| La Tour |
| | « Direi che è tutto a posto. » Venatrix sentì il palmo della mano di Chronepsis allontanarsi dal suo viso e riaprì le palpebre. Erano agli Altiventi, all'entrata più bassa di cui le grotte del Lauth disponevano. Innanzi a lui Ashardalon gli sorrideva con fare paterno; Bahamut lo scrutava preoccupato. « Pare che la tua mente non abbia riportato alcun danno permanente. » aggiunse l'uomo canuto con fare accigliato, calamitando nuovamente la sua attenzione « Il che fa di te un caso fortunato. » Annuì con condiscendenza, senza prestare realmente attenzione alle sue parole. Del duello combattuto poco prima con Eitinel, non ricordava quasi nulla. Nella sua mente erano chiari solamente come era arrivato al clan Sorya e come, grazie al provvidenziale aiuto di Ashardalon, l'aveva abbandonato, in macerie. Le memorie del suo incontro con l'inquisitrice erano sfumate e si erano confuse tra loro, sino al punto in cui persino il viso dell'elfa era difficile da ricostruire - figurarsi le fasi del loro combattimento. Di una cosa, tuttavia, era certo; come Ashardalon non aveva mancato di confermargli, Eitinel era morta. Sconfitta, divorata, dimenticata. E con lei, Il Sorya avrebbe smesso di esistere. Aveva compiuto la sua missione con successo, pur non raccapezzandosi nei dettagli. Per conto del Lauth, aveva cancellato l'esistenza della donna che amava. E benché negli sguardi che i suoi compagni si lanciavano l'un l'altro leggeva un segreto del quale non aveva il diritto di chiedere, nulla avrebbe potuto cambiare ciò che era appena successo.
La sensazione che il suo cuore l'avrebbe condotto nella tomba si fece più forte; sentì annodarglisi il petto, i polmoni riempirglisi di piombo rimase seduto in terra, a scrutare i suoi compagni con sguardo spento, incapace di alzarsi le gambe molli, il petto dolorante, il viso contratto.
Assistette a come il proprio corpo iniziava a reagire alla morte di Eitinel: all'ennesima morte della donna da lui amata.
L'anima era tutta data nel pensare di questa gentilissima; onde io divenni in picciolo tempo poi di sì fraile e debole condizione, che a molti amici pesava de la mia vista; e molti pieni d'invidia già si procacciavano di sapere di me quello che io volea del tutto celare ad altrui. Ed io, accorgendomi del malvagio domandare che mi faceano rispondea loro che Amore era quelli che così m'avea governato. E quando mi domandavano "Per cui t'ha così distrutto questo Amore?", ed io sorridendo li guardava, e nulla dicea loro.
« Non la mia mente, no. » Come poteva capirlo chi non aveva mai amato? Strinse una mano al petto, chiudendola e quasi stracciandosi le vesti. Di lei ricordava ancora la ferma decisione, l'arguzia, l'eleganza, l'indipendenza; le parole che si erano scambiati quando s'erano conosciuti, ad una delle tante feste organizzate dal Sovrano Invncibile. Aspetti di lei che né Chronepsis, né alcun membro del Lauth aveva mai - né avrebbe mai - conosciuto. E che da quel giorno, nessuno avrebbe più potuto goderne.
« Voglio - esigo - conferire con mia sorella. »
Ashardalon e Chronepsis si scambiarono un'occhiata preoccupata, in tralice. Era stato chiesto loro di occuparsi di Venatrix, concedendo lui qualsiasi cosa avesse chiesto. Farlo incontrare con Tiamat, tuttavia, in quello stato, avrebbe scatenato un inevitabile conflitto tra i due che, presumibilmente, li avrebbe condotti lungo la strada dello scontro. La Torre era instabile - le sue fondamenta stavano iniziando a cedere. Era fondamentale per il Lauth, tuttavia, che stesse eretta, in piedi - che facesse da Gargolla, che spaventasse il mondo non importa quanto debole e stanca, non importa quanto pericolante Venatrix era un simbolo e tale sarebbe rimasto.
