Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Esodo

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AleFry93
view post Posted on 26/2/2014, 19:37






Esodo


Gelida era la neve che ad alta velocità si abbatteva sulla vallata, Frollin si guardò alle spalle, la foschia limitava qualunque visione, proseguì a testa bassa, il poncho fradicio ormai serviva a ben poco, era stanco ed affamato, i suoi compagni ormai lontani a riposo in chissà quale accogliente focolare.
Gli occhi si fecero pesanti, si fermò nuovamente per riposare, sbuffando si chinò posando i palmi delle grosse mani sulle ginocchia, si guardò intorno, il paesaggio intonso non riusciva a dargli nessun riferimento, sapeva di doversi muovere verso sud, oltrepassare il confine, abbandonare quelle lande gelide e desolate, ma quale era la direzione?
Si fece forza, tirò il cappuccio il più possibile davanti agli occhi in parte già protetti dall'elmo e proseguì lasciando alle sue spalle bianche impronte che andavano a dissolversi in poco tempo ricoperte dalla neve, camminava da giorni chiedendosi come fosse possibile la completa assenza di un centro abitato o qualche rifugio dimenticato da qualunque essere etereo.
Sovrappose le labbra, la neve ghiacciata sui folti baffi gli si sciolse in bocca, quel biascicare gli fece ritornare in mente quanta fosse la fame che provava, si fermò nuovamente, nelle ultime due ore la strada percorsa probabilmente non raggiungeva il chilometro.
Era l'inerzia che lo spingeva a continuare in quel bianco paesaggio, le palpebre si facevano sempre più pesanti, le sensazioni di svenimento sempre più frequenti e la vista cominciava ad annebbiarsi, Frollin non capiva se fossero i suoi occhi a tradirlo o le gocce gelide miste a sudore che colavano dalla fronte.
Come era prevedibile si fermò nuovamente, sentiva che le forze andavano via, via per abbandonarlo, velocemente si sfilò da dosso il carico che lo opprimeva, prima la sacca con varie attrezzature e poi Trasthuaid, il suo spadone, furono lasciati cadere sulla neve.
Sentendosi leggero, Frollin, alzò gli occhi al cielo respirando profondamente, l'aria gelida e fresca dell'Eden gli penetrava nei polmoni, con lo sguardo rivolto a quel tumulto di nubi si lasciò cadere all'indietro, la pesante armatura da lui indossata non fece quasi rumore, il terreno ovattato lo fece sprofondare lievemente, chiuse gli occhi, non gli importava nella neve e del gelo, era un nano del Nord, poteva resistere a certi climi più di tante altre creature viventi, doveva e voleva riposare.

Nel sonno o nella dormiveglia la mente del nano cominciò a viaggiare a ritroso, sognava il portone della Montagna di Diamante, in quel cristallino e lucente splendore, come in un basso rilievo, si faceva spazio l'imponente scultura dell volto del grande Gruin, pioniere del nord e fondatore dell'omonima stirpe, oltre la grandiosa bocca portone,i grandi saloni di Sciamhlann, le pareti di finissimo oro e le colonne di diamante elaborato, la lucida pavimentazione coperta di tappeti onorari, il trono preceduto dalla sontuosa scalinata, le miniere, le fucine, l'immensa ricchezza di quella città fortezza.

La mente di Frollin continuava a rimembrare frammenti di quello che fu, ricordò l'amato padre, le sue scelte politiche e la comunità degli elfi, questi ultimi, sagge creature, si erano fatte accogliere in udienza da Re Frathin, al quale avevano chiesto quasi in preghiera di non addentrarsi troppo in profondità nella Montagna, la quale custodiva un terribile segreto.
Le immagini erano opache e nebulose, Frollin si rivide a fianco del padre, chi avrebbe mai creduto a quelle parole? I nani del nord non avevano nulla da temere se non la gelosia degli altri verso le loro ricchezze.

