Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Immersi nel Buio, Duello Ufficiale

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 22/11/2013, 22:18
Avatar

Eternal Light
····

Group:
Member
Posts:
1,468

Status:


Antares contro Laurens

Verde contro Blu
E contro B


Durata: presentazione e quattro di combattimento
Tempo di Risposta: indeterminato
Player Killing: off
Premio: nessuno
Arena: caverna umida scarsamente illuminata
Inizio: Desdinova



Edited by Desdinova - 22/11/2013, 22:45
 
Top
view post Posted on 22/11/2013, 22:42
Avatar

Eternal Light
····

Group:
Member
Posts:
1,468

Status:


Pyx, fermati!

Nonostante i richiami, la piccola lucciola eterea non si fermava. Continuava ad avanzare nel buio più inquietante, illuminando fievolmente le rocce che contornavano la via. All'improvviso un tocco gelido calò sul collo di Antares, facendolo correre spaventato fino a raggiungere il suo famiglio. Appariva come un posto irto di demoni, di fantasmi provenienti dall’altro mondo, e ciò che aveva assalito la Stella reincarnata alle spalle era una terribile e minacciosa… goccia d’acqua. Vergognandosi un poco dell’errore di valutazione compiuto, strinse le sue membra fragili nello scuro mantello blu per proteggersi dall’umidità e dal freddo, quel freddo che non ghiacciava solo il corpo ma anche la mente e l’animo.
Qualche oscura presenza magica aleggiava tutt’attorno. I suoi occhi verdi potevano percepirla, riuscivano a vederla come lunghi filamenti di fumo, tentacoli immateriali che parevano risucchiare qualsiasi cosa fosse loro vicina. Qualcosa giaceva dormiente nel terreno, più oltre dentro quella grotta, un’essenza che non sarebbe mai dovuta fuoriuscire dagli inferi del sottosuolo più profondo, ma era giunta sino a infestare interamente quella grotta.

Mi hai condotto qui perché vuoi che affronti questa tenebra, Pyx?

Quella piccola luce che fluttuava vicino continuò ad avanzare. Sembrava capire qualsiasi cosa Antares dicesse, ma era priva della facoltà di comunicare direttamente: lui poteva solo fidarsi e lasciarsi guidare da essa. Dopotutto parevano condividere la stessa origine e da quand’era rinato l’aveva sempre condotto su vie che coincidessero con quella del suo destino o, meglio, con quella che aveva scelto quando aveva dato il suo vero corpo alle fiamme.
In lontananza si poteva scorgere qualche fuoco, riparato da alte mura. C'era una città appostata da quelle parti, un fulcro di vita probabilmente impregnato di oscurità quanto quell’enorme caverna, ma la strada per giungervi direttamente era troppo accidentata per essere intrapresa. Era però quella la destinazione della Stella: da lì l’energia negativa appariva più forte, più tenace, fitta come il centro di una tela; quale fosse la reale fonte di quel potere rimaneva però un mistero. La lucciola sembrava ben conscia delle difficoltà del passaggio e quindi seguiva una strada levigata, tortuosa quanto sicura, e segnata, probabilmente, dal passaggio di molte genti del passato. Conduceva al cuore della cittadella, fino allo specchio d’acqua che stava al suo centro, tenebroso e imperscrutabile quanto quella notte ormai inoltrata. Quest'ultima, però, non era priva di, benché fioca, luce né di stelle neppure sotto terra.

D’un tratto una presenza sinistra in lontananza, nascosta dal buio, divenne percepibile alla Stella. Si avvicinava, un essere maligno che coagulare in un solo punto gran parte dell'oscurità di quel luogo. Che fosse la sua fonte? oppure solo un suo adepto? Non importava: l’unica cosa certa era la sua negatività, le sue tenebre, e bisognava trovare un modo per depurarla. Sarebbe stato meglio iniziare la purificazione da qualcosa di concreto piuttosto che da un’entità evanescente.

Pyx, fermati.

