Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Zephyr Luxen van Rubren Vs. Kreisler Valrafkan, Panoplia d'Ossidiana Vs. Von fremden Ländern und Menschen

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view post Posted on 16/2/2011, 23:39
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Panoplia d'Ossidiana Vs. Von fremden Ländern und Menschen
Zephyr Luxen VanRubren Vs. Kreisler Valrafkan

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Rossa Vs. Verde
A Vs. C
Primo post: Bastard de la Nuit
Durata: Un solo post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: A cinque giorni dalla risposta dell'avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del ritardatario per ogni giorno d'attesa.
Arena: i fiumi traversi - un tempo, attraverso il borgo passava un lungo fiume intorno al quale erano costruiti dispendiosi canali e solidi ponti di pietra; una vista degna delle città più lussuose, e le più rinomate per la loro esoticità. Tali fiumi e tali canali sono stati sconvolti - come tutto il resto - dall'improvvisa e incontrollata esplosione di potere magico proveniente dal maniero e dal sovrano più in genere. Ora, essi risalgono verticalmente le mura del maniero; contro ogni legge fisica, si arrampicano lungo il palazzo creando correnti ascendenti e riposandosi in piccoli laghi ogni volta che ve n'è la possibilità, richiamati dalla presenza del Re che non perde mai. Vi sono molti crocevia chiamati fiumi traversi dove le acque si incontrano e dove vi è abbastanza spazio per riposarsi lungo le rive di ampi laghi, profondi solo poche dita, che procedono verso l'alto, come in piccole arene incoronate da cascate ascendenti. Una delle poche viste magnifiche causate dai propositi del sovrano.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale. Il potere di Ray inibisce tutti i poteri degli eventuali artefatti posseduti da Zephyr Luxen VanRubren.

 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 17/2/2011, 21:04




Egli ode belve fremere lontano,
egli ode forze incognite, incessanti,
passargli a fronte nell'immenso piano,

come trotto di mandre d'elefanti.




Primo giorno di viaggio: era sicuro di stare percorrendo a ritroso la stessa strada fatta allontanandosi dal Clan. Eppure non un elemento del paesaggio era rimasto lo stesso. Le stesse zolle riarse su cui posava il piede non erano familiari. L'orizzonte sfregiava il cielo livido con un nuovo taglio irregolare, intervallato a tratti solo da carcasse di alberi colpevoli unicamente di non essere riusciti a scappare. In fondo a quella desolazione, turrito e disperatamente solitario, il Maniero si stagliava contro il cielo, simbolo della sfida che Ray lanciava agli stessi dei.
Non vi era silenzio in quell'innaturale desolazione: l'aria fremeva della voce dell'Abietto, o lo spirito. Kreisler, Esule ritornato, non sapeva dire se la voce che lo accompagnava nel suo viaggio fosse suono o pensiero.

« Osservate la mia opera; di come il mio potere abbia sconvolto questa terra. »


E quella voce ne riecheggiava migliaia, note e ignote. Niente più che un coro disordinato all'orecchio distratto, ma ebbe modo di porvi attenzione lungo il suo cammino, e quando lo faceva gli pareva di riascoltare la voce roca di Shakan, la voce infantile di Noki, la voce glaciale di Alexandra, altre intonazioni che era sicuro di conoscere ma non ricordava. Poi riprendeva a scrutare la sua mèta, quel Maniero che pareva sgretolarsi sotto i suoi occhi, e le voci familiari naufragavano nuovamente nel mùrmure di follia che lo chiamava alle armi.

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Secondo giorno di viaggio: ecco quelle stesse mura dove aveva salutato Shakan forse per l'ultima volta, o quel che ne restava. Dietro di esse, le rovine di ciò che un tempo era chiamato Borgo.

« di come il mondo sia cambiato, solamente perché io ho voluto così »


Percorse strade che non riconosceva e che forse prima percorreva ogni giorno. Echi di silenzi interrotti i suoi unici compagni, e l'onnipresente richiamo che vi si insinuava ogni istante. Altrove, lungo ciò che non vi era più, percepiva passi di chi come lui aveva risposto alla chiamata del Sovrano. Continuava a dirigersi verso la fonte di quel potere conscio di essere un elemento singolo di una gigantesca convergenza d'anime e di intenti, e allo stesso tempo di essere solo. Quanti di quei guerrieri eseguivano ciecamente gli ordini del loro Re senza altro scopo che la remissiva obbedienza? Quanti erano spinti dall'invidia, dalla semplice possibilità di usurpare quel trono di morte? Quanti, infine, credevano sinceramente nella bandiera con l'effigie del Leviatano e combattevano in nome degli ideali totalizzanti di dominio da essa sottesi? No, non poteva dire che gli appartenesse alcuno di questi sentimenti. Passò davanti al nudo tronco di un tiglio e non si accorse che in quello stesso punto aveva combattuto e vinto Lux, negromante del Toryu, per cercare inutilmente di ottenere i favori del Re.

__ ___ ____ _____ ____ ___ __


Terzo giorno di viaggio: capì di essere arrivato quando il richiamo nella sua testa tacque per la prima volta da che si era levato.
Si trovava al centro di un ampio pendio che conduceva a un pinnacolo di roccia: quel Maniero che della vecchia residenza di Ray conservava solo il nome. Percepiva distintamente l'immane forza di quello sbilenco simulacro di potere, tanto dirupato quanto da lontano gli era sembrato sontuoso. Sentì improvvisamente un senso di umido ai piedi, guardò in basso e si avvide che l'intero selciato era coperto da un sottile strato d'acqua. Alzò uno stivale, contemplando una nube opaca di polvere fiorire in trasparenza sotto la superficie, e la seguì scorrere trascinata da una lenta corrente. Verso l'alto.

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Solo allora tese l'orecchio ed ascoltò: la voce che lo chiamava era stata tanto forte che al confronto il rombo tutt'intorno a lui gli era parso silenzio. Si riscosse dai suoi pensieri e cercò di cogliere una visione d'insieme del tutto. Solo allora s'accorse che l'intera massa liquida sotto di lui fluiva lenta risalendo la roccia, poi sempre più veloce, i flutti che si annodavano sugli altri flutti e formavano veri e propri torrenti trascinati contro la gravità dal richiamo irresistibile dell'Abietto. Arcobaleni li coronavano, inneggiando al sole ridente alto nel mattino. E dai fiumi decine di fiotti candidi sprizzavano verso l'alto a comporre paradossali cascate inverse che raggiungevano enormi zolle di roccia sospese a mezz'aria decine di metri sopra di lui.

Sorpreso di tanta magnificenza, l'Esule si fermò a contemplarla, seguendo con gli occhi le corrispondenze tra le isole nel cielo e le ombre ciclopiche che proiettavano al suolo, in contrasto con la luce soffusa.
Le mutevoli colonne cristalline che parevano sorreggere volte di basalto e granito in un tempio naturale dell'innaturalità.
L'accelerare delle correnti su per le balze rocciose, i liquidi riflessi di muschio scivoloso su di esse.

« Studiatelo. Ritrovatevi. Scontratevi. »

Parole inaspettate nella sua mente. La stessa voce - le stesse voci - che l'avevano tormentato per giorni tornarono con un impeto che sovrastò il fragore delle cascate.
E Kreisler capì che era giunto fin lì per combattere.
Le mani corsero all'elsa delle spade, gli occhi a qualsiasi indizio di segni di vita nel paesaggio, la mente cominciò febbrilmente a formulare ipotesi e piani.
Il suo avversario sarebbe giunto da un momento all'altro, e non l'avrebbe colto impreparato.

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Eccomi, Leviatano. Vengo a te come tuo pari per dividere con te l'oggetto della conquista.



CITAZIONE
Ciao! Non ti tedierò con lo specchietto riassuntivo per ora, faccio solo una piccola sintesi delle passive in uso:

-Assenza di rumori o odori, segni di passaggio e immunità ad auspex passivi (Passive di dominio più sblocco del terzo livello)
-Immunità alle influenze psioniche passive (Passiva razziale)
-Capacità di ragionamento estrema in tempi rapidissimi (Replica della passiva di primo livello di Mente Lucida)
-Coscienza di illusioni o ammaliamenti agenti su di sé o sul campo (Passiva personale)
-Tendenziale anonimato di tutta la persona (Passiva dell'artefatto "Io sono nessuno").

Spero che la mia interpretazione dell'arena sia di gradimento tuo e di tutti quelli che vorranno leggere. Ti auguro buon divertimento e "diamo il via alle danze!" (cit.) :)

EDIT: Oltre ad aggiungere dei divisori nel layout ho pensato di fare una piccola precisazione. La soundtrack (Rachmaninov, Vocalise per violoncello e orchestra) può essere percepita da molti come poco adatta al contesto, ma l'ho scelta perché secondo me esprime al meglio l'atteggiamento un po' malinconico e pensieroso con cui Kreisler vede e sente il viaggio, il rapporto con Ray, il panorama.

RI-EDIT: Approfitto della possibilità di editare il post fino al post dell'avversario per aggiungere un chiarimento che in effetti è doveroso. Questo mio post si ricollega direttamente a questa scena, forse darle un'occhiata aiuterebbe la comprensione.



Edited by Bastard de la Nuit - 20/2/2011, 01:21
 
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Zephyr Luxen VanRubren
view post Posted on 21/2/2011, 23:38




« Io mi impossesserò dell'Asgradel. »
Non gli importava. No davvero.
Ovunque il Re fosse, qualsiasi mira Egli avesse
la sua Giustizia l'avrebbe seguito
« osservate la mia opera; di come il mio potere abbia sconvolto questa terra »
Non trovò nessun termine più azzeccato di "sconvolto".
Il riflettersi dell'aggettivo su di lui, l'angelo che dopo aver trovato la pace tra le spire del leviatanico Borgo, si era trovato circondato da macerie.
L'infrangersi di un sogno che pareva essere durato non più un battito di ciglia,
capriccioso sbadiglio di un fato lui avverso.

« di come il mondo sia cambiato, solamente perché io ho voluto così »
E nella realizzazione che il sogno era stato infranto nientemeno per un vezzo, il suddito non poté far altro che chinare idealmente il capo innanzi alla Volontà dell'essere -Divinità, ormai- che aveva deciso di seguire sempre e comunque.
Il flettersi delle ginocchia in una deferente sottomissione, i palmi che alzano la spada scarlatta al cielo per rinnovare quella promessa già proferita tempo addietro.
La ripete perchè per un istante la sua certezza era vacillata, come un soffuso mantra, le labbra atone ne mimano le parole pur senza lasciare che alcun suono trapeli oltre esse; come a non voler disturbare le orecchie di un Sovrano troppo impegnato per ascoltare i vaneggiamenti di un suddito debole e stupido.

Since that day,
I do not know if the world in front of me is real or not.
The flowers, the snow; the sunset.
Everything has turned dull and sad.
All that I see now are...

When the colours fade to apathy

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S H A D E S of G R A Y


Lo sciamare dei mortali per le vie affollate riempiva la cittadina con l'incessante e ritmico picchiettare dei passi sul pietroso selciato. Voci indistinte si mescevano l'un l'altra accavallandosi in un echeggiante brusio che risuonava per l'intera cittadina. Un mercante urlava a una bancarella, una madre sorrideva alla bambina che teneva amorevolmente per mano, ragazzini giocavano spensierati al lato della strada principale.
Una città piena di vita, rigogliosa e florida, prospera e piena di ricchezze.
Le sue Mura, poi, Bianche come l'alabastro e indistruttibili quasi fossero di puro adamantio, svettavano in cielo intimorendo qualsiasi nemico osasse avvicinarglisi, instillando un doveroso timore reverenziale verso i pochi stolti che avevano l'ardire di muovere guerra a una simile fortificazione. Bagnata dalla luce del crepuscolo, la cinta muraria della fortezza inondava con tonalità ambrata il borgo sotto di loro, donandogli l'esatta parvenza che quelle costruzioni meritavano:
facendola sembrare una città interamente d'oro zecchino.
Alcuni l'avevano chiamata utopia, additandola come rappresentazione dell'arroganza degli uomini nel volere eguagliare il paradiso nell'alto dei cieli, la supponenza di un Re che si era prefissato -indirettamente, forse- di voler creare la più imponente e maestosa metropoli che l'uomo potesse anche solo sognare. Ma, probabilmente, gli uomini che avrebbero insultato un simile agglomerato di potere, unico vero fulcro del Mondo Umano, non avevano mai vissuto in quella città.
Ma, come nelle leggende che vengono tramandate di padre in figlio, i peccati che gli uomini compiono nei confronti degli Dei sono destinati a venire puniti. E' altresì vero che, per quanto belli, anche i sogni sono destinati a finire al primo baluginare del giorno, dove il risveglio conduce a una realtà molto più triste di quanto si possa ricordare.
E così anche il Leviatano aveva trovato la sua fine; la sua distruzione.
Venne spazzato via in un istante, sacrificando le vite della sua popolazione, vanificando in un batter di ciglia le imprese compiute da coloro che si impegnavano a tenere saldo il potere del Maniero, difendendo con la vita il candore di quelle Mura indistruttibili.
Ma non erano stati gli Dei gelosi a sgretolare il pallido marmo.
Non erano stati gli Dei invidiosi a uccidere gli abitanti del Leviatano.
Era stato il Re Invincibile a distruggere il sogno che lui stesso aveva creato per i suoi sudditi.
Raggiunto e superato il paradiso aveva puntato il dito contro gli Dei per sfotterli ghignando, impegnandosi a distruggere la sua opera per impedire che fossero Loro a farlo.
Subdolo anche nel prenderli per il culo.


Memorie di un passato riarso che mai più sarebbe tornato.
Svanito, scomparso per sempre tra le sabbie di un tempo impietoso.



E poi, lo stolido ritorno alla triste realtà.
Le labbra inaspritesi parvero quasi voler asserire improperi a quel paesaggio sconcertante che ancora non era in grado di assimilare appieno, troppo riluttante alla perdita delle proprie speranze per accettare la nuova conformazione del Clan.
Per quanto le parole di Tommaso avessero scosso il suo spirito ridotto all'inerzia totale, per quanto la tiepida Rosa fosse stata capace di destarlo dal larvale torpore nel quale era sprofondato dopo il d i s a s t r o, i suoi occhi ancora non erano capaci di indugiare sul panorama circostante senza che speroni di ghiaccio gli ghermissero il cuore e una corona di spine gli affliggesse il capo. Troppo era il dolore, troppo era il rimpianto innanzi all'apocalisse che aveva devastato il vecchio Leviatano per dare vita alla grottesca e illogica disposizione assunta dal territorio grazie alla mera volontà del Monarca Invincibile.
Discostato quindi lo scarlatto delle iridi dalle rovine dell'altissimo Maniero che pareva voler squarciare il cielo per far cadere gli Dei che in esso abitavano, Cenere represse con affaticata solerzia i propri dubbi nell'antro più buio della sua ragione, spingendoli in un baratro dove non avrebbero più potuto disturbarlo e far vacillare una fedeltà che nonostante tutto, sentiva ancora propria.
Perchèluieralagiustiziadelreetuttoilrestononavevaimportanza.
Imago ultima di quanto la sudditanza potesse eludere le emozioni, il dolore partorito da una rabbia che, latente, non sarebbe mai stata sfogata contro il Regale responsabile di quell'agonizzante sofferenza, prese a inanellare un passo dopo l'altro, lasciando che il proprio sguardo cadesse al suolo, le percezioni distanti mille miglia da un luogo che non sentiva suo non ancora.
Concentrato su se stesso in un'egoistica opera di strenuo autoconvincimento che l'avrebbe condotto -ne era sicuro, sicurissimo- a credere che la scelta del Re fosse buona e giusta, l'angelo nemmeno si avvedette di aver abbandonato il grigio deserto di polvere che spazzava le rovine del Borgo per immergere di qualche dita i propri stivali in uno dei tanti rigagnoli che una volta solcavano quieti e limpidi le vie rigogliose del Maniero. E che ora risalivano l'aere, sostenuti unicamente dal gargantuesco potere del Re.
I piccoli flutti d'acqua s'innalzavano al cielo nella perfetta replica del moto ascensionale compiuto dal Monarca per ergersi ben al di sopra dei mortali e degli stessi Dei. E come a voler segnare le tappe di quel cammino che solo Lui era stato capace di compiere, piccole pozze cristalline intervallavano di quando in quando la risalita dei piccoli rigagnoli, formando specchi d'acqua di modeste dimensioni, congiungendosi in piccoli laghi volanti che puntellavano il cielo del Toryu. E, a loro volta -come se non fosse abbastanza assurdo- dagli specchi d'acqua si dipartivano delle cascate che, invertito il loro naturale scorrere, esplodevano verso la volta celeste.
Fu proprio in uno di questi luoghi al limite della realtà che Zephyr giunse al termine del suo errare senza meta.
Se ne accorse quasi per caso, sentendo l'umidità lambirgli le punte metalliche degli stivali, e avvedutosene alzò subito una mano verso la fronte per riparare lo sguardo dal sole mattutino che si stava alzando sopra l'arena, con le ombre proiettate dalle arche che inframmezzavano di quando in quando il risplendere dell'acqua limpida. Soppesò quel luogo con uno sguardo di blanda curiosità e una smorfia indifferente e, incurante, ormai privato anche della forza di stupirsi, incedette di altri passi
fino a che non si accorse di una seconda presenza in quel piccolo angolo di scrosciante tranquillità.
E subito l'Ufficiale soppiantò il pietoso ragazzino depresso.
Nell'intuire come il momento cruciale fosse giunto, drizzò istintivamente la schiena, la mano destra che celere volò all'elsa di Kaitse per poggiarvisi sopra. Gli occhi dapprima vacui volsero a una vaga imitazione d'alterigia, le calzature che schioppettavano celeri e cadenzate nell'acqua bassa. E per l'ennesima volta si nascose da se stesso e dal mondo dietro la maschera di sufficienza che il suo Re gli aveva donato.
Ma per quanto si facesse forte dell'apparenza, per quanto deciso a compiere il proprio dovere, Cenere non potè che inclinare leggermente il capo di lato, nel discernere come quell'essere, stranamente, pareva non emanare alcunchè. La sua percezione extrasensoriale non gli rivelava nessuna esistenza nei paraggi, come se l'uomo che si era trovato davanti non fosse nient altro che un'intangibile sbavatura della realtà, aleggiante ed etereo nulla in un piano fisico quale Asgradel era.
...come un fantasma.

