerla.

Le vuote pareti della cattedrale risuonavano di echi silenziosi, passi velati e fruscii nascosti; lievemente attenuato, lo scrosciare della pioggia nel cupo ululato del vento accarezzava le mura esterne, penetrando dalle fessure scheggiate delle vetrate gotiche; in lontananza, rumori di gente e richiami di animali nel folto della foresta erano il flebile contrappunto di una perfetta partitura, la silenziosa immensità del creato.
Eppure nemmeno lì, in quel luogo di arcana pace, poteva trovare la sua tranquillità.
No.
Il suo misterioso interlocutore era ancora fermo dinanzi a lei, statuario e minaccioso sebbene non avesse dato mostra di volerle fare in alcun modo del male. Ma era lì, e questo innanzitutto la innervosiva: era lì, non pareva aver intenzione di andarsene e attendeva, anzi pretendeva qualcosa da lei.
Le parole pacate dell’uomo echeggiavano ancora nell’aria, ma ancora una volta Zaide percepì una nota fastidiosamente stonata in esse: apparentemente la dichiarazione di solitudine di un viandante senza meta, come lei, ma nel profondo un’evidente affermazione di potere e possesso.
Quello era un uomo abituato a comandare o a prendersi con la forza ciò che riteneva suo di diritto.
E Zaide aveva ben presente il genere: e lo odiava.
Odiava la sua presenza e le sue parole, odiava il ghigno innaturale che portava disegnato sul volto, smorfia e intraducibile vessillo di anni di sofferenza, violenza e forse follia.
Quando parlò di nuovo, la sua voce suonò leggermente diversa, come se fosse finalmente libera dal velo ipocrita della cortesia mostrandosi finalmente per se stessa:

– Trovo profondamente sgarbato rifiutare in questo modo il cordiale saluto di un individuo.

Solo per aver evitato di porgere la mano nell’accettazione di un antiquato gesto del tutto spoglio della propria connotazione originaria?
Zaide sbuffò e sorrise, guardandolo per la prima volta negli occhi: quello sguardo rovente color del sangue era agghiacciante, storto, sbagliato. Eppure c’era qualcosa, in fondo a quelle pupille, che sembrava sciogliersi in pensieri più profondi dell’apparenza, come se stessero guardando qualcosa che non c’è o non c’è più. Per un attimo Zaide vide in quegli occhi un barlume di umanità, traccia di un passato forse perduto che quell’uomo si portava addosso.

Ma chi, chi non reca sulle proprie spalle questo fardello? L’amarezza si strinse nella gola di Zaide. Nessuno ha diritto di mostrarsi più triste degli altri, perché tutti sprofondiamo inesorabilmente nel baratro cieco della nostra stessa vita, sepolti dai ricordi e dai rimpianti.

Sentiva sul palmo della mano un tiepido formicolio, familiare carezza che le avvolgeva dolcemente le dita come un soffio setoso.

Perchè?
Perchè?Perchè?
Perchè?

Perché attaccarlo?
L’istinto di sopravvivenza si muoveva in lei prima ancora che si fosse lei stessa accorta di un potenziale pericolo. Stavano arrivando, per proteggerla e avvolgerla nel loro argenteo abbraccio di diamante. C’era qualcosa in quegli occhi che li aveva svegliati dal loro quieto torpore.
Simile a un bracciale argenteo attorno ai polsi di Zaide iniziò a vorticare leggera e via via sempre più concreta e compatta una piccola nube che si contorceva e cresceva rapida nell’aria circostante. Nel silenzio pareva quasi possibile udire il loro concitato sussurrare. Gli spiriti turbinavano senza posa in un vortice che ormai aveva assunto dimensioni piuttosto considerevoli, guizzando davanti agli occhi di Zaide attonita e allo stesso tempo grata di quell’improvvisa apparizione. E poi, tra le sagome indistinte e cangianti, nitido apparve il piccolo viso delicato di una bambina: non doveva avere più di dieci o dodici anni, e la sua espressione dolcemente malinconica si conficcò come una lancia nel petto di Zaide.

– Shanna...

Un lampo illuminò l’interno della cattedrale di un bagliore spettrale: allo stesso modo nella sua contorta memoria aveva brillato per un istante il ricordo di quell’orribile notte, quella in cui, suo malgrado, Zaide aveva capito cosa voleva dire essere schiave.

Essere oggetti di proprietà di un uomo.

Bambole da usare e gettare dopo il gioco.

Spazzatura da eliminare, bestie da macellare.

Era la notte in cui aveva scoperto che i deboli non verranno mai difesi da nessuno, ma verranno sempre trucidati per amore della barbara legge del più forte.


Gli occhi di Shanna la perforavano con rimpianto e dolcezza, riportandola alle ore umide di un’alba, pochi giorni dopo quell’angosciosa notte. Dovevano essere tre le bambine che si tenevano per mano, ma una era sdraiata nella brutta bara di legno davanti all’altare. Pochi singhiozzi, poche lacrime per quell’anima calpestata. La chiesa era così grande e fredda, echeggiante del vasto riverbero di voci sommesse e deboli amen senza fede; Shanna non c’era più, e Zaide stringeva la manina umidiccia di lacrime della compagna al suo fianco mentre l’uomo corpulento che le aveva accompagnate fin lì le sospingeva fuori sul sagrato ghignando derisorio.

Era la stessa chiesa.

Zaide aveva ancora abbastanza lucidità da non confondere i ricordi con la realtà, ma era stato così doloroso rivivere quel frammento di infanzia perduta, che la rabbia le esplose dentro con una fiammata divampante d’odio. Le lacrime la accecavano mentre puntava lo sguardo sullo sconosciuto che le stava di fronte: avrebbe sfogato l’ira contro di lui.
Non doveva essere lì.
Non doveva sogghignare in quel modo.

– No!

Al grido di rabbia cieca di Zaide, la nube argentea si levò in volo spalancando le grandi ali scintillanti come diamante al sole, e il corvo stridette in tutta la sua splendente maestà. Poi si slanciò rapido nell’aria, il becco micidiale proteso in direzione di quegli abominevoli occhi rossi.

Zaide sospirò, confusa e arrabbiata, seguendo con lo sguardo la scia argentata del suo corvo, suo protettore e custode fin dagli albori. Non era da lei perdere il controllo a quel modo.

Ma ormai l’offensiva era iniziata, e il danno era fatto: doveva continuare a combattere o sarebbe rimasta vittima della sua stessa debolezza. E i deboli vengono schiacciati e gettati via come cuccioli malformati che vengono annegati in un secchio.
Zaide conosceva fin troppo le sue più grandi debolezze. Erano la sua salvezza e la sua perdizione allo stesso tempo, ma non avrebbe permesso che i ricordi la distruggessero.
Tornò a concentrarsi sull’uomo: odiare qualcuno è il mezzo più semplice per liberarsi di fastidiosi rimorsi, oltre che un toccasana per lo spirito.

– Le cose non sono mai quello che sembrano, l’hai notato? – gli disse, nell’intento di provocarlo.
– Che strano, sono venuta in questa cattedrale da bambina – si allontanò di qualche passo fino a raggiungere la colonna più vicina – ma non mi sono mai accorta che l’eco deformasse il significato delle parole. Buffo, no?


Zaide scomparve per un istante alla vista dell’uomo, riparata dalla massiccia colonna di marmo liscio; poi una mano fece capolino da dietro, accarezzando la superficie fredda e umida della pietra.

– Le cose non sono mai quelle che sembrano…

Zaide, o quella che sembrava essere Zaide, uscì allo scoperto piroettando e avvicinandosi di nuovo all’uomo, seguita da altre due identiche fanciulle, e infine da una terza.
Tutte e quattro esibivano lo stesso identico sorriso appena increspato da una vena malevola, e parevano danzare leggere tra le macerie della cattedrale, volteggiando attorno all’uomo circondandolo.
Tutte e quattro impugnavano un pugnale con cui disegnavano invisibili ricami nell’aria.
Tutte e quattro avevano lo stesso imperscrutabile desiderio di odiare e ferire.

– I ricordi sono enigmi, e gli enigmi conducono a morte certa – lo canzonò una delle fanciulle.

– Gli enigmi sono tre, la morte è una! – proseguì la seconda.

– Non perderti, straniero…La strada per risolvere gli enigmi non fa per te – aggiunse la terza.

Erano così vicine all’uomo che di certo lui poteva sentire il leggero profumo di fiori che i loro lunghi capelli rossi emanavano.
Poi, all’unisono, le quattro fanciulle alzarono il braccio e conficcarono con forza il pugnale nella carne dello sconosciuto: alle sue spalle, nello sguardo acceso e risoluto della vera Zaide, si accese il fuoco della vendetta: vendetta contro il mondo, contro il passato, contro gli uomini, e forse contro se stessa.
Fredda e cristallina, la quadruplice risata rimbombava tra le alte pareti come un sinistro presagio di morte.

Distruggere fragili cose è facile.


Echo

Rec [ 250 ] AeV [ 225 ] PeRf [ 125 ] PeRm [ 450 ] CaeM [ 225 ]


Zaide attacca Balmur in un impeto di rabbia originata inizialmente dal fastidio dell'incontro indesiderato con lui; per istinto più che consciamente, evoca un vortice di spiriti [abilità personale attiva Premiére Arabesque a costo Basso] che prende forma di un corvo argenteo e si scaglia contro Balmur, mirando col becco agli occhi. L'episodio evocato dalla suggestione di un viso infantile nel vortice si riferisce all amorte di una delle bambine del bordello in cui Zaide viveva da piccola (l'episodio in questione viene brevemente narrato qui); spaventata ma determinata a non cessare l'attacco, evoca tre "Specchi" [abilità personale Miroirs a costo alto], in tutto e per tutto identici a lei, per cui quattro Zaide si muovono verso Balmur accerchiandolo e infine attaccandolo con un pugnale: l'attacco delle tre copie va considerato tecnica di livello alto, mentre l'attacco della Zaide reale è una pugnalata fisica all'altezza delle scapole.
Credits: la citazione latina in apertura è un frammento di un carme di Prudentius.

