Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Atto I : Chiamata

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view post Posted on 29/1/2014, 22:45




Parlato
Pensato
Voce misteriosa nella testa





Io sarò la salvezza

Tu sei il seme del caos

La voce faceva eco nella mia testa da giorni, una voce femminile, eterea, instancabile. E quello che all’inizio sembrava solo un illusione, uno scherzo della mente, ora era diventata un ossessione, una maledizione perenne. Niente pace, niente riposo, niente sonno; solo quella continua volontà, una volontà estranea che cercava di penetrare la mia.

Cosa vuoi da me?

Chiesi mentalmente.
Nella mia mente comparvero immagini di sogni, sogni che non mi appartenevano: Una bandiera di cui non riuscivo a riconoscerne lo stemma, una torre in rovina, un vortice di nere acque. Poi seguivano sensazioni, memorie passate, la trepidazione, il segreto, l’attesa. Speranza, determinazione, poi oscurità.
Avevo provato di tutto per liberarmene: erbe, meditazione, estenuanti allenamenti, ma lei era sempre lì a bisbigliare nella mia mente.

Perché me?

Il mio grido aveva un tono di disperazione, stavo forse impazzendo, era forse questo ciò che provano le persone quando perdono il senno.

Per la tua forza

Venne in risposta.
Forza? Quale forza? Ero un guerriero, non migliore ne peggiore di tanti, ero un mezz’orco, donna per giunta.
Ma immediatamente altre immagini si riversarono nella mia mente, stavolta le mie memorie, io che abbandonavo il luogo in cui ero cresciuta, che maturavo. Ritornarono alla mente pensieri che avevo sepolto a lungo nella mia memoria, il rancore verso chi mi disprezzava, il dolore di essere sola. Poi la scintilla vitale che mi aveva fatto andare avanti, la volontà di vivere, di superare tutto. Ricordai i miei anni come mercenario, il rispetto che riuscii a guadagnarmi, ricordai come e quante volte avevo affrontato il mio essere diversa, e di come infine ero riuscita a liberarmi di tale giogo. Io ero me stessa, non un mezz’orco, non una femmina, ma quello che sceglievo di divenire. Sentii viva in me quella sensazione come quella volta, quella vitalità che avrebbe infranto le montagne e spostato i fiumi se lo avessi voluto. La prima libera e completa espressione della mia volontà.

Questa forza, io desidero.

“Questa forza appartiene a me e non può essere ceduta”

Replicai a voce alta.
“Tale forza mi guida, mi sprona a fare la cosa giusta”

Facciamola insieme.

Caos.
La mia mente si bloccò per un momento. Cosa voleva dire?
Mi ero così ostinatamente opposta a quella volontà estranea, che quando mi aveva accolta, che quando mi era venuta incontro mi trovai inerme. Ed ora era svanita, ero sola, di nuovo.
Pace, nessuna intromissione, nessuna voce, nessuna presenza.
Non desiderava corrompere la mia volontà, ora lo sapevo, perché era la mia volontà che l’aveva attratta. Ma il seme del dubbio era piantato. Fare la cosa giusta, non più sola, ma fianco a fianco con qualcuno, con quel qualcuno che mi stava accogliendo, mi desiderava non per ciò che apparivo, non per la mia stirpe, non per il mio mestiere, ma per ciò che avevo scelto di essere, e questa era una cosa del tutto nuova.
Ma chi mi stava chiamando? Chi era quella voce?
Ero sola, ma non mi aveva davvero abbandonata. Non sarebbe riuscita a piegarmi, perché non mi sarei mai ridotta a servire, non mi sarei piegata al costo di spezzarmi, ma questo doveva saperlo perché aveva scelto un'altra via per chiamarmi a sé. Era astuta, era potente, e questo era una cosa che mi faceva paura. Ma aveva lasciato la mia libertà, ero libera di scegliere la mia strada. Lei aveva bisogno di me ed io avevo bisogno di lei, ognuno con le proprie volontà, liberi ma legati da uno stesso obbiettivo.

O forse ti sta solo manipolando

Disse una voce critica dentro di me.
Forse, ma io ero libera, e fintanto che fossi rimasta libera sarei stata io a decidere chi servire. Quella discussione con tale entità aveva rivelato tanto la forza quanto un limite: Poteva ferirmi, poteva persuadermi, ma non poteva cambiare ciò che ero, e questa era l’unica garanzia di cui avevo bisogno.

Rimani liberà

Urlò ancora quella voce dentro di me.
Essere liberi non vuole dire essere randagi, risposi tra me e me. Ed in quel momento mi alzai, e con il poco che mi apparteneva mossi i passi verso il sole calante. Non conoscevo la strada, ma una silente guida mi indicava la strada, ed io altrettanto silenziosamente mi incamminai.
Il cammino fu lungo, e non privo di pericoli; ma costantemente, senza una singola tregua, senza in singolo mancamento l’intangibile guida mi rimase a fianco, indicando sicura la via, anche quando non un singolo raggio di luce arrivava a illuminare il sentiero, anche quando la vegetazione più tetra sembrava chiudersi su se stessa, nascondendo ogni via di fuga, anche allora sapevo dove era la via. Quanto doveva essere temibile tale strada, quanto pericoloso quel bosco senza l’aiuto di quell’impalpabile presenza. Ma essa mi accompagnò fin dove mi attendeva Lei, l’essenza che mi aveva chiamato.
Dinnanzi a me si estendeva un lago tetro, immenso. Due statue enormi facevano la guardia ad uno stretta passerella bianca che, con innaturale leggiadria si estendeva dritta fino a perdita d’occhio verso il centro del lago.
Non ricordo quanto camminai, ma ricordo che quando giunsi al centro ovunque mi girassi la riva era scomparsa,e ne del bosco ne della terra si vedeva più traccia.
Mentre mi avvicinavo le acque si facevano più furiose, le correnti più veloci, che quando arrivai in vista della meta mirai uno dei più temibili spettacolo in natura: sotto di me si apriva un enorme potente gorgo di acque nere, una sottile nebbia si alzava dall’infuriarsi delle acque, ma in quella manifestazione di potenza vi era un assordante silenzio.
Poco più avanti si concludeva la passerella, lasciando spazio a un non ben definito spazio bianco: Ed in quella nebbiolina perenne scorsi una figura silente, in attesa.
Il soldato che era in me mi fece reagire: Poggiai dietro di me il mio fagotto, che tintinnò toccando il terreno, smontai lo scudo dalle spalle e lo fissai al braccio, avanzando lentamente. Buona parte della mia armatura era nel fagotto, quindi indossavo solo l’essenziale. Pazienza, se fossimo arrivati al combattimento sarei stata più leggera.
Dentro di me sapevo che ero ad un punto di svolta, non sapevo con chi mi stavo per confrontare, non sapevo a cosa andavo incontro, a una nuova vita, alla morte o altro ancora. E quella figura non era li per caso, anche se non ne conoscevo ancora il ruolo. Ero ansiosa, ma al contempo eccitata. Il corpo fremeva carico di passione; ero viva.
Piantai lo scudo davanti a me, lasciando che il cozzare col pavimento rompesse quel innaturale silenzio: se qualcosa doveva succedere, decisi, allora era meglio che succedesse subito.




Note: Inserirò lo specchietto riassuntivo dal prossimo post.
L'uso della prima persona, anche se non sempre consigliato, è ormai parte del mio stile da qualche anno.
La mancanza di immagini, musiche o altri contenuti è voluta per non appesantire il caricamento (oltre che per una questione di principio personale)
Per qualunque dubbio su ciò che ho scritto, o qualunque problema coi post, per favore contattami (in modo da risolvere problemi e malintesi anche per giocate future)

Date tutte le premesse del caso, buona role e grazie in anticipo per la diponibilità.
 
