Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

L'ennesimo viaggio

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LordDreamer
view post Posted on 13/4/2014, 19:28





Esalò il suo ultimo respiro, l'alito dell'uomo odorava di rape e di patate, Edhir gli sfilò delicatamente la lama dal collo, quasi non volesse fargli del male, rimase lì ancora un attimo, fissò negli occhi quell'uomo che aveva tentato di ingannarlo, lo sguardo stava diventando opaco, sul suo viso il ghigno era scomparso, era apparsa la paura di uno che ha avuto appena il tempo di capire cosa stesse accadendo, troppo veloce, troppo improvviso per poter contorcere il viso, ma abbastanza lento da poter percepire il freddo dell'acciaio e udire il sussurro di Edhir:

"che possa esserci qualcosa dall'altra parte"

se lo augurava davvero. Edhir non aveva niente contro quell'uomo, almeno, non prima che avesse provato ad ingannarlo, non gli piacevano le persone che ci provavano, ma era stato al suo gioco e lo aveva lasciato fare e si era lasciato fregare le monete. L'uomo al ritorno era troppo impegnato a vantarsi coi suoi compari di quale maestria nell'oratoria avesse utilizzato per distrarre lo stolto mezz'elfo mentre gli cambiava le carte, e non si accorse che Edhir lo seguiva indisturbato, saltando di tetto in tetto. Arrivato a casa l'uomo trovò una prostituta ad accoglierlo, la portò in casa, la svestì e con fare animalesco ne usufruì; Edhir rimase li ad aspettare che finisse mentre si mangiava una mela rubata. La sua intenzione era riprendersi le monete e magari anche qualche altro avere del truffatore, senza ucciderlo, ma la cosa cambiò quando la prostituta richiese il pagamento per i suoi servigi e lui con un manrovescio la buttò a terra sputandoci sopra dicendo:

"Stupida puttana"

il sangue color rubino colava dalle labbra di lei, luccicava come tante piccole perle mentre le scendeva sul collo, le dava un aria graziosa, quasi fosse un gioiello. Quando il truffatore fu solo per Edhir non fu difficile aprire la finestra ed entrare nella stanza da letto, attese con tranquillità nell'ombra, quando finalmente il truffatore si mise a dormire lui era lì, che lo aspettava, quello stolto non si rese neanche conto della sua presenza e spense la candela; a quel punto non aveva che l'imbarazzo della scelta. Optò per tagliarli la gola, sarebbe morto quasi istantaneamente, un taglio preciso, Edhir si mise di fianco al letto, si avvicinò alla faccia dell'uomo abbastanza affinché questi si accorgesse di lui e aprisse gli occhi, in quel momento Edhir lo baciò sulla fronte, mentre con la mano sinistra lo sgozzava, emise solo un sospiro sommesso dal sangue che stava entrandogli in gola. Fu in quel momento che per un attimo Edhir pensò di aver visto il volto dell'uomo mutare, prendere le fattezze di un altro uomo, incredibilmente simile alle descrizione che sua madre attribuiva al padre:

"Devo essere stanco" si disse, "andrò a dormire"

La notte fu agitata, si rigirò più volte nel giaciglio, l'aria era umida nella torre e odorava di muffa, muschio copriva ogni parete, ma di sicuro lì, ai limiti della città, sarebbe stato al sicuro. Quando finalmente prese sonno sognò una piazza, piena di gente, gente che non riusciva a vedere bene, non distingueva volti, sesso o razza, sentiva sole le voci, tantissime voci confuse, che si accavallavano, fino a quando oltre la gente, dall'altra parte della piazza non vide una ragazza coperta da una lunga tunica, con il cappuccio calato fin sotto gli occhi, ma riuscì ad udire chiaramente la sua voce:

"Seguimi, tranquillo"

Edhir cercò di attraversare la piazza, ma le persone glie lo impedivano, la ragazza era veloce, andava verso il bosco, Edhir cercò di raggiungerla, di parlarci, ma non ci riusciva, non poté far altro che vederla sparire in lontananza, ma la sua voce era ancora limpida nella sua mente:

"Seguimi Edhir, devi seguirmi"

Si svegliò di soprassalto, era sudato, e le prime luci dell'alba filtravano attraverso le feritoia oramai quasi completamente coperta dall'edera, creando uno strano gioco di luce ed ombra all'interno della torre, era ancora sconvolto per il sogno, scese al pozzo e si rinfrescò il volto, riflettendosi un attimo sul fondo e si rese conto di essere stato fermo da troppo tempo, almeno tre giorni, quindi prese le sue cose, si preparò per il viaggio e si mise in cammino

"Dove posso andare sta volta?"

decise di dirigersi verso il bosco, dove era andata la ragazza, proseguire per quella direzione, non aveva una meta precisa e ciò lo divertiva, nel bosco poi stava bene, sarebbe stato solo, non poteva che fargli bene... Camminò per giorni prima di incontrare un altra città, si rifornì di vivande e riempì la bisaccia con acqua pulita, riuscì pure a sedurre una giovane fanciulla dai capelli corvini con cui si intrattenne la notte. Il rapporto era finito da un pezzo, la luna era alta nel cielo e la ragazza giaceva ancora nuda sul letto, con delle piccole gocce di sudore che le scendevano lungo i piccoli seni, quando Edhir sgattaiolò fuori dalla finestra per riprendere il cammino. Da quella notte, la prima volta in cui sognò la voce di Velta, ogni notte la voce tornava, una volta era un omaccione con la barba, una volta una fanciulla avvenente, a volta una semplice voce nel vuoto, che gli indicava la strada da seguire. Edhir non amava essere comandato e aveva provato a non seguire la voce, cambiare strada, prenderne un altra, ma non resisteva a lungo, la voce si faceva sempre più prepotente, e a volte giocava con la sua mente, era convinto fosse lei a farlo, non poteva essere altrimenti.
Dopo molti cicli di Luna Edhir arrivò in una radura, con al centro un lago, l'erba era verde e l'acqua sembrava fresca, ma aveva qualcosa che non ispirava fiducia ma decise lo stesso di risposarsi lì, quella notte mangiò coniglio con erba cipollina, era un pasto ghiotto che non faceva da tempo, in fondo era sempre in cammino e aveva poco tempo per cucinare. L'atmosfera di quel luogo lo metteva in soggezione ma comunque decise di dormire la quella sera, si diresse verso un grosso albero, pareva vecchio, che aveva radici grosse come il suo busto, scavò un rifugio di fortuna sotto una di esse, e si coprì con un manto di foglie, per mimetizzarsi, ma tenne la testa fuori, rivolta verso l'acqua, e nella mano sinistra il suo pugnale, non si fidava di quel luogo e non si sarebbe certo fatto cogliere alla sprovvista. Avrebbe riposato ad occhi aperti, così avrebbe potuto recuperare energie e nel mentre stare vigile.
Sentì qualcosa di caldo e umido sul viso, in un attimo il suo pugnale era alla sua gola, e le zanne di lei alla sua, erano stretti un abbraccio mortale, faccia a faccia, l'alito della tigre sapeva di carogna, il manto era lucente e morbido. Si fissarono negl'occhi ed Edhir provò qualcosa di famigliare in quello sguardo, pensò fosse lei, ma non ne era sicuro. Poi la tigre allentò la presa dal collo di lui e si sedette, a quel punto non ci furono dubbi, era tornata, lo aveva seguito? Edhir era contento di vederla, le diede un paio di carezze e poi si riassopì poggiando la schiena su quella di lei aspettando che la voce tornasse per indicargli la via...

 
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view post Posted on 17/4/2014, 13:17
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Eternal Light
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Le acque del Gorgo vorticavano attorno alla passerella di marmo pallido che quasi s’immergeva in esse, appena illuminata dai pochi raggi che emergevano dalle foglie al di sopra, dalla grande foresta sotterranea che si allungava nel profondo Nord, luogo oscuro e periglioso tanto che pochi erano riusciti a entrarvi e uscirne vivi per raccontare quel che avevano visto. Pericoli, bestie, demoni… E nient’altro. Quasi nessuno aveva più trovato traccia del Sorya, sepolto e dimenticato sotto l’incedere di troppo tempo, troppi anni, così tanti che la leggenda era diventata semplice mito alle orecchie della gente comune.