Ricordi su ricordi, in quelle visioni oniriche vi era tutto, gioie e dolori, e anche nel sonno, come se gli avvenimenti non fossero ancora recenti e vivi nei cuori, quel giorno tornò in testa a Frollin. Dalle viscere della terra, dalle fondamenta della montagna, tutto cominciava a tremare, assordanti versi si facevano sempre più vicini, il terribile segreto, fin allora celato, si mostrò, i saloni nanici furono invasi da un immonda creatura, di squame era fatta la sua armatura, priva di arti e di ali strisciava come una serpe mangiando qualsiasi cosa, sembrava nutrirsi del diamante del quale la montagna era composta, Frollin guidava i suoi uomini alla battaglia ma le massicce armi naniche sembravano inutili, non vi era modo per scalfire l'armatura, non vi era altra soluzione se non fuggire.
Veniva così punita l'avidità dei nani, ogni bene, ogni ricchezza, scomparse insieme alla creatura che ormai sazia lasciava i saloni distrutti scomparendo delle viscere dei monti del nord.
Tanti furono i pianti, il cordoglio era destinato a durare in eterno come la nostalgia verso i defunti, senza una casa, senza una meta, era iniziato l'esodo dei nani delle terre dell'Eden.

Come dopo un brutto sogno Frollin si alzò velocemente ancora spaventato, la paura però si trasformò in immenso stupore, tutto quello che aveva in torno era in qualche modo cambiato, poggiava i piedi su un lucente prato verde, i monti tutti intorno erano privi di neve e ghiaccio se non soltanto in vetta, alti erano i pini che non oppressi dal gelo ora mostravano il loro rigoglioso fiorire.
Frollin non riusciva a spiegarsi quel paesaggio, quelle terre dove la neve è perenne, non avevano mai visto un estate, si assicurò di non stare ancora sognando, l'aria era fresca ma si avvertiva un tepore primaverile, il nano si sfilò il pesante poncho e lo lasciò cadere.
Una farfalla che volava nei suoi pressi gli si posò sulla folta barba intrecciata, cercò di prenderla come per assicurarsi che fosse vera ma questa volò via girandogli intorno per allontanarsi alle sue spalle, Frollin si voltò e fu in quel momento che la vide...
I suoi occhi si riempirono di una gioia quasi bambinesca, un sorriso si materializzo su suo viso, là in lontananza, illuminata dal sole, Sciamhlann splendeva, la montagna diamante era come per magia tornata in piedi come se nessuna tragedia si fosse mai abbattuta su di essa.
Era lei, la sua, casa, il suo palazzo, la sua patria, tutto era come prima, Frollin raccolse la sua roba e in preda alla gioia cominciò a correre nella direzione della montagna, correva, correva il piu veloce possibile, sembrava che la stanchezza e la fame si fossero dissolte nel nulla ma poi qualcosa lo fermò, il nano rimase stranito, come se qualcosa gli avesse oltrepassato l'anima, in lontananza, alle sue spalle sentì una voce.

Vieni da me...Vieni da me, la Torre ti vuole...Io ti voglio, io ti guiderò.



Frollin si voltò nuovamente, tutto a un tratto il suo volere cambiò, era strano, non desiderava più la sua Montagna ma quella voce quasi angelica, voleva scoprire da dove provenisse, voleva compiere il suo volere, qualunque esso fosse.
Se prima la fatica del nano non gli permetteva di percorrere una decina di passi uno dietro l'altro, adesso, sotto quello che sembrava in tutto e per tutto un incantesimo di malia, Frollin avanzava imperterrito, lo sguardo era fisso verso una direzione, quella voce lo spingeva verso qualcosa che non conosceva, verso qualcosa di ignoto.
Camminò per ore, oltre sentieri e ponti, tagliando le vallate superò il confine, superò l'Eden il quale, una volta lasciato, torno ad essere quella regione nebbiosa e gelida, il nano però non se ne accorse, la sua mente ormai pensavo solo e soltanto ad arrivare alla fonte di quel suono angelico.
Nelle terre di Matkara, dove la vegetazione rinasce non più ostacolata dal vento pungente dell'estremo nord, tra colline e boschi, nasce un lago, ma attenzione, non un comune lago dove gli uomini pastori portano a dissetare il bestiame, questa conca d'acqua è visibile a pochi, solo chi è chiamato può vederla, solo chi ode la Voce di Velta.
Questo lago è circondato sul perimetro di costa da rigogliosi alberi, ma un passaggio, una passerella di bianco marmo preceduta da due statue dall'aspetto probabilmente elfico portano al centro del lago ed è qui che Frollin arrivò.
Come se risvegliato da un forte spavento od una secchiata d'acqua Frollin tornò in se, in un attimo il cielo si andò ad imbrunire, dalle chiome degli alberi corvi volarono via, la malia era svanita, ora il nano ammirava spaventato davanti a se un enorme vortice d'acqua, un mulinello il quale tramite una scala a chiocciola che proseguiva dalla passerella conduceva ad acque sempre più nere.
...
Frollin decise di prendere quella via in quell'oscuro gorgo.







