Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il richiamo del Sorya

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Aesìr
view post Posted on 8/5/2014, 11:11





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Nessuno degli avventori si voltò quando la porta si aprì. Fu fortunata, la figura che ne entrò, si risparmiò gli sguardi sospettosi che sempre si riservano ai nuovi venuti. Qualche grugnito forse l'avrebbe accolta, normalmente, e occhi che la seguivano nella sua avanzata, attenti ad ogni gesto di quell'elemento che giungeva a turbare la routine. Ma in quella sera che precedeva il dì di festa la taverna era gremita quasi al limite; non avevano la volontà, i molti clienti, dopo una settimana di lavoro, di prestare attenzione a futilità del genere: oltre a vari generi di conforto, birra, vino e altri alcolici erano già scorsi, annebbiando la loro mente con l'oblio che sentivano meritato.
La figura richiuse con attenzione la porta e si guardò intorno. Il soffitto basso, dalle travi in vista, le ricordava molto l'architettura del Ferelden, così come la foggia degli sgabelli e la barricata di botti, a sua volta protetta dal bancone. Non se ne stupì particolarmente: nelle zone rurali quella che altrove sarebbe stata definita “architettura caratteristica” era comunemente motivata dalla solidità e robustezza di quegli arredi, capaci di sfidare il tempo così come l'occasionale rissa. Almeno nel Ferelden i pavimenti erano di legno, pensò la figura, mentre il fusto secco di un giunco si spezzava sotto i suoi stivali. Si fermò un momento, stordita dall'intensità dei rumori: ovunque si sentiva conversare, spesso le voci che si alzavano, rese più ardite dall'alcol, e, per aggiungersi alla confusione, un paio di musici stava intonando in un angolo qualcosa di non meglio identificabile. Fu a loro, dopo averli notati, che la figura rivolse una lunga occhiata mentre, sotto al cappuccio, le sue labbra si piegavano in un sorriso fra l'ironico e il compassionevole.
Scosse il capo e, ben attenta a non urtare qualche altro avventore, si diresse verso il bancone.


“Bonjour, monsieur.”
L'oste, impegnato a lucidare un bicchiere – non perchè ne avesse davvero bisogno, quanto piuttosto perchè sembrava esserci una legge non scritta che diceva che i gestori di locali, quando non impegnati altrimenti, dovevano lucidare i bicchieri – sussultò. Dinnanzi a lui stava una figura avvolta in un mantello, snella e alta più di lui... ma, essendo un elfo, la cosa non era degna di stupore. Aveva parlato in una lingua straniera, ma il tono e le parole gli avevano lasciato intuire che l'avesse salutato.
“Mi dispiace”, disse dunque. “Non ho capito cos'avete detto.”
Non era comune dar del voi ai suoi clienti usuali, ma dopotutto i suoi clienti usuali parlavano la sua lingua e, finchè non si fosse mostrata, meglio andare sul sicuro. Non sarebbe stata una stravaganza inaudita un nobile che godeva a mischiarsi con la plebe: quelli che pensavano fosse loro dovere controllare di persona il benessere del popolo erano quasi peggio di quelli che se ne fregavano.
La figura rise, argentina, e si abbassò il cappuccio. Una ragazza, con i capelli rossi e ondulati, dall'aspetto curato, la pelle pallida e gli occhi verdi.

Non temete”, disse.Non mi esprimerò ancora in una lingua che non conoscete. Avete camere libere, locandiere?
A quelle parole, il vecchio elfo drizzò le orecchie a punta: si era rassegnato da molto tempo a vedere il suo locale considerato l'osteria del villaggio, le camere ai piani superiori per lo più ignorate; dopotutto, i suoi clienti vivevano lì, perchè avrebbero dovuto volere una stanza.
“Ma certo!”, esclamò, forse un po' troppo precipitosamente. “Subito! Permettetemi soltanto di sistemare qualcosa...”
Le aveva sempre tenute in buono stato, nella speranza che prima o poi servissero al loro scopo, e, in effetti, qualche viaggiatore occasionale c'era stato.

Bièn, fate pure con comodo”, lo rassicurò la ragazza. Si aprì il mantello, rivelando degli abiti da viaggio e un corpetto di cuoio che, sebbene sporchi della polvere della strada, sembravano di ottima qualità; in effetti, si sarebbero detti più costosi dei vestiti di tutti i suoi clienti messi assieme. Al fianco aveva una spada sottile, l'elsa riccamente ornata e iena di strani archi e ponticelli. Vedendola, l'oste fu tentato di protestare, ma poi chiuse la bocca, pensando che doveva trattarsi di una viaggiatrice, e quindi probabilmente aveva bisogno di difendersi, quindi quella spada era giustificata... in più, non sembrava il genere di persona pronta ad ubriacarsi e a causare problemi. Senza contare che non aveva fatto tentativi per nascondere l'arma, quindi doveva sentirsi legalizzata a portarla. L'elfo era sempre più convinto di essersi imbattuto in qualcuno di importante.
Se dovrà lamentarsi, non avrà modo di farlo per colpa mia, si disse, contento di aver superato in astuzia quella presunta nobile.
“Desiderate anche la cena, signorinella?”, chiese, ripescando da qualche parte un termine – pensava – appropriato.

Se possibile. Non preoccupatevi, posso pagarvi”, lo rassicurò lei.
“Certo, certo”, si affrettò a dire l'oste, riflettendo su cosa poter offrirle. Certo non voleva che sparlasse del suo locale, ma se si fosse mostrato troppo ossequioso non avrebbe lasciato intendere di aver compreso il suo gioco?
“Abbiamo delle pernici, se gradite.”

Andranno bene. Sistemate pure la stanza, mi siederò ad un tavolo ad aspettare.

L'elfo mi serve la cena, assicurandomi la sua qualità – per quel che mi interessa, potrebbe anche essere bitume. La carne non è male, il vino niente di che; meglio di quello del Ferelden, decisamente peggio di quello di Orlais. Il suo atteggiamento è cauto e rispettoso, diverso da quello che ostenta con gli altri clienti, e non mi è sfuggito che il tavolo che mi sono vista offrire è piacevolmente vicino al caminetto. Enfer et damnation, perchè no, dopotutto? Non posso evitarmi questo viaggio, lei non ricomparirà schioccando le dita, quindi tanto vale trattarmi bene. I miei modi, la mia postura, le mie parole, tutto indica ampie possibilità economiche, sicurezza e, sotto sotto, il desiderio che non vengano riconosciute; se quell'oste sapesse che questo volto può passare in un attimo dallo sguardo altezzoso della nobildonna al sorriso lascivo della prostituta! Mi hanno insegnato a considerare gli uomini come questo solo pedine di un gioco, del Gioco, in realtà, che io e pochi altri possiamo manovrare e, pur odiando queste lezioni con tutto il cuore, qualcosa dev'essere rimasto in me.
Il posto, pur essendo poco più di una bettola, è stranamente ordinato, e non dev'essere semplice mantenerlo tale con questa clientela; anche quest'elfo si direbbe qualcuno capitato a ricoprire un ruolo a cui non ambiva realmente e al quale si è adattato. Mi porto alle labbra un boccone di pernice. Forse il mestiere di locandiere gli è adatto, ma in una grande città, dove potrebbe avere riconoscimento per il proprio lavoro e non sarebbe solo l'oste del villaggio, del quale importa solo che sappia spillare una birra decente. Simili persone, così pronte a sfogare le proprie delusioni, sono preziose fonti di informazioni. Queste sono cose insegnate molto tempo fa, ad una me che dovrei essermi lasciata alle spalle, ma, mentre l'elfo si allontana, alzo la mano a fermarlo.
Si gira.
Una parte di me vorrebbe mostrargli il disegno che porto in tasca e chiedergli “Avete per caso visto questa ragazza?”, ma sarebbe una perdita di tempo. Il pendente arde al mio collo, bruciando non di calore fisico ma indicandomi con precisione la direzione da prendere. Non è qui che la troverò. Quindi mi sporgo in avanti, in maniera da proteggere il mio discorso da orecchie indiscrete, e ripeto il ritornello che mi ha condotta qui, ogni volta un passo più vicina alla meta.
Avete per caso sentito parlare del Sorya?”, potrebbe essere la mia domanda, se solo non sapessi già la risposta: dalla sua espressione, intuirò di sì, come capirò che non deve averne sentito parlar bene; quindi procederà ad avvertirmi dei rischi che corro: una terra infestata di strane presenze, che si fanno sempre più fitte in prossimità del clan, nel luogo dove, mi è stato assicurato, sorgeva un tempo la Torre di Velta.
Un luogo pericoloso, in poche parole. Come se i miei sogni lasciassero dubbi a riguardo, come se avessi scelta: la mia ragazza è là fuori che mi sta aspettando, e ho bisogno di un rifugio sicuro, di un approdo che mi offra riparo fra le ricerche infruttuose; inoltre, da qualche parte dovremo pur stabilirci, quando la troverò, e persone come me e come lei non sono fatte per restare inattive.
La ragione dice che è una buona idea, anche se l'istinto ha ancora i suoi dubbi. Potendo, darei retta a questo, piuttosto che alla prima, ma non vedo alternative: non mi resta che tenere la guardia alta.
Cerco il Sorya.
In pochi istanti vedo mutare la sua espressione e il suo atteggiamento: quella che sembrava una nobile in incognito – ammetto che ha i suoi divertimenti spacciarmi per tale – adesso sembra... mmmh, a giudicare dal suo sguardo, sembra una pazza pericolosa.
Come se non fossi abituata ad essere considerata pazza. Ci sono già passata.
“Sì, so dov'è”, ammette infine. “Ma non si dicono belle cose.”
Le stesse parole che mi hanno detto gli altri, e la stessa risposta otterrà.
Lo so, ma devo recarmi lì.
Sospira. Leggo nei suoi occhi che è convinto che io stia andando a suicidarmi.
“Se proprio ci tenete... non sarà difficile da trovare, ti basterà seguire la direzione dove la vegetazione nera è più fitta. Dovreste raggiungerlo in circa una giornata.”
Ancora una volta, parole già dette, parole che non aggiungono informazioni di sorta, ma è della confermi che mi ha fornito che necessito.
Vi ringrazio.
“Non serve.” Distoglie lo sguardo: “Non è un favore quello che vi sto facendo.”
Sì, invece. Devo ritrovare la mia ragazza, non mi interessa il prezzo da pagare.

