Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

and then the darkness will come, [Campagna] "I Misteri di Cagliostro", Terzo Interludio

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view post Posted on 18/7/2012, 20:27
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DUELLO UFFICIALE
- ( g o r y o ) v s ( g o r y o) -

Laurens de Graaff vs Sallahro m'qahor
_ _ _ ________________ _ _ _

n i c k
Apocryphe vs Andre_03

d u r a t a
1 post di presentazione + 5 attivi

p o s t a
0 gold

s p e c i f i c h e
player killing: off; furti: off;
menomazioni permanenti: off;
tempo limite per postare: 7 giorni;
proroghe ammesse solo previo accordo.

a r e n a & m e t e o
interno di una caverna (descritto all'interno del primo post)

p r i m o p o s t
Apocryphe

 
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view post Posted on 18/7/2012, 22:08
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Un uomo, per quanto distrutto nell'animo, è pur sempre un uomo.
Con il suo carico di ricordi, sofferenze, gioie, aspirazioni. Tutto era un tumulto dell'animo,
o lo sarebbe stato se di quegli uomini si fosse potuto dire che ne avevano uno.

«Voi sapete leggere, no?»
«Sì, anche se ormai lo faccio raramente.»
«Se vi dovesse ricapitare scartate le storie piacevoli, le commedie, le poesie d'amore e licenziose, le narrazioni edificanti, i trattati filosofici. Robaccia. Solo le tragedie hanno valore: vi si narra di come un uomo muore, uccide, vede uccidere, lascia che qualcuno sia ucciso.»
«Dunque, secondo voi, è il male l'essenza della vita.»
«No, lo è la morte, che non è né bene né male: è inevitabile.»

I ricordi facevano male, erano centinaia di spilli puntati sul cranio -un dolore che si espandeva a tutto il corpo.
Eppure lui aveva solo quelli -il mezzo per evocare una forza ancestrale, l'unica che potesse rispondere ai suoi quesiti.
Tamburi negli abissi -avrebbe detto qualcuno.
L'Ombra stava arrivando.


CrAqX


A N D T H E N T H E D A R K N E S S W I L L C O M E
t e r z o i n t e r l u d i o - p a r t e p r i m a



Era una grotta che non era una grotta, a sud dell'Orbrun.
Nessuno ne aveva mai sentito parlare o l'aveva esplorata, perché da anni le nebbie causate nella regione dall'infida e corrotta presenza dei Kaeldran ne avevano celato l'accesso. Ora che quelle stesse nebbie andavano diradandosi, di pari grado con l'estinzione di quella razza che tanti grattacapi aveva arrecato agli abitanti delle zone circostanti e -spesso e volentieri- anche ai vertici del Goryo, la fenditura nella roccia che conduceva all'antro sotterraneo era divenuta visibile anche da una distanza considerevole.
Il fatto che non fosse una semplice grotta si palesava subito dopo l'ingresso: l'apertura nella parete d'arenaria era decisamente troppo piccola per lasciar filtrare luce a sufficienza, ed invece l'interno della cavità rocciosa era quasi illuminato a giorno. I raggi luminosi che riuscivano ad entrare si rifrangevano su cristalli dalle opalescenze rosate posti alla base delle pareti, e di lì si trasformavano in decine di lance luminose che, intersecandosi fra loro, inondavano di luce l'antro fino a perdersi nell'oscurità di un soffitto che non si riusciva a vedere -ma si percepiva come una costante minaccia, come se da un momento all'altro dovesse crollare sulle teste degli incauti esploratori, seppellendoli sotto cumuli di massi, stalattiti e oscurità.
La pianta della cava era di forma quasi perfettamente circolare, un diametro di almeno quindici metri distanziava una parete da quella contrapposta, e solo piccole escrescenze luminose -altri cristalli- cresciuti fra le crepe che dividevano una parete dall'altra testimoniavano quanto quel luogo fosse antico.
Vera particolarità della caverna era un fosso che si trovava esattamente al centro dello spazio;
anche questo di forma circolare, largo non più di un metro, era circondato da alcune pietre su cui erano incisi dei simboli vagamente simili a quelli runici, ma che apparivano molto più antichi. Dal fosso proveniva costantemente un curioso rumore, come un fastidioso ribollire -in parte ovattato da una distanza che sembrava esagerata, in parte strozzato dal suo stesso eco.
Se qualcuno vi avesse lanciato un sasso per provare a stimarne la profondità, non l'avrebbe mai sentito toccare terra.
Era una grotta che non era una grotta.
Piuttosto, somigliava al luogo destinato ad accogliere un demone.

[...]

Lui era lì, in piedi a poco meno di un metro dal baratro che ribolliva.
Un altro, al suo posto, si sarebbe chiesto cosa fosse quel rumore -se per caso non avesse trovato una sorta di vulcano attivo travestito da caverna. Un altro avrebbe potuto ignorare che l'Ombra, comunque la si volesse chiamare o definire, era un'entità viva. Come tale, si muoveva e cercava di venire fuori dai luoghi in cui era stata confinata. Il più delle volte si riusciva ad impedire che accadesse, erano in molti ad agire per sventare quella minaccia -che tuttavia si manteneva costante. Nei rari casi in cui l'Ombra riusciva a muovere i suoi lunghi e freddi tentacoli oltre l'abisso, strisciando nel mondo, toccava ai Custodi combatterla -e possibilmente sconfiggerla.
Così, nonostante Laurens de Graaff appartenesse alla schiatta dei Custodi dell'Ombra, si trovava in quel luogo che non tutte le divinità avevano dimenticato, a giudicare dal gorgoglio che prorompeva dal fosso.
La sua figura era ammantata dalla stoffa del consueto mantello nero, tenuto chiuso sulla spalla sinistra da una spilla in effigie d'una testa di lupo con le fauci spalancate. I capelli biondi, più corti del solito, sembravano impregnati di sudore, lo stesso che gli imperlava la fronte, scorrendo di lato agli occhi -così dissimili l'uno dall'altro eppure parimenti antitetici al colorito intenso della carnagione. La cicatrice sulla tempia sinistra gli bruciava, le labbra erano strette. L'intera immagine che dava di sé trasudava tensione e preoccupazione.
Sopra ogni altra cosa, a esprimere quello stato d'animo inquieto, erano le mani: le dita lunghe ed affusolate tormentavano un ciondolo, attorcigliandosi intorno alla sottile catenina d'oro e accarezzando in maniera convulsa le striature nerastre dell'ossidiana.
Laurens de Graaff era lì e attendeva. Aveva fatto qualcosa di estremamente pericoloso,
qualcosa che un Custode non dovrebbe mai fare: aveva richiamato l'Ombra.

[...]

Improvvisamente il gorgoglio aumentò la propria intensità,
bolle oscure vennero a galla fino alla sommità del pozzo nero, miasmi ripugnanti di morte e corruzione si sparsero per aria e mucillagini oscure parvero levitare per l'antro. Le tenebre ribollivano, e per ogni bolla che esplodeva un filamento oscuro rimaneva sospeso sopra l'abisso. Il rumore prese di soprassalto il filibustiere, che quasi si lasciò scivolare dalle mani il ninnolo che fino a quel momento aveva tenuto in mano; per evitare che ciò accadesse lo strinse non maggior vigore, procurandosi un sottile ma doloroso taglio sul polpastrello del dito indice.
Abbassò lo sguardo sull'ossidiana, affilata come un rasoio, macchiata del suo sangue.
Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse trascorso da quando aveva iniziato ad attendere la rivelazione dell'Ombra, ma quando sollevò il capo per guardarsi intorno, mettendosi frettolosamente il piccolo ciondolo in tasca, si accorse con stupore che l'intera cavità era colma di ributtanti esalazioni.
Frattanto, i filamenti disposti di fronte a lui avevano iniziato ad assumere una forma vagamente umanoide, per quanto interamente nera come il più oscuro fato. Pulsava, gli strali oscuri che componevano quella figura andavano lentamente plasmandosi, finché il Flagello non poté scorgere, fra le pieghe dell'oscurità, un profilo che aveva conosciuto ed amato.

«Perché mio padre?» chiese all'Ombra, con piglio autoritario.
Lo stupore per quello che riteneva uno sgarbo gli aveva permesso di dimenticare, almeno per un po', le sue preoccupazioni.
«Dovevo assumere una forma per poterti parlare, pensavo ti avrebbe fatto piacere.»
La voce dell'Ombra era gorgogliante, ricolma di echi che si sovrapponevano gli uni agli altri in una cacofonia in cui variavano gli accenti e le inflessioni. Sembravano le voci di migliaia di persone che ne accompagnassero una sola.
«Molto premuroso da parte tua, ma non sono qui per sentire certe smancerie.»
«So che non sei qui per questo: hai una domanda da porre. Cosa aspetti?»

Il corsaro tentennò vistosamente.
Aveva sempre saputo di possedere -come tutti i Custodi- una particolare connessione con l'Ombra, eppure non aveva mai pensato che questa fosse in grado di leggergli dentro. Suo padre, anche se in realtà non era altro che lo spettro di ciò che era stato il corpo di suo padre, parve cogliere la sua insicurezza. Provò a simulare un sorriso bonario, anche se in realtà ciò che affiorò sulle grinzose labbra livide somigliava ad ghigno sguaiato.
«Se il più odioso dei miei figli mi chiama deve avere cose importanti di cui parlare.»
La spiegazione era ragionevole, ma che l'Ombra considerasse 'propri figli' coloro che ne avevano accolto in sé un frammento solo per poterne imbrigliare i poteri lo stizzì.
«Michel du Grammont» rispose, aspro, entrando subito in argomento.
Cominciava a risentire della tensione, le gambe tremavano e ogni muscolo del suo corpo sembrava dovesse esplodere da un momento all'altro. Inoltre, iniziava a dolergli il cranio per l'assurda concentrazione cui era costretto per evitare che l'oscurità approfittasse di quello spiraglio per finire vomitata fuori dalla caverna.
«E' morto da poco tempo. Lo hai già preso con te o c'è ancora speranza?»
Il colosso oscuro rumoreggiò per qualche istante, ribollendo con maggiore avidità, come volesse ingoiare tutta l'aria ancora respirabile. Poi un boato tremendo, qualcosa che poteva somigliare a una vera e propria eruzione.
L'Ombra stava ridendo.

«Michel du Grammont è mio da prima che tu nascessi!» urlò, fra i parossismi di quelle risa che sembravano altrettanti tuoni.
«Non ha mai avuto la benché minima probabilità: mi apparteneva da sempre, e lo sapevate entrambi.»
Il Flagello scrollò le spalle: certamente lo sapeva, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare l'anima dell'uomo che davvero gli era stato padre. Purtroppo non c'era più nulla che potesse fare per lui.
«Ne valeva ugualmente la pena» mormorò, appena udibile.
«Adesso puoi andare.»

«Ci rivedremo» rispose l'Ombra ghignante,
mentre il simulacro esplodeva in fiotti d'oscurità e i filamenti tornavano a ribollire nell'abisso. I miasmi cessarono, l'aria tornò respirabile, ma ancora si poteva sentire distintamente la risata del mostro provenire dal profondo del pozzo. La voce rimbombò per l'ultima volta, ricadendo come i pezzi di un vetro infranto -anche se per quella volta, ad infrangersi, era stata una speranza.
«Ci rivedremo molto prima di quanto immagini.»

Laurens riprese fra le mani il ninnolo dalla tasca, sotto il mantello.
Lo rigirò, osservando con attenzione la macchia scura prodotta dal suo sangue sulla pietra. Quel ciondolo apparteneva a Edward Adries Teach. Barbanera.
Era l'ultimo oggetto in grado di aprire l'Abrasax. Du Grammont era riuscito a recuperarlo e voleva fosse distrutto, ma era Lorencillo l'unico a poterlo fare. Quella era la sua ultima volontà -l'ultimo, sottilissimo, legame con l'uomo che aveva reso il Flagello dell'Ovest ciò che era.
Trattenne il filo d'oro della catenina fra le mani, il ciondolo sospeso sull'abisso.
Stirò le labbra in un sorriso amaro.
«Sia fatta la tua volontà, padre.»
Aprì le dita, sapendo che insieme al ciondolo lasciava andare anche una grossa parte del suo passato.
Il ninnolo cadde senza produrre alcun rumore,
perdendosi nell'oblio.


Un po' di contesto: dopo gli avvenimenti de 'Il Primo Assalto', culminati nella morte di du Grammont, Laurens ha avuto acceso al testamento dello stesso. La sua ultima richiesta era che venisse distrutto il ninnolo che avrebbe aperto Abrasax, il mondo di tenebra. L'unico a poterlo fare è un Custode, ma finché non avrà capito come farlo, Laurens vuole lasciarlo nella grotta perché sia la stessa ombra a custodirlo.
La domanda su du Grammont si spiega facilmente: il vecchio pirata aveva venduto l'anima all'Ombra per assicurarsi il potere necessario a vendicare la sorella (arsa sul rogo dall'impero) tramite l'assalto e il saccheggio del Maniero del Re Goblin -avvenuto quando Laurens era poco più che ventenne. Alla morte di du Grammont, Lorencillo spera di poterne salvare l'anima che, tuttavia, è ormai perduta.
Quanto allo specchietto della passive, per ora me lo risparmio, tanto comunque su Salla non avrebbe effetto la passiva di timore -sentirebbe solo un po' di freddo a causa del Mantellemer ma a questo possiamo rimediare offrendogli una sciarpa.
Facciamogli vedere come si faceva ai vecchi tempi, pal :v:


Edited by Apocryphe - 18/7/2012, 23:56
 
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Andre_03
view post Posted on 19/7/2012, 09:25




In principio era la fiamma danzante, tra le scintille d'un rogo più grande.
Dalle intense tinte dorate coronate d'arancio, si agitava senza ordine alcuno e tracciava sagome sempre diverse, proiettando nuove ombre sulla parete. Col suo crepitio nel silenzio altrimenti assoluto, suggeriva moniti e dipingeva universi carichi di significato. A un tratto sulle sue curve comparvero dei visi deformi, minuscoli come le unghie di un bambino. Erano tanti e neri, ma appannati dall'incertezza. L'ignoto era in agguato nel fuoco, e si manifestava nelle forme più disparate. Ora un infante, ora un leone dalla criniera bianca. E ancora il castello in rovina con cinque torri acuminate come punte, la steppa senza un raggio di sole che riuscisse a perforare il cielo grigio.
Alla fine, un orgasmo.
Un'epifania di conoscenza, la realizzazione mancata per un soffio:
il cuore di un fanciullo che si squarcia, vomitando prole demoniaca su tutto il continente.
Una premonizione gravida di minaccia, madida di morte.

salladuello3copy

Sallahro tremava, fradicio di sudore, sul proprio scranno.
Ciò che aveva visto, come sempre, non era affatto chiaro. Un insieme sconnesso di immagini frammentarie e poco comprensibili, fino a che un disegno più nitido si faceva largo tra le fiamme. Negli ultimi tempi spesso era qualcosa di terribile, inafferrabile ad eccezione di un dettaglio: presagiva sventura, lutto e sofferenza.
Persino dopo la morte di Kavash Drevosh aveva continuato ad avere quelle visioni spaventose. Era un segno del Signore, si ripeteva, un segno per avvertirlo del pericolo imminente. E per quanto pregasse il suo dio rosso, mai quello gli sussurrava all'orecchio la soluzione a tutti quegli enigmi. Essi restavano tali, misteri circondati dal fuoco.
Sospirando si chinò in avanti a riassettare la legna ardente, così che i tizzoni bruciassero senza più generare fiamme alte.
La luce del camino allora venne meno, ma la stanza non rimase al buio.
Molte candele di sego ardevano al suo interno.

« Signore, fa' discendere la tua luce su di me » sussurrò,
« perché la notte è oscura, e piena di terrori. »

" E una notte molto più buia di altre si avvicina,
fertile di orrore come mai altre prima d'ora
"

[...]

Erano trascorse alcune settimane dal suo arrivo in città.
Salla cominciava ad abituarsi al trambusto di Taanach, così come al suo brulicare di criminalità impenitente. Quel luogo era come un terrario colmo di piccole formiche rosse, tutte pronte a mordersi l'un l'altra in preda ad ascessi di violenza ingiustificati. La morte era in agguato nei vicoli, e si manifestava senza preavviso. Vivere nella città vecchia era un pericolo quotidiano per chiunque, perfino per un uomo d'esperienza come lui. Non abbassava mai la guardia e si spostava di continuo. Mai alloggiava nella stessa taverna per più di due, tre notti al massimo. Domandava sempre di avere una stanza col caminetto, anche se oramai l'estate era alle porte, e se quelli non ne disponevano stava fino a tardi nella sala comune ad attizzare un fuoco solitario. Nei bassifondi avevano iniziato a riconoscerlo come "l'uomo in rosso", ma alcuni uomini originari del settentrione lo riconobbero come prete del Signore della Luce e gli mostrarono da subito una buona dose di rispetto, pur commisto a diffidenza. Le dicerie riguardo il suo culto avevano raggiunto anche le profondità dell'Akerat.
Sallahro rispondeva alle occhiatacce con sorrisi gentili o sguardi fermi, condiscendenti.
Era abituato a condurre un'esistenza in luoghi sconosciuti; dimorava sovente tra serpi, ne conosceva il veleno.
Nessuno gli rivolgeva mai la parola a lungo, poche frasi di circostanza solo se obbligate.
Se potevano, gli abitanti stavano alla larga da lui.

Quel giorno però era diverso: in molti posarono gli occhi sull'uomo ammantato di porpora che camminava al centro della via.
La sua veste di malleabile cuoio bollito scivolava tra la polvere, coi finimenti giallo ocra che attiravano l'attenzione come poche altre cose della vecchia città. Sotto al cappuccio, due brillanti fuochi ambrati saettavano danzando di volto in volto. Il prete rosso portava i capelli più corti rispetto ai giorni passati e aveva un aspetto curato. Nonostante la calura aveva il viso arido, asciutto. Portava le spade bene in vista sui fianchi mentre procedeva spedito verso il limitare dell'abitato. Quelli che lo incrociavano erano tutti straniti, lo osservavano confusi: un profumo di pesche e albicocche come il suo non lo avevano mai sentito in vita loro. Ma era questione di attimi. Il curioso straniero sarebbe scomparso presto dalle memorie dei paesani d'ogni razza, dimenticato da Taanach come qualsiasi altro viandante.
Lontano dalla luce, nell'oblio.