« Chi sei? »


Esordì infastidito, allungando il mento verso lo straniero come a indicarlo.
Poi l'inasprirsi degli occhi, uno schiocco di labbra volto a insultare l'uomo e l'inutilità dell'auspex.
Rimase quindi in attesa della risposta del proprio avversario, sfilando lentamente la spada dal fodero così che la brillantezza del rubino brandito riflettesse la luce del sole e inondasse con barbagli purpurei il morbido laghetto che presto sarebbe stato vessato con l'irreprensibile offensiva dell'angelo del Re.
E quando la lama cadde inerte verso il terreno, la punta della spada immersa per qualche pollice nell'acqua bassa, Cenere fu davvero pronto a combattere.
E a sfogare la propria rabbia, a riacquistare la propria sicurezza per colorare quel mondo che ai suoi occhi era terribilmente grigio.

La spada avrebbe sgretolato l'apatia
che avviluppava il suo corpo come una spessa cappa di cristallo.
Il sangue, poi, l'avrebbe infine lavata via
facendola scivolare sopra un macabro ghigno portatore di morte
Volgendo il mondo dall'uggioso grigio
al rosso sangue.





SPOILER (click to view)
Energia Rossa
Energia 100%
Consumi:

Equipaggiamento
- Pantgruel (daga)
- Kaitse (spada a due lame)[x]
- The Long Walk (stivali)
- Occhio della Lince e del gatto [+50 PeRm e ReC]
- Impacco Naturale (cura un totale di danni pari a Medio e ridona il 10% di mana)

Status Fisico: //
Status Psicologico: vagamenet disturbato dai recenti eventi
Forma: Umana


[ReC 375] [AeV 150] [PeRf 100] [PeRm 400] [CaeM 175]

Abilità:



CITAZIONE

la R e s i s t e n z a dell'Oracolo
Ereditato il proprio potere dal grande Keros VanRubren, la casata di Kreuvall si tramanda il potere di Thespia sin dalla notte dei tempi, quando la storia dell'uomo poteva essere scritta su un libro di poche pagine, quando ancora l'universo era troppo giovane per conoscere il significato di bene e male. Alla sopravvenuta dipartita del grande Keros VanRubren, il testimone è passato quindi al figlio Zephyr che si è trovato quindi a dover rispettare i doveri imposti a uno dei Dodici Oracoli maggiori, discendenti diretti dei Primi Prescelti, posti su un piano di netta superiorità rispetto a coloro che hanno imparato a manipolare i poteri del Chaos dopo un allenamento spirituale. Potente e implacabile, essere un Campione delle Forze e avere il divino incarico di portare l'Equilibrio dove altrimenti regnerebbe il caos ha, da un punto di vista prettamente strategico -che poco ha a che fare con la sacra missione- indiscussi vantaggi rispetto al popolo mortale che Zephyr si trova a dover combattere anche in qualità di Duca del Toryu. Non c'è infatti pietà per chi si oppone all'Ordine.
Fondendosi con l'animo di Zephyr e con la propria energia magica, questo connubio di luce e cenere rende il ragazzo capace di superare i comuni limiti imposti agli esseri di consistenza fisica, riuscendo a sfruttare l'etereo con indicibile maestria e rapidità, dandogli al contempo un risparmio in termine di mana su ogni consumo da lui utilizzato e divenendo al contempo capace di lanciare qualsiasi tecnica in qualsiasi situazione o stato mentale, anche gravato da pressioni esterne. All'istante, al solo dipanarsi della sua volontà gli incanti fluiranno da lui celeri a vessare l'avversario di turno; evitando quindi di perdere inutile tempo anche con incanti che normalmente richiederebbero doverosi istanti di concentrazione -vista la loro complessità. [Pergamena Risparmio Energetico + Passiva di Azzeramento Tempi di Concentrazione]Incredibilmente attento, stoicamente pronto a far fronte a qualsiasi evenienza, il corpo dell'Oracolo è presto divenuto instancabile per via della missione che persegue senza riposo, senza sosta alcuna. Tenace non smetterà di combattere nemmeno quando le sue energie scenderanno sotto il limite consentito del buon senso, in grado di avanzare verso l'obiettivo anche quando gli altri periranno sotto i colpi della fatica. Raggiunto questo limite, Zephyr seguiterà nell'ergersi contro il nemico, seppur incapace di castare tecniche attive. [Pergamena Aura di Energia; +50 ReC, -25 PeRf]
Anche quando si ritroverà a fronteggiare nemici potenti, lui sarà in grado di affrontarli. Anche quando si troverà innanzi a una moltitudine di nemici lui sarà in grado di abbatterli uno dopo l'altro, colpo dopo colpo, incanto dopo incanto. Al mero prezzo dell'immobilità nel proprio turno di gioco, Zephyr, fermo nella sua immota posizione, sarà capace di utilizzare ben tre slot a turno, divenendo -a tutti gli effetti- un'inarrestabile e pericolosa macchina lancia magie.
[Passiva del Terzo Livello Metamagia]


CITAZIONE

T e r r i f i c a è l'anima dell'angelo di cenere
I capelli tinti di un grigio argenteo, gli occhi scarlatti come brillanti rubini, l'animo pregno di luce cinerea. Sintomi della natura trascendente dell'angelo di cenere, ovviamente, ma prima che questi si mostri, prima che decida di palesarsi innanzi ai comuni mortali che calcano impuniti le terre del continente, la presenza di Zephyr si fa sentire su di loro con freddi e raggelanti brividi, solcando e trafiggendo le loro deboli spine dorsali per ravvisarli della presenza di un essere superiore nei loro paraggi, per consigliargli di moderare i toni e chinare il capo innanzi al passaggio dell'angelo, di colui che li ha degnati della sua presenza. Terrifico sentore scaturito tanto da una manifesta superiorità quanto dall'umano e limitato raziocinio che "spaventa" gli ignoranti mortali, l'anima di Cenere si fa strada in loro, disperdendosi al suo passaggio per sconquassare gli spiriti più deboli facendo pressione su di essi. Proprio come uno stuolo invisibile, l'aura di Zephyr avvolgerà l'aria circostante, rendendo noto a tutti il suo arrivo imminente, distinguendolo dai comuni mortali persino nelle piazze più affollate. Perchè lui è l'angelo. E gli altri devono avere paura di lui. La cenere delle Forza ha altresì amplificato anche questa particolare caratteristica tipica degli avatar, corrompendo quando essa diviene più forte e prominente. Una volta mostrato il suo vero aspetto, infatti, l'ambiente circostante l'avatar perderà di colore, offuscandosi lievemente come se qualcuno stesse rubando la brillantezza dei colori attorno a lui. Come se una grigia coperta di cenere si premurasse di affievolire la vita che lo circonda, le tinte cromatiche si faranno più opache, sbiaditi dall'essenza che tutto consuma e nulla lascia dietro di sè. [Passiva Razziale Avatar + Effetto scenico in Forma Angelica]
E' quindi chiaro che chiunque si trovi nei pressi dell'Oracolo debba prestare molta attenzioni, muovendosi con cautela e rispetto; perchè l'angelo non teme rivali, e non sopporta presenza che lo irritino accanto a sè. Nemmeno gli esseri invisibili o quelli nascosti potranno ritenersi davvero al sicuro. Il dipanarsi dell'aura rende infatti l'avatar capace di determinare con limpida chiarezza la posizione di qualsiasi anima si trovi nelle sue immediati vicinanze, fornendogli una mappatura pressochè perfetta del numero di persone che lo circondano. Chiunque entri nel suo raggio d'azione, quindi, è avvertito: non solo sarà spaventato, ma sarà anche sotto tiro.
[Bracciale dell'Auspex]


Azioni: //

Note: Ok, allora: la prima parte del narrato è riferita alle varie parole che il Re fa pervenire ai suoi sudditi, mentre sotto l'immagine e la canzone si trovano i ricordi -che non rappresentano esattamente ciò che era il Maniero, vorrei fosse chiaro- che Zeph aveva(o crede di avere) riguardo al Borgo e al Maniero in sè.
In pratica ho scritto almeno tre scene riguardo il preludio al Valzer e non me la sentivo di ripetere tutto in questo post, comunque c'è solo da sapere che Zeph è distrutto dalla perdita del Maniero -la cosa più simile a una casa che abbia mai avuto- ed è riuscito a riprendersi dallo choc, seppur solamente in parte, grazie a Tommaso e Dalys.
Per ulteriori chiarimenti chiedete pure ^^




Edited by Zephyr Luxen VanRubren - 22/2/2011, 18:48
 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 24/2/2011, 15:33





Chi sei?
Già... chi sei, Kreisler?
La domanda rimbalza tra le pareti della mente cercando una risposta.
E all'improvviso i fiotti candidi s'innalzano al cielo più lentamente dei pensieri che mi assalgono.
Cosa sono diventato da quando il Nulla mi ha scelto come veicolo della mia forma terrena?



Aveva sentito il suo avversario arrivare prima di vederlo. Uno sciabordìo ritmico di passi, pulsazione incoerente nella sinfonia acquatica che lo circondava. Passi, e tintinnìo metallico sulle rocce, e un brivido leggero sulla pelle che nei cuori dei pavidi si sarebbe potuto trasformare perfino in paura.
La prima cosa che aveva notato nella figura che gli era venuta incontro era la luce scarlatta custodita tra le ciglia, in cui si riflettevano i raggi del sole. Occhi rossi, eppure glaciali nella loro espressione altezzosa.
In essi riconobbe lo sguardo cremisi che i criminali del Mondo Umano tanto temevano, di cui i sudditi retti tanto avevano ammirazione.
Non l'aveva mai visto di persona, ma presentì che fosse lui. Una lama di rubino fu snudata, e Kreisler ne ebbe la certezza.
Colui che gli si parava innanzi era niente di meno che la Giustizia del Re.
Zephyr, Duca di Toryu.


Chi sei?
Quale domanda è più crudele di questa?
Perché prima di capire chi sono devo sempre convincermi che
io sono.
Parte della mia umanità è stata strappata via contro il mio volere.
Mi aggrappo a ciò che resta di me per rivendicare al mondo che esisto ancora.
Ogni mio respiro è un urlo di ribellione contro il Nulla che aspetta solo che io abbassi la guardia per divorarmi.
Ogni istante è per me una guerra.
Ma resisto.
Dunque sì, forse posso ancora dire che
io sono.


Rimase qualche istante a sostenere quello sguardo cremisi mentre il suono della domanda dell'Oracolo si perdeva nell'eterno fluire delle correnti e l'eco del quesito s'intervallava al calcolo di ogni infinitesima variabile di un piano d'attacco. L'Esule mosse qualche passo in direzione di Zephyr, portandosi una mano al petto.
Chi sono io?
Sorrise ironico.
La domanda più pressante, ora, scandì stendendo lentamente il braccio verso il suo interlocutore, è chi sei tu, Duca.


Chi sei?
Forse sono un disertore per te,
che hai seguito il Re e i suoi discorsi ingannevoli fino a questo punto.
Fino all'Apocalisse.
Ma quanto si può essere riconoscenti a un Regno che ha solo preso
senza dare nulla in cambio?
Potrò essere anche un fedifrago, ma ogni mia azione
è stata motivata dal mio amore per Lithien dove ho visto la luce.
Sono dunque un patriota?


E già la luce del mattino si stemperava in una penombra innaturale.
L'obbedienza cieca al Re aveva portato tanti dei suoi sudditi a vedersi strappate via tutte le ragioni per cui vivere. Eppure c'era chi, come il Gerarca, era abbastanza cieco da continuare a servirlo.
Ebbene se il suo avversario voleva perseverare nella sua cecità egli l'avrebbe accontentato.
Risucchiato nell'anima dello Straniero, ogni raggio di sole moriva, e la penombra s'incupiva fino al nero più uniforme e disperato.
Chi sei tu, ora che per un capriccio del Sovrano tutto ciò che conoscevi e forse amavi è stato spazzato via?


image
Chi sei?
Forse sono un semplice codardo.
Uno che non è stato capace di sostenere il peso di una fedeltà ormai giurata.
Forse, no, sicuramente ho sbagliato. Il peso della colpa mi perseguita.
Ma almeno non ho dovuto vedere la mia vita ridotta in polvere, di nuovo.
La mia scelta è stata quella di continuare a vivere, ne sono sempre più sicuro.
Ho scelto la forza di ribellarmi e di proseguire la mia storia.
Sono dunque uno stolto sovversivo?


Nel buio il mondo cambiava profilo sotto i suoi occhi. Ogni oggetto acquisiva nuove tonalità nella sua mente, pur nell'unicità della tenebra ormai dominante.

« Studiatelo. Ritrovatevi. Scontratevi. »

Il turbinìo caotico di pensieri e calcoli lasciava posto a un flusso coerente di idee man mano che il suo piano prendeva forma.
Per l'Esule non vi era frenesia nella battaglia, né brivido d'adrenalina. Solo un'impersonale sequenza di azioni eseguite più o meno bene nel sussurrare eterno delle sue cogitazioni. Cercò di cogliere l'espressione negli occhi dell'Oracolo mentre le spade scivolavano fuori dalla guaina senza rumore e si incastravano nella loro forma completa.
Poi scattò, la mano destra che mulinava la spada nel buio, la sinistra protesa in avanti a raccogliere l'energia magica.
Coprì in pochi istanti la distanza tra sé e Zephyr, fece per afferrargli la spalla per inoculargli il veleno del Nulla e allo stesso tempo usarla come punto d'appoggio per una capriola aerea con cui si sarebbe portato alle sue spalle. Non un'increspatura avrebbe turbato l'acqua dove avrebbe posato i piedi.
Una volta alle sue spalle, avrebbe finalmente abbattuto Hamlet sul braccio destro dell'angelo per inibirne i movimenti, forte dell'effetto venefico della sua tecnica che sperava l'avesse colpito.
Quanto a me, il mio nome è Kreisler, se ti preme saperlo...
Così avrebbe infine risposto alla domanda che gli era stata posta all'inizio, allontanandosi di qualche passo e camminando lentamente intorno all'Oracolo per disorientarlo.


Stavolta non avrai la mia fedeltà per il tuo Regno.
Stavolta non avrai la mia anima per la tua Abiezione.
Non avrai altro che la mia spada per il mio Asgradel, Leviatano.


...e sono un uomo l i b e r o.




SPOILER (click to view)
[ReC: 250] [AeV: 550] [PeRF: 150] [PeRM: 150] [CAeM: 200]

Stato Fisico:
Illeso.

Stato Psichico:
Determinato.

Energia:
100-10=90%

Abilità passive in uso:

[...] Ove non vi è Traccia [...]