Energia:
100-15-2 = 83%

Attive:
Premiére Arabesque [costo Basso, 5-3%=2%]
Miroirs [costo Alto, 18-3%=15%]

Passive:
Risparmio energetico [-3% ai consumi]

Stato fisico:
Illesa

Stato emotivo:
Agitata e arrabbiata

Armi:
Athame del Corvo, Athame delle Anime, set di 20 pugnali



SPOILER (click to view)
PREMIERE ARABESQUE: Zaide è in grado di evocare un vortice di spiriti in virtù del suo legame con il mondo ultraterreno, il cui Passaggio è normalmente a senso unico: il mortale che lo attraversa segna con tale passo il suo ultimo contatto con la Vita terrena. Zaide ha ottenuto da Morrigan, a cui è legata da un destino profondo, la capacità di attraversare il Passaggio per condurre con sé gli spiriti nel mondo terreno, che ella potrà plasmare a suo piacimento in caso di combattimento. Tale emanazione, che potrà originarsi esclusivamente a partire dalla sua persona, apparirà normalmente come una massa priva di una forma chiaramente definita di sostanza bianco grigiastra in cui però rimarrà possibile scorgere i lineamenti di una moltitudine di creature. Zaide può modificare la sostanza come desidera utilizzando quindi questo potere sia in attacco che in difesa. La potenza di questi attacchi viene considerata pari al consumo di energie speso per evocarli.
MIROIRS: Zaide può, dopo un istante di concentrazione, generare uno o più alter ego in tutto e per tutto identici a lei.
Queste copie non sono una evocazione ma vanno affrontate come una vera e propria tecnica. Indipendentemente dal loro numero potranno creare un danno complessivo all’avversario pari al consumo speso per richiamarle. A scelta del loro evocatore potranno anche impugnare diversi tipi di armi o attaccare anche a mani nude nonostante il loro potenziale offensivo rimanga immutato; se non richiamate rimarranno attive un turno.


NB: per la visione ottimale di questi post consiglio di utilizzare Google Chrome (non capisco perchè, ma in Firefox - che pure uso abitualmente - cambiano formati e caratteri rendendo il post più disordinato). Mi scuso con gli interessati, quando capirò come risolvere il problema sarò felice anch'io...

Edit: avevo dimenticato di inserire nello specchietto l'elenco delle armi, chiedo scusa a Balmur e al giudice!


 
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view post Posted on 2/1/2011, 23:55
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Ingegno.
Astuzia, furbizia, capacità di arrangiarsi e trarre vantaggio da situazioni sfavorevoli.
Una parola, di fatto. Una piccola parola, breve, tuttavia pregna di significato.
Chi nasce con il dono di arrangiarsi è capace di uscire indenne da qualsiasi situazione, indipendentemente da quanto essa sia disastrosa.
Non vi è un perchè, non vi sono ma.
E' così e basta. Capita, ma non a tutti. Pochi eletti baciati dalla fortuna,
lucidi di mente e forti nello spirito, si fanno portatori di luce in questo mondo tenebroso.
Luminari della scienza o semplici strateghi militari. Il meglio del peggio.
In. Ge. Gno.



No! No! No!
Perchè? Cosa può, in una persona, scatenare tale reazione?
Forse i giochi mentali attuati fino ad ora sono stati troppo forzati.
Troppo forzati per una giovane e debole mente come quella.
Troppo forzati per la psiche di una povera illusa, arrogante al punto di rifiutare un educato saluto.
La morale insegna che, con le donne in special modo, non ci si deve andare giù pesante.
Ma... La morale.
Uno scherzo. Regole scritte da un uomo beffardo ed ignorante, non consapevole di ciò che lo circondava.
Regole che raramente tengono conto di quella che di fatto è la realtà. Degli accadimenti.
Regola fastidiose, regole limitanti.
Tutti coloro che sono in grado di calcare il suolo di questo ingrato mondo sono anche capaci di combattere.
Chi meglio e chi peggio, ovviamente, ma tutti riescono a brendire una spada.
Chiunque, nel momento del bisogno, darebbe in grado di uccidere.
Alla luce i questa considerazione tutti i trattamenti di favore non possono fare altro che svanire.
Divenire null'altro che fumo. Scomparire e non lasciare traccia della loro presenza.
Che violenza sia.
Ma che lo sia, ve ne prego, proprio come vel'ho impostata io.
Che se me la berciate come fanno certi guerriglieri, allora tanto mi valeva sfidare un marmocchio
.


I corvi, l'ararldica ci insegna, sono le bestie simboleggianti l'astuzia. La sagacia.
Cosa spingerebbe uno di essi a comparire dal nulla, pronto a recare offesa?
Per quale motivo il nero che solitamente ricopre questi bizzarri esseri dovrebbe mutare in uno argenteo?
Magia. Fottuta magia bianca.
Le danze sono aperte. I cani sciolti. La morale infranta.
C om ba ttiamo.

image

Cera, mia amata. Quanto tempo?
Messaggera del divino, donna degli dei. Portatrice del suo verbo.
Come ho potuto vivere senza di te? Cosa ho fatto?
Mi è mancato il tuo comparire dal niente, mi è mancato il tuo crescere arrogante.
Il tuo farti strada attraverso l'etere cristallino, assetata di sangue quasi quanto me.
Bentornata.
Ti vedo viva, ti vedo servile. Rinata, quasi.
Proteggimi figlia mia, proteggimi.
Assorbi l'urlo emesso da quella bestiaccia, assorbi la sua essenza e distruggila.
Debole creatura per un debole creatore. Debole. Debole. Debole.
Il tuo compito hai assolto, amante mia perduta.
Ma...
Dov'è?

Le cose non sono mai quelle che sembrano…

Eresia.
Solamente gli stolti e gli illusi non giudicano in base alle apparenze.
Solamente i folli non prendono atto della realtà materiale.
Il fatto che poi ci si possa ragionare su è un discorso a parte.
Per menti colme di saccenza.

Qu... Quattro?
Giocoscorrettogiocoscorrettogiocoscorretto.
Non eravamo in cinque sull'altare, così come non ho quattro suocere.
Ma... Non posso nuocerle.
No. L'amore è una cosa strana. Bislacca.
Oscenamente complicata tanto quanto d'intralcio.
L'amore è...

aaaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAH!

Schiena e petto. Ferite da taglio. Dolore lancinante.
Organi vitali lesi?
Apparentemente nessuno.
Dolore. Dolore. DOLORE!
Non ti ho mai ferito, donna. Non ho mai leso il tuo onore, non ho mai scalfito la tua cute.
Non ti ho mai danneggiato. Fatto piangere. Toccato senza il tuo permesso.
Perchè ero pericoloso.
Oh, si che lo ero.
Ma la morte non mi ha indebolito. Il bacio del Divino non mi ha assopito.
NO. Anzi.
Sono anche più.. Dannoso.

Credo che sia giunto il momento di ripopolare questo luogo dei suoi antichi valori.
L'eco dei tempi gloriosi risuonerà in questo luogo fino a scuoterne le fondamenta.
I cori di coloro che vi abitavano torneranno alla luce con un solo scopo...
Servirmi.
Per uccidere.
Musica, musica per le mie orecchie.

Solitario il suonatore d'organo sta, seduto sul suo trono di note, facendo della morte di un'amore sinfonia.

Muori, Distruggi la tua mente. Diventa un verme.
I vermi vanno shciacciati, e tu non farai fine differente.
Esplodi sotto i potenti colpi del dio lupo.
Bang. Bang. BangBangBang.


SPOILER (click to view)
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[ReC 300][AeV 150][PeRf 175][PeRm 250][CaeM 650 325]



Nome Jack Balmur the Misunderstood
Razza Dannato
Classe Paladino
Energia Verde
Dominio Warrior Style
Pericolosità B
Siamo a ben 55%

Danni subiti: Alto sotto forma di tagli su betto e schiena, pugnalata alla schiena.

Passive in uso

Trama dei Ricordi _ Il Ricordo di Stoffa non è un semplice cappello, un ornamento eccentrico per Balmur, ma qualcosa di molto più profondo. Non è composto di semplice "stoffa", bensì di una trama speciale, intessuta assieme con magia della memoria e legami col passato. Indossare questo oggetto significherà fondere il proprio cervello con questa speciale tessitura, la quale interferirà con la psiche di Balmur tempestandola di visioni riguardanti il proprio passato. Fintanto che lo spadaccino avrà indosso il Ricordo di Stoffa egli avrà, occasionalmente, visioni ed allucinazioni riguardanti il proprio passato e, nello specifico, rivedrà la donna che gli ha donato questo cappello. Balmur rischierà di venire deconcentrato quindi da odori, sapori e visioni che andranno a confondersi con gli scenari di battaglia a cui egli parteciperà.

Schermo della Trama _ La Trama dei Ricordi di cui è composto il cappello ha, tuttavia, anche una capacità di difesa indiretta, sviluppata proprio per le sue peculiarità di potersi "fondere" con la psiche di Balmur. La Trama tiene il cervello dello spadaccino costantemente impegnato con le proprie visioni, ed impedisce quindi che altre influenze passive la sovrastino. Ciò significa che finché Balmur indosserà il Ricordo di Stoffa egli non subirà nessun'altra influenza psicologica passiva proveniente da altri personaggi. Inoltre, qualore Balmur divenisse bersaglio di tecniche psichiche più potenti, esse scardineranno la Trama dei Ricordi e "libereranno" il personaggio dalle proprie visioni finché sarà sotto l'effetto di abilità superiori alle passive.

Eloquenza della Trama _ La Trama può agire anche come potente collegamento fra le menti altrui, risultando un amplificatore delle onde emesse dal cervello di Balmur. Egli potrà trasferire i propri pensieri dentro le menti altrui tramite una particolare forma di telepatia. In poche parole il Ricordo di Stoffa, quando indossato, permette a Balmur di parlare direttamente nelle menti di chiunque egli possa vedere, ma non gli consente di leggere i pensieri delle altre persone.

Amplificazione della Trama _ Se il tessuto della tuba fa affiorare i ricordi passati di Balmur, la sua speciale trama fusa con i nervi del cervello rende questo organo molto più rilassato. Lo status è necessario perché le visioni del Ricordo di Stoffa oltrepassino le barriere naturali della psiche ma, stimolando le pareti della corteccia, esse donano anche un notevole potenziamento alle facoltà di percezione dello spadaccino. In termini di gioco i ReC di Balmur riceveranno un aumento di 50 punti, mentre i suoi PeRf subiranno la leggera diminuzione di 25.

Tiratore scelto _ Calma. Concentrazione. Precisione. Ecco cosa accomuna tutti i tiratori, che usino questi fionde o cannoni. Ecco i tre basamenti dell'essere degli efficenti cecchini. Senza la calma non vi può essere concentrazione e, senza concentrazione, non vi può essere precisione. Attraverso la precisione è possibile distruggere ed eliminare qualsiasi cosa. Balmur lo sa. Balmur è chirurgico.

Erede dei tempi antichi _ Cinque secoli di storia alle spalle. Una vita che ha avuto la fortuna di poter ricominciare da zero, cancellando il suo passato quasi come se non fosse mai esistito. Si, Questo ed altro più il dio dei giusti. Questo ed altro può il Grande Oppressore. Tuttavia, con il passare del tempo, i ricordi si sono fatti sempre più forti e persistenti. Tuttavia, la mente ermetica di un folle è soggetta solamente alla volontà del suo possessore. Alla volontà del suo detentore. Con le immagini, i suoni ed i sapori si sono fatte vive anche le vecchie conoscenze e le memorie di un mondo che aveva da tempo dimenticato. Un universo che, con la forza, aveva ricacciato nell'oblio pur di non vederne un frammento nemmeno di sfuggita. Ecco cosa Il Giusto non può dominare. L'insinto animale, la brutalità e l'astuzia.