[...]

Per giorni e giorni aveva peregrinato in luoghi oscuri, da allora.
Grotte, caverne, anfratti: l'Orbrun offriva vasta selezione di culle buie in cui il male poteva incubarsi. Guidato dalla ferrea convinzione d'essere giunto a una risposta delle tante celate nei suoi sogni di fuoco, Sallahro aveva esplorato il territorio infernale alla ricerca di qualcosa. Un segno, forse. Una conferma di quanto aveva creduto di vedere nelle fiamme: tanto gli bastava per non tornare a Taanach turbato dal fallimento. Chiuso in un tacito livore scrutava ogni buco che fosse scavato nella roccia anche solo per un metro di profondità. Fino a che il suo vagabondare non lo condusse a sud, oltre un'incollatura di terra melmosa circondata da crepacci, al cospetto della voragine più strana che avesse mai visto. Da lontano l'aveva scambiata per una radura nascosta oltre una parete di pietra, ma ben presto si accorse che in realtà era ben altra cosa. Un qualche fenomeno bizzarro rendeva quel luogo luminoso oltre ogni dire: innumerevoli cristallizzazioni rosate si ergevano, quasi accecanti, l'una di fianco all'altra. La rifrazione dei pochi raggi solari aveva un che di meraviglioso, e gli strappò un sorriso. Era uno spettacolo bellissimo.
Il suo istinto però lo mise in guardia, attirandolo nel dedalo di zanne calcificate.
Aveva percorso appena pochi passi, quando un brivido incontrollabile gli attraversò la spina dorsale. Era lì, sentiva; il pericolo da cui le fiamme lo avevano avvertito si trovava a brevissima distanza da lui, in quello stesso antro scintillante. Allora lo vide: un uomo stava in piedi nella grotta e gli volgeva le spalle. Di nuovo sentì freddo, una sensazione improvvisa che gli attanagliò il fegato in una morsa di ferro.

« Sia fatta la tua volontà, padre. » conosceva quella voce.
« Fatevi indietro, de Graff! » berciò mentre si palesava « Quell'abisso ribolle di cose malvagie, cose che sarebbe meglio non risvegliare » si fermò a pochi metri dal Custode, su un leggero rialzo del terreno roccioso.
« Fatevi indietro, per il vostro bene. »

Non era tanto sciocco da pensare che il pozzo oltre ser Laurens fosse innocuo, né che il Custode si trovasse lì per caso.
Eppure voleva accertarsi ancora di dover sguainare le armi contro quell'uomo, atto che avrebbe evitato ben volentieri. Con le mani lungo i fianchi Salla stette in attesa, scrutando ora l'abisso ora il soldato del Goryo. Fin da quella prima notte a Taanach aveva sentito di doverlo affrontare, prima o poi; forse era giunto il momento di farlo,
ed estirpare dal mondo un'altra radice della tenebra.
Nell'unico modo che il prete rosso conosceva: con il fuoco e con l'acciaio.


Come da tradizione millenaria, mi riserbo la facoltà di elencare passive e attive nel primo post di duello effettivo. Per il momento basti sapere che la veste nasconde delle armi, ma non emette alcun suono; i passi di Sallahro, comunque, sono normalmente udibili. Ho considerato il brivido di freddo del Mantellemer come da programmi e no, non voglio una sciarpa. :v:
Buon divertimento, bestio. 8D
 
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view post Posted on 20/7/2012, 01:29
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«Il pozzo è profondo. Più fondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto.»
«Mi basta. Mi basta che sia più profondo di me.»
-

E così anche quel capitolo della sua vita poteva dirsi concluso.
Suo padre aveva ragione: "la maggior parte degli uomini è un cimitero abbandonato, dove giacciono senza onori i morti che essi hanno cessato di amare. Ogni dolore prolungato è un insulto al loro oblio".
Lui era solo l'ennesimo di quegli uomini, il suo corpo forse non era null'altro che un'enorme lapide -e sebbene non volesse leggerne l'epitaffio non poteva ignorare la sfilza di nomi che si erano succeduti, tutte persone che aveva amato e da cui era stato amato, sebbene non sempre in maniera convenzionale. Perché l'amore -ormai lo sapeva fuori d'ogni dubbio- era irrazionale, a volte immotivato e troppo spesso contrastante con la natura di chi a quel sentimento si rifiutava di soccombere. Ricordò i nomi, e più che pronunciarli li sospirava, senza produrre alcun suono che non fosse la loro voce, chiusa nella sua testa, dove non ci sarebbe stato alcun eco.
Sua madre, che era andata via per prima; poi suo padre, quindi Alys e infine du Grammont.
Dei suoi affetti -quelli veri, profondi, capaci di attraversare un'intera vita- era sopravvissuto solo il Capitano Adrieszoon, il suo più vecchio amico. Forse l'unico che avesse mai avuto. Quando anche lui fosse scivolato via, Laurens sarebbe rimasto completamente solo, avrebbe perso ogni contatto con l'Overworld, con il suo passato e con quella che era stata la sua vita -un qualcosa che, finalmente se ne rendeva conto- non sarebbe mai più tornato.
Era triste, in fondo, accorgersi di non avere più una casa a cui tornare.
Era rimasto da solo, lo avevano abbandonato tutti -ad eccezione dei nemici. Quindi tutto sommato poteva dirsi fortunato, perché aveva ancora qualcosa per cui vivere.
Aveva ancora la vendetta. Se la sarebbe fatta bastare.

Era assorto in questi pensieri al punto da non udire nemmeno i passi dell'uomo che lo aveva raggiunto all'interno della caverna, dunque fu colto totalmente di sorpresa quando la voce stentorea di Sallahro lo raggiunse alle spalle.
Tuttavia, parecchi anni passati a dormire su una branda in movimento all'interno di una maleodorante sentina avevano lasciato il segno, dotandolo di una singolare capacità di riscuotersi dal torpore e reagire in un lasso di tempo ridicolmente breve.
Il prete rosso non aveva nemmeno finito di pronunciare il suo nome che già il filibustiere aveva fatto correre la mano destra sotto il mantello, fino alla bandoliera indossata sopra l'armatura, che reggeva il pugnale e la pistola. Con un gesto più brusco che elegante ruotò su sé stesso, snudando il pistolese e puntandolo verso il nuovo venuto -di cui non aveva riconosciuto la voce- proprio nel momento in cui questi finiva di parlare.
Lo stupore causato dal riconoscere in quell'inopportuno visitatore lo stesso stravagante (ma letale) straniero che aveva incontrato poco tempo prima a Vecchia Taanach lo innervosì, tanto che si ritrovò a dischiudere le labbra non per parlare o sorridere, quanto piuttosto per mostrare, in un silenzioso ringhio ferino, i canini leggermente più sviluppati del normale. Più che una minaccia, a conti fatti, era un moto di stizza.
Come reazione alle parole del religioso, aprì di scatto le dita che stringevano l'elsa del pistolese, sogghignando con aria estremamente divertita -come se l'altro avesse appena pronunciato una gran battuta di spirito e non un monito inquietante. Il pugnale, lasciato andare, cadde rumorosamente al suolo, vicino alle pietre che delimitavano il pozzo.
«Salla!» esclamò con voce giuliva, mostrando di ricordarsi non solo il volto barbuto dell'interlocutore e quei suoi strani occhi ambrati, ma anche la situazione in cui si erano incontrati e il breve dialogo intercorso fra loro.
«Mi hai quasi fatto prendere un colpo» continuò, sempre sorridendo,
mantenendo un tono colloquiale ben distante dalla rigida compostezza con cui l'altro gli aveva intimato di allontanarsi dal baratro.

Fissò per qualche istante la figura del prete rosso,
chiedendosi da quanto tempo fosse lì, se avesse ascoltato il suo breve colloquio -se avesse visto l'Ombra. Quella possibilità lo incuriosiva e lo preoccupava al tempo stesso: una parte di lui voleva sapere perché quel mercenario nutrisse tanto ribrezzo per l'oscurità -cosa che aveva vanamente tentato di nascondere dietro una fredda cortesia durante il loro primo incontro; d'altro canto, ammesso che ci fosse qualcuno di cui poteva fidarsi, sicuramente non si trattava di uno straniero attaccabrighe conosciuto per i vicoli bui della città vecchia.
Più di ogni altra cosa, il Flagello temeva che quell'uomo lo avesse visto gettare il pendaglio nelle profondità dell'abisso. Nessuno avrebbe dovuto saperlo, meno che mai un uomo di cui non conosceva gli obiettivi e la cui moralità -per quanto sostenuta da una fede religiosa- non gli aveva impedito di trucidare quattro uomini poche notti addietro. Doveva impedire al prete di indagare oltre -ucciderlo, se necessario. Per un bene superiore.
Si odiò per quel pensiero, che non rientrava nella sua natura -si maledì, perché aveva pensato proprio come un prete più che come la canaglia che era.
«Ad ogni modo, ti accontento subito: stavo proprio per andarmene.»

Dopo aver pronunciato quelle parole piegò il ginocchio destro, portandolo fino a terra;
allungò la mano destra a raccogliere il pugnale che aveva fatto cadere, ne strinse l'elsa con scarsa convinzione ed estrema lentezza, come per rassicurare la controparte delle proprie intenzioni. Poggiò distrattamente la mano sinistra al suolo, come volesse aiutarsi a tornare in posizione eretta. Socchiuse gli occhi -con un'aria afflitta che non era l'ennesima invenzione di un volto abituato alla menzogna, ma l'esatto specchio di ciò che provava: una stanchezza mortale.
Nello stesso momento in cui riaprì gli occhi, con uno scatto repentino portò la lama del pistolese ad incunearsi fra i sassi che delimitavano l'abisso circolare; sfruttando la leva generata grazie all'arma, scagliò una delle pietre -non più grande del suo pugno- contro il nemico; non gli interessava la mira, né la forza stessa di quel lancio, poiché l'obiettivo non era colpirlo, ma coglierlo di sorpresa e distrarlo. Difatti, proprio mentre scagliava quel ciottolo di modeste dimensioni, il suo intero corpo veniva inghiottito dal terreno, fagocitato dalla roccia in ottemperanza alle infinite vie di fuga offerte dalla Trama Nera.
Riapparve poco dopo, ma era alle spalle del nemico e se la mano destra stringeva ancora il pistolese, la sinistra sosteneva la pistola puntata alla nuca di colui che, per essere salvato, doveva divenire un nemico.
In un altro tempo, in un'altra notte -magari con meno terrori- avrebbe riconosciuto che c'era del ridicolo nel fatto che loro due si fossero combattuti perché ognuno si riteneva in dovere di salvare l'altro. Ma non quella notte, non in quelle tenebre.
Il Mantellemer parve ruggire la propria approvazione -sollevandosi pigramente da terra, attraversato dal fremito di una volontà che non era la propria- quando la bocca di fuoco della pistola scaricò il proiettile verso il capo dell'avversario. Non aveva prodotto alcun rumore -né con l'arma, né con i suoi spostamenti. Il corsaro lo sapeva, e per questo, in una parte remota della sua coscienza, si odiava. Non aveva mai voluto incrociare spade e destini con quell'uomo, eppure vi era costretto.
"Maledetto prete, ti avevo pur detto di restare fuori dai guai!" si disse,
ma rimase solo un pensiero, nulla di più.


Scourge of the West
----------------------------------

Forma Umana: 4CS in Agilità.
Stato Fisico: Illeso.
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 96%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 2xBasso
----------------------------------

EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Riposta.
Pride: Estratta, mano sx. (Colpi Utilizzati: 1/5).
Corte de Los Agujeros: Estratto, mano dx.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Indossata.
Mantellemer: Indossato / Nessuna forma.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

The Beast of Pirate's Bay
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento. Capacità di sopportare danni fisici fino a un complessivo di 2 Mortali.

The Black Thread
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo -lo stesso si può dire delle sue armi finché rimangono a contatto con lui.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio. Capacità di camminare per aria come su un terreno solido.

Visione (Passive di Henkeen, Occhio del Mondo)
Tre passive: quando non utilizzato per mezzo delle sue attive, Henkeen vede perfettamente, come fosse un occhio reale in perfette condizioni; Henkeen può vedere anche nelle nebbie, nelle forti luci o nel buio più oscuro; infine, l'occhio riconosce la presenza di illusioni o creazioni magiche che modificano la realtà.

El navegador Astuto
Capacità di mantenere l'equilibrio su qualsiasi superficie ed in qualsiasi situazione.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.

Drowning Hellbox (Anello del Potere)
Risparmio energetico del 3% su tutte le abilità.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

The Black Thread (Void Runner - Primo Livello Attivo) - (Consumo Basso)
La presenza dell'Ombra all'interno del corpo del Flagello dell'Ovest ha dato vita ad una capacità singolare, che gli permette -semplicemente poggiandovi sopra il palmo della mano- di attraversare una qualunque superficie come fosse incorporeo. Per utilizzare questa abilità sono necessari alcuni secondi di ferma concentrazione ed il pagamento di un obolo energetico pari ad un consumo Basso. Questa abilità ha solo due nei -volendo, anche trascurabili-: anzitutto, non può essere utilizzata in fase difensiva; secondariamente, il suo utilizzo può perdurare per un brevissimo lasso di tempo, costringendo quindi colui che la utilizza ad entrare ed uscire da una superficie nel corso del medesimo turno; ovviamente, una volta che si sarà usciti completamente dalla superficie in oggetto non sarà possibile attraversarla di nuovo se non tramite un secondo utilizzo dell'abilità

Mantellemer - Forma Difensiva (Consumo Basso) 1/2
Una volta Mantellemer fu proprietà di un virtuoso cavaliere, prode di mille battaglie per i più disparati campi di battaglia. In vita conobbe solo la spada, veicolo d’offesa e difesa, unico appiglio agli alti ideali d’ogni buon armigero occidentale. Come una croce simbolo di fede e dedizione, la sua bastarda rappresentò tutto di lui e per lui, e nessuna preghiera poté altrettanto se non lo scintillante sfolgorio dei suoi fendenti. Condusse una vita in fondo identica a tant'altri suoi pari, così come nella fine. Morì sul campo di battaglia e quella bastarda fu la sua croce, di lui non restò neppure il nome nelle memorie, se non quell’acciaio ora poco più che ruggine. Se fosse indietreggiato quel giorno ergendo lo scudo, se si fosse negato all’istintuale richiamo al sangue, se avesse messo da parte l’orgoglio: forse sarebbe ancora vivo. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il possessore del mantello potrà adoperarlo come fosse uno scudo per due turni complessivi compreso quello di attivazione. La sua consistenza, sebbene ancora fluida come quella del tessuto che la compone, sarà resistente quanto una maglia d’acciaio.
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Note: Breve recap a beneficio dei lettori.
Laurens teme che Sallahro voglia recuperare il ninnolo -o peggio, affrontare l'Ombra nell'abisso, che DEVE fare da guardia al gioiellino. Avendo già avuto modo di constatare quali siano le capacità del prete rosso in una giocata precedente, il corsaro non ha troppa voglia di combatterlo. Tuttavia, essendovi costretto, punta a metterlo fuori combattimento in maniera rapida ed quanto più possibile indolore: paradossalmente, lo scontro nasce dalla volontà di due uomini diffidenti di salvarsi vicendevolmente.
Quanto all'attacco in sé, è presto detto: Laurens finge che gli sia caduto di mano il pistolese per la sorpresa di trovarsi di fronte il prete rosso, ed acconsente ad allontanarsi. Quando però si abbassa per raccogliere il pugnale lo usa per fare leva su una delle pietre che circondano il pozzo (grossa quanto il pugno chiuso di un uomo adulto) e scagliarla contro l'avversario come diversivo; al contempo utilizza il primo livello del Void Runner per andargli alle spalle e -sfruttando le proprie capacità stealth- sparargli alla nuca. Essendo tuttavia convinto (e in parte sperando) che l'altro sia in grado di evitare l'attacco e reagire, si tiene pronto ad una eventuale contromossa attivando la forma di scudo del mantello. E questo è tutto.


Edited by Apocryphe - 20/7/2012, 03:13
 
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Andre_03
view post Posted on 20/7/2012, 20:21




Non era mai una sola la ragione dietro alle azioni degli uomini.
Piuttosto vi era un coacervo di emozioni spesso contrastanti tra loro, concatenate in scuse che facevano apparire le cose un po' più giuste. Un po' più accettabili per se stessi e per gli altri. Sallahro non si domandò quali fossero i tumulti celati nel cuore del Custode, né osò chiedergli spiegazioni riguardo la sua presenza lì - in una grotta che nonostante le apparenze era un ventre gravido di tenebre - o tanto meno indagò sulla natura del ninnolo che aveva visto inghiottire dal pozzo. Aveva anzi invitato de Graff a farsi da parte, così che lui potesse epurare il male di quei luoghi. Perché il fato delle singole anime gli importava solo parzialmente, mentre quello del mondo e dei popoli era il suo unico interesse. Così non reagì violentemente quando l'altro mise mano al pugnale. Non estrasse le proprie spade di rimando.
Rimase a guardare le azioni sconsiderate di un uomo che aveva perso se stesso,
o che si sarebbe perso presto.

« Salla! » il cruccio sul viso del prete si fece ansia;
« Mi hai quasi fatto prendere un colpo »

In pochi lo avevano chiamato a quel modo con tanta giovialità nel corso degli anni. Una ristretta cerchia di commilitoni legati a lui dal doppio laccio della stima reciproca, che altri avrebbero definito come amici. Laurens de Graff, per certo, non era tra quelli. Tanta improvvisa confidenza lo mise in allarme, costringendolo ad assottigliare le palpebre in uno sguardo carico di insicurezza. Era dinnanzi all'ignoto, ancora: non poteva immaginare quali sarebbero state le mosse del carceriere, sebbene avesse il sentore che non fossero gravide di buone intenzioni. Tutto ciò che era in suo potere fare consisteva nell'osservare con maggiore attenzione ogni movimento sospetto, soppesare ogni parola dell'altro come fosse fiele al sapor di miele. Fu così che colse l'inganno maldestro, o almeno credette di riuscirvi. Inizialmente l'altro fu lento, quasi goffo nel chinarsi a raccogliere l'arma lasciata cadere al suolo; quindi agì rapido, e il sacerdote comprese infine, con grandissimo rammarico
che avrebbe dovuto affrontarlo.