L'appartenenza al mondo tangibile si esplica spesso non con esiti plateali o vistosi. Quando ci si crede soli basta il rumore di un passo per smentire le apparenze. Così per il profumo di una pelle, l'umore che la vita stessa stimola a produrre. Ecco, ciò che per prima cosa il Nulla ha tolto a Kreisler sono state queste prove, forse marginali ma inequivocabili, della sua esistenza.
Ora l'Esule non è più caratterizzato da alcuna reazione chimica della sua pelle, da alcun odore distintivo. Nemmeno il più flebile rumore potrà segnalarne la presenza, poco importerà se proveniente dal suo stesso corpo o da ciò che porta indosso, a cui il potere si trasmetterà per contatto.
[Abilità Passiva di dominio lvl. I]

Maggiore è stato il tempo che l'Esule ha trascorso con il Nulla nel cuore, minori sono le tracce del suo passaggio nel mondo: ormai nemmeno più il suolo ha memoria del suo passo, nemmeno l'erba si spezza sotto il suo stivale, nessuna vibrazione sarà propagata dal suo scorrere silenzioso in un mondo che non gli appartiene più pienamente.
[Abilità Passiva di dominio lvl. II]

Ormai la presenza di Kreisler non può essere indovinata nemmeno dalle menti più illuminate, quelle che posseggono il raro dono di una percezione oltre il limite dei cinque sensi: vana sarà la mera concentrazione per individuare l'orma del suo spirito nel mondo, che i profani chiamano volgarmente "aura". Sarà dunque impossibile anche per chi fosse capace di abilità di Auspex passivo individuare lo Straniero.
[Abilità personale Passiva: sblocco del terzo livello del dominio (1/5).]
[Abilità Passiva di dominio lvl. III]


[...] Ove non vi è Emozione [...]

Nulla nel cuore. I sentimenti hanno conservato una loro vividezza, ma quanto spesso appaiono spenti, come soggetti di un vecchio ritratto sbiadito nel susseguirsi degli anni! Kreisler è ancora capace di adirarsi, di provare paura o di amare intensamente. Eppure questi sono doni che il suo cuore riserva a pochissime occasioni; per il resto appare sempre neutro, come se le vicende del mondo non lo tangessero, anche se in fondo vorrebbe tanto tornare a provare le emozioni di un tempo. Tuttavia questo porta con sé anche il grande vantaggio di ricevere l'immunità da stimoli emozionali indotti, come le aure di timore degli Avatar o in generale le abilità passive di compulsione psionica.
[Abilità Passiva razziale]


[...] Ove non vi è Menzogna [...]

Quando nell'animo si ha l'essenza stessa della non esistenza si ha una visione diversa del mondo. Diventa chiaro ciò che esiste, ciò che è concreto, e lo si riesce a distinguere facilmente dai vuoti sembianti privi di sostanza, o dai flussi di energia psichica che inquieti vagano nello spazio in cerca di una mente in cui risiedere e scatenare i loro perversi meccanismi. Quando hai il Nulla dentro lo riconosci anche fuori. Per questo Kreisler ha la facoltà di distinguere qualsiasi effetto illusorio o psionico agente su di lui o sul campo circostante, in maniera tale da sapere esattamente quando e come erigere al meglio le difese della sua mente.
[Abilità personale Passiva (3/5).]

Questa facoltà è stata ulteriormente acuita dal contatto con la mente perversa di Ray, il Re Leviatano. I suoi pensieri contorti hanno reagito con il Nulla e l'hanno portato a stimolare l'attività neurale dello Straniero, consentendole di elaborare le informazioni sempre al suo massimo potenziale anche in situazioni di forte stress. Da quel momento non vi è più stato enigma che Kreisler non abbia saluto risolvere, o problema al quale non abbia saputo trovare soluzione razionale in tempi praticamente prossimi allo zero.
[Abilità personale Passiva (4/5).]


[...] Ove non vi è Luce [...]

Assenza. Il concetto stesso di Nulla si basa su un'estremizzazione dell'assenza. La Luce, simbolo della creazione e dell'afflato divino, quando viene negata genera Ombra, e proprio l'Ombra è stata scelta dal Nulla come suo vessillo simbolico. La semplice volontà di Kreisler permette all'Ombra di prendere la forma che più gli aggrada, e il corpo stesso dell'Esule può diventare parte delle ombre che lo circondano. L'Ombra sfuggevole si fa beffe dei vani tentativi dei mortali di afferrarla, eppure trova nelle realtà soprannaturali come essa il proprio punto debole: qualsiasi tecnica fisica scagliata contro di esse sarà considerata di un livello inferiore, mentre qualsiasi tecnica di natura magica sarà da considerarsi di un livello superiore.
Fin quando infatti sarà completamente coperto da una qualsiasi ombra, egli sparirà alla vista di tutti, entrando in simbiosi con il simbolo di sé stesso e in tale stato rimanendo finché un raggio di luce non sfiori la sua figura a rivelarne la presenza.
[Pergamena 'Favore delle Tenebre'.]

Anche la vista dello Straniero è stata resa più fine, tanto da poter scrutare in qualsiasi ombra o tenebra non generata da illusioni come se vi fosse la luce del giorno. Dunque egli sarà completamente a suo agio nel suo elemento per fare uso tramite esso delle sue arti più subdole.
[Pergamena 'Occhio Notturno'.]
[Abilità passive dei livelli I, II e III del dominio Void Runner.]
[Abilità personale 1/5 [sblocco del terzo livello del dominio Passiva]


[...] Il mio nome è Nessuno [...] (Artefatto)

-Maschera invisibile e intangibile, se non per chi la indossa.
-Sua unica e inimitabile virtù è quella di rendere il portatore "uno come un altro". Chiunque lo vedesse tenderà a non prestargli attenzione, anzi, ad evitare il contatto con lui e a dimenticare di averlo veduto. Solo cercandolo volutamente sarà possibile riconoscerlo e trovarlo.
Questo artefatto non modifica in alcun modo i tratti del volto, il suono della voce, o alcunché d'altro del portatore.[/size]

Abilità/Pergamene usate:
La presenza del Nulla nello Straniero è ben radicata, consolidata dalla minuziosa chirurgia alchemica di cui il padre era diventato sommo esperto. Ma qualora il germe del Non Essere dovesse essere inoculato in terzi, esso agirebbe come potente veleno, portando i loro organi interni alla consunzione senza che questi possano reagire in alcun modo.
Conscio di questo, Kreisler ha sviluppato la capacità di permettere per un istante all'Abisso di manifestarsi nel suo palmo sotto forma di un vago alone scuro in cambio di un tributo Medio delle proprie energie: in ogni essere vivente sfiorato da esso attecchirà per un istante il germe del Nulla e divorerà i tessuti interni causandogli un fortissimo senso di nausea e confusione. Tuttavia qualsiasi potere che possa fronteggiare gli effetti dannosi di un veleno può debellare questa tecnica.
[Pergamena 'Tocco della Vipera'.]

Vi è poi il controllo supremo del Nulla in quanto tenebra, che non comporta alcun consumo di energie da parte di Kreisler ma può essere usato fino a tre volte in maniera ravvicinata. Potere arcano, che basa la sua essenza nella risonanza tra l'Ombra intrinseca del suo latore umano e quella cosmica come luogo dove non arriva la luce degli astri. All'Esule basterà levare una mano per assorbire in sé qualsiasi forma di luce sia presente a rischiarare la zona circostante. E la luce non fu più. Notte, profonda e senza stelle, graverà per due turni. E ciò non sarà mai privo di conseguenze: è di notte che prendono forma le aberrazioni conosciute come Demoni che prendono forza dalle dimensioni infere, dunque nelle tenebre suscitate da Kreisler essi potranno rivelare la loro vera forma in qualsiasi momento. Al contrario, tutti coloro che derivano le proprie energie dalle dimensioni empiree e dalla luce che vi alberga, i cosiddetti Paladini, vedranno annullarsi gli effetti di tutte le loro abilità passive.
[Pergamena 'Notte' incastonata nel corpo. Utilizzi disponibili: 2/3.]

Armi:
Ham&Let (Unite) - Impugnate nella mano destra.
Corazza - Indossata.
Il mio nome è Nessuno - Indossato.


Note:
1) Per riassumere:
-Quell'unica domandina fattagli da Zephyr ha dato l'avvio a una meditazione su chi in effetti egli sia, che si risolve nella determinazione di essere un uomo libero e deciso a vincere per l'Asgradel.
-Dopo aver risposto, Kreisler utilizza la Notte del negromante incastonata nel corpo.
-Poi parte all'attacco: frontalmente cerca di toccare Zeph col tocco della vipera, usando lo stesso contatto come perno per un movimento aereo che lo posti alle sue spalle e gli faccia dirigere un fendente semplice contro il braccio destro.
-Indietreggia e si sposta parlando in maniera da confondere Zeph sulla sua posizione.

2)Nella notte dovrebbe essere attivo anche il favore delle tenebre, credo.

3)Il fatto che Kreisler conosca di fama Zephyr e lo riconosca dagli occih e dalla spada è stato concordato privatamente con Gemini. Pur essendo un Sorya, Kreisler è a conti fatti un fuggiasco del Toryu, quindi ha ancora una conoscenza sommaria della gerarchia.
 
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Zephyr Luxen VanRubren
view post Posted on 28/2/2011, 19:03




Una piuma che aleggia sopra un arido deserto
errando sospinta da un vento impetuoso
aspettando di posarsi sopra di esso per poi farsi sommergere,

sopraffatta, vinta
da secchi granelli di polvere, prosciugata delle proprie speranze.



Forse era questa la risposta.
O forse no.
Lasciò che la domanda scivolasse su di lui come fosse acqua, restio a rispondere a un quesito tanto futile quanto sconveniente. E nel suo non dare adito alle parole dello straniero, ancora una volta si accorse ancora di come la sua presenza nel mondo terreno fosse stentata, appena percettibile a qualunque dei suoi sensi che non fosse la vista -decisamente inaffidabile, in certi frangenti. Riflettersi sbiadito di un essere sulla trama reale, represse lo stupore di una tale abilità dietro una smorfia sdegnata, i r r i t a t a dal fatto di non avere sufficienti contromisure per porre rimedio a quella mancanza. Questo mentre le orecchie venivano vessate dalla ronzante loquela del nemico. Mentre il mondo volgeva al nero, mutando drasticamente per l'ennesima volta per liberare un fenomeno al quale lui -se ne accorse- non poteva abituarsi.
E gli parve che non facesse in tempo ad assimilare uno stravolgimento della realtà che subito questa, ridendogli in faccia, cambiasse nuovamente volto al solo scopo di destabilizzarlo.
I suoi denti digrignarono, i pugni ancora stretti mentre le tenebre avvolgevano il suo corpo, avviluppandosi su di lui, risalendo le sue bianche vesti per offuscarle. La vista che, ultimo baluardo, si sgranò, ormai spenta innanzi alla notte calata all'improvviso; lasciandolo solo con se stesso, e il nulla attorno.

Danzando sull'orlo del baratro mentre la vampa arroventa l'orizzonte
e lo spegnersi di un'era prelude all'alba di una nuova.
Ancora più splendente, l'età dell'Oro del Re Invincibile.
Ma prima del nuovo giorno, prima che l'astro brilli sul nuovo mondo che il Monarca ha creato,
disegnato di proprio pugno per il suo popolo, simulacro di una forza inarrestabile,
un sipario di tenebra cala sulla scena..
E venne la notte.
Ancora


Atterrito, si guardò attorno mentre tutto scemava alla tenebra, la luce inghiottita dal corpo del nemico al risuonare di ogni sillaba che gli usciva dalla gola arrogante. Gli occhi saettarono da una parte all'altra nel tentativo di scorgere un qualche luogo, una zona, anche un infinitesimale punto dove la luce aveva continuato a risplendere; ma presto s'accorse che non era più mattina in nessun luogo, che l'uomo aveva fatto scomparire il sole stesso pur di insultarlo. Le iridi scarlatte si aggiravano spiazzate, seguendo l'istinto che gli suggeriva che presto sarebbe stato attaccato.
...poi, i secondi divennero eternità; elastico dilatarsi di istanti concitati.
Sentì delle dita afferrarlo poco sopra il braccio, apponendovi una leggera pressione. Come a volerlo sfruttare come un perno sul quale fare affidamento, come se la Giustizia del Re non fosse nient'altro che un punto d'appoggio. Rapido, si girò di scatto per tentare, almeno avvedersi dell'offensiva nemica. Non aveva visto niente, non aveva sentito niente. Il suo avversario si era mimetizzato nell'ombra, senza fare alcun rumore, senza smuovere nemmeno una goccia d'acqua con la corsa usata per raggiungerlo. E mentre sentiva la testa girargli e la nausea coglierlo impreparato, compì una rivoluzione sulla sinistra , instabile sulle proprie gambe tremanti, il corpo che rischiava di non sostenere più il suo peso e cadere all'indietro in preda alla forza centrifuga da lui stesso creata. Mulinò la lama in senso antiorario senza nessuna coscienza di ciò che avrebbe colpito, senza sapere, effettivamente, se avrebbe colpito qualcosa.
(poi il distacco, la perdita di contatto.)
Il cozzare del rubino con il metallo, un clangore a riempire il tetro silenzio e la soverchiante forza di un avversario che annichilì la difesa opposta da Kaitse, spingendola verso il basso, strappandogliela dalle mani per lasciare che la spada divorasse la sua spalla, dilaniando i tessuti che si sfilacciarono sotto il suo amaro bacio di morte. Scavando nella pelle, insinuandosi tra i muscoli per aprire una faglia di carne e sangue che, inesorabilmente, lo costrinse a urlare a squarciagola.

Un sasso che, stanco, sprofonda in un abisso di pece.
E in quella tetra fanghiglia, pesante e afflitto dal buio circostante,
non riesce a riemergere dal d e n s o liquido che lo affoga.
E annaspa boccheggiando nella propria solitudine,
interiore desolazione

E cadde, inesorabilmente.
Rovinato al suolo sotto la veemenza dell'attacco, quasi non si accorse di ciò che gli accadde.
Il vorticante susseguirsi della nausea e della difesa stentata gli apparvero offuscati, e mentre il pensiero si impegnava a capire cosa fosse successo, polpastrelli che strisciavano sul vetro appannato per scorgere la realtà oltre di esso, il corpo veniva scosso da sussulti tremanti, a metà tra la rabbia e il dolore.
Si era ritrovato in ginocchio, sostenuto da braccia tese e tremanti che gli avevano impedito di affondare completamente nel piccolo specchio d'acqua. Boccheggiava vistosamente, senza fiato mentre a stento evitava di infrangere il silenzio con grida agonizzanti, una ragnatela di crepe a spezzare un corpo che mai aveva pensato essere così debole e fragile. Quasi fosse un sacco di carne mortale.



« Basta così »
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« Non » esitò, interrotto dal bruciare della ferita sul braccio
« Non mi interessa chi sei. »

Si rivolse tanto a se stesso quanto al proprio avversario, con voce decisa e dolorante.
Nel diniego dell'assurda possibilità di lasciare illeso il traditore, Cenere scosse la testa, un sussulto della chioma argentea, sospinto incazzato dal sangue che sentiva scorrergli lungo il braccio per fluire fino al polso e poi disperdersi nelle acque tinte di un nero indistinto.
Cenere pensò fosse un bene che Kreisler avesse oscurato l'arena.
Perchè così non avrebbe visto l'acqua cristallina tingersi del suo stesso cremisi.
Lenta, una mano destra andò a tentoni nell'acqua, per riappropriandosi della spada che gli apparteneva di diritto. E stringendola nuovamente tra le dita si sentì pronto a rialzarsi, tirare su il proprio corpo così da frantumare quel dannato bastardo che non aveva la minima idea di cosa un Duca fosse capace.
Era già di per sè terribile levare la propria mano contro la Giustizia del Re.
Figurarsi, poi, l'adoperarsi in un simile atto con la coscienza di chi si stava attaccando.

Le ginocchia parvero cigolare sotto il peso del corpo, ma drizzate le gambe l'angelo trovò la forza di stare in piedi nonostante la testa che ancora girava. Gli stivali strisciarono leggermente nell'acqua, divaricandosi il tanto bastante a dargli una stabilità precaria.

« Potrai anche essere un uomo libero, Kreisler. »

Lo apostrofò con fiele mentre il suo braccio sinistro si librò nell'ombra a tracciare un circolo argentato, lo carne sopra la spalla a singultare in fitte brucianti, sbuffi a denti stretti che a malapena ne soffocavano la sofferenza.
Come a ringraziarlo per avergli tolto dalle palle l'essenza luminosa che da sempre lo accompagnava, Cenere volle però fargli un favore: impedirgli di toccare di nuovo il corpo di un Duca per evitare che la condanna si aggravasse ulteriormente. Aveva così alzato la sua barriera in pochi attimi mentre con le orecchie tese cercava di determinarne la posizione, fin'ora solo presunta grazie alla voce del mortale.
Forte di una convinzione ostentata che gli fece credere di poter osare tanto.