Abile Guerriero _ Beh, cosa stavo dicendo? Ah, ora ricordo. Balmur, grazie ai continui allenamenti fatti nei suoi due secoli di vita è diventato uno spadaccino provetto, migliorando la propria sicurezza e la sua velocità. Con la sicurezza ha migliorato anche il controllo delle sue capacità combattive. Infatti, fino a quando Balmur riuscirà a mantenere il sangue freddo e a non lasciarsi prendere dall'ira, il suo valore di CaeM risulterà raddoppiato. Questo non influirà nelle sue doti di tiratore ma lo renderà estremamente abile in ogni genere di schivata, affondo o anche nel disarmare il proprio avversario. Ogni suo duello è un vero spettacolo in quanto a grazia e maestria. Lui lo sa questo, e fa sfoggio delle sue abilità il più possibile.
Nella sua lunga vita Balmur ha affrontato avversari di ogni tipo, inclusi bestioni alti due metri e mezzo in grado di brandire veri e propri tronchi d'albero come fossero dei fioretti. Cercare di disarmare o di battere individui del genere è praticamente impossibile, anche per gli spadaccini più abili. Questo però non vale per coloro che sono diventati sempre più abili nel combattimento con la spada e nel riuscire a concentrarsi unicamente sul combattimento. Fino a quando Balmur non si lascerà prendere dall'ira ogni colpo portato con la sua spada conterà come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.
Inoltre, con duecento anni di storia alle spalle il nostro uomo ne ha davvero passate di tutti i colori. Il suo modo di pensare, il suo modo di fare e il suo organismo sono stati mutati, sia dalla malattia che dal suo stile di vita. L'insieme delle due cose ha dato vita al "guerriero perfetto". Infatti, dove un normale uomo sverrebbe a causa della stanchezza, Balmur rimane in piedi, pronto a dare battaglia. Affaticato, certo, ma ancora in piedi. Questa sua.. mutazione, si mutazione, questa sua mutazione però non gli assicura una scorta illimitata di energie: tutti prima o poi le esauriscono.


ATTIVE
Cera per i morti Cera per i morti. Cera per i giustiziati.
Una candela si erge, solitaria, innanzi ad un mare di nulla, ad un abisso di tenebra. Immobile, rimane per affrontare il suo ddestino e per proteggere tutti coloro che negli anni hanno riposto in lei ogni cosa, dalla fiducia alla speranza. Non resisterà a lungo, non potrà durare in eterno. Le fiamme la stanno divorando e consumando così come il tempo fa con le ossa e il vento con le montagne. L o g o r a r e. Logorare le anime dei perdenti, logorare le menti dei vincitori, logorare i sogni degli indifesi. Cera per i morti. Fiumi di cera. Cera per i giustiziati. Fiumi di cera. Cera per un matto incazzato nero. Un mare di c e r a.
BASSO
Questa sonata è per te E' notte. I lampi ed i fulmini la fanno da padrone in un cielo ammantato da scure nubi. In mezzo al nulla si erge solitaria la sua figura, quella del folle suonatore, del pazzo direttore d'orchestra. I suoi occhi vengono avvolti per un'unico istante dal bagliore che li contraddistingueva secoli prima. Il suo corpo si soleva lentamente da terra, le braccia si allargano. Ed è allora, solo allora, che le sue dita cominciano a scivolare su degli invisibili tasti d'avorio. Ed è allora, non un secondo prima ne uno dopo, che la melodia inizia a prendere forma. I suoi bianchi e neri messaggeri d'amore appaiono e scompaiono sotto il rapido muoversi di colui che seppe ammestrarli con tanta cura e pazienza. La musica, dapprima fievole come la luce di una candela, si fa potente e penetrante, capace di trasmettere qualsiasi tipo di emozione a coloro che si itroveranno ad ascoltarla.
Solitario il suonatore d'organo sta, seduto sul suo trono di note, facendo della morte di un'amore sinfonia
. CRITICO

Edit, aggiunte le tecniche mancanti in spoiler. Edit, specificato ws tiro.

Mi difendo daltuo uccello con una barriera di cera. Subisco i tuoi successivi attacchi. Balmur inizia a sonare con una mano un organo invisibile una qualunque melodia deprimente (La psion presenta il danno sotto forma di depressione) e con la destra estrae la Trecanne, con cui ti spara cinque colpi. QUESTI NON SONO INFLUENZATI DAL WS TIRO, IN QUANTO NON CALMO
Di fatto non mi sposto dalla mia posizione.
Mi pare chiaro. Per dubbi mp o msn.


Edited by Balmu® - 5/1/2011, 11:26
 
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view post Posted on 7/1/2011, 10:41

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Quarto Modo - Miserere.

Siquid et in nobis vivi fuit ante vigoris,
Axtinctum longis occidit omne malis!

Se qualche traccia ardente di vigore viveva in me,
ora per lunghi affanni è inaridita.


Un rivolo di sangue caldo e scuro scivolò sull’avambraccio di Zaide lambendo la vecchia cicatrice, facendola rabbrividire di disgusto e orrore per il suo gesto. Estrasse rapida la lama dalla carne ferita del suo anomalo avversario, che sembrava pietrificato, tanto statuaria e massiccia era la sua posa; con un balzo rapido all’indietro si scostò dal gigante ferito e imperturbabile, nauseata e allo stesso tempo vibrante di adrenalina come non mai.
L’attacco affilato del corvo d’argento aveva ricevuto un’insolita accoglienza: al momento dell’impatto era come scivolato dolcemente sul corpo dell’uomo, protetto da una patina liscia, per finire il suo elegante volo in un’esplosione fiammante di zampilli adamantini, alta e solenne nella campata principale della cattedrale; ora che il secondo attacco era invece andato a segno, Zaide sentiva scorrere nelle vene il calore della violenza, e ne era attratta e spaventata insieme.

Ma l’uomo non rimase a lungo passivamente inerme: con estenuante lentezza, si voltò e alzò una mano.
Le sue dita si mossero delicatamente nell’aria, come per saggiarne la densità; Zaide non aveva mai visto una reazione del genere: era stato appena aggredito e pugnalato, la chiazza di sangue rosso scuro si allargava sui suoi vestiti e in una piccola pozza sul pavimento, e invece di scagliarsi contro di lei distruggendola con la pura forza fisica, se ne stava lì agitando appena le dita della mano sinistra.

Un dito, poi un altro: sembrava esserci una sorta di ritmo in quel movimento.

Due dita, il pollice, un altro dito: movimento ipnotico e ciclico, come un rituale che debba seguire una successione di gesti ben precisa.

Poi, dalle profondità recondite della chiesa, sgorgò il suono pieno e vibrante di un organo. Le navate echeggiavano di armonie arcaiche, rimembranza di inni sacri e messe cantate in giorni ormai lontani. Ma le note si susseguivano in cadenze inusuali, e una melodia dissonante iniziò a farsi strada, sempre più pressante, nell’animo di Zaide; era come una pericolosa serpe, inarrestabile e volitiva, che inghiottiva la speranza e voracemente dilaniava ogni barlume di luce nel suo cuore.



Nessun dolore, nessuna illusione.

Solo la cocente, tremenda certezza di un’anima gonfia di morte e desolazione.

Un passo indietro.
Un altro.

Non poteva sfuggire a se stessa, Zaide lo sapeva bene. E lo sapevano bene anche quegli inespressivi occhi iniettati di sangue che inesorabili e mortali scrutavano il suo animo devastato.
Come dietro un velo di pioggia, Zaide vedeva scorrere lente e impietose le immagini più desolanti dell’intera sua esistenza. Non ricordi persi nell’oblio, no. Non fantasmi ignoti di un passato sconosciuto.
No.
Ogni singolo pensiero formulato in un momento di depressione parve riaffiorare dolorosamente alla coscienza, rivangando crudelmente le tappe di una vita condotta nella disperata e vana ricerca di cosa sia giusto e cosa no.
E non era giusto attaccare senza motivo uno sconosciuto incontrato per caso in una vecchia cattedrale.
Non era giusto sporcarsi le mani di sangue innocente. Sangue…Zaide portò le mani davanti al volto e le insinuazioni del vile assassino affrontato solo pochi giorni prima, che ora parevano anni e anni, riaffiorarono nitide nella sua mente lacerata. Dunque era vero, quello era il sangue di un bambino ucciso tanto tempo prima?

Era quella la mano che aveva fermato il piccolo cuore di un fratello?

Le lacrime sgorgavano dai suoi occhi, calde sulle sue guance insensibili e sporche.
Come ovattate dietro una coltre lattiginosa, le sagome dei tre Specchi sbiadivano nel nulla, confondendosi delicatamente con l’aria circostante.

Non lasciatemi…Non lasciarmi

Zaide invocava, muta, la sua stessa anima dilaniata e ferita. I tre Specchi, riflesso etereo di lei stessa, la fissavano con lo sguardo colmo di tristezza, tenendosi per mano, come se potessero comprendere il tormento che rodeva la loro stessa evocatrice.
Fu un rapido movimento del suo avversario a farle distogliere per un istante l’attenzione da se stessa: con la mano libera aveva infatti estratto dall’interno dell’impermeabile una pistola che ora puntava inesorabile verso di lei.

Ogni movimento le parve svolgersi al rallentatore e privo di sonoro. Con uno sforzo mentale che le costò un dolore quasi fisico, Zaide urlò in maniera incontrollata verso l’ultimo dei suoi Specchi che si stavano dissolvendo nel nulla. La fanciulla quasi del tutto trasparente in un istante riprese consistenza e forma, lanciandosi con gesto fulmineo davanti a Zaide, abbracciandola con tanta forza da farla cadere al suolo. Due dei proiettili, schivati, infransero la vetrata alle loro spalle provocando una pioggia di schegge variopinte che si sparpagliarono ovunque sul pavimento e sopra di loro; gli altri tre si schiantarono, rimbalzando, sulla pelle dello Specchio, tra le cui braccia si rifugiava Zaide tremante e ancora terribilmente scossa.

Per un istante, null’altro parve accadere.

Le due identiche giovani erano a terra dietro una panca scheggiata, e la vera Zaide stringeva quel corpo irreale con la foga dettata dalla disperazione: il vano desiderio di calore, l’abbraccio di una persona amata era in quel momento l’unica cosa che bramava ardentemente. Ma non c’era, e non ci sarebbe mai stato nessuno a confortarla nel momento del bisogno, e non poteva fare altro che aggrapparsi a se stessa nel tentativo di non soccombere.
Lo Specchio era così vero, così suo.
Era bello abbandonarsi alla sua stretta, accogliere la consolazione di una carezza sulla guancia. Dimenticare per un momento la realtà e il dolore.

Non poteva.
Ma non poteva.Non poteva.
non poteva.

Nel punto in cui i proiettili avevano colpito lo Specchio si era formata una ragnatela di fitte crepe che ora si allungavano su tutto il suo corpo, solcandone la pelle candida che ben presto si sarebbe del tutto disintegrata come porcellana infranta. Ma Zaide aveva una paura indescrivibile all'idea di rimanere sola: la presenza di quella fanciulla fittizia era stato un balsamo troppo dolce per potervi rinunciare così presto.