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Ammutolì con sorpresa: non tanto il sasso scagliato nella sua direzione, quanto la scomparsa dell'ormai nemico gli diede un colpo al cuore. Laurens venne letteralmente assorbito dal terreno, con una magia di natura sconosciuta ma dagli intenti abbastanza prevedibili. Se avesse voluto fuggire gli sarebbe bastato farlo, senza aggredirlo; la pietra non era che un diversivo, per distrarlo dalla vera offensiva. E quale posizione migliore se non alle spalle dell'avversario, per colpire in tutta sicurezza? Schivò con semplicità disarmante quel primo assalto, sfoderando nel mentre le spade in un unico, rapido gesto. La maestria del danzatore che era venne palesata: la breve colluttazione coi bravacci di Taanach non era stata che un fievole assaggio del suo grande talento. Nell'istante in cui de Graff riappariva alle sue spalle e premeva il grilletto del proprio sputafuoco, Sallahro era già pronto a piroettare armoniosamente, le lame protese nel vuoto. Il proiettile scivolò letteralmente lungo l'acciaio della spada sottile che stringeva nella macina e sibilò via,
lasciandogli sulla guancia appena un graffio bruciante.

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Ghignò istintivamente, chiuso nel segreto del proprio manto purpureo.
" Sei una canaglia, Laurens " attaccare alle spalle era un pessimo vizio dei codardi, che ovviamente lui apprezzava " ma non credere che io sia nato ieri " « Pessima risposta, de Graff » disse invece: « Un vero peccato che le nostre strade si siano incrociate così, ed ora » uomo contro uomo, lo scontro era iniziato.
Non ci sarebbero stati tempi morti, solo fiamme e sangue.
« Un peccato, davvero. »

Per nulla intimorito dal contorto mantello che l'altro indossava, né dagli artifici di cui quell'uomo era capace, il prete rosso si fece sotto con uno scatto fulmineo. Col corpo chino in avanti nell'atto di spingersi verso il nemico, fece scivolare lungo le armi alcune polveri sottili nascoste nelle maniche del manto rosso: combinate assieme nell'umida aria del meriggio, esse diedero nuova luce all'intera caverna. Un abbaglio sì grande che, venendo riflesso dai molti denti calcarei di cui l'anfratto era ricoperto, apparve come il monito di un dio incollerito. L'attimo seguente Sallahro stava tanto vicino da de Graff che poteva fiutarne il profumo, un misto di salsedine e aromi pungenti tipici del meridione. Quasi avrebbe potuto credere che egli fosse un pirata della schiatta di Morgan "Occhio di Corvo", ma dal suo portamento traspariva anche dell'altro. Un'attitudine a valori perduti, di nobili origini. Un peccato, davvero, doverlo fare a pezzi.
Come due fauci gemelle, le lame del sacerdote si sollevarono verso il petto della vittima. Raddrizzandosi, il padrone tracciò con ciascuna un arco ascendente che si sarebbe concluso con il ritorno in posizione di guardia almeno della spada di destra, la prima a colpire, ma la meno letale. Così avrebbe dipinto, nelle intenzioni, una "V" rossa sul torace dell'abbagliato
Laurens de Graff, Custode di Taanach.
Cane sciolto del Goryo, faina in seno alle iene.


corollario


condizioni fisiche graffio sulla guancia sinistra;
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 94%;

equipaggiamento 2 spade (una per mano - 4 riposte nella veste); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (1CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive flash abbagliante (Benedizione della luce e del fuoco - Basso); fendente potenziato come tecnica fisica (Danza dell'acciaio - Medio);

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note considerata la mole di passive in mio possesso, e per non fare di questo specchietto riassuntivo un romanzo a puntate, eviterò di citare per intero i testi delle abilità passive. Le attive, comunque, saranno riportate come da prassi. Una nota a margine va all'utilizzo difensivo delle CS di cui dispone il mio PG: mi rendo conto della leggera forzatura, specialmente nel secondo caso, a cui sono andato incontro. Ciononostante ho preferito tenere questa condotta per il bene dello spettacolo.

resoconto azioni Sallahro si avvede del primo inganno di Laurens (CS in intelligenza) e schiva il sasso (CS in agilità) con facilità, estraendo le armi in un istante (4 fottute CS in maestria delle armi); voltandosi per istinto fa scorrere il proiettile lungo la lama di una spada e viene ferito alla guancia anziché alla nuca. Dopodiché scatta in avanti, utilizza il flash abbagliante (Benedizione della luce e del fuoco, cfr. sotto) un attimo prima di sferrare un doppio attacco con le lame. Il primo è un normale colpo fisico, il secondo è potenziato a Medio come tecnica fisica (Danza dell'acciaio).

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CITAZIONE

Una luce in grado di abbagliare le tenebre più fitte, che sia una guida per le anime perdute. "Poiché la notte è buia e piena di terrori" - e un Prete del dio rosso deve farsi carico di molte responsabilità. Così è nei sermoni che Sallahro recita durante i roghi sacrificali al Signore della Luce; così è nell'animo di coloro che gli stanno accanto, come pecore attorno a un pastore probo; così è in battaglia, per mezzo di sotterfugi abilmente celati nella sua veste. Tra le tante polveri nascoste nella tunica del sacerdote alcune hanno difatti la capacità di generare una luce abbagliante improvvisa se mescolate: a Salla basterà alzare una mano al cielo o compiere un gesto analogo per slegare con rapido movimento di dita le tasche che le contengono - cosicché ne fuoriesca una quantità bastante allo scopo - perché la magia abbia luogo. Spesso usato al fine di intrattenere o stupire, questo stratagemma può rivelarsi utile in uno scontro o per rischiarare luoghi immersi nella più fitta oscurità.
bassa; pergamena "Flash abbagliante"


CITAZIONE

Prima che Sallahro conoscesse il fuoco, già aveva stretto amicizia con il ferro e l'acciaio. Il primo approccio avvenne in tenerissima età: ad appena sei anni - come tutti i bambini del suo medesimo rango sociale - venne condotto presso un maestro di scherma. Presso di lui si allenò mattina e sera, apprendendo pian piano la cosiddetta danza dell'acciaio, una tecnica spadaccina tipica di Braavos - città d'origine del suo precettore - fondata sulla rapidità e fluidità nei movimenti dell'esecutore. Equilibrio, concentrazione e precisione sono le chiavi per la padronanza di questo stile di combattimento raffinato eppure brutale come pochi: agli apprendisti si insegna fin da subito quale punto del corpo sia meglio colpire per provocare danni oppure dolore -o entrambe le cose. I danzatori sono temuti sul campo di battaglia poiché, sebbene spesso protetti soltanto da morbide e flessibili armature di cuoio bollito, possono uccidere senza fatica molti uomini in cotta di maglia o di piastre, in virtù della loro superiore mobilità nonché di un'accuratezza degna dei migliori cerusici.
variabile; abilità personale


 
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view post Posted on 21/7/2012, 21:22
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I movimenti fulminei con cui il prete rosso scongiurò il pericolo di quel primo assalto colpirono profondamente Laurens che poté congratularsi con sé stesso per aver azzeccato la previsione: quell'uomo era pericoloso e non andava sottovalutato, e avvalersi dell'aiuto del Mantellemer era stata una scelta saggia.
La soddisfazione tuttavia durò poco, quanto bastava per rendersi conto che il nemico non reagiva alla sua presenza come erano soliti fare tutti gli altri: non sembrava patire il freddo con cui il mantello avrebbe dovuto flagellarlo, né appariva intimorito dalla sua presenza -piuttosto, Sallahro era sempre parso sospettoso e rigido, permeato da una compostezza più adatta alle fila di un esercito regolare che di un'orda mercenaria -o di una ciurma di filibustieri.
Probabilmente era la sua fede a fare la differenza -quale che fosse. Dal canto suo il corsaro era tristemente consapevole di non avere nulla del genere a cui appigliarsi: la sola fede che avesse mai coltivato era nelle armi e negli uomini di valore. Ma con il tempo aveva scoperto che le prime erano subordinate ai secondi, e questi ultimi si facevano sempre più rari -ammesso che poi ne fossero davvero esistiti.
Dunque, quando l'avversario volle rendergli la pariglia contrattaccando -e mettendo in mostra una maestria non indifferente nell'uso delle spade, qualcosa che andava ben oltre l'abilità media di un assassino di professione- al Flagello non era permesso confidare in nulla se non in sé stesso. E sperare di essere un uomo di valore.

Gli occhi del Capitano de Graaff erano fissi sui movimenti del religioso,
cercando di coglierne ogni sfumatura, di leggerne le intenzioni, mentre i muscoli guizzavano sotto l'armatura, pronti a scattare in movimenti fulminei. Tuttavia non gli fu possibile attuare questo proposito: Henkeen, l'Occhio del Mondo, era già pronto a sprigionare il suo potere quando venne investito da un'ondata di luce, una silenziosa e abbacinante bordata che sembrò perdersi nell'iride d'ambra come in quella azzurra; gli occhi del corsaro, pronti ad accogliere ogni meraviglia ed ogni oscenità, rimasero abbagliati da quel lampo improvviso.
Così Laurens non vide nulla di ciò che seguì, né i movimenti preparatori del nemico né il saettare delle sue lame nella luce rosata che rifulgeva nell'antro.
Non poteva vedere -e per questo imprecò sonoramente, ricoprendo il diavolo di ogni fantasiosa bestemmia che potesse sovvenirgli- ma in compenso, grazie alla sempiterna presenza della Trama Nera, poteva percepire la presenza dell'avversario. Era vicino e stava muovendosi -sicuramente non per portargli soccorso.
Benedicendo ancora una volta la propria cautela piegò le ginocchia, preparandosi ad effettuare un movimento ancor più spettacolare di quello eseguito testé dal suo avversario: era il momento di dimostrare come il prete rosso non fosse l'unico acrobata presente in quella cava infernale.
Le lame nemiche si abbatterono in avanti, incontrando però non il corpo del del corsaro ma solo il suo mantello, i cui lembi inferiori volteggiarono coprendone la figura e solleticando l'aria, mettendo a nudo una cruda indifferenza -quasi derisoria- nei confronti dell'assalto portato dallo straniero.
Praticamente in quello stesso istante, mettendo in mostra una velocità ed agilità che non vantava apertamente ma di cui si sapeva perfettamente capace, Lorencillo fece scattare entrambe le gambe, effettuando una piroetta all'indietro mentre lasciava andare la pistola, incurante del suo tintinnare convulso una volta caduta al suolo; prima ancora che l'arma toccasse terra, il corsaro allungò la mano sinistra e -in posizione esattamente perpendicolare al terreno sconnesso- la poggiò per aria come su di un solido camminamento, dandosi un'ulteriore spinta indietro.
Concluse la seconda piroetta atterrando in maniera meno composta dell'usuale, tanto che non rimase perfettamente in piedi ma si costrinse a piegare le ginocchia fino al suolo.
Al termine di quella spettacolare manovra evasiva si accorse che stava riacquistando la vista,
la pupilla si riabituava alla normale quantità di luce presente all'interno della grotta, e lui poteva nuovamente scorgere il suo avversario. Fu mentre si raddrizzava lentamente che notò un graffio pronunciato sulla superficie del Mantellemer -cosa che non era mai avvenuta, nonostante quell'arma fosse stata utilizzata in tanti pericolosi scontri.
Che razza di armi possedeva quel prete traditore, che riuscivano a intaccare -seppure in minima parte- la fibra incantata di quel mantello sopravvissuto a più guerre di quante una vita possa contenerne?

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«Disdicevole» interloquì,
dando forse l'impressione di volersi riferire alle parole pronunciate dalla controparte.
«Tengo molto a questo mantello, ti pregherei di lasciarlo intonso.»

Senza aggiungere altro -ed in parte perché non voleva lasciare lunghi istanti di tregua al suo avversario- scattò in avanti. O per meglio dire, scattò verso l'alto.
Sfruttando una rapidità ancora maggiore alla norma, concessagli dal Mantellemer, con tre lunghe falcate in diagonale, trovando per aria appoggi che non sarebbero dovuti esistere, il corsaro si ritrovò quasi sopra il nemico, ad un'altezza di circa due metri. Senza indugiare oltre spiccò un lieve balzo mentre estraeva la cazoleta, stringendone l'elsa elaborata e placcata d'oro; un istante dopo era in picchiata verso il nemico, ma operando una torsione del busto.
Difatti era sua intenzione sfruttare quella rotazione per rimpinguare la capacità d'impatto della Lagrima di Pirate's Bay che sarebbe servita -nelle intenzioni- ad incontrare la spada che il nemico reggeva con la mano sinistra, tenendola in legamento e -grazie al movimento in atto- aprendo così la guardia del nemico quel tanto che sarebbe bastato per affondare il pistolese nell'incavo della clavicola -mentre l'occhio azzurro incastonato sull'elsa del pugnale brillava.
La forza di gravità avrebbe ulteriormente potenziato la capacità d'impatto del pugnale, la cui particolare guardia larga avrebbe potuto facilmente -vista anche l'alta velocità- spezzare la clavicola al prete rosso, rendendogli inutilizzabile il braccio se non al prezzo di dolori lancinanti.
Se quel fraile era tanto abile con le spade, la prima cosa da fare era impedirgli di utilizzarle.
A quel punto non avrebbe potuto fare altro che soccombere -e lasciarsi salvare.

Le azioni degli uomini non avevano mai una sola ragione. E questo non era un problema:
erano molti, molti di più.


Scourge of the West
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Forma Umana: 4CS in Agilità; +4CS in Velocità.
Stato Fisico: Illeso.
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 81%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1xAlto - 1xMedio (Gratuito)
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EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Estratta, mano sx.
Pride: Abbandonata, a terra. (Colpi Utilizzati: 1/5).
Corte de Los Agujeros: Estratto, mano dx.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Indossata.
Mantellemer: Indossato / Forma Difensiva.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

The Beast of Pirate's Bay
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento. Capacità di sopportare danni fisici fino a un complessivo di 2 Mortali.

The Black Thread
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo -lo stesso si può dire delle sue armi finché rimangono a contatto con lui.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio. Capacità di camminare per aria come su un terreno solido.

Visione (Passive di Henkeen, Occhio del Mondo)
Tre passive: quando non utilizzato per mezzo delle sue attive, Henkeen vede perfettamente, come fosse un occhio reale in perfette condizioni; Henkeen può vedere anche nelle nebbie, nelle forti luci o nel buio più oscuro; infine, l'occhio riconosce la presenza di illusioni o creazioni magiche che modificano la realtà.

El navegador Astuto
Capacità di mantenere l'equilibrio su qualsiasi superficie ed in qualsiasi situazione.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.

Drowning Hellbox (Anello del Potere)
Risparmio energetico del 3% su tutte le abilità.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

Mantellemer - Forma Difensiva (Consumo Basso) 2/2
Una volta Mantellemer fu proprietà di un virtuoso cavaliere, prode di mille battaglie per i più disparati campi di battaglia. In vita conobbe solo la spada, veicolo d’offesa e difesa, unico appiglio agli alti ideali d’ogni buon armigero occidentale. Come una croce simbolo di fede e dedizione, la sua bastarda rappresentò tutto di lui e per lui, e nessuna preghiera poté altrettanto se non lo scintillante sfolgorio dei suoi fendenti. Condusse una vita in fondo identica a tant'altri suoi pari, così come nella fine. Morì sul campo di battaglia e quella bastarda fu la sua croce, di lui non restò neppure il nome nelle memorie, se non quell’acciaio ora poco più che ruggine. Se fosse indietreggiato quel giorno ergendo lo scudo, se si fosse negato all’istintuale richiamo al sangue, se avesse messo da parte l’orgoglio: forse sarebbe ancora vivo. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il possessore del mantello potrà adoperarlo come fosse uno scudo per due turni complessivi compreso quello di attivazione. La sua consistenza, sebbene ancora fluida come quella del tessuto che la compone, sarà resistente quanto una maglia d’acciaio.

Mantellemer - Path of Defenders (II) (Consumo Alto)
Alla morte dell’ardito cavaliere, il mantello fu preso in segno di sfregio dal suo assassino nella logica che, battendo un valente cavaliere, si dimostra d’esserlo ancor più. Da quel giorno non passò momento in cui non fosse riconosciuto e apprezzato per l’impresa perpetrata, esaltando il proprio operato cavalcando l’onda della gloria. Ma chi di nobili natali tiene più all’onore e al prestigio che all’assennatezza. Fu così che un fratello del cavaliere giunse a reclamare soddisfazione e vendetta, e una volta ottenutola al seguito di un leale duello all’arma bianca, spiccò lui il capo riprendendosi l’unica memoria che gli restava del parente. Spendendo un quantitativo Alto di energie e avendo il mantello sotto forma di scudo grazie all’abilità precedente, sarà possibile parare ogni offensiva di livello Medio o inferiore giunga in un turno, compresi gli attacchi fisici passivi. Allo stesso tempo il corpo acquisirà una spinta verso un livello successivo, concretizzandosi in un power up di 4CS alla Velocità.