Eppure l’Inquisitrice si chiedeva cosa stesse aspettando quell’uomo là, sul limitare del Lago. Pareva un semplice viandante, ma Xandra non poteva certo esporsi a ogni presenza che s’avvicinasse: soltanto qualora essa avesse costituito una minaccia avrebbe reagito.
Tuttavia era lì da troppo tempo per essere un mezzelfo semplicemente persosi, di passaggio in un luogo tanto nascosto e dall’aspetto inquietante quanto affascinante. Un po’ come lei, dopotutto, nel suo lungo yukata che ondeggiava insieme alle sue forme a ogni passo che compiva sulla pietra bianca, anch’essa dall’apparenza immacolata, come vergine nonostante tutti gli anni che aveva visto scorrere su di essi; immortale, come la Guardiana. Dopotutto i passi che l’avevano percorsa non erano così tanti. Lo erano stati, un tempo, sì, ma era come se l’erosione delle acque e del vento sul marmo avessero attenuato l’effetto di così tanto tempo, consumandolo eppure lisciandolo, rendendolo di nuovo all’apparenza nuovo, quasi un tesoro perfetto e destinato a rimanere tale per l’avvenire.

Questo non è luogo per una gitarella, messere. Queste acque sono impervie e avvolgenti quasi quanto i suoi abitanti. Vi conviene andare a fare un pisolino da qualche altra parte.

La voce della donna era acuta e attraente, irresistibilmente sensuale per chiunque la ascoltasse: matura eppure ancora terribilmente piacente, estremamente antica eppure sempre giovane, eterna, come colei che aveva proferito parola. I lunghi capelli neri si disperdevano morbidi come neve al vento nell’aria intorno a lei, mentre gli occhi d’ametista si fissavano in direzione del mezz’elfo e lei si fermava sul limitare del Gorgo, del suo amico e compagno in quel ruolo che li accomunava da così tanto tempo.
Stringeva i nastri candidi avvolti attorno alle sue braccia mentre un sorriso si formava sulle sue tumide labbra scarlatte, una smorfia sadica e divertita.
Chissà se quel nuovo venuto l’avrebbe fatta divertire.

CITAZIONE
Benvenuto su Asgradel e, in particolare, al Clan Sorya! Sarò io a seguirti durante il tuo arrivo e in base alla tua prestazione ti assegnerò l'energia Gialla, Verde o ti lascerò a Bianca. Secondo il risultato riceverai anche un bonus in Gold, quindi cerca di fare doppiamente del tuo meglio.
In alcuni casi potrei essere un po' sbrigativo nel rispondere o non dilungarmi troppo per rendere la cosa più rapida, ma tu non farti influenzare da tali evenienze. In questo primo post eviterò lo specchietto perché non necessario, ma in caso fossi interessato a vedere la scheda della Guardiana con cui ho deciso di accoglierti, Xandra, la trovi qui: Scheda.
Buona fortuna e buon divertimento!
 
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LordDreamer
view post Posted on 17/4/2014, 15:01




La prima cosa che udì fu il gorgoglio dell'acqua intensificarsi lentamente, poi sentì il vento scompigliarli i capelli e successivamente l'odore dell'acqua arrivò alle sue narici, Edhir aprì lentamente gli occhi, la tigre se n'era andata lasciandolo addormentato con il volto sull'albero, gli sorse il dubbio di averla solamente sognata, il collo gli doleva, colpa della posizione assunta, e su di una guancia la corteccia aveva lasciato dei segni rossi. Si passò lentamente la mano sui di essi, prese un cordino che si era legato al polso e si legò i capelli, un avvenente fanciulla era emersa dal lago, che aveva preso a vorticare velocemente intorno ad una passerella che prima non aveva visto, la donna era molto attraente, i colori del yukata sembravano assumere diverse sfumature ad ogni suo movimento, la pelle sembrava fatta di porcellana, gli occhi color ametista fecero perdere Edhir all'interno di essi per un attimo. Si riprese solamente alle parole della donna:

"Questo non è luogo per una gitarella, messere. Queste acque sono impervie e avvolgenti quasi quanto i suoi abitanti. Vi conviene andare a fare un pisolino da qualche altra parte."

La voce di lei era terribilmente seducente, Edhir si mise in piedi, si diede una spolverata generale e poi esibì uno dei suoi più smaglianti sorrisi, sperava che nonostante la notte agitata e il lungo cammino il suo aspetto fosse rimasto un minimo avvenente, la prima impressione che si fa è sempre importante

"Mi dispiace contraddirla milady ma non sto facendo una gitarella, non mi muoverò finché colei che mi guida non mi indicherà nuovamente la strada, troppe volte ho disubbidito e ne ho pagato le conseguenze. Per quanto riguarda il luogo in cui mi trovo devo ammettere che è tanto inquietante quanto affascinante, ma per ora i suoi abitanti, da quel che vedo, mi paiono alquanto gradevoli e spero non si offenda se affermo che non mi dispiacerebbe affatto fossero "avvolgenti" come le acque del lago, comunque non si preoccupi, non sono uno sprovveduto."


Edhir non sapeva cosa aspettarsi da quella donna, per quanto attraente fosse le circostanze della sua venuta era troppo ambigue per potersi fidare di lei; ma era anche vero che nelle poche ore di sonno che si era concesso la voce non era apparsa e ciò magari significava che il suo lungo viaggio era giunto al termine. Era confuso, sperduto e ancora stanco ma cerò di non darlo a vedere, rimase serio, col sorriso sulle labbra, sperando di far colpo su quella donna, così da poterne catturare la fiducia il più facilmente possibile. In quel momento non gli sarebbe affatto dispiaciuto avere accanto a se la tigre, quando si era reso conto che un rivoletto di sangue gli si era coagulato lungo il collo, capì che era un segno che lo "scontro" con l'animale era avvenuto per davvero. e di non averlo sognato.
A quel punto Edhir si inchinò a raccogliere dei fiori che crescevano vicino ai suoi piedi, profumati come la primavera e dello stesso colore degli occhi della donna essi ondeggiavano lentamente cullati dal vento. L'agitazione iniziale lo aveva lasciato, e la serenità era tornata nel suo animo

"la paura uccide più della spada"

Si sedette sui talloni, e mentre continuava a raccogliere fiori disse

" Piuttosto... che ci fa una così graziosa fanciulla in un posto così sperduto? Potrei avere l'onore di venire a conoscenza del suo nome?"

Edhir la fissò attentamente, era sottile al punto da temere che il vento potesse spezzarla, la pelle candida sembrava porcellana e le labbra arricciate in un bellissimo sorriso fecero venir voglia ad Edhir di baciarla, ma quella fanciulla così graziosa poteva essere anche altrettanto pericolosa, Edhir aveva visto da alcuni mercanti piante esotiche dal fiore talmente bello da far venir voglia a chiunque di accarezzarne i petali, ma quando qualcuno lo faceva, essa richiudeva, portando via tutta la sua bellezza e il dito del malcapitato, e questa donna poteva non essere da meno.

Mentre attendeva la risposta Edhir si tocco la ferita sul collo, leccando via il sangue riposto sul dito, riuscì per un fugace momento a vedere ciò che la tigre vedeva. Era buio intorno ma non aveva problemi a vedere, era circondata di alberi e il sangue le riempiva la bocca, stava mangiando qualcosa, appostata su di un ramo.

Non riuscì a vedere nient'altro, la tigre doveva essersi allontanata un bel po' e non riuscì a tenere il contatto a lungo. Quando tornò in se era ancora seduto, immobile, per non dare dell'occhio si rialzò in piedi e mise il mazzolino di fiori all'interno di una tasca della cintura e si sistemò i capelli che gli avevano coperto il viso. L'attesa era snervante ma grazie al suo "lavoro" aveva imparato ad aspettare nelle situazioni più difficili, aveva imparato ad aspettare che il pugnale lanciatogli arrivasse ad un centimetro dal viso prima di scansarsi, aveva imparato ad aspettare che finissero di abusare di una donna prima di piombare sui malfattori con la stessa velocità di un aquila sulla sua preda, aveva imparato ad aspettare che i saggi prendessero la propria decisione e lo esiliassero prima di dar sfogo alla propria rabbia.