« Ma quello che è davvero importante è che... »

il braccio mancino caduto lungo il fianco dopo l'indicibile fatica compiuto per liberare l'invisibile protezione si protese di un poco in avanti, direzionandosi verso dove aveva intuito trovarsi il nemico.
Calde linee tracciavano nell'ombra una lenta discesa, solcando prima l'avambraccio per poi terminare oltre i polpastrelli, e infine cadere nell'acqua. E a ogni goccia di sangue che perdeva, Cenere giurava a se stesso che Kreisler avrebbe subito lo stesso fato.
Tese le dita di scatto.
E un lampo argenteo saettò a trafiggere la notte impenetrabile, squarciandola come una cicatrice dalle tinte eburnee. Una bordata magica larga un metro e mezzo, sufficiente a sgretolare la roccia si era involata verso il nemico o almeno dove avrebbe dovuto essere.
Lo snudarsi di un ghigno nell'ombra,
un lampo a illuminare per un momento un sorriso malevolo.

« presto sarai anche un uomo morto. »





SPOILER (click to view)
Energia Rossa
Energia 79%
Consumi:

Medio (6%) + Alto (15%)

Equipaggiamento
- Pantgruel (daga)
- Kaitse (spada a due lame)[x]
- The Long Walk (stivali)
- Occhio della Lince e del gatto [+50 PeRm e ReC]
- Impacco Naturale (cura un totale di danni pari a Medio e ridona il 10% di mana)

Status Fisico: danno Medio da avvelenamento, e Medio/Alto da taglio alla spalla
Status Psicologico: arrabbiato, deciso a a sconfiggere il nemico.
Forma: Umana


[ReC 375] [AeV 150] [PeRf 100] [PeRm 400] [CaeM 175]

Abilità:


la R e s i s t e n z a dell'Oracolo
Già citata. [Pergamena Risparmio Energetico + Passiva di Azzeramento Tempi di Concentrazione][Pergamena Aura di Energia; +50 ReC, -25 PeRf][Passiva del Terzo Livello Metamagia]


T e r r i f i c a è l'anima dell'angelo di cenere
Già citata. [Passiva Razziale Avatar + Effetto scenico in Forma Angelica][Bracciale dell'Auspex]



CITAZIONE

D e n i g r a il tocco dell'uomo.
[...]Con una spesa Media di energia, quindi, Cenere ha imparato ad allontanare da sè, le lorde spoglie dei nemici che gli si parano innanzi, colpendoli con un'onda d'urto di livello Medio che farà altrettanti danni da impatto una volta che colpirà il bersaglio. [Pergamene Spinta + Spinta Violenta] Con il medesimo consumo Medio, a Cenere basterà allungare un dito verso il terreno, muovendolo intorno a sè per tracciare una circonferenza dal tratto grigio che, dopo averlo circondato, erigerà un'invisibile barriera invalicabile per qualsiasi essere vivente. I nemici vi si schianteranno contro incapaci di avvicinarsi al Duca che loro si oppone, e anche nel malaugurato caso in cui siano capaci di varcarla con cariche di potenza Media o superiore, al termine della stessa verranno scaraventati nella polvere, oltre il tracciato magico. La tecnica perdura per due turni di gioco e necessità dell'immobilità dell'obiettivo per rimanere attiva.[Pergamena Cerchio della Paura]



Cineraceus Limbus Splendet
Dalla polvere sono nati, e polvere ritorneranno.
Il ciclo infinito dell'esistenza, un cerchio che continua a essere ripercorso infinite volte dalla stessa anima. Così è sempre stato e così sempre sarà.
Il totale e completo dominio della Cenere, non è quindi solo il dono di una divinità fatto in tempi antichi alla famiglia VanRubren, essa è anche la raffigurazione dell'anima di Zephyr, comprendendo in pieno il dovere che come Oracolo egli è tenuto a compiere. Non si tratta di una benedizione, né di un anatema, questo potere è ciò che Luxen è, e che sarà, la raffigurazione più limpida e chiara della luce che porta al suo interno.
Una luce torbida e sporcata dagli umani, ma che rimane pur sempre luce. Luce argentea, in fiocchi quasi intangibili, pregni di un potere magico che non è nato nel continente di Asgradel, e nemmeno a Kreuvall.
Nello specifico, l'angelo è in grado di manipolare alla perfezione la cenere, facendola fluire al di fuori del proprio corpo o, in casi eccezionali, di generarla a non più di mezzo metro da lui.
Argentei e brillanti, questi lievi fiocchi obbediranno alla volontà del caster che potrà manipolarli come meglio crede, raggiungendo così gli obiettivi che egli stesso si è prefissato. Potrà infatti agire sia in attacco che in difesa, sia coprendo l'intera area intorno all'angelo, sia sotto forma di raggi o scudi. Non vi sono limitazioni alle forme o alle dimensioni che potrà raggiungere. La tecnica ha consumo Variabile.
Data la provenienza divina di un simile potere, e la combinazione con un'anima angelica come quella di Zephyr, la cenere avrà un effetto più dannoso per i persecutori delle arti oscure o sui demoni, mentre sugli angeli e i paladini avrà effetti più blandi.[Dominio Variabile Personale della Cenere][Usata a consumo Alto]


Azioni: Avvertendo il tocco della mano di Kreisler, Zeph intuisce di essere stato usato come punto di appoggio e gira su stesso accorgendosi di essere stato avvelenato. E mentre l'avversario gli va dietro per colpirlo, nel girarsi -verso sinistra- muove la spada che tiene con la destra in una traiettoria antioraria, così da impattare la lama che gli calla sulla spalla. Nonostante questo, subisce il colpo quasi in pieno. Vuoi per la velocità di Kreisler, per il veleno e per la differenza di PeRf la difesa di Zeph non è sufficiente, e la spada gli cade di mano mentre la spalla viene ferita con un taglio che ho stimato Medio/Alto. Dopo essere caduto si rialza e usa Cerchio della Paura per proteggersi da eventuali attacchi, poi si rifa -vagamente- alla posizione indicataglia dalla voce del nemico per lanciargli un raggio magico largo un metro e mezzo (giusto perchè così crede di avere più possibilità di colpirti).

Note:- Innanzitutto, il centrato corsivo si rifa alla risposta di Kreisler al mio quesito: "chi sei tu, Duca".
- Poi, Zeph è perfettamente in grado di dissolvere la notte, ma nell'avvertire come essa l'abbia privato della presenza dell'angelo, ha deciso di non farlo; giusto per prendersi qualche minuto di pausa dalla presenza che alberga dentro di lui (perchè, no: non sono in ottimi rapporti quei due). Ho infatti sempre pensato che nella personalità di ognuno dei due vi fosse sempre un'influenza dell'altro -in rapporti 80%-20%, o 70%-30% a seconda delle situazioni-, e quindi una volta che la parte umana riesce finalmente a liberarsi totalmente dell'impiccio causato da quella angelica, vuole godersi il più possibile questa sua "pausa". E questo spiega in parte il linguaggio a tratti un pò volgare del narrato -e dico in parte perchè Kreisler l'ha fatto incazzare abbastanza :v:.
- Rialzandomi, ovviamente, mi giro verso Kreisler, e allo stesso modo il braccio si direzione dove Zeph intuisce essere il suo avversario, avendo sentito la sua voce "spostarsi mentre gli diceva le ultime frasi del post precedente.
- Ho considerato di essere circondato da un'oscurità quasi completa, in quanto essendo in un'arena a cielo aperto -una specie di lago- con il calare della notte ci sarebbero davvero pochi spunti per vedere un avversario che si mimetizza nell'ombra xD
- Mi rendo conto che il post è abbastanza lungo, ma a causa di tutto ciò che succede (dall'oscuramento agli attacchi subiti etc...) non sono riuscito a stringarlo più di tanto.
- In ultimo, vorrei precisare di essere di classe "mago" e quindi mi tengo strette le mie passive -inutili, tra l'altro xD.

EDIT: corretto lievemente il Lay-out, nessuno stravolgimento di sorta xD



Edited by Zephyr Luxen VanRubren - 1/3/2011, 19:13
 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 3/3/2011, 01:26




Noi non siamo qui perché siamo liberi.
Siamo qui perché non siamo liberi.
Di sottrarsi a questo dato di fatto non c'è ragione.
Nel negarlo non c'è scopo.
Perché sappiamo entrambi che
senza scopo noi non esisteremmo.
È lo scopo ad averci creati.
È lo scopo che ci connette.
Lo scopo che ci motiva.
Che ci guida.
Che ci spinge.

L'acciaio che cozzava contro una lama. L'acciaio che fendeva la carne. L'acciaio che guidava il suo braccio col suo peso e ne era guidato, prolungamento naturale di una creatura progettata per l'uccisione e la vendetta.
Corpose, dense sensazioni tattili e uditive. Anche se i suoi occhi non fossero stati capaci di penetrare le tenebre calate sul pendio, sarebbero bastate da sole a fargli capire che era riuscito nel suo intento di ferire il Duca.
Lo stesso Duca avvezzo a guardare gli inferiori dall'alto in basso, e che ora riceveva una lezione di umiltà cadendo sulle sue ginocchia. Arabescava la corrente leggera di sbuffi liquidi di sangue nero nel nero, che incorniciavano la sua figura genuflessa come in una cornice caleidoscopica. Il fragore di cascate lontane riecheggiava le parole dolenti dell'Oracolo. Scena forse per molti toccante, che tuttavia nell'Esule non suscitava la minima emozione.

Continuava a girargli attorno lo Straniero, come falco in ampi cerchi aerei sulla preda. Lo vide rialzarsi su piedi malfermi, cercare a tentoni la spada. Si sorprese di sé stesso quando si accorse che la risposta sprezzante del gerarca non riusciva a farlo adirare.

Non t'importa chi io sia, ora?
Non t'importa più di chi ti sta di fronte?
A nessuno è mai davvero importato di me
da quando il mio Essere è stato mutilato.
A nessuno eccetto che a quelli come me.
Una Strega defunta, eppure tenuta in vita dal maleficio e dalla volontà.
Un Fantasma vittima di colpe di un passato di cui aspetta la redenzione.
Forse a nessun altro.
Credi di ferirmi quando dici che non t'importa di me?
Non sei il primo, stolto Duca, non sarai l'ultimo.
Guardami, piuttosto, e soffri: perché io ti capisco.
A te non importa dell'identità degli altri... perché hai perso la tua.

E tuttavia non infierì su di lui, non approfittò della situazione: da combattente leale qual era volle rispettare gli sforzi dell'avversario. Forse fu questo a costargli l'errore.

Aveva creduto che il movimento circolare compiuto col braccio insanguinato di Zephyr servisse solo a controllare che l'arto avesse mantenuto la funzionalità. Si rese conto troppo tardi che un pentacolo di energia color della cenere si stava espandendo rapidamente in trasparenza sotto l'acqua rigata di sangue.
E dunque ecco che il mago raccoglieva la spada e indirizzava nuove parole di scherno alla volta dell'Esule, stavolta protetto da un incanto che altro non poteva essere se non un sigillo d'interdizione.
Era chiaro: non voleva che il suo orgoglio ferito fosse ulteriormente calpestato, non voleva che uno sconosciuto rinnegato del suo Clan che non esisteva più calpestasse il suo ideale pur polverizzato dall'ambizione dello stesso Ray.

Cosa fai, soldatino del Re?
Erigi pareti con la tua magia?
Ti mancano così tanto le mura del Maniero
entro cui t'illudevi di avere tutto?
Cerchi ancora il rifugio di un focolare
dietro le pressioni dell'ignoto?
A quanto pare hai bisogno d'imparare
a vivere senza ripararti dietro uno schermo.

E Kreisler continuava ad aggirarvisi intorno, pericolosamente vicino a quella circonferenza intrisa di potere magico, ma restio ad attraversarla per non incorrere nel potere ignoto dell'Angelo.
Ascoltò le nuove ingiurie che gli furono rivolte, represse un sorriso. Uomo morto? Ora, quella era una considerazione buffa, pensò divertito mentre seguiva con la mente il braccio ancora sano di Zephyr levarsi verso il punto dove per l'ultima volta aveva parlato. Uomo morto? Come se non fosse bastato sentirsi morire ancora e ancora nel ricordarsi del passato e di ogni vita che non era riuscito a salvare!
Seguì pigramente con lo sguardo il potere magico raccogliersi nel palmo teso e deflagrare in un flusso di luce senza colore. Credette di esserne abbastanza lontano, ma d'un tratto comprese che il suo avversario stava cercando di investire un'area più ampia possibile.
In altri termini, se non si fosse tolto da lì sarebbe crepato.
Pensava queste parole, e si sentiva più leggero, come se perfino la gravità si fosse dimenticata della sua presenza al mondo.
Pensava queste parole, e già il corpo reagiva scattando di lato e rotolando per terra per un paio di metri, salvato dai riflessi allenati di ex soldato.
Pensava queste parole, e si ritrovava supino per terra a fissare quelle strane isole galleggianti in cielo, dimentiche di tutto se non del potere del Re. Libere dal giogo del peso, eppure schiave della forza sovvertitrice dell'ordine naturale che aveva scatenato l'Apocalisse. La loro ombra cominciava a profilarsi meglio nel grigiore della prima luce che perforava la sua notte. E all'improvviso la mossa successiva gli fu chiara.
Se credi che la morte sia tra le mie paure...
Si rialzò e raccolse la spada, rabbrividendo delle stille gelide del mattino impigliate tra le mani e i capelli.
...sei in errore, Duca.

Tese il braccio in alto, verso la lontananza struggente di quelle isole felici o disperate, e ne invocò l'ombra per quel poco che ancora restava della notte, mentre si spostava esattamente sotto una di esse per esserne coperto ancora dall'ombra una volta che le tenebre fossero dissolte del tutto.
Pregò il Nulla delle ombre e del suo cuore di plasmarsi a sua immagine esattamente davanti al nemico, di assumere la sua stessa espressione di sfida, quasi di disappunto e rimprovero davanti all'avversario.
Pregò di creare una trappola che traesse in inganno colui che in vesti bianche combatteva come le bestie in gabbia, perché aveva perso lo Scopo.
Quello Scopo che sotto la volta costellata di cadavei di Santa Madre Nuova aveva appreso essere ciò che doveva farlo sentire vivo e in credito verso il mondo.
E mi offende che tu pensi di potermi tenere lontano con tecniche simili. Proprio non sai fare di meglio?
Così avrebbe sillabato l'illusione con lo stesso accento aspro del suo creatore, allargando le braccia come a chiedere di essere attaccata.
Forse c'è di peggio che essere morti. Non è così, Giustizia senza più senso?
Un ghigno a fior di labbra sarebbe bastato ad accompagnare quelle parole. Se era lo scherno tutto ciò che l'Oracolo sapeva opporre, con lo scherno lo Straniero gli avrebbe risposto. E se la risposta fosse stata violenta, lo scherno sarebbe diventato doppio: perché la menzogna sarebbe venuta meno, e dietro di essa il Nulla abrebbe divelto la realtà.
E forse Zephyr avrebbe capito che doveva solo rassegnarsi umilmente alla sua condizione.



È lo scopo che stabilisce.
Lo scopo che ci vincola.
Noi siamo qui per colpa sua, signor Anderson.
Siamo qui per togliere a lei
quello che lei ha cercato di togliere a noi:
lo s c o p o.



SPOILER (click to view)
[ReC: 250] [AeV: 550] [PeRF: 150] [PeRM: 150] [CAeM: 200]

Stato Fisico:
Illeso.

Stato Psichico:
Convinto che Zephyr debba imparare un po' di umiltà (:v:).

Energia:
90-20-10=60%

Abilità passive in uso:

[...] Ove non vi è Traccia [...]

[Abilità Passiva di dominio lvl. I]
[Abilità personale Passiva: sblocco del terzo livello del dominio (1/5).]
[Abilità Passiva di dominio lvl. III]

[...] Ove non vi è Emozione [...]

[Abilità Passiva razziale dei Mezzodemoni]

[...] Ove non vi è Menzogna [...]

[Abilità personale Passiva: coscienza di illusioni o ammaliamenti agenti su di sé o sul campo di battaglia (3/5).]
[Abilità personale Passiva: replica degli effetti della passiva del I livello del dominio Mente Lucida (4/5).]

[...] Ove non vi è Luce [...]

[Pergamena 'Favore delle Tenebre'.]
[Pergamena 'Occhio Notturno'.]
[Abilità passive dei livelli I, II e III del dominio Void Runner.]