Eyeshield - (Potenza Media - Gratuito - Occhio del Mago nel Pugnale)
Incastonato nel pugnale, un piccolo cristallo azzurro rivela la sua luce in riverberi di opalescenze acquamarina; un cristallo azzurro sì, ma venato d'oro, proprio come l'occhio destro del Corsaro. Difatti è stato proprio Laurens a volere che il suo occhio sinistro, tragicamente perduto in combattimento, venisse cristallizzato ed impiantato nell'arma, donandole una minima parte di quel potere che il Flagello detiene grazie al legame con Apocryphe. L'effetto principe donato dall'occhio al pugnale è la possibilità di potenziare un colpo fisico, donandogli una potenza pari a Medio. L'utilizzo dell'abilità non richiede costi energetici,
bensì il solo utilizzo di uno slot (incastomanto: occhio del mago).
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Note: Come da previsioni, Sallahro viene fuori agilmente dall'attacco "a sorpresa", e dunque Laurens si rende conto di aver fatto bene a prepararsi al contrattacco. Subisce in pieno il flash (ho considerato che, essendo una attiva, sia più potente della passiva di Henkeen che permette di vedere attraverso forti luci) e si affida unicamente alla personale passiva di auspex fisico (che agisce come un radar) per interpretare i movimenti del nemico; a quel punto utilizza la skill di potenza alta del Mantellamer che oltre ad offrire una difesa media che può parare attacchi fino a potenzia media inclusi i fisici (foxy, creatrice, mi ha confermato l'interpretazione corretta) e potenzia le CS, permettendogli di effettuare la doppia piroetta e il successivo salto con avvitamento. L'attacco è semplice: il primo colpo è un tondo con la Lagrima che -sfruttando la rotazione impressa al corpo- cerca di allargare la guardia del prete per poi colpirlo nell'incavo superiore della clavicola con il pugnale, attacco potenziato a livello medio grazie all'occhio del mago. Ah, il graffio sul mantello è un espediente narrativo concordato con Andre.
Pal, a te la palla :v:


Edited by Apocryphe - 21/7/2012, 22:58
 
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Andre_03
view post Posted on 23/7/2012, 18:18




Accolse con sorpresa l'abilità del Custode nel difendersi.
Aveva inteso che Laurens de Graff non apparteneva alla risma di cialtroni e mentecatti annidati a Taanach, ma fu comunque stupito nel vederlo infine all'opera. Scivolò agilmente indietro con una piroetta e si chiuse nello scudo del proprio mantello, noncurante dell'abbaglio di cui l'intera grotta riluceva ancora. Il riverbero non lo sconvolse come previsto, permettendogli altresì di evitare le ferite e torreggiare sul prete con fare arrogante. Quando egli ciarlò a vuoto, gli occhi di Salla bruciarono più intensamente alla fievole luce della caverna. Quell'uomo cominciava a piacergli; eppure sentiva ancora di non potersi fidare di lui, per qualche ragione. Non replicò alle sue parole, senonché con un sorriso di scherno. In lui ardeva furioso l'incendio della battaglia, controllato da una concentrazione impeccabile. Anche se avesse voluto aggiungere qualcosa, probabilmente non ne sarebbe stato in grado perché il carceriere si mosse più rapido di prima, quasi fosse stato istruito sull'arte della spada da maestri braavosiani - sebbene non ne mostrasse l'innata grazia - e gli fu addosso in un istante. Il successivo attacco aveva dell'innaturale: il Custode corse letteralmente sul vuoto come Sallahro in vita sua aveva visto fare solo in un'occasione e precipitò sull'attonito sacerdote con una foga a dir poco crudele. Si avvitò quindi con un movimento notevole del busto, menando un primo colpo alla spada mancina dell'uomo rosso. Le armi cozzarono con clangore metallico, generando un eco che si perse tra le lontane pareti dell'anfratto sotterraneo; fu in quel momento che Salla capì le intenzioni del nemico, e le accolse con un ghigno ghigno beffardo. Il pugnale lo infilzò alla spalla sinistra strappandogli appena un grugnito di dolore, ma obbligandolo a lasciare la presa sulla sottile spada che stringeva in pugno. Quella cadde al suolo dietro le spalle dell'altro uomo, sospinta da un impercettibile spasimo delle dita che il padrone riuscì a imprimerle - non senza dolore - prima di abbandonarla.
I duellanti furono allora a meno d'un palmo di distanza l'uno dall'altro.
La lama di Laurens aveva lacerato la veste rossa e s'era tinta di un porpora più scuro. Il prete alzò lo sguardo ambrato e vide gli occhi del suo avversario: uno dorato, simile ai suoi; l'altro azzurro vivido, colore del mare. Come fuoco e ghiaccio, che immaginò albergassero insieme nell'animo di quel filibustiere. Una coesistenza per nulla pacifica, con la quale Salla si spiegò le contraddizioni che leggeva in quello sconosciuto.

« Sono desolato » esalò, in affanno;
il suo alito fresco d'arancia era macchiato dal rugginoso fragore del sangue
« Ma se aveste voluto uscire illeso da questa grotta,
allora non avreste dovuto attaccarmi.
»

salladuello4copy

« Non crediate di cavarvela con un piccolo graffio sulla vostra bella cappa. »

Aveva ancora la mano destra libera, e il nemico era costretto a stargli addosso dal coltellaccio conficcato nelle sue carni. Mastro de Graff era in trappola, sebbene con buona probabilità non se ne fosse avveduto. Mantenendo il contato visivo quasi a stuzzicare l'altro con aria di sfida, il mercenario delle aride terre del Sud mosse il braccio in un arco ascendente che mirava a trafiggere il gomito sinistro di Laurens con la lama affilata. Con una sussulto incredibile però l'arma guizzò all'improvviso verso il basso - al ginocchio, articolazione tra le più vulnerabili - come a volerne sferzare i legamenti. E nel silenzio dell'ignoranza, la seconda spada che Sallahro aveva lasciato cadere tergo il nemico, si librò a mezz'aria governata dalla stessa mente del prete. Riscossa dal volere del padrone, saettò all'indirizzo del fianco altrui, là dove avrebbe trovato viscere da lacerare e reni da perforare. De Graff avrebbe presto compreso che, pur senza un braccio, l'uomo rosso rappresentava un pericolo ben diverso da quelli cui rifuggiva - e che dimoravano in quell'anfratto di roccia calcarea.
Più luminoso, ammantato dal fuoco della giustizia
ma pur sempre mortale.


corollario


condizioni fisiche graffio sulla guancia sinistra, ferita alla clavicola sinistra (Medio);
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 84%;

equipaggiamento 2x spade (mano dx, telecinesi); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (1CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive doppio attacco contemporaneo (Danza dell'acciaio - Medio); telecinesi passiva per 4 turni (Danza dell'acciaio - Medio);

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note ho considerato il primo attacco, quello mirato ad aprire la guardia di Sallahro, come uno scontro fisico tra CS che il mio personaggio perde, quindi si trova costretto a fronteggiare l'aggressione alla clavicola e allora decide di non difendersi per avere il nemico a portata di spada. Off-game è un po' la stessa cosa, ho preferito prendere un Medio e avere i due slot per attivare la telecinesi e attaccare. A questo proposito, sottolineo che la spada è stata abbandonata da Salla un po' più in là del naturale punto di caduta proprio in previsione di un attacco coatto portato (e qui torniamo nel campo off-game) da un potere passivo. Non essendovi stato alcun danno all'equipaggiamento ho creduto lecito agire così, e l'offensiva va considerata in questo caso come un normale attacco fisico non tecnica.

resoconto azioni Sallahro si ritrova sorpreso dall'abilità di Laurens e viene colto impreparato dal successivo assalto di quest'ultimo. Sebbene dal primo colpo - volto a far breccia nella sua posizione di guardia - non abbia potuto opporsi, decide di lasciarsi ferire per cogliere a sua volta l'avversario di sorpresa. Lascia cadere la spada impercettibilmente più avanti di dove sarebbe caduta normalmente, in modo che il Custode non sospetti nulla. Quindi mentre parla attiva la telecinesi (Danza dell'acciaio, cfr. sotto) e subito dopo sferra un triplice attacco contemporaneo: con la spada ancora stretta in pugno nella dritta cerca di colpire allo stesso momento il gomito e il ginocchio sinistri di Laurens (Danza dell'acciaio, cfr. sotto - Medio scisso in doppio Basso), mentre con l'altra arma attenta al fianco del nemico.

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CITAZIONE

Sallahro non è un danzatore dell'acciaio qualunque: oltre alle tecniche di combattimento che gli furono insegnate dal suo precettore braavosiano ha espanso le proprie conoscenze a campi ignoti per la maggior parte degli altri guerrieri. In qualità di Prete Rosso, affine ai trucchi più disparati ed alle dottrine meno rinomate, è stato in grado di allargare il controllo sulle sue armi ben al di là dei limiti fisici imposti dal corpo mortale: previo un discreto sforzo mentale, può assumere il controllo - e mantenerlo per un certo lasso di tempo - su quattro oggetti offensivi in aggiunta a quelli da lui stretti in pugno. Per tramite di essi ha facoltà quindi di fare uso di ogni tecnica in suo possesso, attaccare o difendersi a piacimento. Gli unici limiti sono rappresentati dalla distanza massima alla quale le armi possono essere dal loro controllore e dal peso di queste ultime: non gli è possibile difatti manovrare mentalmente oggetti che non sarebbe in grado di sollevare con le proprie forze. Al termine del giogo psichico col quale brandisce tali armi aggiuntive, il sacerdote è in grado comunque di recuperare un oggetto qualora lo lanciasse a grandi distanze oppure far compiere alla propria spada una traiettoria volante particolare e innaturale.
media; telecinesi passiva per 4 turni e pergamena "Effetto Boomerang"


CITAZIONE

La danza dell'acciaio è genitrice di molteplici tecniche offensive e difensive sviluppate dai maestri dell'arte della spada nel corso dei secoli. Quella del duplice attacco - o morso della vipera - è tra le maggiormente diffuse e conosciute, tanto che la si potrebbe definire "basilare" per qualsiasi adepto di tale dottrina marziale. La suddetta tecnica, come gli appellativi ad essa associati possono lasciar intendere, si fregia di una doppia caratteristica: velocità e contemporaneità negli assalti che con essa vengono sferrati. Facendo uso di una singola arma - o più di una - il danzatore dell'acciaio può attaccare il proprio nemico puntando due differenti obiettivi del suo corpo: volto e arti, ventre e mani - in qualsiasi combinazione desideri. Così la forza degli attacchi sarà dimezzata - distribuita tra due - rispetto allo sforzo necessario per compierli, ma la vittima dovrà difendersi su diversi fronti.
media; warrior style liv. II


 
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view post Posted on 23/7/2012, 23:34
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Il suono delle ossa scricchiolanti e della carne lacerata -l'odore del sangue, così ferroso e umido- risvegliò la Bestia.
Nello stesso istante in cui i piedi del corsaro toccarono terra, si rese conto del fremito che gli attraversava la schiena e sconvolgeva le viscere, il richiamo di Apocryphe che insisteva per essere invitato a quella festa, ruggendo sotto la pelle, insinuandosi fra le pieghe della schermaglia per prenderne il controllo con la sanguinaria determinazione di cui si era dimostrato capace un numero esorbitante di volte.
Il Corsaro lasciò la presa sulla propria arma, indifferente al fato dell'oggetto una volta che era servito al suo scopo -ferire e mettere in difficoltà un nemico che nutriva preoccupazioni tanto grandi da fargli rischiare la vita per un sospetto. Lo sguardo di Laurens -che conteneva la luce e l'ombra- si fece improvvisamente corrucciato,
un po' per le parole pronunciate da un avversario che, nonostante la ferita ed il disarmo subito sembrava ancora baldanzoso nel rivolgergli la parola -spacconeria che contrastava sia con l'andazzo dello scontro fino a quel momento, sia con la forzata cortesia usata nel dargli del 'voi'.
In quegli istanti, mentre spostava la Lagrima dalla mano destra alla sinistra, pronto a qualsiasi reazione avrebbe messo in opera l'avversario, Laurens non poté non pensare a come il prete rosso avesse preso sul personale tutta la situazione -un po' come aveva fatto anche lui, seppure per differenti ragioni.
Sallahro si diceva convinto che in quell'abisso di perdizione albergasse un male illimitato -e non aveva certo tutti i torti. Dunque perché non dargli una dimostrazione di quanto esteso fosse quel male?
Forse, vedendo quanta parte di quell'aberrazione fosse contenuta nel corpo del Custode, avrebbe compreso meglio il perché di quella situazione -o forse si sarebbe lasciato cogliere di sorpresa, permettendo che si concludesse quell'alterco che prevedibilmente non avrebbe lasciato in piedi alcun vincitore.
Così decise di cedere alla bramosia del demone, rivelando la sua duplice natura, mettendo a nudo ciò che doveva essere tenuto nascosto.
Questo pensiero impiegò solo un istante a formarsi nella mente del Corsaro,
ma era già tempo di tornare alle armi.

A scuoterlo non fu tanto l'assalto frontale, che riusciva a vedere, quanto il cogliere la presenza di un movimento imprevisto -una spada che sarebbe dovuta rimanere inerte e invece, grazie ad un qualche prodigio, si muoveva. Non ebbe bisogno di vederla, gli bastò percepirne le movenze: la Trama Nera seguitava nella sua guardia silenziosa e accorta, avvisandolo di ogni pericolo; tuttavia gli attacchi che gli si riversavano addosso erano troppi, mentre il suo corpo fremeva colorandosi di chiazze e striature dai toni vermigli.
Tentò un movimento d'evasione, girando su sé stesso, tenendo la gamba sinistra come perno, mentre il Mantellemer si gonfiava nuovamente, sebbene stavolta i filamenti di stoffa si aggregassero con differenti finalità.
La manovra risultò comunque inefficace: avendo dedicato troppa attenzione all'attacco che lo coglieva di sorpresa non riuscì ad evitare il duplice assalto frontale. La spada nella mano del prete rosso scorreva per aria guidata da una precisione sopraffina: in un attimo fu dietro il ginocchio sinistro del filibustiere, penetrò fra le giunture operando un taglio nelle carni per poi fuggire -l'istante dopo correva poco sopra il gomito, anche qui lacerando la carne fino all'osso.
Delle due ferite fu la prima, quella dietro il ginocchio, a complicare l'azione del corsaro: ululando il proprio dolore per un taglio che bruciava parimenti carne e orgoglio, Laurens fu costretto a piegare il ginocchio sinistro fino a terra, completando la propria manovra evasiva retto su una sola gamba, e con una terza feriva che bruciava quanto le altre, sotto l'armatura. Infatti, la seconda spada -quella che aveva preso a muoversi da sé- aveva trapassato con eguale semplicità l'aria e la sua armatura, fendendola come un morbido panetto di burro, permettendo alla lama di incontrare il suo costato, procurandogli un taglio non molto profondo ma estremamente doloroso. Sputando a terra con rabbia, il volto congestionato dallo sforzo, il Flagello cercò lo sguardo del prete.
«Questa te la sei cercata--»
E poi non c'era più il bel volto di Lorencillo, ma quello devastato del mostro,
lacerato dalle screziature rossastre, le braccia violentate dagli spuntoni ossei che venivano fuori dai gomiti,
le enormi ali membranose che avevano fatto la loro comparsa sulla schiena, allargandosi con protervia.
«--fraile de mierda!»

Sebbene costretto in ginocchio, Apocryphe aveva una sua maestosità,
data in parte dalla stazza ed in parte dalla sua voce roca, più profonda e dai toni meno allegri. Una cadenza ferale, capace di esprimere allo stesso momento la rabbia più sorda ed la calma più glaciale -un triste connubio che avrebbe fatto venire la pelle d'oca al più temerario dei mercenari.
Per nulla preoccupato delle ferite -in fondo non particolarmente gravi- riportate fino a quel momento,
la Bestia di Pirate's Bay effettuò una seconda rotazione su sé stesso, mantenendo sempre il ginocchio sinistro al suolo, perno dolorante di quell'ennesima piroetta eseguita forse con meno perizia ma con straordinaria rapidità.
In quel momento -quando la rotazione era praticamente terminata ed il braccio sinistro del mostro, proteso mentre impugnava la cazoleta, prometteva il canto dell'acciaio- accaddero diverse cose.
Anzitutto, il Demone Corsaro sollevò lo sguardo, cercando quello del prete, così simile al suo,
mentre la mente espandeva la propria capacità, i propri poteri, quella che era nient'altro che un'insondabile e poderosa volontà. Una volontà che avrebbe costretto il nemico a una distrazione che gli si sarebbe potuta rivelare fatale.
Infatti al contempo il mantello che il demone portava sulle spalle si gonfiò per poi arricciarsi, sferrando una violenta sferzata al basso ventre del nemico -che avrebbe subito l'equivalente di un potente colpo di maglio; la Lagrima in quello stesso momento saettava in un tondo diretto verso il fianco destro del nemico, e la spada caudale, in senso inverso, cercava di raggiungerne il collo sul lato sinistro -quello meno coperto, dove già era stata inferta la ferita alla clavicola, il primo sangue di quello scontro che tuttavia non accennava minimamente a fermarsi. Anzi, sembrava che la vista e l'odore di quella linfa vitale avesse inasprito il confronto,
ricordando ad entrambi i contendenti che non stavano allenandosi -e che il reciproco rispetto non valeva da salvacondotto. L'inferno non si può evitare, specialmente quando si fa di tutto per entrarci.
Questo Laurens lo sapeva -e certamente lo sapeva Apocryphe.

«E smettila di darmi del voi, non lo permetto a chi tenta di uccidermi!»
C'era da chiedersi se lo sapesse anche Sallahro.


Scourge of the West
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Forma Demoniaca: 2CS in Velocità; 1CS in Forza; 1CS in Costituzione.
Stato Fisico: Taglio dietro al ginocchio sx (danno Basso); Taglio sopra il gomito sx (danno Basso); Tagli sul costato dx (danno Basso) .
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 73%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1xBasso - 1xMedio
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EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Estratta, mano dx.
Pride: Abbandonata, a terra. (Colpi Utilizzati: 1/5).
Corte de Los Agujeros: Abbandonato.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Indossata.
Mantellemer: Indossato / Forma Offensiva.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

The Beast of Pirate's Bay
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento. Capacità di sopportare danni fisici fino a un complessivo di 2 Mortali.

The Black Thread
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo -lo stesso si può dire delle sue armi finché rimangono a contatto con lui.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio. Capacità di camminare per aria come su un terreno solido.