L'acqua dietro di lei vorticava velocemente, e il centro del lago era diventato una scura voragine, una passerella di marmo era apparsa, sorvegliata da due statue e terminava nell'oscurità dell'occhio del gorgo. Concentrandosi Edhir riuscì a percepire in fondo al lago dei rumori diversi da quelli dell'acqua, qualcosa che si muoveva...



Grazie mille per il benvenuto


Edited by LordDreamer - 17/4/2014, 18:25
 
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view post Posted on 19/4/2014, 18:55
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Eternal Light
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Con i piedi nascosti dalla lunga veste, Xandra mosse gli ultimi passi sulla lunga passerella di marmo bianco fino a giungere a toccare erba con le sue lunghe fasce avvolte attorno alle braccia: anche mentre alzava una mano a coprirsi le labbra esse toccavano terra, cosicché i pesi alle estremità lasciavano dei segni ovunque passassero, trascinati dall’incedere della donna.
L’Inquisitrice stava nascondendo un sorriso, divertita dalle parole del nuovo venuto. Davvero pensava che fosse gradevole essere avvolti dalle acque del Gorgo, oppure – anche peggio – dalle sue stesse spire? Erano entrambe due donne, in un certo senso, ma anche due esseri ben superiori a chiunque si fosse mai presentato alle porte del Clan per la prima volta. Certo, da quando il disastro era avvenuto; non certo prima…

Si fermò sul posto, unendo graziosamente le mani in avanti, come in attesa, ma il sorriso sul suo volto non era scomparso. Anzi, sembrava esserci acceso ancora di più mentre fissava il mezzelfo che aveva davanti, pronta ad accoglierlo – con tanto, troppo piacere.

Il mio nome è Xandra, messere, ma preferirei continuare a essere chiamata ‘milady’.
Sono qui soltanto per fermare gli...
Sprovveduti che giungono qua, impreparati e non conosci di quel che giace oltre, sempre pronti a percorrere questa passerella verso il vuoto sconosciuto.


Lui diceva di non essere uno sprovveduto, ma chiamava Xandra ‘graziosa fanciulla’.
Povero ingenuo. Forse, se lei avesse fatto un altro passo, lui avrebbe capito. Sarebbe stato rapito dall’inferno che la accompagnava da molto tempo, dagli incubi e le voci che era abituata a sopportare, tanto assuefatta che le sembravano normali quanto il semplice respirare - per gli umani, ovviamente.
E così avanzò, di nuovo, ma questa volta il suo viso divenne improvvisamente una statua priva di emozioni, di ogni più puro sentimento, come se la maschera umana fosse calata per un attimo mostrando la pietra che si nascondeva al di sotto. Soltanto gli occhi tradivano qualcosa di simile, eppure molto peggiore. Un’abissale freddezza, un’apatia congelante proveniva da quello sguardo, tanto potente da essere quasi coinvolgente.

Se avesse sentito le voci che la consumavano ogni giorno, che le avevano fatto perdere ogni più piccola goccia di pietà e misericordia, forse quell’uomo avrebbe capito chi aveva davanti. E allora sarebbe scappato in preda al rapimento di un così straziante incubo oppure avrebbe riconosciuto quello che già, in parte, aveva vissuto. Soltanto se si fosse trattato di un eletto… In tal caso, forse, la Guardiana avrebbe accettato di metterlo alla prova.
In caso contrario avrebbe scelto se lasciarlo fuggire o, più probabilmente, ucciderlo nel modo più lento possibile.

"Potete scegliere se andare indietro o superarmi, messere.
Io sono soltanto venuta ad accogliervi.
"

Un sorriso ammiccante si dipinse di nuovo sul suo volto, creando uno strano connubio con lo sguardo raggelante di prima e le voci, il canto nefasto che accompagnava ogni movimento del suo corpo, quasi che i capelli stessi danzassero seguendo la cantilena che la circondava.


Tieni conto di questa passiva, che si manifesta non appena Xandra fa un passo verso il tuo personaggio.
CITAZIONE
Voce - Scricchiolante, nefasta, cavernosa. Velta era l'anima del Sorya, il suo greve richiamo, unica risonanza tale da volgere qualunque sguardo, da stupire ogni ascoltatore. Poco prima della fine, Xandra poté cogliere quella cantilena, quel canto del cigno senza voce e modulazione, e tanto profondamente esso si impresse nella sua coscienza, che da allora le è del tutto impossibile liberarsene. Rumore di sottofondo, fruscio inconsistente, ogni suo attimo di vita rivive di quella voce non solo apparente ma reale, effettivamente presente tutt'attorno alla sua persona. Chiunque avrà la sfortuna di avvicinarsi a Xandra potrà a sua volta condividere con lei tale sfortunato destino, riuscendo a sentire la voce di Velta nell'aria, spiro mefitico di morte e Vendetta.

Puoi scegliere ovviamente tu come continuare: se passare direttamente all'attacco, anche considerando il fatto che Xandra ha mostrato parte del suo potere e lanciato una minaccia/invito velata/o, o continuare il dialogo. Buona continuazione.
Ah, ovviamente per qualunque domanda puoi mandare mp. Potrei non rispondere in fretta anche per via di altri impegni - soprattutto in questi giorni, ma cercherò di essere celere.
 
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LordDreamer
view post Posted on 20/4/2014, 12:11





La ragazza si era avvicinata ad Edhir mantenendo il bel sorriso sulle labbra

“Il mio nome è Xandra, messere, ma preferirei continuare a essere chiamata ‘milady’.
Sono qui soltanto per fermare gli...
Sprovveduti che giungono qua, impreparati e non conosci di quel che giace oltre, sempre pronti a percorrere questa passerella verso il vuoto sconosciuto.”


Edhir odiò essere chiamato ancora sprovveduto, lei non sapeva cosa lui aveva vissuto, lei non aveva visto cosa lui ha dovuto fare nella sua vita per poter andare avanti. Edhir non si smosse, rimase fermo, sorridente, i capelli neri in balia del vento.

Xandra... Il suo nome era familiare ad Edhir, lo aveva già sentito, si ricordava l'eco di voci lontane, forse un avventuriero incontrato nel bosco, o un mercante girovago, o forse un cantastorie; un nome sulla bocca di molti e come sempre succede, con una storia sempre diversa, Edhir però non se ne ricordava neanche una, aveva imparato a non dare credito alla "fantasie" dei viaggiatori, spesso vengono traviati un po' troppo dal loro ego o a volte se le inventano di sana pianta le loro "avventure".

Sentì i rami scricchiolare in fondo al bosco dietro di lui, e passi felpati, sentì il vento accarezzare il manto di qualche animale, ancora troppo lontano per essere riconosciuto, sperò fosse la tigre, non sapeva se lo avrebbe aiutato, ma quanto meno lo avrebbe rassicurato.



La ragazza continuò ad avanzare, le lunghe fasce che le avvolgevano le braccia toccavano a terra, e al termine di esse, dove c'erano due pesi, lasciavano dei solchi nel terreno, Edhir si iniziò a domandare lo scopo di quello strano indumento...

Quando ella fu abbastanza vicina Edhir iniziò a sentire le voci, una confusione gli attanagliò la mente, il sorriso si contorse, lasciando spazio al dolore, erano voci più intense di quelle che sentiva lui, eppure della stessa natura, le riconobbe, rimase confuso, non era facile pensare mentre qualcuno dentro di te continua a parlare, sovrasta i tuoi pensieri rendendoli deboli e offuscati.

Chiuse gli occhi e si concentrò per un attimo, chiuse la mente, e quando riaprì gli occhi riuscì a riportare un sorriso forzato sul viso, non era facile ma doveva continuare a sorridere, in fondo aveva davanti un avvenente donna.