La prese per mano, rialzandosi: chi avesse assistito a quella scena, avrebbe visto due gemelle che si fronteggiavano, una sconvolta e scarmigliata, l’altra di una bellezza imperturbabile. Gli sguardi incatenati, le mani intrecciate: un osservatore attento avrebbe di certo notato l’improvviso sfavillio che baluginava dalla loro stretta, come un innaturale passaggio di energia dalla prima alla seconda.
Poi lo Specchio, risplendente di luce arcana e nuovamente intatto, si pose sorridendo di fronte all’uomo, come prima minacciosamente immobile.

- Non avrai mai la sua anima, uomo.

Sussurrò, abbagliante di luce e bellezza.

- Debole non è chi ammette il proprio dolore.

Poi allargò le braccia in un gesto quasi ieratico, e con un solo fluido movimento si scagliò contro di lui, la fiamma dorata dei suoi capelli ardente nella penombra, avvolgendolo in un’esplosione rovente di scintille dorate, le mani d'acciaio protese per strangolarlo.



Echo

Rec [ 250 ] AeV [ 225 ] PeRf [ 125 ] PeRm [ 450 ] CaeM [ 225 ]


Zaide subisce in pieno l'attacco psionico di Balmur, che le provoca una depressione che rasenta la disperazione; riesce a difendersi dagli spari grazie a uno degli Specchi [abilità personale a consumo Basso] che la protegge facendole scudo con il proprio corpo; poi utilizza lo stesso [a consumo Critico] contro Balmur. Zaide durante l'attacco rimane in piedi, dietro una panca, a pochi metri di distanza.

NB: Balmur, nel riassunto del tuo ultimo post hai specificato di non esserti mosso. Ti chiedo scusa se mi sono permessa, scrivendo, di contraddirti: per proseguire nel duello, devi esserti mosso, perchè Zaide si trova alle tue spalle e non avresti potuto spararle altrimenti, quindi per coerenza (e giustificare l'attacco) ho scritto che ti volti lentamente. Scusami se invece ho inteso male io, in caso modifico.

Credits: la citazione latina in apertura è tratta dai Canti del Dolore di Ovidio; il brano musicale è "Vocalise" di Rachmaninov. Ovviamente rappresenta una musica "interiore" di Zaide, non descrive la musica d'organo che sente.

Energia:
83%-2-33=48%

Attive:
Miroirs [costo Basso, 5-3=2% e costo Critico, 36-3=33%]

Passive:
Risparmio energetico [-3% ai consumi]

Stato fisico:
Illesa

Stato emotivo:
Danno critico alla mente

Armi:
Athame del Corvo, Athame delle Anime, set di 20 pugnali



SPOILER (click to view)
MIROIRS: Zaide può, dopo un istante di concentrazione, generare uno o più alter ego in tutto e per tutto identici a lei.
Queste copie non sono una evocazione ma vanno affrontate come una vera e propria tecnica. Indipendentemente dal loro numero potranno creare un danno complessivo all’avversario pari al consumo speso per richiamarle. A scelta del loro evocatore potranno anche impugnare diversi tipi di armi o attaccare anche a mani nude nonostante il loro potenziale offensivo rimanga immutato; se non richiamate rimarranno attive un turno.


NB: per la visione ottimale di questi post consiglio di utilizzare Google Chrome (non capisco perchè, ma in Firefox - che pure uso abitualmente - cambiano formati e caratteri rendendo il post più disordinato). Mi scuso con gli interessati, quando capirò come risolvere il problema sarò felice anch'io...


Per dubbi o chiarimenti contattami pure!


 
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view post Posted on 14/1/2011, 23:33
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Ti Odio.
Sento la rabbia scorrere nell mie vene, sovrastando il sangue.
Sento i lontani echi di quanto dicesti prima di tradirmi.
Parole vuote, vane. Diafane quanto i tuoi occhi, attraverso cui è possibile scorgere ogni cosa,
ogni segreto.
Non sei mai stata brava a mentire, amore. Mai.
Ed è anche per questo che ti ho scelto: Pensavo che fossi diversa.

Il suono si spegne e muore e le tue urla riescono a sostituirlo sapientemente.
Piacere.
Quello che provo nell'udirle non è cambiato.
L'alba della fine e giunta, tesoro. Non per me. Non per te.

Le persone non esistono, inutile è nominarle così come il verbo che esse emettono.
Impalpabile, vacuo. Temporaneo.
Nulla dura, nulla è fatto per durare.
Solo dolore. Solo guerra.

Posso sentire i suoi caldi raggi accarezzare il mio volto.
Si. E' caldo, è buono.
Così diverso da me, eppure così simile.
Lo vedi, tesoro? E' mio.
E' tuo. E' nostro.
Sei vicina. Troppo vicina.
Lo sai che adoro il tuo profumo, ti rende irresistibile.
Non mi riferisco a quello che indossi come il più prezioso degli abiti, no.
Parlo del tuo odore.
Lo sento mentre ti bacio, lo sento mentre ti mordo il collo.
Sei mia.

Rimpianti. Si, troppi rimpianti.
Tutto è ora tetro, specchio della mia anima. Ti temo, angelo mio.
Temo la tua forza e la tua bellezza.
Temo il tuo carattere. La tua sfrontatezza.
Non volevo ucciderti.
Non. Volevo. Farlo...


Potrai mai perdonarmi, piccola?

Debole non è chi ammette il proprio dolore.
Ancora.
Altri sproloqui, altre parole gettate al vento.
Un nulla di fatto che continuerà ad aleggiare nell'aria.
Vuote affermazioni atte al solo scopo di intimorire o di autoconvincersi.
Ci sono qui io, non devi temermie.
Non dovete.

No, non avrete la mia storia.
Ho vissuto con te e per te. Non lo nego.
Anzi, ne faccio fregio.
Ciò nonostante, non posso farti passare per buona ogni cosa.
Non posso permetterti di calpestare la mia dignità.

Desideri il mio male quando invece il mio unico desiderio è quello di renderti felice.
Tenti di ferirmi con ogni mezzo.
Hai passato il limite, donna.

Errare umanum Est, perseverare Ovest.

Sorrido e muovo un passo a destra.
Nulla di più, nulla di meno. Posso solamente assaporare il tuo fallimento.
Oh, non ne perderò nemmeno una goccia.
Prezioso nettare divino, ne farò tesoro.
Perchè? Perchè ti amo.
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Una mano si solleva.
E' forse giunta l'ora?
L'ora di che? Abbiamo già ballato, caro.
Oh, si, questo è vero. Non sei molto brava.
E poi quelle lacrime che ti scendono dagli occhi sono dannatamente antiestetiche.
Smettiamola di giocare così, Schiava. Solo io e te, solo le armi a dividerci.
La sentenza è desiderosa di conoscerti.
Furia. Sangue.
Dolore.



SPOILER (click to view)
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[ReC 300][AeV 150][PeRf 175][PeRm 250][CaeM 650]



Nome Jack Balmur the Misunderstood
Razza Dannato
Classe Paladino
Energia Verde
Dominio Warrior Style
Pericolosità B
Siamo a ben 25%

Passive in uso

Trama dei Ricordi _ Il Ricordo di Stoffa non è un semplice cappello, un ornamento eccentrico per Balmur, ma qualcosa di molto più profondo. Non è composto di semplice "stoffa", bensì di una trama speciale, intessuta assieme con magia della memoria e legami col passato. Indossare questo oggetto significherà fondere il proprio cervello con questa speciale tessitura, la quale interferirà con la psiche di Balmur tempestandola di visioni riguardanti il proprio passato. Fintanto che lo spadaccino avrà indosso il Ricordo di Stoffa egli avrà, occasionalmente, visioni ed allucinazioni riguardanti il proprio passato e, nello specifico, rivedrà la donna che gli ha donato questo cappello. Balmur rischierà di venire deconcentrato quindi da odori, sapori e visioni che andranno a confondersi con gli scenari di battaglia a cui egli parteciperà.

Schermo della Trama _ La Trama dei Ricordi di cui è composto il cappello ha, tuttavia, anche una capacità di difesa indiretta, sviluppata proprio per le sue peculiarità di potersi "fondere" con la psiche di Balmur. La Trama tiene il cervello dello spadaccino costantemente impegnato con le proprie visioni, ed impedisce quindi che altre influenze passive la sovrastino. Ciò significa che finché Balmur indosserà il Ricordo di Stoffa egli non subirà nessun'altra influenza psicologica passiva proveniente da altri personaggi. Inoltre, qualore Balmur divenisse bersaglio di tecniche psichiche più potenti, esse scardineranno la Trama dei Ricordi e "libereranno" il personaggio dalle proprie visioni finché sarà sotto l'effetto di abilità superiori alle passive.

Eloquenza della Trama _ La Trama può agire anche come potente collegamento fra le menti altrui, risultando un amplificatore delle onde emesse dal cervello di Balmur. Egli potrà trasferire i propri pensieri dentro le menti altrui tramite una particolare forma di telepatia. In poche parole il Ricordo di Stoffa, quando indossato, permette a Balmur di parlare direttamente nelle menti di chiunque egli possa vedere, ma non gli consente di leggere i pensieri delle altre persone.

Amplificazione della Trama _ Se il tessuto della tuba fa affiorare i ricordi passati di Balmur, la sua speciale trama fusa con i nervi del cervello rende questo organo molto più rilassato. Lo status è necessario perché le visioni del Ricordo di Stoffa oltrepassino le barriere naturali della psiche ma, stimolando le pareti della corteccia, esse donano anche un notevole potenziamento alle facoltà di percezione dello spadaccino. In termini di gioco i ReC di Balmur riceveranno un aumento di 50 punti, mentre i suoi PeRf subiranno la leggera diminuzione di 25.

Tiratore scelto _ Calma. Concentrazione. Precisione. Ecco cosa accomuna tutti i tiratori, che usino questi fionde o cannoni. Ecco i tre basamenti dell'essere degli efficenti cecchini. Senza la calma non vi può essere concentrazione e, senza concentrazione, non vi può essere precisione. Attraverso la precisione è possibile distruggere ed eliminare qualsiasi cosa. Balmur lo sa. Balmur è chirurgico.

Erede dei tempi antichi _ Cinque secoli di storia alle spalle. Una vita che ha avuto la fortuna di poter ricominciare da zero, cancellando il suo passato quasi come se non fosse mai esistito. Si, Questo ed altro più il dio dei giusti. Questo ed altro può il Grande Oppressore. Tuttavia, con il passare del tempo, i ricordi si sono fatti sempre più forti e persistenti. Tuttavia, la mente ermetica di un folle è soggetta solamente alla volontà del suo possessore. Alla volontà del suo detentore. Con le immagini, i suoni ed i sapori si sono fatte vive anche le vecchie conoscenze e le memorie di un mondo che aveva da tempo dimenticato. Un universo che, con la forza, aveva ricacciato nell'oblio pur di non vederne un frammento nemmeno di sfuggita. Ecco cosa Il Giusto non può dominare. L'insinto animale, la brutalità e l'astuzia.