È domani, allora.
I sogni non sono mai stati precisi a riguardo.
Dovrò fare buona impressione, immagino, eppure, se mi sottovalutassero, non me ne dispiacerei: è molto più utile saltare fuori con qualche trucco improvviso che scoprire subito tutte le mie carte. Dovrò trovare il giusto equilibrio: gli stivali resteranno questi, e immagino che anche i pantaloni vadano bene. Stesa sul letto c'è poi un'ampia casacca, con vicino un corpetto di cuoio – migliore di quello che indosso – e i bracciali per stringerla. Il tocco finale è un cappelluccio ornato di penne di fagiano, che andrà a sostituire il mantello: ha un'aria abbastanza innocua, ma può essere gettato via senza tante cerimonie casomai la situazione lo richiedesse. Lo appendo al pomolo del letto e passo a legare un capo di un sottile filo alla maniglia della porta, per poi assicurarmelo al braccio. Giusto perchè la prudenza non è mai troppa, anche se questi luoghi dimenticati dal Creatore sorprendentemente sono più sicuri delle città. Sbadigliando, con addosso solo la sottoveste, mi infilo nel letto. Materasso di paglia, non di piume, noto, ma ho dormito su cose peggiori. Chiudo gli occhi.
Buonanotte, Dubhe.



Una torre che sbuca fra la nebbia, aguzza come una lama si protende verso il cielo, gridando la sua sfida in un urlo silenzioso.
Un gorgo turbinoso, troppo scuro per riflettere semplicemente il nero della notte, si contorce alla sua base, l'unico ingresso da percorrere
Il vortice della schiuma, che pare non aver fine e venir costantemente rimessa in circolo.
Non c'è un centro, non c'è un'origine, solo un eterno ritorno di quella sostanza biancastra, dal pallore quasi malato.
E anime dannate si abbeverano a quella fonte, attirate dalla sua voce, ignote del fragore del la tempesta; ne traggono l'oblio e divengono parte di qualcosa di più grande.
E su tutto il suo richiamo, supera la maestosità della torre, l'imponente presenza del gorgo.
Voce suadente, che parla nella tua lingua, eppure hai l'impressione che la capiresti anche se la tua lingua fosse un'altra.
E sono molte le lingue che conosci, piccola barda, anche se una sola parla il tuo cuore.
Voce invitante, che promette assoluzione dai pesi che ti porti.
E sono molte le tue catene, piccola barda, compresa quella che hai forgiato da sola, e consapevolmente, e che per te non è un peso, ma solo l'unica cosa che ti tenga a galla, il dovere – e l'amore.
Voce minacciosa, che bandisce gli indegni.
E tu non la temi, piccola barda, perchè molte sono le tue arti – tuo malgrado!
Voce minacciosa, invitante e suadente, che scandisce le parole, così che non possano essere fraintese:

Unisciti al Sorya


Sono lì, lì davanti. Almeno adesso so a cosa vado incontro, ho pensato ieri, risvegliandomi nel letto coperta da sudori freddi. E ora il gorgo è davanti a me, e mi accorgo di essermi sbagliata, perchè nessun sogno mi poteva preparare alla sensazione dell'aria che gira vorticosamente, all'umidità e alle gocce d'acqua, al fragore che sento. È come stare su uno scoglio davanti al mare in tempesta. Che idiota: è tutta la vita che sono in bilico su uno scoglio davanti al mare in tempesta... forse finamente mi sono decisa a saltare.
Mi hai chiamato, Sorya. Sono qui.



nome: Leliana
classe: ladra
talento: ammaliatrice
cs: + 1 Intelligenza Astuzia
energia: bianca
pericolosità: G
conto: link
armeria: /
erboristeria: /
saggio: /
incantatore: /



~energie: 100%
~stato fisico: illeso
~stato mentale: leggermente in apprensione, illesa.
~armi: spada a striscia (rinfoderata al fianco destro), pugnale (rinfoderato dietro la spalla destra), coltelli da lancio (uno in ciascuna manica, due negli stivali, i restanti sparpagliati fra la cintura e i vestiti)

~passive~
razziale umana: al 10% delle energie Leliana non sviene
livello I del dominio ammaliatrice: il possessore del talento ha sviluppato naturalmente un'influenza tale sugli altri, da essere in grado di condizionarne la volontà semplicemente con la sua presenza. In tal senso, il possessore emanerà costantemente un'aura attorno a se, irradiando l'ambiente circostante con la propria ingombrante personalità ed influenzando qualunque persona sia presente nei dintorni. Si tratta di un'aura di fascino

~attive~
/



Finalmente, dopo parecchie esitazioni, mi decido a postare! Intanto, ringrazio chiunque si occuperà della mia presentazione. E' un post lungo, lo so, ma volevo presentare la psicologia del mio personaggio. Senza che andiate a cercare la mia scheda (il link è comunque nelle prime virgolette di "What seeketh thee?" nella mia firma), riassumo dicendo che Leliana ha l'aspetto di una ragazza sulla ventina, con i capelli rossi e leggermente ondulati e gli occhi verdi. E' mancina, pertanto si spiega l'inversione della posizione delle armi così come le ho descritte. Per la parte dell'arrivo alla locanda, potete fare rifeimento allo spadaccino di Dark Souls 2, mentre all'arrivo indossa pantaloni, stivali, una casacca, un farsetto verde, un fazzoletto rosso annodato attorno al collo. e un berrettoUltima cosa, puramente descrittiva anche questa: non sapevo bene come descrivere il cappello di Leli, quindi vi lascio un'immagine.
Che dire? Spero di non essermi dimenticato niente e che questa si riveli una ruolata piacevole.
 
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view post Posted on 11/5/2014, 21:37
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Eternal Light
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Il vorticare del Gorgo era lento e maestoso, come un tornado in lontananza che percorre pochi passi in alcuni minuti sul campo visivo di chi lo osserva. Lo sciabordio era continuo e immenso, quasi riproduceva il rintocco di un’imponente cascata sulle rocce, costante eppure sempre nuovo, come il soffio del vento sulla pelle: una sensazione cui era impossibile abituarsi o imparare a ignorare anche esponendosi a essa per ore.
Solo per un momento il suono sembrò mutare, le acque parvero scuotersi come innalzando la loro intonazione e stonando per l’attimo di qualche secondo. La nota così profusa era più acuta, il rintocco di una campana in quella radura scura e immersa nel verde più cupo, finché il suono non tornò quello di sempre, una lenta melodia ininterrotta e implacabile.