[...] Il mio nome è Nessuno [...] (Artefatto)

-Maschera invisibile e intangibile, se non per chi la indossa.
-Sua unica e inimitabile virtù è quella di rendere il portatore "uno come un altro". Chiunque lo vedesse tenderà a non prestargli attenzione, anzi, ad evitare il contatto con lui e a dimenticare di averlo veduto. Solo cercandolo volutamente sarà possibile riconoscerlo e trovarlo.
Questo artefatto non modifica in alcun modo i tratti del volto, il suono della voce, o alcunché d'altro del portatore.[/size]

Abilità/Pergamene usate:
Infine, Kreisler può sfruttare l'Abisso al suo interno non solo per muoversi senza dover sottostare alle leggi della fisica, ma anche per avere la meglio su chiunque si pari sul suo cammino. Un passo, una mezza piroetta, un salto possono tramutarsi in assalti letali o schivate oltre i limiti dell'umano tramite un dispendio Variabile di energie. E ogni volta che lo Straniero farà uso di questa tecnica, i suoi nemici ricorderanno di aver udito vaghe voci sullo spadaccino che porta la morte senza emettere alcun suono, e che per questo motivo è chiamato Fulmine Silente. Ricorderanno, e cadranno sconfitti senza essersi nemmeno resi pienamente conto di come siano stati colpiti.
[Abilità personale Attiva Variabile, basata su AeV (2/5). Consumo usato: Alto]

Se infine il proposito nella sua mente è l'inganno, egli può plasmare le ombre in forma di qualsiasi creatura o oggetto a costo Medio, e il feticcio composto replicherà fedelmente l'originale per i sensi della vista e dell'udito, ma ovviamente in quanto Ombra inconsistente non avrà odore e non potrà attaccare o muoversi dalla sua collocazione iniziale, sebbene possa compiere qualche movimento circostanziale e limitato. Ma il vero potenziale di questo inganno è ben altro: non appena sfiorata da qualsivoglia mano o oggetto, l'Ombra si contorcerà innescando una reazione a catena che porterà al formarsi della più sublime espressione del Nulla: un microscopico buco nero. Per un istante si creerà un corpo celeste di dimensioni minuscole ma dalla forza di attrazione spropositata, che strapperà via dalla sua sede qualsiasi oggetto nel raggio di un paio di metri infliggendo danni Medi a qualunque creatura si trovi nel suo raggio d'azione.
[Pergamena 'Tranello'.]

Armi:
Ham&Let (Unite) - Impugnate nella mano destra.
Corazza - Indossata.
Il mio nome è Nessuno - Indossato.


Note:
1) Per riassumere:
-Data la passiva di mente lucida Kreisler capisce che il cerchio creato da Zephyr non va attraversato.
-Schiva l'attacco magico con un consumo parimenti Alto della sua personale variabile sull'AeV.
-Dato che la Notte svanirà nel successivo post si porta dove dovrebbe esserci l'ombra di un'Arca nel cielo sperando che il favore delle tenebre agisca anche lì (ma lo lascio decidere a Gemmolo) ed evoca un Tranello suo sosia a meno di un metro dall'angelo, facendolo parlare in sua vece. Spera così che Zephyr creda che le sue abilità di non esistenza siano tali da fargli ignorare anche il potere del Cerchio.

2) Il testo del Cerchio della Paura specifica che la tecnica ha diametro 5 metri, dunque raggio 2 metri e mezzo. Nel post precedente ho specificato che Kreisler dopo l'attacco si allontanava da Zephyr di qualche passo. Per cui, ipotizzando che ogni passo sia più o meno un metro, credo che Kreisler si trovi a distanza maggiore di 2,5m da Zephyr al momento del lancio della tecnica.

3) Nulla dovrebbe impedire al Tranello di materializzarsi all'interno del Cerchio in quanto non è un essere vivente (la pergamena è scritto che blocca le creature), e anche se contato come tale è di livello pari alla tecnica, quindi dovrebbe potervi restare.

4) La citazione all'inizio e alla fine appartiene al monologo dell'agente Smith in Matrix Reloaded. Oltre a ispirare il post in generale si ricollega a questo pezzo di Underdark, nell'Abiezione. Lo Scopo è uno dei motivi fondamentali della psiche di Kreisler, come spiegato in-gdr.
 
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Zephyr Luxen VanRubren
view post Posted on 7/3/2011, 22:12




« E mi offende che tu pensi di potermi tenere lontano con tecniche simili. Proprio non sai fare di meglio? »

Si era offeso? Lui?
Il traditore che ostentava arroganza a ogni sillaba?
Se non fosse stato troppo impegnato a liberare un sospiro sconsolato si sarebbe forse messo a ridere per l'ilarità di quelle parole. Per nulla cosciente della situazione, quel povero e insignificante insetto si lasciava andare a sproloqui d a v v e r o troppo supponenti per un essere dall'esistenza così infima da essere appena percepibile.

« Forse c'è di peggio che essere morti. Non è così, Giustizia senza più senso? »

« Sminuendone la Giustizia, insulti il Leviatano. »
Lo sussurra a denti stretti, lo sguardo adombrato da un'apatia in procinto di esplodere.
« Premurati di fare in modo che non accada più. »
Le catene che imbrigliano la rabbia scalpitano tintinnanti.
L'autocontrollo che minaccia di prendersi qualche minuto di pausa.

Per quanto non lo desse a vedere, quelle parole gli fecero più male dello squarcio che apriva i tessuti della spalla.
Ancora immerso nel buio, solo i timpani l'avevano ravvisato della presenza del nemico all'interno del circolo, il gracchiare della voce irridente a testimoniare l'elusione della sua protezione magica. A una distanza che stimò essere poco superiore al metro, innanzi a lui Kreisler si era lasciato andare in folli vaneggiamenti senza nemmeno attaccarlo in alcun modo, stupidamente conscio che una ferita all'attaccatura del braccio e il suo parlare a vanvera potessero arrestare la Giustizia del Re.
Quel poveretto, chiaramente, lo conosceva solo di nome.
Non per esperienza personale.
E Cenere vi avrebbe posto rimedio all'istante.
Tremante e incerta la mano sinistra, solcata da rivoli di sangue, frugò nella tasca vicina alla cinta. Le dita scivolarono contro la stoffa, per nulla interdette dal buio, solcando un terreno che conoscevano piuttosto bene. E quando incontrarono l'oggetto delle loro brame, il pollice e l'indice lo portarono all'altezza delle labbra, dischiuse in ansiti doloranti, gettandolo frettolosamente sul palato.
E subito l'angelo riassestò il fiato, pervaso da un'improvvisa tranquillità.
Ma nel rispondere alla provocazione dell'ombra, la voce si abbassò, come affranta dalla verità fittizia dietro la quale aveva deciso di rifugiarsi.

« Finchè il Leviatano seguiterà a esistere » non poteva curarsi del Borgo. Non doveva pensare al Maniero.
« io sarò la sua spada. »

Un essere investito del proprio potere nientemeno che dallo stesso Re, capace di soverchiare qualsiasi essere del Toryu, di ridere della debolezza umana per poi, con uno schiocco di dita, reprimerla nella polvere, costringendo quegli esseri a strisciare innanzi a lui per implorare una pietà che non faceva parte del suo essere che non sarebbe mai arrivata.

« Finchè il Monarca Invincibile seguiterà a regnare e a marcare il proprio dominio » esitò, testimoniando la voragine che percepiva in prossimità del petto, sulla sinistra.
« il mio corpo farà da scudo al suo Regno. »

L'avrebbe annichilito.
Distrutto.
P o l v e r i z z a t o.
Riducendolo in granelli talmente piccoli che nello stormire di un vento impetuoso si sarebbe sparsi senza lasciare traccia alcuna di quel dannato mortale che si permetteva di sfotterlo senza ritengo.
Una rabbia fredda che andava a braccetto con il benessere scaturito dei lembi di pelle ora riattaccatisi quasi del tutto, avevano rinnovato un vigore dapprima destabilizzato dalla fatica, aumentando esponenzialmente la sua sicurezza. E la voglia di vendicarsi del mortale.
A fatica si stava trattenendo dall'inveire contro di lui e lanciargli addosso gli insulti peggiori che fino a quel momento si era convinto a tramutare in fatti. Sentì il bisogno di sfogarsi ma, ancora, si trattenne. I fatti avrebbero parlato per lui più di quanto le parole potessero spiegare.

L'aveva reso cieco grazie a ombre imperscrutabili.
« Ma tu non curarti delle mie parole. Continua pure a nasconderti nell'ombra. »
Lui l'avrebbe fatto lo stesso grazie allo splendore del proprio essere.

La spada saettò verso l'alto, la punta tesa come a voler trafiggere la notte stessa.
E in un'esplosione di luce l'anima dell'angelo tracimò oltre le spoglie di carne, splendente e dorata a sconfiggere le tenebre che per un tempo infinito l'avevano costretto all'impotenza. Saette dorate trafissero la volta scura, crepandone la superficie per poi infrangerla in cocci corvini che si dissolsero all'istante.
In quel momento lo vide.
Mentre Cenere si ergeva a astro brillante quanto e più dello stesso sole, oltre la sagoma fittizia all'interno del circolo magico le iridi scarlatte videro in un attimo di sbigottimento il vero Kreisler che, dopo essersi defilato, era arretrato a una distanza che stupidamente aveva creduto poterlo sottrarre dal triste destino che lo aspettava

L'aveva attaccato senza fare alcun rumore.
« Continua pure a sputarmi addosso le tue inutili provocazioni... »
E ora nemmeno lui sarebbe stato in grado di sentirlo.

Sorrise al fantoccio innanzi a lui, abbassando la spada nella consapevolezza che non sarebbe servita contro un simile codardo. Spaventato dal confrontarsi con lui alla luce del sole si era defilato senza pensarci due volte, lasciando che un ammasso di banale magia parlasse al posto suo.
Non importava quanto infimi già fossero. I mortali erano sempre capaci di superare loro stessi e cadere sempre più in basso.
Il vorticare della testa e il divertito discernimento gli rubarono un paio di istanti, poi il braccio sinistro si alzò dal fianco per puntare un punto oltre la spalla destra dell'emanazione magica; mirando un punto a circa una decina di metri di distanza.
Con la mattina che dolce, prendeva a modellare la volta con un delicato celeste, un raggio di energia trasparente si involò verso il nemico ansioso di farlo annaspare in una debolezza di cui a breve si sarebbe avveduto, di rendergli pan per focaccia. Aveva identificato la vera posizione del nemico. Lo poteva colpire senza indugi. E assaporò prematuramente il dolce gusto dell'impotenza del proprio avversario, leccandosi le labbra innanzi a quella dimostrazione di potenza incontrastata ormai prossima.
Se il traditore l'aveva reso cieco e sordo, beh
...lui poteva fare lo stesso.

You showed me nothing bu hate,
you ran me into the ground
but what goes around comes around

« ma non sperare di farmi desistere dal mio dovere. »
Sentì il sangue coagulatosi sul braccio rabbrividire al passaggio del mana sotto la cute.
Scintille illuminarono per un istante il palmo irrorato del suo stesso sangue.
image
«Perchè non sei in grado di farlo. »

And you can not hurt me.
No more.

Il tuonare di un lampo verso il cuore del nemico.



SPOILER (click to view)
Energia Rossa
Energia 71%
Consumi:

Medio x3 (18%) + recupero del 10% (grazie all'Impacco Naturale)

Equipaggiamento
- Pantgruel (daga)
- Kaitse (spada a due lame)[x] [Mano Destra]
- The Long Walk (stivali)
- Occhio della Lince e del gatto [+50 PeRm e ReC]
- Impacco Naturale (cura un totale di danni pari a Medio e ridona il 10% di mana) [Usato]

Status Fisico: danno Medio da avvelenamento, e Basso da taglio alla spalla
Status Psicologico: altalenante. Indicativamente tra la tristezza e la rabbia -verso Kreisler.
Forma: Umana


[ReC 375] [AeV 150] [PeRf 100] [PeRm 400] [CaeM 175]

Abilità:


la R e s i s t e n z a dell'Oracolo
Già citata. [Pergamena Risparmio Energetico + Passiva di Azzeramento Tempi di Concentrazione][Pergamena Aura di Energia; +50 ReC, -25 PeRf][Passiva del Terzo Livello Metamagia]


T e r r i f i c a è l'anima dell'angelo di cenere
Già citata. [Passiva Razziale Avatar + Effetto scenico in Forma Angelica][Bracciale dell'Auspex]




I l l u m i n a la cenere, Luce degli Dei
[...]Al medesimo consumo (Medio), la luce dell'angelo potrà essere scatenata in altro modo, vessando in maniera più diretta la vista dell'avversario o delle persone che lo circondano. Zephyr genererà infatti un grande flash nell'area circostante e, una volta che qualcuno entrerà in contatto con esso sarà come cieco per due turni. I suoi occhi saranno svuotati da iride e pupilla, incapacitati a vedere perchè testimoni di una luce che i comuni mortali possono solo immaginare di comprendere nei loro desideri più impronunciabili. Come prima, può essere contrastata come una difesa psionica di livello Basso, e la cecità perdurerà per un totale di due turni.
[Pura Illusione]



S t r e n u a è la resistenza
[...]
Allo stesso consumo, ma allungando un palmo verso l'obiettivo così da liberare un invisibile -se non per una leggera distorsione dell'aria- raggio di energia magica, gli impedirà di usufruire dell'udito per l'interno turno di gioco del caster, impedendogli così di sentire alcunché. Svanito l'effetto di questa abilità, l'udito tornerà lentamente con l'avanzare della giocata. Ovviamente si tratta di un'abilità psionica contro la quale è possibile prendere le dovute contromisure con un'adeguata difesa.[Pergamena Sordo][Consumo Medio]



G i u d i c a la folgore solerte

Tropo, strato, meso,
aero, iono, exo.
Elementi io v’invoco.
Aria, terra, fuoco e acqua.
Datemi la forza,
elettrizzate l'atmosfera.

Il simbolo dell'irreprensibile potere che deve -a ogni costo- colpire e sfaldare i tessuti organici dei traditori e dei nemici del regno. Mosso dalla volontà di spazzare via qualsiasi minaccia provi a intaccare l'assoluto dominio del Sovrano, Zephyr ha quindi fatto suo l'elemento che più rappresenta l'irreprensibilità della Giustizia Monarchica: il fulmine. Potrà generare scariche elettriche, lampi, sfere, raggi et simili. Nel momento in cui attiverà la tecnica verrà come circondato da una strana aura luminosa e scintillante che servirà solo a detenerne l'attivazione. Da questo momento, dal suo corpo, potrà emettere delle scariche elettriche che potrà manipolare grazie a precisi movimenti delle mani e delle dita, una volta emesse.
L'elettricità che fuoriuscirà dal corpo potrà essere ancora gestita, una volta abbandonata la sua figura.
I lampi potranno essere emessi anche nelle sue immediate vicinanze.
Per manovrarli, comunque, sono necessari espliciti movimenti delle mani, in modo da dare degli ordini ben precisi alle scariche, come un direttore d'orchestra.
Le scariche provocheranno danni di bassa, media, alta o critica intensità sul corpo dell'avversario, a seconda del costo pagato, potranno, inoltre, shockarlo per qualche secondo e si muoveranno a una velocità di poco inferiore a quella del suono. La tecnica ha quindi consumo Variabile.[Pergamena Dominio del Tuono][Usato Medio]




Azioni: Dopo aver ascoltato il fantoccio di Kreisler parlargli a distanza ravvicinata, Zephyr decide di ripagarlo con la stessa moneta, facendolo diventare cieco e sordo al contempo.
E proprio grazie alla luce scatenata da Pura Illusione riesce ad accorgersi della posizione del vero Kreisler -spiegandosi in questo modo come egli non fosse effettivamente in grado di varcare la barriera. Ho supposto che il favore delle tenebre, per quanto lui fosse sotto l'ombra di un'arca, non fosse attiva a causa della luce, scegliendo anche a quanta distanza e in che direzione si fosse piazzato visto che lui non l'aveva specificato (comunque sono una decina di metri).
Poi sparo la pergamena Sordo, e successivamente attacco con un fulmine di livello Medio.

Note: Con l'impacco naturale mi guarisco la ferita alla spalla, riducendola quindi a un Basso (prima era Medio/Alto).
- Il danno Medio del veleno ho supposto -a causa dei suoi effetti- mi debilitasse in parte la passiva di azzeramento dei tempi di concentrazione, anche se questo dettaglio dovrebbe comunque risultare abbastanza irrilevante, visto che ho inframmezzato le diverse azioni con un pò di frasi.
- Pura Illusione e Sordo sono due attacchi psion, mentre il fulmine è chiaramente magico.
- Non ho citato il Cerchio della Paura perchè il suo effetto -inutile ai fini del post, tra l'altro- svanisce al termine di questo turno.
- Visto che la Notte si stava dissolvendo ho preferito descrivere che essa termina quando io casto la Pura Illusione -espediente meramente scenico.
- Bastard, abbiamo quasi due settimane di tempo, farò il possibile per finire la scena :sisi: e scusa il ritardo.