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view post Posted on 2/2/2014, 17:59
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Atto I: Chiamata
I




Gli bastò un lungo passo avanti, e Lanhai uscì all'improvviso dalla nebbiolina che lo nascondeva agli occhi altrui. La lunga falce era già sguainata, ben stretta nella mostruosa mano sinistra, e nonostante i suoi occhi fossero coperti dall'ampia falda del cilindro nero, chiunque avrebbe potuto notare il profondo nervosismo, quasi fastidio, che corrugava il volto sotto di cappello. «Fermati!» ordinò alla donna, che con tanta decisione aveva attraversato la lunga passerella bianca. Decisione di proseguire verso il suo destino, oppure impazienza di compiere qualche altro incarico? Già pronto ad ogni eventualità - d'altronde ersa quello il suo compito - il Cacciatore la squadrò in fretta: armata di tutto punto, pareva estremamente ansiosa e carica di aspettative. Sangue d'orco, si accorse mascherando lo stupore, ma subito si ricordò che non era quello il punto importante. I viandanti che giungevano al Gorgo con quello stesso sguardo, infatti, non si spingevano fin lì, ma arrestavano il loro cammino nei pressi della piccola radura bagnata dalle acque scure. Per procedere più in avanti bisognava essere coraggiosi, oppure folli. E lei che cos'era?


«Non so che intenzioni tu abbia, ma abbassa le armi o sarò costretto a fermarti con la forza.» mise subito in chiaro la fata, con tono autorevole ma pacato. Le acque del Gorgo vorticavano attorno alla stretta passerella, un luogo estremamente inadatto per combattere. Lanhai si biasimò di non essersi accorto di lei e non averla fermata molti passi prima. Che fosse lì non per il volere di Velta, ma per attaccare il Clan? Lanhai sarebbe stato il primo baluardo del Sorya e l'ultimo che lei avrebbe visto, anche se il Dio delle Fate ancora non si capacitava di come ella fosse giunta fin lì, se non seguendo la Voce. «Non puoi proseguire, da questo punto in poi» disse, picchiando il marmo bianco con la punta della falce. Le scintille rosse saettarono in ogni direzione. «E ora dimmi per quale motivo ti trovi qui oppure scappa verso riva, finché sei ancora in tempo.» concluse severamente, con voce roca.

CITAZIONE
Benvenuto su Asgradel! Eccomi qua, e ora via con le indicazioni di routine.

In questa breve scena ti metterò alla prova nei campi di Scrittura, Strategia e Sportività; avrò modo di comprendere il tuo livello ed esprimermi in un giudizio finale, al termine del quale verrai ricompensato con una certa somma di gold e un'eventuale promozione energetica, fino ad energia Gialla o Verde. I miei interventi saranno brevi e semplici, per garantire una certa rapidità, ma tu non hai tempi di risposta entro cui restare, quindi prenditi tutto il tempo che ti serve per leggere, scrivere, rileggere e ricontrollare di nuovo.

A questo link trovi le schede dei guardiani; l'ultima è quella di Lanhai, che utilizzerò per tutto il corso della giocata. Per qualsiasi domanda puoi mandarmi tranquillamente un mp, e ti risponderò più rapidamente possibile.

Hai compiuto una leggera autoconclusione nel descrivere il guardiano palesarsi nella nebbia: pur non trattandosi di un grave errore, poiché era ovvio che Lanhai sarebbe prima o poi apparso, hai implicitamente forzato la mia scelta su che dinamiche utilizzare per la sua entrata in scena. Questo comportamento, al di fuori del combattimento, non è di certo "imperdonabile", ma sicuramente molto fastidioso, poiché muovi un pg altrui. Ad ogni modo non preoccuparti, non è una cosa di cui terrò conto, a meno che non si ripeta.

Mi raccomando, prenditi tutto il tempo per scrivere e rileggi più e più volte i post prima di inviarli, in modo da eliminare gli errori di distrazione che possono scappare. Non preoccuparti per l'assenza delle immagini o della musica (tra l'altro inserirle è una pratica poco comune negli arrivi), poiché l'attenzione e la cura che uno mette nel post si valuta prima di tutto e soprattutto da quello che scrive, com'è giusto che sia. Ad ogni modo, buona giocata!
 
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view post Posted on 5/2/2014, 17:27




Parlato
Pensato




L’uomo che avevo davanti era senza dubbio quel genere di persona per la cui la migliore definizione era singolare.
Dall’aspetto umano, si direbbe, ma non era umano, non trasmetteva una singola briciola di calore umano. Non vi era bisogno di avere doti sovrannaturali per comprenderlo; quell’anima che mi si parava davanti era fredda come il ghiaccio, vuota, spiacevole.
La sola presenza generava in me una sottile inquietudine, un allerta costante, una sensazione di qualcosa che non era al posto giusto.

“Cosa diavolo sei?”

Chiesi a voce così bassa che a malapena le parole si distinguevano dal mio respiro. Non era una domanda realmente rivolta a lui, era più un mio pensiero, abbastanza intenso da manifestarsi in parole.
Ma stavo facendo troppe congetture, quella persona non era il mio obbiettivo, non era una preda, non era di fatto nulla che mi interessasse, quelli erano i fatti.
Era solo una persona sul mio cammino; un ostacolo al mio cammino per la precisione.
Vi è un proverbio, noto nelle mie terre che parla di una sfida posta agli allievi di un maestro: Su uno stretto ponte ognuno di loro si trovava a fronteggiare il guardiano del ponte, ed in risposta ognuno scelse di usare lo stile che meglio si adattava, secondo loro, a quello stretto passaggio, al fine di sopraffare il guardiano. Ma l’ultimo e più saggio degli allievi avanzò con un sorriso, sperando così di salvare, non una ma due vite.
Per quanto ne penso io, quel giorno tornò un allievo in meno.
Ma in giusta misura la saggezza delle mie terre poteva in quel momento essermi d’aiuto.
No, non sarei uscita con un sorriso, sperando di cavarmela con qualche bella parola, quello dinnanzi a me non sembrava il tipo, ne la sua falce sembrava tanto rassicurante. Comunque non ero mai stata un granché a parole; sempre preferito i fatti.
Ma non sarei corsa, a spada sguainata verso il combattimento, non senza prima aver capito a cosa andavo incontro: non mi sarei tirata indietro per paura di combattere, per quanto inquietante fosse quella figura, ma non avrei ingaggiato una lotta inutile.
Nascosi, lentamente la spada, dietro lo scudo; non avevo realmente abbassato la guardia, ma quell’atto voleva distendere un poco la tensione, dare spazio alle parole, aprire le porte tanto quanto serviva per ottenere le risposte che cercavo.
E poi era troppo lontano per colpirmi: se voleva raggiungermi con quella falce doveva avanzare, doveva portarsi anch’egli su quello stretto ponte. Mentre pensavo a cosa dire la mia mente, in un angolo appartato analizzava già il campo di battaglia ed il potenziale nemico.
La passerella era stretta, senza alcun rialzo laterale; cadere era facile e letale, inoltre due persone non sarebbero riuscite a stavi affiancate durante un combattimento, schivate e tecniche di agilità erano praticamente proibite su quel terreno, l’unica linea di movimento quella frontale. Mi resi conto immediatamente del pericolo che quell’arma comportava in quel caso: La falce aveva un raggio di azione maggiore della mia spada e poteva attaccare ai fianchi, dove ero meno protetto, ma soprattutto alle gambe, mirando a sbilanciarmi. Ma in quella situazione non tutto andava a mio svantaggio: Il guardiano, perché di ciò ormai si doveva trattare, era alto ma non robusto, il mio intuito mi diceva che la sua forza stava nella tecnica e nella agilità, più che nella forza. Mi dovevo aspettare quindi precise e rapide evoluzioni tecniche, attacchi mirati e schivate. Ma non poteva schivare su quel ponte, non se lo avessi portato ad avanzare di qualche passo, la dove la passerella era più stretta. Allora il terreno avrebbe giocato a mio vantaggio: lo scudo poteva proteggermi dai suoi attacchi, lui sarebbe stato costretto a bloccare i miei affondi o a subirli, e potevo limitare perfino le sue azioni con la falce; per ogni attacco che avrebbe lanciato avrei avuto una possibilità di intercettarlo con lo scudo e di sbilanciarlo di rimando.
Ma solo se fossi riuscito a farlo avanzare di almeno un passo.
Raddrizzai la schiena arretrando impercettibilmente di un passo e dissi con voce tonante:

“Sono qui per un patto che ho scelto di onorare, e per fare ciò c’è un qualcuno che io devo raggiungere al di la di questo ponte, quindi a te la scelta: fatti da parte o vieni ad affrontarmi, in nessuno dei due casi mi impedirai di presentarmi a Lei”

Non vi era arroganza nel mio tono, solo decisione. Non cercavo di intimidire quel individuo, mostravo la mia decisione: non avevo espresso ipotesi, ma certezze. Io avrei fatto ciò che avevo detto, e volevo che fosse chiaro che su questo non avevo alcun dubbio.

