Ad Extirpanda ~ Battaglia sul versante settentrionale La lunga marcia
Un rumore simile mai l'aveva sentito, parve allo stregone qualcosa non di questa terra, ma che si sforzava in ogni modo d'imitare le sonorità dei mortali. Era voce di donna e canto di madre, era un coro d'angeli e il fragore della cascata, erano i pini che s'agitavano al vento prima della tempesta e l'esplodere dei flussi di magma che si agitavano nei cuori delle montagne. Era un bambino che provavo a parlare come un adulto ma qualcosa gli suggeriva più il contrario, cioè che fosse un adulto che cercava di farsi capire da un infante, esprimendosi in maniera semplice, e purtroppo imprecisa. Era un vibrare che non attraversava l'aria, ma sgorgava dal suolo fin dentro all'anima di colui che l'ascoltava. C'era un invito in quella melodia, un richiamo bucolico ad abbandonare il frastuono delle città, a dimenticarsi il vivere la quotidianità e sperimentare l'avventura, immergersi in quel verde selvaggio e lussureggiante che giaceva nel nord. Giungere all'Eden e scoprire cosa volesse Velta.
Doveva essere un pazzo a farsi convincere così, dopo esser sopravvissuto alla battaglia di Lithien. Non si era ancora fermato a riposare da quell'assurdo massacro che già era in marcia, a rispondere ad una nuova chiamata, cose da pazzi e non certo da Jace. Era forse impazzito il cartomante? La sua sete di sangue non era ancora stata appagata?
Si, ma non era soltanto quel richiamo ad attirarlo, c'era un'altra e ben più piacevole ragione che l'aveva convinto a mettersi lo zaino in spalla e scegliere il sentiero che conduceva così lontano. Aveva labbra di fico e pelle nivea, occhi di rubino e una voce tanto melodiosa da zittire quell'altro canto, si chiamava Afrah ed era colei che amava. La voce di Velta aveva soltanto rafforzato la sua decisione di lasciarsi le sue terre alle spalle, almeno per un poco o forse per sempre; tutto era nelle mani del Destino, eppure ancora incerto. Di questo niente gli importava, solo di finalmente stringersi a lei e non lasciarla più andare, essere la sua ombra. Aveva sognato di morir lontano da lei, e sul cuore la cosa gravava più di un macigno, al solito ricordarlo si disperava e sentiva l'ansia farlo tremare. Gli avrebbe raccontato quelle cose, e lei avrebbe capito. Sarebbero stati insieme, forse per sempre, o magari solo per qualche minuto; si sarebbe accontentato di tutto il tempo trascorso assieme.
"Quella" La donna in armatura indicò la Torre. "Non è affatto la culla di ogni vostro desiderio. Non è la scala per l'immortalità. Quella è solo e solamente la nostra prossima battaglia"
Si chiamava Alexandra, la Regina senza un regno. Quel nome aveva viaggiato di bocca in bocca, di taverna in taverna, ed era giunto anche al cartomante. La paladina dei deboli, un fulgido esempio di cavalleria, gentile e bella ma anche forte e tenace. Gli era stata descritta come una divinità della guerra, capace di stroncare da sola eserciti, ma dal vivo non dava questa impressione. Aveva un aspetto marziale e fiero, eppure non così temibile come si diceva, era pur sempre una donna, niente a che spartire con certi titani che aveva visto o affrontato. E quanto a giustizia, il suo esercito di Leoni pareva sfiancato dalla lunga marcia fino a quella dannata torre. Per quanto viaggiasse ce n'era sempre una ad ostacolarlo, anche se questa volta non parevano entrarci nulla gli atlantidei. Effettivamente quella pioggia tetra aveva trasformato le foreste e le colline in un pantano infernale, in cui rovi e rupi costringevano ad estenuante gioco di inerpicate e discese ripide che avrebbe snervato chiunque. Ma non lui, poiché ad una Vena di Granito erano permessi sentieri sicuri e veloci, e la terra stessa sembrava aiutare i suoi passi, concedere ripari dalle intemperie e viveri per il sostentamento, il favore degli alberi e delle bestie che si tenevano alla larga dal cacciatore. Era però richiesto un grave onere: uccidere ciò che impestava quel continente, combatterne la corruzione e renderlo libero da ciò che lo deturpava.
