| .Neve |
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Ad Extirpanda ~ Circa qualche settimana prima, in un punto non precisato dell'Edhel.
Essenza di giglio, nettari freschi e fruttati, incenso, muschio delle steppe. Mirto e fiori di garofano. Spezie odorose. L'alcova della beduina era un coacervo di profumi ed aromi, un antro inebriante e pacifico. Uno scrigno chiuso, una stanza custodita gelosamente, segreta. Come segrete erano le trame del suo corpo, velate da troppe oscure stoffe merlettate che ne preservavano la purezza, la sua. Quella purezza che per tanto tempo aveva desiderato avere. Quel velo bianco che aveva bramato da sempre. Da quando, ancora bambina, la sua innocenza fu strappata via con prepotenza. Lacerata, corrotta dalle zampate di un uomo che credeva poter essere un Leone ma che in verità era il più basso e vile tra i predatori. Ora un vero Leone ne riesumava l'essenza, ora lui la liberava dalle sue fredde catene. La sua mente ed il suo corpo appartenevano a lei e lei soltanto e nessuno avrebbe più potuto portargliele via. Sapeva di poter concedere il suo animo a lui, per un breve istante, per poche ore, o anche per tutta la sua intera esistenza. Perché lui non avrebbe chiesto, lui non lo avrebbe preteso. Non l'avrebbe mai costretta alle trame dei suoi desideri.
Portò le mani candide al viso di lui e ne accarezzò le guance imberbi, riprendendo con le dita il motivo dell'argenteo marchio. Il capo, libero dallo chador, si abbassò toccando la fronte sudata del Cartomante fino ad oscurargli la vista con i suoi neri capelli. Respirava ad un palmo dal suo volto. Tremante. Le labbra, rosse come fiori d'autunno, si poggiarono infuocate sul dorso del suo naso. Sentì il corpo avvampare, il cuore esploderle nel petto ed un brivido piacevole rantolarle su per il collo. Arrancava. Le membra scoperte, il volto febbricitante. Lambì le labbra sottili di lui, prima avida, poi con tenera passione. Le dita incerte si portarono dietro la sua nuca. Si lasciò andare.
Edhel, adesso.
Si fermò ad un passo dalla sua meta, esitante. Un nitrito spettrale le raggelò le ossa. Tremava, come la più sottile tra le foglie d'autunno. Tremava ed il volto già esangue si fece pallido, e le labbra secche si chiusero senza calore alcuno. Il freddo pungente della landa desolata le ricordò dove i trovasse. Non in un giaciglio accogliente e sereno, non nella sua casa modesta. Era sola tra gli abissi del suo animo. Sola, ancora una volta di fronte ad un mostro più grande delle sue stesse paure. Sorretta ancora una volta da altri compagni, da altre vite. Osservò l'animale berciare feroce a quel cielo velato dalla pioggia ed un alone spettrale la avvolse, come fosse intenta a galleggiare a mezz'aria. Non vi era pace in quel grido disperato. Non vi era alcuna pietà nel suo rombo di morte. Guardò i suoi occhi, neri pozzi senza spiragli, e poi il suo corpo, sofferto, martoriato. Ed un po' si rivide anche lei in quella creatura. Non apparteneva al cielo, non apparteneva alla terra, non chiedeva alla pioggia di essere salvata. Urlava nel vuoto un dolore sincero, un grido d'aiuto. Perché allora l'avrebbero dovuta salvare? Perché allora le nubi scrosciavano lacrime amare ed i loro passi erano lenti ed incerti? L'animale sbuffò alla terra arida, ed Afrah si sentì fiacca, impotente. Come se di colpo avesse perso fiducia nelle sue abilità. Tremava, ma fuori da sé non volle mostrare quella cupa esitazione. Fosse stata davvero sola, il terrore l'avrebbe divorata in un istante. Ma adesso era assieme a loro. Compagni, appena conosciuti, ma fidati fratelli. E non poteva mostrare loro le sue debolezze, non doveva. Si costrinse ad essere forte, per se stessa, per loro. E quando la bestia rigettò sui nemici i suoi fedeli e mefitici servitori, Afrah era pronta. Il suo velo nero, dura ossidiana trasparente, avvolse morbidamente tutti i suoi compagni, perfino Hani che - nascosto nell'ombra - attendeva il momento giusto per sfoderare gli artigli. I vermi putrescenti ed affamati di carne vi impattarono contro, non riuscendo a lambire i corpi degli uomini, ancora immacolati.