“E non credere di sopraffare la mia volontà, Lei non vi è riuscita, dubito tu possa.”

Molti credono che nel cuore dei soldati, poco prima dello scontro si scateni un inferno di emozioni, un calderone al cui attingere per avere ardore durante la battaglia. Poteva essere vero per i barbari, per guerrieri solitari e individui il cui modo di combattere è volto all’attacco. Ma non era vero per me: Io ero un difensore, tenevo la linea con freddezza, farsi travolgere dall’ira era nient’altro che un pericoloso errore. Il mio cuore era calmo, placido come un lago gelato. Il respiro regolare, tutti i muscoli sì pronti a reagire, ma non tesi come corde di violino. Ogni azione doveva essere controllata, e per fare ciò dovevo avere controllo di me stessa. E così ero anche allora: Pronta, ma non tesa, carica, ma non fremente. Quello era il vuoto, la pace prima della tempesta. Il silenzio non permeava solo l’esterno, ma anche in mio interno più intimo.
Tenendo lo sguardo fisso sulla figura attesi dunque la sua risposta.




Specchietto Riassuntivo



Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale: Illeso
Stato Armi: Integre
Energia Residua: 100 %
Energia usata: 0%
Slot tecniche usati: 0/2

Note:

Ho preferito rimandare il combattimento al prossimo post.
 
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view post Posted on 10/2/2014, 16:03
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Atto I: Chiamata
II




Il guardiano fu quasi sollevato, quando vide i muscoli della guerriera distendersi, e la sua lama abbassarsi. La mezz'orca fece un passo indietro, ma senza perdere il suo portamento orgoglioso; Lanhai non avanzò nemmeno di un passo, fedele alla sua ritrosia. Ora non c'era dubbio sul motivo per il quale fosse arrivata fin lì, poiché era stata l'oscura Velta a chiamarla, ragion per cui il Cacciatore avrebbe dovuto svolgere il solito compito. Una cosa era certa, almeno: non avrebbe avuto problemi a convincerla a combattere.


«Non voglio sopraffare la tua volontà, straniera. Voglio soltanto metterla alla prova» le rispose, rivelando le sue vere intenzioni, «Per essere sicuro che tu sia degna di Lei.» Allentò di poco la presa sulla falce, ma abbassò ancora di più la falda del cilindro. «Il mio nome è Lanhai, e sono il guardiano di questo luogo. Dimostrami quello che sai fare, qui o in un posto più consono, e io ti farò passare. Ti seguo» le promise, anche se non si sarebbe mai allontanato dal Gorgo. Il suo obiettivo era condurla lontano da lì, un punto pericolosamente vicino all'occhio del mulinello. Se fosse caduta dalla passerella, Maelstrom non l'avrebbe di sicuro risparmiata.

Ho apprezzato la tua scelta di non forzare il combattimento, e del modo in cui hai giustificato la decisione, in modo consono alla psicologia del personaggio. Un appunto: il post andava bene, ma erano presenti alcuni errori che non sfuggiti alla tua rilettura, immagino. La prossima volta stai più attento, e rileggi una volta in più.
Lanhai ti invita a indietreggiare verso la radura. Se deciderai di farlo, ti seguirà, altrimenti possiamo cominciare subito, non c'è problema. Continuiamo, e scusa per il piccolo ritardo! Inserirò il mio specchietto riassuntivo dal prossimo post, ma ho notato che hai già dato un'occhiata a Lanhai, e hai descritto le sue peculiarità all'interno del tuo post (l'impressione che sia intangibile, quasi inesistente). Ben fatto.
 
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view post Posted on 20/2/2014, 00:36




Parlato
Pensato




E quindi era davvero un guardiano, e questa era proprio una prova, similmente a quella della parabola usata nelle mie terre. Soltanto che era molto solida, questa era la realtà, e il fallimento poteva significare una sola cosa. Gettai uno sguardo verso il basso, rimirando i turbinanti flussi delle tetre acque.
Ma era forse la prima volta che mettevo in gioco la mia vita? Era forse la prima volta che mi addentravo in sentieri di cui non conoscevo la meta? No, di certo! E se vi era una cosa che la vita mi aveva insegnato e le cicatrici me ne facevano da memoriale, era che non si può cercare di fuggire da tutte le difficoltà; ma non solo, spesso la cosa migliore è affrontarle di petto, senza esitazioni senza sotterfugi, senza agevolazioni.
Certo, la possibilità di allontanarsi da quel punto così pericoloso era allettante, battersi su un terreno più sicuro. Più sicuro per chi alla fine però? Per me quanto per il mio avversario, il che voleva dire alla fine che eravamo strategicamente allo stesso punto di prima.
D’altra parte sarebbero bastati pochi passi da lì e si sarebbe realizzata la situazione che poco prima avevo ipotizzato e nella quale avevo sperato.
Ma vi era una profonda differenza tra il prima e l’ora; prima avevo di fronte un potenziale nemico, un ostacolo, ora un giudice, un esaminatore: accettare la sua proposta, per quanto potesse essere saggio o strategicamente conveniente, era anche una chiara e palese manifestazione di debolezza: Era come dire, ti mostrerò il mio valore, magari dove non rischiamo di farci troppo male, però.
Che senso aveva?
Se dovevo dimostrare che valevo qualcosa, che solo degli sciocchi potevano rifiutare il mio aiuto, allora era bene che lo facessi lì, nella peggiore delle condizioni possibili. Che non ci fossero dubbi sulla mia capacità, che non ve ne fossero tantomeno sulla mia determinazione.

“So che può sembrare sciocco” Esordii, dopo quel lungo silenzio. “ Ma se devo essere giudicata, preferisco farlo qui, dove il pericolo è maggiore. Il mio ruolo è tenere la linea, non importa quanto sia difficile, quanto sfavorevole la situazione; quando si tiene la linea, la si tiene ad ogni costo”.

Mentre parlavo sei sottili e luminose schegge di luce si aprirono a ventaglio alle mie spalle, come a rappresentare delle grandi ali stilizzate. Non ero il genere di guerriero che vede nell’estetica una qualche importanza ai fini del combattimento, ne vedevo invece al fine di influenzare il nemico: pochi sanno che i pennacchi colorati in cima alle lance non servono ad altro che a distrarre l’occhio dalla lama, a confondere. E quella manifestazione infatti non era che un temporaneo specchio per allodole che nascondeva le altre quattro schegge, apertesi speculari dietro le spalle dell’ uomo, dopo essere scivolate al di sotto della passerella: due alte direttamente dietro la schiena, altre due più vicine , dirette ai fianchi bassi.
Ma vi era anche una altra ragion di tutto ciò: Mostrare potenza voleva dire intimidire il nemico, ed un nemico intimidito perde di decisione, e la decisione determina l’esito di un combattimento in misura maggiore di forza tecnica o lucidità. E se già avevo sacrificato una posizione strategica per principio, allora non potevo più permettermi di lasciare nulla inutilizzato.
Il mio corpo era nascosto dallo scudo, questo doveva darmi un debole vantaggio di sorpresa, almeno credevo. Il mio corpo si caricò come un'unica enorme molla, la posizione tanto bassa che a malapena gli occhi superavano il bordo dello scudo.
Un sottile sbuffo di vapore fuoriuscì dalle mie labbra, mentre il cuore martellava a piena forza nelle orecchie. Per una brevissima frazione di secondo il mondo si congelò in quella situazione.
Ora!
Tutto il mio corpo reagì al quel comando istantaneamente. Il controllo era passato al sodato in me, pensava lui ora a guidare i miei muscoli, toccava a lui recuperare tutta la mia memoria istintiva, tutto ciò che avevo imparato nel corso degli addestramenti, delle battaglie. Lui sapeva già cosa fare.
Avanzai di un singolo lungo passo, quasi un balzo. Il piede avanzato colpi il terreno con forza, piantandosi con decisine per il passo successivo. Il doppio passo era si e no, il massimo movimento che mi era consentito a causa dello scudo, ma era quanto bastava per avvicinarsi ad un nemico per colpirlo. Chi porta un armamento pesante difficilmente può basarsi su strategie di velocità, ma l’avanzata rapida, quella che non presuppone ne si prepara a ritirarsi è una tecnica talmente semplice che quando un guerriero pesante come me la applica è sufficiente a sconvolgere l’animo dei più sciocchi. Dubitavo che il guardiano fosse tra quelli, che potesse credere che la mia difesa mi vincolasse ad una posizione stazionaria, ma ciò non voleva dire che il mio attacco era vano.
Il secondo passo fu leggermente più corto del primo, a vantaggio di una maggiore stabilità, e lo scudo non rimase perfettamente frontale, si scostò lateralmente, rivelando la punta della spada.
Il braccio scattò, la lama avanzò penetrando l’aria come un letale proiettile, mirando al petto della figura che avevo di fronte.
Un po’ di più!
La spalla si stese, mentre l’addome si torceva in maniera innaturale.
Un po’ di più!
I muscoli gemettero per lo sforzo, mentre una breve scarica di dolore mi attraversava il busto.
Ora!
Quattro dardi di luce scattarono unisoni, per colpire in due attimi leggermente sfasati la figura.
Non, puoi arretrare, non puoi avanzare. Ecco come tengo il passo! Esultai nella mia mente.
Lo scudo si ripiantò davanti, ostruendo di nuovo il passaggio, la lama nuovamente nascosta, la posizione china. Uguale a prima, ma due passi avanti.
E mentre richiudevo le difese, le mie lucenti ali batterono, chiudendosi sul guardiano, offrendo le loro punte alle spalle ai fianchi e alle gambe in sei maestosi archi di luce.
Avanti, prova a smuovermi ora!