Mentre il Gorgo riassumeva il suo consueto disordine regolare di suoni a suo modo armonioso, una figura femminile apparve tra le nebbie bianche che sovrastavano le acque, giusto sopra alla passerella di candido marmo - retaggio di un popolo che amava osare visto quant’era sottile e su cosa si estendeva, ponendo in pericolo chiunque osasse camminarci al di sopra.
La dama abbassò la mano dalle pallide labbra tumide e con l’altra si asciugò la goccia di rugiada all’angolo del suo occhio impenetrabile, privo di pupilla e iride, quasi una perla di mercurio incastonata nell’orbita oculare. Sembrava essersi appena svegliata, a giudicare dal prolungarsi dello sbadiglio e da come camminava lenta, quasi scocciata nel suo moto implacabile, accarezzata dal suo lungo vestito bianco e volteggiante nell’aria, trascinato dalla stessa corrente che muoveva il gorgo sotto di lei.

Chi è giunto a disturbare questo luogo, questa volta?

Avanzava calma, la pelle perlacea pareva riflettere il paesaggio attorno come avrebbe fatto la superficie di uno stagno mentre i lunghi capelli si perdevano nell’aria, diventando sempre più cristallini con l’allontanarsi dalla donna fino a trasformarsi in punte trasparenti.

Fatti avanti, tu che osi disturbare il mio risposo.

La sua voce era imperiosa, ma non per questo poteva essere definita altezzosa visto l’essere da cui veniva. Era il suono di un essere sovrannaturale, parole che si disperdevano nell’aria fino a sommergere completamente il luogo, diffondendosi in lungo e in largo per interrompere la quiete di quella radura come un sasso gettato in una pozza d’acqua.

Il suo sonno agitato, eppure profondo, era stato ormai interrotto. Sarebbe stato meglio per chiunque si fosse spinto fino a quei luoghi sconosciuti avere una buona ragione per aver svegliato Maelstrom.


Benvenuto/a su Asgradel e, in particolare, al Clan Sorya! Sarò io a seguirti durante il tuo arrivo e in base alla tua prestazione ti assegnerò l'energia Gialla, Verde o ti lascerò a Bianca. In base il risultato riceverai anche un bonus in Gold, quindi cerca di fare doppiamente del tuo meglio.
In alcuni casi potrei essere un po' sbrigativo nel rispondere o non dilungarmi troppo per rendere la cosa più rapida, ma tu non farti influenzare da tali evenienze. In questo primo post eviterò lo specchietto perché non necessario, ma in caso fossi interessato/a a vedere la scheda del Guardiano con cui ho deciso di accoglierti, Maelstrom, la trovi qui: Scheda.

Tieni conto soltanto della sua passiva da avatar demoniaco:
CITAZIONE
Presenza demoniaca ~ Per quanto possano essersi pentiti del loro passato, o essere in redenzione, gli Avatar di stampo demoniaco sono comunque e in ogni caso delle creature infernali verso le quali le altre razze non si fideranno mai, o comunque non completamente. Le loro origini non possono certo essere ignorate ed è per questo, infatti, che i demoni incutono un lieve timore in chiunque gli stia accanto, purché questo non sia un demone stesso, e che sia di energia pari o inferiore all'agente.
Non importa il carattere e l'allineamento del demone, quest'abilità funzionerà sempre e comunque, indipendentemente dai sopracitati fattori.

Ti segnalo anche che, a livello di background, tra la gente comune il Sorya è sconosciuto, oppure più una leggenda. Di sicuro praticamente nessuno sa che ancora esiste né tanto meno dove si trovi: è più come... l'Anello del Potere de "Il Signore degli Anelli", per farti capire.
Buona fortuna e buon divertimento!
 
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Aesìr
view post Posted on 13/5/2014, 16:41





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Il primo dei figli del Creatore guardò oltre il Velo
e provò invidia per la vita che non potevano provare,
non potevano raggiungere.
Dall’invidia più cupa nacquero i demoni.
~ Cantico dell'Erudizione 2:1 ~
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Una figura sottile appare sul ponte, muovendosi con grazia nella mia direzione. Non è umana, né nano, elfo o qunari. Il che lascia solo un'opzione, fra le razze senzienti che conosco. Alcuni si farebbero deviare dal suo aspetto: pare una ninfa, una creatura fatata.
Io l'ho già vista.
Dove, Leliana? In un libro di fiabe?
No, l'avevo davanti, né più né meno di ora.
Ma le fate non esistono.
I demoni sì.

Ho provato sulla mia pelle che cosa succede a interessarsi a faccende che non mi riguardano, e di questa esperienza, come molte altre, avrei volentieri fatto a meno. Così, non è stato il mio desiderio di sapere, ma la salvezza del Ferelden a condurmi in luoghi remoti e sconosciuti: ho visto gli abissi dimenticati dei thaig dei nani, le rovine che testimoniano come un tempo fiorisse la civiltà degli elfi, il tempio fra le vette che custodiva le Sacre Ceneri. Ma di tutti i posti che ho visitato, ce n'è uno che gli uomini normali possono solo sognare di raggiungere – letteralmente parlando: l'Oblio, la dimora dei demoni. E mi ci fossi addentrata di mia volontà! Sono stata tratta in inganno da una di queste creature, deviata al punto da non riconoscere il volto della ragazza che amo... e non permetterò che accada nuovamente.
Mentre il demone attraversa il ponte, penso di scagliarmi contro di lui, ora che è vulnerabile, trafiggerlo con un affondo o precipitarlo nell'abisso: un solo colpo, e il passaggio sarebbe libero. Ma ha senso, mi chiedo poi, gettarmi così, a spada tratta? L'istinto mi dice di combattere, ma la ragione mi frena: i guerrieri combattono, i nobili con le loro armature scintillanti e i loro cavalli, uomini che scendono orgogliosamente sul campo di battaglia, corazzati dell'acciaio e del timore che incutono agli altri, armati di lame affilate e del proprio orgoglio. Scendono in campo, e muoiono. La mia missione, appena all'inizio, merita di fallire così miseramente?
Non me lo posso permettere.
Resto ferma, dunque, mentre l'essere si fa ad ogni passo più vicino: creatura graziosa, pare una ninfa o una fata, come già ho detto: che si tratti di un demone del desiderio? Fra tutti i tipi che conosco, sarebbe quello che più gli si avvicina: quelli della fame mostrano un'enorme bocca spalancata, quelli dell'ira, sono avvolti in una fiamma eterna, quelli della pigrizia, se assumono una forma è già qualcosa, quelli del desiderio, appunto, amano mostrarsi seducenti, mentre quelli della superbia sono impressionanti. Ma c'è qualcosa che non mi convince: è consapevole che il mio sguardo non lo lascia un attimo? Che sia un demone della superbia, così arrogante da non curarsene? Poi la creatura sbadiglia platealmente. Resto un attimo interdetta, per poi esultare. Si ritiene tanto superiore da non nascondere la propria natura? O non ne è capace? Qualunque sia la risposta, la conoscenza è una spada affilata, e lui me l'ha appena posta.

I demoni della pigrizia sono più potenti di quelli della fame e dell'ira, ma meno avventati. Per loro natura mancano però dell'energia che anima loro simili di desiderio e superbia, quindi, fra tutti, sono i più propensi a cercare il dialogo e a scendere a compromessi...
Parole dette più di un anno fa, in una torre piena di mostri come quello che mi sta davanti, e, ora che so cos'è, fa decisamente meno paura. Se fossi addestrata in maniera più superficiale, sogghignerei, ma non mi tradirò per un momento di soddisfazione personale.
Scendere a compromessi, eh eh. Vuoi scendere a compromessi con una barda? ...buona fortuna, demone. Non ho poteri sovrannaturali, ma per quel che devo fare non mi serviranno neppure: ho passato anni a scatenare e mettere fine a guerre; a far in modo che amanti si tradissero l'un l'altro; a spingere duellanti in ginocchio e a far sì che mi ringraziassero, quando passavo la lama sulla loro gola.
I demoni, per interagire con i mortali, devono assumerne le caratteristiche: possono essere ingannati, e possono morire.
Attendendo che finisca di attraversare il ponte, incrocio le braccia, in apparenza svagata; intanto però, ho controllato che i coltelli da lancio siano al loro posto, nelle fodere sugli avambracci.
Quanto è sottile il Velo in questo luogo, per permettere ad uno di loro non solo di passare nel nostro mondo, ma anche di stabilirvisi?
Per quanto a lungo ha ingannato le mie percezioni ed io ho camminato in un sogno?
Quanto sono realmente vicina al mio obiettivo?