Fissò la donna negli occhi, il colore di essi lo pervase un altra volta, ma questa volta in maniera diversa, il volto di lei era diventato di pietra, nessun'emozione, tranne i suoi occhi, quelli erano ancora peggio della freddezza del volto, erano diventati freddi come il mare del nord, profondi come l'universo, Edhir ebbe un brivido...

"Potete scegliere se andare indietro o superarmi, messere.
Io sono soltanto venuta ad accogliervi."


Quelle parole, un chiaro segno di sfida, quelle voci nella sua mente, ora capiva il perché si fosse avvicinata così tanto, voleva inquietarlo, farlo scappare, ma Edhir non si mosse, rimase impassibile, inquietato, iniziò a capire che avrebbe dovuto affrontare la ragazza, la guardò per capire quali armi poteva nascondere, lo yakuta non faceva notare niente al di sotto di esso a parte le curve della donna, le uniche armi possibili erano quelle fasce, lunghe e con i pesi, potevano fare male se maneggiate a dovere, e Edhir si iniziò a domandare se il materiale di cui erano fatte fosse davvero fragile come appariva o se come la padrona, sotto la loro bellezza e fragilità nascondevano una ben altra natura.

"Le voci, quelle che sento,quelle che tu ora mi fai sentire, sono forti, intense, eppure le riconosco, anche io le ho sopportate, seppur meno intense, durante il mio lungo andare, riconosco la voce di Velta, lei mi ha guidato fin qui, lei non è tornata nei miei sogni stanotte, e tu me la riporti, qui ed ora, ciò significa che sarai tu ad indicarmi la strada,
ma non mi sono ancora presentato, che sgarbato"


Sul volto di Edhir era tornato il suo bel sorriso, tirò fuori dalla tasca un fiore, e si inchinò con grazia, e tendendo il fiore verso la donna e disse

"Io sono Edhir..."

E sparì, il fiore cadde a terra, Edhir si mosse silenzioso nell'ombra, i suoi piedi non facevano rumore, saltellando lentamente di sasso in sasso, così da non tradirsi col movimento dell'erba. Arrivò alle spalle della ragazza, si avvicinò al suo collo, era davvero bella, la pelle candida risplendeva al riflesso della luna e il profumo di lei riempì le sue narici, Edhir aveva un altro dei fiori nella mano destra, ed Elerossë nella sinistra, non era mai facile colpire una donna, ma a volte andava fatto, la bocca si avvicinò al collo di lei, le sue labbra sfiorarono il suo orecchio mentre le sussurrava:

"Sei davvero bella e pericolosa come il gorgo"

Fu questione di un secondo, mentre diceva queste parole le appoggiò il fiore sull'altro orecchio, e intanto la mano sinistra tentò di affondare il pugnale nel fianco di lei. I movimenti era fluidi e puliti, anche se quelle voci, li avevano resi meno aggraziati di quanto in effetti lui fosse capace, ma non per questo furono rozzi, anzi.
Edhir rotolò indietro, prendendo distanza dalla donna, si rimise nella posizione dell'inchino, e riapparse, esattamente come era sparito, stessa espressione, stessa posizione, come se non si fosse mosso, solo che ora era dietro di lei, e terminò la frase iniziata prima

"... al vostro servizio"




:Energie: 80% = 10-10
:Status Fisico: Illeso.
:Status Psicologico: Assediato dalla voce.
:CS: 1 in Destrezza

:Armi ed Oggetti:

Elerossë - Riposta nel fodero
Aiwë - Nel fodero. 20/20 colpi
Armatura - Integra

:Abilità Passive:

Udito fine
Dúlinn: Edhir ha imparato a percepire i sensi di un bersaglio per un breve periodo, sia che il bersaglio sia umano che non. Ciò però non gli permette di entrare nella sua coscienza, solo di condividerne le percezioni e causerà un mal di testa alla vittima. Solo la vista verrà condivisa. L'abilità può essere contrastata con una difesa psionica media. Danno provocato alla psiche: Basso

:Abilità Attive Utilizzate:

Invisibilità e Attacco Furtivo

:Note e Riassunto:

Edhir dopo aver parlato ancora con Xandra passa all'attacco, si inchina con grazia e inizia un frase che non termina, diventa invisibile e arrivato alle spalle della ragazza usa Attacco furtivo, si allontana da lei, riappare e finisce la frase

 
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view post Posted on 25/4/2014, 09:22
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"Sei davvero bella e pericolosa come il gorgo."

Aveva ragione… eppure sbagliava.
Probabilmente, se non avesse fatto l’errore di parlare mentre attaccava, i riflessi di Xandra non sarebbero stati sufficientemente pronti. Le fasce si staccarono da lei, tendendosi intorno fino a ricoprirla come le bende di una mummia e in un battibaleno l’Inquisitrice si ritrovò avvolta in un bozzolo di seta bianco. Una figura candida e immacolata, se non fosse stato per quella macchia rossa al fianco, piccola ma in procinto di allargarsi. Le fasce scesero mentre la donna si girava di scatto all’indietro, facendo qualche passo verso l’erba. Una smorfia di dolore contraeva il suo volto, uno sguardo offeso era rivolto verso il ragazzo. Toccata, addirittura ferita da un marmocchio del genere?
Non poteva però lasciarsi andare alla rabbia, non per così poco. Strinse i pugni per un momento, quasi a scaricare le emozioni che per un attimo l’avevano invasa, e sorrise. Di nuovo, come sempre.

Sì, sono qui per indicarvi la strada, messere.
Ma la destinazione è ancora da decidersi.


Avesse potuto, l’avrebbe semplicemente distrutto seduta stante. Tuttavia non poteva, non doveva… Se era stato prescelto da Velta, doveva limitarsi a metterlo alla prova. Non per questo avrebbe reso la vita facile a quell’uomo, poiché pareva così arrogante, così presuntuoso da permettersi di corteggiare una donna come lei, bella e irraggiungibile, a malapena osservabile come un fiore troppo spinoso per poter essere stretto. Se nonostante i suoi avvertimenti si ostinava a fronteggiarla non l’avrebbe rifiutato immediatamente, ma, come una qualsiasi donna che ami essere corteggiata e mettere alle strette i pretendenti, gli avrebbe fatto passare le pene dell’inferno. Forse sarebbe stato bene iniziare da quello che lei stessa aveva vissuto, quelle fiamme che l’avevano divorata insieme a tutto il resto del Sorya.
Xandra pose una mano delicata in avanti, verso il ragazzo, e tirò il sorriso ancora di più, come a pregustare quello che lui avrebbe passato. Un semplice schiocco delle dita e da esse iniziò a formarsi del fumo, nero come la pece e più profondo della notte, un nero che sembrava divorare la luce stessa del luogo anziché esserne cacciato.

Un attimo e da quella nuvola sempre più grande si formò la sagoma di qualcosa di mostruoso, estremamente pericoloso e terribile. La testa di un drago emerse con le nebbie, un essere tenebroso non fosse stato per quei suoi occhi rossi che sprigionavano odio tanto da far paralizzare chiunque li avesse osservati. La creatura, però, non si limitò a rimanere ferma, ma anzi con uno stridio straziante spalancò le fauci e si diresse a tutta velocità verso il mezzelfo, come per ingoiarlo.
Probabilmente, non essendone ferito dal contatto, quest’ultimo si sarebbe accorto dell’illusione, ma non per questo avrebbe tremato meno. Avrebbe visto quel che era stato, quel che era esistito e ciò che aveva portato la distruzione nel Clan. Avrebbe compreso quanto lui stesso fosse insignificante rispetto al passato, a quello che anche lei aveva affrontato. Eppure quella visione non sarebbe stata nient’altro che un frammento della realtà passata.
E siccome un'illusione mentale non avrebbe potuto danneggiare davvero l'intruso, ci avrebbe pensato lei, Xandra, a fargli assaggiare il gusto ferroso del sangue, lo stesso che lei aveva un poco versato dal fianco sporcandosi anche il bellissimo yukata.
Mosse un braccio dietro al fumo, sollevando così una fascia di seta insieme al peso in cima, il quale tintinnava sollevandosi da terra, compiendo un elegante movimento ad arco per lanciarlo verso l'avversario. L'avrebbe colpito al petto, avrebbe provato a buttarlo a terra se l'altro non si fosse parato a dovere. Sarebbe stato il giusto posto per quel ragazzo: ai piedi dell'Inquisitrice...
Al suo servizio, come aveva ingenuamente detto.