Abile Guerriero _ Beh, cosa stavo dicendo? Ah, ora ricordo. Balmur, grazie ai continui allenamenti fatti nei suoi due secoli di vita è diventato uno spadaccino provetto, migliorando la propria sicurezza e la sua velocità. Con la sicurezza ha migliorato anche il controllo delle sue capacità combattive. Infatti, fino a quando Balmur riuscirà a mantenere il sangue freddo e a non lasciarsi prendere dall'ira, il suo valore di CaeM risulterà raddoppiato. Questo non influirà nelle sue doti di tiratore ma lo renderà estremamente abile in ogni genere di schivata, affondo o anche nel disarmare il proprio avversario. Ogni suo duello è un vero spettacolo in quanto a grazia e maestria. Lui lo sa questo, e fa sfoggio delle sue abilità il più possibile.
Nella sua lunga vita Balmur ha affrontato avversari di ogni tipo, inclusi bestioni alti due metri e mezzo in grado di brandire veri e propri tronchi d'albero come fossero dei fioretti. Cercare di disarmare o di battere individui del genere è praticamente impossibile, anche per gli spadaccini più abili. Questo però non vale per coloro che sono diventati sempre più abili nel combattimento con la spada e nel riuscire a concentrarsi unicamente sul combattimento. Fino a quando Balmur non si lascerà prendere dall'ira ogni colpo portato con la sua spada conterà come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.
Inoltre, con duecento anni di storia alle spalle il nostro uomo ne ha davvero passate di tutti i colori. Il suo modo di pensare, il suo modo di fare e il suo organismo sono stati mutati, sia dalla malattia che dal suo stile di vita. L'insieme delle due cose ha dato vita al "guerriero perfetto". Infatti, dove un normale uomo sverrebbe a causa della stanchezza, Balmur rimane in piedi, pronto a dare battaglia. Affaticato, certo, ma ancora in piedi. Questa sua.. mutazione, si mutazione, questa sua mutazione però non gli assicura una scorta illimitata di energie: tutti prima o poi le esauriscono.

ATTIVE

Possessione divina _ Balmur, accettando di proteggere la giustizia e di favorirne il forso, è entrato in possesso di alcune capacità completamente fuori dal comune. Ad esempio, potrà chiedere l'aiuto del dio che ha giurato di servire durante un combattimento. Dal momento in cui questo contatto verrà attuato gli occhi del dannato si coloreranno di rosso, color del sangue. Da questo momento, il paladino vedrà con gli occhi di Forseti e sarà in grado di scorgere nell'ambiente circostante un'ombra identica al proprio avversario, che ne mostrerà il suo prossimo movimento. Essa può essere utilizzata per evitare un futuro attacco.

Follia Trasmessa _ Follia. Pura, semplice e maledetta Follia. Cos'è, agli occhi dei più comuni cittadini, la follia? Una mancanza di adattamento che il malato mostra nei confronti dell'ambiente. Potrebbe anche essere definita come una sovrapposizione della parte istintuale su quella razionale. Come una lotta che queste due parti dell'io ingaggiano per il controllo del corpo e della mente. Una lotta all'arma bianca molto, molto pericolosa per la mente che è sede dello scontro.
Folle. Vuoto
Come questo genere di morbo sia trasmissibile sfugge dalla logica e dalla comprensione di una buona parte degli psichiatri esistenti. Gli unici in grado di comprendere i complessi meccanismi del contagio sono, appunto, i malati. O coloro che hanno vissuto per molto tempo con loro.
Questa tecnica aumenta di 100 punti AeV e PeRf dell'avversario rendendolo però incapace di castare abilità di alcun tipo. Tale tecnica si prolungherà per due turni al termine dei quali la vittima subirà un danno Medio all'organismo. Lo stato di follia indotto dalla tecnica impedirà all'avversario di distinguere i nemici dagli alleati e ad ogni turno si sentirà il bisogno di attaccare chiunque gli ronzi attorno. Tale tecnica sarà contrastabile da una difesa psionica spendendo un consumo pari a quello necessario per l'attivazione della tecnica, ovvero Medio.


Bene, ecco un sunto: Con la difesa assoluta Preveggenza paro il tuo colpo semplicemente spostandomi di qualche passo alla mia destra. Una volta lì alzo una mano, per indicare il lancio della mia Follia Trasmessa, una psion Media che manda il bersaglio in Berserk nel caso in cui non si possa difendere. Qui termino il post, dopo aver sguainato la spada. Non meno fendenti random perchè quello si che sarebbe antisportivo :ahsi: Per chiarimenti hai il mio msn ed esistono gli mp :8D: In ogni aso spero che si capisca.


Edited by Balmu® - 15/1/2011, 00:05
 
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view post Posted on 20/1/2011, 23:26

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Quinto Modo – Lamoentus Lidio.
Non adeo cecidi, quamvis abiectus, ut infra
Te quoque sim, inferius quo nihil esse potest

Sono caduto, ma non tanto in basso da stare sotto di te,
di cui mai nessuno s’è mostrato più basso.
L'imponente volta della cattedrale echeggiava ancora dell'ultimo, feroce grido di morte di Zaide, annichilita e sfinita da quello sfiancante incontro. Era lo Specchio ad aver riflesso con voce atroce lo stato d'animo della giovane: pallida eco che ora svaniva nell'aria, lo sguardo ardente ormai sbiadito in una sagoma tremula e inconsistente.
L'aria parve tremare nel punto in cui si era appena dissolto.

Era di nuovo sola.

Non c'era stato combattimento, niente pareva aver scalfito minimamente l'imponente aspetto del suo avversario: aveva semplicemente schivato il furore dello Specchio con pochi, misurati passi che gli avevano permesso di ignorare del tutto il mortale assalto della fanciulla.
Zaide si rialzò appoggiandosi stancamente allo schienale scheggiato della panca; si sentiva così vulnerabile e chiusa in trappola senza possibilità di uscita da desiderare che quello spietato incontro non avesse mai avuto luogo.
Mentre osservava il viso contratto del suo strano avversario, notò la smorfia di profonda concentrazione che gli illuminava lo sguardo; una luce perversa e terrificante che poteva significare una sola cosa: incombente pericolo.

La minaccia era palpabile.

La ragazza iniziò a correre verso i battenti ancora socchiusi, laggiù a poche decine di metri poteva esserci la salvezza. Fuggire. Mai avrebbe pensato di poter ammettere la propria paura al punto di voltare precipitosamente le spalle al nemico, correndo disperatamente come mai aveva fatto prima.



Ma improvvisamente qualcos'altro accadde.

In seguito Zaide avrebbe faticato molto a ricordare con precisione i minuti che seguirono, rapidi e tumultuosi ma allo stesso tempo dilatati a dismisura come visti da una prospettiva deformante. Le braccia e le mani si ammantarono di uno strano formicolio che a poco a poco si espanse alla nuca, alla schiena e infine alle gambe, donandole una sensazione pungente anche se non del tutto sgradevole.
Il respiro si fece dapprima calmo e profondo, ancestrale.
L'aria non era poi così opprimente. Qualcosa le conferiva quell'assoluta sicurezza che solo un istante prima l'aveva del tutto abbandonata e l'avvolgeva di potenza e forza.
Si voltò, e il suo sguardo splendette di una luce inimmaginabile e sinistra: rivolse un sorriso molto più simile a un ghigno al suo grosso sfidante, alzando contemporaneamente i pugni davanti al viso: stringeva così tanto le dita da farsi diventare le nocche bianche. Poi il sorriso si tramutò in un ringhio, e con un urlo feroce Zaide invertì la direzione della corsa e si rivolse follemente verso l'uomo.
Verso la morte.

Non seppi mai realmente cosa mi accadde quel giorno.
I ricordi si sono accavallati e fusi in grumi di immagini che riesco a districare con grande difficoltà. Posso solo provare a descrivere le sensazioni che la mia pelle ha conservato di quei terribili istanti, anche se non sono assolutamente certa della veridicità dei miei ricordi.

Stavo fuggendo.

Ero distrutta e scoraggiata, senza più speranza né voglia di combattere ancora. Il temporale aveva ripreso fragorosamente a tempestare i muri di Saint Adrien e uscire all'aperto, sotto l'acqua battente, mi pareva una prospettiva così allettante e foriera di vita e libertà che iniziai a correre a perdifiato verso la porta.
Invece qualcosa andò storto.
Lui in qualche modo che tuttora ignoro riuscì a bloccarmi e a infondermi un malessere che mi infiammava di nuova vita e mi infervorava, sconvolgendomi la mente e il corpo in un modo mai sperimentato prima.
D'un tratto avvertii una linfa vitale estranea pervadermi come sangue cocente: energia pura e diabolica che non mi apparteneva e mi rendeva incredibilmente reattiva e forte.
Tanto forte da sentirmi quasi malata.
Come il tubercolotico che, prossimo a esalare l'ultimo respiro, riacquista improvvisa baldanza e vigore da sentirsi il padrone del mondo, prima di schiantarsi a terra senza vita.
I ricordi da quel momento in poi si fanno estremamente confusi e incoerenti; la mia mente annebbiata ha registrato solo un pensiero chiaro e ossessivo, che mi riempiva la testa e il cuore di un impulso dissennato e bestiale:

Uccidere.
Uccidere.Uccidere.
Uccidere.

Vedevo il mondo attraverso una coltre di sangue, lo stesso che mi venava gli occhi e mi soffocava il respiro, lasciandomi ansimante e desiderosa di strappare quell'odioso volto a brandelli, lacerare quell'orrendo pastrano e quel cappello troppo largo, dilaniare a morsi e unghiate la sua carne e distruggere ogni sua memoria, ogni desiderio.

Non ero più io.

Ero una belva libera e fiera, grondavo follia e puro istinto animale, in un unico, disperato e impossibile desiderio di essere ciò che non avrei mai potuto diventare.
Volontà demiurga e distruttrice.
Libera incoscienza dettata dall'istinto, necessaria e fatale.
Urlo di guerra plasmato sulla mia pelle, ruggito ferino di un animo docile.

Ma, in fin dei conti, il mio non era altro che un suicidio inconsapevolmente volontario.


image

Un moscerino contro un avvoltoio.

Un gattino contro un leone.

Davide contro Golia, con la differenza che Zaide era del tutto follemente inconsapevole dell'insania del suo gesto.

Fu un solo, brutale istante. Con grida disumane e gli occhi appannati dalla foga la ragazza si scagliò contro l'uomo, incapace di reagire a quell'istinto suicida. Con fulminea rapidità lanciò in rapida successione quattro pugnali che rotearono nell'aria con il puro intento di uccidere.
Il terreno cosparso di povere rovine parve sussultare sotto il passo rapido e ferocemente determinato della ragazza, che travolse nella sua corsa ogni ostacolo si trovasse sul suo percorso, leonessa inferocita ottenebrata dalla foga della carica.
Non si fermò a vedere se l'uomo fosse ferito, ma continuò a corrergli incontro finchè, a pochi passi da lui, estrasse la preziosa lama alata che gli avrebbe trafitto il cuore.