Visione (Passive di Henkeen, Occhio del Mondo)
Tre passive: quando non utilizzato per mezzo delle sue attive, Henkeen vede perfettamente, come fosse un occhio reale in perfette condizioni; Henkeen può vedere anche nelle nebbie, nelle forti luci o nel buio più oscuro; infine, l'occhio riconosce la presenza di illusioni o creazioni magiche che modificano la realtà.

El navegador Astuto
Capacità di mantenere l'equilibrio su qualsiasi superficie ed in qualsiasi situazione.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.

Drowning Hellbox (Anello del Potere)
Risparmio energetico del 3% su tutte le abilità.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

Mantellemer - Forma Offensiva (Consumo Basso) 1/2
Tanto maestoso, tanto finemente lavorato. Questo mantello donò regale splendore ad un titano divenuto eroe dopo aver affrontato e sconfitto diversi demoni nel Sud del continente. Liberava i villaggi dai tormenti delle bestie più impensabili per mezzo della sola esuberanza fisica, schiacciandoli prepotentemente. Per alcuni un eroe, per altri un pazzo - poiché solo un folle poteva affrontare bestie tanto tremende con la sola forza dei propri muscoli, e solo un folle poté precipitarsi nell’impresa che pose fine alla sua esistenza. Tronfio delle sue fatiche, delle acclamazioni che lo raggiungevano ovunque si recasse, stanò e affrontò il Gargantua nel profondo Sud, uscendone però sconfitto al primo assalto dell’abominevole creatura. Tanta forza non potrà mai sopperire a poca prudenza, e l’esperienza è cosa assai sopravvalutata nella corsa alla preservazione. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il mantello diventerà un’arma contundente a tutti gli effetti per due turni complessivi compreso quello di attivazione. Sarà pesante come un maglio sul corpo dei nemici e leggero e flessibile nelle mani dell’utilizzatore, un’arma di valore per pochi eletti.

The Black Thread (Void Runner - Attiva Secondo Livello) (Consumo Medio)
Come detto, uno degli effetti della Comunione con la Trama Nera è la furtività dei movimenti; questa, tuttavia, a volte può non bastare, e pertanto è bene che possa disporre di un sostanzioso aiuto che permetta al Corsaro di riguadagnare un basso profilo in situazioni altamente pericolose. Spendendo un consumo Medio ed incrociando lo sguardo con l'avversario (o semplicemente tramite un rilascio di energia) si indurrà artificialmente in esso lo stimolo di volgere la propria attenzione altrove, ignorando deliberatamente l'utilizzatore di questa abilità. Va considerato e affrontato come un vero e proprio attacco psionico che tuttavia non comporta danni [Consumo Medio - Void Runner, Secondo Livello].
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Note: Ho considerato l'attacco portato tramite la telecinesi come un normale attacco fisico passivo privo di CS, di cui Laurens è riuscito ad avvedersi grazie alla passiva di auspex fisico. Il movimento evasivo tentato da Laurens viene funestato dal doppio attacco frontale che lo colpisce dietro al ginocchio e sopra il gomito, entro le giunture dell'armatura. Il colpo al ginocchio lo coglie mentre sta già effettuando il movimento, costringendolo ad atterrare sul ginocchio; il colpo fisico passivo invece, grazie alla passiva di Salla per 'tagliare le armi', penetra attraverso l'armatura, ferendolo al costato. Il pugnale l'avevo abbandonato perché ormai useless -così come, in precedenza, la pistola. Il ragionamento che porta alla trasformazione si evince dal post. L'attacco è invece un semplice utilizzo del secondo livello del dominio VR, una malia che vorrebbe costringere il prete rosso a distrarsi, impossibilitandolo dal difendersi da un triplice attacco fisico: uno eseguito con la spada (fianco destro), uno con il mantello, messo in forma offensiva (basso ventre), ed uno con la spada caudale (collo, dal lato sinistro).


Edited by Apocryphe - 24/7/2012, 05:37
 
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Andre_03
view post Posted on 24/7/2012, 21:24




L'uomo divenne bestia davanti ai suoi occhi, eppure lui non arretrò.
Non mosse un singolo passo indietro nemmeno quando la luce del male - un idillio oscuro di sangue e morte - baluginò nello sguardo del demonio promettendogli infausti destini. No, il suo ruolo imponeva compostezza innanzi ad ogni cosa e - per di più - quel genere di mutazione abominevole non gli era affatto nuova. Ciononostante il ribrezzo, la sorpresa iniziale ed un improvviso senso di vertigine lo invasero nel profondo. Chi era veramente Laurens de Graff? Di certo non un uomo comune, né tanto meno un essere umano propriamente inteso. Quale che fosse la sua origine, era prole di un qualcosa veramente orrendo. Quell'essere pareva stillare odio tramite la sola voce, un eco crudele che sorgeva dagli abissi più meschini. Ridotto in ginocchio dalle ferite, gli ringhiò contro degli improperi e si preparò lesto al contrattacco.
Nel frattempo Sallahro M'qahor, il prete viandante del dio rosso, trovò la forza di sorridere.

salladuello5copy

E allora la sua volontà imperiosa soverchiò quella dell'astioso nemico.
Occhi negli occhi, ancora, il sacerdote dimostrò quale tempra inossidabile l'avesse condotto in vita a quello scontro, negando a tanti altri avversari il piacere del suo ultimo sangue. L'uomo del sud non era un mercenario qualunque. La sua spada si muoveva più rapida di molte altre, ed il suo cervello era ancor più svelto. Quando il Custode passò all'offensiva lui era inevitabilmente pronto, o quasi: il primo colpo fece breccia nella sua guardia, e il manto cangiante del corsaro si abbatté sui suoi intestini con la forza di un bufalo in carica furiosa. Sbalzato indietro dalla potenza dell'impatto, Salla riuscì a malapena nell'impresa di salvarsi. Fu un guizzante susseguirsi di acciaio contro altro acciaio in cui il prete contrastò l'avversario alla propria destra con la lama del proprio stocco ricurvo e - con somma sofferenza - frappose il braccio mancino ferito alla coda del demone. La veste rossa si comportò bene attutendo la veemenza di quel fendente, però il prete si trovò comunque zuppo di sangue dal gomito al polso. Solo allora si distanziò di un piede dall'altro duellante, e lo guardò intensamente:
una brutta bestia dai muscoli tesi e le ossa deformi.

« Ucciderti? » abbandonò l'ostentata cortesia, e la sua voce assunse un tono di derisione
« Suvvia Laurens, non essere ridicolo. Non è la tua morte che cerco, ma delle risposte. »

Era giunto sin laggiù - Taanach, e l'abisso scintillante - solo per quelle.
Non che gli importasse un fico secco delle abitudini di de Graff, né della sua genia mostruosa. Sallahro non desiderava indagare i motivi dietro le azioni di quello sconosciuto fin troppo confidente nelle proprie abilità, bensì conoscere la natura del male segreto che ribolliva poco distante. Il cuore glielo imponeva, con un sussurro di battiti sospinto nei timpani. Aveva impugnato le armi perché era nella sua indole rispondere a un'aggressione con l'acciaio,
ma specialmente perché si era sentito costretto a farlo.

"Certi individui, Salla, conoscono un solo linguaggio: la violenza" era solito dirgli Maqqaro,
"con essi non cercare il dialogo nelle forme che si convengono agli uomini civili, perché sarebbe inutile."
Ricordava il sorriso maligno dipinto sul volto scuro del prelato quando quello aggiungeva, in conclusione:
"Usa invece argomenti che possano comprendere" e gli indicava le spade con un cenno composto del capo.

Gli stessi che non avrebbe abbandonato fino a quando il filibustiere mutaforma non fosse stato inerme.
Nella colluttazione precedente aveva perduto il cappuccio, scivolato placidamente sulle spalle scoprendo i capelli scarmigliati e gli occhi color dell'ambra in cui ardeva impetuoso il fuoco del Signore. Anche così, il prete rosso aveva un portamento maestoso quanto la bestia che gli stava di fronte, piegata sulla massiccia gamba sinistra. Strinse e riaprì il pugno mancino per saggiare l'intensità del dolore che esso gli procurava: decisamente troppo elevata per impugnare una spada. Senza muovere un muscolo sollevò il pugnale dalla ferita e - a denti stretti - lo scagliò lontano, lo sguardo sempre fisso sull'uomo del Goryo.

« Finora il tuo temperamento aggressivo mi ha impedito di formulare le giuste domande. Quindi - »
fece una pausa, sorrise: « -- per prima cosa sarò costretto a metterti fuori combattimento. »

Alle parole seguirono i fatti, repentini come di consueto.
Due passi scattanti e Sallahro fu nuovamente addosso al nemico, stavolta potendo contare su una posizione sopraelevata rispetto a lui. Il braccio destro si alzò e, con una frustata di muscoli e tendini, calò su Laurens. L'obiettivo era la clavicola sinistra, quasi a voler rendere il favore di pochi istanti prima. Ma Salla era un bastardo - in senso leterale - e della risma peggiore. Oltre le apparenze di sant'uomo si nascondeva un mercenario forgiato nel fuoco della battaglia, che conosceva l'onestà e sapeva quand'era saggio farne a meno. Come un fulmine argenteo, in prossimità della sua gamba sinistra emerse una terza spada che squarciò la veste puntando verso l'articolazione destra di de Graff. Saettando così all'indirizzo del secondo ginocchio lo avrebbe reso incapace di muoversi, in balia del volere di Sallahro.
A quel punto avrebbe potuto rispondere alle sue domande,
e sarebbe stato bene che le risposte fossero quelle giuste.


corollario


condizioni fisiche graffio sulla guancia sinistra, ferita alla clavicola sinistra (Medio), avambraccio sinistro ferito lievemente;
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 66%;

equipaggiamento 3x spade (1x mano dx, 2x telecinesi); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (1CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive pergamena "Rivelazione" (Benedizione della luce e del fuoco - Medio); affondo di spada potenziato (Danza dell'acciaio - Alto);

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note bel turno, ricco di spunti. Ho voluto dare una spinta alla controparte di background della scena, approfittando dell'input datomi dall'avversario. Il solo appunto tecnico che mi sento di fare riguarda l'uso della pergamena "Rivelazione" del Paladino racchiusa nella mega-macroabilità "Benedizione della luce e del fuoco": sin da quando ho inserito questa tecnica in scheda l'ho pensata come una reazione del personaggio con la sola presenza di spirito, di fronte a tecniche psioniche varie. Questo non significa che Salla sia consapevole dell'attentato alla sua psiche, bensì che istintivamente reagisca di fronte alle sensazioni e alle imposizioni mentali altrui. Dimenticavo: il lancio del pugnale nemico avviene con la telecinesi passiva; non volendone abusare, ho preferito semplicemente scagliarlo via lontano anziché contro il legittimo proprietario.

resoconto azioni Sallahro non viene distratto dall'influsso psionico di Laurens grazie alla sua prontezza di spirito (Benedizione della luce e del fuoco, cfr. sotto - Medio) e tuttavia riceve il colpo al basso ventre - ho inteso l'altezza dell'ombelico o poco più su - del Mantellemer, blocca il tondo con la spada (semplici attacchi fisici, vinco il confronto di CS) e si salva dall'affondo al collo usando il braccio sinistro come scudo. Quindi fa un passo indietro, si libera del pugnale conficcato nelle sue carni e contrattacca Laurens (che si presume ancora in ginocchio) con un fendente non tecnica rivolto alla sua clavicola sinistra, mentre dalla veste - che nasconde altre 4 spade, come da scheda - scaglia una lama potenziata ad Alto (Danza dell'acciaio, cfr. sotto - Alto) verso il ginocchio destro del demone.

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CITAZIONE

Il primo compito di un officiante religioso è - da che mondo e mondo - imbrigliare le masse, come direbbero alcuni. Sallahro preferisce pensare che per diffondere il Verbo del Signore della Luce sia necessario saper scegliere con cura le parole da usare con ogni interlocutore, ascoltare e difendere i propri ideali con lucidità retorica e d'ingegno. Per fare ciò ogni accolito del Tempio rosso viene istruito sui metodi più basilari per liberare la mente dai turbamenti o dalle interferenze altrui al flusso dei pensieri: è sufficiente che il Prete rifletta sulla sua condizione perché ogni inganno - fatto salvo per quelli più invasivi - si dissipi in un istante. Così viene preservata la saggezza del sacerdozio e della verità divina. Al contrario però è possibile per Salla - così come lo è per altri Preti, talvolta più ferrati di lui nell'arte oratoria - fare breccia sulle menti più deboli con una menzogna. Sussurrare all'orecchio di un Re il consiglio sbagliato, la preghiera che lo porterebbe sull'orlo della sconfitta; far credere al cavaliere più valoroso che il suo onore è stato macchiato da un tradimento; ordire trame d'inganno per perpetrare un Bene superiore.
bassa/media; pergamena "Non sono stato io!" e pergamena "Rivelazione"


CITAZIONE

Prima che Sallahro conoscesse il fuoco, già aveva stretto amicizia con il ferro e l'acciaio. Il primo approccio avvenne in tenerissima età: ad appena sei anni - come tutti i bambini del suo medesimo rango sociale - venne condotto presso un maestro di scherma. Presso di lui si allenò mattina e sera, apprendendo pian piano la cosiddetta danza dell'acciaio, una tecnica spadaccina tipica di Braavos - città d'origine del suo precettore - fondata sulla rapidità e fluidità nei movimenti dell'esecutore. Equilibrio, concentrazione e precisione sono le chiavi per la padronanza di questo stile di combattimento raffinato eppure brutale come pochi: agli apprendisti si insegna fin da subito quale punto del corpo sia meglio colpire per provocare danni oppure dolore -o entrambe le cose. I danzatori sono temuti sul campo di battaglia poiché, sebbene spesso protetti soltanto da morbide e flessibili armature di cuoio bollito, possono uccidere senza fatica molti uomini in cotta di maglia o di piastre, in virtù della loro superiore mobilità nonché di un'accuratezza degna dei migliori cerusici.
variabile; abilità personale


 
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view post Posted on 25/7/2012, 00:42
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C'era, in tutta quella situazione, una nota comica,
violenta e stonata al tempo stesso, che tuttavia non riusciva a far sorridere né Laurens né tanto meno Apocryphe.
Cappuccetto Rosso, lì presente, diceva di essere in cerca di risposte. Il brutto delle risposte è che presuppongo sempre delle domande -e queste sanno essere assai pericolose. Nel complesso il Custode dell'Ombra non si sentiva minimamente irretito dai modi di fare della controparte, né quei motteggi derisori avevano la forza necessaria a fargli mancare la lucidità: era abbastanza avvezzo alle schermaglie verbali durante gli scontri da essere divenuto refrattario a qualsivoglia forma di dileggio.
A voler essere totalmente sincero con sé stesso, il Flagello doveva ammettere che più conosceva quell'uomo più gli riusciva piacevole -quasi simpatico. Tuttavia un morto val bene una catastrofe,
una simpatia poteva essere sacrificata per evitare problemi di gran lunga maggiori di un paio di ferite. Fuori da quella grotta, davanti ad un boccale di birra, Lorencillo avrebbe risposto -con la giusta misura di delazione e riserbo- alle domande del mercenario, ma fintanto che rimanevano ad un passo dal baratro in cui l'Ombra sonnecchiava anelando un singulto di libertà non erano ammesse trattative di sorta.

Gli sovvenne la 'regola' con cui era stato educato nei primissimi anni della sua vita,
da quel religioso che era stato suo precettore: "habla claro y castizo". Gli venne in mente non tanto per la situazione in sé, quanto perché padre Uhù de La Ferle abitava in una grotta non dissimile da quella in cui si trovavano -e benché fosse un religioso il suo temperamento non era secondo a nessuno dei presenti. Fu solo grazie a questo che la Bestia poté rispondere allo spadaccino rosso, con un misto di condiscendenza e divertimento.
«Tutte le domande che vuoi, fraile» disse, quasi ringhiando, «ma solo quando ci saremo levati dai coglioni.»
Aveva parlato chiaro. Quanto al 'castizo', persino padre Uhù avrebbe ammesso che in quel caso non era necessario.

Ad ogni buon conto, il filibustiere non si faceva illusioni:
anche concedendo a Salla l'opportunità di porre tutte le domande del caso, questi non si sarebbe fermato -non a quel punto dello scontro. L'unica cosa che poteva fare il Flagello era trovare un modo per mettere fine alla contesa in maniera definitiva -possibilmente un modo che non richiedesse la morte di uno dei due.
Qualcosa gli era già venuta in mente, qualche istante prima, ma aveva sperato di non dover arrivare a tanto.
Speranza vana -se ne rese conto quando il braccio destro del nemico saettò verso il basso, cercando di coglierlo alla clavicola. Simpatica idea quella del prete rosso, che risultava estremamente rapido nei movimenti -sebbene la sua velocità risultasse ancora inferiore a quella del Demone Corsaro, che aveva dalla sua una forza fisica non indifferente, unita ad un corpo ben più coriaceo e meno caduco rispetto a quello umano. La violenta sferzata della coda mandò la spada caudale a cozzare sul piatto della lama nemica: non avendo la pretesa di opporsi in maniera totale ad armi che erano in grado di trapassare la sua armatura come se stessero affettando del formaggio, maneggiate per altro con estrema perizia, si accontentò di deviarne la traiettoria. Così la lama del nemico non affondò nella clavicola, spezzando l'osso e recidendo i tendini, ma si limitò a trafiggergli la spalla sinistra: una ferita non grave, troppo alta per incidere da sola sulla mobilità dell'arto, ma che faceva il paio con quella subita pochi istanti prima.
Ma qualcos'altro era accaduto, nel momento in cui la sferzata della spada caudale era partito: Henkeen, l'Occhio del Mondo, si era come illuminato, l'iride d'ambra era parsa esplodere in un caleidoscopio di opalescenze. L'occhio naturale, quello azzurro, divenne momentaneamente cieco -obolo necessario per disporre di quei poteri; in compenso, Henkeen era in grado di vedere con un breve anticipo, una sorta di sistematica preveggenza, le azioni dell'avversario. Così, quando venne fuori da sotto la veste che la occultava, la nuova spada del mercenario non colse di sorpresa il Custode, che anzi riuscì a reagire con sorprendente rapidità ed efficienza, muovendo orizzontalmente la Lagrima e andando a parare facilmente l'attacco nemico.

sguardoscan
«Como puedes creer esto?!» latrò, con gli occhi che vedevano oltre,
e le labbra che si distendevano, pronunciando parole nella lingua comune imbastardita dai vocaboli spagnoli.
«Non hai nemmeno una probabilità.»