Capacità Straordinarie: Intelligenza 2
Status Fisico: Graffio al fianco
Status Psicologico: Illesa
Energia: 75%


Equipaggiamento:

Le Fasce - Per la lunghezza di entrambe le braccia, avvolte come le spire di due enormi serpenti quiescenti, Xandra porta delle bende dallo spessore di 10 centimetri l'una. Candidi come neve e morbidi più della seta, tali nastri dalla lunghezza di venti metri ciascuno possiedono una filatura tale da consentir loro di resistere a qualsiasi tensione senza stracciarsi. Benché l'intento di Xandra sia esattamente quello di indurre i propri avversari a pensare che questi due oggetti, eleganti e delicati alla vista, non più pericolosi di un vestito o di uno straccio qualsiasi, non siano niente più che un paio di stravaganti guanti volti a proteggere i suoi arti color porcellana, in realtà essi rappresentano la sola ed unica arma in suo possesso. Sormontati ad entrambi i capi da due pesi di tre chili l'uno riccamente lavorati così da spacciarli per innocui monili, essi vengono solitamente fatti scivolare a terra all'inizio del duello. Un lento srotolarsi delle spire tale da rivelarne per intero la lunghezza che in seguito, sfruttando le proprie abilità, la Guardiana comincia a farli lievitare in aria a seconda del proprio volere. Con mosse repentine e subitanee cui solo la mente potrebbe porre un freno, queste due "fruste" non convenzionali lanciate ad altissima velocità alla volta del nemico resterebbero in ogni caso una pallida imitazione di qualsiasi autentica arma senonché, una volta tese le fibre, emergerà da esse una nuova, pericolosa, particolarità: il tessuto filato non è affatto semplice seta o cotone ma bensì una resistente variante dell'alluminio, leggerissimo da manovrare ma, se sfruttato a dovere, terribilmente tagliente.


Passive Utilizzate:

La Voce - Scricchiolante, nefasta, cavernosa. Velta era l'anima del Sorya, il suo greve richiamo, unica risonanza tale da volgere qualunque sguardo, da stupire ogni ascoltatore. Poco prima della fine, Xandra poté cogliere quella cantilena, quel canto del cigno senza voce e modulazione, e tanto profondamente esso si impresse nella sua coscienza, che da allora le è del tutto impossibile liberarsene. Rumore di sottofondo, fruscio inconsistente, ogni suo attimo di vita rivive di quella voce non solo apparente ma reale, effettivamente presente tutt'attorno alla sua persona. Chiunque avrà la sfortuna di avvicinarsi a Xandra potrà a sua volta condividere con lei tale sfortunato destino, riuscendo a sentire la voce di Velta nell'aria, spiro mefitico di morte e Vendetta.


Attive Utilizzate:

Difesa fisica - Xandra pone le sue fasce attorno a se stessa per difendersi da ogni lato e impedire così ogni offensiva a lei rivolta. Usata a Basso

Attacco Psionico - Xandra tende una mano verso l'avversario e fa apparire un'illusione nella sua mente, l'immagine dell'enorme testa di un drago di fumo nero che attacca l'avversario. In termini tecnici, causa terrore nell'avversario. Consumo e danno Alto



Riassunto:

Xandra, sentendo il sussurro dell'avversario, sfrutta l'attimo per porre delle difese attorno a se stessa, ma non abbastanza potenti per via del poco tempo da pararsi completamente. Si allontana poi di qualche passo e lancia un attacco psionico facendo apparire nella mente dell'avversario un drago di fumo che lo attacca per spaventarlo. Dopodiché lancia un semplice attacco fisico rivolto al petto.


Note:

Se hai domande, chiedi pure anche via mp. Puntualizzo soltanto che l'attacco del drago è solamente alla mente e dato dalla sua apparizione, non fisico trattandosi di una visione mentale.
Ah, per la cronaca: quel "impreparati e non conosci di quel che giace oltre" voleva essere un "non consci". :v



Edited by Desdinova - 25/4/2014, 17:24
 
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LordDreamer
view post Posted on 25/4/2014, 20:23




Perché si era fatto prendere dall'arroganza? Eppure lo sapeva che quella donna non era un sprovveduta, la macchia rossa dilagò sullo yakuta e il sorriso tornò sulle labbra di Edhir, la candide fasce si erano attorcigliate intorno al corpo della donna in un attimo, rivelandosi meno fragili di quanto sembrassero, ma questo se lo aspettava ma quella frase, con cui voleva far colpo, lo aveva fatto scoprire e lei aveva fatto in tempo a proteggersi, Edhir non si sarebbe mai perdonato quell'errore, doveva valutare meglio la situazione, non essere frettoloso, ma lo Yakuta aveva iniziato a sporcarsi di sangue, di sicuro la ferita non era profonda quando sarebbe potuta essere, ma pian piano si sarebbe allargata leggermente. Edhir era furioso, la rabbia gli saliva in corpo, sentiva il suo corpo diventare caldo, aveva sbagliato, così stupidamente, un errore che in altre situazione avrebbe potuto costargli la vita.

Il volto della donna aveva lasciato il sorriso per contorcersi leggermente in una smorfia di dolore ma il sorriso non ci mise morto a risorgere sul suo volto

“Sì, sono qui per indicarvi la strada, messere. Ma la destinazione è ancora da decidersi.”

La destinazione... Edhir era stufo di essere guidato da altri, voleva scegliere lui dove andare e ora la cosa che più lo incuriosiva era affacciarsi sull'orlo del gorgo e fissare il voto, rimanere in silenzio e sentire cosa si muoveva sul fondo ma per farlo avrebbe dovuto superare quella donna. Questa volta la sua mossa sarebbe stata più meditata, non sarebbe più incappato in un errore così stupido.

Mentre meditava sul da farsi la ragazza allungo la mano verso di lui, schiocco le dita, del fumo nero come la pece iniziò ad uscire dalla mano, guardò il sorriso della donna tirarsi sempre di più, in maniera quasi inquietante, Edhir sentì dentro di se di nuovo i brividi, le voci nella testa continuava ad assillarlo e quella donna non era di certo rassicurante. Fece un passo indietro per precauzione, il fumo avanzava verso di lui, il fumo si mosse sinuoso e veloce, prendendo la forma della testa di un drago, sibilante venne avanti rapido gli occhi rossi e le fauci spalancate, Edhir ebbe paura, mai aveva visto nulla di simile. Ma era giovane ancora, lo sapeva, molto aveva da imparare e molto da scoprire, l'attacco lo spaventò tanto da farlo barcollare e incespicare nel suo passo, quasi cadde, ma fu proprio ciò a salvarlo dall'attacco venuto dopo, udì un sibilo diverso, le fasce stavano muovendosi, Edhir le vide all'ultimo ma il suo udito gli permise accorgersene in tempo per buttarsi a terra rotolando e grazie al suo incespicare fu più una caduta che un vero e proprio rotolamento, le fasce si tesero e schioccarono vicino alla sua spalla destra, il dolore gli impedì di concludere il rotolamento con agilità, si rialzò lentamente, se lo avessero colpito in pieno, di sicuro gli avrebbero tolto il fiato e avrebbero causato molto più dolore di quello che provava ora, il peso lo aveva solo sfiorato ma la stoffa aveva inciso la spalla, il drago invece lo aveva travolto ed era passato oltre, niente gli era stato fatto da quella creatura, capì che lei poteva giocare con la sua mente e lui non poteva proteggersi, ora era spaventato, sentì per un attimo le gambe tremare e il sudore gli colò dalla fronte...