Echo

Rec [ 250 ] AeV [ 325 ] PeRf [ 225 ] PeRm [ 450 ] CaeM [ 225 ]


Non avendo difese contro attacchi psionici Zaide è costretta a subire in pieno gli effetti dell'attacco di Balmur. Farò del mio meglio, anche se essendo la mia pg essenzialmente un caster, per il fatto di non avere accesso a abilità e pergamene per gli ultimi due turni del combattimento, il duello sostanzialmente è per me concluso. In sintesi, corro incontro a Balmur (mi ero allontanata in un tentativo di fuga) scagliandogli contro quattro pugnali da lancio in rapida successione (due per mano), poi continuo la corsa avventandomi contro di lui con l'athame del corvo (pugnale di 20 cm circa).

Manca un post, buon divertimento!

Credits: la citazione latina in apertura è, ancora una volta, tratta dai Canti del Dolore del grande Ovidio; la musica è la Danza Infernale da L'Oiseau de Feu d Stravinskij. Mi scuso per a cattiva qualità dell'audio (da ascoltare a basso volume!!) ma è il migliore che ho trovato.

Energia:
48%

Stato fisico:
Illesa

Stato emotivo:
in berserk indotto da Balmur

Armi:
Athame del Corvo, Athame delle Anime, set di 20 pugnali



NB: per la visione ottimale di questi post consiglio di utilizzare Google Chrome (non capisco perchè, ma in Firefox - che pure uso abitualmente - cambiano formati e caratteri rendendo il post più disordinato). Mi scuso con gli interessati, quando capirò come risolvere il problema sarò felice anch'io...


 
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view post Posted on 30/1/2011, 17:32
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Un raggio di luce scende, cristallino, da uno dei buchi nel tetto. La navata centrale è come impreziosita dal suo passaggio, dal passaggio della divina volontà.
Triste e solo egli è, e si dirige verso una delle innumerevoli pozze d'acqua presenti nella cattedrale. Quasi a voler cercare una compagna, quasi a voler risplendere ancora di più.
Si, ti capisco piccolo mio. La solitudine è quanto di più brutto esista al mondo.
I granelli di polvere danzano per gli occhi dei sognatori, gli unici realmente in grado di vederli. Mi concede un ballo, signorina? Ai miei tempi gli acari erano meno sfrontati.
Non vi sono più ombre, non vi è più caos. Tutto è visibile in ogni sua goccia di essenza, di perfezione.
Le colonne, rovinate dal tempo e dalla pioggia, si stagliano nel mezzo del nulla. Uniche protettrici di quel luogo.
Il bianco che una volta era loro immagine è adesso sostituito da un pallido grigio, segno che gli anni passano per tutti. Niente è eterno.
La maggior parte delle vetrate è oramai in frantumi, ma quelle che restano sono simbolo di ricchezza e di un passato florido.
Artisti, uomini di chiesa e fedeli. Un regno basato sulle menzogne, si, ma su delle belle menzogne.
Create con cura, in modo che tutti coloro in grado di udirle potessero anche credervi.
Perchè avere fede è anche questo. Essere fiduciosi.

Le mie mani.
Mi basta guardarle per rivivere tutto ciò che ho fatto tramite esse.
Massacri, carezze e atti di carità. Torture, baci, sonate d'avorio in cupe stanze di un castello.
Ho ucciso re, devastato villaggi e amato donne.
Io.
Io non merito di stare qui.
Non sono degno di calcare lo stesso terreno che, secoli fa, fu compattato dalla fatica di abili lavoratori.
Sono un pulce, una zecca. Un parassita dell società, capace solamente ad uccidere.
Ma, padre, non era forse questo che volevi?
Un paladino, incarnazione vivente del tuo vessillo. Vuoto e vano tentativo di portarti nuovamente gloria, di illuminare la tua figura perchè risplendesse come un tempo.
No. Non è quello che voglio io. Non per me, ma nemmeno per lei.

...Sento la tua presenza.
Vuoi forse spaventarmi?

La verità è che io non ho bisogno di te, così come tu non hai bisogno di me.
Entrambi sappiamo che non tornerai mai alle glorie passate. Entrambi sappiamo che nulla potrà salvarmi dalle fiamme degli inferi.
Ma allora... Perchè continuare con questa farsa?
Non cambierebbe nulla. Lo so, come so che queste panche sono di legno. Umido figlio della terra.
Perchè, padre?

Sono qui seduto, in preghiera. Non lo faccio da molto tempo e, ad essere onesti, non so nemmeno quale si il modo più adatto.
Sono solo. Ecco svelato l'arcano: il vuoto è mio padrone. Non sò nemmeno da dove cominciare ed ho paura di errare.
Di peccare.
Ma uno sbaglio in più non cambierà le mie sorti. Non cambierà il piano, il mio piano.
Un piano che ho già scritto, tanto sono sciagurato.
Un piano di cui ho perso ogni memoria, ma che sto lentamente scoprendo. Un piano che ci porterà alla caduta.
Al declino.
Non ti imploro per amore. Me ne reputi capace? Ho smesso di amare quando è morta, non fartene cruccio.
Semplicemente spero. Spero che tu sia veramente buone quanto dici di essere. Spero che tu possa mantenere la parola data.
Spero che tu, un giorno, sia in grado di farla tornare.
In memoria del nostro patto.

Sto piangendo, padre. L'acqua è sparita, scivolata in qualche buio antro di questo luogo ove la luce non può raggiungerla.
Solo come me è quel pezzetto di paradiso che nella sua compagna ha trovato solamente il rifiuto. Il rifiuto di una donna stanca.
Non essere triste, non lasciare che l'ira ti colga. Sono cose che capitano.

image

Che cosa le ho fatto?
Nessuno dovrebbe sapere cosa provo. Nessuno dovrebbe essere a conoscenza dei miei sentimenti, delle mie emozioni.
I segreti che custodisco sono un mio fardello. Un onere che non devo condividere con nessuno.
Ho sbagliato. Ho sbagliato e me ne pento. Ma non si può tornare indietro. Non si può riscrivere il piano.
Oramai si può solamente agire di conseguenza.
Sento le sue urla. Sento la sua rabbia. Sento il mio dolore.
Si sta avvicinando. So cosa farà, perchè sono stato io ad imporglielo. So in che modo agirà, perchè io stesso compierei simili azioni.
Il lume della ragione oramai spento, la capacità di pensiero offuscata.
Follia. Niente di più, niente di meno.
Rimandiamo le preghiere ed il perdono.
Ho un compito da assolvere.

Un sottile strato di cera ora mi ricopre, protegge le mie spalle. Non morirò, non posso.
Devo attenderla.
Devo attendere il suo ritorno, la sua ascesa. La sconfitta non è conteplata.
Un colpo, un altro, altri due. Il mio guscio è spezzato, le mie difese demolite.
Non è stato abbastanza, ma non ha aggravato le mie ferite e la mia condizione.
Cosa farei, adesso?
Non è finita. No, non lo è affatto. La follia non ha un inizio e non ha una fine.
Essa vive con noi, nell'attimo di eterno presente.

Mi alzo giusto in tempo. Vedo una spada che sta per essere estratta, vedo uno sguardo carico di odio e bramoso di sangue.
Ecco cosa farei. Tenterei di sgozzarmi all'arma bianca.
Grazie a Dio quest'angelo del cielo è capace di brandire una spada tanto quanto lo è a parlare.
Rapidità. Maestria. Esperienza.
Ecco cosa distingue una spadaccino di professione da uno improvvisato.
Sentenza alla mano, nulla serve perchè io possa difendermi.
Spada, sii la mia consorte.
La sua lama rimbalza sulla mia. La mia creatura respinta dal pugno di ferro del giusto.
Come è giusto che sia.
Ma io, qui, non ho più nulla da fare.
Come è giusto che sia.
La mia spada graffia ora il terreno, abbandonata a se stessa.
Come è giusto che sia.
E io... Io sparisco.
Perchè a volte dissolversi è la soluzione migliore.
Sparire nel nulla, addentrarsi nell'oblio.

... Come è giusto che sia.



SPOILER (click to view)
image

[ReC 300][AeV 150][PeRf 175][PeRm 250][CaeM 650]



Nome Jack Balmur the Misunderstood
Razza Dannato
Classe Paladino
Energia Verde
Dominio Warrior Style
Pericolosità B
Siamo a ben 10%

Passive in uso

Trama dei Ricordi _ Il Ricordo di Stoffa non è un semplice cappello, un ornamento eccentrico per Balmur, ma qualcosa di molto più profondo. Non è composto di semplice "stoffa", bensì di una trama speciale, intessuta assieme con magia della memoria e legami col passato. Indossare questo oggetto significherà fondere il proprio cervello con questa speciale tessitura, la quale interferirà con la psiche di Balmur tempestandola di visioni riguardanti il proprio passato. Fintanto che lo spadaccino avrà indosso il Ricordo di Stoffa egli avrà, occasionalmente, visioni ed allucinazioni riguardanti il proprio passato e, nello specifico, rivedrà la donna che gli ha donato questo cappello. Balmur rischierà di venire deconcentrato quindi da odori, sapori e visioni che andranno a confondersi con gli scenari di battaglia a cui egli parteciperà.

Schermo della Trama _ La Trama dei Ricordi di cui è composto il cappello ha, tuttavia, anche una capacità di difesa indiretta, sviluppata proprio per le sue peculiarità di potersi "fondere" con la psiche di Balmur. La Trama tiene il cervello dello spadaccino costantemente impegnato con le proprie visioni, ed impedisce quindi che altre influenze passive la sovrastino. Ciò significa che finché Balmur indosserà il Ricordo di Stoffa egli non subirà nessun'altra influenza psicologica passiva proveniente da altri personaggi. Inoltre, qualore Balmur divenisse bersaglio di tecniche psichiche più potenti, esse scardineranno la Trama dei Ricordi e "libereranno" il personaggio dalle proprie visioni finché sarà sotto l'effetto di abilità superiori alle passive.

Eloquenza della Trama _ La Trama può agire anche come potente collegamento fra le menti altrui, risultando un amplificatore delle onde emesse dal cervello di Balmur. Egli potrà trasferire i propri pensieri dentro le menti altrui tramite una particolare forma di telepatia. In poche parole il Ricordo di Stoffa, quando indossato, permette a Balmur di parlare direttamente nelle menti di chiunque egli possa vedere, ma non gli consente di leggere i pensieri delle altre persone.