« Tu stai dimenticando, amico mio, ciò che ti è stato insegnato da tuo padre: » asserì dunque il nero, con voce grigia e atona, incapace di nascondere il dispiacere per ciò che stava esprimendo « Ogni successo ti costringe ad un catena. Ogni lotta comporta un peso. Ogni vittoria... è legata a un sacrificio. Stai dimenticando ciò per cui il Lauth è stato fondato - stai dimenticando le ragioni per cui tuo padre ci ha riunito in quest'organizzazione; Fascies ha sopportato ogni peso; non s'è mai lasciato andare, né la sua convinzione ha mai vacillato. Il suo corpo era in grado di muoversi anche quando strattonato dalle catene, il suo animo in grado di giudicare con risolutezza anche quando dissanguato dai sacrifici. e tu, che dovresti essere il suo successore - suo figlio, cedi solamente perché la pace ti ha chiesto in cambio il tuo cuore.
Venatrix, noi non siamo uomini, né abbiamo alcun diritto a vivere. Siamo le mani invisibili della pacificazione siamo guardiani irraggiungibili, infaticabili. La nostra vita è troppo lunga perché possiamo concederci al mondo esterno; non dimenticarlo: l'unico tuo amore dovrebbe essere nei confronti dell'ordine che stai difendendo. »
Per un solo, lungo istante, Venatrix parve convinto. Il suo sguardo riacquistò decisione, volgendosi su Ashardalon. Le sue membra parvero irrigidirsi e farsi più forti. Eppure, sul fondo dei suoi occhi giaceva una bestia indomabile - uno lui, l'amico, fu in grado di cogliere. Una fiamma indomabile e nera - un desiderio di ribellione che la morte di Eitinel aveva liberato; un incendio inestinguibile. Ciò che la stava alimentando non era una fede rinnovata nei confronti degli ideali del padre, bensì un odio bruciante nei confronti della sorella, dell'organizzazione e di chissà cos'altro.
« Non lo ripeterò ancora: Esigo conferire con mia sorella. »
E Ashardalon seppe che Venatrix non avrebbe più obbedito ad alcun ordine del Lauth.
« Voi umani avete sempre troppa fretta. » L'arrivo di Hyena lo colse impreparato. Per alcuna ragione si sarebbe aspettato di vederlo arrivare così a breve dopo il loro appuntamento. Era convinto che sarebbero passati degli anni, prima che il capitano della seconda potenza potesse effettivamente compiere lo sgradevole dovere che gli era stato assegnato. Questo, soprattutto tendendo in considerazione le circostanze: nel mondo imperversava la battaglia fra il Sovrano Invincibile e l'Asgradel - una battaglia che stava per giungere al suo culmine perciò il drago s'era aspettato che il comandante della seconda potenza fosse impegnato a proteggere i propri sottoposti, o addirittura a schierarsi e prendere parte ai combattimenti. Non pretendeva certo che Hyena avesse concentrato tutta la propria attenzione sul loro scontro, in quella situazione.
E tuttavia, la cosa non lo infastidiva, né lo allarmava. Quel momento era ciò che più desiderava - attardarlo non avrebbe fatto altro che rendere più difficile l'attesa. Eppure, non riusciva a cancellare dalla propria immaginazione l'idea di uno Hyena più maturo, coperto di segni e cicatrici, con la barba incolta, giunto a lui solo dopo un lungo addestramento - un ammazzadraghi adulto e navigato, proprio come quelli di cui si legge nelle fiabe.
Se nella sua forma draconica avesse potuto sorridere, le sue labbra si sarebbe inarcate verso l'alto. Invece furono solamente gli occhi a piegarsi, in un inappropriato segno di gioia.
Benché lo Specchio Celeste fosse lontano dal Maniero, il sole nero splendeva anche lì, alto nel cielo e grande come un pianeta, inaridendo il terreno circostante. I suoi riflessi portavano con sé i toni di una battaglia della quale Venatrix aveva sentito solamente parlare - un combattimento inasprito dalla mole delle potenze coinvolte. Una guerra che lui stesso avrebbe dovuto fermare - ma che non aveva potuto.