Specchietto Riassuntivo

Stato Fisico: Danno basso (spalla - petto per stiramento muscolare)
Stato Mentale: Illeso
Stato Armi: Integre
Energia Residua: 75 %
Energia usata: 20 + 5%
Slot tecniche usati: 2/2


Passive in uso:


Tecniche usate:

Martirio
Pergamena Martirio. (Campione) Consumo: Basso
CITAZIONE
La tecnica ha natura fisica. Permette al campione di imprimere una forza maggiore nel colpo successivo pagandone lo scotto sul suo stesso fisico. Il colpo potrà essere eseguito impugnando un’arma o con un arto disarmato, potrà essere coinvolto in un’azione offensiva o difensiva in stretta relazione alle circostanze del caso, e avrà potenza Media infliggendo un danno del medesimo livello. Tuttavia, l'arto del caster col quale avrà portato il colpo, risentirà di un danno pari a Basso, riequilibrando la forza impressa con il quantitativo di energie speso.[...]

Perseveranza
Pergamena Schegge Spirituali. (Campione) Consumo: Alto
CITAZIONE
La tecnica ha natura magica. Il caster ha la facoltà di evocare attorno a sé fino a dieci armi di pura e vitrea energia da poter manipolare telecineticamente e scagliare sull'avversario con gran rapidità; ognuna delle armi potrà seguire una sua personale traiettoria, potendo articolare assalti tanto imprevedibili quanto efficaci.[...] Il danno complessivo inferto dalla tecnica ammonta ad Alto.


Riassunto:

Sel evoca le dieci schegge, sei dietro di se , quattro le sposta dietro il guardiano, facendole passare per quanto possibile sotto la passerella, la manifestazione scenografica è atta a distrarre dal movimento di queste. Sel Avanza di due passi lunghi (una sorta di carica ridotta) e affonda con la spada, imprimendo un attacco medio tramite la pergamena martirio. In contemporanea fa scattare le quattro schegge dietro, con un breve scarto, mirate alla schena e ai fianche (due e due)[questo poteva essere poco chiaro, inquanto la scelta dei bersagli è enunciata molto prima dell'attacco in se]. Dopodichè si riposiziona con lo scudo di fronte, senza arretrare, e scaglia i rimanenti sei dardi, due alle braccia, due ai fianche due alle gambe, tramite traiettorie circolari che danno nel complesso l'effetto di "ali che battono".
Note:
Scusa il tempo impegnato, ma gli esami a ridosso. Ho cercato di rendere ciò che Sel provava seza stare mai ad esplicitarlo, dimmi se l'effetto rende. Ho utilizzato la pergamena schegge in maniera molto articolata, d'altra parte avendo sole due tecniche di attacco, mi sarà impossibile non ripetermi, quindi cerche perlomeno di renderle, entro i limiti di regolamento, fantasiose.
 
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view post Posted on 25/2/2014, 17:15
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Atto I: Chiamata
III




Ottusa o temeraria? Lanhai non avrebbe saputo ancora giudicarla: sarebbero stati i fatti a chiarirgli le idee. Certo, battersi su quella stretta passerella priva di qualsiasi parapetto poteva rivelarsi estremamente pericoloso, ma Lanhai non ne era affatto intimorito: egli era un abile equilibrista, e si riteneva capace di combattere persino sospeso su di un filo. Non poteva di certo sapere se la sua coraggiosa sfidante sarebbe stata all'altezza di quella ulteriore prova, e non per questo egli sarebbe stato meno clemente. Eppure nella sua risolutezza granitica egli vedeva i palesi risultati tipici di un rigoroso addestramento militare: guardia alta, mano ferma e sguardo feroce, ma sempre freddo. Pareva inoltre abile con l'uso della magia, poiché delle lame luminose si materializzarono attorno a lei in un ampio ventaglio. La mezz'orca si stava rivelando ben più di un normale soldato. E sia, pensò lui, preparandosi a fronteggiarla.


Rispose prontamente alla sua carica, ponendo la mano mostruosa poco davanti a lui, e generando una sottile ma resistente barriera di energia, una lastra di vetro larga quanto la passerella e alta una decina di piedi. L'impeto dell'affondo si spense contro di essa, incapace persino di scalfirla, ma nello stesso istante Lanhai percepì un dolore lancinante in quattro diversi punti della sua schiena, e comprese il suo errore. Barcollò un poco, mentre anche le altre armi luminescenti si schiantavano sulla sua difesa, che fortunatamente resistette fino alla fine. Schegge di energia schizzarono in ogni direzione, dissolvendosi immediatamente, ma il rimasuglio di una spada lacerò di striscio la sua spalla destra.


Lanhai mascherò orgogliosamente il dolore che gli corrugava la fronte, riacquistando la sua postura colma di fierezza e stendendo la falce davanti a sé. Con il dorso di essa picchiò la pietra sotto i suoi piedi che rimbombò fragorosamente, accompagnata dal fischio acuto e metallico della lama. Il Cacciatore scattò in avanti senza perdere un istante, menando una spazzata bassa all'altezza delle caviglie, con un movimento ampio e aggraziato del braccio sinistro. Egli non aveva infatti perso la calma, e muoveva la sua lama con la stessa delicatezza di un danzatore. La ritirò rapidamente, per poi tornare alla carica con un colpo ascendente, rapido e preciso, come una serpe che assesta il suo letale morso. Anche lui doveva tenere la linea: chi dei due avrebbe ceduto per primo?