Amplificazione della Trama _ Se il tessuto della tuba fa affiorare i ricordi passati di Balmur, la sua speciale trama fusa con i nervi del cervello rende questo organo molto più rilassato. Lo status è necessario perché le visioni del Ricordo di Stoffa oltrepassino le barriere naturali della psiche ma, stimolando le pareti della corteccia, esse donano anche un notevole potenziamento alle facoltà di percezione dello spadaccino. In termini di gioco i ReC di Balmur riceveranno un aumento di 50 punti, mentre i suoi PeRf subiranno la leggera diminuzione di 25.

Tiratore scelto _ Calma. Concentrazione. Precisione. Ecco cosa accomuna tutti i tiratori, che usino questi fionde o cannoni. Ecco i tre basamenti dell'essere degli efficenti cecchini. Senza la calma non vi può essere concentrazione e, senza concentrazione, non vi può essere precisione. Attraverso la precisione è possibile distruggere ed eliminare qualsiasi cosa. Balmur lo sa. Balmur è chirurgico.

Erede dei tempi antichi _ Cinque secoli di storia alle spalle. Una vita che ha avuto la fortuna di poter ricominciare da zero, cancellando il suo passato quasi come se non fosse mai esistito. Si, Questo ed altro più il dio dei giusti. Questo ed altro può il Grande Oppressore. Tuttavia, con il passare del tempo, i ricordi si sono fatti sempre più forti e persistenti. Tuttavia, la mente ermetica di un folle è soggetta solamente alla volontà del suo possessore. Alla volontà del suo detentore. Con le immagini, i suoni ed i sapori si sono fatte vive anche le vecchie conoscenze e le memorie di un mondo che aveva da tempo dimenticato. Un universo che, con la forza, aveva ricacciato nell'oblio pur di non vederne un frammento nemmeno di sfuggita. Ecco cosa Il Giusto non può dominare. L'insinto animale, la brutalità e l'astuzia.

Abile Guerriero _ Beh, cosa stavo dicendo? Ah, ora ricordo. Balmur, grazie ai continui allenamenti fatti nei suoi due secoli di vita è diventato uno spadaccino provetto, migliorando la propria sicurezza e la sua velocità. Con la sicurezza ha migliorato anche il controllo delle sue capacità combattive. Infatti, fino a quando Balmur riuscirà a mantenere il sangue freddo e a non lasciarsi prendere dall'ira, il suo valore di CaeM risulterà raddoppiato. Questo non influirà nelle sue doti di tiratore ma lo renderà estremamente abile in ogni genere di schivata, affondo o anche nel disarmare il proprio avversario. Ogni suo duello è un vero spettacolo in quanto a grazia e maestria. Lui lo sa questo, e fa sfoggio delle sue abilità il più possibile.
Nella sua lunga vita Balmur ha affrontato avversari di ogni tipo, inclusi bestioni alti due metri e mezzo in grado di brandire veri e propri tronchi d'albero come fossero dei fioretti. Cercare di disarmare o di battere individui del genere è praticamente impossibile, anche per gli spadaccini più abili. Questo però non vale per coloro che sono diventati sempre più abili nel combattimento con la spada e nel riuscire a concentrarsi unicamente sul combattimento. Fino a quando Balmur non si lascerà prendere dall'ira ogni colpo portato con la sua spada conterà come una tecnica di livello basso, rendendolo quindi superiore a qualsiasi colpo portato da avversari anche enormemente più forti di lui.
Inoltre, con duecento anni di storia alle spalle il nostro uomo ne ha davvero passate di tutti i colori. Il suo modo di pensare, il suo modo di fare e il suo organismo sono stati mutati, sia dalla malattia che dal suo stile di vita. L'insieme delle due cose ha dato vita al "guerriero perfetto". Infatti, dove un normale uomo sverrebbe a causa della stanchezza, Balmur rimane in piedi, pronto a dare battaglia. Affaticato, certo, ma ancora in piedi. Questa sua.. mutazione, si mutazione, questa sua mutazione però non gli assicura una scorta illimitata di energie: tutti prima o poi le esauriscono.

ATTIVE

Cera per i morti_ Cera per i morti. Cera per i giustiziati.
Una candela si erge, solitaria, innanzi ad un mare di nulla, ad un abisso di tenebra. Immobile, rimane per affrontare il suo ddestino e per proteggere tutti coloro che negli anni hanno riposto in lei ogni cosa, dalla fiducia alla speranza. Non resisterà a lungo, non potrà durare in eterno. Le fiamme la stanno divorando e consumando così come il tempo fa con le ossa e il vento con le montagne. L o g o r a r e. Logorare le anime dei perdenti, logorare le menti dei vincitori, logorare i sogni degli indifesi. Cera per i morti. Fiumi di cera. Cera per i giustiziati. Fiumi di cera. Cera per un matto incazzato nero. Un mare di c e r a. [Basso]

Invisibilità: Il cacciatore diventa completamente invisibile. La tecnica richiede di qualche secondo di ferma concentrazione durante i quali il corpo dell'agente inizia a divenire sempre più trasparente, prima di svanire nel nulla, rendendo quindi la tecnica impossibile da utilizzare in corpo a corpo. L'invisibilità dura per due turni, a patto di non muoversi troppo bruscamente. Si potrà quindi camminare con tranquillità, ma non saltare, scattare, o simili. Alla prima ferita subita, si tornerà completamente visibili. Alla prima tecnica effettuata si tornerà completamente visibili.
Nel caso in cui si perdesse la concentrazione necessaria a mantenere attiva la tecnica, si tornerà completamente visibili.
Se non si attua nessuna delle azioni sopracitate, la tecnica dura due turni compreso quello d'attivazione, svanendo al termine del secondo turno o al desiderio del caster.
Consumo di energia: Medio


Sunto: Svarione iniziale. Mi creo uno strato di cera alle spalle poichè sento le tue urla e decido di fare prevenzione. Mi alzo. Ti vedo mentre sguaini la lama e, da regolamento, mi difendo, avendo io 650. Abbandono il braccio e la punta della lama tocca ora terra. Mi volto e mi allontano, percorrendo la navata centrale. Mano a mano divento invisibile.
L'ultimo "Come è giusto che sia" lo senti anche nella mente, in virtù del cappello.

Perdona il ritardo imperdonabile, spero di essermi ripreso in qualità.


Edited by Balmu® - 30/1/2011, 18:05
 
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view post Posted on 4/2/2011, 16:03

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Sesto Modo – Dies Irae.
Et mihi facta via est, et me capit ultima tellus:
Accedam profugae sarcina parva rati.

Anche per me la via s’apre, e mi accoglierà l’ultima terra del mondo;
salirò in silenzio, lieve peso, la nave della fuga.



Giorno d’ira, notte di morte!
Verrà, verrà il giorno temibile in cui il mondo terreno, noi miseri umani, noi polvere e sterco e cenere verremo dissolti, annientati, calpestati, divorati! La parola della Sibilla sgorgherà come l’urlo di milioni di sirene foriere di perdizione nell’aria terrea a colpire le nostre miserabili orecchie umane.
Terrore, terrore e null’altro ci pervaderà nell’istante ineluttabile del giudizio!
Non scamperai nemmeno tu, maledetto e pavido nemico, insignificante uomo che fuggi davanti alla paura, che ti pieghi nella miseria del tuo stesso assalto!


Un raggio di sole perforava la vetrata ovest della cattedrale, frangendosi in una miriade di gocce di luce cristalline e iridate; le schegge di vetro che resistevano alle intemperie da anni e anni creavano variopinti giochi d’ombre sul pavimento coperto di fango e macerie.

Ma Zaide non poteva cogliere nulla di tutto ciò.

Persa nella follia di una maledizione che l’accecava di tutto ciò che era bello e ammaliante e reale. Un insano desiderio di morte e vendetta senza motivo la invadeva come un sacro furore che niente e nessuno poteva fermare.

Sentirai il suono orribile tremare nelle tue ossa mortali, un brivido di angoscia scuoterà nel profondo le tue membra corrotte, e come un automa senza più volontà ne ratio muoverai il passo verso la distesa infernale che ti accoglierà, tribunale insindacabile di ogni misero istante della tua esistenza.
Non sarà nulla la Morte, al confronto.
Nulla la potenza della Natura.
Miliardi di anime percorreranno quelle strade, e tu sarai tra loro: inerme e dannato.


L’uomo aveva intuito l’attacco di Zaide: d’altra parte, come poteva quella fragile gazzella pensare di aggredire con la nuda forza delle sue mani un leone? La fanciulla, scarmigliata e irriconoscibile nella sua maschera di furia animale, non si perse d’animo quando vide le sue lame scivolare, inutili, sulla lucida patina impenetrabile che proteggeva lo sconosciuto. Né quando l’alato athame incontrò in uno stridio d’acciaio il piatto della spada dell’altro. Non si accorse di niente. Un povero essere irrazionalmente costretto ad agire come un dissennato fantoccio assassino.

Ogni parola pronunciata, ogni pensiero appena accennato verrà vergato a sangue nel libro che svela ogni cosa: le pagine della morte, fatali e vere, dalle quali il mondo intero verrà giudicato. E il giudice si siederà, e allora sarà la fine: perché nulla rimarrà invendicato!
E in quel momento, tu, miserabile, chi chiamerai a difenderti, quando a malapena l’uomo più giusto della Terra potrà dirsi al sicuro?


Zaide rideva di un riso orribile, sguaiato e folle. I suoi occhi erano chiazzati del rosso sangue che le infuocava il cuore, mentre nella frenesia incontrollabile dei suoi gesti afferrava per l’ennesima volta un pugnale, raccogliendolo da terra. Si graffiò nel farlo, ma nemmeno se ne accorse. I vestiti le si impigliavano nelle schegge di legno aguzzo delle panche, terra e sangue le sporcavano le mani senza che nemmeno un accenno di comprensione le balenasse in viso.
Era meno che animale, folle, folle anima perduta nelle immense spire del suo stesso abisso.

E allora chiederai, invano, quella grazia che ai deboli non fu mai concessa, e implorerai quella pietà che l’uomo ha stoltamente immaginato in un essere superiore, il suo dio invisibile che dispensa salvezza e perdizione: e chiederai, in lacrime, il perdono divino. Gemiti di uomo colpevole esaleranno dalla tua bocca, rossore di vergogna macchierà il tuo volto: ma sai che quel dio non risparmia chi lo supplica.

L’ultimo, rabbioso impeto di Zaide echeggiò nella cattedrale sotto forma di un agghiacciante urlo di belva corrotta: due saette nell’aria, i pugnali scagliati a tutta velocità contro il suo avversario, parvero attraversare il vuoto con un sibilo. Dov’era quell’uomo?

Come un pallido ricordo di se stesso, stava lentamente svanendo nel nulla.

Dunque non era reale?
Non poteva essere. Zaide gridava e correva, la schiuma alla bocca, tentando invano di toccare qualcosa, qualsiasi cosa nell’aria: dove sei, dove sei? Lo vedeva ancora, ma era trasparente e inconsistente come un sogno al mattino, quando sei ancora sicuro della sagoma sognata ma non riesci più a delinearne realmente la forma.

Svaniva, come nebbia al sole.
Come tristezza in un abbraccio.
Come un ricordo nel tempo.