« Un tempo mi fu ricordato che non esiste alcuna vittoria priva di sacrificio. » disse lui rialzando il capo, sollevandosi e sedendosi nella sua maestosa forma draconica, a poca distanza da Hyena. « Venendo qui, tu stai sacrificando l'incolumità dei tuoi sottoposti che partecipano a questo Valzer che il Sovrano Invincibile e l'Asgradel stanno ballando tra loro. Il tuo "clan" »
Allungò il capo verso il sole nero, forse sperando di scorgervi l'andamento della battaglia - immaginandolo come uno specchio, un buco che potesse riflettere ciò che stava accadendo a grande distanza. Così che Hyena potesse vederlo. Così che Hyena potesse rendersene conto.
« ...ed è per questo che vincerai questo scontro, oggi. » aggiunse, senza distogliere lo sguardo dalla stella. « Poiché il mio cuore non ha più nulla da sacrificarsi. Io sono qui, parlo, respiro, ma sono già morto. »
Tutto aveva un senso, in quel momento. Ogni cosa trovava la propria risposta. Ogni missione, il suo risolutore. Ogni sgarbo, la propria punizione. Venatrix non avrebbe potuto combattere Ray - non nelle sue condizioni. Col suo cuore in pezzi, non avrebbe fatto altro che ballare nel palmo della sua mano, incapace di sopravvivere alle menzogne e alle convinzioni del sovrano; incapace di confrontarlo. Se se lo fosse trovato innanzi, il Re Mascherato avrebbe semplicemente ritorto il suo cuore contro di lui, impedendogli di combattere - o peggio, trasformandolo in un proprio servo. Ma Hyena - Hyena avrebbe potuto sconfiggerlo. Hyena avrebbe potuto fare sua la missione che era stata di Venatrix. e forse era stato un bene che il comandante si fosse presentato così presto; così avrebbe potuto fare di lui il sacrificio necessario a compiere il proprio successo.
« Uccidendo me, Hyena, capirai dove dovresti essere. » sorrise elegantemente - incurvando il lungo collo serpentino verso di lui. Gli sibilò in viso i propri tormenti, portando il muso a pochi centimetri dalla faccia del comandante. « Uccidendo me, compierai il sacrificio necessario a capire la tua vera missione. ...fermare il Re che non perde mai. » al posto mio. CITAZIONE Come ormai sapete, Venatrix non è aggressivo; di conseguenza rinuncio al primo turno di combattimento in favore di una presentazione "ampliata", come nella scena precedente. Mi scuso per la mancanza di immagini, ma il mio hard disk ha deciso di bruciarsi completamente, causando la perdita di qualsiasi immagine degna di lavorazione, programma per lavorarla, brushes, texture, lavori precedenti etc. etc. ReC: 400 / AeV: 250 / PeRf: 550 / PeRm: 925 / CaeM: 25 Status Fisico: Illeso (100%) Status Psicologico: Illeso (100%) Energia Residua: 100% Abilità Passive: Dei draghi d'oro, la prima cosa che salta all'occhio è indubbiamente la potenza. Essi sono, in natura, i dominatori su qualsiasi altra razza draconica, nonché più giusti e più affidabili; detengono una quantità di potere magico di gran lunga superiore a quello dei loro simili e comunque non sono loro da meno negli scontri fisici: la loro pelle è dura come il ferro, le loro zanne possono distruggere la pietra e i loro artigli sono affilati come rasoi [Tre armi naturali]; solo le ali e il ventre sembrano sprovvisti di protezione alcuna. La loro superiorità fisica e mentale è indiscussa e mai contestata da alcuno [Un occhio della Tigre; Due occhi della Lince; Anello del potere Maggiore; Abilità passiva per la redistribuzione dei punti assegnati alla CaeM valida solo per la forma Draconica]; questo, poi, viene anche dimostrato apertamente dalla maggior parte degli appartenenti alla razza, che hanno sviluppato - nel corso della loro evoluzione - un particolare meccanismo di allerta ben più complesso della semplice colorazione che si può incontrare in natura. Che essi siano in forma umana o