Fatti avanti, tu che osi disturbare il mio risposo”, esclama la creatura.
No, non è un demone del desiderio, o si sarebbe già fatto più vicino, iniziando con le promesse, e la sua voce manca dell'arroganza dei demoni della superbia. Ormai certa di cos'ho di fronte, abbastanza lontana da esso per permettermi di reagire casomai tentasse qualcosa, mi piego in una riverenza, togliendomi il cappelluccio:
“Oh, ho disturbato il vostro sonno? Me ne dispiaccio...”
...ma siete voi per primi a turbare le nostre notti... demone.



nome: Leliana
classe: ladra
talento: ammaliatrice
cs: + 1 Intelligenza Astuzia
energia: bianca
pericolosità: G
conto: link
armeria: /
erboristeria: /
saggio: /
incantatore: /



~energie: 100%
~stato fisico: illeso
~stato mentale: spaventata, poi leggermente in ansia per la prova verbale (e se va male, fisica) che la attende; illesa.
~armi: spada a striscia (rinfoderata al fianco destro), pugnale (rinfoderato dietro la spalla destra), coltelli da lancio (uno in ciascuna manica, due negli stivali, i restanti sparpagliati fra la cintura e i vestiti)

~passive~
razziale umana: al 10% delle energie Leliana non sviene
livello I del dominio ammaliatrice: il possessore del talento ha sviluppato naturalmente un'influenza tale sugli altri, da essere in grado di condizionarne la volontà semplicemente con la sua presenza. In tal senso, il possessore emanerà costantemente un'aura attorno a se, irradiando l'ambiente circostante con la propria ingombrante personalità ed influenzando qualunque persona sia presente nei dintorni. Si tratta di un'aura di fascino

~attive~
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In poche parole, Leliana, colpita dalla passiva di timore, prende un bel granchio. Approfitto dello sbadiglio per farle classificare Maelstrom come un demone della pigrizia, creatura maligna dell'universo di Dragon Age. Tutti i discorsi di demonologia si inseriscono in questa cornice. Tanto per sapere, la mia passiva di ammaliamento ha qualche effetto su di lui/lei?Dato che nè nel mio nè nel tuo post erano precisate le distanze relative, ho arbitrariamente deciso che Leliana si era fermata a qualche metro del ponte, una distanza ch permette tempi di reazione accettabili - per un umano, si intende. In termini pratici, comunque, non faccio niente, se non rispondere alla sua domanda con un'altra domanda.

OT: mi scuso per la confusione per il background, ma avevo letto in questa discussione di "richieste di aiuto inviate al Sorya", il che presupporre di sapere dov'è localizzato e come raggiungerlo, ho quindi pensato che la discussione che spiega il clan ai neofiti non fosse aggiornata. Errore mio, le ultime frasi, che parlano del Velo, riguardano proprio questo: Leliana si interroga se parte del suo viaggio non sia stato in realtà un'illusione. Non so se Velta sia sufficientemente potente da inviare illusioni di questa portata, quindi l'ho lasciato solo accennato come possibilità.

Fa schifo, lo so, ma in uesti giorni mi fa schifo tutto quello che scrivo, ç_ç
 
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view post Posted on 18/5/2014, 11:41
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Malestrom fissò la nuova venuta con occhi fiammeggianti, quelle sfere grigie e lucenti che sembravano lanciare fulmini mentre si chiudevano a fessura.
Forse era stata soltanto una sua impressione, forse era vero, ma aveva colto una nota d’ironia nelle scuse della ragazza.

Era bella, sì, molto affascinante, ma il Guardiano sapeva fin troppo bene che quella donna non poteva reggere il confronto con il Gorgo. Una personalità attraente, sì, e un viso delicato e cesellato potevano ammaliare l’animo di chiunque li osservasse, ma cos’era il fascino se confrontato al timore?
Soltanto qualcosa che potesse infuocare gli animi, renderli agognanti e soggiogarli tramite bei tratti, ma nulla che potesse far tremare alla sola vista. Anche lo spirito del Gorgo era affascinante, bello e desiderabile, ma era anche terribile. Quale essere umano avrebbe potuto reggere il confronto con una creatura sovrannaturale, una manifestazione quasi divina di un elemento fondamentale come l’acqua?

La dama distese le braccia ai suoi fianchi, stringendo le dita affusolate in due piccoli pugni avvolti dalla nebbia bianca che circondava quel essere come tutte le acque del Gorgo, rendendolo soltanto parzialmente visibile, quasi un semplice riflesso su uno specchio torbido.

Andate via, finché siete in tempo. Queste acque sono impervie, non certo adatte a esseri comuni come voi.

Ancora quella voce cristallina, che risuonava attraverso tutta la radura sommergendola in un lago di suono puro eppure pieno e inevitabile. Improvvisamente il Gorgo cominciò a vorticare ancora più rapido, come rispondendo al richiamo di colei che aveva parlato e accompagnarla nei suoi sentimenti.

Non potete andare oltre senza aver prima evitato il riposo eterno cui rischiate di sottoporvi.

Il Guardiano stringeva ancora di più i pugni, facendo quasi tremare le sue esili braccia. Nonostante il parlare forbito e apparentemente calmo, era impossibile non udire una nota di stizza nella sua voce, un vulcano pronto a esplodere, trattenuto a malapena dalla volontà del destino. Anche se le parole non erano direttamente aggressive, sarebbe bastato incrociare quello sguardo selvaggio e infuriante per non lasciare dubbio riguardo al vero stato d’animo dell’essere, alla sua natura rabbiosa e incontrollata, spaventa e potente più delle fondamenta della terra.
Soltanto un raggio di luce la illuminava, passandole quasi attraverso come se fosse stata un essere composto d’acqua, dall’ombra tenue.
Eppure brillava, bella e terribile, come un’onda enorme che s'innalzi sotto a un sole rovente per travolgere chiunque avesse incontrato sul suo passaggio.


Ti ho già risposto alle domande via mp. Se ne hai altre, non esitare a chiedere! Tieni sempre conto della passiva, ma per il resto non c'è nulla di nuovo da segnalare, se non che Maelstrom ti lancia una minaccia più o meno velata e lascia trasparire il sentimento che lo consuma. Perdona il sesso altalenante del Guardiano, ma avendo due forme - se non, volendo, tre -, è difficile dire quale sia quella reale: lo sono entrambe.
 
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Aesìr
view post Posted on 22/5/2014, 11:42





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Beati siano coloro che affrontano
il corrotto e il malvagio senza vacillare
~ Cantico dell'Benedizioni 4:10 ~
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Certo, l'aspetto di quel demone è impressionante, ma se il suo è il volto che il Sorya mostra, allora commette un errore non indifferente; molti ritengono che incutere timore nel prossimo sia la via migliore per assicurarsi l'obbedienza, e a breve termine potrebbero anche avere ragione, perchè davanti ad una manifestazione di potere pochi osano ribellarsi. Ma la paura non dura per sempre: pian piano si affievolisce, si mischia ai ricordi e subentra l'abitudine. Anche se fosse costantemente rimarcata, dopo un po' lo stesso spettacolo viene a noia e, più che spaventare, ricorderebbe che l'imposizione si regge solo sulla forza, e la forza viene superata facilmente dal numero: lo dimostra il fatto che tutti i regni fondati sul terrore prima o poi – e più prima che poi – sono caduti. Per tenere in pugno qualcuno, non serve la paura, quanto l'amore: chi si ribellerebbe mai, se si sentisse riverito e soddisfatto? Quali ragioni avrebbe di ribellarsi, se avesse ciò che desidera? Le catene dell'amore sono i più difficili da spezzare e i dubbi che provoca rimangono sempre, anche quando si è convinti che sia tutto finito, di averci messo una pietra sopra e non tornare mai più sui propri passi.
E io ne so qualcosa.