Corpo - 14/16
danno complessivo Medio da lacerazione sulla schiena (2), fianchi (2) e braccio sinistro
Mente - 16/16
CS - 2 (1 agilità, 1 riflessi)
Energia - 75/100 (-20, -5)


Abilità Passive
• il Guardiano non emette né rumore né odore
• Equilibrio perfetto in qualsiasi situazione (talento acrobata, livello II)
• Spiccata capacità di contorsionismo (talento acrobata, livello I)

Abilità Attive
Abilità personale difensiva: consumo Alto, il caster evocherà davanti a sé una sottile ma ampia barriera di energia, che avrà consistenza e aspetto simile al vetro. Essa potrà difendere da una somma di potenze pari ad Alto, dopo di che si polverizzerà.
Intimorire: il guerriero riesce ad imprimere timore nel momento in cui esegue un'offensiva, spaventando l'avversario con la sua foga. La tecnica ha natura psionica. Il guerriero sarà in grado di far percepire la propria intenzione aggressiva all'avversario, con un semplice sguardo o una parola di minaccia. Così facendo potrà fare breccia nella mente del nemico, spaventandolo e impedendogli di conseguenza una pronta reazione per i successivi istanti. La tecnica ha valenza di influenza psionica Bassa, e come tale va contrastata; perché venga attivata con successo è sufficiente stabilire un qualche tramite visivo o uditivo con l'avversario. Cagiona un danno Basso alla psiche della vittima. Consumo di energia: Basso




Lanhai si difende con una difesa di potenza Alta, che attutisce completamente martirio, ma viene spazzata via dalle sei schegge rimaste, il cui potenziale è di poco superiore al Medio. Di fatto 5 lame lo colpiscono: le prime quattro e quella finale, cagionando un danno complessivo pari a medio (la metà della tecnica). Risponde picchiando la falce al suolo, che risuona in modo inaspettatamente fragoroso: si tratta della pergamena intimorire. Segue con due attacchi fisici portati a 2 CS, una spazzata diretta alle caviglie ed un colpo ascendente che dovrebbe essere in grado di oltrepassare lo scudo, se resti fermo, per via dell'ampio raggio dell'arma. Si tratta appunto di attacchi non tecnica. Non dimenticarlo!
Continuiamo! (:
 
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view post Posted on 3/3/2014, 22:41




Parlato
Pensato




Vi sono due semplici modi per evitare di essere sbilanciati: essere agili ed inafferrabili o essere dei dannatissimi cubi di granito. Io? mai imparato ad essere abbastanza aggraziata per la prima.
Non riuscii a nascondere del tutto la mia soddisfazione nel vedere i miei colpi andare a segno, non una ma ben cinque volte, aprendo sottili ferite nella esile figura; dopotutto non era invincibile, dunque. Mi lasciò piuttosto perplessa invece vedere che, nonostante i contraccolpi subiti non pareva aver perso il proprio bilanciamento nemmeno per un istante. Possibile che fosse così imperturbabile? Mi resi conto che, essendo il guardiano di quell’luogo, doveva essere assai familiare con quel terreno, ed in cuor’mio mi pentii un poco di non ave accettato la sua proposta.
Sciocchezze, aggiunsi tra me e me,
se non posso sbilanciarlo allora continuerò a pressarlo finché non capitolerà.

Quello che non saltò subito alla testa è che pure lui poteva tentare di sbilanciarmi, e non attese molto a ricordarmelo.
Fece rintoccare la lama a terra che rimbombò di una nota cupa, e partii alla carica.
Sei forse scemo? pensai tra me e me. Ma mi resi conto un attimo dopo di un evento inaspettato: il rumore del rintocco non era cessato, ed anzi rimbombava con forza nella mia mente con intensità imperante. Cos’era quella sensazione? Paura? Shock ? Non sapevo dirlo, era un misto di sensazioni spiacevoli che tormentavano la mia testa. Dentro di me sentii un tenue impulso, una tenue luce nell’animo che gridava di essere liberata, di inondare la mia mente di una rassicurante luce pacificatrice. No! Sapevo che se avessi liberato quella luce mi sarei poi prosciugata delle mie forze, sarei resistita come avevo sempre fatto: stringendo i denti.

Ma intanto il guardiano non era rimasto con le mani in mano e aveva lanciato il suo attacco, mirando basso alle mie caviglie.
Intorpidita dalla breccia nella mia mente, e impacciata dalla scomoda posizione non potevo fare pienamente fronte al suo attacco: una piccola sezione della mia mente aveva analizzato la situazione, ed anche se la mia vista era annebbiata reagii come meglio potevo: lo scudo si spostò di lato, intercettando la lama in arrivo. Il cozzare del metallo sul metallo generò un breve schizzo di scintille rosse. Poi una punta di freddo attraversò il mio polpaccio, seguito da una ondata di tepore più estesa. Di li a pochi attimi sarebbe arrivato il dolore; mi preparai alla cosa: non avrei dato a quell’uomo la soddisfazione di vedermi soffrire. Non ero riuscita a bloccare l’attacco, ma perlomeno a sporcarlo, a salvaguardare le mie caviglie ed il mio equilibrio.
Ma quello non era che il preambolo. Il guardiano ritirò rapidamente la lama e riparti all’attacco, lanciandosi in un poderoso fendente verticale, quasi a volermi inchiodare sul posto con la lunga lama.
Potevo indietreggiare, lasciare che l’attacco andasse a vuoto e poi tornare all’assalto. Potevo ma non volevo. No, non avrei concesso un singolo piede al mio nemico, nemmeno un unghia di spazio. Avrei tenuto il passo, proprio come avevo dichiarato.
Il mio scudo non si alzò, ma tornò frontale, semplicemente. Rimasi immobile, fissando quell’individuo negli occhi, senza un briciolo di ansia o paura. All’ultimo istante una vitrea proiezione del mio stesso scudo si interpose tra me e la letale punta della falce. Un rintocco cristallino, puro, gemette nell’aria. Ora che era vicino avevo l’occasione di incalzarlo con efficacia. La proiezione aveva retto all’attacco ed ora si era posta sopra allo scudo, offrendo a questo un tenue bagliore blu cristallino.

Avanza, disse il mio istinto.
Avanzai, di un singolo lungo passo, scudo di fronte, ignorando che di fronte a me vi fosse qualcuno, anzi ricordandomi che proprio di fronte a me, molto vicino vi era il mio avversario, troppo vicino, abbastanza vicino per scoprire che l’arma principale di un difensore non era la spada. La spalla toccava lo scudo e avanzando offrii un poderoso contraccolpo con mio largo scudo torre, non vi era modo di mirare perché non c’era nulla da mirare; lui era il bersaglio, in toto. Lo sforzo richiese il suo scotto, con un improvvisa fitta al braccio. Ancora una volta strinsi i denti, impedendo di esprimere una singola nota di dolore, non concedendo ad un singolo muscolo del mio viso di contrarsi. Conclusi con un rapido affondo basso, quanto bastava per ottenere distanza, per poi richiudermi nuovamente nella mia formazione immutabile: scudo avanti, spada nascosta dietro di esso, posizione china, sguardo fisso.

Che fosse chiaro: Potevo non riuscire a piazzare un attacco sconcertante, potevo anche diventare prevedibile, potevo mancare di quelle incredibili capacità che permettevano di ribaltare senza preavviso una situazione, ma sapevo tenere la posizione, e passo dopo passo, azione dopo azione io avanzavo, paziente, inesorabile, come una montagna che impegna secoli ma che non può essere fermata. Questo era nient’altro che un riflesso della mia volontà.
E così nuovamente in guardia, nuovamente un passo avanti attesi la reazione del mio nemico.



Specchietto Riassuntivo



Stato Fisico: Ferita bassa ad ambedue le braccia ed ad una gamba. ( 3/16 )
Stato Mentale: Danno basso ( 1/16 )
Stato Armi: Integre
Energia Residua: 65 %
Energia usata: 10%
Slot tecniche usati: 2/2


Passive in uso:


Tenacia
passiva razziale mezzorchi
CITAZIONE
[...] Grazie a questa "Evoluzione", i mezz'orchi si sono talmente abituati a combattere sempre in prima linea da poter sopportare e "ignorare" il dolore in battaglia. Questo non significa che non lo avvertono, certo, ma saranno talmente in grado di sopportarlo che sarà difficile vedere un mezz'orco soffrire a meno di non tagliargli un braccio, o ricoprirlo di ferite notevolmente profonde.
Questo permette quindi loro di continuare a combattere sempre e comunque, senza fermarsi, fino alla morte, rendendoli estremamente pericolosi in battaglia.

Prontezza
Primo potere Passivo del talento
CITAZIONE
[...]La prima caratteristica dei possessori del talento è la capacità di ricorrere alle proprie difese anche quando ciò sembra implausibile, nel momento stesso in cui l'offensiva nemica pare sul punto di andare a buon fine. Abituati a combattere qualsiasi tipo di nemico, coloro che godono di questa abilità passiva ottengono la capacità di innalzare le loro tecniche difensive istantaneamente, senza alcun vincolo di tempo o concentrazione. Anche nel caso in cui si trovassero contro un attacco incredibilmente rapido o altrettanto inaspettato, sarebbero in grado di reagire comunque con prontezza, innalzando difese al proprio corpo che si formeranno con quanta più rapidità.