Il tono della voce cristallina, più perentorio del solito, questa volta sembrò sortire qualche effetto sulla lucciola che si arrestò a mezz’aria per poi avvicinarsi lentamente ad Antares. Costui accostò una mano fino a sfiorare leggermente la tremula luce che rischiarò così le sue dita pallide e levigate. Entrambi emanavano un calore benefico, come se la loro natura di astri scesi in terra si riversasse anche nella loro forma terrena.

C’è… qualcosa qui davanti. Non voglio che tu rischi di scomparire e nemmeno rivelare troppo in fretta la mia presenza con la tua fiamma. Ti chiedo scusa, ma dovresti andare. Solo per poco, finché non avrò affrontato quel che giace sulla via.

Con un buffetto affettuoso congedò il famiglio ed esso, dopo un bianco fulgore finale, venne progressivamente meno, come una candela che leggermente si consumi fino a svanire.
Scostandosi una ciocca di capelli neri dalla fronte, Antares volse i verdi occhi luminescenti verso la fonte maligna che percepiva in lontananza. Sperava solo che la purificazione sarebbe stata breve e indolore, ma, se anche così non fosse stato, doveva assolvere la missione per cui aveva dato alle fiamme il suo vero corpo e non poteva certo farsi fermare dal primo ostacolo che si parasse davanti.



Capacità Straordinarie: Intelligenza 4
Status Fisico: Illeso, 16/16
Status Psicologico: Illeso, 16/16
Energia: 100%
Equipaggiamento: Coltello d’Argento

Passive Utilizzate:

Il Flusso di Energia - identificazione di magia

Attive Utilizzate:

Ago della Bussola - Comparsa o sparizione del famiglio con consumo Nullo

Riassunto:

Antares giunge nella grotta nera e umida guidato da Pyx e dalla sua percezione del potere magico negativo. Riconoscendone poi uno più intenso, meno diffuso, congeda il famiglio e si prepara a combattere.

Note:

Differenza di giocatori e personaggi abissali, ma può essere un buon incentivo a dare il meglio - anche se solo per me. Spero di non deludere il mio avversario per la mia inesperienza e incapacità. Buona fortuna a me: ne avrò bisogno.
 
Top
view post Posted on 12/12/2013, 18:50
Avatar

storyteller
······

Group:
Member
Posts:
4,680
Location:
mnemonia

Status:


It's a word we never learned ~~
And our words will repeat now forever again.
-
« This might take a while to figure out now,
so don't you rush it and hold you're head up high
right through the doubt, now. »