L'uomo annuì alle parole della condottiera, poi liberò la lancia dai suoi legacci e molti sussultarono a quella vista, stupidi da quell'apparizione, perché quel semplice gesto rivelava la sua identità. Ora tutti lo riconobbero fra la folla per ciò che era: un cacciatore infine giunto alla sua preda.
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Lo stregone correva ai margini del bosco, arma in pugno e un cipiglio determinato che illuminava il suo sguardo di un azzurro brillante.
" Cartomante..."
Jace si fermò, sentendosi chiamato; non erano in molti a trafficare coi tarocchi in quella foresta. Un uomo sbuca dal sottobosco, lungo e snello come uno stecco, vestito di colori sgargianti come un giullare scappato da chissà quale corte. Se avesse mirato alla sua vita non l'avrebbe di certo avvisato, le sue intenzioni dovevano essere altre
" Chi è? " " Io...sono...sono Lucilphul "
Quel nome non gli ricordava alcunché. Il tono era traballante, forse per la stanchezza anche se non sembrava a corto di fiato o energie. Qualcosa sembrava tormentarlo e turbarlo, ma troppe erano le possibilità fra quei boschi.
" Piacere di incontrarti, ma ci conosciamo? " " Eri nel all'accampamento prima dell'assalto di Lithien, ricordo forse male? "
Luciphul portò le mani alle tempie, forse assalito dal dolore, oppure distrutto da quei ricordi densi di sangue. Era stato una fra gli scontri più aspri che lo stregone avesse visto nella sua seppur breve vita. Si diceva che quel giorno la morte avesse banchettato con così tante anime da non voler cogliere nessun altro il giorno successivo. Una sciocchezza, ovviamente.
"Scusi la mia volgarità nel parlarle come ad un conoscente, ma da giorni mi sento confuso. " " Si, ero lì. Quella è stata una brutta battaglia, speriamo che qui vada meglio. " " Qui? " " Non sei qui per combattere con Alexandra contro i mostri che infestano l'Eden? " " Mostri? Alexandra? Non comprendo! Una voce mi ha portato qui, un grido di puro odio mi ha trascinato anche se la mia volontà chiedeva altro. Una voce...che mi ha detto di trovare uijdh "
L'ultima parola sfuggì al cartomante. Quella parlata strana e biascicante era conferma di una mente turbata, sul procinto di spezzarsi. Forse non era riuscito a sopportare quel richiamo, l'aveva combattuto cercando di tenersi alla larga dal Matkara ma infine aveva ceduto, la sua volontà spezzata. Lo squadrò dubbioso, incerto se fidarsi o meno, poiché poteva essere un ostacolo tanto quanto una risorsa. Lasciarlo al suo destino l'avrebbe solo portato un tragico epilogo, al suo fianco forse sarebbe riuscito a salvarlo; ammesso che lui stesso fosse sopravvissuto.
" Si anche io ho sentito una voce. Pensavo fosse solo uno dei tanti incantesimi di queste terre. "
Invece era un segno di quei tempi, come l'avverarsi di una profezia. L'altro si eve euforico, eccitato dalla scoperta di non essere folle, che la voce nella sua testa cantava ad altri e non solo a lui.
" Quindi anche lei la sente! Mi dica signor cartomante, lei che nei suoi tarocchi vede il passato, il presente e il futuro..." Ancora ciarlare confuso, sconnesso, farneticante. C'erano minacce più concrete da fronteggiare, e vedeva Jace ombre muoversi attorno a loro due, vide due sagome sbucare, altri due uomini, forse alleati o l'avanguardia di un'imboscata. " Chi è Velta? "
Purtroppo però la risposta non arrivò, il tempo per chiacchiere e discorsi frivoli, da troppo agli sgoccioli, era infine terminato.