Tecniche usate:

Martirio
Pergamena Martirio. (Campione) Consumo: Basso

Scudo Minore
Primo potere Attivo del talento. Consumo: Basso
CITAZIONE
Spendendo un consumo Basso di energie, il possessore dell'innata può evocare uno scudo energetico circolare innanzi a sé di potenza pari al dispendio, il cui diametro può variare fino a raggiungere l'altezza media di un uomo adulto. Tale barriera ha natura magica e sarà costituita di pura energia, e potrà bloccare qualsiasi offensiva non psionica diretta all'incantatore.[...]




Riassunto:

Sel sposta lo scudo nel tentativo di bloccare l’attacco alle caviglie, ma a causa della differenza in cs e dello stordimento dovuto all attacco psionico ottiene solo di deviare il colpo fino ad un bersaglio meno essenziale (polpaccio). A risposta del secondo attacco evoca invece uno scudo minore a protezione sopra di lei (che essendo una tecnica contrasta appieno un attacco fisico), Riposizionato lo scudo magico a copertura di quello reale, come fosse una sorta di copertura Sel avanza di un passo e colpisce con forza con lo scudo di piatto, applicando nuovamente la pergamena martirio.(qui sfrutto il vuoto narrativo lasciato, in quanto nulla è detto della posizione del guardiano dopo l’assalto, io la suppongo ancora adiacente a Sel).
Note:

Come detto ho cercato di rendere le poche tecniche in possesso variegate, ho applicato martirio non alla spada ma allo scudo, essendo questo comunque un attacco, questo può cambiare la natura fisica dei danni ma non la sostanza. Per due volte è da considerarsi attivata la passiva di guardiano. Una permette di reagire (anche se con successo limitato) all’attacco alle caviglie, e non subire passivamente l’offesa, la seconda invece permette di evocare lo scudo istantaneamente (Sempre a causa della passiva Sel è tentata di attivare la propria difesa psionica, negandone volutamente l’attivazione).
Lo scudo magico riposizionato sopra lo scudo usato in attacco non lo intendo, e non va inteso come un potenziamento all’attacco, ma al più come una difesa ulteriore allo scudo stesso mentre porto l’attacco (quindi assolutamente non conteggiato nella potenza). D’altro canto ho ritenuto che se la mia offensiva venisse contrastata con un'altra tecnica offensiva, allora il contributo dello scudo magico potrebbe influire.
 
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view post Posted on 4/3/2014, 15:52
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Atto I: Chiamata
IV




Il massicio scudo saettò in avanti, ma Lanhai fu abbastanza rapido da far mulinare la lunga falce tra di esso e il suo corpo. L'energià dell'attacco si scaricò nelle sue braccia, ed il Cacciatore rimase seriamente sorpreso dalla veemenza con cui l'offensiva era stata vibrata. Il contraccolpo lo costrinse a indietreggiare di qualche passo, ed egli fu in grado di schivare la seconda offesa, un infido affondo, soltato grazie alla sua straordinaria destrezza. Si scansò di lato con un passo soltanto, leggero e silenzioso; indietreggiò di nuovo, stendendo la splendida arma al suo fianco. Solo in quel momento si accorse che infine era stato lui il primo a cedere, e che un Guardiano era stato superato in ciò che egli era chiamato ad essere: baluardo contro ogni avversità. Questo però non riempì il suo cuore di vergona, poiché nulla era ancora sfuggito al suo controllo, ma piuttosto accese il lui una qualche scintilla di fierezza e speranza. Da tempo immemore egli non scorgeva una determinazione tale negli occhi di un novizio. Aveva visto perfino dei pavidi contafiabe entrare tra le file del Sorya: la donna che aveva davanti poteva invece rivelarsi una risorsa davvero preziosa. Ma egli doveva accertarsi ancora di una cosa.


«La tua determinazione è degna di lode, e niente sembra in grado di travolgerti. Ma quando un giorno sarai a terra, avrai la forza di rialzarti? Il Clan stesso è stato messo all'angolo, un tempo» le rivelò, parlando per la prima volta del Sorya e non soltanto di Velta. In fondo di lì a poco, immaginò, si sarebbe fatto da parte, aprendole la strada verso le profondità dell'abisso. «Ma come la Fenice - a quella parola l'arma si infiammò all'improvviso - è stato capace di risorgere dalle ceneri.» La falce crepitava, avvolta da lingue di fuoco carminie, mentre il Guardiano preparava il suo contrattacco flettendo le gambe e chinando il capo. «Per aspera ad astra!» Fu come un battito d'ali, ma al contrario. La lama ruotò, e Lanhai avanzò rapidamente. Tracciò una scia di fiamme dal basso verso l'alto, che portava con sé la furiosa pretesa di affermazione che il nuovo Sorya di Alexandra ruggiva a gran voce. Quella era la sua ultima prova del fuoco.



Corpo - 14/16
danno complessivo Medio da lacerazione sulla schiena (2), fianchi (2) e braccio sinistro
Mente - 16/16
CS - 2 (1 agilità, 1 riflessi)
Energia - 45/100 (-10, -20)


Abilità Passive
• il Guardiano non emette né rumore né odore
• Equilibrio perfetto in qualsiasi situazione (talento acrobata, livello II)
• Spiccata capacità di contorsionismo (talento acrobata, livello I)

Abilità Attive
Parata: il guerriero, muovendo abilmente la propria arma o scudo davanti a sé, può proteggersi da un attacco nemico. La tecnica ha natura fisica. Il guerriero potrà mulinare la propria arma, o sollevare il proprio scudo dinanzi a sé per bloccare, deflettere o intercettare un'offensiva fisica volta a danneggiarlo. La tecnica consiste in una difesa ampiamente personalizzabile, e può essere attuata anche a mani nude purché nei limiti di buonsenso e sportività. In nessun caso l'attacco parato potrà essere ritorto contro l'avversario. Può bloccare offensive di portata Media o inferiore. Consumo di energia: Medio
Furia: il guerriero riesce a scagliare fino ad otto fendenti in successione con la propria arma. La tecnica ha natura fisica. Il guerriero riesce a scagliare fino ad otto attacchi in rapida successione a mani nude, o con la propria arma. La posizione delle varie offensive cambierà in base al movimento compiuto dal guerriero. Questa tecnica può essere utilizzata anche con le armi da lancio. Non aumenta la velocità di movimento del guerriero, ma solo quella con cui compie gli attacchi. La tecnica va contrastata come un'unica offensiva di portata complessiva Alta, avente natura fisica. Consumo di energia: Alto




Molto bene. Lanhai evita la "scudata" (bella mossa!) frapponendo rapidamente la falce tra te e lui (pergamena Parata) e poi evita il tuo affondo semplicemente scansandosi da una parte, avendo più CS delle tue. Risponde con la pergamena Furia, alla quale mi sono permesso di applicare due sostanziali modifiche (perché io può): il colpo è uno soltanto, dal basso verso l'alto, e la falce prende fuoco. Consideralo un mero espediente scenico, che non modifica né la natura né la potenza (Alta) dell'offesa. Sei libero di descrivere il danno, nel caso in cui tu lo subisca, come più ti aggrada. Mi raccomando, impegnati, poiché probabilmente questo sarà l'ultimo post di combattimento (a cui sei comunque tenuto a rispondere, a meno che tu non lo ritenga davvero superfluo) - e forse persino l'ultimo dell'arrivo. Vedremo. Nel testo, in cui ho inserito dei collegamenti col passato del clan e non solo, ho infilato persino un riferimento un po' crudele al mio pg: vediamo se lo trovi. Ad ogni modo, buon lavoro per il post: pensa a dare il massimo!
 
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view post Posted on 8/3/2014, 17:03




Parlato
Pensato




Clan?
Fenice?