duello-1



Territori Settentrionali, vicino al confine, qualche giorno prima ~

La figura del Metamorfo si stagliava in controluce sul profilo dell'unica finestra che permetteva all'astro notturno di donare toni di penombra alla stanza povera e umida, la più alta della torre diroccata di cui avevano preso momentaneo possesso appena qualche giorno prima. Guardando in basso, i tetti del villaggio abbandonato erano una geometria di picchi spioventi, rossi di tegole e sangue, martoriato e silenziosi -inutili, senza nessuno che vi si riparasse. Le case erano vuote così come le strade, nemmeno gli animali sembravano voler calpestare quella terra, più maledetta che dimenticata. Il silenzio di quella notte era tanto fastidioso quanto inquietante, sembrava che tutto il mondo, all'infuori degli occupati di quella misera stanza in balia di ogni raffica di vento, fosse morto. La stessa torre era ben oltre il concetto di fatiscenza, sembrava potesse crollare ad ogni sospiro -ed invece continuava ad ergersi, instancabile e fiera dei suoi disastri, come cicatrici sulla pelle di un soldato. La mezzanotte era appena trascorsa, e l'eremita stava appollaiato alla finestra, scrutando nella notte come se si aspettasse di veder apparire qualcosa, da un momento all'altro, mentre le sue mani stringevano nervosamente una piuma rossa, facendola passare fra un dito e l'altro.
Un rumore alle sue spalle lo costrinse a voltarsi, a guardare i suoi compagni avvoltolati nelle povere coperti e sdraiati vicino a ciò che rimaneva del piccolo falò che avevano improvvisato per riscaldarsi. Ghigno aveva iniziato a russare, mugugnando di tanto in tanto parole incomprensibili nella sua lingua natia, mentre le dormiva con il capo poggiato sul guscio del suo inseparabile mandolino. Poco distante, tremante di freddo, esile perfino quando imbacuccata in diversi strati di lana, la figura di Imrahil appariva incerta, come abbozzata.
La piccola Imrahil, che un giorno sarebbe dovuta tornare nell'arida Alcrysia e prendere il posto che le spettavano sullo scranno che era stato di suo padre. Un nuovo rumore, come un distante frullare d'ali, scosse il metamorfo, che subito tornò ad osservare fuori dalla finestra.
Per chiunque altro sarebbe risultato impossibile scorgere l'avvicinarsi del volatile, nero nel nero della notte, ma l'Occhio del Mondo gli consentiva queste ed altre mirabile -tanto da riuscire a distinguere ogni singolo battito d'ali del corvo, prima che questi placidamente planasse fino a raggiungerlo, poggiando sgraziatamente le zampe sulle pietre sbeccate del davanzale. Ali oscure, oscure parole ricordò il sam-enin, ma non disse nulla, limitandosi a recuperare il piccolo rotolo di pergamena legato alla zampa dell'animale, esaminando il sigillo di ceralacca per qualche istante, prima di romperlo e srotolare il messaggio. Lesse quelle poche righe, vergate in una grafia frettolosa, svariate volte, mentre con la mano sinistra accarezzava meccanicamente il capo della bestiola.

« Cattive notizie? » domandò sottovoce Imrahil, mettendosi a sedere sul pagliericcio,
rivolgendogli l'usuale sorriso timido e incerto, mentre scrutava l'espressione preoccupata del metamorfo.
Laurens si limitò a fare una smorfia, mentre appallottolava il messaggio.
« Vorrei poterti rispondere che le notizie non sono mai né buone né cattive » iniziò a rispondere,
fermandosi di colpo per emettere un sospiro rassegnato,
« ma volendo essere brutalmente sinceri, questa è proprio una notizia di merda. »


La giovane non replicò, né Laurens cercò di prolungare la conversazione.
Le parole che aveva appena letto avevano il sapore agrodolce del pericolo, avevano solleticato quella parte nascosta della sua persona che bramava non tanto il conflitto in sé, quanto le sue implicazioni, il brivido caldo che scuote coloro che sono in pericolo -che sono il pericolo.
Si fermò a guardarla, più a lungo di quanto avrebbe voluto -di quanto normalmente si sarebbe concesso. Era bella, Imrahil, di una bellezza strana, che sembrava bruciare -assai distante dallo stereotipo di principessa bisognosa d'aiuto. Certamente la ragazza aveva patito molto dall'arrivo dei preti rossi, ma non dava l'impressione di necessitare di protezione; come un diamante scalfito, quelle imperfezioni non pregiudicavano la sua resistenza. Aveva bisogno di un differente tipo di aiuto, un altro modo di vedere le cose. Per questo l'aveva presa con sé, alcuni mesi prima. Pure, sapendo che prima o poi avrebbe dovuto separarsene, quasi si pentiva della sua decisione. Come per allontanare l'immagine di quel momento, così vivida davanti ai suoi occhi da riuscire a turbarlo, riprese a parlare.

« Devo andare a Neirusiens. Ti ho parlato di quel posto, vero? »
Imrahil annuì quasi meccanicamente, con aria assorta. Ricordava ciò che Laurens le aveva detto della città perduta.
Un posto che nessuno, sano di mente, dovrebbe o vorrebbe visitare.
Ma se Laurens doveva andare...