Edhir capì che era quello il momento di agire, il suo cervello lavorò velocemente, percepì l'ambiente intorno a lui, vide la donna lì, in piedi, ancora il sorriso sulle labbra, si asciugò la ferita con la mano, si appoggiò a terra, afferrò della sabbia e la lanciò in aria, ridivenne invisibile, la sabbia ricadde dietro di lui, corse verso il lago, lei poteva colpirlo alla mente e lasciarlo stordito con quelle voci che emanava, non poteva permettere che potesse anche colpirlo con attacchi fisici, silenzioso danzò sul terreno, si posizionò schiena contro schiena con la donna, non si sarebbe tradito, tratteneva il respiro, non si muoveva e non la toccava, Elerossë in mano, Edhir chiuse gli occhi e si concentrò, intorno a lui silenzio a parte le voci che continuavano a tormentargli la mente, si mosse agilmente, passò intorno alla donna e con un rapido movimento tagliò via le fasce e lo yakuta alla donna.

Corse sulla riva del lago, l'acqua gli bagnò gli stivali, le lanciò un pugnale, poi riapparse, l'adrenalina calò e il dolore alla spalla lo spinse a portarsi una mano su di essa, ora era il suo di sorriso ad essersi tirato, adorava quelle sensazioni, il vento, l'adrenalina, e anche il dolore, assaggiò il suo stesso sangue e pulì la ferita, i muscoli erano tesi, i nervi a fior di pelle, quella donna poteva entrargli nella mente, lui ben poco poteva fare per difendersi contro quegli attacchi, però poteva rimanere nell'ombra, sfruttarla a suo vantaggio, passando di frasca in frasca senza far rumore. Sulle rive del lago erano pochi i luoghi dove celarsi, rimase in piedi, visibile, il riflesso degli astri si rifletteva sulla superficie del lago, e lo illuminavano da dietro, il pugnale era stretto saldamente in mano, il sudore mischiato al sangue colava dalla punta di esso.
Non voleva ancora nascondersi, non voleva esser visto come un vigliacco, ma lui non era un guerriero, era un ladro ed un assassino, l'ombra e i sotterfugi erano il suo ambiente, ora gliene aveva dato solo un assaggio, ma alla prossima occasione non avrebbe esitato a sparire nell'ombra e attendere il momento opportuno per agire, doveva raggiungere il centro del gorgo...



:Energie: 80% - 10 - 10= 60%
:Status Fisico: Graffio alla spalla
:Status Psicologico: Assediato dalla voce e colpito dal drago 100 - 20 = 80%
:CS: 1 in Destrezza

:Armi ed Oggetti:

Elerossë - In mano
Aiwë - Uno utilizzato. 19/20 colpi
Armatura - Integra

:Abilità Passive:
Udito fine


:Abilità Attive Utilizzate:

Invisibilità e Disfare

:Note e Riassunto:

Edhir subisce il danno psionica e schiva in parte quello fisico, dopo di che riutilizza l'invisibilità, usa disfare sullo yakuta e sulla fasce, lancia un coltellino da lancio e riappare


Edited by LordDreamer - 28/4/2014, 08:53
 
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view post Posted on 29/4/2014, 09:31
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Xandra sentì le stoffe cadere a terra, come se la sua stessa pelle venisse staccata dal suo corpo. Lo yukata strappato giaceva a terra, insieme alle sue lunghe fasce, alle sue preziose armi, mentre lei avvertiva brividi di freddo lungo la pelle a malapena protetta da bende di seta bianca che le avvolgessero il corpo intorno al petto e alle parti intime. Senza di esse sarebbe stata nuda. L’ira sorse dentro di lei per l’affronto subito: denudata da un ragazzino? Che cosa sperava di fare, ora?
Non le interessava più quel che Velta volesse da lui, ciò che era destinato a diventare. Aveva visto troppo, qualcosa di ancor più segreto dello stesso Sorya. Da lungo tempo non veniva oltraggiata così.
Non era più come un tempo, quando la lussuria degli uomini costituiva la sua principale arma e strumento. Non poteva più darsi ridursi in quella situazione davanti a un uomo, non voleva. La sua fedeltà era troppo salda verso Velta perché qualcuno potesse violarla. E lui, quest’uomo, osava provarci…

Pagherete per questo!

Urlò con stizza, digrignando leggermente i denti mentre schivava di lato il pugnale lanciatole, quasi fosse stato una semplice folata di vento in confronto alla tempesta che le era nata dentro.

Speravate di mettermi alle strette, spogliandomi? Il mio potere va ben oltre la mia immagine, supera notevolmente l’illusione che voi potete avere di me, da me.

Gli occhi d’ametista erano socchiusi in uno sguardo maligno, furioso mentre la donna alzava un braccio lasciando così scoperte le forme sotto le bende bianche, il seno accentuato e prosperoso sotto quel sottile velo che ancora lo ricopriva senza realmente nasconderlo. Solo uno stolto, però, avrebbe davvero rivolto il proprio sguardo verso il suo corpo mentre improvvisamente sbarrava gli occhi, come per incendiare il proprio avversario.
Avrebbe visto la propria mano bruciare e, come lei, si sarebbe spogliato dei suoi beni, delle sue armi. Non avrebbe più potuto lordarla con le sue lame, non si sarebbe più avvicinato a lei in modo tanto impudente. Il dolore per l’arto danneggiato, l’illusione, sarebbe poi stato tale da togliergli ogni pensiero impudico che attraversasse la sua mente.

Non era però sufficiente, non poteva soltanto fare in modo che immaginasse di bruciare. Doveva bruciare letteralmente, essere ridotto in cenere.
L’Inquisitrice allungò la mano in avanti, verso il ragazzo, e dalle sue dita sgorgarono una dozzina di piccoli proiettili neri che l’avrebbero ferito, che l’avrebbero colpito fino a fargli prendere fuoco, a farlo piegare dal dolore per le ustioni subite.
Non lorderà tanto facilmente anche Voi.
Ve lo prometto, Velta.

Capacità Straordinarie: Intelligenza 2
Status Fisico: Graffio al fianco
Status Psicologico: Adirata
Energia: 55%

Passive Utilizzate:

La Voce - Scricchiolante, nefasta, cavernosa. Velta era l'anima del Sorya, il suo greve richiamo, unica risonanza tale da volgere qualunque sguardo, da stupire ogni ascoltatore. Poco prima della fine, Xandra poté cogliere quella cantilena, quel canto del cigno senza voce e modulazione, e tanto profondamente esso si impresse nella sua coscienza, che da allora le è del tutto impossibile liberarsene. Rumore di sottofondo, fruscio inconsistente, ogni suo attimo di vita rivive di quella voce non solo apparente ma reale, effettivamente presente tutt'attorno alla sua persona. Chiunque avrà la sfortuna di avvicinarsi a Xandra potrà a sua volta condividere con lei tale sfortunato destino, riuscendo a sentire la voce di Velta nell'aria, spiro mefitico di morte e Vendetta.


Attive Utilizzate:

Maledizione - Il negromante si insinua nella mente dell'avversario, disarmandolo e danneggiandolo.
La tecnica ha natura psionica e fa anche danno all'equipaggiamento. Per castarla è necessario percepire l'avversario, anche solo visivamente. Il bersaglio, nel caso in cui subisca la tecnica, vedrà la mano con cui impugna l'arma bruciare o essere preda di un pericolo generico. In realtà si tratta di una insidiosa afflizione psionica che lo costringerà a disarmarsi. Un pericolo che, però, al contrario di una maledizione inferiore, infliggerà anche un danno reale alla mente della vittima, che subirà una lesione di potenza Bassa. La tecnica ha potenza Media e può essere personalizzata perché alla maledizione siano associate illusioni innocue e inoffensive, che colpiscano il nemico al momento dell'attivazione.
Consumo di energia: Medio

Proiettili neri - Il negromante allunga il palmo della propria mano contro l'avversario, generando una serie di sfere di energia negativa che si schianteranno contro di lui, bruciandolo e danneggiandolo.
La tecnica ha natura magica, elemento sacrilego. Il caster lancerà un'emanazione energetica sotto forma di piccoli proiettili contro il proprio avversario, che lasceranno sulla vittima una serie di ustioni nei punti colpiti. A seconda della personalizzazione è possibile modificare la forma, il colore e l'aspetto della manifestazione. Con un solo slot è possibile lanciare una scarica di numerosi colpi contemporanei, ma la loro potenza totale sarà Media. Contro avatar di stampo angelico la potenza è Alto, contro avatar di stampo demoniaco la potenza è abbassata a Basso.
Consumo di energia: Medio



Riassunto:

Xandra subisce il danno all'equipaggiamento ma evita il coltello. Fa in modo che l'avversario lasci cadere Elerossë a terra, che vedrà bruciare insieme alla mano (danno psionico basso). Inoltre lancia contro di lui una serie di proiettili neri.