Di cosa stava parlando? A cosa si stava riferendo il guardiano? A qualcosa che mi attendeva oltre la prova forse? O a se stesso?
Non sapevo dirlo, perché le frasi che mi aveva rivolto erano criptiche e trascendevano di molto la mia comprensione, almeno per il momento. Ma le espressioni dell’animo erano assai più chiare e dirette, e non importava che lui fosse solo una sfuocata immagine, una sorta di distorsione di un uomo reale; quel silenzioso linguaggio nascosto nelle espressioni e negli sguardi agiva indipendentemente da ciò. Ed in esso ora leggevo non ira, non la delusione di un avversario che si accorge di aver subito una sconfitta, ma una sorta di soddisfazione. Soddisfazione perché aveva portato a compimento una strategia a mia insaputa, che ora mi sarebbe capitolata addosso? No, quella era una soddisfazione sincera, il che era ancora più inquietante.
Di colpo il suo viso si rifece serio, o almeno così mi parve, e la lama ricurva si ricopri di crepitanti fiamme scarlatte.

Solo allora mi resi conto, almeno al livello più conscio, che il guardiano stava solo interpretando un ruolo, e non combattendo una vera battaglia, lui mi stava testando, ed ogni volta che riuscivo a metterlo in difficoltà, ogni volta che guadagnavo un vantaggio, lui non la considerava una propria sconfitta ma anzi una vittoria, una vittoria per chi? Non per me, quello a lui non interessava, ma per il “clan”, per quell’entità misteriosa di cui ancor nulla sapevo.

“Per aspera ad astra!”


“La via degli astri e tappezzata di difficoltà, di dolore e di fatica. Ricordate sempre questo motto”

Il capitano passava battendo a terra gli stivali polverosi. Quanto amava quella citazione in lingua antica! Avrebbe dovuto fare il mentore e non un mercenario. Ed invece era lì, a spaccare le ossa delle sue nuove reclute, a trasformare giovani di ogni razza in buoni soldati.
Il suo sguardo severo passava in rassegna, una ad una tutte le coppie di novizi che si stavano battendo, dispensando consigli e duri rimproveri. Era un uomo rude, di poche parole e spesso impietoso, ma non avrebbe concesso che uno solo dei suoi discepoli scendesse sul campo senza la necessaria preparazione e determinazione. Ed era anche la persona più vicina all’essere un padre che avevo mai avuto.
La giornata era una delle più calde e, dentro quella dannata scatola di latta in cui mi ero ritrovata, stavo lentamente cuocendo.
Ero esausta; fino a quel giorno quello era stato l’allenamento più duro. L’afa mi soffocava ed il pesante scudo mi faceva dolere il braccio.
“Forza Sel non temporeggiare!” Mi rimproverò appena provai a prendere una boccata d’aria.

“Ma perché devo tenere questo dannatissino scudo, è troppo pesante!”

L’uomo si avvicinò con passo pesante, e già mi preparavo ad una delle sue sfuriate. Invece si portò ad un fianco, poggiò amorevolmente una mano sulla spalla, e con un tono pacifico, con quale usava raccontarci delle sue avventure la sera, disse:
“Sel, sicuramente sei una buona spadaccina, ma credimi quando ti dico che non è quello il tuo più grande punto di forza”
Batté col dito il bordo dello scudo. “Qui sei probabilmente l’unica che arriverà mai a padroneggiare a pieno il potenziale dei grandi scudi, l’unica che riuscirà a fare di sé una vera e propria fortezza vivente”.

L’inaspettato complimento mi rincuorò, ma nulla poteva fare per la fatica accumulata. Così aggiunse:
“Senti, ho una citazione che fa proprio a caso tuo, una frase del tutto inedita”.

Era un dono molto singolare, ma forse una delle cose più preziose che il capitano potesse offrirci. Si avvicinò per sussurrarmi l’antico motto.


“Frangar, non flectar”


Mi spezzerò, ma non mi piegherò. Questo era il mio motto, questo era il dono che avevo ricevuto, questa era la sola risposta che doveva servire al guardiano.

Avanzò brandendo la falce con una maestosa e letale evoluzione.
Stavolta non mi rintanai dietro il mio scudo, ne mi preparai a gestire l’attacco, perché avevo deciso che per quanto terribile fosse quella manifestazione, non mi avrebbe scalfito, nemmeno marginalmente.
Raddrizzai invece la schiena, mostrandomi in tutta la mia altezza, e brandii la spada con una singola possente falciata.
Le lame cozzarono, sprigionando un intenso lampo, fiamme purpuree e schegge cristalline esplosero nell’aria con un fragoroso boato, mentre l’enorme scontro di energie e volontà si esaurivano in unico lampo accecante di bianca luce.

Attacco e parata, semplice e basilare; ma a quel livello era qualcosa di più, era l’espressione della ferocia e della determinazione dell’attaccante che si infrangeva nella fortezza inespugnabile del difensore.
Era solo l’espressione ultima di una danza a noi ben nota, il punto in cui la maestria nel combattimento trascendeva nello scontro diretto delle volontà.
Quella era anche l’estasi del combattimento a cui nessun guerriero si può ritrarre.

Sentii le energie prosciugarsi mentre facevo appello al mio potere; intense emozioni si cristallizzarono nuovamente il dieci lunghe sottili lance di luce, iniziando a vorticare furiosamente intorno al guardiano.
Senza che io dicessi una parola o muovessi un muscolo, queste cominciarono a grandinare addosso allo spettro da ogni direzione ed angolazione, senza uno schema preciso. Un breve passo e di nuovo feci scattare lo scudo avanti. In quell’istante le ultime due schegge saettarono parallele, sentii il leggero spostamento d’aria all’altezza delle orecchie mentre queste volavano in direzione della fronte del guardiano. La spada affondò di nuovo, mirando al petto.

Sapevo che le mie energie erano allo stremo, che non sarei riuscita a difendermi ancora da un attacco simile, quello era l’epilogo, qualunque sarebbe stato il finale.





Specchietto Riassuntivo



Stato Fisico: Ferita bassa ad ambedue le braccia ed ad una gamba. ( 3/16 )
Stato Mentale: Danno basso ( 1/16 )
Stato Armi: Integre
Energia Residua: 25 %
Energia usata: 40%
Slot tecniche usati: 2/2


Passive in uso:


Tenacia
passiva razziale mezzorchi

Tecniche usate:

Fortezza
Difesa magica a 360°, variabile. Abilità personale. Consumo Alto
CITAZIONE
[...]La pelle non cambia ne forma ne consistenza, ma un sottile stato di energia traslucida si manifesta intorno alla persona protetta ricoprendolo integralmente ,compreso l’equipaggiamento , pulsando di tenue energia per alcuni momenti prima di svanire. Questa indistruttibile seconda pelle sembra voler aderire al corpo che protegge, assecondandone ogni movimento, quasi non ci fosse, ma dall’esterno risulterà rigida e inflessibile.[...]

Perseveranza
Pergamena Schegge Spirituali. (Campione) Consumo: Alto




Riassunto:

Sel si difende alzando la propria difesa personale a potenza alta. Il corpo e l’equipaggiamento sono ricoperti, di una pellicola di energia (spada compresa). Cozzando spada e falce le barriera si infrange esaurendo tuttavia la potenza della falciata. Dopodiché rievoca le schegge e ne manda otto contro il guardiano secondo traiettorie casuali colpendo a tutto tondo, le ultime due invece arrivano frontali dirette al viso. Approfittando della distrazione offerta da queste Sel tira una scudata ed un affondo al petto.
Note:

Ho applicato la modifica sulle difese a 360. Quindi potenza e costo si equivalgono.
Non ho indicato i bersagli delle prime otto schegge, In quanto ho preferito (sia al livello stilistico che tattico) indicarli con un turbine di attacchi casuale, sacrificando la possibilità di localizzare l’eventuale danno per massimizzare imprevedibilità d’attacco.
Per quanto riguarda le citazioni nascoste Sel ne coglie la presenza, ma il suo bagaglio di conoscenze non è sufficiente per apprezzarle, ovviamente non sa nulla del background del guardiano, ma in realtà non sa praticamente nulla nemmeno del clan e della sua storia. Non avendolo specificato in effetti non ho ancora deciso da dove viene Sel, ma verosimilmente ha terra natale lontana dall’Eden.
 