Le scintille generate da quell'incontro d'acciaio e violenza non erano ancora scomparse che prese forma -ancora una volta- la reale minaccia, quella più nascosta e taciturna: il Mantellemer. I lembi di stoffa si sollevarono, splendidi e letali, calando poi come un nero sudario sul nemico per imprigionarlo e ridurlo alla mercé del Custode.
Un vero peccato che -con quella trappola addosso- il buon Sallahro non si sarebbe potuto gustare il rapido cambio di impugnatura operato dal Demone Corsaro sulla cazoleta, tenuta come un pugnale e sollevata per trafiggere il nemico all'addome, inchiodandolo con una potenza soverchiante.
Apocryphe -un po' come anche Laurens de Graaff- non aveva bisogno di trovarsi in piedi per manifestare la propria magnificente potenza. Anche con un ginocchio al suolo poteva trovare, in pochi istanti, la maniera di fermare un nemico con più orgoglio che buon senso. Non c'era astio in quell'attacco, solo la risolutezza di chi non ha nessun'altra strada da seguire.
E nonostante questo, forse, anche un certo compiacimento:
avrebbe fatto rimangiare a Salla ogni parola di derisione pronunciata,
insieme a qualcuno dei suoi denti.



Scourge of the West
----------------------------------

Forma Demoniaca: 2CS in Velocità; 1CS in Forza; 1CS in Costituzione.
Stato Fisico: Taglio dietro al ginocchio sx (danno Basso); Taglio sopra il gomito sx (danno Basso); Taglio sul costato dx (danno Basso); Ferita alla spalla sx (danno Basso).
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 34%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1xCritico - 1xMedio
----------------------------------

EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Estratta, mano dx.
Pride: Abbandonata, a terra. (Colpi Utilizzati: 1/5).
Corte de Los Agujeros: Abbandonato.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Indossata.
Mantellemer: Indossato / Forma Offensiva.
----------------------------------

ABILITA' PASSIVE IN USO

The Beast of Pirate's Bay
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento. Capacità di sopportare danni fisici fino a un complessivo di 2 Mortali.

The Black Thread
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo -lo stesso si può dire delle sue armi finché rimangono a contatto con lui.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio. Capacità di camminare per aria come su un terreno solido.

Visione (Passive di Henkeen, Occhio del Mondo)
Tre passive: quando non utilizzato per mezzo delle sue attive, Henkeen vede perfettamente, come fosse un occhio reale in perfette condizioni; Henkeen può vedere anche nelle nebbie, nelle forti luci o nel buio più oscuro; infine, l'occhio riconosce la presenza di illusioni o creazioni magiche che modificano la realtà.

El navegador Astuto
Capacità di mantenere l'equilibrio su qualsiasi superficie ed in qualsiasi situazione.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.

Drowning Hellbox (Anello del Potere)
Risparmio energetico del 3% su tutte le abilità.
----------------------------------

ABILITA' PASSIVE IN USO

Mantellemer - Forma Offensiva (Consumo Basso) 2/2
Tanto maestoso, tanto finemente lavorato. Questo mantello donò regale splendore ad un titano divenuto eroe dopo aver affrontato e sconfitto diversi demoni nel Sud del continente. Liberava i villaggi dai tormenti delle bestie più impensabili per mezzo della sola esuberanza fisica, schiacciandoli prepotentemente. Per alcuni un eroe, per altri un pazzo - poiché solo un folle poteva affrontare bestie tanto tremende con la sola forza dei propri muscoli, e solo un folle poté precipitarsi nell’impresa che pose fine alla sua esistenza. Tronfio delle sue fatiche, delle acclamazioni che lo raggiungevano ovunque si recasse, stanò e affrontò il Gargantua nel profondo Sud, uscendone però sconfitto al primo assalto dell’abominevole creatura. Tanta forza non potrà mai sopperire a poca prudenza, e l’esperienza è cosa assai sopravvalutata nella corsa alla preservazione. Spendendo un quantitativo Basso di energie, il mantello diventerà un’arma contundente a tutti gli effetti per due turni complessivi compreso quello di attivazione. Sarà pesante come un maglio sul corpo dei nemici e leggero e flessibile nelle mani dell’utilizzatore, un’arma di valore per pochi eletti.

Mantellemer - Path of Vengeance (Consumo Medio)
Di delinquenti è tuttavia pieno il mondo, e Mantellemer non poté mancare di coprirne le spalle a più di uno. In una delle tante storie in cui compare fu portato dal capo di un piccola banda di briganti a Dorham. L’attività che prediligevano e da cui traevano maggior profitto era il sequestro. Rapivano nobili e benestanti delle cittadine più abbienti, chiedendo poi un riscatto tanto esagerato da gettare in sciagura le famiglie colpite. Ma un giorno puntarono troppo in alto scegliendo la famiglia sbagliata, una molto potente. Incuranti per l’ostaggio - più preoccupati per l’onore del casato - assoldarono un gruppo di cacciatori di taglie che rese loro il medesimo servizio patito. Se fossero stati appena un po’ più remissivi o umili, forse la spesa del riscatto sarebbe stata inferiore al prezzo pagato per i valenti mercenari, ma solo col senno di poi è tutto più chiaro e limpido, e le scelte di oggi non sarebbero le stesse di ieri. Spendendo un quantitativo di energie pari a Medio e avendo il mantello sotto forma di arma, sarà possibile utilizzarlo per catturare l’obiettivo come fosse una rete. Il danno inferto dal primo colpo sarà Basso, la costrizione invece non apporterà danno ma per divincolarsi dall’imprigionamento sarà necessaria un’apposita tecnica di livello Basso.

Henkeen, Occhio del Mondo - Divinazione (Critico)
Attiva a costo Critico, potenza Critica, il possessore è in grado di prevedere ogni mossa dell'avversario per un turno intero: ogni suo attacco fisico sferrato nel turno conterà come una tecnica di potenza alta, sia che il potere venga usato come difesa, sia come offesa.
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Note: Ho dato anche io un taglio 'particolare' al post, mi piace questo 'ping-pong' di rimandi di background e spunti. Passando alla fase "tecnica", ho valutato che la superiorità delle CS nemiche impedisse di difendersi in maniera 'totale' dall'attacco fisico (e non volevo abusare del potere di Henkeen), quindi mi sono limitato a sfruttare le mie CS (velocità e forza) per deviare il tuo colpo e renderlo meno invalidante -ad ogni modo il braccio sinistro non è più granché utile. Per quanto riguarda invece l'attacco più "pericoloso", grazie alla 'preveggenza' offerta dall'abilità dell'occhio di vetro sono nelle condizioni di vedere con breve anticipo l'arrivo della spada e quindi parare con un fisico potenziato ad alto. La risposta offensiva è composta da un tentativo di imbrigliarti, per il quale sfrutto la forma offensiva del Mantellemer e la sua tecnica ultima, più un attacco fisico (anche questo potenziato ad alto) diretto allo stomaco, sfruttando l'azione di 'bloccaggio' offerta dal mantello. Avanti, ci si prepari per l'ultimo turno! :v:
 
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Andre_03
view post Posted on 28/7/2012, 15:55




Affondò nelle carni di Laurens per poco, e ne vide infine il sangue.
Era rosso, al pari di quello delle stirpi umana, elfica e dei nani. Uno schizzo vermiglio sulla lama argentata, ma nulla più: il Custode era dotato di straordinarie capacità e, nonostante fosse quasi ridotto carponi, stentava a dichiararsi sconfitto. Parlava anzi come se l'esito dello scontro pendesse nettamente in suo favore, e Sallahro non fosse altro che una misera vittima sacrificale. Il sarcasmo del prete divenne cruccio, indisposizione. Come poteva de Graff essere così sciocco da non capire? Perché si ostinava a combattere con tanto ardore?
Poi la vide: un'ombra nera che, rigonfiandosi a mezz'aria, prometteva di inglobarlo, farlo suo.
Sgranò gli occhi in uno sguardo sconvolto, stranito; per un attimo fu di nuovo il ragazzo spaventato al tempio rosso, quando l'oscurità gli era apparsa in sogno così vivida da sembrare vera - l'unica cosa reale in un mondo di fervide illusioni. Ancora sentì quello stesso brivido freddo lungo la schiena, ne venne attanagliato senza scampo e si ritrovò in catene, oppresso da una forza misteriosa. Il mantello animato del nemico gli aveva cinto le braccia in una morsa d'acciaio, impedendogli ogni movimento del corpo. Tentò di divincolarsi invano, prima che l'avversario traesse vantaggio da quell'attimo di disattenzione.
Non fu abbastanza rapido, purtroppo. Il corsaro era già proteso in avanti nel gesto di attaccare con un affondo al ventre, che Salla non aveva speranza di evitare. Gli istinti maturati in anni di battaglie presero il sopravvento, e la spada che poc'anzi aveva tentato di azzoppare il demone si mosse da sola. Scattò all'indirizzo dello stocco nemico, colpendone la lama in modo da deviarne la traiettoria. L'arma penetrò così nel fianco destro del sacerdote squarciandolo senza pietà. Accecato dal dolore, Sallahro lanciò un grido profondo che riecheggiò per tutto l'antro maledetto; alle sue spalle - poteva sentirlo - il pozzo ribolliva di maligna soddisfazione. Ricordò allora la profezia vista nel fuoco, il sapore amaro che essa gli aveva lasciato sulle labbra e negli occhi. Un grande male aleggiava su Asgradel, e il compito di fermare tale minaccia spettava a lui.
Nell'occhiata che riservò a Laurens de Graff in quei momenti c'era acidità, commista a determinazione e fierezza.
Il prete rosso non avrebbe perso quel confronto, per alcuna ragione al mondo.

Lasciò andare l'arma che stringeva in pugno e, sempre costretto nella presa del manto oscuro, socchiuse gli occhi in una personalissima invocazione del Signore: "Possa la tua luce illuminare il mio cammino in questi tempi disperati" le sue labbra si muovevano in silenzio seguendo i pensieri "guida le fiamme della giustizia affinché proteggano i deboli e gli innocenti dal male che cresce nel buio." « -- perché l'oscurità non debba mai calare sul mondo e la notte finisca presto. »

Concluse, mentre le due lame sottili che aveva estratte fluttuavano in alto, sopra la testa dell'altro.
Così costipato Sallahro non poteva certo allontanarsi da Laurens, ma viceversa nemmeno il Custode sarebbe andato molto lontano, reso zoppo e avviluppato nella medesima cappa che cingeva l'avversario.
Allora le spade del prete presero a roteare in aria, minacciose.
Ed il sorriso rinacque, assieme al sollievo, sulle labbra di colui che le guidava.

« Arrenditi, de Graff. »

Una doppia ghigliottina si abbatté sul mostro, crudele tentativo di porre fine a quella futile contesa.
Ansimava, Salla, ma il suo corpo allenato gli garantiva ancora qualche scambio di cortesie con l'avversario, che appariva già meno tonico di lui; e mentre le spade calavano inesorabili sui bersagli gemelli - scapole e spalle del demone inginocchiato - all'uomo rosso non rimase che pregare.

"Signore della Luce" implorò, "fa' che non lo uccida -"

salladuello6copy

"-- non qui, non ora."


corollario


condizioni fisiche graffio sulla guancia sinistra, ferita alla clavicola sinistra (Medio), avambraccio sinistro ferito lievemente, tumefazioni dovute alla costrizione (Basso), fianco destro squarciato (Medio);
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 32%;

equipaggiamento 2x spade (1x mano dx, 1x telecinesi); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (1CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive difesa rocambolesca con spada fluttuante (Danza dell'acciaio - Medio); doppia ghigliottina volante (Danza dell'acciaio - Critico);
edit corretta svista nello specchietto riassuntivo;

-------------------------------------

note anzitutto mi scuso per il ritardo - sì, lo so, rientro nei tempi del duello ma non in quelli che avevamo concordato con l'avversario - e per la brevità del post. Spero sia comunque gradito. Un breve appunto sul numero delle spade in possesso di Sallahro: sono sei in totale, di cui tre ancora celate sotto la veste; una conficcata nella schiena di Laurens - non è stato specificato altrimenti e io non l'ho estratta da lì; una stretta in mano (la destra) e l'ultima lanciata con la telecinesi verso il ginocchio sinistro dell'avversario. Questa viene usata per la difesa Media, e insieme all'arma lasciata cadere dalla mano destra forma l'attacco Critico finale.

resoconto azioni colto di sorpresa, il prete rosso subisce la costrizione attuata dal Mantellemer e, anziché tentare di divincolarsi, si difende come può (Danza dell'acciaio, cfr. sotto - Medio) dall'attacco Alto di Laurens. Sfrutta poi la telecinesi per spostare due spade in alto sopra la testa del nemico - che è, ricordo, a strettissimo contatto con lui - e le fa calare con violenza al suolo in corrispondenza di spalle/scapole/pettorali del demone (Danza dell'acciaio, cfr. sotto - Critico)

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CITAZIONE

Scivolare come una massa liquida di fredde lame: questo è danzare con l'acciaio. Sia che si tratti di offendere con una serie di mirabolanti attacchi, sia che invece ci si debba salvaguardare da un'aggressione; in ambedue i casi è fondamentale saper diventare tutt'uno con il proprio armamentario e fluire -come acqua grigia letale. Per questo la muscolatura di chi pratica la danza viene forgiata allo scopo di essere sì robusta, ma soprattutto rapida nei movimenti e reattiva nell'immediato: assieme con l'addestramento mirato ad acuire la concentrazione, essa contribuisce a permettere il celere compimento di azioni specifiche durante lo scontro. In aggiunta a questo, vi sono le armi dei danzatori - solitamente spade sottili e ricurve a metà tra lame di foggia orientale e scimitarre più tipiche dell'Akerat - le quali permettono a chi ne fa saggio uso di lasciar scorrere sul proprio filo l'offensiva nemica, passandovi oltre con eleganza.
variabile; macroabilità personale


CITAZIONE

Prima che Sallahro conoscesse il fuoco, già aveva stretto amicizia con il ferro e l'acciaio. Il primo approccio avvenne in tenerissima età: ad appena sei anni - come tutti i bambini del suo medesimo rango sociale - venne condotto presso un maestro di scherma. Presso di lui si allenò mattina e sera, apprendendo pian piano la cosiddetta danza dell'acciaio, una tecnica spadaccina tipica di Braavos - città d'origine del suo precettore - fondata sulla rapidità e fluidità nei movimenti dell'esecutore. Equilibrio, concentrazione e precisione sono le chiavi per la padronanza di questo stile di combattimento raffinato eppure brutale come pochi: agli apprendisti si insegna fin da subito quale punto del corpo sia meglio colpire per provocare danni oppure dolore -o entrambe le cose. I danzatori sono temuti sul campo di battaglia poiché, sebbene spesso protetti soltanto da morbide e flessibili armature di cuoio bollito, possono uccidere senza fatica molti uomini in cotta di maglia o di piastre, in virtù della loro superiore mobilità nonché di un'accuratezza degna dei migliori cerusici.
variabile; abilità personale




Edited by Andre_03 - 28/7/2012, 17:40
 
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view post Posted on 28/7/2012, 18:21
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Aprire una ferita nel corpo di un uomo non era molto diverso dal fargli una domanda.
Un attacco -con la spada o con qualsiasi altro mezzo- non era che una insincera richiesta, di attenzione, di rispetto, di fiducia. A volte perfino di rabbia, o di odio. Per certi versi era il mezzo malato con cui si pretendeva un qualcosa che si riteneva dovuto. Urla e sangue erano una risposta, a modo loro: sapevano parlare, così come dal dolore -e come un uomo reagiva ad esso- era possibile capire che tipo di persona si avesse davanti.
Tutto questo Laurens lo sapeva, gli era stato insegnato parecchi anni addietro da un uomo inflessibile, capace di ogni eccesso ma sempre in maniera disciplinata -cosa che, curiosamente, riusciva a dare un senso di ineluttabilità ad ogni sua azione, come se non ci fosse altro modo, quasi che il destino avesse già scelto. Quell'uomo aveva insegnato al piccolo Lorencillo che ci sono cose più grandi di una spada e di un tesoro, che certi affetti vanno difesi contro ogni male perché sono le cose più preziose e come tali estremamente fragili.
In questo Lorencillo aveva fallito, non era mai riuscito a proteggere nessuno, nemmeno sacrificando sé stesso.
Per questo, aprendo un nuovo squarcio nel corpo del prete rosso, due sensazioni iniziarono una disputa che non era altro se non l'ennesima conseguenza del suo animo diviso fra ciò che era sempre stato e ciò che l'Ombra voleva che diventasse: da una parte Apocryphe, soddisfatto e divertito da quel nuovo sangue, dall'altro Laurens, avvilito dal testardo coraggio di un uomo che non sarebbe dovuto morire -non quel giorno, non per mano sua. Essere un filibustiere gli aveva insegnato tante cose, così come aveva fatto quel grand'uomo che era stato Michel du Grammont. Pure, non era servito per inculcargli la compassione o l'empatia, sfaccettature di un carattere che non rientravano nelle possibilità di un pirata: si salvava una vita per convenienza o per rispetto, mai per pietà.
Glielo avevano detto in molti, parecchie volte: "La crudeltà viene ammorbidita dalla paura, non dalla misericordia".
Paura di tutto ciò che sarebbe ancora potuto essere -paura di ritrovarsi nelle stesse condizioni dell'uomo a cui si stava togliendo la vita. Per questo gli uomini della filibusta si addestravano a non temere la morte -senza per questo desiderarla: la consideravano inevitabile, e pregavano giungesse in maniera inattesa.
Aveva riflettuto spesso sul suo primo incontro con Iena, il Capitano della Purgatory, e dopo la rivolta guidata dall'Oberkommandierende aveva decretato che se -come diceva Dodici- la violenza era la domanda, lui sarebbe stato la risposta. Infine aveva capito che non era lui la risposta, non poteva esserlo. Però poteva provocarla.
Perché la risposta era la paura.