“Andate via, finché siete in tempo. Queste acque sono impervie, non certo adatte a esseri comuni come voi.”
Era un'offesa, questa? Mi scivola addosso senza riuscire a far presa, formando una pozza ai miei piedi che scavalco senza degnarmi di calpestare.
Continua a credere che io sia un “essere comune”, demone, ammesso che tale definizione possa applicarsi ad una barda di Orlais che ha contribuito a mettere fine al Quinto Flagello... puoi essere potente, ma, finchè limiti il confronto alle parole, saremo ad armi pari.
Non mi sfugge certo che mentre parla stringe i piccoli pugni, stizzito. Oh, oh, oh, sta già perdendo la calma. Troppo facile. Tempo dieci minuti e avrà la bava alla bocca. Certo che si agita parecchio, per essere un demone della pigrizia...
“Non potete andare oltre senza aver prima evitato il riposo eterno cui rischiate di sottoporvi.”
E ora è la volta delle minacce: certo, la sequenza è, in fondo, abbastanza prevedibile. Cosa vuoi fare, sottopormi ad una prova? Altri che non mi credevano l'hanno già fatto...

Ricordo...
“Leli?”
La voce di Dubhe mi scuote dai miei pensieri: “Mmmh?”
“Ascolta, avrei una cosa da chiederti...”
“Di' pure”, rispondo, interrogandomi nel frattempo su cosa possa volere.
“La notte scorsa Alistair è venuto a... rompere le scatole, diciamolo... con domande sulla tua presenza qui.”
Ah. Siamo già arrivati a questo?
Dubhe si stringe nelle spalle, imbarazzata, ed è evidente che non condivide i dubbi del compagno: “Sì, insomma... pensavo... avevi detto di cavartela con l'arco, avresti voglia di dare una... dimostrazione, insomma, giusto per metterli a tacere? Io non ho problemi con te, te l'assicuro, solo che ci sto male a vederti guardata con sospetto... non è bello.”
Ne sai qualcosa, non è così?
“D'accordo. A cosa pensavi?”
Dubhe solleva una mela bacata. Non posso fare a meno di mettermi a ridere: “Ma qualcosa di un po' più originale, no?”
“Queste ce le ha rifilate il locandiere”, si spiega. “Erano già guaste, quindi, perchè non approfittarne?”
“Va bene, dai. Togliamocelo dai piedi.” In fondo, non mi sta chiedendo tanto, e se servirà a tranquillizzare gli animi, ben venga. Preferirei evitare di mettermi in mostra subito, ma piuttosto che essere scaricata alla prima occasione rinuncio volentieri al mio anonimato. “Aiutami ad alzarmi...” Tendo la mano verso la ragazza, che si puntella indietro per tirarmi in piedi.

La prima mela è appoggiata su un ceppo. Cos'è, mi prendi in giro? La colpisco senza quasi prendere la mira.
La seconda, Dubhe la tiene sul palmo della mano. Anche questa, esageratamente facile.
La terza, sopra la testa: fa molto effetto all'occhio inesperto, ma non cambia praticamente niente dal ceppo di prima... eccetto che, ovviamente, se sbagli finisce molto, molto male. Ma non ho intenzione di sbagliare. Centro.
La quarta disegna una lenta parabola ascendente: troppo lenta per essere mancata.
Le quinta viene scagliata con forza, ma con una traiettoria rettilinea, prevedibile.
La sesta prende il volo lentamente, come la quarta, tant'è che, dopo averla colpita, lancio un'occhiata a Dubhe... quasi perdendomi la seconda mela che ha lanciato pochi attimi prima. Una sta salendo, l'altra sta scendendo... perchè no? Il pensiero stuzzica la mia vanità e, anche se sbagliassi, non avrei nulla da perdere. Tendo l'arco, sentendo le piume sfiorarmi l'orecchio, e mantengo in tensione la corda per qualche istante. Arcieri alle prime armi attenderebbero che i due frutti si sovrappongano, senza pensare al tempo che impiega la freccia a coprire lo spazio: per questo lascio andare la corda giusto un momento prima. La freccia attraversa il primo frutto e si conficca nel secondo, e atterrano con un tonfo che, nello spiazzo, risuona innaturalmente forte. Solo allora mi accorgo che attorno a me è disceso un silenzio di tomba.
“Porca miseria”, commenta Alistair.



Dannazione... perchè mi hai fatto ricordare? Perchè mi hai riportato alla mente il primo momento di intimità che ho avuto con Dubhe?
Soffocando l'irritazione, rispondo come avrei fatto allora, se non avessi avuto interesse per una certa ragazza.
“Per sua natura, un cimento comporta dei rischi, rischi che potrebbero provocare danni alla mia persona. È una tragica eventualità, ma le disgrazie succedono sempre. In tal caso, potreste non godere più dei servizi che vi sto offrendo. Vi rinuncereste senza nemmeno sapere quali sono. Siete certo che questa sia la scelta migliore?”



nome: Leliana
classe: ladra
talento: ammaliatrice
cs: + 1 Intelligenza Astuzia
energia: bianca
pericolosità: G
conto: link
armeria: /
erboristeria: /
saggio: /
incantatore: /



~energie: 100% -5%= 95%
~stato fisico: illeso
~stato mentale: prima incuriosita e vagamente spavalda, poi seccata; illesa.
~armi: spada a striscia (rinfoderata al fianco destro), pugnale (rinfoderato dietro la spalla destra), coltelli da lancio (uno in ciascuna manica, due negli stivali, i restanti sparpagliati fra la cintura e i vestiti)

~passive~
razziale umana: al 10% delle energie Leliana non sviene
livello I del dominio ammaliatrice: il possessore del talento ha sviluppato naturalmente un'influenza tale sugli altri, da essere in grado di condizionarne la volontà semplicemente con la sua presenza. In tal senso, il possessore emanerà costantemente un'aura attorno a se, irradiando l'ambiente circostante con la propria ingombrante personalità ed influenzando qualunque persona sia presente nei dintorni. Si tratta di un'aura di fascino

~attive~
livello I del dominio ammaliatrice: spendendo un consumo pari a Basso il personaggio è in grado di sfruttare la sua penetrante personalità per infliggere una malia psionica ai danni di un singolo bersaglio. Tale malia sarà liberamente personalizzabile, potendo consistere in una grande fiducia, in un profondo senso di terrore, in un fascino puramente seduttivo, o altro, purché consegua l'effetto di piegare la volontà del nemico. Questo, quindi, ove non si difenda, subirà un danno alla mente pari al consumo, venendo assoggettato per il singolo turno di cast al possessore e ponendosi favorevolmente rispetto a questi. La tecnica ha natura psionica.



Immagino che sia ora per me di fare qualcosina. Le osservazioni sull'atteggiamento (secondo Leliana) errato di Maelstrom sono da considerarsi un semplice momento di riflessione, ma all'atteggiamento leggermente spavaldo che ha al centro del post - fondamentalmente il suo piano iniziale era, se proprio doveva combattere, almeno partire da una posizione di vantaggio e fargli perdere le staffe, così da avere un avversario che ragiona meno lucidamente - subentra un leggero fastidio quando capisce di doversi sottopporre ad una prova, non tanto per la cosa in sè, quanto per il ricordo che le richiama alla mente. Stavolta non ha nessuno da accontentare o su cui vuole far colpo, non è nemmeno così interessata al Sorya da rischiare in quella che considera un'inutile tenzone contro un nemico a lei superiore fisicamente (lo ritiene un demone), quindi utilizza l'attiva del dominio a consumo basso per tentare di convincerlo a... a non romperle le scatole, fondamentalmente. Uso un po' assurdo della tecnica, dato che il confronto è previsto, ma, dato che ce l'ho, tanto vale provarci. Consumo basso, -5%, spero di aver indicato tutto correttamente.

Continua a fare schifo, ç_ç


Edited by Aesìr - 22/5/2014, 12:57
 
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view post Posted on 25/5/2014, 14:44
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Eternal Light
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Tragica eventualità?

Improvvisamente sul volto di Maelstrom si dipinse la smorfia di una risata, che risuonò alta e potente tutt’attorno. Non pareva esserci scherno o malignità in quelle note acute e vibranti, quanto piuttosto puro divertimento. Perché sarebbe dovuto importare qualcosa al guardiano, a qualcuno, qualora quella ragazza fosse morta?
Abbassò le mani prima salite a coprire pudicamente le sue labbra socchiuse in un’espressione sguaiata, per poi incrociare le braccia davanti al petto, immobilizzandosi in una posa indagatrice e attenta, meditando.

I servizi che mi state offrendo, dite?
A noi… interessa soltanto che chiunque passi questa passerella di marmo possa essere utile per difendere il Clan, senza esserne un peso.