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view post Posted on 8/3/2014, 22:46
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Atto I: Chiamata
V




A quel punto Lanhai rivelò la sua vera natura: non solo guardiano, ma anche fantasma del Sorya. Le lame dorate lo trafissero come se il suo corpo non esistesse nemmeno: esso pareva fatto di fumo denso e nero, più che di ossa e carne. Il Guardiano danzò beffardo nel turbine di schegge, evitando con immensa grazia persino il suo ultimo, dirompente colpo. Quando le tempesta si placò, la Falce di Lanhai era già riposta sulla sua schiena, e le mostruose mani congiunte. Sistemò poi la falda del cilindro, com'era solito fare, ma questa volta non nascose il suo macabro sorriso, che solcava come una voragine il volto esangue.


«Mi dispiace deluderti, ma non ci saranno giuramenti, giudizi o formali benvenuti. Il voto che hai fatto è stato già scritto nel tuo spirito, altrimenti non saresti mai giunta qui. Fai parte di Velta e del silente clan Sorya già dall'istante in cui hai sentito la Sua voce» le rivelò il Cacciatore, con toni pacati. Velta e il clan Sorya erano infatti pericolosamente collegate, quasi fossero una cosa sola, ma ancora per quanto? La sua sagoma cominciò a dissolversi, come dispersa dal vento che spirava sopra il mulinello. Le sue ultime parole furono sussurri eterei, quasi impercettibili nel frastuono del Gorgo, ma Sel le avrebbe udite con chiarezza: esse erano la ricompensa di tutti i suoi sforzi. «Io, Lanhai, ti consento il passaggio: raggiungi dunque le risposte che tanto brami, e non esitare. Mai.»



Lanhai schiva la tua offensiva in modo abbastanza teatrale, dissolvendosi a più riprese in dense nubi nere e schivando abilmente i tuoi attacchi. Si tratta di una difesa assoluta da gerarca impietoso che termina un arrivo :v

Passiamo subito alle correzioni e al giudizio finale; stilarlo è stato più faticoso del previsto: sei riuscito a farmi cambiare idea, anche se ho ancora molti commenti da farti. Cercherò dunque di essere il più chiaro ed esaustivo possibile, come promesso all'inizio. Avrei potuto, e in un certo senso voluto, farti fare un ultimo giro in cui prestavi giuramento al Sorya. Ho preferito però "troncare" il benvenuto in modo (mi auguro) elegante e più fedele alle usanze del clan, per permetterti di cominciare subito a giocare. Presto infatti ci saranno occasioni a te utili per continuare su questo filone narrativo di arrivo al Sorya. Occhi aperti!


- Scrittura -

Devo dire che ho notato una certa esperienza in campo di GdR (ipotesi poi confermata quando ho saputo della tua presenza passata che, sono sicuro, ti ha aiutato molto anche in questo arrivo). Sono contento inoltre che le insicurezze grammaticali che ho visto nei primi due interventi siano state completamente (o quasi) sanate. Certo, c'è ancora molto da lavorare, ma penso che tu ora scriva con molta più cura di quando hai iniziato l'arrivo, e questo mi rende felice. Ho visto scomparire anche le imprecisioni di genere, maschile e femminile: capita, scrivendo in prima persona con un personaggio dell'altro sesso. Stai attento, mi racocmando!
La scrittura è una cosa che si affina soprattutto con l'esperienza, ma tu sei sulla buona strada per dare al testo quel "qualcosa in più" che non lo rende soltando il turno di un gioco di ruolo, ma un racconto. Da questo punto di vista, lo spunto narrativo che hai utilizzato nell'ultimo post, con cui hai ampliato il tuo background, è ciò che mi ha convinto definitivamente della tua prestazione. Buone le descrizioni dei combattimenti, in cui descrivi con minuzia i movimenti, facendo trasparire il rigido addestramento militare del tuo pg. Stai attento però, in futuro, a non cadere mai nell'eccesso di movenze, per cui menare un fendente diventa un complesso sistema di movimenti e leve.
Ora però è tempo di critiche: sei ancora un po' plastico nell'interpretazione, nello stile e anche nel layout (ma questo è un problema men che secondario). Ti faccio un chiaro esempio, ovvero l'ultima frase del tuo ultimo post: spesso gli interventi in quest o nei duelli iniziano o finiscono con frasi particolarmente significative. Questo perché rimangono più impresse, solitamente, del resto. Da questo punto di vista avresti potuto giocartela meglio. Al posto della seconda virgola ci sarebbero stati i due punti o qualche subordinata Questo è solo un esempio dei miglioramenti prettamente sintattici che puoi - anzi devi! - cominciare ad adottare in tutta la lunghezza delle tue opere. Il tuo stile è abbastanza concreto e maturo, ma consideralo una base per uno sviluppo più artistico, consapevole e ricercato. È necessario che tu continui a "scolpire" questa base, per poter migliorare.

- Strategia -

Mi rendo perfettamente conto di quanto sia difficile destreggiarsi, strategicamente parlando, in un arrivo. Avevi 3 tecniche difensive e 2 offensive, ed è una situazione persino più ostica della media, per un nuovo arrivato. Questo ti ha "costretto" a difenderti tutti i turni per non ripeterti nella scelta della fase offensiva. Sei stato però molto astuto ad usare Martirio, la seconda volta, con lo scudo. Il doppio utilizzo di Schegge spirituali era prevedibile, ma non te lo condanno (ho appositamente lanciato una tecnica alta per farti spendere molte energie, spero tu comprenda questo mio piccolo colpo basso). Non te lo condanno a patto che tu mi prometta che, appena ti verrà aggiornato il conto, ti procurerai ALMENO un paio d'abilità offensive o di supporto (di consumo basso o medio, direi), e NON di difesa, in modo da aumentare la tua pericolosità nel controattacco. Altrimenti non avresti speranza in un qualsiasi duello.
Ad ogni modo utilizzi sempre due slot tecnica, subisci il giusto e ti difendi abilmente, certe volte anche in modo studiato e gradevole; sfrutti quando puoi gli attacchi fisici (ma non nel primo turno, e questo è un punto a favore per la sportività) e hai chiaro il sistema di confronto dei CS. Insomma, mi sarebbe piaciuto vederti con un arsenale un po' più vasto, ma sono sicuro che quando avrai a disposizione più pergamene saprai fare molto meglio.

- Sportività -

Qui ho meno cose da dire. Io ricordo a malapena com'era il regolamento e il sistema di gioco, nei tempi in cui sono approdato sulla piattaforma (metà del 2010, se non ricordo male). Tu eri qui da ancor più tempo, poi ti sei preso un paio di anni di pausa, ma hai perfettamente presente come funziona il sistema di gioco attuale, e lo padroneggi senza insicurezze. Sono contento che tu abbia utilizzato le regole aggiornate per le tecniche a 360° gradi, cosa che ho dimenticato di specificare nei miei ultimi post.
Hai mantenuto un atteggiamento corretto, uno specchietto ordinato e non commetti errori di sorta, come autoconclusioni o countermove (come diavolo potresti commettere countemove, se la maggior parte delle tue tecniche sono difensive?! :v). Come ho già anticipato, ho apprezzato il fatto che tu non abbia aggiunto un attacco fisico nel primo turno di gioco, nel quale sei stato costretto ad "aprire" con l'unica coppia di tecniche a tua disposizione. Ti ho già fatto notare la marginale scorrettezza compiuta nel primo post, ma non ne ho tenuto conto. È un'autoconclusione, sì, ma sono certo che non capiterà più.

- Giudizio -

Ci ho pensato davvero a lungo, sono stato davvero combattuto sul da farsi, ma infine ho deciso di premiare il miglioramento progressivo che hai dimostrato nel corso della giocata. Ti servirà molta pratica per migliorare, ma sono sicuro che sei sulla buona strada. Se prima ero più propenso per la Gialla, mi hai infine fatto cambiare idea, soprattutto grazie alla conclusione e a qualche altra eleganza negli ultimi post. Passi quindi a energia Verde, con tutti gli onori del caso. Presto ti verranno accreditati i 1000 gold che ti spettano, spendibili soltanto in tecniche non difensive. Benvenuto nel clan Sorya. Mi raccomando, fatti valere!
 
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