Giorno d’ira, notte di morte!
Giorno di lacrime sarà quello, quando ogni peccatore risorgerà dalla cenere per essere giudicato.

Zaide cadde a terra, affranta e nauseata. La polvere le penetrava i polmoni facendola tossire, mentre la mano asciugava, tremante, le lacrime calde che scivolavano sulla guancia, sporcandola di sangue e caligine. Una stanchezza estenuante le invadeva le membra, il cuore, la mente.
Non voleva, non riusciva, non poteva pensare.
Si accovacciò in un angolo, la testa nascosta tra le ginocchia e rimase lì in attesa della pace interiore che le avrebbe calmato il furioso tremito del corpo. Sopra di lei, corrosa dal tempo e dalle intemperie, una statua tarmata e a malapena riconoscibile stendeva una mano pietosa sul suo capo, benedicente.
Zaide singhiozzava, ai piedi di una Madonna senza più dio né religione, immobile e muta fino alla fine dei tempi.

Distruggere fragili cose è facile.


Echo

Rec [ 250 ] AeV [ 325 ] PeRf [ 225 ] PeRm [ 450 ] CaeM [ 225 ]


Ed eccoci alla fine! Temo che questo post sia vagamente altisonante, ma che volete farci, il berserk mi fa questo effetto. Scherzi a parte, spero che la mia rivisitazione del Dies Irae non infastidisca nessuno: l'ho reinterpretato nell'interiorità malata di Zaide, amplificata dagli effetti della follia indotta e dalla misticità del luogo. Da un punto di vista pratico, come avevo già preannunciato, Zaide di fatto non fa nulla: scaglia due ultimi pugnali in direzione di Balmur mentre sta svanendo, senza sapere se l'abbia colpito o no.

Credits: la citazione latina in apertura è, ancora una volta, tratta dai Canti del Dolore del grande Ovidio; la musica è - OVVIAMENTE - il Dies Irae di Verdi.

Energia:
48%

Stato fisico:
Illesa

Stato emotivo:
in berserk indotto da Balmur

Armi:
Athame del Corvo, Athame delle Anime, set di 20 pugnali



NB: per la visione ottimale di questi post consiglio di utilizzare Google Chrome (non capisco perchè, ma in Firefox - che pure uso abitualmente - cambiano formati e caratteri rendendo il post più disordinato). Mi scuso con gli interessati, quando capirò come risolvere il problema sarò felice anch'io...


 
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view post Posted on 21/2/2011, 19:08
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Balmur vs Zaide



Balmur
»Scrittura: Modesta. Dopo una partenza in grande stile tutti i tuoi post scemano in una sorta di contenuta essenzialità in cui è ben difficile denotare particolari di pregio o di elevato lirismo. E’ indubbio che tu non abbia alcuna difficoltà a scrivere quanto di adatto per non rendere mai i tuoi scritti esageratamente scontati o piatti, eppure manca del tutto quella particolarità in più capace di elevare l’intero duello ad uno stadio superiore sia per gradimento che per stilismo. L’uso di una medesima colonna sonora per tutti i post è una scelta caratterizzante, senza dubbio, ma suscettibile di fraintendimenti: così come la musica, il lettore potrebbe pensare che anche le emozioni di Balmur si riducano ad un’unica, ripetitiva, melodia. Fa attenzione. Oltre a questo, non mi sento nemmeno di salvare del tutto la tua capacità di interazione con Zaide: a parte qualche breve cenno di presenza, la maggioranza dei tuoi post si mantengono ad una fredda distanza sia dal pg della tua avversaria sia dalla scena in sé: quasi assenti le descrizioni del paesaggio, quasi del tutto superflui i reali scambi di battute o di emozioni. Il lettore ha quasi la sensazione di stare leggendo delle tue lettere rivolte ad una situazione del tutto decontestualizzata piuttosto che a situazioni realmente confacenti Balmur. Davvero poco, poco convincente. L’ultimo post, il più bello a mio dire, è un emblema di questa tendenza: la prima parte è completamente al di fuori di qualsiasi registro narrativo. La seconda, egualmente, si abbarbica all’essenzialità della scena senza minimamente comunicare alcunché al lettore. Oltre a questo post in cui si può notare in ogni caso la tua ottima capacità narrativa e la confidenza che hai nei confronti della psiche di Balmur, tutto il corso del duello si mantiene sicuramente al di sotto delle tue abilità sia per quanto riguarda il registro sintattico che il vero e proprio intento stilistico. Davvero un peccato.
6.0 «

»Strategia:Vincente. Eppure carente. Per configurazione naturale delle schede, sarebbe inutile dire che il tuo pg ha "giocato in casa"per tutto il corso del duello. Sicuramente scontato ricordare come tecniche psioniche e vari berserk imparabili hanno deciso il duello non al primo post, forse, ma sicuramente dal secondo turno di combattimento in poi. Ciò che Zaide ha potuto fare non è stato altro che prendere atto della tua strategia e mantenere la scena il più a lungo possibile. Oltre a questo, anche nel caso della strategia mi è parso di vedere degli enormi sprechi come ad esempio nel primo post, del tutto abbandonato per ragioni di contesto, e nell'ultimo, lasciato correre per una sorta di bon-ton demodè. Apprezzabile nell'interpretazione, certo, ma credo che un pg non abbia proprio bisogno di farsi pregare per metterci un piccolo attacco psionico anche nel caso in cui la scena sia del tutto immobile. Ho apprezzato il fatto che per tutti i post tu ti sia difeso in qualche modo, anche se questa scelta ti è valsa infine la rimanenza del 10% delle energie, limite abbastanza stiracchiato pur essendo Balmur un umano. Terminare un duello con questa percentuale non avendo di fatto attaccato per due post su 4, tuttavia, mi sembra un esempio di cattiva gestione del "mana" disponibile. Un po' trascurata la grandissima Caem ( 650- 325 ) che di fatto non si esibisce in prodezze particolari.
6.0 «

»Sportività:Cangiante. Leggendo questo duello, mi sono ritrovata spesso ad aggrottare le sopracciglia sulle scelte da te condotte nei confronti della tua avversaria: dapprima la decisione di non attaccare benché ti fosse ben possibile farlo. Poi la steccata Critica sui denti, imparabile, poi il berserk, sempre imparabile ed infine, l'abbandono. In sostanza: due post senza attacchi, due con attacchi imparabili. Ora la domanda è: come definire questo comportamento? Un avversario che, o non attacca, o spara delle offensive imparabili? E' vero che in un post tu indichi: non attacco fisicamente perché sarebbe antisportivo. Giusto. Ma allora perché il fisico non l'hai utilizzato nell'ultimo post per "finire" la tua avversaria? Andarsene nell'ombra è molto ad effetto, ma sicuramente non è accettabile se si tratta del secondo "leave" del duello. A mio dire, uno scontro completamente articolato in funzione non di una vera e propria correttezza sportiva, ma più in una galanteria formale, fatta della totale mancanza di attacchi intermedi, di scambi e opposizioni ma solo di offensive devastanti e astensioni ricche di pathos.
5.0 «

MEdia: 5.6
A questo risultato sono da sottrarsi le penalità dovute ai ritardi accumulati: 1.75

Voto totale: 4.0




Zaide
»Scrittura: Illuminante. Dopo una partenza forse poco convincente, palesemente dominata dall’incertezza su come reagire alla passività dell’avversario, posso certamente dire che tutto il duello segue una parabola in salita, sempre più incisiva e sempre più marcata. Davvero un ottimo esempio di “ progressione emozionale” o per meglio dire “ feedback”. Il tuo stile si aggira su due fronti completamente contrapposti: l’essenzialità del layout contrapposta alla dirompente ecletticità stilistica, capace al contempo di comunicare la furia più cieca e la depressione più nera. In tutta sincerità non posso dirmi né ostile né conquistata dall’aspetto prettamente estetico dei tuo post: la fisionomia dei testi risulta quanto basta composta e calibrata da risultare, ad ogni caso, vincente nella sua forma pur mancando, forse, di quel pizzico di malizia in più da renderlo, oltre che elegante, anche “incuriosente”. Già delle vere e proprie perle sono state le parole in rilievo poste quasi sempre a metà post e, inutile negarlo, le colonne sonore. Sono sicura che più avanti la tua dimestichezza con il forum ti consentirà di arricchire ulteriormente le tue già indubbie abilità. Come da te indicato, ho provato anche a leggere gli scritti con google Chrome e si, il risultato era ancora più gradevole. Oltre a questo, mi sento davvero di complimentarmi con te per la ricchezza e raffinatezza lessicale. Pur mantenendosi su un livello alto per tutto il duello, vi sono dei veri e propri momenti ( o frasi ) in cui davvero le parole assumono un che di affascinante e suggestivo agli occhi del lettore: dei veri e propri esempi di lirismo capaci realmente di colpire. Particolare che mi sento particolarmente di indicare: non mi era mai capitato di rimanere incantata dall’utilizzo della pergamena “moltiplicazione”, eppure nel tuo duello questa tecnica ha assunto un che di straordinariamente magico e ammaliante. I miei più vivi complimenti.
7.7 «

»Strategia:Compromessa. Dopo un inizio sicuramente degno di pregio e incisività, sicuramente abile a mettere in difficoltà l'avversario, lo scontro volge inevitabilmente alla sua conclusione dopo solo il secondo post attivo. Davvero un peccato. In ogni caso, per quel che riguarda il valutabile, posso certo dire che Zaide si è comportata nel migliore dei modi, utilizzando efficacemente le proprie risorse e le potenzialità della propria scheda. Balmur è costretto ad utilizzare una difesa assoluta e a prendersi degli attacchi che per "numero" non avrebbe potuto-voluto parare senza risultare antisportivo. La pecca del range psionico però spicca nettamente per tutto il duello. Attenzione: una scheda un po' più sensibile all'eventualità di un avversario del genere avrebbe potuto salvarti da questo genere di situazioni di " incapacità totale".
6.5 «

»Sportività:Encomiabile. Per quanto riguarda il tuo duello, posso certo dire che si tratta di una chiara dimostrazione di "sportività oltre ogni aspettativa" o, per meglio dire " Sportività estrema". In sostanza, tu hai accettato senza battere ciglio che il tuo duello terminasse più o meno a metà della sua autentica fine. Hai subito senza fiatare offensive imparabili e le successive ripercussioni subite dal tuo pg. Il tutto con una classe che mi ha davvero sbalordito. Altri si sarebbero lasciati tentare da giochetti di sorta, tentando in qualche modo di aggirare il divieto, in fondo, di utilizzare del tutto la propria scheda. Davvero lodevole. Non volendo dilungarmi oltre, per questo duello posso solo dirti che, pur non brillando in ogni sua parte, sicuramente le tue abilità come giocatrice, la tua correttezza e "maturità", ti hanno valso un plauso particolare.
9.0 «

Media: 7.7


Vince Zaide

 
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13 replies since 7/12/2010, 18:39   591 views
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