CS: 5 | Intelligenza 2 Prontezza 2 Maestria con le armi 1 Critico 40 | Alto 20 | Medio 10 | Basso 5
Stato Fisico: Illeso, Stato Psicologico: Illeso; Energia: 100 %
Mastigos: I Mastigos sono più potenti ingannatori. Essi possono lanciare le sue tecniche di illusione, infatti, anche nel caso in cui fosse completamente immobilizzato ed imbavagliato: non avrà necessità di alcun movimento per ricorrervi né di pronunciare alcuna parola. Sono in grado di modificare a piacimento il tono, il volume e il luogo di provenienza della propria voce. Potrà farla suonare blasfema e cavernosa come quella di un demone; potrà ingigantirla al punto da assordare i propri avversari; potrà farla sembrare un sussurro proveniente da poco distante alle orecchie dei suoi alleati, e molto altro ancora. I più potenti possono inoltre fondersi nelle loro stesse illusioni. Fintanto che sul campo di battaglia sarà presente un'immagine richiamata da lui, infatti, egli potrà modificare a sua volta anche il suo aspetto, assumendo qualsiasi forma e dimensione desideri. Questa mutazione - seppur ingannando tutti i sensi dell'avversario - sarà tuttavia soltanto un'illusione e non donerà al possessore del dominio alcuna capacità aggiuntiva rispetto alle sue. Infine essi non svengono una volta raggiunto il 10 % dell'energia sebbene muoiano una volta esaurita la riserva energetica. Inoltre la sua aura risulta invisibile agli auspex di natura magica. [ Passive di Talento (I, II, III) e Razziale e Personale ]
Circolo di protezione dalla Magia: Questo sortilegio gli permette di affrontare facilmente altri incantatori, non perché protegge la sua pelle dagli incantesimi, bensì lo rende capace di contrattaccare più facilmente. Ogni volta che un avversario utilizzerà una tecnica di natura magica, per la durata di quel turno lo stregone guadagna 2 CS in Intuito. [ Pergamena Discendenza Arcana ]
Cappa degli Eterni: Il più appariscente degli indumenti del Cartomante, un enorme drappo azzurro ricoperto di simboli argentei che cinge le sue spalle e lo copre fino alle caviglie, sotto la quale è però celato un robusto corpetto di strisce di cuoio, tinte del medesimo colore. L'armatura lo copre dalle spalle alla vita, lasciando però libere le braccia, garantendo così una completa mobilità ed una moderata protezione al busto. Quando la indossa tutte le tecniche offensive scagliate da Jace ad area saranno di potenza equivalente al consumo speso per castarle. Inoltre una volta che il cartomante avrà accumulato un danno Critico al fisico, guadagnerà 2 CS in Istinto fino alla fine della giocata. Una delle gemme incastonate nella cappa dona a Jace 1 CS in Maestria con le Armi. [ Armatura leggera al busto, Artefatto epico di caratterizzazione + Diamante ]
Sigillo dell'acchiappasonni: Un ninnolo di capelli intrecciati delle tribù dello Xuraya che racchiude all'interno uno spirito maligno dei sogni. L'essere intrappolato al suo interno non solo è innocuo per il suo portatore, ma anzi lo fortifica. La potenza magica sovrannaturale della creatura gli permette di essere pari ai più grandi Illusionisti, aumentando i poteri del suo Dominio di un livello. L'essere inoltre conferisce la capacità di vedere l'invisibile, sotto forma di auspex di potenza passiva. Inoltre forte delle memorie e delle capacità dello spirito Jace è inoltre capace di utilizzare le pergamene della Classe Ladro. [ Cristallo della Conoscenza e Tomo Furtivo e Tomo Magico e Amuleto dell'Auspex - Cucito sulla cappa ]
Frusta: Dalla rigida maniglia color terra bruciata nasce il corpo vero e proprio dell'arma fatto in un cuoio molto più chiaro intrecciato per due metri e mezzo alla cui estremità termina con una piccola lama curva, come un minuscolo kama, in ferro brunito, quasi nero; questa testa può essere rimossa. [ Arma da corpo a corpo - Legata al ventre ]