Li aveva protetti. Ma per quanto tempo ancora avrebbe salvato la sua coscienza?
« Ti credi forte adesso, bambina. Ma per quanto tempo ancora riuscirai a mostrarti sicura? »
La vecchia. Becera ed oscura presenza che sussurrava amare parole nella sua testa. Non l'aveva ancora scacciata del tutto. Non l'aveva ancora rimossa.
Eppure, credeva di aver cancellato la terza parte di sé alla fine della sua battaglia, tra le nebbie dell'Olimpo. Eppure credeva, sciocca, di essere libera. Si sbagliava.
« La verità è che hai bisogno di loro, più che di te stessa. »
Husama infieriva, martellava, graffiava via la sua scorza di mera ipocrisia che si portava appresso. Husama sapeva e l'aggrediva, come ogni volta. Come aveva sempre fatto.
E Tayf taceva da tanto, troppo tempo. Rintanata nel suo antro di silenzio.
Credeva di aver assorbito la forza della guerriera, Afrah dal candido viso. Credeva di essere diventata completa dopo una battaglia durata secoli, tra mostri e Titani.
La verità era che non possedeva nemmeno un quarto dello spirito di Tayf. La verità era che era rimasta davvero sola con se stessa, sola con Husama soltanto a farle da guida. E questo l'inquietava terribilmente.
Solo guardo il cielo farsi scuro di ombre e morte. La bestia incede su di noi ed io non ho paura. I miei arti robusti percorrono queste lande di desolata mestizia, e la pioggia cade come pianto d'uomo. Non tremo. Il mio corpo si avvolge entro il suo velo sottile come fosse l'abbraccio di mia madre ed adesso so perché anche lei è qui. Protegge ignari volti suoi simili e quasi le sono grati. Li rassicura con i suoi incanti, le sue trame di genitrice. Sembrerebbe pavida oltre quel viso di luna. Ma io so. So che da tempo il suo spirito guerriero l'ha abbandonata. So che mente al suo cuore quando dice di essere al sicuro. In verità cela anche a se stessa le sue paure e crede di star perseguendo nella giusta direzione. Dov'è la nera guardiana che si mostra nelle notti di terrore? Dov'è Tayf, la mia amica, la mia compagna?
Solo, attendo in silenzio il momento giusto. La osservo da vicino, la scruto. So bene quando intervenire per aiutarla. So bene come fare. Le mie zanne saranno affilate più di daghe d'acciaio, le mie nere unghia penetreranno nella carne, avide. Voglio solo lasciarle il tempo di avanzare da sola. Voglio solo darle fiducia.
Lui non c'è, non si vede. L'ha lasciata al suo destino.
Lui le da troppa fiducia.
Rrrrrrrrr!
Circa qualche settimana prima, in un punto non precisato dell'Edhel.
"Ricordi quel sogno che ti ho mostrato?" Jace guardò la schiena nuda di Afrah. Le spalle sottili di lei si poggiavano morbide sulle bianche lenzuola di lino. Gli occhi gelidi del Cartomante percorsero la sua pelle lattea, e per un attimo la beduina ebbe un brivido. Si scostò appena, girando il capo nella sua direzione. Le braccia asciutte e flessuose di lui la cinsero. "Afrah, ma a te piacerebbe avere un bambino? " E si spensero le sue iridi di fiamma, bagnate dallo sguardo speranzoso di Jace. Sentì il suo cuore di donna stretto in una morsa ed una vecchia ferita aprirsi tra le pareti interne del suo freddo ventre. Abbassò gli occhi voltandosi lentamente. Lo voleva, lo desiderava con tutta se stessa. Sognava due piccole mani da stringere, un piccolo corpo da proteggere insieme, due occhi cullati dai suoi flebili canti. Eppure il suo corpo rifiutava da ormai troppo tempo questa tenera luce. "Non posso esaudire il tuo desiderio." Rispose con freddezza, atona. Un velo di tristezza copriva i suoi occhi spenti. Caldo il sudore colò dalla sua fronte corrucciata, affondò il viso sul liscio guanciale. E lui le baciò la testa, stringendola ancora più a sé. "Non fa nulla." Rispose. "Pensavo fossi tu a volerlo." Non aveva capito, e forse Afrah avrebbe potuto lasciare candida la sua ingenuità. Ma non lo fece, non in quel momento. Si voltò dedicandogli un sorriso rassegnato e stanco, senza espressione. Le mani affusolate accarezzarono ancora una volta il suo viso caldo.