Socchiuse gli occhi unendo le ciglia in un arco chiaro e quasi brillante a contornare quelle pupille tanto particolari ora celate. Rimase così per qualche istante, pensierosa nonostante tutto attorno a lei fosse in movimento, dalle acque del Gorgo nel loro moto circolatorio perpetuo ai capelli mossi furiosamente da quel vento impercettibile eppure indiscutibilmente potente.
All’improvviso sobbalzò, come illuminandosi in seguito alla scossa di una rivelazione, di un’idea inaspettata e a suo modo inusuale. Anche i suoi occhi nuovamente visibili sembrarono essere mutati, sbarrati per la nuova idea che era venuta al Guardiano e quasi sfavillanti nella loro immobilità selvaggia, stimolati dall’idea della prova cui sarebbe stata sottoposta la ragazza.

Potete dimostrare il vostro valore portandomi la testa di uno scarabeo dall'oscura foresta.
Spesso si avvicinano a queste acque, ma mai abbastanza perché riesca a punire l’oltraggio che compiono calcando questo luogo. Lo riconoscerete per le bolle giallastre sul suo corpo e le dimensioni.
Vi basterà intravederlo per sapere che si tratta della vostra preda…
O del vostro assassino.


Così detto, fece un passo all’indietro come per congedarsi dalla donna dagli occhi verdi: ormai a Maelstrom non sarebbe spettato più alcun ruolo in quella prova. Certo, a meno che la ragazza non si fosse decisa a combattere contro il guardiano del Gorgo, ma in tal caso avrebbe soltanto finito con l’andare incontro a un rischio ben peggiore.
Il pedaggio sulla passerella pagata con la testa di un insetto… Sembrava quasi un insulto verso lo stesso Sorya, verso la tradizione e le stesse sentinelle poste alle sue porte, ma se ciò avesse evitato di agitare troppo le acque e risolvere la questione più rapidamente, ne avrebbero giovato tutti.

Mi troverete qui.
Come sempre, d’altronde.


La tecnica ha effetto su Maelstrom, che però non può sottrarsi dall'obbligo di farti sostenere una prova. Ti propone tuttavia di affrontare un nemico esterno, anziché fronteggiare lei stessa, in una prova a suo parere più semplice.

In termini di gioco, ti è stata data l'opportunità di fare un combattimento autoconclusivo contro un mostro di pericolosità G, quindi pari alla tua. Si tratta in particolare di uno scarabeo gigante, pieno di bubboni giallognoli, liberamente personalizzabile - anche a livello di zona di combattimento, purché sia svolto nel Gwathlaiss (non a livello di sezione in cui postare, ma di ambientazione). Il regolamento riguardo questa modalità di gioco è a questo link, ma il post dovrà essere fatto qui di seguito in modo che sia parte di questa giocata e possa correggerlo per poi valutarti.

Per qualunque domanda, non esitare a contattarmi via mp. Buona fortuna.
 
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Aesìr
view post Posted on 6/6/2014, 11:53





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Il ronzino si trascina fra le piante, strascicando le zampe pelose. Io non sono meno stanca. Quando il demone mi ha proposto un'alternativa al duello, stavo quasi per mettermi a ridere. Un insetto? Vuoi che ti porti un insetto? Fai la collezione, per caso? Poi mi sono ricordata che genere di bestiole abita le Vie Profonde e ho ritenuto meglio tenere la bocca chiusa.
Sembrava facile, all'inizio. Fosse anche stato grande come un ragno corrotto, ne avevo ammazzati tanti, sarebbe stata solo un'altra caccia all'insetto, per così dire. La mia convinzione è durata un paio di giorni, durante i quali non si è visto traccia dello scarafaggio, poi mi sono stufata. Tornavo indietro dal giro di perlustrazioni e – naturalmente di sera, naturalmente quand'ero stanca – ho intravisto qualcosa di grosso muoversi rasoterra. Senza pensarci due volte ho tirato fuori un coltello da lancio e gliel'ho tirato addosso, ma quello ha continuato a spostarsi come se niente fosse stato. Solo quando è sparito mi sono avvicinata per controllare, trovando il coltello fra le piante. Impossibile che l'abbia mancato, a quella distanza, poi: l'unica alternativa è che gli sia rimbalzato addosso. Fantastique.
Allora ho deciso di cambiare approccio: abbandonando temporaneamente la caccia, ho raggiunto il primo villaggio disponibile, acquistando a relativamente poco un brocco più morto che vivo – mi serviva solo per spostarmi e caricarci roba, non dovevo portarlo alle corse – oltre ad un'accetta ed una piccola vanga. Scegliendo il percorso gentilmente suggeritomi dal demone, ho lasciato da parte la mia riluttanza per i lavori fisici, scavando una trappola nel terreno, piantando sul fondo qualche palo appuntito e coprendo il tutto di frasche. Quando ho finito ho pensato qualcosa tipo: bene, Leliana, adesso se tu passassi di qua diresti: ecco una buca coperta di rami, dovrei essere una perfetta idiota per cascarci. Ma stavo dando la caccia ad un insetto, dopotutto, in più se potevo evitarmi lo scontro con una creatura immune ai miei coltelli da lancio, tanto meglio. Ma a quanto pare lo scarafaggio non è così stupido come pensavo, dato che in una settimana non è successo niente. Che quel demone volesse solo sbarazzarsi di me? Ben venga, qualche altro giorno e poi levo le tende: ho faccende ben più importanti da sbrigare, non posso perdere tempo con gli scherzi cretini.



A lungo aveva atteso, appostato fra le felci. Non era veloce, ma non ne aveva bisogno. In quella palude primeva, lui era il re, e tutti gli altri le sue prede...



Persa in questi pensieri, sprono il brocco ad avanzare, scostando pazientemente i baccelli luminosi davanti ai quali prontamente si ferma, come se fossero barriere insormontabili; e dire che ormai dovrebbe essersi abituato...
Accade perchè ho la mente altrove, perchè sono stanca, perchè non ne posso più di questa palude? Non lo so, fatto sta che il nitrito terrorizzato del cavallo mi coglie completamente di sorpresa. Di colpo vengo sbalzata di sella, atterrando malamente contro un albero e attutendo solo grazie all'allenamento una caduta che avrebbe potuto avere esiti molto peggiori. Automaticamente mi controllo il braccio destro, quello che ha sbattuto, ma fortunatamente non è niente più che una botta.
Mi tiro su, sporgendo la testa sopra la densa copertura di felci ce costeggia il sentiero, per poi ritirarla bruscamente: avevo intravisto solo una sagoma di sfuggita in precedenza, ma adesso mi rendo conto del genere di bestiaccia che mi trovo ad affrontare: è un insetto più grosso di un lupo, con due lunghe corna a tenaglia che si protendono sul capo scuro, il dorso giallo brillante e un paio di mascelle schioccanti che ha affondato nel ventre del cavallo. In quel preciso momento il ronzino smette di nitrire e di scalciare, lasciano che la creatura si nutra delle sue interiora.



Cibo! Settimane erano passate da quando si era nutrito l'ultima volta, e anche il suo corpo resistente era stato messo alla prova. Si sarebbe accontentato anche di carogne, come i suoi simili più piccoli, ma quel dono caduto dal cielo era stato una tentazione troppo grande...



Mi ritiro dietro ai cespugli, riflettendo sul da farsi: non molo, in realtà. Ho già constatato come un coltello da lancio sia rimbalzato sulla sua armatura, ma non penso proprio che possa proteggerlo in ugual modo da un colpo della striscia. È il caso di verificare la resistenza dello scarafaggio nei confronti di una spada sufficientemente lunga da passarlo da parte a parte.
Sguaino la spada, tenendola bassa per evitare bagliori che possano tradirmi – non ho idea dell'acutezza visiva di quell'essere – e mi sposto fra i cespugli, tenendomi china. Il lezzo di escrementi proveniente dall'addome squarciato del cavallo dovrebbe coprire il mio odore e, nonostante i miei frenetici controlli, l'insetto non sembra affatto intenzionato a farsi distrarre da alcunché. Forse crede che in questa palude non ci sia nulla capace di tenergli testa... in questo caso, gli farò vedere quanto si sbaglia.
Impiego qualche minuto a giungere alle sue spalle, bloccandomi ogni volta che mi sembra sul punto di fare qualcosa di diverso dall'ingozzarsi, ma alla fine riesco a spostarmi senza allarmarlo. Sciolgo il braccio sinistro e alzo la spada, caricando l'affondo e mirando al punto dove si congiungono le elitre. C'è sempre una strana soddisfazione nell'osservare un nemico inconsapevole del colpo in arrivo...
La striscia scatta in avanti, scivolando nella fessura fra le placche dorsali, affondando nella carne che, come previsto, non è protetta. Un lupo avrebbe guaito ad una ferita del genere, senza dubbio letale, ma l'insetto non emette verso – ne è capace? - e solleva la parte del corpo colpita. L'attacco che giunge è così improvviso che non riesco a difendermi appropriatamente. Un sibilo riempie l'aria e, mentre mi sto ancora chiedendo cosa l'abbia provocato, le mie braccia e le mie gambe vanno a fuoco. Un dolore intensissimo, che annebbia per un attimo la mia mente, come immergere la mano in un caminetto. Urlando, salto indietro, il liquido che mi ha spruzzato addosso che brucia come un acido sulla mia carne. Enfer et damnation! Mi accascio per terra, con le lacrime agli occhi, impotente, aspettando solo che il dolore si acquieti. Sono completamente indifesa e solo la gravità della ferita che ho inflitto impedisce probabilmente all'insetto di approfittare dell'attimo per attaccarmi. Tutto ciò che vorrei fare sarebbe restare lì per terra, stringendo le ginocchia in una abbraccio e aspettando di svenire, ma non posso farlo. Non può finire così, non in un posto dimenticato dal mondo e per mano di un insetto schifoso.