Edited by AleFry93 - 28/2/2014, 21:02
 
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Alb†raum
view post Posted on 28/2/2014, 23:43




«Fammi il piacere di fermarti.»

Lanhai affiorò in superficie dalla lunga scalinata a chiocciola con un sorriso sulle labbra. Tutto nel corpo del Dio delle fate era pallido tanto da sembrare spettrale: dalla bocca alla pelle lucida come l'avorio e alle mani magre e sottili come ossa spolpate. Indossava cappotto nero che gli arrivava fino ai piedi di taglio molto elegante, eppure le pieghe, gli squarci e le macchie suggerivano l'età di quell'abito. A Lanhai piaceva pensare che quelle offese del tempo fossero un modo per ricordargli da quanto serviva Velta: ognuna di esse rappresentava un giorno, una settimana, un mese.
Sul capo portava invece un cappello a cilindro le cui ampie falde gli gettavano ombra sugli occhi.
In mano reggeva una falce dal lungo manico metallico. Anche quella sorrideva, a modo suo.

«Tu hai seguito il Suo canto, nano, non è vero? I tuoi occhi mi dicono tutto.»

Ridacchiò lo spirito agitando le ali trasparenti sulla propria schiena. Piantò il manico della falce per terra e vi si appoggiò sopra.

«Lascia che ti dica la verità: scendere gli scalini ed entrare a far parte del sorya è forse più doloroso che gettarti fra le acque nere di questo gorgo.»

Accarezzò con gli occhi il mulinare irrequieto dei flutti prima di continuare.

«Tornatene da dove sei venuto. Da qui in poi c'è solo morte o tormento. Se hai fortuna, la prima.»

Sollevò la falce da terra e la afferrò con entrambe le mani.

«Se invece credi di essere in grado di sopportare tutto ciò, dimostramelo.»





Benvenuto. Dato che ci siamo sentiti via mp, saprai che io sarò il tuo valutatore per questo arrivo. Il mio compito sarà quello di valutare i tuoi post in questa giocata secondo i tre parametri di scrittura, strategia e sportività e, infine, assegnarti una ricompensa e un'energia fra verde, gialla e bianca in base a come sia andato l'arrivo. Quindi non lasciarti influenzare dai miei post (che probabilmente saranno scarni), scrivi quello che senti di dover scrivere e dai il meglio di te.

La scheda indicativa del guardiano Lanhai la puoi trovare a questo link. Per qualsiasi domanda, MP.

A te la penna.
 
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AleFry93
view post Posted on 1/3/2014, 02:25