Gli rivolse allora uno sguardo silente.
"Sono sterile, Djais."
Edhel, adesso.
L'incornata la travolse, facendola ruzzolare per due o tre metri. Aveva cercato di scansare la furiosa ondata del palafreno spostandosi verso destra, invano. Ed allora la spalla sinistra ne era rimasta coinvolta, facendole perdere l'equilibrio. Cercò di rialzarsi, la parte colpita dolorante. L'impeto della bestia era stato violento, troppo forte da contenere per il suo fragile corpo di donna. Se solo ci fosse stata Tayf. Pensò. L'aria mefitica del mostro arrivò fino alle sue narici, destabilizzandola ed indebolendone i movimenti già precari. Si rialzò, slacciando la Vena dalla sua custodia. Il volto sofferente, corrucciato. La mano sinistra si cacciò in una delle tante tasche dell'abaya. Estrasse lì allora il suo tesoro, un'erba di kahab che masticò avidamente e senza ritegno. Come una bestia affamata. Si portò allora avanti al mostro, forte della sua vicinanza, ed il ferro mulinò sopra la sua testa. La lama ricurva saettò dal basso verso l'alto in direzione dell'occhio sinistro dell'abominio con l'intenzione di accecarlo. Poco le importò se avesse colpito o meno quelle putride marcescenze, tutto era nato per distrarlo ed irretirlo con la sua prossima mossa. Un urlo agghiacciante sgorgò dalle sue labbra di fico, un suono terribile, sinistro. Ed il territorio circostante si scosse come risvegliato da un lungo torpore. Cacciò fuori tutta la sua rabbia, la tristezza che serbava da molto tempo.
Tutti loro, in quel preciso momento, erano i suoi figli. E lei li avrebbe protetti. |
Afrah
Capacità Straordinarie (5) - 2 + 2 = 5
Prontezza: 2 | Velocità: 2| Intuito: 2 | Intelligenza: 1
Tayf
Capacità Straordinarie (5) - 2 + 2 = 5
Forza: 2 | Velocità: 2| Intuito: 2 | Intelligenza: 1
Consumi: Basso 5% | Medio 9% | Alto 18% | Critico 36% Energia: 100% - 10% - Medio 9% + 5% (erba ricostituente) - Alto 18% = 68% Stato Fisico: contusione Media alla spalla sinistra 14/16 Stato Psicologico: Illesa 16/16 Kukri: riposto. Vena di Granito: visibile, ben salda nella mano destra. Spilli: 20/20 Foglie di Kahab (Erba ricostituente): x1 (una utilizzata)
PASSIVE: ♦ La Banshee: ❖ Ogniqualvolta la Banshee incrocerà lo sguardo con un individuo di energia pari o inferiore alla sua, esso percepirà un lieve timore che sfocerà in un leggero brivido di paura. [Passiva razziale Avatar] ❖ La Banshee non sviene al 10% di energia. [Abilità personale] ♦ Il Velo: ❖ La banshee è capace di evocare le proprie difese in maniera istantanea ed inconscia, senza alcun vincolo di tempo o concentrazione. [Passive del Talento Guardiano,I e III livello] ❖ Qualsiasi difesa ad area avrà potenza pari al consumo impiegato per generarla. [Passiva del Talento Guardiano II livello] ♦ Il potere del trio: Qualsiasi attacco ad area avrà potenza pari al consumo impiegato per generarlo. [Abilità personale] ❖ Ogniqualvolta un avversario utilizzerà una tecnica magica, la Banshee guadagnerà 2Cs in Intuito per la durata di quel turno. [Pergamena del Mago "Discendenza Arcana"] ♦ Né in Paradiso Né all'Inferno: La Banshee può levitare. [Pergamena del Ladro Sostegno] ♦ Kufi Bismillah: Abilità di Auspex [Amuleto dell'Auspex] ♦ La ragazza Nessuno: Anti auspex. Chi è nelle vicinanze della Banshee non potrà localizzarla, tanto meno avvertirne la presenza. [Artefatto "Il Pianto delle Parche"] ♦ Le Vene di Granito [Artefatto, lancia bilama] ❖ Il possessore di una delle Vene sarà noto in tutte le terre come uno dei cacciatori che più ha abbattuto nemici del Sorya, e che più è sopravvissuto all'Eden infido, rimanendo anonimo e irriconoscibile sino a che non paleserà la Vena. ❖ I possessori delle Vene hanno la facoltà di non soffrire di stenti/intemperie all'interno delle terre dell'Eden. ❖ In presenza di due possessori delle Vene di granito, questi potranno comunicare fra loro telepaticamente. In presenza di tutti e tre possessori delle Vene di granito, questi potranno beneficiare tutti di una CS aggiuntiva alla concentrazione. ♦ Hani - guardiano silente [Compagno animale utilizzabile in combattimento] ❖ Hani possiede 2Cs: 1 alla costituzione ed 1 all'Agilità ❖ Afrah ed i suoi alleati non saranno mai avvolti dalle tenebre e vedranno attraverso l'oscurità ❖ Hani non viene notato finché non attacca
