Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sesto Inferno.

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~Duel
view post Posted on 24/2/2011, 17:20





Il Registro e il Sesto Inferno.
II - La sesta dimensione.


Frush
Frush
Frush


Il rumore dell’oceano cullò i sensi del giovane mentre riprendeva coscienza. Cos’era successo? Si ricordava di aver firmato il contratto e poi… il buio. Probabilmente era svenuto. Provò ad aprire gli occhi, ma non riuscì a vedere nulla. Poi, poco dopo, tutto si illuminò, come se fosse apparso all’improvviso un faro, una luce: era il sole. Dell’acqua fredda gli investi le mani. Si alzò da terra, sentendo la sabbia soffice sotto le dita. Dove si trovava? Perché non era nella sua camera? Era sorpreso. Qualcuno l’aveva portato lì? Come aveva fatto a non accorgersi di nulla? Si tolse la polvere rossastra che aveva addosso e iniziò a camminare lungo quella che sembrava una lunga spiaggia. L’ambiente era strano, cupo, come se l’aria si fosse tinta di sfumature giallastre. Alla sua destra si stagliavano delle dune dalle forme irregolari ma, allo stesso tempo, ordinate nella loro confusione, come se distribuite equamente, in modo armonico. Poi volse lo sguardo a sinistra. Fu allora che si ritrovò davanti colosso.


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Si trattava di una nave di dimensioni mastodontiche, inconcepibili, probabilmente maggiori di quelle della Purgatory. La montagna d’acciaio sembrava tuttavia in rovina e la ruggine ne aveva ormai intaccato la stabilità strutturale. Com’era possibile che un mezzo di quel genere potesse solcare i mari? Le sue dimensioni esagerate, il suo peso… Come poteva l’acqua reggere tutto ciò? Stupefatto, Drakar contemplò la petroliera - seppur ne ignorasse la vera natura – per qualche minuto, dopodiché riprese a camminare. In lontananza si scorgevano delle strane strutture grigie, probabilmente d’acciaio, anch’esse in rovina. Quel luogo offriva agli occhi ignoranti del ragazzo delle vere e proprie meraviglie dell’ingegneria umana. Ma, nonostante le osservasse a lungo, non riusciva a comprenderne lo scopo, il funzionamento. Delle semplici immagini senza spiegazioni. Scosse la testa, cercando di concentrarsi su ciò che era veramente importante, ovvero il ritrovare la via e scoprire che luogo era quello. Camminò per minuti, per ore, ma non trovò nulla. Non c’era anima viva. Cosa diavolo era successo a tutti gli altri esseri dell’Akerat?


« C’è nessuno?! »


« . »


La risposta fu istantanea, immediatamente consecutiva alla domanda. Infatti, anche se non ne aveva idea, fino a quel momento un’entità aveva seguito apprensivamente il vagabondare dell’illusionista. Quest’ultimo, sentendo quella voce così profonda, così familiare, si voltò. Non c’era nessuno. L’Ennòn, spaventato, si rimise in cammino. Fu allora che la luce lo investì.

Un fascio di raggi solari lo stava illuminando, come se il sole stesso avesse appena rivoltò le sue attenzioni al piccolo umano. Una sfera gli si manifestò davanti per volere del globo luminoso. La forma rotonda era completamente nera poi, improvvisamente, prese fuoco. Solo una parte rimase spenta, formando il simbolo 6 sulla superficie fiammeggiante.


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« Drakar… Ennòn… Roth… Il mio sesto prescelto… Dunque anche tu hai firmato il contratto? »


L’illusionista ripensò a ciò che era successo e finalmente gli parve di comprendere. La notte precedente non era svenuto nella sua camera. In realtà era stato trasportato magicamente in quella regione ignota. L’Occhio aveva fatto tutto questo. Ma per quale ragione? Perché non manifestarsi sulla nave volante? Si portò le mani ai fianchi, continuando a osservare la creatura, se tale poteva essere definita, che aveva di fronte a sé. Portò la mano al volto, come ad accarezzare l'iride cremisi, dopodiché iniziò a parlare.