Note:

Perdona i miei tempi, ma sono stato impegnato. Cerchiamo di finire il prima possibile nonostante ciò. ^^

 
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LordDreamer
view post Posted on 29/4/2014, 11:00




Le vesti le scivolarono ai piedi, esponendo il suo corpo, la pelle brillava sotto la luce della luna e sembrava ancora più chiara di quanto fosse in realtà, delle bende coprivano le sue grazie, la ferita sul fianco si era allargata, e un rivolo rosso le colava lungo la gamba percorrendone le sue forme, ma a Edhir non interessavano, si era accorto che quella donna era fredda, rigida, niente poteva smuoverla, il suo intento era di adirarla, renderla furiosa, così che forse le sue emozioni le avessero offuscato la mente facendole commettere uno sbaglio o semplicemente avrebbero dato la certezza ad Edhir che lei era ancora umana

La maschera era caduta insieme alle vesti:

“Pagherete per questo!”

Era fatta, le emozioni iniziavano a prendere il sopravvento sulla sua freddezza,

“Speravate di mettermi alle strette, spogliandomi? Il mio potere va ben oltre la mia immagine, supera notevolmente l’illusione che voi potete avere di me, da me.”

La donna non sembrava gradire l'esser stata spogliata, l'aver mostrato il suo corpo esile, l'intento di Edhir era pienamente riuscito, ma Edhir fu colpito dai sensi di colpa, aveva denudato una donna, dov'era il suo onore, ripensando allo scontro si rese conto della sua impotenza nei confronti di lei, poteva danneggiarla ma lei era sempre più forte di lui, in fondo per lui il cammino della vita era appena iniziato e quella donna molto poteva insegnarli e molto gli aveva insegnato.

La donna chiuse gli occhi e alzò una mano, scoprendo le bende troppo sottili per coprirla, ma Edhir aveva perso l'attrazione fisica per la donna era rimasta un altro tipo di attrazione, di rispetto.

La mano prese fuoco, Edhir fece cadere Elerossë, sentiva la pelle staccarsi e bubboni crescere ovunque, cadde a terra, la faccia contorta dal dolore, la mano stretta nell'altra, le onde del lago lo bagnarono fino alla vita, vi ci immerse la mano, ma il dolore persisteva, l'acqua non poteva niente contro quel fuoco, capì il trucco, era un illusione, ma il dolore era vero nella sua mente.

Mentre Edhir era concentrato sulla sua mano un ondata di neri proiettili lo colpì, si era fatto distrarre dall'illusione ma quest'ultimo attacco era vero, il suo corpo era bucato e li dove i proiettili avevano scavato la carne bruciava, urlò, si lasciò andare all'indietro e galleggiò sulla riva del lago, la corrente non era abbastanza forte da portarlo via in quel punto ma il ricordo del gorgo lo inquietò ed Edhir si sbrigò ad uscire da esso e si trascinò fino alla spiaggia dove riprese fiato, osservò con ammirazione la donna, nuda, arrabbiata e bella, Edhir scomparve ancora, rimase inginocchiato un poco, poi si riavvicinò alla donna per conficcarle un pugnale da lancio nel ventre, la lama era corta e non era un arma per il combattimento ravvicinato, nel caso in cui l'attacco fosse andato a segno le avrebbe causato poco danno inoltre avrebbe dovuto usare la mano destra un po' meno abile e forte della sinistra ma il suo intento non era più combattere ma dimostrare la sua tenacia e le sua abilità.

Concluso l'attacco Edhir decise che l'esito di quel combattimento era già segnato era inutile combattere ancora, avrebbe solo screditato se stesso, la donna era troppo forte per lui, riapparve davanti a lei, le gambe gli tremavano dal freddo e dalla paura, la mano gli doleva e la macchia russa sulla spalla si era allargata sotto la giacca e li di fronte a lei le voci erano assordanti, la testa gli doleva sempre più ed era troppo stanco per poter combattere al suo meglio. Edhir chinò il capo, si sfilò la giacca e pose un ginocchio a terra e disse:

"Mi dispiace Milady averla dovuta denudare, so di non aver fatto la figura del gentiluomo ma la mia natura è ben altra da quella che le ho fatto vedere, la prego di accettare la mia giacca per coprirsi, non intendo mancarle di rispetto, io combatto, sono un assassino ed un ladro ma sempre rispetto il mio avversario.
L'ho privata delle sue vesti per una semplice ragione, farle cadere la maschera, capire se davvero era capace di mantenere quell'affascinante freddezza, o se sotto c'era ancora qualcosa di quella natura umana che il suo ancora bellissimo corpo dimostrava ma non il suo volto, ma ora anche questa è calata... La voce mi ha portato qui, lei ora deve indicarmi la strada, qualunque essa sia io la prenderò. Ma prima le chiedo scusa per la mia sfrontatezza ma sapevo di avere davanti un avversario sin troppo potente per me, che sono ancora troppo giovane e dovevo scoprire in lei punti deboli che non avrei potuto raggiungere con le armi, mi permetta di dirle che porterò con onore il ricordo di questo scontro, le cicatrici sul mio corpo e che sarebbe un onore poter imparare altro da lei"


Edhir rimase lì, inginocchiato ad attendere la risposta della donna...


:Energie: 60% - 10 - 10 = 40%
:Status Fisico: Graffio alla spalla, corpo bruciato 100-5-10 = 85%
:Status Psicologico: Assediato dalla voce e colpito dal drago 80-5= 75%
:CS: 1 in Destrezza

:Armi ed Oggetti:

Elerossë - A terra
Aiwë - Due utilizzati. 18/20 colpi
Armatura - Integra, privo di giacca

:Abilità Passive:
Udito fine


:Abilità Attive Utilizzate:

Invisibilità e Attacco furtivo

:Note e Riassunto:

Edhir subisce i danni psionici e fisici, diventa invisibile e tenta un ultimo attacco, ma avendo compreso la potenza della donna si inginocchia a lei offrendogli la sua giacca, chiedendo scusa per la sua sfrontatezza e spiegando che la sua vera natura è tutt'altra


Edited by LordDreamer - 29/4/2014, 13:49
 
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view post Posted on 29/4/2014, 13:22
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Il corpo dell’Inquisitrice venne improvvisamente ricoperto da una sostanza nera, come una sfera scura che sembrava risucchiare qualunque cosa vi si posasse sopra, persino lo sguardo di chi assisteva come qualsiasi offensiva a lei rivolta. In un attimo, però, si disperse come fumo, lasciando la donna immacolata e perfetta come sempre. Lo yukata era tornato e così le sue preziosissime armi.
Un sorriso si era formato sulle sue labbra.

Bene. Almeno avete dimostrato di saperci fare abbastanza e di conoscere il rispetto, messere.

Volse lo sguardo verso la passerella e puntò i palmi verso le due statue di logoro marmo bianco al fondo. Le acque del Gorgo improvvisamente si calmarono e lasciarono spazio a una lunga scala sottile, sempre più visibile man mano che i due guardiani di pietra si allontanavano l’uno dall’altro, lasciando spazio a chiunque desiderasse entrare.
Xandra si girò dunque nuovamente verso il nuovo arrivato, colui che dopotutto aveva superato la prova. Il sorriso, un'increspatura maliziosa, era riapparso sul suo volto, quasi tutto il combattimento e la rabbia precedenti fossero stati una semplice illusione tanto quanto il drago nero che poco prima aveva sconquassato l’aria al attorno.