Edited by Zephyr Luxen VanRubren - 9/3/2011, 00:27
 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 9/3/2011, 15:54






Un solo istante
Tanto mi basta perché il mondo sprofondi in me
ed io in lui
Il lamento del mio cuore
s'invola inascoltato
su ali di farfalla

Non odo più le tue parole,
servo ostinato di un signore malevolo.
Ho visto la tua luce ferire le mie tenebre
e il chiarore del mattino
ancora

La tua luce
sorge come carezza di seta sulle ciglia
e preme una lama sugli occhi
la s e n t o
ancora prima che si sprigioni
ed è uguale alla luce di un giorno trascorso
sotto una volta di corpi impiccati.

Il tuo sguardo sul mio
rosso di lacrime trattenute
trapassa le illusioni
sei potente
ma davvero sei cieco
alla perdita di senso
condanna della Giustizia?

Foschia di suoni, poi nulla
la risacca innaturale dei flutti ascendenti
ha lasciato le mie orecchie
in punta di piedi

Un solo istante
la corrente porta bambole di pezza
e diari spaginati
è questa la giustizia del tuo Re?

(dalle pagine l'inchiostro si sbiadisce
ogni vita è distrutta due volte)


Un solo istante
la pelle sfrigola in un brivido
Il metallo arroventato s'incolla alla pelle
la morde
(senz'altro rumore che quello della mia anima)
le stille nei miei capelli evaporano
il cuore accelera
un po' per lo spavento
un po' per la fretta
di battere per l'ultima volta

Le tue labbra si muovono ancora
ma in fin dei conti non m'importa cosa dicono
ora devo pensare a non cadere
non voglio tu mi veda in ginocchio
Il corpo che brucia e tira
a ogni movimento
arretro
in una scia di fuoco che non divampa
arretro
cerco di non cadere
non potevo sentirla
Un fiotto bianco alle mie spalle
fresco
il sollievo sull'arsura
Guardo in alto
voglio liberarmi
Sorrido
Arretro
Cado
Volo



Salire
Trascinato dai flussi innaturali
all'ombra di isole volanti
il mondo mi appare lontano
Lontano tu, e il dolore, e il concreto
schermati da uno
scafandro sui miei sensi

Un solo istante
E' già finito
La carne arsa e rorida
mi urla addosso Vinci
mi urla Salvalo
dagli un nuovo Scopo
La coscienza risvegliata mi guida
d'acqua sono le mie ali

Vengo a te, Oracolo
che non sai predire il tuo futuro
il vento mi fischia nelle orecchie
senza un suono
mi lancio in picchiata
le spade sguainate

le stelle cadenti piangono?



SPOILER (click to view)
[ReC: 250] [AeV: 550] [PeRF: 150] [PeRM: 150] [CAeM: 200]

Stato Fisico:
Ustioni su tutto il corpo (danno Alto).

Stato Psichico:
Sordità temporanea e parentesi di autismo da essa indotto, tuttavia ancora determinato a vincere (danno Medio).

Energia:
60-5-20=35%

Abilità passive in uso:

[...] Ove non vi è Traccia [...]

[Abilità Passiva di dominio lvl. I]
[Abilità personale Passiva: sblocco del terzo livello del dominio (1/5).]
[Abilità Passiva di dominio lvl. III]

[...] Ove non vi è Emozione [...]

[Abilità Passiva razziale dei Mezzodemoni]

[...] Ove non vi è Menzogna [...]

[Abilità personale Passiva: coscienza di illusioni o ammaliamenti agenti su di sé o sul campo di battaglia (3/5).]
[Abilità personale Passiva: replica degli effetti della passiva del I livello del dominio Mente Lucida (4/5).]

[...] Ove non vi è Luce [...]

[Pergamena 'Favore delle Tenebre'.]
[Pergamena 'Occhio Notturno'.]
[Abilità passive dei livelli I, II e III del dominio Void Runner.]

[...] Il mio nome è Nessuno [...] (Artefatto)

-Maschera invisibile e intangibile, se non per chi la indossa.
-Sua unica e inimitabile virtù è quella di rendere il portatore "uno come un altro". Chiunque lo vedesse tenderà a non prestargli attenzione, anzi, ad evitare il contatto con lui e a dimenticare di averlo veduto. Solo cercandolo volutamente sarà possibile riconoscerlo e trovarlo.
Questo artefatto non modifica in alcun modo i tratti del volto, il suono della voce, o alcunché d'altro del portatore.[/size]

Abilità/Pergamene usate:
Forte è il prosciugamento dei moti dell'animo operato dal potere dell'Abisso. Forte abbastanza da permettere di neutralizzare perfino le tecniche degli psionisti atte a confondere e plasmare le menti: con un minimo di concentrazione e un dispendio Variabile di energie, l'Esule sarà in grado di sbarazzarsi anche degli effetti psionici generati da tecniche. In lui il Nulla quantum licuit... solitudinem fecit.
[Pergamena 'Disarmante', Psion, basata su ReC. Consumo usato: Basso.]

Infine, Kreisler può sfruttare l'Abisso al suo interno non solo per muoversi senza dover sottostare alle leggi della fisica, ma anche per avere la meglio su chiunque si pari sul suo cammino. Un passo, una mezza piroetta, un salto possono tramutarsi in assalti letali o schivate oltre i limiti dell'umano tramite un dispendio Variabile di energie. E ogni volta che lo Straniero farà uso di questa tecnica, i suoi nemici ricorderanno di aver udito vaghe voci sullo spadaccino che porta la morte senza emettere alcun suono, e che per questo motivo è chiamato Fulmine Silente. Ricorderanno, e cadranno sconfitti senza essersi nemmeno resi pienamente conto di come siano stati colpiti.
[Abilità personale Attiva Variabile, basata su AeV (2/5). Consumo usato: Alto.]

Armi:
Ham&Let (Separate) - Impugnate ognuna in una mano.
Corazza - Indossata.
Il mio nome è Nessuno - Indossato.


Note:
1) Premessa stilistica: subire danni così ingenti e trovarsi quasi a dover pensare freneticamente per l'abilità passiva di Mente lucida poteva rispecchiarsi nel testo in due maniere. L'esaustività di un post-papiro, o la compressione di qualcosa di simile a una poesia in versi sciolti. Ho optato per la seconda, cercando un compromesso tra chiarezza delle azioni e tentativo di rendere la fragilità ma anche la determinazione di Kreisler in questo momento.
Alcuni dettagli sono stati volutamente omessi nel post per non appesantirlo, ma spero di chiarirli qui in specchietto.
L'idea ispiratrice del post viene dal tema de "Lo scafandro e la farfalla" che ho messo in soundtrack, e ad essa mi richiamo più o meno esplicitamente in un paio di punti del testo. L'idea invece di coniugarle qualcosa in versi sciolti mi è venuta leggendo qualche post di Mirkito, che ringrazio ^^
A livello grafico ho preferito non mettere alcuna immagine se non quella alla fine, sperando che questo contribuisca a dare un effetto di straniamento al lettore.

2)Per riassumere:
-Data la passiva di coscienza di tecniche psioniche Kreisler anticipa la Pura Illusione e se ne difende, ricordando il flash subito da Lady Alexandra in Underdark.
-Sceglie però di non difendersi dalle successive due pergamene, meravigliato del fatto che Zephyr sia riuscito a non cadere nella sua trappola: quindi viene reso sordo e prende in pieno il fulmine.
-Ancora sotto l'ombra dell'Arca indietreggia, stordito dal colpo, finché non trova dietro le sue spalle una delle cascate inverse che all'inizio ho specificato trovarsi nell'arena a intervalli regolari.
-Come atto liberatorio si lancia nella cascata e ne viene portato in alto per una decina di metri, poi usa la variabile basata sull'AeV per usare il getto d'acqua come trampolino di lancio ed eseguire un attacco aereo verso Zephyr sperando che scatti l'elemento sorpresa.
-Ho omesso i dettagli dell'attacco e delle intenzioni successive di Kreisler per non rompere la tensione che ho cercato di creare. Tuttavia ho immaginato che si lanci con le spade separate e incrociate vicino al volto per eseguire un attacco a ventaglio aprendole simmetricamente sul petto di Zephyr, per poi atterrare di fronte a lui e venire nuovamente sbalzato all'indietro dal cerchio, che poi dovrebbe sparire.

3) Il "giorno trascorso / sotto una volta di corpi impiccati" è un riferimento ad Underdark, in cui Alexandra ha accecato Kreisler con un flash analogo a quello che sta usando Zephyr ora.

4) Il danno che subisco è portato da Medio ad Alto per la differenza di PeRm che dà adito al raddoppio. Ritengo opportuno anche subire un danno Medio alla psiche per la concomitanza della scossa e della sordità. Tuttavia scelgo di distribuire il danno della scossa uniformemente sul corpo di Kreisler: la corazza metallica e i piedi immersi nell'acqua fanno sì che il danno si distribuisca e non danneggi le funzionalità di nessuna parte del corpo, pur costituendo in generale una ferita tutt'altro che trascurabile.

5) Kreisler rimane sotto l'ombra dell'Arca, quindi suppongo che il favore delle tenebre agisca finché non ne esce a metà dell'attacco, ma lascio stabilire a Gemmolo quando torna visibile.

6) Utilizzo un elemento dell'arena per il mio attacco. Sottolineo che la scelta di far trovare una cascata qualche metro dietro Kreisler non è arbitraria, come mi è stato confermato QUI.
#entry309244531
Il consumo Alto dell'abilità e la spinta verso l'alto data dalla cascata dovrebbero essere sufficienti a far coprire in volo a Kriesler la distanza tra lui e Zephyr, mentre il fatto che l'attacco abbia un consumo superiore a Medio implica che il Cerchio della Paura non mi impedisca di entrare.
 
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Zephyr Luxen VanRubren
view post Posted on 14/3/2011, 13:48




Il colpo di grazia era stata la morte di Kaitse.
La spada di rubino, il simbolo che lo raffigurava come Giustizia del Re era deceduto, il suo potere scomparso, distrutto dalla volontà del nuovo Dio. E come una mazzata nello stomaco, la consapevolezza di non essere più uno dei pochi prediletti l'aveva atterrito più di quanto già non fosse a causa dello sconquasso del Borgo e del Maniero.
Si era sentito smarrito, solo e senza uno scopo,
privato di quella ragione così f o r t e da fargli sopportare le avversità di un mondo che non lo voleva.
Aveva creduto di essere stato sollevato dal proprio incarico,
ritenuto inutile e ormai privo di valore.
E, in ultimo, Zephyr aveva dubitato delle proprie capacità.
PerchèIlReNonSbagliavaMaiESel'AvevaMandatoViaC'eraUnMotivo.
PerchèAncheSeLuiNonCapivaIlReFacevaSempreScelteGiusteCheLuiNonPotevaContestare.



Forse fu il prorompere della saetta.
O l'arroventarsi del metallo in seguito alla scossa.
O lo sfrigolare della carne sotto l'emblema della giustizia.
Non seppe di preciso a cosa attribuire il sentore che lo permeò nell'osservare l'elettricità disperdersi in dolore convulso sulla carne di Kreisler, però Zephyr capì di essere ancora in grado di assolvere il proprio compito. In maniera piuttosto egregia.
L'aveva visto subire in pieno il fulmine per poi barcollare incerto, sospinto verso l'instabilità da inarrestabili tremiti nervosi. Stordito da quel colpo troppo rapido, troppo potente e pesante per il significato che portava con sè, Kreisler, infine, cadde. Lasciando che le proprie carni ustionate trovassero sollievo nell'acqua di cui l'arena era colma, gettandosi forse inconsapevolmente nella cascata, (senza un suono, senza il minimo rumore) facendosi inghiottire dal muro cristallino alle sue spalle che rapido risaliva l'aere in un moto tanto inconsueto quanto straniante.

What you think? I'm doing this for me so fuck the world
Feed it beans, it's gassed up, if a thing is stopping me
I am going to be what I set out to be,
without a doubt undoubtedly

Alzò lo sguardo, allungando le labbra in un sorriso acre, stentato, commisto di soddisfazione e amarezza.
Le iridi volte a seguire l'ideale percorso che la carcasse di Kreisler stava compiendo, lenta e dolce tortura alla quale si stava sottoponendo, Cenere non bramava altro che alzare il mento quanto bastante per scorgere la sommità della cascata, per vedere l'ammasso di carne morta affogata, dopo aver annaspato nell'incapacità di respirare venire sputato fuori dalla cima della torre cristallina per librarsi in un volo scomposto e privo di grazia. E infine schiantarsi al suolo, le ossa spezzate a tintinnare scricchiolanti in un cacofonica melodia di puro godimento.
Tronfio al punto da distendere i muscoli indolenziti e sopirare rilassato, rimase in attesa dello spettacolo. Il brivido della lotta, l'affrontare un avversario che osteggiava tanto il Clan quanto la sua figura aveva riportato a galla la sua volontà, aumentando esponenzialmente il potere delle parole di Tommaso, donandogli nuova linfa.
Anche se forse il privilegio di dargli il colpo mortale sarebbe dovuto spettare a lui, non all'acqua impervia...
Poi una crepa, un remoto cigolio a disturbare i suoi dubbi. Ancora.

And all those who look down on me
I'm tearing down your balcony

Schizzi d'acqua a irrorare rilucenti l'atmosfera, la luce del mattino che si riflette in un arcobaleno lungo un palpito. Il riemergere vittorioso di una figura -purtroppo- conosciuta dalla lotta contro la natura stravolta dal Regnante.
Con l'unico scopo di infastidirlo, Kreisler seguitava a vivere. Un difetto abbastanza scomodo, che a Zephyr spesso capitava riscontrare in giro per il continente. E che cercava da anni di debellare.
Sgranò gli occhi sull'avversario che aveva spezzato la sua rinnovata tranquillità, rinsaldando la presa sulla spada, cercando di trafiggerlo prima con lo sguardo che con Kaitse notando di come si fosse armato solamente di un paio di lame incrociate al petto per abbatterlo.

Inconcepibile,
La sua strenua attaccatura all'esistenza mortale.
a s s u r d o;
Il protrarsi degli oltraggi nei suoi riguardi
paradossale.
Il guardare dall'alto in basso un Duca del Re.

Aveva avuto l'opportunità di scappare senza lasciare traccia, evitando di andare incontro a una brutta fine.
Poteva scomparire nel nulla, dissolversi nella devastazione attorno al Borgo per non farsi più trovare, convincendo la Giustizia del Re della propria morte; e invece aveva deciso di combattere per una vittoria impossibile.

« Perchè?! » gli chiese, spiazzato da quella manifestazione d'idiozia, piegando le braccia di lato
« Potevi andartene! potevi scappare! »
Invece che perseverare nell'infrangere la mia pazienza

E con l'eco della sua voce che si spegneva sotto il fragore delle cascate, un muro di cenere si erse a bloccare i fendenti di spada simmetrici, come a voler rimarcare la netta differenza che intercorreva tra loro.
Arretrò rapidamente, il muoversi delle suole sul fondale con pochi balzi sospinti più dall'inconscia reticenza a farsi ferire nuovamente che da una reale paura di un eventuale scambio ravvicinato di schermaglie, reprimendo il desiderio di conoscenza appena espresso dietro la consapevolezza che la ragione non sempre accompagnava le azioni degli umani.

« Non sei niente, umano. Sei meno di zero, non lo hai ancora capito?
E' davvero così difficile comprendere come tu non possa fare nulla?
»Aveva appena buttato via l'unica occasione utile per salvare la pelle, e nemmeno sembrava averlo inteso.
Come un gatto che, osservando un'aquila volare alta nel cielo prova invidia, rancore verso una creatura che non potrà mai raggiungere, imprecando con acuti miagolii all'indirizzo del Re del Cielo per essere costretto a vivere su una terra lurida e marcescente.
Perchè incapace di v o l a r e.
E allora l'animale allunga una zampa all'indirizzo dei volteggi concentrici dell'uccello, provando ad afferrarlo, tentando di raggiungerlo e toccarlo; inutilmente.
Perchè il povero gatto che vive nella foresta non ha le ali. Non ha la forza, le capacità

di ergersi sopra tutto e tutti, di scrutare il creato da una posizione privilegiata.