draconica, difatti, la loro figura emana involontariamente una potente sensazione di disagio che, andando a colpire la mente degli astanti, farà suonare in loro un potente campanello d'allarme, che porterà con sé il messaggio chiaro e tondo di "colui che ho innanzi non è ciò che sembra" [Abilità Razziale degli Avatar]. Sempre come ostentazione della propria superiorità, i Draghi d'oro sono divenuti - nel corso della loro evoluzione - maestri delle capacità arcane più disparate. Benché difatti la loro razza tenda naturalmente ad assimilare i concetti e le tecniche della luce e del sacro, la maggioranza degli appartenenti a questa specie può dirsi anche in grado di manipolare a piacimento elementi della magia che solamente gli stregoni più esperti si avventurano a riconoscere [Abilità personale che permette l'utilizzo delle pergamene della classe "Mago".]. Ciò ha permesso loro di sviluppare inusuali poteri, per nulla condivisi dai propri simili, con i quali hanno soddisfatto i propri desideri più disparati. Esemplificando, benché i draghi d'oro adorino l'acqua e gli ambienti acquatici più in genere, essi non hanno mai potuto permettersi di vivervici all'interno fino a quando non si sono evoluti in senso più magico: ora qualsiasi membro appartenente a questa specie è divenuto in grado di respirare sott'acqua per un breve periodo di tempo [Pozione di Apnea], e sono in molti quelli che hanno deciso di costruire le proprie tane sul fondo di laghi scintillanti, o vicino al mare. Allo stesso tempo, i draghi d'oro hanno sviluppato l'utile capacità di poter ignorare i limiti imposti ai propri simili a riguardo del proprio aspetto - possono assumere il loro vero aspetto indipendentemente dall'ora o dal tempo [Amuleto Luce]. In ultimo, vi è l'inusuale capacità di poter percepire qualsiasi oggetto nelle vicinanze che abbia anche il minimo valore monetario. Per loro natura, infatti, i draghi - e specialmente quelli d'oro - sono attirati dai tesori e dalle pietre preziose. Col tempo, dunque, sono divenuti in grado di percepire la presenza di qualsiasi monile intorno a loro, come se questi li chiamassero: più il loro valore sarà alto, più la chiamata sarà forte, come a provocare l'innata avarizia degli appartenenti a questa razza. Questo, qualsiasi sia la natura dell'oggetto: armi, artefatti, gemme, monete d'oro o quant'altro [Abilità personale passiva].
I draghi dalla corazza incisa sono quei draghi che - appartenenti a qualsiasi razza - decidono di rinnovare la fede al loro Lauth incidendo nel loro corpo i voti e i giuramenti di tale proposito. Scavano sulla propria corazza veri e propri tatuaggi dei colori più disparati, che rendono il loro aspetto draconico ancora più terrificante a vedersi e da fronteggiare. Nel particolare, Venatrix ha usato un colore rosso sangue per le pitture imposte sulle proprie scaglie, così da uniformarlo alla sua pigmentazione cremisi: i tatuaggi sono divenuti anche una maniera per coprire le macchie rosse ereditate da sua madre che si aprono sul suo corpo d'oro. Egli, inoltre, ha rinnovato la propria volontà al Lauth e i propri voti più volte nel corso della storia, finendo col riempirsi di decorazioni sempre nuove: oggi egli è più cremisi che scintillante, e lo splendore della sua razza d'origine sembra quasi dimenticato dalla sua pelle. Tuttavia, ognuno di questi tatuaggi racchiude un potente glifo di protezione: incantesimi che difendono il drago dai nemici più disparati, rendendolo un turbine inarrestabile. Primo fra tutti questi vantaggi, vi è la soppressione della vulnerabilità nei confronti dell'elemento sacrilego: tutte quelle tecniche che, infatti, sostengono di provocare più danni agli avatar di stampo angelico, colpiranno Venatrix come se egli non lo fosse. Come se fosse un semplice uomo, non