storyteller ······ - Group:
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| — somewhere like a scene from a memory —
The city's cold blood teaches us to survive. Just keep my heart in your eyes and we'll stay alive; the third arrives...
Ricacciò indietro il sorriso. Non c'era nulla per cui sorridere. Socchiuse gli occhi, chiedendosi perché fossero tanto asciutti. Eppure il dolore lo aveva sentito. Le parole della vecchia gli rimbombarono dentro, cupe e sorde. Non c'è sole che possa sciogliere degli occhi di ghiaccio. Sempre tenendo il suo sguardo cieco, sollevò meccanicamente il bicchiere, portandolo alle labbra. Il liquido violaceo aveva sfumature albine, strane opalescenze che lo facevano sembrare screziato, come corrotto. Rispolverò quel sapore antico fra lingua e palato, con una soddisfazione che non aggiungeva né toglieva nulla alla sua situazione. Passò le dita sulla superficie ruvida del boccale, avvertendo una sensazione piacevole -ricordandosi che certe cose non puoi sceglierle, che il tessuto ruvido della corteccia era lo stesso che aveva mostrato lui. Piacevole forse, ma troppo stridente per essere accarezzato a lungo. Riaprì gli occhi, fissandoli sull'oggetto poggiato sul tavolaccio, proprio di fronte a lui. Si trattava di una strana bussola, il cui quadrante presentava una strana rosa a venti punte. L'ago si mosse un poco, parve vibrare. Una smorfia si dipinse su quelle labbra affilate. Erano giorni che la bussola indicava una direzione precisa, una strada da seguire -non fosse altro che per scrollarsi di dosso quell'apatia. Gli era stata indicata la meta, ma lui non sembrava ansioso di mettersi in cammino. Un po' perché si sentiva svuotato, un po' perché in fondo, forse, quella situazione non gli dispiaceva. In quella nuova sofferenza aveva trovato una valida scusa per sottrarsi ai suoi doveri, alle incombenze -ché quelle non mancano mai. Non c'era più nulla che lo trattenesse, eppure desiderava rimanere lì, a pascersi nell'autocommiserazione. C'è una versione masochista di noi stessi che anela le sofferenze, quasi dovesse trarne linfa vitale. Per quanto lo riguardava, l'unica verità che Laurens de Graaff potesse ammettere non l'avrebbe mai potuta pronunciare ad alta voce. Certe cose fanno più male se non dette, sono come un macigno poggiato fra stomaco e polmoni. E quelle sofferenze sono un delicato veleno che va gustato in solitudine, distillandone l'odio. Eppure, quelle parole lo accompagnavano.
«Prima che le foglie cadano, prima di chiudere le porte, dovrà esserci la terza ed ultima danza.»
Come profezia non era male, ma andava interpretata. Si guardò intorno: il suo corpo, avvolto nel mantello nero con l'effigie del lupo, non passava inosservato come avrebbe voluto. Lì a Taanach lo conoscevano, fin troppo bene. Sarebbe dovuto sparire per un po'. Un viaggio, un lungo viaggio. E da qualche parte, in cuor suo, sperava fosse anche l'ultimo. Sospirò, aspettando che fosse troppo tardi per qualsiasi cosa. Il suo aspetto orribile non lo sconvolgeva: nonostante le occhiaie, la barba incolta, gli occhi arrossati e le labbra spaccate, non si sentiva stanco. La paura mondava il suo corpo di ogni spossatezza. Aveva troppa paura dei sogni per dormire. Intanto, Taanach osservava e sorrideva melliflua: lo stava riportando a casa.
[...]
Osservava il commensale consumare il pasto con sacrale lentezza, chiedendosi perché mai da quell'uomo emanasse una perenne aura di solennità. La cosa lo incuriosiva e infastidiva al tempo stesso: non riusciva a spiegarsene la ragione e neppure riusciva ad accettarlo. Non lui, che non aveva mai preso nulla sul serio -se non una cosa, e in quel caso aveva solo trovato la via migliore per l'inferno. Il vino speziato era rimasto intatto: se da una parte Salla preferiva il suo tè, dall'altra il corsaro continuava a mescere e trincare il suo strano liquore dai toni viola. Non aveva ordinato cibo, nemmeno ricordava più l'ultima volta che aveva mangiato. Il rumore prodotto dall'incidente, il tafferuglio che ne seguì, non destarono la benché minima reazione nel Flagello dell'Ovest. Invece, fu la domanda del prete rosso a richiamarne l'attenzione: doveva avere qualcosa in mente. Sallahro non era il tipo da futili ciance, né poteva sperare di sparare nel mucchio in quel modo.
«Mi deludi. Pensi che io sia sempre in cerca di rogne, ma non è così.» Si sforzò di sorridere, tirando fuori una cosa stiracchiata e ignobile. «A volte dormo. Anche se non sembra.»
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