“Non ci vedremo più, probabilmente. Potete però passare, messere.
Benvenuto al Sorya.


Con un salto all’indietro e le ginocchia graziosamente piegate, la donna parve librare per un attimo in aria mentre semplicemente si dissolveva lasciando alle sue spalle una risata provocante come lascito della sua presenza.
Velta aveva deciso: quell’uomo era degno di entrare tra le fila del Clan e, sebbene l’Inquisitrice non potesse che giudicarlo ancora inferiore, non poteva che farsi da parte. Col tempo, forse, sarebbe riuscito a diventare qualcosa di più potente, di più forte. Già l’avere superato la prova lo rendeva migliore della media degli uomini, i quali semplicemente perivano sotto i suoi attacchi.
E ora la passerella di marmo bianco era vuota, linda e pronta a essere percorsa.
Il nuovo arrivato non poteva davvero immaginare cosa l’avrebbe atteso al di sotto. Sarebbe diventato anche lui una goccia di qualcosa di più grande, ma non un semplice oceano: un fiume sotterraneo destinato a scavare tra le viscere di Asgradel.
Xandra non poteva fare a meno di sperare che il ragazzo fosse pronto, mentre lei scompariva nel nulla.



Allora! Maratona finale del martedì! Xandra si para dai tuoi colpi con una difesa assoluta, ripara con una tecnica magica il proprio equipaggiamento per poi sparire nel nulla. Non considerare niente di vero e proprio a livello strategico/sportivo, quanto trovate narrative per concludere la giocata. Passiamo, dunque, ai giudizi.

Scrittura – Non è il tuo punto forte, purtroppo. Tendi a usare decisamente troppe virgole, a non suddividere le frasi quando dovresti e a non leggere a sufficienza le descrizioni, a volte sfruttando dei vuoti descrittivi e in quel caso può anche andar bene, ma altre volte cambiando totalmente la sostanza degli scritti. Esempio: il Gorgo non è proprio un lago al quale affacciarsi. È più qualcosa di sinistro, di maestoso a cui la gente non vorrebbe avvicinarsi. Capisco perfettamente che l’ambientazione Sorya non sia proprio la più semplice su Asgradel, però cerca di fare più attenzione. La psicologia del tuo personaggio è gestita abbastanza bene, sebbene in alcuni punti sia un pochino stereotipata. D’altra parte a volte spicca troppo, in confronto a quello che dovrebbe essere dopo l’effetto di tecniche psioniche tanto potenti. Non si percepisce il dolore, lo spavento in seguito all’apparizione se non per un attimo. Deve essere qualcosa di onnipresente. Se ti staccano un braccio, continui a sentire il dolore finché la ferita non si cicatrizza, se tutto va bene, ma lo stesso deve valere per i danni alla mente. Alcune cose, poi, sono trattate troppo sbrigativamente, come il primo post. Perché un ladro dovrebbe essere così furioso verso un uomo che faccia lo stesso con lui? Come può farsi ingannare così facilmente, anzi? E la prostituta, poi, possibile che non abbia la copertura di un qualche bordello o non voglia sgozzare lei stessa l’uomo che non l’ha pagata? Fossi stato in quest’ultimo, avrei ben sbarrato le finestre dopo atti simili. Davvero, però: cerca di rivedere le tue frasi. I periodi, se non sono divisi da segni di punteggiatura più incisivi, non possono stare assieme tramite virgole.
La cosa buona è che, mi sembra, hai abbastanza idee, anche buone, però devi svilupparle meglio dal punto di vista qualitativo in più di un senso.

Strategia – Il primo turno è stato eccellente, sebbene avresti potuto approfittarne per tirare magari anche un altro colpo fisico. O, meglio, lo sarebbe stato se non avessi fatto l’eccesso narrativo della frase precedente il colpo, che ha dato modo a Xandra di difendersi, già in allerta per via della tua scomparsa. Gli altri due turni, tuttavia, sono stati assai meno brillanti. Usare tre volte l’invisibilità, a parte togliere l’effetto sorpresa dato dalla tecnica e consumare tre slot per una tecnica che non faccia danno né ti difenda direttamente, mi sembrava eccessivo. Anche la tecnica Disfare non era così utile, soprattutto se preceduta dall’Invisibilità. Sfruttare tale bonus solo per distruggere l’equipaggiamento, tra cui lo yukata che era un semplice rivestimento e non un’armatura? Soprassiedo a riguardo solo perché non hai molte tecniche, però non era il meglio che potessi fare. Riguardo al terzo turno, hai usato la stessa identica strategia del primo, quindi non posso dirti molto se non che non avrebbe avuto effetto. Troppo simile, troppo uguale… troppo prevedibile. Capisco la difficoltà di fare tante azioni con poche tecniche, ma a volte è meglio utilizzare abilità sconvenienti anziché riproporre più turni la stessa strategia, ché a forza di sopportarla i personaggi si abituano e possono difendersi facilmente. Prova a usare più inventiva.

Sportività – In questo caso mi permetto di trattare anche la parte narrativa: il tuo personaggio all’inizio appare fin troppo fortunato contro gli altri png da te gestiti. Capisco tutto, ma sgozzare così facilmente un uomo mi pare eccessivo. Anche la partenza data dal posizionamento per giorni in riva al Gorgo, in attesa di un’apparizione, poteva essere antisportiva, poiché sembra volerti dare automaticamente la prerogativa dell’inizio, ma questi casi sono limitati e non così influenti in realtà. Ti ho segnalato queste cose soltanto perché mi sembrava utile fartele notare.
Per quanto riguarda lo scontro, invece, tieni poco conto delle tecniche psioniche da te subite, tanto da riuscire a parlare in modo davvero troppo sensato anche alla fine del duello (considera che hai un mortale di vita, quindi già un critico vuol dire che sei davvero mezzo morto e tu c’eri quasi). Usare tre volte una tecnica è inoltre altamente antisportivo, soprattutto se usata nello stesso modo e senza variazioni, una volta di seguito all’altra. Devi cercare di variare, perché altrimenti io avrei potuto usare due volte un critico psionico e tu saresti morto. So bene che non è la stessa cosa, ma devi comunque cercare di contenerti.
La ciliegina sulla torta, e mi dispiace chiamarla così, è data dall’autoconclusione riguardo al danno all’equipaggiamento. Sì, puoi tentare di tagliare le fasce e lo yukata; no, non puoi tagliarti direttamente. Xandra non ha modo di difendersi, mentre la tecnica dovrebbe essere parabile con una normale difesa, proprio perché tu già nel tuo post distruggi i suoi oggetti. È esattamente come dire ‘lo colpì con una freccia in testa’: cambiano le circostanze, ma la sostanza è la stessa. Inoltre t'invito, per facilitare chi gioca con te, a mettere nello specchietto una breve descrizione delle abilità usate, come durata, consumo ed effetto. Spesso e volentieri non si può indovinare tutto dal nome ed è tedioso andare a controllare ogni volta le pergamene.

Giudizio - Convinto che tu abbia ottime possibilità di miglioramento, ma che debba impegnarti un po’ di più magari concedendoti più tempo per rivedere i tuoi post, non posso fare a meno, per via delle ragioni sopra elencate, di assegnarti l’energia Bianca in attesa di sviluppi futuri, magari dopo aver ingranato un po’ giocando sul forum con altra gente.
Ti saranno presto aggiunti 300 gold al conto per la giocata, mentre a me ne andranno 400 il prossimo mese.
Spero che tu abbia imparato qualcosa dai miei consigli e li sfrutterai al meglio per migliorare, magari con un po’ d’esperienza per assicurarti la promozione a gialla.
Per qualunque cosa riguardo a questa giocata, sono disponibile via mp.
Buona permanenza sul forum!
 
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9 replies since 13/4/2014, 19:28   234 views
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