ATTIVE: Il Velo ~ Al Hijhab ﺃُﺣْﺠِﺒﺔ Leggero si poggia sul suo capo, flebile, morbido, piacevole al contatto, ma duro e forte, cupeggia pesante come la notte, è la protezione della Banshee, il suo marchio è eterna forza e rapida dissolvenza, è buio e piacevolezza al tempo stesso. È il dono di Tayf, una protezione totale dalle minacce esterne. {NERO} Apparentemente sembrerebbe un normale velo di raso nero semitrasparente, lungo e delicato, ricopre tutto il corpo e la avvolge, ma ella vi può guardare attraverso in modo naturale. La banshee è capace di evocarlo in maniera istantanea ed inconscia, senza alcun vincolo di tempo o concentrazione. Sarà quindi sempre in grado di difendersi in ogni circostanza, anche se colpita alle spalle o di sorpresa ed esso si concretizzerà dinnanzi a lei, bloccando qualsiasi offensiva magica o fisica. Il consumo sarà quindi basso, medio o alto con potenza pari al consumo stesso. Per lei poi, qualsiasi difesa ad area di questo dominio media o alta, avrà potenza pari al consumo impiegato per generarla. [ Effetti passivi ed attivi del I, II e III livello del talento "Guardiano" Usato a Medio e ad area
L’Urlo ~ Al Surakh ﺻُﺮَﺍﺥ Quando il coraggio e la forza di una donna temprata da una vita difficile lasciano il posto alla disperazione e al pianto, quando la Alif crolla sotto i colpi incessanti di un’anima più grande e più saggia, allora la Banshee urla, piange, si strappa i capelli, ma l’urlo di Afrah è acuto e altisonante, capace di riecheggiare per diversi secondi più del normale, è un grido disperato, un dolore lancinante che squarcia l'aria, chi lo sente non può che imprimerselo, più che nel cuore, dal profondo delle viscere. Perché è facile sentirlo ma è ancora più facile esserne feriti. Con un consumo di energie variabile infatti, la Banshee sarà in grado di emettere una violenta onda sonora di natura psionica ad area capace di provocare forti lesioni interne il danno sarà quindi fisico.[Abilità Personale natura psionica danno fisico] Usato ad alto
RIASSUNTO E NOTE: Afrah subisce la tecnica psionica perdendo di fatto due Cs in velocità ed il 10% delle sue energie, il suo compagno animale allo stesso modo perde i suoi due Cs. Dalla seconda tecnica magica riesce a difendere se stessa e gli altri, compreso Hani, evocando il Velo nero a Medio e ad area ( II Attiva del talento Guardiano) e grazie alla seconda passiva del suddetto dominio la difesa ha potenziale uguale al consumo. Subito dopo guadagna 2 Cs in Intuito grazie alla Passiva del Mago "Discendenza Arcana", arrivando nuovamente a 5 Cs. Cerca di scansarsi dall'attacco fisico del cavallo portandosi verso destra, ma viene travolta lo stesso alla spalla sinistra riportando di fatto grossi danni da contusione di entità Media. Mangia dunque una foglia di Kahab (erba ricostituente) e guadagna il 5% di energia. Attacca in un primo momento con la Vena di granito dal basso verso l'alto in direzione dell'occhio sinistro dell'abominio, con l'intenzione di accecarlo. Incurante, invero, della differenza di mole, poiché solo un diversivo per sferrare il suo prossimo attacco: l'Urlo ad Alto (Abilità personale natura psionica danno fisico), che è una tecnica ad area contro i nemici, ma grazie alla passiva personale (Il Potere del Trio) ha un potenziale di danno pari al consumo speso.
Le parti di flashback con Jace sono state precedentemente concordate.
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