« Sì, ho firmato… Presumo che lei sia… l’entità che risiede nel mio occhio destro… Ho ragione? »


« Sì, hai perfettamente ragione. »


Nuovamente la risposta era stata immediata. Forse sapeva già quello che il giovane gli avrebbe detto. In effetti i due condividevano corpo e mente, probabilmente non era un grande sforzo per l’Occhio controllare ciò che stesse per dire il ragazzo. Tuttavia tutto ciò gli causava un grande fastidio. Non gli piaceva essere controllato. Lo odiava. Era una delle cose che più lo facevano inferocire. L’essere parve accorgersene perché, da quel momento, prese a rispondere più lentamente, come se prendesse appositamente una pausa prima di esprimersi.


« Ti ho chiamato qui per una ragione ben precisa e ho bisogno della tua più completa collaborazione. »


Sorrise, nel suo solito modo malizioso. Gli occhi si chiusero leggermente, come per scrutare in profondità il suo interlocutore.


« Mi spieghi tutto. »


▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


« Non ho memoria di come tutto sia iniziato. Mi ricordo solo di essermi trovato a sorvegliare questo mondo dall’alto. Inizialmente questo luogo era verde, ricco di natura, e a lungo rimase tale. Era abitato da diverse creature e specie, ognuna differente dalle altre nei più disparati particolari. Poi arrivò l’uomo. Fu come una piaga, un parassita. Iniziò a succhiare l’essenza di questo pianeta, sottraendo ogni bene alle altre creature, distruggendo e sconvolgendo la natura. Dopo aver ottenuto il dominio sugli animali, non contento, iniziò a combattere se stesso, decimandosi dall’interno. Alla fine il tutto si concluse con un conflitto che portò alla distruzione di tutto e di tutti. Non sopravvissero né alberi, né animali. Il pianeta cercò di riprendersi, ma non ci riuscì. Alla fine, al culmine della sofferenza, si frammento in diversi piani e dimensioni. Non potei fare nulla per aiutare, per fermare la catastrofe, per interrompere quella follia. Ero un semplice osservatore e, come tale, non potevo interferire con le questioni terrene. Rimasi solo a lungo, osservando un mondo desolato e distrutto, pieno di inutili vestigia della civiltà umana. Poi, una notte, tutto cambiò. Qualcuno mi chiamo, risvegliandomi dal torpore. Non era una creatura di questo piano. Immediatamente cercai di trovarla, scandagliando le varie dimensioni, lo spazio e il tempo e, finalmente la trovai. Abitava sul piano su cui vivi quest’oggi ed è colui che ha scritto il Registro che ha guidato le tue azioni. »


« Il Primo… »


« Parlammo a lungo, quella notte, del mondo in cui viveva, dell’Asgradel, delle creature che lo abitavano. Mi venne un’idea e finimmo per fare un patto. Quest’accordo perdura ancora oggi e ti lega a me, giovane Drakar. »


« E cosa dovrei fare? »


« Oh, la missione è abbastanza semplice da comprendere ma è difficile da realizzare. Devi solo trovare l’Asgradel e usarlo, beh, per permettermi di entrare completamente nel tuo mondo. Vedi, io sono legato a queste terre da un legame normalmente indissolubile ma… Con l’Asgradel, il potere dei miracoli… Tu potresti portarmi nelle altre dimensioni. »


« Ma l’Asgradel può davvero fare qualcosa del genere? Nessuno l’ha mai veramente trovato, non si è nemmeno certi della sua esistenza… »


« È la mia unica speranza, giovane Roth. Senza questo io… Sono destinato all’eterna solitudine… E se ci riuscirai, potrò ridarti ciò che hai perso molti anni fa a causa degli Ennòn. »


« … Vuoi dire… »


« Si, mi riferisco proprio a lei, l’unica donna che tu abbia mai amato. Dopo il rito è diventata parte di me, ma continua a esistere e tu puoi liberarla, se fai come ti dico. »


«»


« È la tua unica occasione per rivederla. Rifiuta e rimarrà con me per sempre. »


« ... Accetto… La vostra proposta… »


« Molto bene. »


▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


Chiaccherarono molto a lungo. Alcune cose che l’Occhio disse l’illusionista le aveva già lette nel Registro, ma gli fece piacere riascoltarle. Parlarono di tutto ciò che li riguardava, dei precedenti portatori e dei loro tentativi per ottenere l’Asgradel, andati purtroppo sempre a vuoto. Poi Drakar si voltò e, aprendo le braccia, quasi come per abbracciare il vuoto, sorrise.