Il principe dei nani del Nord si avviò a percorrere quella tortuosa scala circondata da torbide acque, era assai alta, non se ne vedeva la fine pur guardando verso il basso, Frollin non aveva idea di dove stesse andando, non aveva mai sentito parlare di nulla del genere, neanche dai vecchi nani tricentenari.
Era tornato cosciente, non vi erano dubbi, tuttavia vi era ancora qualcosa dentro di lui che lo spingeva a continuare, in cuor suo sapeva che la cosa giusta da fare era andarsene ma la mente gli diceva altro, non era malia ne qualsiasi altro sortilegio, forse semplicemente la Voce di Velta lo aveva toccato nell'anima plagiandolo, forse per sempre.
Percorreva la via marmorea, più si avvicinava al mulinello, più l'oscurità si faceva fitta, nubi nere coprirono il cielo, la temperatura calò drasticamente, sembrava che il sole si fosse spento.
Un brivido di freddo, che partì dalla nuca, percorse lungo tutta la schiena di Frollin, qualcosa stava risalendo da quella oscurità, secondo dopo secondo quella opprimente sensazione si faceva più vicina, sembrava che il tempo si fosse fermato, Frollin non riusciva a sentire nessun rumore se non quello delle agitate acque il quale fragore copriva qualunque cosa, in quel momento, dalla scala salì in superficie uno strano figuro.
Frollin si fermò non appena lo vide, era inquietante, lunghi capelli neri cadevano come drappi sulle sue spalle, la testa era sormontata da un insolito cappello a cilindro, indossava un lungo cappotto logoro ricoperto di tagli, molti di essi sembravano provenire da lontane battaglie, altri invece sembravano essere auto inflitti.
Se pur il viso non fosse molto visibile a causa della visiera del cilindro che celava gli occhi, il colore della pelle era di un bianco-rosato molto pallido, le mani erano poco visibili, quasi evanescenti come quelle di uno spettro e brandivano una lunga falce che dava al portatore un senso di solennità, dalle scapole invece nascevano delle finissime ali molto sottili che trasmettevano un senso di delicatezza soltanto guardandole. Era strano, quell'essere stava in un limbo tra il celestiale e il demoniaco.
Sentendolo parlare, il nano rimase parecchio stranito, la figura alata sembrava conoscere il motivo per cui Frollin era li, lo invitò ad andarsene mettendolo in guardia del terribile destino che avrebbe trovato se avesse continuato per quella scala.
Non era chiaro cosa cosa quell'essere esprimesse, in un primo momento il tono della sua voce sembrò molto confidenziale, poi si tramutò, divenne intimidatorio, invitò il nano a non proseguire minacciandolo brandendo con vigore la sua arma.

<< Morte e tormento...Morte e tormento>>



Ripeteva Frollin a bassa a voce, un ghigno divertito spuntò dalle sue labbra, chinò il capo e cominciò a scuotere la testa con un ironico disappunto.

<<tu mi parli di morte e tormento ? Un immenso e orrendo essere strisciante ha divorato la mia patria, ha inghiottito la mia gente e i miei cari, sono un re senza montagna e senza trono.
Ho visto con i miei occhi la morte e il tormento e sarei dovuto perire quel giorno, non ho idea di chi sia quella voce che mi chiama a lei ne tanto meno so chi tu sia>>



Frollin smise di parlare, ripensò alle vittime della Montagna di Diamante, sapeva che se vi era un motivo per vivere, o almeno per sopravvivere, quel motivo erano loro, portò una mano dietro la nuca e afferrò l'elsa di Trasthuaid lo spadone dal nome nanico, sfilò l'arma dal suo fodero e la parò davanti a se in posa difensiva.

<<per Sciamhlann...Per la sua gente!>>



Frollin intimò così l'oscuro figuro a farsi avanti.






Edited by AleFry93 - 1/3/2014, 19:08
 
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Alb†raum
view post Posted on 2/3/2014, 00:38




Lanhai rise alle parole di Frollin, come se trovasse divertente quell'elenco di disgrazie.

«Se è vero quello che dici, hai perso molto, te lo riconosco. Ciò non vuol dire che tu non possa perdere ancora di più.»

Batté con una mano il manico della falce sulla passerella bianca e si cavò dalla testa il cilindro per esibirsi in un profondo inchino.

«Lanhai, Dio delle fate e guardiano del Sorya. Per... servirla.»

Sibilò con fare divertito.

«Quella che hai sentito è la Torre di Velta. La sua voce chiama coloro che ritiene degni. Degni di morire, la maggior parte.»