La Bestia esplose in un ruggito, tanto più spaventoso perché immotivato:
le fauci aperte misero in mostra una doppia fila di denti acuminati, e in ogni dente la morte più nera.
Vide e sentì le spade del nemico muoversi, in una pioggia di acciaio che voleva trafiggerlo, abbatterlo, costringerlo a una resa incondizionata. Non c'era misericordia negli occhi del prete rosso -forse dispiacere, ma nessuna misericordia. E -peggio ancora- non c'era paura. Riconobbe quegli occhi perché erano simili ai suoi, e riconobbe che il suo primo giudizio su quel pericoloso straniero era stato corretto: un uomo che non sarebbero mai riusciti a piegare. A malincuore avrebbe dovuto spezzarlo.
Mentre le lame argentate saettavano per trafiggerlo, il Flagello ascoltò le parole del prete senza più guardarlo.
Fissava i cristalli rosati cresciuti nelle crepe, a cementare la divisione fra le pareti -come un ponte cangiante. Osservò i riverberi fino a perderli nell'oscurità di un soffitto cavernoso che non si vedeva ma c'era, doveva esserci.
Sembrò forse che il filibustiere, alla fine, si stesse raccomandando a qualche divinità, fissando un cielo che si estendeva sopra le tenebre come il fuoco e la luce si posavano sopra l'Ombra per schiacciarla, contenerla.
Invece no, stava solo osservando. Poi, con gli occhi pieni di tutto quell'oblio, si placò.
«Prega pure quanto vuoi» disse con un filo di voce, appena udibile.
«Non posso arrendermi, per lo stesso motivo per cui non puoi farlo tu.»
E il Demone Corsaro non era più.

Il suo corpo prese a sfilacciarsi, scomposti filamenti oscuri si dipanavano da quello che era stato il suo essere.
Ciò che era stato il corpo della Bestia si era ripartito in piccoli demoni alati che sghignazzavano senza posa, irridendo i tentativi del nemico di portare un colpo decisivo: le spade passarono in mezzo allo stormo infernale senza produrre alcun effetto se non qualche scintilla quando si sfiorarono fra loro. A fare da contraltare ai ghigni esultati di quel gruppo di fastidiosi e nefasti volatili c'era l'eco del clangore, ritmato e più rumoroso del normale, prodotto dalla spada che era rimasta infilzata nel fianco del Demone Corsaro. Questa cadde al suolo, totalmente priva di sostegno, mentre lo stormo trionfale si spostava verso la fenditura che indicava l'uscita dalla caverna.
I demonietti tornarono a conflagrare, come coperti di catrame sembravano divenuti incapaci di svolazzare e anzi si appiccicavano gli uni agli altri. Si affievoliva il suono delle loro risate e al contempo montava qualcosa che appariva come il lontano rombo di un tuono. Questo palpitare di nembi oscuri continuò per qualche istante, finché -nuovamente- la bestia fu di fronte al prete rosso.
«Non posso dire che sia stato un piacere» proferì, con un sorriso triste sulle labbra.
Sentiva tutta la stanchezza di quello scontro -breve ma intenso. Gli pesava sulla mente come sulle membra,
era affaticato, in debito d'ossigeno, e sentiva le forze venir meno insieme al sangue che continuava a sgorgare dalle ferite infertegli dal mercenario -sangue che stillava copioso, come se i tagli sul suo corpo fossero stati appena aperti. Non di meno, aveva intenzione di chiudere le ostilità -così come le aveva aperte.

Lanciò una prima sciabolata, fendendo il vuoto.
La lama della cazoleta attraversò l'aria in un movimento secco, più rabbioso che elegante.
Una mezzaluna nera, permeata di un potere che Sallahro avrebbe fatto bene a temere, si diresse verso il mercenario, puntando all'altezza del bacino, più che decisa a dividerlo a metà. Ma era solo una parte del dono di commiato del Corsaro: una seconda sciabolata produsse un fruscio più forte, più convinto: una seconda mezzaluna salì verso l'alto fino a perdersi nell'oscurità.
Nelle intenzioni del Flagello, avrebbe dovuto impattare con il soffitto della caverna, provocando una frana che avrebbe travolto il prete rosso mentre era intento a difendersi dal primo attacco. Lui sarebbe stato al sicuro lì, in prossimità dell'unica via di fuga.
Era cessato il tempo dei moniti e delle raccomandazioni. Non c'erano più possibilità di resa: quello doveva essere il capitolo conclusivo di uno scontro che si era prolungato anche troppo.
Uno scontro che -come da previsioni- non lasciava sul campo alcun vincitore.
La Bestia di Pirate's Bay lo sapeva.

«Che il tuo Dio ti aiuti, Salla» mormorò,
«Perché io non posso farlo.»
Non era una preghiera, ma ci andava vicino. Portò il piatto della lama davanti al volto, in segno di saluto.
Era quanto di meglio Laurens de Graaff avesse da offrire: il suo rispetto.


Scourge of the West
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Forma Demoniaca: 2CS in Velocità; 1CS in Forza; 1CS in Costituzione.
Stato Fisico: Taglio dietro al ginocchio sx (danno Basso); Taglio sopra il gomito sx (danno Basso); Taglio sul costato dx (danno Basso); Ferita alla spalla sx (danno Basso).
Stato Psicologico: Ottimale.
Riserva Energetica: 13%
Dominio: Void Runner (I-II-III)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1xMedio - 1xAlto
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EQUIPAGGIAMENTO

Lagrima di Pirate's Bay: Estratta, mano dx.
Pride: Abbandonata, a terra. (Colpi Utilizzati: 1/5).
Corte de Los Agujeros: Abbandonato.
Epoch: Riposta.
Scaglie del Kraken: Indossata.
Mantellemer: Indossato / Nessuna Forma.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

The Beast of Pirate's Bay
Aura di influenza mentale: incute timore a soggetti di energia pari o inferiore. Possibilità di passare alla forma demoniaca in qualsiasi momento. Capacità di sopportare danni fisici fino a un complessivo di 2 Mortali.

The Black Thread
Il personaggio non ha odore, non produce rumori né lascia tracce al suo passaggio. Non ha un'aura rilevabile con Auspex passivo -lo stesso si può dire delle sue armi finché rimangono a contatto con lui.

Fear of the Dark
Auspex fisico su area limitata intorno al personaggio. Capacità di camminare per aria come su un terreno solido.

Visione (Passive di Henkeen, Occhio del Mondo)
Tre passive: quando non utilizzato per mezzo delle sue attive, Henkeen vede perfettamente, come fosse un occhio reale in perfette condizioni; Henkeen può vedere anche nelle nebbie, nelle forti luci o nel buio più oscuro; infine, l'occhio riconosce la presenza di illusioni o creazioni magiche che modificano la realtà.

El navegador Astuto
Capacità di mantenere l'equilibrio su qualsiasi superficie ed in qualsiasi situazione.

Abilità passive del Mantellemer
1) Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti.
2) Chi si trova accanto a Laurens nota che il Mantellemer si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo.

Drowning Hellbox (Anello del Potere)
Risparmio energetico del 3% su tutte le abilità.
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ABILITA' PASSIVE IN USO

Pale Scarecrow (Difesa Assoluta :: Stormo Illusione) (Consumo Medio)
Spesso per evadere un'offensiva altrui non bastano le normali abilità difensive, né tanto meno può bastare da sola la rapidità nei movimenti. E' proprio in questi casi che devono subentrare le capacità soprannaturali, quelle più intimamente legate alla Bestia di natura demoniaca quali -ad esempio- il polimorfismo.
Grazie a questa abilità, infatti, il Corsaro è in grado di scomporre il proprio corpo in uno stormo di demoni alati che si sposteranno in gruppo di qualche metro, portandolo in salvo da qualsivoglia offensiva nemica.
Il Flagello -vincolato alla ricomposizione del corpo all'interno dello stesso turno in cui viene utilizza l'abilità- pagando un consumo Medio avrà quindi la possibilità di uscire illeso dagli attacchi nemici, essendo questa considerata una difesa assoluta. Nel lasso di tempo in cui sarà trasformato,
il Corsaro non potrà utilizzare tecniche di sorta.

El Corazon del Demonio (Alto)
In molti sussurravano che il pirata fosse un uomo senza cuore, ma ben pochi sapevano quanto effettivamente avessero ragione. Impossibile da spiegare per una mente razionale, il flagello delle coste non aveva alcun organo pulsante nel petto, così che riuscì a salvarsi dalla morte dopo essere stato trafitto. La sua lacrima nera, però, suggerisce alle malelingue che si trattasse di una creatura non umana, forse un demone che amava assumere fattezze più rassicuranti di fronte ai propri uomini. Proprio per questo motivo la spada rivela proprietà particolari a coloro che sono di razza demoniaca. Il corsaro, infatti, potrà spendere un consumo pari ad Alto.
A questo punto, mimando due bordate, il caster potrà lanciare verso il nemico due falci color della tenebra. Ciascuna di esse, qualora colpisse il bersaglio, infliggerebbe un danno magico pari a Medio. Il danno potrà essere evitato solo con adeguate difese magiche. Qualora fosse in forma demoniaca, però, contro angeli e paladini il danno di ogni bordata sarà pari ad Alto, mentre il danno sarà pari a Basso per ciascuna contro altri Negromanti e Demoni.
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Note: C'erano altri modi per difendersi, ugualmente performanti. Tuttavia ho preferito questo mezzo perché volevo dare allo scontro una degna conclusione, dunque ho sacrificato qualcosa in nome dello spettacolo e del divertimento -che poi è tutto quello che ci interessava. Dunque ho utilizzato la difesa assoluta per evitare il Critico, spostarmi fino alla fenditura nella roccia che porta all'esterno -lasciandoti quasi al centro della caverna). Spero che ti piaccia l'idea. E con questo, credo di aver concluso. Bella giocata pal :v:
 
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Andre_03
view post Posted on 30/7/2012, 16:24




Avrebbe dovuto ucciderlo subito, anziché tergiversare.
Era una lezione che non imparava mai, volta dopo volta: troppo spesso il prete rosso era stato indulgente con avversari pericolosi trovandosi poi nella condizione di dover semplicemente sopravvivere loro. Eppure era nella sua natura, talvolta, cercare risposte anche là dove le domande non erano cosa gradita. Negli animi neri come la pece di uomini all'apparenza bendisposti, per esempio, era difficile scovare segreti. In Laurens de Graff probabilmente sarebbe stato addirittura impossibile. Scivoloso, sgusciante animale raro quel Custode. Salla lo vide sfuggirgli di mano in più occasioni durante il loro scontro nell'antro luccicante e ancora - un'ultima volta - quello si confermò esemplare unico nel suo genere. Il torbido coacervo di filamenti si contorse sotto le portatrici di luce, lasciando al posto del demone un intero branco di piccoli folletti urlanti. Un pugno di mosche amaro che l'uomo rosso dovette inghiottire, arretrando dolorante. Le sue spade si conficcarono al suolo pietroso con un sibilo, accompagnate dal tintinnio di una loro sorella vedova della carne in cui s'era accasata.
Silenzioso, agghiacciato e nel contempo turbato da quanto era costretto a osservare, Sallahro M'qahor stette in attesa.
Di ciò che il corsaro chiamato nemico aveva da aggiungere;
della sorte che gli avrebbe riservato il Signore della Luce;
dell'infausto presagio che infine si materializzava davanti a lui.

«Che il tuo Dio ti aiuti, Salla, perché io non posso farlo.»

Guardò negli occhi di de Graff distorti dalla bestialità, e non vi lesse alcun rimorso.
Piuttosto un profondo senso di rassegnazione, commisto al piacere perverso della vittoria. Con un mezzo sorriso colmo di amarezza dipinto sul viso, il sacerdote fece allora un passo indietro. Allargò le braccia come ad ammettere la sconfitta e socchiuse le palpebre. Le due falci nere correvano verso di lui su strade diverse, fameliche portatrici di ombra.
Non le temeva, affatto.
Perché egli era custode delle fiamme e della luce, benedetto dall'alba;
e un sole rosso gli ardeva nel petto, impassibile -
-- impossibile da spegnere.

[...]

Il crollo della caverna fu tremendo, disastroso a dir poco.
Le fauci di cristallo rosato vennero spezzate dal soffitto che, pesante, franava masso dopo masso. Una fitta coltre di polvere coprì ogni cosa, affievolendo in qualche modo la luce di quel luogo. Si sollevò impetuosa all'inizio, aleggiando poi nell'aria per diverso tempo come a non volersene andare, testarda. Lambiva il volto deturpato di Laurens e lo accarezzava: "Hai vinto" sembrava sussurrare, "Sallahro è morto". E tutto era finito, in un attimo. Il duello, breve ma quanto mai intenso, era già un ricordo allontanato dall'adrenalina che scivolava via.
Fino a che qualcosa si mosse vicino al pozzo delle ombre.
Una sagoma nera, grottesca e dapprima sfocata dalla cortina di polvere. Dei sassolini rotolarono via dal cumulo delle macerie, quasi fossero piccoli animali spaventati in una fuga disperata. Ed un respiro rauco, affannoso si fece largo nella grotta.

« Non occorre che ti disturbi, Laurens » annunciò Salla, emergendo dall'ombra;
« Il Signore della Luce è pieno di risorse, e in tutta onestà credo di essergli simpatico. »

Aveva nella mano destra una spada, mentre altre due gli galleggiavano intorno pigramente.
Nonostante le ferite al fianco e le tumefazioni ben celate dalla veste, sembrava nel pieno delle forze. Era un uomo certamente tenace, ma il suo talento nel resistere alle fatiche lo rendeva all'apparenza instancabile e inarrestabile. Stringeva comunque i denti per il dolore: il braccio sinistro sarebbe stato in pessime condizioni fino almeno alla prossima luna nuova. Si fermò, ritto in piedi con la prestanza regale che ben si confaceva al suo retaggio nobiliare, e riservò all'avversario
un'occhiata carica di tolleranza.

« Guardati » disse: « Non sei più in grado di combattere. »
« Penso sia giunto il momento per te di riporre la spada e spiegarmi come stanno le cose. »

Si concesse il calore di un sorriso distensivo.
Aveva speso molte energie nel contrastare la prima lama d'ombra con la stessa spada che aveva trafitto il fianco di de Graff in precedenza. L'arma era stata mossa dal suo solo istinto nel tentativo di frapporsi tra lui e la morte. Quindi si era dovuto arrangiare con l'astuzia e la propria agilità per scampare alla devastazione dell'antro maledetto.
E ora chiedeva all'altro di arrendersi.
Chi lo conosceva bene gli aveva sempre detto che era un pazzo bastardo, in effetti.
Lui non aveva mai avuto il coraggio di contraddire quelle affermazioni.


corollario


condizioni fisiche graffio sulla guancia sinistra, ferita alla clavicola sinistra (Medio), avambraccio sinistro ferito lievemente, tumefazioni dovute alla costrizione (Basso), fianco destro squarciato (Medio);
condizioni psicologiche ottimali;
energie residue 18%;

equipaggiamento 3x spade (1x mano dx, 2x telecinesi); veste rossa (indossata);

capacità speciali maestria nelle armi (4CS); velocità (1CS); agilità (1CS); intelligenza (1CS);
abilità passive qualsiasi oggetto diventa un'arma se impugnato come tale, il personaggio può tagliare le armi nemiche, le sue ferite causano sanguinamento passivo (Danza dell'acciaio); il personaggio non sviene al 10% di energie, resiste alle alte e basse temperature, non ha normale bisogno di mangiare o dormire e resiste alla fatica, i suoi consumi energetici sono ridotti (Benedizione della luce e del fuoco); la veste può nascondere fino a quattro armi al suo interno, e non produce suoni (La veste rossa);
abilità attive parata con spada fluttuante (Danza dell'acciaio - Alto); pergamena "Non sono stato io!" (Benedizione della luce e del fuoco - Basso);

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note l'utilizzo nel finale della pergamena "Non sono stato io!" (nelle frasi finali da "Guardati" in poi) è da considerarsi espediente GdR, non vero e proprio attacco alla persona di Laurens - anche perché non viene seguito da alcuna azione offensiva. Inoltre io lo interpreto semplicemente come una frase molto convincente da parte di Sallahro, anziché una tecnica psionica tradizionalmente intesa. Colgo l'occasione per ringraziare il buon vecchio Xà per il duello e chiunque si prenderà la briga di valutarlo/leggerlo/commentarlo con spropositi del tipo "Energie nere piene, sicuro!"[citazione necessaria].

resoconto azioni sebbene la dinamica dell'azione non sia stata resa con precisione nel testo per una specifica scelta narrativa, Sallahro contrasta la prima lama d'ombra utilizzando una delle spade abbandonate con la telecinesi e imprimendogli una forza Alta (è un Paladino, ricordo) a scopo difensivo (Danza dell'acciaio, cfr. sotto - Alto). La seconda è stata considerata come un attacco rivolto all'area dello scontro per generare un effetto collaterale, non propriamente quantificabile in termini di gioco - la frana non è né un Basso, né un Medio o tanto meno un Alto: è una cazzo di frana. In quanto tale ho evitato il crollo della grotta con l'uso delle CS in mio possesso. Successivamente Salla emerge dalla coltre di fumo e, in virtù della propria passiva di resistenza alla fatica (Benedizione della luce e del fuoco, cfr. sotto) si mostra fresco come una rosa e utilizza le parole per convincere Laurens a deporre le armi (Benedizione della luce e del fuoco, cfr. sotto - Basso).