Il dolore esplode nel suo corpo, mentre i recettori sensoriali mandano freneticamente informazioni al suo cervello. L'attacco proviene da dietro e l'insetto reagisce d'istinto, contraendo i muscoli addominali e liberando le sostanze prodotte all'interno del suo corpo. La temperatura crebbe velocemente, portandosi al punto di ebollizione e superandolo, espellendo il vapore tossico con una straordinaria rapidità...



Mi tiro su, fissandolo negli occhi. Fermo lì, sembra quasi prendersi gioco di me: “Rovinare il corpo di una barda...”, ringhio. “Non l'avresti dovuto fare...”
La bestia non risponde, ovviamente, e questo mi accende dentro - irrazionalmente - una prfonda ira. Senza rifletterci troppo, gli scaglio un coltello da lancio addosso. Stupida, molto stupida, Leliana. La lama, infatti, rimbalza sul suo muso, innocua. Cosa sto facendo? Odio un insetto? me la prendo personalmente, come se fosse un essere umano?
ma non c'è tempo per riflettere: il mio colpo sembra averlo svegliato e solleva lo scudo dorsale. Immediatamente mi metto in guardia, aspettando la sua carica, ma di nuovo lo scarafaggio mi prende di sorpresa: un ronzio assordante riempie la radura, mentre accanto all'insetto sciamano due altre creature: si direbbero grilli, se non avessero le dimensioni di un gatto. Adesso basta, le ho prese fin troppo, è il momento di reagire. Scuotendo la testa per sbarazzarmi del fischio che mi riempie le orecchie, sguaino il pugnale con la destra, tenendo d'occhio il primo dei due grilli, che mi si avventa contro. Accidenti se è veloce! Ma la sua traiettoria è piuttosto prevedibile, quindi mi basta alzare la spada per intercettarlo, Il colpo è abbastanza forte da sollevarlo da terra, ribaltandolo e lasciandolo disorientato. farebbe quasi pena... se non avesse cercato di attaccarmi. Con un affondo lo mando a contorcersi sulla punta dell'arma come un pesce preso all'amo. Uno in meno.



Il suo stridio aveva richiamato altre creature: spazzine e necrofaghe, ma abbastanza coraggiose da attaccare animali vivi se non potevano fare altrimenti, lo seguivano spesso, come i valletti di un re, approfittando dei resi del suo pasto...



Forse infuriato per la dipartita del suo alleato, il grande insetto carica a sua volta, ma adesso sono pronta. Evito la carica scivolando di lato, per poi tirare un fendente mirato a colpirlo al primo paio di zampe, ed una cade recisa. È momentaneamente sbilanciato e non faccio fatica ad evitare il suo successivo spruzzo di acido. Un movimento ai margini del capo visivo mi informa della presenza del secondo grillo, che mi si avventa contro prima che possa appropriatamente reagire, graffiandomi la gamba, ma non è poi così grande: lo infilzo con la spada la libero spiaccicandoli il torace. Tanto per andare sul sicuro.
Adesso il mio problema principale. Come due duellanti pagati da un annoiato nobile di Orlais, iniziamo a tracciare un cerchio nella radura, squadrandoci a vicenda. Senza perderlo d'occhio, estraggo una fialetta dalla cintura e la rompo sulla lama del pugnale; è il primo momento utile da quando ho iniziato il duello e ho tentennato perchè questo non è neanche lontanamente il più efficace dei veleni, oltre a seccarsi piuttosto in fretta... ma non ho altro a disposizione. Ora devo usarlo, e in poco tempo, rifletto, cercando di prevedere il comportamento dell'insetto da ciò che ho visto finora. Non può usare il suo soffio acido finchè mi fronteggia, perciò bado a tenerlo davanti a me e ad avere abbastanza spazio ai lati per buttarmi a terra se dovesse sollevare le elitre. Ma anche lui dev'essere stanco, perchè, malfermo sulla zampa che ho reciso, attacca nella maniera più semplice: una carica, le mascelle che schioccano, provano a mordermi. Forse il predatore più grande della zona non si aspettava una resistenza così accanita.



Era confuso: la bestia di poco prima si era accasciata senza quasi lottare, perchè questa si difendeva così alacremente? Non era forse giusto per lei essere mangiata, in modo da perpetuare l'eterno ciclo della natura? Non c'era odio nei movimenti dell'insetto, solo la brama del predatore che sa di non potersi permettere di lasciar sfuggire la preda, o sarebbe morto di stenti, il suo corpo cibo per gli stessi necrofagi che lo seguivano.



E sia. Quando mi si avventa addosso, salto via con un attimo di ritardo... troppo, in effetti, perchè il suo corno cozza dolorosamente dal lato piatto contro la mia gamba. Ma questo mi permette di arrivargli abbastanza vicino da contrattaccare: sguainato il pugnale e stretti i denti per il dolore della bruciatura alla spalla, con tutta la forza che ho lo conficco nel suo cranio, sentendo il carapace nero sfondarsi sotto la forza del colpo. Estraggo la lama e pugnalo di nuovo, torcendo la lama nella ferita. Finalmente questo gli ha fatto male! L'insetto ondeggia per un attimo, poi cade per terra, come fulminato, con solo le zampe che fremono ancora.
Sospiro, appoggiando la schiena al ceppo di un albero, ripulendo la mano dalla poltiglia che mi è schizzata addosso quando ho trafitto la bestia. È stata dura, più di quanto mi aspettassi. Ho i polmoni in fiamme, il cuore che martella nel petto. Chiudo gli occhi cercando di calmarmi. È finita, Leliana, è finita.



Il dolore era terribile, le mascelle probabilmente lese, un occhio danneggiato, ma i suoi centri nervosi non si trovavano nel cranio, e non erano stati lesi. Reso folle dal dolore, la bestai si scagliò in avanti come una valanga, facendo vibrare le elitre, in un ricordo del tempo in cui i suoi simili dominavano la terra...



Invece no. Il ronzio assordante mi riempie le orecchie, mentre sento le mascelle dell'insetto chiudersi sulla mia spalla. Ma come fa ad essere ancora vivo? Non lo so e non me ne importa. Urlando, mi strappo dalla sua presa, lasciando fra le sue fauci alcune ciocche di capelli rossi. È lì, in piedi, il pugnale ancora ficcato nel cranio. Maledizione, come faccio ad ucciderlo? Ronza, ma non attacca. Sa di star vincendo. Magari potessi infilzarlo come uno di quei grilli... E poi, di colpo, mi tornano in mente i movimenti frenetici di quell'insetto rovesciato. E se...
Con un urlo mi scaglio contro di lui, cogliendolo evidentemente di sorpresa, mentre la sottile spada scatta a colpire l'altra zampa anteriore. Lo scarafaggio si impenna, esattamente come prima, e allora aggiungo il mio peso al suo, spingendolo indietro dalla sua posizione instabile e ribaltandolo sul dorso. Prima che abbia il tempo di reagire, impugno la spada a due mani, conficcandogliela nell'addome esposto, trapassando la cuticola sottile e inchiodandolo al suolo.



Provò un dolore acuto, tale da sovrastare quello al cranio, quando i suoi centri nervosi vennero trafitti. Le sue zampe si contorcevano a caso, e così anche i muscoli del suo corpo. Sarebbe presto sopraggiunta la paralisi, lasciandolo inerme, in balia del primo predatore di passaggio...