« Ma esattamente dove ci troviamo? »


La sfera fluttuante si mosse, brillando di una strana luce e portandosi davanti al giovane. La sua fiamma riscaldava le membra del ragazzo, scosse poco prima da una fresca brezza che aveva improvvisamente attraversato le vuote aree di quella zona. Il 6 sul globo sembrò illuminarsi per qualche istante per poi ritornare allo scuro colore originale. Come mai l’Occhio reagiva in quel modo a quella semplice domanda? Provava forse tristezza? La voce che sentì nella sua testa iniziò con tono tremolante, per poi ritornare alla solita fredda sfumatura metallica.


« Quello su cui ti trovi è uno dei frammenti in cui si spezzò il mio mondo… Il Sesto Inferno. Ogni portatore ha una dimensione del tutto personale e questa è la tua. Qui si riversano le sensazioni che provi, le idee che generi, i tuoi desideri, le tue passioni… È lo specchio del tuo animo. Tutto ciò che giunge qui lo fa sotto forma incorporea, intangibile, ma ottiene poi un’emanazione fisica. Ora come ora ci troviamo in una zona franca, un luogo dove le emozioni che hanno un corpo non possono accedere, ma aldilà di queste dune ne potrai trovare una quantità virtualmente illimitata. Se deciderai di addentrarti in questo luogo dovrai essere pronto ad affrontare i tuoi veri sentimenti. Questo posto, questo mondo, ti appartiene di diritto, in quanto portatore, e tua è la responsabilità delle azioni delle creature che lo abitano. Tu ne sei il sovrano ma, allo stesso tempo, anche il guardiano. »


La sfera si animò nuovamente e la calda e accogliente luce iniziò a esaurirsi. Drakar provò a sfiorare, preoccupato, la superficie dell’essere ma questo si infranse, diventando cenere. La grigia polvere, a contatto con il terreno, si dissolse, sparendo nel nulla. Un fascio di raggi di luce lo investì nuovamente e la voce che provenne dal sole tuonò nella sua testa con tono cavernoso.


« Ora devi fare ritorno al tuo mondo, giovane Roth. Il vero sole sta per sorgere e non deve trovare il tuo corpo esanime. L'anello che porti sempre con te diventerà la chiave d’accesso a questo mondo e sarà il simbolo del tuo potere, mentre il tridente diverrà il tuo scettro e con esso punirai chi osa mettersi tra te e il tuo obbiettivo. Quando vuoi ritornare in questo luogo addormentati con l’anello addosso. Non farti problemi a cercarmi: portai trovarmi sempre qua, ad aspettarti. »


Il corpo del ragazzo iniziò a dissolversi, mutando in cenere, così come poco prima aveva fatto la sfera. Nonostante le sue mani e le sue gambe stessero scomparendo non provò alcuna sofferenza. Sorrise un’ultima volta, fissando il sole senza rimanerne abbagliato. Questo lentamente stava scendendo aldilà del mare e pian piano la sua luce andava affievolendosi. Al momento del tramonto un raggio lo inondo, quando ormai di lui rimaneva solo la testa: era di un intenso color blu mare, così fuori luogo in quel mondo dalle tinte calde che finì per svegliarlo.


▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬


Si rialzò dal pavimento mentre la luce iniziava a entrare debole dagli oblò della sua cabina. Quelle che nel Sesto Inferno gli erano parse ore erano state in realtà pochi minuti. Sul comodino vide il suo anello brillare di luce propria per qualche secondo, illuminandosi di uno strano rosso, con tinte quasi violacee. Era tutto vero, non era stato un sogno. Il Sesto Inferno, la sua dimensione, esisteva davvero e lui ne era il guardiano. Doveva inoltre rispettare e adempiere alle volontà dell’Occhio se voleva rivedere colei che pensava di aver perso per sempre… Aveva così tante cose da fare che non aveva la più pallida idea di come cominciare. Adesso aveva uno scopo ed era pronto a tutto pur di realizzare il suo desiderio.


CITAZIONE
Ok, non c'è bisogno di dirlo. Questo post è un malloppone, è pesantissimo, ma era necessario per la continuazione del background del mio pg.

P.S.
Spero di aver azzeccato il suono delle onde XD

 
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