Inverosimilmente sdegnato. Colpito nel profondo da un essere tanto deprecabile.
« Mi fai quasi pena »

Il gatto raggiunge quindi la rupe più alta che la sua vista curiosa ha scorto attorno al bosco, incamminandosi sul sentiero roccioso che porta alla sua sommità. La scala, mosso dal desiderio malato di superare l'aquila.
Corroso dall'astio, sorprendentemente pazzo, incosciente.
Una volta raggiunta la vetta, poi, pensando di poter volare come il padrone del cielo
il gatto si tuffa nel vuoto.
Facendo infine i conti con la triste realtà.
sfracellandosi al suolo, le budella sparse un pò qua e un pò là
come monito agli altri esseri inferiori.

Quella di Kreisler non sarebbe stata una fine tanto diversa.
Il palmo sinistro si alzò puntando il volto dell'avversario appena riemerso, sgorgato dall'abisso ascensionale. E poi il loro tetro schioccare che riverberò nell'aere, dipanandosi insieme all'energia del ragazzo per spezzare una volta per tutte quel povero derelitto che non aveva ancora capito che inchinarsi e porgere la gola al proprio boia sarebbe stata la scelta migliore della sua vita.
Scintille sulfuree, cenere scoppiettante sarebbe comparsa davanti agli occhi e allo stomaco del nemico, pronte a deflagrare per sviscerarlo una volta per tutte. Così che il suo corpo non potesse nemmeno lontanamente pensare di potersi rialzare per affliggere il Duca con un qualsivoglia fastidio.

Lo guardò disgustato.
La voce rotta dall'odio.
« Quasi. »



SPOILER (click to view)
Energia Rossa
Energia 41%
Consumi:

Alto x2 (30%)

Equipaggiamento
- Pantgruel (daga)
- Kaitse (spada a due lame)[x] [Mano Destra]
- The Long Walk (stivali)
- Occhio della Lince e del gatto [+50 PeRm e ReC]
- Impacco Naturale (cura un totale di danni pari a Medio e ridona il 10% di mana) [Usato]

Status Fisico: danno Medio da avvelenamento, e Basso da taglio alla spalla
Status Psicologico: quasi completamente ripresosi dallo shock causato dalla distruzione del Maniero
Forma: Umana


[ReC 375] [AeV 150] [PeRf 100] [PeRm 400] [CaeM 175]

Abilità:


la R e s i s t e n z a dell'Oracolo
Già citata. [Pergamena Risparmio Energetico + Passiva di Azzeramento Tempi di Concentrazione][Pergamena Aura di Energia; +50 ReC, -25 PeRf][Passiva del Terzo Livello Metamagia]


T e r r i f i c a è l'anima dell'angelo di cenere
Già citata. [Passiva Razziale Avatar + Effetto scenico in Forma Angelica][Bracciale dell'Auspex]






C o s p a r g e il Mondo la Cenere ~

Tra la vita e la morte io t'invoco.
Tra l'alba e il tramonto tu risorgi
Il fuoco, l'aria brucia
Il fuoco, l'aria spegne.
Sorridi Thespia Dea della rinascita
dona il tuo potere al figlio del Chaos che ti chiama
Aria, fuoco e cenere
Aria, fuoco e cenere
C e n e r e.
Muori e risorgi
Che il cerchio si chiuda.

Cineraceus Limbus Splendet
Dalla polvere sono nati, e polvere ritorneranno.
Il ciclo infinito dell'esistenza, un cerchio che continua a essere ripercorso infinite volte dalla stessa anima. Così è sempre stato e così sempre sarà.
Il totale e completo dominio della Cenere, non è quindi solo il dono di una divinità fatto in tempi antichi alla famiglia VanRubren, essa è anche la raffigurazione dell'anima di Zephyr, comprendendo in pieno il dovere che come Oracolo egli è tenuto a compiere. Non si tratta di una benedizione, né di un anatema, questo potere è ciò che Luxen è, e che sarà, la raffigurazione più limpida e chiara della luce che porta al suo interno.
Una luce torbida e sporcata dagli umani, ma che rimane pur sempre luce. Luce argentea, in fiocchi quasi intangibili, pregni di un potere magico che non è nato nel continente di Asgradel, e nemmeno a Kreuvall.
Nello specifico, l'angelo è in grado di manipolare alla perfezione la cenere, facendola fluire al di fuori del proprio corpo o, in casi eccezionali, di generarla a non più di mezzo metro da lui.
Argentei e brillanti, questi lievi fiocchi obbediranno alla volontà del caster che potrà manipolarli come meglio crede, raggiungendo così gli obiettivi che egli stesso si è prefissato. Potrà infatti agire sia in attacco che in difesa, sia coprendo l'intera area intorno all'angelo, sia sotto forma di raggi o scudi. Non vi sono limitazioni alle forme o alle dimensioni che potrà raggiungere. La tecnica ha consumo Variabile.
Data la provenienza divina di un simile potere, e la combinazione con un'anima angelica come quella di Zephyr, la cenere avrà un effetto più dannoso per i persecutori delle arti oscure o sui demoni, mentre sugli angeli e i paladini avrà effetti più blandi.[Dominio Variabile Personale della Cenere][Usato consumo Alto]
E come se questo non fosse già un potere sufficiente a palesarne la superiorità, Zephyr è inoltre in grado di generare delle vere e proprie esplosioni di cenere con un semplice schiocco di dita, facendo scoppiare l'elemento che lo contraddistingue in qualsiasi zona lui riesca a percepire. Spendendo infatti un consumo Variabile di mana, può generare da una a tre esplosioni contemporaneamente che andranno a ustionare il nemico con ferite di livello pari al consumo impiegato per deflagrarle. L'avversario, dal canto suo, potrà rendersi conto del colpo che è in procinto di colpirlo dal propagarsi di scintille, botti e scoppi sommessi che prenderanno a dipartirsi dal punto che l'angelo ha designato per l'esplosione. [Pergamena Dominio delle Esplosioni][Usato consumo Alto]




Azioni: Al terzo post attivo, sono finalmente riuscito a inserire la reazione di Zephyr innanzi all'inerzia delle sue armi. Mi riferisco unicamente a Kaitse non solo perchè è Uber, ma perchè essa è il simbolo di Zephyr in quanto Giustizia del Re. E quindi senza di essa si sente in qualche modo perso, pensando che la perdita di potere della spada sia dovuta al Re -e in effetti è così xD- che non lo vuole più tra i suoi prediletti (leggasi cortigiani).
Ma quando vede che il suo colpo va a segno capisce di poter fare ancora qualcosa di decente contro i suoi nemici.
Ah, tiro fuori adesso questo discorso perchè Zeph, già complessato a sufficienza, non ha davvero avuto il tempo di pensare anche alla propria spada mentre veniva ferito/lanciava i propri colpi. E oltretutto non avrebbe mai ammesso di essere inutile se non quando si sarebbe accorto di non esserlo.
Comunque, paro il tuo Alto con un Alto di cenere senza considerare minimamente il Cerchio della Paura perchè per me è finito il turno precedente, poi, dopo essere arretrato di qualche passo, schiocco le dita attivando la pergamena Dominio delle Esplosioni a consumo Alto (due esplosioni distinte).


Note: Lavoro di giorno, cene in giro per la lombardia per tre sere di fila e feste random mi hanno impedito non solo di fare un buon lavoro, ma anche di postare prima xD Quindi scusa se modderò qualcosa dopo aver sendato il post, e probabilmente lo farò stasera stessa.

- Non avendo trovato troppe indicazioni riguardo il come la mia precendente offensiva fosse stata subita, ho provato a interpretare a grandi linee le azioni di Kreisler dopo la folgore (nel caso non fossero propriamente corrette ritenetele pure dei vaneggiamenti da parte di Zeph, che crede di vedere quello che in effetti lui vuole vedere).

- Riferendomi al mio primo post (Shades Of Gray) specifico che durante questo turno, Zeph, in qualche modo, rinsavisce, capendo di poter fare ancora qualcosa come suddito.

- Ci tenevo anche a precisare che ogni riferimento a una presunta superiorità di Zeph è stata scritta unicamente in un'ottica di gdr-in.

- La giocata ho intenzione di finirla, Bastard :zxc:

EDIT: Dimenticavo di spiegare il "vaneggiamento" presente nel post.
La storia del gatto e dell'aquila, davvero, non so da dove mi sia uscita :v: semplicemente, mentre scrivevo il post, mi è venuta in mente, quindi...bè, ditemi voi. Il gatto è ovviamente Kreisler (vede al buio, non fa rumori quando si sposta, è molto agile...) e l'aquila è Zeph. L'ho assimilato a quest'animale per via dell'evocazione presente tra le abilità di Kaitse.


Edited by Zephyr Luxen VanRubren - 14/3/2011, 23:19
 
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Bastard de la Nuit
view post Posted on 17/3/2011, 21:54




Buffo come a volte ciò che noi chiamiamo stelle sia solo luce,
mero residuo di corpi celesti morti milioni di anni fa.
Ci estasiamo alla loro vista, ne sentiamo tutta la poesia,
ma stiamo solo ammirando ritratti di cadaveri.
Emanazioni di entità che non esistono.




Il vento sferza il mio volto arso: plano verso il mio avversario in istanti disperatamente dilatati.
Volo, come gli uomini hanno sognato di fare dalla notte dei tempi. Volo, strappo al servo arbitrio l'immagine più antica della libertà. E in un attimo di straniamento so come si sentono le stelle quando consumano la propria esistenza in una corsa senza ritorno, coronate di luce.
Le stelle cadenti piangono?
L'acciaio delle mie lame impatta sul muro cinereo innalzato da Zephyr, e il tonfo ovattato è il primo suono che raggiunge le mie orecchie dopo il silenzio.
Non so come abbia fatto a vedermi, o anche solo a preparare una difesa al mio assalto. Ma mi importa veramente?

La coltre di polvere freme e si disperde nell'aria e nelle correnti limpide; turbina come semplice polvere verso l'altura artigliata dalle sinistre rovine del Maniero, lasciandomi faccia a faccia con il mio avversario.
Leggo le parole sulle sue labbra, il loro suono si dipana nel tempo e infrange definitivamente lo scafandro sui miei sensi. Non capisci ancora, Angelo? Ho provato a salvarti dalle catene di schiavitù che ti legano. E ancora credi che sia io la persona contro cui ribellarti?
Non cercherò più di convincerti, Oracolo. La vita è tua, puoi tenerti stretta la tua triste orbita da pianeta attorno a una stella che prima o poi t'incendierà. Difendi il tuo vano orgoglio, Duca, combattimi per la pura presunzione di essere la sua Giustizia.
Uccidimi.
Se è scritto che debba morire per tua mano senza assolvere al mio Scopo, tanto vale che ti insegni come muore un uomo libero. Osservo la magia permeare l'aria davanti a me, tendo nuovamente i muscoli per schivare l'assalto. Nuovamente la carne martoriata si stropiccia in mille stelle di dolore luminoso mentre faccio perno sul piede sinistro per arretrare. Quasi non mi accorgo dello schiocco delle dita di Zephyr mentre la deflagrazione mi investe, mentre le ustioni continuano a bruciare.

Hai avuto la tua soddisfazione, Duca? Ti è sufficiente vedermi sorridere tra le fitte mentre il sangue mi ricopre? Cado all'indietro, finalmente. Non mi va di pensare a quanto hai aspettato questo momento e la soddisfazione che te ne deriva; non che non ci riesca, semplicemente non voglio.
Il sorriso sadico del cane del Re. Contrafforti divelti e torri crollate. Scorrono come su di un nastro davanti ai miei occhi che passivamente seguono la testa nell'inarcarsi all'indietro. Il cielo infine, remoto e distante, cimitero d'infinite stelle consunte. Ora -il mio pensiero domanda al vento- mi perderò anch'io in quell'abisso? Avrò rimpianti? Qualcosa di me si eternerà o resterà solamente il Nulla, o il dolore dell'ultimo respiro?

image

Un abbraccio freddo, un brivido.
Le onde agitano lentamente le mie braccia scomposte
sento le ossa incrinate grattare senza pietà la carne viva.
Il dolore la sorpresa la rabbia
la coda della cometa
tutto converge nel mio ultimo istante
in un'attesa
dell'ignoto
...



Poi niente, una stasi innaturale. Un velo acqueo tra me e il resto del mondo. Frammenti di vite altrui scivolano tra le mie dita, le correnti non si arrestano mentre il mondo trascorre sopra di me. E' questo il destino di una stella dopo il suo volo bello e letale? Non sono sicuro che sia vero, voglio che le mie dita assaporino ancora la brezza della mattina. Ridatemi il mondo. Levo le dita, e il dolore esplode di nuovo. Serro gli occhi e mi contorco, tutto il mio corpo brucia ancora. Sono vivo?
Sì, forse sono vivo. Forse ho un'ultima possibilità per rimanerlo. Eccomi, Oracolo. Le mie mani bruciate non hanno ancora allentato la presa sulle spade, ancora affamate del tuo sangue. Scivolo dietro il velo del reale fino a passarti alle spalle e ora la sento e rido. Ecco la frenesia della battaglia che non riuscivo a provare. Non m'importa più di libertà e schiavitù, non m'importa che tu abbia uno Scopo o meno.
M'importa solo di vederti sanguinare.
Tendo la destra in avanti, riemergo alla vita e al mondo -il mio silenzio, il fragore delle cascate che mi riempie di nuovo le orecchie!- pronto ad annegare il ferro al centro della tua schiena, trafiggerti da parte a parte mentre la sinistra vibra un fendente orizzontale verso quel collo candido.
E rido mentre la scia atroce di fuoco e di dolore accompagna il mio nuovo slancio.
Perché per una volta non mi sento frenato al pensiero delle conseguenze.
Perché sono un uomo libero e niente mi costringe.
Ora lo so.

Le stelle cadenti ridono.



SPOILER (click to view)
[ReC: 250] [AeV: 550] [PeRF: 150] [PeRM: 150] [CAeM: 200]

Stato Fisico:
Ustioni su tutto il corpo. (danno Alto).

Stato Psichico:
Abbastanza fuori dalla grazia di dio se mi si passa il termine :v: (danno Medio).

Energia:
35-20=15%

Abilità passive in uso:

[...] Ove non vi è Traccia [...]

[Abilità Passiva di dominio lvl. I]
[Abilità personale Passiva: sblocco del terzo livello del dominio (1/5).]
[Abilità Passiva di dominio lvl. III]

[...] Ove non vi è Emozione [...]

[Abilità Passiva razziale dei Mezzodemoni]

[...] Ove non vi è Menzogna [...]

[Abilità personale Passiva: coscienza di illusioni o ammaliamenti agenti su di sé o sul campo di battaglia (3/5).]
[Abilità personale Passiva: replica degli effetti della passiva del I livello del dominio Mente Lucida (4/5).]

[...] Ove non vi è Luce [...]

[Pergamena 'Favore delle Tenebre'.]
[Pergamena 'Occhio Notturno'.]
[Abilità passive dei livelli I, II e III del dominio Void Runner.]

[...] Il mio nome è Nessuno [...] (Artefatto)

-Maschera invisibile e intangibile, se non per chi la indossa.
-Sua unica e inimitabile virtù è quella di rendere il portatore "uno come un altro". Chiunque lo vedesse tenderà a non prestargli attenzione, anzi, ad evitare il contatto con lui e a dimenticare di averlo veduto. Solo cercandolo volutamente sarà possibile riconoscerlo e trovarlo.
Questo artefatto non modifica in alcun modo i tratti del volto, il suono della voce, o alcunché d'altro del portatore.[/size]

Abilità/Pergamene usate:
E quand'anche non bastasse farsi strada tra i meandri degli oggetti solidi per trovare il giusto cammino, anche lo spazio-tempo può piegarsi al volere del guerriero. Pagando un Alto ammontare di energia come tributo, infatti, lo Straniero piegherà al suo volere le leggi stesse che governano l'equilibrio del cosmo. Questo controllo si esplicherà nell'apertura di un portale dimensionale attraversabile da nessuno se non dall'adepto del Nulla stesso. Varcando questo portale egli sarà capace di trasportarsi istantaneamente in qualsiasi punto entro distanze ragionevoli, anche vicino all'avversario. Se questo potere viene usato per difendersi conta come una difesa assoluta.
[Abilità Attiva di dominio lvl. III. Consumo Alto]

Armi:
Ham&Let (Separate) - Impugnata una sola spada nella mano destra.
Corazza - Indossata.
Il mio nome è Nessuno - Indossato.


Note:
1) Per riassumere:
-L'attacco del turno precedente si infrange contro la barriera di Zephyr.
-Uso la difesa assoluta contro le esplosioni, facendo in modo che Kreisler faccia finta di cadere all'indietro e venga inghiottito da un portale apertosi nel suolo.
-Breve scena introspettiva all'interno dello spazio adimensionale tra i due portali, che trascorre in meno di un istante nel tempo "oggettivo".
-Sbuca da un altro portale esattamente alle spalle di Zephyr e sperando che le passive valgano ancora lo attacca fisicamente al centro della schiena con un affondo di punta e al collo con un attacco di taglio in senso orario portato con la spada nella mano sinistra.