« Verrò con te » disse, sollevando le spalle.
Semplicemente, con la leggerezza che solo delle donne, mise il suo futuro in braccio all'eremita.
Laurens scosse il capo. Sorrideva, ma di un sorriso triste. Sorrideva come chi è consapevole.
« Piccola, dolce Imrahil » mormorò. « Non puoi venire, troppo pericoloso. Andrò da solo, tu e Ghigno proseguirete verso nord,
tornerete nell'Erydlyss.
» « Ma... » fece per protestare lei, subito interrotta dallo sguardo di Laurens, improvvisamente divenuto glaciale. Imrahil conosceva quello sguardo, l'aveva veduto diverse volte -ed aveva imparato a riconoscerlo e temerlo.
Gli occhi azzurri del metamorfo diventavano slavati, sormontati da una corona più scura, come se avessero un'ombra dietro -dentro. Istintivamente, Imrahil sollevò le ginocchia portandole al petto, cingendole con entrambe le braccia e distogliendo lo sguardo. Non lo avrebbe mai ammesso, ma in quei momenti Laurens le faceva paura.
Da parte sua, l'uomo si strinse nelle spalle, conscio di non poter cedere su quel punto.
Ugualmente, tentò di spiegare: « La tua vita non mi appartiene, Imrahil. E forse non appartiene nemmeno a te, ricorda che hai un tuo destino. Dovrai tornare alla tua gente, per governarla.* »