Scrutò negli occhi il nano. Lanhai non aveva iride né pupilla, solo due bulbi bianchi appena venati di rosso nascosti dall'ombra del cappello.

«Per questo ti darò un altro avvertimento. Vattene o attaccami. Vai a impazzire per la voce della Torre lontano da qui e tutto sarà più facile: presto non riuscirai più a pensare ad altro e ti affogherai in qualche fiume credendolo il Gorgo. Altrimenti, cerca di dimostrarmi di essere capace di sopravvivere. Se invece scegli di rimanere ancora immobile senza fare nulla...»

Lo spirito accarezzò con un dito il filo della falce.

«...potrebbe accadere qualcosa di male, molto male.»





CPuh33u
Energie: 100%
Ferite: nessuna
Passive:
-Immunità psionica passiva
-Equilibrio perfetto
-Capacità di compiere movimenti e contorsioni estreme
-Timore passivo durante gli attacchi
-Effetto boomerang sulle armi lanciate
Attive: nessuna


Note: Nulla da segnalare. A te la penna.

 
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AleFry93
view post Posted on 2/3/2014, 19:46






Stringeva con forza l'elsa della sua spada, lo sguardo cupo era rivolto verso il suo oppositore il quale sembrava in qualche modo divertito delle disgrazie del nano.
L'essere uscito dalle acque si presentò con uno stile molto nobiliare, sembrava ci tenesse ai convenevoli, con un inchino si presentò, il suo nome era Lanhai, Dio delle fate. Frollin aggrottò le sopracciglia, guardava il nemico con diffidenza, non credeva negli Dei, o meglio, la razza dei nani si è sempre mostrata poco devota verso il Pantheon di Asgradel e nel corso delle ere ha adottato divinità atipiche, spesso nate dalla loro inventiva.
Secondo le parole di Lenhai, il nano non era li per caso, la Torre di Velta lo aveva chiamato a se, la sua voce lo aveva ammaliato, e lo aveva spinto sino quelle acque poiché lo riteneva degno, l'alato Dio però lo mise in guardia, in tanti giunti fin li avevano trovato poi la morte.
Era un atto di intimidazione, Lenhai conosceva bene la Voce di Velta, sapeva che una volta giunta la chiamata, o si onora la causa o la morte sarà certa, preceduta da malattia mentale, Lenhai non aspettava altro che mettere alla prova le capacità combattive del nano.
A sentire quelle parole, Frollin ebbe un fremito di rabbia, gli sembravano solo parole inutili, il fare arrogante del Dio lo irritava, i suoi piedi si fecero ancora più saldi sul terreno e le sue mani ancor più pressanti sull'elsa della spada, non poteva accettare simili minacce, non poteva accettare simili prese in giro!

<<vuoi il sangue ? Ebbene è il sangue che io ti darò!>>



Il principe nordico si fermò un instante, si guardò in torno scrutando il campo di battaglia, i due erano costretti su una passerella di bianco marmo, più che una arena assomigliava ad un tappeto per duelli, prese un respiro profondo, sapeva che non si poteva tornare in dietro.

<<io ti ringrazio...Sai ero scettico sulla Voce,avevo paura, me ne sarei voluto andare, ma grazie a te, ora so che se la rifiutassi la pazzia mi prenderebbe e se la morte deve sopraggiungere, io preferisco che mi prenda in battaglia.>>



Frollin era pronto a rispondere alla chiamata alle armi, mise un piede avanti, impugnando con forza Trasthuaid, cominciò a muoverla sinuosamente davanti a se tagliando lentamente l'aria, dall'elsa salì uno strano colore azzurro che presto ricoprì la spada, i movimenti del nano si fecero sempre più veloci, proprio come se stesse brandendo un grande ventaglio, la lama cominciò a produrre un gelido vento tagliente i quali colpi erano rivolti verso l'avversario.
Ogni sventagliata produceva folate di gelida bora accompagnate da neve, le gocce che zampillavano dal gorgo sino la passerella ghiacciavano, Lenhai si sarebbe visto travolgere da tagliente vento accompagnato da corpuscoli ghiacciati.
Secondo la mente del nano l'attacco avrebbe dovuto infliggere lievi danni al nemico o per lo meno rompere qualsiasi tipo di guardia, il che lo spinse a sferrare un secondo attacco, tenendo la spada puntata sul nemico, impugnandola con entrambi le mani e caricandola all'indietro su un fianco, sarebbe scattato verso la sua vittima la quale, probabilmente, indebolita dal primo attacco, avrebbe ora ricevuto un affondo che il nano avrebbe scagliato portando in avanti le due braccia insieme ad un piede per tenere l'equilibrio.