vulnerabile alle arti necromantiche più abiette [Abilità personale passiva]. In secondo luogo, vi è l'incremento nella resistenza naturale dei draghi nei confronti dell'elemento che essi sono in grado di soffiare; nel caso di Venatrix, il fuoco. Se egli infatti dovesse essere vittima di tecniche nemiche basate sul suddetto elemento, il danno che esse provocheranno contro di lui andrà considerato di un livello inferiore rispetto al consumo impiegato per evocarle. Tecniche di fuoco Critiche provocheranno dunque un danno Alto al corpo di Venatrix, tecniche Medie un danno Basso, e così via, seppur questo danno non potrà mai essere completamente ignorato. Inoltre, tali rune non abbasseranno in alcun modo la potenza della tecnica utilizzata dall'avversario, ma né smorzeranno solamente il danno una volta giunto al contatto con la pelle di Venatrix. Se egli volesse dunque affrontarle, dovrebbe comunque impiegare i consumi appropriati [Abilità personale passiva]. Seguendo poi con le rune incise sul corpo del drago, vi sono quelle che impongono su di lui non solamente una resistenza elementale, ma anche una resistenza psionica - ma se si pensa che si stia parlando di una banale difesa psionica passiva, non si può essere più in errore. Questa è infatti, piuttosto, un'immunità al dolore psionico; la capacità di mantenere il sangue freddo e la calma indipendentemente dai danni subiti dalla propria mente, ma in nessun modo uno scudo o una barriera contro le suddette offensive psioniche. Semplicemente, Venatrix sarà sempre in grado di mantenere il proprio carattere e il filo logico dei pensieri indipendentemente da quanto gli illusionisti tenteranno di distruggerli [Abilità personale passiva]. In ultimo, vi sono i disegni più pratici ed utili nel furore della battaglia; i primi che Venatrix ha dipinto sul suo corpo, e quelli che gli hanno salvato la pelle più volte nel corso della sua esistenza. I vantaggi sono differenti e diversificati; primo fra tutti la capacità di evocare le proprie tecniche difensive - purché esse siano prettamente difensive - in maniera assolutamente istantanea, prima ancora che il proprio corpo comprenda ciò che la mente desidera imporre. In secondo luogo, il potenziamento delle proprie difese a 360° che, a dispetto di qualsiasi regola imposta dalla fisica, non disperderanno la propria energia e avranno la stessa potenza del consumo impiegato per evocarlo [Effetti passivi del dominio absolute defence].
L'immortalità pare cosa tremendamente distante e lontana se paragonata alla celere esistenza umana. Eppure l'eternità di un ricordo non potrebbe che essere misurata con fragili istanti. Meri attimi. Semplici frazioni di sguardo, unico e solo fotogramma riesumabile. Poiché il ricordo è tanto distanza quanto vicinanza per colui che vi si ritrova a richiamarsi ad esso. Così, vivo solo per una sola fragilità di un istante, Venatrix non potrà mai definirsi "vecchio" o "antico" agli occhi di altri. Egli potrà essere solo un'immagine. Solo il vissuto in un'unica, inalterabile, atemporalità perennemente immota per chi, con occhi stupiti e curiosi, tenterà invano di rimembrare quando, esattamente, egli cominciò a divenire memoria nella sua mente. In termini di gioco, Venatrix non è in grado di invecchiare. Terribilmente antico nella mente, egli è condannato ad avere per sempre le sembianze di un ragazzo o, egualmente, di un giovane Drago. Tutti coloro che avranno la fortuna di imbattersi in lui non solo avranno istantaneamente la netta sensazione di ricordarlo, ma da quel momento in poi non saranno effettivamente in grado di dimenticare la sua figura. Questo tuttavia non le farà divenire Impronte di Venatrix. [Influenza psionica Passiva] Edited by Ray~ - 4/9/2011, 12:45
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