Con queste parole, l'eremita si sollevò in piedi, e fece per uscire dalla stanza. Per quello che lo riguardava, la questione era chiusa. Mentre era ancora sulla soglia fu costretto a fermarsi, udendo nuovamente la voce della ragazza.
« E se io non volessi tornare? » domando lei, con la voce incrinata.
« Se volessi rimanere con te per sempre? »
Senza rispondere, Laurens si allontanò. Il vento si era calmato di colpo, ma il mantello continuava a svolazzargli intorno, ed ogni volta che i suoi lembi sbattevano sulle sue membra, si avvertiva il rumore di una scudisciata che aveva il sapore di un avviso.

~~~



Neirusiens, una caverna, tempo presente

La figura accovacciata nell'ombra si scosse, ma il movimento fu appena accennato, un fremito che forse l'altro non avrebbe colto.
Infastidito da quell'interruzione, quasi avesse interrotto un momento di fulgida meditazione, Laurens si rimise in piedi, lentamente, come se ogni più piccolo gesto di quell'operazione meritasse di essere studiato attentamente prima d'essere fatto. Il volto del metamorfo era sfigurato da una smorfia di dolore -un dolore tutto personale, però, che non aveva nulla di fisico. Nonostante non avesse fatto alcuno sforzo, sentiva il cuore martellargli nel petto con violenza inaudita, le sue viscere erano aggrovigliate da un perpetuo senso di vertigine, come se da ore stesse cadendo in un pozzo, temendo di incontrarne il fondo da un momento all'altro. Si sentiva sfinito, eppure la vicinanza con l'Ombra di quella caverna aveva solleticato altre forze che giacevano in lui.
Con un passo leggermente più lungo del normale scavalcò il circolo di pietre che delimitava il pozzo, lasciandoselo alle spalle, mentre incastrava il suo sguardo negli occhi verdi che gli stavano davanti. Il piccolo antro che li ospitava entrambi, una caverna piccola e umida, come ne erano tante a Neirusiens, parve vibrare -quasi avesse percepito la tensione che aleggiava in quell'aria stantia.

« Chi sei tu » domandò, « è perché ti trovi qui? E' un posto pericoloso. »
Quasi a voler confermare le sue parole, le ombre sullo sfondo si mossero, come altrettanti tentacoli desiderosi di avvinghiare e consumare ogni forma di vita presente in quel luogo.
Senza riuscire a nascondere una certa apprensione, Laurens si guardò alle spalle per un attimo, osservando di sfuggita il piccolo pozzo -quel pozzo doveva aveva calato il braccio, in cui aveva rimestato per alcuni secondi, prima di sentire il contatto con il metallo freddo. Aveva raccolto l'oggetto che giaceva nel pozzo, un oggetto che non sembrava volerne uscire, quasi fosse ormai una cosa sola con le tenebre che giacevano lì in fondo.
Un oggetto che ora teneva stretto nella mano sinistra, da cui pendeva una sottile catena d'oro giallo.
Era un medaglione -un medaglione che, parecchio tempo prima, aveva gettato in un pozzo simile a quello, ma assai distante. **
« Non è un luogo adatto alla luce » proferì in un sussurro. « Né a te. »
E quella, per quanto scomoda e minacciosa, era una grande verità.
-

“E se io non volessi tornare, se volessi rimanere con te per sempre?”
“Per sempre è una parola che non abbiamo mai imparato.”


« Scourge of the West »

( B: 4% ~ M: 8% ~ A: 16% ~ C: 32% )
forma umana - 4CS in Saggezza ; 1CS in Velocità.


Status Fisico » Illeso.
Status Mentale » Ottimale.
Riserva Energetica » 100%;

Equipaggiamento » Lagrima (riposta); Scaglie del Kraken (non indossata); Mantellemer (indossato - nessuna forma); Epoch (riposta); Henkeen (incastonato); Rosa dei Venti (riposta); Pride (riposta); Corte (riposto).

Abilità Passive » Aura di timore razziale, capacità di sopportare danni fisici fino ad un ammontare di due Mortali, capacità di passare alla forma demoniaca in qualunque situazione (the beast of pirate's bay). Eterna giovinezza (lympha aeterna). Auspex fisico su area limitata, facoltà di camminare in aria come su un pavimento solido, capacità di camminare su superfici non solide, possibilità di ignorare la gravità (called from darkness). Il Metamorfo riceve un bonus alle CS (+2 Intelligenza) ogni volta che in sua presenza viene utilizzata una abilità di natura magica, egli è inoltre in grado di ignorare ogni tipo di ferita invalidante (magia naturale). Egli è in grado di avvicinare un qualsiasi animale senza essere attaccato o considerato un pericolo (comunione animale). Ogni utilizzo di una delle tre Maledizioni Supreme priverà l'avversario di una (1) CS in più rispetto all'effetto normale dell'abilità, ogni utilizzo di una delle tre Maledizioni Supreme potenzia il Metamorfo (+2CS Saggezza), ogni Maledizione ha il suo effetto potenziato da una malia psionica che provoca momentanea perdita della memoria a breve termine (arbor mirabilis, il grimorio oscuro). Possibilità di vedere attraverso forti luci o nell'ombra più fitta, capacità di riconoscere illusioni o creazioni magiche che modificano la realtà (henkeen - visione). Difesa da passive di charm, malie, influenze mentali (rosa dei venti - and some are alive). La Lagrima concede un perfetto equilibrio in ogni situazione, non può essere rubata al proprietario (lagrima - el maestro digno, el navegador astuto). Capacità di intuire l'allineamento degli altri presenti, chi si trova accanto al Metamorfo nota che il suo mantello si muove da sé e avverte una violenta sensazione di freddo (mantellemer).

Riepilogo » Anzitutto, scusami per averti fatto aspettare così a lungo, ma gli esami mi hanno rapito la capacità di scrivere. Ora sono tutto tuo :v:
Detto questo, mi pare che il post si spieghi da sé, a parte due riferimenti a giocate precedenti, contrassegnate da altrettanti asterischi.

* Laurens si riferisce alla promessa di riportare Imrahil al suo popolo, quando fosse stata pronta per governarlo (vd. Alcrysia, il mare d'oro).
** In riferimento al medaglione che Laurens aveva gettato nel pozzo di una caverna nell'Orbrun, affidandolo all'Ombra perché lo custodisse (vd. and then the darkness will come).

Credo sia tutto chiaro. Per qualsiasi dubbio, sai dove trovarmi.
Let's make this fun! :v:
 
Top
2 replies since 22/11/2013, 22:18   94 views
  Share