Carreg o Wythïen: Il Becco del Colibrì è una lancia ricavata da un'unico tronco di legno lungo quasi due metri, fasciato con stringhe di cuoio sia all'estremità inferiore che a quella superiore. L'arma termina con un una testa in osso, ricavata da quello che sembra il teschio di un grosso volatile, ma nonostante le apparenze dimostra una resistenza pari a quella dell'acciaio. Sebbene l'arma possa essere scagliata con forza verso la preda, è stata ideata per il combattimento in corpo a corpo, portentosa per gli affondi e per mantenere la distanza dal nemico. [ Arma da corpo a corpo, Artefatto d'ambientazione - Legata sulla schiena ]
Le petites Thriompes: Il secondo mazzo dei Tarocchi è composto da Cinquantadue carte divise in quattro semi, come molti mazzi da gioco, che forse hanno ispirato o da cui han tratto ispirazione. Esse sono di qualità altissima e nascondono un segreto: Venti di esse nascondono sotto una leggera sfoglia cartacea un'anima metallica e sono appositamente bilanciate per essere scagliate. Inoltre esse possiedono alcuni poteri magici.[ Arma da lancio, Artefatto epico d'ambientazione - Tasche interne della cappa - 20/20 ]
Lacrime di Strega: Pozione che una volta ingerita cambierà i lineamenti di Jace a suo piacimento, modificando il proprio aspetto nei limiti delle specie umanoidi. L'effetto, di natura illusoria, durerà due turni ma lo Stregone potrà tornare al suo aspetto originale anche prima del termine del suo effetto, semplicemente desiderandolo. [ Gemma della Trasformazione ]
Alito di Nebbia: Ha la forma di una semplice biglia grigia, del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra, si fracasserà come se composta di vetro, generando quindi un densissimo fumo grigio. Il fumo si farà strada nell'area circostante, svanendo da solo dopo qualche secondo, disperdendosi rapidamente nell'aria, giusto per garantire qualche attimo di occultamento. [ Fumogeno ]
Pianto di Chiroptero: Ha la forma di una piccola biglia metallica che, se gettata in terra, si spezzerà generando un potentissimo stridio che persisterà nell'area per qualche secondo. Chiunque sentirà il suddetto suono proverà un fortissimo senso di stordimento e disorientamento, nonché un gran dolore alle tempie e ai timpani.[ Biglia sonica ]
Soffio di Puck: Una biglia metallica che dopo un urto deciso rilascia una densa nube violacea, che persiste per qualche secondo e poi si dissolve nell'aria. Chiunque respiri questa nebbia proverà un lieve senso di stordimento, e i suoi sensi risulteranno leggermente offuscati per i prossimi due post di combattimento. [ Biglia Stordente ]
Polvere di Lucciola: Una biglia bianca metallica dal colore dorato del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un immenso flash in grado di accecare più avversari. Il flash svanirà nell'arco di un secondo. [ Biglia Accecante ]
Occhio di diavolo: Ha la forma di una biglia metallica del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un'esplosione di piccole dimensioni capace di provocare ustioni e lesioni all'avversario. L'arma non provoca danni diretti, ma risulta comunque piuttosto versatile in duello: la deflagrazione può distrarre o infastidire gli avversari, provocando loro forti dolori. [ Biglia deflagrante ]
Bacio del Bufo: Questa piccola biglia marrone contiene un liquido poco denso, verdognolo, che presenta dei riflessi giallastri sotto la luce del sole. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un pericoloso miasma che se inalato indurrà nausea o stordimento che perdureranno per qualche istante. [ Biglia Tossica ]
Nettare Sacro: Se bevuto, riempie la riserva energetica del 5%. [ Erba Ricostituente ]
Puntura della mosca tsé tsé: Mistura ripugnante studiata per essere applicata alle armi, come la frusta; per due turni gli attacchi fisici andati a segno con una precisa arma sottrarranno il 5% delle energie della vittima in più al normale danno provocato dall'offesa. Gli attacchi non avranno valenza di tecnica. [ Erba Ricostituente ]
Note: Il dialogo è stato concordato con Vorgas, anche se mi spiace non aver potuto fare lo stesso con gli altri due compagni di giocata. Come mio solito ho elencato tutte le passive e l'equipaggiamento disponibile al mio personaggio per avere un riferimento chiaro ed esaustivo a compagni, avversario e giudice. Ci rifaremo nei prossimi turni! |