2) Sono stato molto in dubbio su che mosse usare nel mio ultimo turno e quali conseguenze doverne scontare. Ho optato, infine, per usare un solo slot tecnica. Se nell'immediato ciò può rivelarsi fallimentare dal punto di vista della strategia, mi consente di non perdere i sensi in maniera da limitare virtualmente i danni nel post successivo: interpretativamente non credo che Zeph si farebbe scrupoli di infierire su un avversario svenuto.

3) Risparmiare invece energie usando un medio per difendermi sarebbe stato allo stesso modo inutile: il Medio subito in questa maniera si sarebbe raddoppiato in un Alto, quindi in totale Kreisler avrebbe subito danni Critici tali da impedirgli un attacco o una difesa efficaci senza commettere forzature in sportività. Tra l'altro ipotizzando un Medio per difendermi e un Basso per supportare l'attacco sarei sceso al 20% di energie, e dunque mi sarebbe stato comunque impossibile usare potenzialmente la difesa assoluta nel prossimo post pena la morte del pg.

4) Ho preferito la difesa assoluta a un altro uso della variabile in primis per non abusarne, e poi per portarmi in posizione vantaggiosa per il mio attacco.

5) Il mio giro di Valzer si conclude qui. Ringrazio chi ha organizzato l'evento, chi correggerà, chiunque abbia avuto piacere a leggere questo scambio di post e last but not least il mio insostituibile avversario Pucch-Gemmolo :8D: That's all folks!
 
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view post Posted on 24/3/2011, 15:52
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Panoplia d'Ossidiana Vs. Von fremden Ländern und Menschen
Zephyr Luxen VanRubren Vs. Kreisler Valrafkan

Rossa Vs. Verde
A Vs. C




Zephyr Luxen VanRubren
»Scrittura:Indubbiamente la bravura è innegabile: leggere i tuoi post è stato come inoltrarsi in una gloriosa mistura di buon vocabolario, perfetta grammatica e ampia conoscenza di retorica e divagazioni varie. Non è stato raro imbattersi in parecchi virtuosismi fuori dalla portata della maggioranza degli utenti di Asgradel e, oserei dire, di molti scritturi dei nostri giorni. Eppure. Eppure.... Aiuto. Leggendo i tuoi post spesso questa esclamazione mi è salita alle labbra mentre, con la pazienza di un "piegatore di graffette" scorrevo di riga in riga il tuo narrato. Dico scorrere non a caso. Lunghe frasi la cui perfetta punteggiatura e tempi verbali non riescono tuttavia a colmare l'esagerazione di aggettivi, incisi, divagazioni, ridondanze varie. La sovrabbondanza talvolta può essere tanto un pregio quanto un veleno per gli scrittori: incolmabile voglia di DIRE che finisce, in sostanza, per non comunicare nulla ad un lettore oberato di parole, esasperato dalla lentezza di un testo che a furia di riproporre se stesso finisce per rendere la narrazione morbosa, atona, densa e vischiosa come un tempo morto. Per quel che posso dire, Zephyr detiene una personalità interessante per la sua asprezza e aggressività. Ogni sua parola è gonfia di una specie di rabbia repressa che non esita a scoppiare alla minima mossa sbagliata dell'avversario. Eppure, a differenza della sua indole, il testo langue esprimendo " a pelle " una personalità diversamente celebrale, meticolosa, particolaristica, quasi incerta nell'avanzare. A mio dire, essendo un personaggio " sanguigno", Zephyr dovrebbe esprimersi mediante azioni più che pensieri. Un gesto, uno sguardo, un movimento a cui però non venga accompagnata anche la spiegazione, il sottotitolo. La pecca di questo stile è che pare che il tuo pg muoia ad ogni post tanta è l'insistenza con cui viene espresso il dolore, la sofferenza, le incertezze di mani e sguardo. Così stupisce quasi il vederlo di nuovo in piedi nel successivo atto, fiero e inesorabile. E alla fine, ancora sopraffatto come ad un passo dalla morte:
CITAZIONE
Tremante e incerta la mano sinistra, solcata da rivoli di sangue, frugò nella tasca vicina alla cinta. Le dita scivolarono contro la stoffa, per nulla interdette dal buio, solcando un terreno che conoscevano piuttosto bene. E quando incontrarono l'oggetto delle loro brame, il pollice e l'indice lo portarono all'altezza delle labbra, dischiuse in ansiti doloranti, gettandolo frettolosamente sul palato

Mano incerta, tocco sicuro. E' ovvio che nessun lettore potrebbe notare o confondersi per l'accostamento. Eppure si tratta di un disturbo alla lettura che finisce per tediare chi legge.
In sostanza: tentare di unire il molteplice in pochi assunti ad "impatto" che prima o poi diverranno le firme del pg : Nell'esempio di prima, concentrandoti sulla mano e tralasciando la tasca avresti potuto enfatizzare il movimento. Le labbra senza ansiti avrebbero potuto schiudersi esprimendo la sofferenza semplicemente con lo schiudersi. ETC ETC.
7.3 «

»Strategia:Per quel che posso dire il tuo duello ha presentato un buon livello di tattica, riuscendo senza particolare fatica a mettere sempre i bastoni fra le ruote al tuo avversario le cui elaborate mosse spesso hanno trovato la loro miserevole fine in semplice barriere variabili o mosse basilari di gdr. Un po' macchinoso il tutto, in effetti, dovuto forse alla forzata minuziosità con cui Bastard ha intrapreso dall'inizio alla fine ogni passo dello scontro tirando in ballo Fisica e chiaroscuri di sorta. Ho molto apprezzato gli usi molteplici di Pura illusione e l'uso dell'impacco curativo ( prima volta in assoluto che qualcuno si cura durante un duello, wow). Strategicamente un po' carente, pur essendo contestualizzata, la volontà di non elidere la Notte e relativi impedimenti che ne seguono. In generale, buona ma non di spicco esagerato.
7.0 «

»Sportività:Nulla da obiettare. Per quel che riguarda i tuoi post il duello fila liscio e senza sbavature mantenendosi su un ottimo grado di correttezza nei confronti del tuo avversario. Specie nei primi post si notano i tuoi tentativi di ribellarti alle strane combo del tuo avversario anche se, infine, il tutto si risolve nel più corretto " nulla di fatto " ( come nel caso della parata iniziale). Anche le interpretazioni dei vuoti descrittivi dell'avversario, esigenze stilistiche e non, sono sempre proporzionati e corretti pur presentando spesso delle pecche tali da tentare i più.
8.0 «

MEdia: 7,43




Kreisler Valrafkan
»Scrittura:Davvero, davvero, un ottimo lavoro. Ottimo esempio di bravura, eclettismo e maturità narrativa. Ho trovato Kreisler un personaggio davvero interessante, profondo e capace di coinvolgere il lettore nelle proprie sfaccettature. Egli potrebbe definirsi tanto complesso quanto umano nel proprio divagare fra pensieri ed emozioni contrastanti tuttavia sempre accomunate da un tema di fondo: l'incertezza. La "fragilità" di Kreisler balza all'occhio tanto nei primi post quanto negli ultimi solcati da quel sentimento di impotenza molto, molto, umano e toccante. Talvolta ho riscontrato la tua difficoltà, quasi, nel coadiuvare esigenze narrative e tue intenzionalità "stilistiche", con le immagini che proseguono e la scrittura che arranca un po' divenendo in alcun punti un po' confusa e meno delineata ( specie nelle parti di combattimento sovrapposte alla riflessione). Ottimo lo stratagemma del penultimo post, una specie di toccasana dopo la grande mole delle narrazioni precedenti: sintetico, poetico, accompagnato da una delicata colonna sonora che io definirei in tutto e per tutto ristoratrice. Con questo non voglio assolutamente svilire l'azzeccata contestualizzazione di tale prosa, raffinata ed eguale in bellezza come il testo dell'ultimo post. Degna conclusione di un duello che ha visto la qualità dei tuoi scritti in salita. Ultimo appunto: ottima scelta musicale.
7.4 «

»Strategia:Oh mamma. Tentare di decifrare i tuoi riassunti di fine post è stato qualcosa di particolarmente impegnativo. La meccanica-matematica delle tue azioni ha saputo spesso destare alcune mie perplessità ( il riferimento alla dispersione dei danni da elettricità per i piedi immersi nell'acqua°__°) facendomi un po' chiedere se un duello on-gdr sia più una questione di proiezioni ortogonali o di gioco ^__^ A parte questo, tuttavia, ho trovato la tua strategia sicuramente sopra la media, colma di buoni spunti ( come utilizzare l'arena di gioco ) e di malizie di sorta. Vincente la scelta di utilizzare la combo notte-tenebre illusorie e di risparmiare nell'ultimo post uno slot per "risparmiare energia".
6.7 «

»Sportività:Un paio di appunti.
1) La passiva di mente lucida non può far intuire che il cerchio non può essere attraversato poichè "Cerchio di paura" non è una tecnica psionica.
2) Ricordare i metri per quanto riguarda il cerchio della paura è FUORI DISCUSSIONE da moltissimo tempo. Si può indicare vagamente la distanza ma un calcolo matematico è impensabile.
3) Subendo in pieno la sordità e la scossa non è possibile attribuirsi arbitrariamente un danno Medio per la concomitanza dei due. La scossa, come da te ricordato, fa danno Alto. La pergamena sordo, prima della patch, causava danno medio. In definitiva, il tuo calcolo dei danni è giusto ma attenzione, il danno alla psiche non è dovuto al sommarsi delle due cose ma a precisi fattori di tecniche.
4) Attenzione a ricorrere alla fisica di acqua e metallo per spiegare il diffondersi in tutto il corpo della scossa: se davvero dovessimo essere fedeli alla fisica su Asgradel allora la scossa sarebbe valsa un mortale, vista la combo di fattori interagenti.
Detto questo, si può dire che i tuoi errori non siano propriamente di Sportività ma quanto di eccessivo zelo nel rimarcare cose che spesso ( e non del tutto erroneamente ) si danno per scontate. Sul piano puramente gdr-on, non posso rimarcare nulla. Sul piano off...fà attenzione.
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Vince Zephyr Luxen VanRubren


 
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Zephyr Luxen VanRubren
view post Posted on 1/4/2011, 19:47




« Carino come trucchetto.... »

L'aveva visto scomparire tra i flutti di un vento invisibile, lasciandosi cadere in un vuoto dimensionale lui precluso per sottrarsi all'offensiva lanciatagli contro. Piuttosto che affrontare a viso aperto, Kresiler seguitava a nascondersi, deprecabile eludere, scansando gli attacchi al posto che affrontarli a viso aperto.
E ciò non poteva che allungare l'inesorabilmente agonia cui si era spontaneamente sottoposto. con gli insulti e le ingiurie.
Zephyr sorrise, debolmente; una lieve smorfia di condiscendenza, flebile schiantarsi della rabbia contro scogli di ironica compassione per un essere tanto vigliacco da fuggire a ogni occasione che gli si parava innanzi.
Congelò il tempo con uno schiocco delle labbra irridenti, agitando la mano sinistra poco sopra la spalla in un gesto vago, come a voler nullificare l'offensiva nemica senza nemmeno averla vista.
L'ostinato Kreisler non era scappato. Neanche questa volta
Voleva attaccarlo dove era più scoperto, volevo colpirlo dove i suoi occhi non potevano scorgerlo.

Lento, si spostò lateralmente di un paio di passi, per poi voltarsi verso una scena che la sua mente aveva già dipinto con tinte piuttosto vivide.
L'avversario era finito dietro di lui, le lame pronte a colpire, il metallo che celere avrebbe penetrato la carne se solo lui non fosse stato un passo avanti a lui, intuendone l'offensiva ben prima che questa venisse compiuta.
La schiena si torse in un brivido caldo e avvolgente, orgasmico nel suo pregustare la violenza che, adesso, poteva finalmente sfogare contro quel derelitto senza fede.
Fremeva, l'angelo di Cenere.
Affogava nell'impazienza, la Giustizia del Re.
Si sfregava le mani, il ragazzo colpito nell'orgoglio.
E quando le labbra schioccarono nuovamente per sancire il ritorno del normale scorrere del tempo, prima ancora che l'acqua riprendesse a fluire viva sotto i loro piedi, prima ancora che gli occhi di Kreisler potessero sbarrarsi per l'improvvisa mancanza di un avversario da colpire, prima ancora che le sue armi provassero ad affondare nell'aria vuota Cenere gli fu addosso.
Allungò un braccio in avanti, il palmo che, per un istante, parve quasi sfiorare l'intonsa pelle del mortale quasi volesse saggiarne il tocco un'ultima volta prima di riempirla di crepe rosse e rughe color carne bruciata. Ma non lo fece, non la toccò, tenue reticenza a non concedersi un simile vezzo dopo l'estenuante lotta.
Si limitò, semplicemente, a farlo saltare in aria.
Un lampo brillò nella pianta della mano di Cenere e subito l'aria si arrovento di fiocchi grigi, dipanandosi in una raggio conico, argentea vampa che occultò agli occhi scarlatti la faccia incredula del traditore, trasformandone il corpo in un fuscello in preda a una tempesta inarrestabile.
Volò via, scagliato di diversi metri lontano, sospinto dalla forza dell'angelo che, non appena lo vide schiantarsi in maniera scomposta nell'acqua del laghetto si sentì quasi soddisfatto.

« ...ma non avrai mica pensato di essere l'unico in grado di farlo, vero? »

Alle parole si accostò un riso roco, l'ultimo sfogo di un'ironia che andava scemando.
Riprese il discorso da dove era stato interrotto, incurante del fatto di non aver più ascolto da parte del proprio interlocutore.
Azzerò l'appena interposta distanza con passo deciso, forte della propria vittoria, determinato nel suo compiere il proprio dovere nonostante tutto. Come sempre. Come sempre aveva fatto. Annichilendo anche gli spregevoli dubbi residui che perduravano in lui.
Dopo appena qualche secondo gli stivali perlati dell'angelo si fermarono, il riverberare dell'acqua in cerchi concentrici che in deboli onde si infrangevano sulla nuca di Kreisler, ondeggiandone i capelli corvini che leggiadri minacciavano di disperdersi nell'acqua.
Si concesse un secondo di attesa ci pensò bene prima di rivoltarlo supino per evitare lui di affogare. E la grazia arrivo con un calcio del proprio stivale, colpendolo in pieno stomaco per girarlo, e dare modo ai polmoni di riempirsi di aria e non di limpida acqua.
E dire che, per un attimo, Kresiler doveva aver davvero pensato di poterlo prendere per il culo.

La morte l'avrebbe sollevato dal dolore.
Una pena troppo facile da scontare.
Ma non era la scelta giusta.
Una persona del genere meritava di vivere nella vergogna e nel rammarico,
cicatrici che solcano quel suo piccolo cervelletto a ricordargli come
tanto grandi erano state l'arroganza e l'ostinazione,
tanto lo era stata la disfatta.

Un ultimo sorriso, prima che cali il sipario.
Un'ultima parvenza di sadica pietà, prima che il dovere venga compiuto.

« Finisce qui, mortale. »
It's over

La suola dello stivale si alzò dall'acqua per muoversi celermente sopra il volto del malcapitato, adombrandolo per un solo, piccolo e infinitesimale istante, ottenebrandone la vista già spenta, valandone le ustioni con tinte oscure.
Prima di fracassargli il setto nasale e calpestarlo per bene.

And cause i'm raising the bar
i shoot for the moon
but i was too busy gazing the star
and i feel amazing
and...

Let these shades of grey dissolve,
once for all




SPOILER (click to view)
Il combattimento termina qui.
Con questo post mi concedo di ringraziare per l'ennesima volta Bastard, soprattutto per le decine di spunti che mi ha dato ogni suo post (sì: è anche colpa tua se ho scritto troppo :v:, dannato) e per avermi dato modo di farmi ruolare Zeph come meglio avrei preferito.
Grazie a lui, Cenere è tornato -da depresso che era diventato- a quello che doveva essere (depresso solo in parte xD)

Ps: Il finale ideale per il combat l'avevo immaginato con Zeph che dopo tutto questo si girava di spalle e, ridendo a squarcia gola, ti castava addosso Colonna di Luce, ma direi che spararti un raggio in faccia e calpestarti ti ha provocato già provocato abbastanza danni. Aggiungere a questo un ulteriore Mortale sarebbe stato forse troppo per un unico post autoconclusivo.

Pps: potrei aggiungere qualche immagine, prossimamente.
Forse.
 
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11 replies since 16/2/2011, 23:39   992 views
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