Frollin era abbastanza sicuro delle sue capacità, sperava che la sua tattica andasse a segno o per lo meno una parte, ma dimenticava, davanti a se aveva un Dio.

Stato fisico: Illeso
Stato Mentale: Malia (Voce di Velta)
Energia residua: 100% - 10%(Tecnica Media)= 90%

Tecniche attive in uso:
Soffio del Nord:Frollin, principe guerriero delle terre del Nord, Re senza trono, diretto discendente di Gruin, ha ereditato dai suoi antenati le abilità di evocazione e di controllo dei venti del nord.
Tali abilità sono innate e uniche della sua stirpe, molte di esse sono ancora dormienti o semplicemente non ancora scoperte, tra queste vi è "Soffio del Nord".
Impugnando e scuotendo la sua grossa spada come un grosso ventaglio, Frollin è in grado di generare un vento di bora di intensità variabile che va ad impattare sui nemici infliggendo danno.
[Abilità personale-Variabile][Medio]

Riassunto:
Ho sferrato la mia tecnica personale come primo attacco, essendo a consumo variabile, ho optato per un consumo medio.
Il secondo attacco è un semplice attacco fisico, un affondo caricato a due mani.
Spero di non essermi dimenticato nulla.








 
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Alb†raum
view post Posted on 5/3/2014, 11:54




«Così hai scelto.»

Ghignò Lanhai, abbassandosi la falda del cappello sugli occhi. Uno schermo di luce impalpabile si parò di fronte a lui. Il gelido vento evocato dal nano si abbatté contro di esso senza riuscire a infrangerlo e si disperse nell'aria con un sibilo tagliente.

«Ma dovrai fare di meglio per passare.»

Il Dio intercettò il fendente di Frollin con la lama della falce allontanando da sé la spada. Scintille sprizzarono quando il metallo si scontrò.

«Apprezzo comunque il tuo coraggio, nano. O forse dovrei dire ingenuità?»

Sollevò un dito in alto nel cielo.

«Sai, anche il sorya venne distrutto come è stata distrutta la tua casa.»

La falce del Guardiano si illuminò di fiamme al calor rosso.

«Demolito da un drago.»

Mirò l'estremità del manico verso lo stomaco del nano, poi menò un montante rivolto al suo inguine con la lama fiammeggiante.





CPuh33u
Capacità speciali: 1 CS in agilità, 1 CS in riflessi
Energie: 100% -10 -20 =70%
Ferite: nessuna
Passive:
-Immunità psionica passiva
-Equilibrio perfetto
-Capacità di compiere movimenti e contorsioni estreme
-Timore passivo durante gli attacchi
-Effetto boomerang sulle armi lanciate
Attive:

I l l u s i o n e .
[Variabile difensiva a consumo medio.]

G i u d i z i o .
[Aura fiammeggiante a consumo alto, durata due turni - Tutti gli attacchi portati con la lama della falce causano un danno medio in aggiunta al danno fisico normale]

Note: Lanhai utilizza una variabile difensiva per ripararsi dalla tua tecnica e para il tuo fendente per differenza di CS. Risponde usando giudizio, che rende fiammeggiante la sua falce. Attacca poi con un colpo di manico verso lo stomaco del nano seguito da un montante (colpo portato dal basso verso l'alto) diretto al suo inguine.

A te la penna.

 
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5 replies since 26/2/2014, 19:37   155 views
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