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CITAZIONE

Scivolare come una massa liquida di fredde lame: questo è danzare con l'acciaio. Sia che si tratti di offendere con una serie di mirabolanti attacchi, sia che invece ci si debba salvaguardare da un'aggressione; in ambedue i casi è fondamentale saper diventare tutt'uno con il proprio armamentario e fluire -come acqua grigia letale. Per questo la muscolatura di chi pratica la danza viene forgiata allo scopo di essere sì robusta, ma soprattutto rapida nei movimenti e reattiva nell'immediato: assieme con l'addestramento mirato ad acuire la concentrazione, essa contribuisce a permettere il celere compimento di azioni specifiche durante lo scontro. In aggiunta a questo, vi sono le armi dei danzatori - solitamente spade sottili e ricurve a metà tra lame di foggia orientale e scimitarre più tipiche dell'Akerat - le quali permettono a chi ne fa saggio uso di lasciar scorrere sul proprio filo l'offensiva nemica, passandovi oltre con eleganza.
variabile; macroabilità personale


CITAZIONE

Il Signore della Luce è l'unico Dio: egli è il Sole che sorge a oriente la mattina e tramonta ad ovest nella sera. Vive nelle fiamme e le fiamme sono Lui, ha molti figli e un solo nemico: l'oscurità. Un Prete Rosso deve vivere nella luce, perpetrando il bene dei molti senza mai mettere a repentaglio la Giustizia assoluta del Dio stesso. Così insegnano al Grande Tempio, così il Sacerdozio viene ufficiato e consolidato negli anni; con preghiere sempre identiche a se stesse in ogni liturgia mattutina o serale. I cultori del dio Rosso che si allontanano dalle luci della città subiscono però un lento mutamento. Vedono il mondo, assistono alle sue brutture. E alcuni perdono parzialmente la presa sulla spada infuocata della fede. Sallahro M'qahor do Maqqaro è un uomo virtuoso e un peccatore nel contempo. Vive le parole delle sue preghiere in maniera personale, come ogni buon sacerdote sa adattare il salmo giusto al momento più inatteso e ha rinunciato ormai da tempo all'opera di conversione che lo aveva guidato agli inizi del suo viaggio per Asgradel. Ciononostante gode di benefici che molti Preti Rossi sognano, baci della luce ai quali anelano in tanti e che lui - in parte - cela con vergogna poiché non si ritiene degno di tali doni, li considera una coincidenza e non un segno del volere divino. Salla è, invero, più resistente di un essere umano normale. Non sente il bisogno di nutrirsi o di bere anche per giorni, dorme una notte a settimana quando va bene ed in combattimento mostra una tenacia senza pari resistendo fino allo stremo delle forze. Ha una mente sveglia e vigile oltre la norma ed il suo fisico atletico gli dona agilità e rapidità inaudite. Ma la capacità più strana, e che in pochi notano, è rappresentata dalla sua resistenza alle temperature: il vento freddo del nord non ha mai scalfito la sua tempra, né le sabbie del deserto hanno accolto una sua goccia di sudore. Spesso pare quasi che nemmeno si sforzi per compiere i gesti straordinari che gli sono valsi stima e rispetto ovunque si trovasse. Impassibile, imperturbabile nonostante le condizioni avverse, il Prete Rosso si è sempre distinto per queste ed altre caratteristiche.
passiva; macroabilità personale


CITAZIONE

Il primo compito di un officiante religioso è - da che mondo e mondo - imbrigliare le masse, come direbbero alcuni. Sallahro preferisce pensare che per diffondere il Verbo del Signore della Luce sia necessario saper scegliere con cura le parole da usare con ogni interlocutore, ascoltare e difendere i propri ideali con lucidità retorica e d'ingegno. Per fare ciò ogni accolito del Tempio rosso viene istruito sui metodi più basilari per liberare la mente dai turbamenti o dalle interferenze altrui al flusso dei pensieri: è sufficiente che il Prete rifletta sulla sua condizione perché ogni inganno - fatto salvo per quelli più invasivi - si dissipi in un istante. Così viene preservata la saggezza del sacerdozio e della verità divina. Al contrario però è possibile per Salla - così come lo è per altri Preti, talvolta più ferrati di lui nell'arte oratoria - fare breccia sulle menti più deboli con una menzogna. Sussurrare all'orecchio di un Re il consiglio sbagliato, la preghiera che lo porterebbe sull'orlo della sconfitta; far credere al cavaliere più valoroso che il suo onore è stato macchiato da un tradimento; ordire trame d'inganno per perpetrare un Bene superiore.
bassa/media; pergamena "Non sono stato io!" e pergamena "Rivelazione"


 
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Foxy's dream
view post Posted on 3/8/2012, 23:14




CITAZIONE
~ Apocryphe

Scrittura: 8/10

Ricca. Leggendo i tuoi scritti si rimane costantemente colpiti da come, da un’unica riflessione talvolta estemporanea, sei in grado di tirar fuori una serie di ragionamenti intricati e complessi, per poi contestualizzarli nella giocata e più in particolare in un post preciso. Complice anche un vocabolario variegato e ricco di termini talora “complicati” o semplicemente poco usati nel linguaggio comune, sei in grado di inspessire pensieri fuggevoli o azioni men che accennate dando corpo e intensità, come se ogni azione o elemento abbia la sua importanza, misurata nell’accettabile così che non appesantisca lo stream del narrato. Ad impreziosire il tutto v’è una lunga serie di riferimenti e citazioni ad eventi cui Laurens ha preso parte, accreditando veridicità al personaggio sotto ogni aspetto, mostrando peraltro un percorso di crescita non indifferente, dove ogni esperienza ha lasciato un segno più o meno marcato, che incide in proporzione alla sua indole naturale. Nota stonata - ma di gusto mio personale - è la presenza talvolta forzata di pensieri diretti che spezzano un po’ l’atmosfera faticosamente costruita in capoversi ben ingegnati. Sarebbe stato ben più pregevole contenerli o diluirli all’interno del narrato, rafforzando ancor più la solidità del personaggio, come hai peraltro fatto in diversi punti. Infine, ultima nota - stavolta di mio personalissimo gusto - è la lunghezza eccessiva di alcune frasi, che tediano il lettore circoscrivendolo in cerchi concentrici entro cui perde di vista il senso globale. Costruzioni sintattiche un po’ più semplici magari, per una lettura più sciolta e di maggiore gradevolezza.

Strategia: 8/10

Articolata. Il bagaglio tecnico di Laurens è perlopiù incentrato sugli incanti in suo possesso, ed è attorno a questi che è stata costruita gran parte della strategia. Molte delle tecniche impiegate, in particolare quelle in dotazione di Mantellemer, hanno più turni d’azione, e le hai sapute ben concatenare dando vita a combinazioni tanto interessanti quanto pericolose, al punto da sovrastare il tuo avversario nei turni di combattimento intermedi. Apprezzabili sono state le combinazioni di elusiva - o costrittiva - e offensiva, supportate a loro volta - in alcuni casi - da attacchi fisici pericolosi per le circostanze in atto e gli obiettivi interessati. Nonostante ciò, ho storto un po’ il naso nel tuo primo turno attivo, dove metti in forma di scudo il mantello per mera precauzione. Così facendo hai “sprecato” uno slot che avresti potuto adoperare per un attacco molto più incisivo sull’avversario (specie al primo turno di combattimento, dove il primo ad agire ha un vantaggio ben più che logistico) e un turno d’azione dello scudo stesso. Questa poca risolutezza in fase iniziale, però, viene colmata dall’utilizzo della tecnica difensiva del turno seguente, che avresti sbloccato solo nel caso in cui Mantellemer avesse assunto, per l’appunto, la forma di scudo. L’uso di questa tecnica, inoltre, ha concesso una certa spettacolarità d’azione al personaggio avvantaggiandoti anche nell’offensiva fisica seguente, surclassando le CS del tuo avversario di una sola unità, differenza comunque sufficiente ad infliggere danno seppur nella più piccola misura. L’ultimo neo riguarda il quinto turno di combattimento, a partire dall’utilizzo della difesa assoluta e finire all’alto dissipato per la frana. In condizioni simili il tuo avversario non ha avuto alcuna difficoltà a sottrarsi all’attacco, tanto che ha persino evitato di castare tecniche per eludere un’offesa senza alcun potenziale (se non per la sua grande grande teatralità). In ogni caso ho tenuto poco conto dell’ultimo giro di post, visto che per entrambi è stato più un taglio conclusivo che la prosecuzione ad oltranza di un duello mortale.

Sportività: 7.25/10

Buona. Il personaggio agisce e risponde agli stimoli esterni con cognizione di causa, subendo quando gli eventi lo impongono e di attaccare - senza strafare - quando gliene viene concessa la possibilità. Una grande prova d’abilità se non nell’aver incassato un po’ poco da alcuni attacchi fisici dell’avversario. La differenza di CS tra Laurens e Sallaharo è di tre unità, e ciò costituisce un divario abbastanza ampio per trasformare i tuoi bassi subiti in qualcosa di più. Mi riferisco in particolare al danno basso al braccio sinistro, che a mio giudizio sarebbe dovuto essere un medio o pressappoco. Altro elemento che mi ha dato da pensare è l’eccessivo dolore manifestato al seguito dei colpi subiti, molti dei quali hanno persino apportato menomazioni di sorta. Subendo una serie di bassi - visto che i danni riportati sono solo di questa entità - nel narrato ho avuto l’impressione che il capitano avesse accusato ben più, dalla menomazione quasi esagerata al ginocchio sinistro all’intero apparato articolare dell’arto superiore sinistro. Capisco che la bravura del tuo avversario è stata proprio nel localizzare i danni nei punti che avrebbero cagionato più handicap, ma queste reazioni mi sono parse un po’ eccessive - paradossalmente - troppo sportive.

~ Andre_03

Scrittura: 8.25/10

Fluida. Non è un mistero: con la scrittura ci sai fare. Leggendo i tuoi post sono rimasta sorpresa dalla fluidità del narrato, dalla semplicità delle costruzioni sintattiche, dall’elementarità con cui hai saputo descrivere pensieri, azioni e componenti paesaggistiche senza mai perderti in alcun modo. Lo stesso testo sembrava possedere un suo ritmo, un respiro proprio, come se la sfera introspettiva di Sallahro si rispecchiasse in esso, e quella stessa cadenza permea nel lettore permettendogli quasi di presenziare alla scena. Nonostante il tuo fosse un personaggio totalmente nuovo, lo hai saputo ben gestire dosando cenni di background ad accadimenti in tempo reale; ogni azione era frutto di un pensiero, ed ogni reazione eviscerata da un istinto maturato sui campi di battaglia o tra l’una o l’altra esperienza. A parte ciò - sarà stata mia impressione abituata com’ero al vecchio Hyena - alcuni passaggi mi sono parsi poco solidi. Essendo per l’appunto un nuovo personaggio di cui si conosce relativamente poco, sarebbe stato forse meglio inspessire la mole di background presente nel testo, così da imporlo con forza in un contesto tutto nuovo (anche per noi). Tralasciando però questa “impressione” sono convinta che, con lo stile di scrittura attualmente in uso, tu sia in grado di muovere qualsiasi personaggio, indipendentemente dal suo profilo - al che, leggendoti, mi è parso di leggere un libro anziché un post da GdR pbf.

Strategia: 7.75/10

Misurata. Per certo meno esuberante del tuo avversario ma non meno efficace. Anziché far leva sull’intrico di combinazioni possibili con tecniche la cui potenza è spalmata su più turni, prediligi attacchi diretti e precisi, aiutandoti con la psicocinesi esercitata sulle spade laddove ti rimaneva un solo slot da utilizzare in fase offensiva. Per quanto adeguata alle esigenze del momento però, l’elaborazione non raggiunge la complessità e la lungimiranza mostrata dal tuo avversario, mancando forse di quel fantomatico “non so ché” che ti permettesse di emergere con prepotenza. L’imposizione di Sallahro sul capitano, non a caso, affiora solo nel momento in cui deve far fronte ad attacchi fisici di sorta, situazioni chiarificate dall’evidente divario di CS che ti portava in un sistematico vantaggio. A parte ciò, il combattimento è stato chiuso nel migliore dei modi; concludi il quinto turno attivo con più energie dell’avversario sebbene lui abbia utilizzato l’Occhio del mago e una difesa assoluta per evitare il tuo critico, adoperando persino tre tecniche all’ultimo turno (di cui comprendo l’esigenza narrativa sebbene non regolamentare; ma come ho già scritto per Apocryphe, dell’ultimo turno ho tenuto davvero poco conto dell’aspetto regolamentare e strategico).

Sportività: 7.5/10

Impeccabile. Come ci si aspettava da un giocatore della tua esperienza - in particolare su questa piattaforma - non compi irregolarità di sorta e né ti lasci andare ad antisportività o esagerazioni (nonostante avessi tutte le possibilità per farlo). Utilizzi con buonsenso il numero di spade sotto l’effetto della psicocinesi, ed hai persino riportato danno - anche se appena un graffio - sul colpo di pistola di Laurens, elemento che ha ingraziato quell'istante di una certa credibilità. Ottima anche la gestione delle CS, equilibrata nei confronti di un avversario più debole sotto quest’aspetto; hai evidenziato la tua superiorità con modestia, né più né meno.


Media Apocryphe: 7.75
Media Andre_03: 7.83

Andre_03 vince lo scontro, avendo così diritto ad un post conclusivo.
Per qualsiasi dubbio o domanda: mp.


Al seguito dei risultati conseguiti, è con piacere che annuncio la promozione di Apocryphe ad energia Blu.



Mi è molto piaciuto correggere questo scontro, per via dei personaggi coinvolti così come per i giocatori dietro di essi. Ho particolarmente apprezzato il fair play di entrambi e la particolare tendenza a subire meno anziché infliggere tanto, costruendo una scena piuttosto che un duello, una base per sviluppi futuri. Da lettrice lo scontro si è chiuso in parità, ma la matematica ha voluto la vittoria dell'Andre. Complimenti, ancora, ad entrambi. ^^

 
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view post Posted on 16/8/2012, 18:07
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Rimase ad osservare la scena che si profilò come inebetito: non capitava tutti i giorni di vedere un religioso avvolto da una mantella rossa fare lo slalom fra i massi che cadevano da una volta rocciosa ridotta a pericolanti brandelli. Divertito dalla scena e ammirando l'uomo che aveva di fronte, ripose la propria arma. Avvertiva il nascere di un nuovo tremore, la stanchezza che ormai prendeva il sopravvento. Poteva comunque ritenersi soddisfatto: il crollo del soffitto aveva coperto l'entrata del pozzo, il ciondolo sarebbe stato al sicuro -e l'Abrasax con lui. Alle parole del prete rosso rispose con un gesto vago della mano, come a dire che in fondo aveva sfangato momenti peggiori, sarebbe sopravvissuto. Puntò poi l'indice verso il soffitto, sempre sorridendo:
«Quello che si dice un tracollo, hombre. Neanche tu sembri messo bene.»
Quindi sollevò l'indice ed il medio, come a chiedere un attimo di tempo, una necessaria pausa prima delle ancora più necessarie spiegazioni. Il volto tornò a ingentilirsi, per quanto possibile; le ali e la coda si ritrassero, finendo così per scomparire. Il corpo tornava alla normalità, e così i capelli biondi ripresero ad appiccicarsi alla fronte madida di sudore.

Con una luce divertita in fondo all'occhio azzurro, il Corsaro dedicò un breve sguardo di commiato alla grotta, voltando le spalle ed invitando così Sallahro a seguirlo all'esterno: non era bene parlare dell'Ombra dove questa poteva ascoltarli. Una volta fuori dall'antro, Laurens fu costretto a socchiudere gli occhi, tanto la luce del giorno riusciva a infastidirlo; curiosamente, i suoi capelli gli sembrarono più chiari. Tese l'orecchio e rimase in silenzio finché il rumore dei passi del prete rosso non ne rivelò la vicinanza. A quel punto parlò.
«L'Ombra è un'entità potente. E viva.»
Le sue parole avevano un tono misurato, apparentemente calmo. Eppure prendevano molto tempo per essere dette: non che fosse titubante, piuttosto aveva l'aria di chi soppesa con estrema precisione e delicatezza ogni cosa, ogni singola lettera, prima di pronunciarla.
«Ne condivido la natura» proseguì «ed in parte il potere.»
Si voltò a fissare il volto dell'interlocutore, propugnando un'espressione tirata, un sorriso senza allegria.
«Non mi piace, non l'ho scelto e non ne vado fiero. Ma è quello che sono, e il mio compito è impedire all'Ombra di scatenarsi, di rompere le catene.»
Con lo sguardo tornò a vagare sul frastagliato e nebuloso orizzonte dell'Orbrun. Non sorrideva più.
Inspirò profondamente, come se quell'aria potesse dargli la serenità di cui aveva bisogno.
«Sono un Custode dell'Ombra. Finché sarò vivo, l'Ombra non potrà distruggere questo mondo. Alla mia morte, un altro prenderà il mio posto.»

Chiuse gli occhi. Perché stava dicendo tutto questo a quell'uomo che appena conosceva?
Forse perché lo stimava, forse perché sentiva che avevano molto in comune, forse perché era stanco.
O forse tutte queste cose insieme. Aveva importanza?

«Combattiamo la stessa guerra, io credo.»
Tornò a scrutare il prete rosso, con il suo volto severo e rigido. Salla era l'opposto del Flagello: prendeva fin troppo seriamente il suo compito, si riteneva consacrato al dovere. Per Laurens era diverso, e non solo perché non aveva mai scelto quel destino: la vita nella filibusta gli aveva insegnato a non aspettarsi nulla di buono al di fuori di ciò che poteva pagare. E lui si rifiutava di tirare sul prezzo con la vita.
«Solo che lo facciamo in maniera diversa.»
Tese la mano al prete rosso. Dopo che quella proposta era stata deliberatamente ignorata fra i vicoli di Vecchia Taanach, questa era la sua ultima offerta: alleati o nemici, nessuna via di mezzo.
Non esistono scale di grigio all'Inferno.


Post fatto in accordo con Andre per concludere la giocata.
Ne approfitto per ringraziare Andre per la suddetta, mi sono divertito parecchio. Ringrazio inoltre Foxy per il giudizio. Alla prossima pal :v:
 
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15 replies since 18/7/2012, 20:27   915 views
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