Mi tiro indietro, ansimante ma soddisfatta, osservando il risultato: le placche dorsali si aprono leggermente, cercando di ribaltare l'animale, ma mancano della forza, le zampe segmentate si contorcono, le mandibole si aprono e si chiudono. Attenta a schivarle, recupero il mio pugnale, mentre una pozza di liquido chiaro comincia ad espandersi nel punto in cui la striscia è piantata nel terreno. Faccio il giro dell'insetto ma quando raggiungo la parte posteriore, un getto di sostanza ustionante e corrosiva mi raggiunge nuovamente le gambe. Forse è meglio chiamarlo sbuffo, e la sostanza non è così calda né acida come in passato, ma basta a farmi perdere la testa: sollevato il pugnale, lo affondo nell'addome esposto, aprendolo, per poi continuare a colpirlo, mentre schizzi verdastri mi macchiano le braccia e il vestito. Una sostanza rossa che mi si riversa sulle mani mi informa che devo aver raggiunto lo stomaco, o qualunque cosa ci sia al suo posto, e che quelli sono i resti del cavallo. In qualche modo questo mi riporta alla ragione, e mi tiro indietro. Se l'insetto è ancora vivo, non ne dà segno.
Dovresti comporre una ballata su questo epico scontro, sento quasi la voce di Dubhe, divertita, nelle orecchie. Già. Non è stata esattamente una battaglia sulla quale si tessono leggende: tanto per cominciare, sono parecchio più malconcia di quanto sarebbe lecito aspettarsi dall'eroina.
Sospirando, osservo i danni prodotti al cranio dell'insetto, ritrovandomi a sorridere: chiedo scusa, monsieur demone, si è un poco rovinato, sa...
Con un sospiro, raccatto il cappelluccio, miracolosamente intatto, e sollevo il pugnale, ben conscia del lavoraccio che mi attende per staccare la testa e poi riportarla alla civiltà.


nome: Leliana
classe: ladra
talento: ammaliatrice
cs: + 1 Intelligenza Astuzia
energia: bianca
pericolosità: G
conto: link
armeria: /
erboristeria: /
saggio: /
incantatore: /



~energie: 100% -5% -5% -10% -20% -5% -20% -5% -10%= 20%
~stato fisico: botta sulla spalla (insignificante); ustione sul busto e sulle gambe (Alto); botta alla gamba (Basso); morso alla spalla (Medio); seconda ustione alla gamba (Basso)
~stato mentale: momentaneo stordimento da pochi secondi (danno Basso) per due volte, stanca morta ma euforica a causa dell'adrenalina.
~armi: spada a striscia, pugnale, coltelli da lancio

~passive~
razziale umana: al 10% delle energie Leliana non sviene
livello I del dominio ammaliatrice: il possessore del talento ha sviluppato naturalmente un'influenza tale sugli altri, da essere in grado di condizionarne la volontà semplicemente con la sua presenza. In tal senso, il possessore emanerà costantemente un'aura attorno a se, irradiando l'ambiente circostante con la propria ingombrante personalità ed influenzando qualunque persona sia presente nei dintorni. Si tratta di un'aura di fascino

~attive~
livello I del dominio ammaliatrice: spendendo un consumo pari a Basso il personaggio è in grado di sfruttare la sua penetrante personalità per infliggere una malia psionica ai danni di un singolo bersaglio. Tale malia sarà liberamente personalizzabile, potendo consistere in una grande fiducia, in un profondo senso di terrore, in un fascino puramente seduttivo, o altro, purché consegua l'effetto di piegare la volontà del nemico. Questo, quindi, ove non si difenda, subirà un danno alla mente pari al consumo, venendo assoggettato per il singolo turno di cast al possessore e ponendosi favorevolmente rispetto a questi. La tecnica ha natura psionica.

Abilità personale: Consumo Variabile, natura fisica, uso singolo a bersaglio il caster. Schivare l'attacco nemico.

Pergamena Vigliaccheria, iniziale mentalista: La tecnica ha natura fisica. Il caster compie un unico, rapido movimento con cui colpire il proprio nemico rimanendo nascosto alla sua vista. Il colpo potrà essere portato a mani nude o tramite armi, purché siano da mischia, e la ferita inferta sarà di livello Medio. La tecnica sarà utilizzabile per colpire solamente alle spalle, o in un punto laterale del nemico, mai frontalmente.

Pergamena Colpo Basso, iniziale mentalista: Il mentalista colpisce le gambe dell'avversario, facendogli perdere rovinosamente l'equilibrio. La tecnica ha natura fisica. Tramite l'uso delle proprie gambe, di un arma, o di un qualunque strumento adatto allo scopo, il caster colpirà le gambe del proprio avversario infliggendo un danno Basso al fisico e facendolo cadere a terra, ponendosi quindi in vantaggio per una qualunque azione successiva.



Pergamena Tranquillizzare, iniziale MentalistaIl mentalista incanta le proprie mani o le proprie armi, donandogli la proprietà di indebolire e affaticare al solo tocco. La tecnica ha natura psionica. Il caster incanta il proprio corpo o la propria arma da mischia, illuminandola di una particolare aura, facendo sì che i suoi attacchi infliggano, per un breve periodo ti tempo, danno mentale anziché fisico. A seconda della personalizzazione è possibile associare all'attivazione una colorazione particolare nella pelle, nell'arma, o addirittura leggeri cambi nella loro forma, che non né compromettano la funzione né l'utilità, né la riconoscibilità, soprattutto nel caso del corpo. I successivi due attacchi fisici avranno entrambi potenza Media, e infliggeranno un danno Medio alla mente della vittima sotto forma di spossatezza, negligenza e affaticamento. Gli attacchi andranno affrontati come tecniche fisiche. Personalizzazione: Una volta che il veleno entra in circolo, infatti, va ad agire sulla mente del bersaglio, che sentirà l'arma pesargli in mano e i suoi colpi farsi imprecisi come se combattesse da una giornata sotto il sole impietoso delle terre da cui provengono quei mercanti.


L'insetto

razza: orco
classe: / (avendo usato tre personali, che mi avevi detto essere possibile, di fatto non rientra in nessuna classe
dominio: Avanguardia
armi: corazza naturale, morso e spruzzo acido (da considerarsi un'arma d fuoco, come un lanciafiamme, l'ho utilizzato non tecnica solo alla fine, lo definirei di medio calibro, ma può rientrare anche come grosso calibro se preferisci, dato che ne ho fatto solo un uso)
CS: +1 Forza

Consumi: -10% -20% -5% -10% -20% -10% -5% =30%
Stato fisico: danno agli organi interni (Medio); zampa tagliata (Basso); Lesione al sistema nervoso e ferita che attraversa verticalmente il corpo (attacco fisico che stimerei su danno Alto, se non Critico), gravi lacerazioni all'addome (sarebbe un Medio, ma data la posizione della ferita e gli attacchi fisici il danno è almeno Alto).
Stato mentale: danno da avvelenamento (Medio, per due Alto)

Si tratta di un esemplare colossale di Dynastes hercules, dotato però di mascele schioccanti e di un sistema di difesa paragonabile a quello dei Brachininae. Ha la taglia di una leonessa adulta, anche se è più compatto.

attive
Spruzzo acido: l'insetto utilizza le ghiandole prsenti nel suo addome per produrre un liquido leggermente corrosivo, che viene poi vaporizzato ad alta temperatura. Si tratta di una tecnica fisica a consumo Alto (personale I)

Sciame: l'insetto evoca due alleati, dalla foggia di weta nezolandesi e carnivori della taglia di un gatto. Se hai visto l'ultimo King Kong ti fai un'idea piuttosto realistica. L'evocazione è stata basata sulla pergamena Cucciolo di Draco del Mago, ma essendo due creature, le ho divise in una CS (in Velocità) per ciascuna. Resistono due turni e possono reggere al massimo un Basso.
(personale II)

Rombo di tuono: l'insetto fa vibrare le elitre, provocando un ronzio fastidioso capace di stordire per un attimo l'avversario. Tecnica psionica, consumo basso. (personale III)

Forza inarrestabile: il sangue a base di rame consente all'insetto un attacco sorprendentemente potente. Vale come un power up passivo di 4 CS alla Forza, ad un cunsumo Medio. (attiva del dominio)

passive
Razziale orco: combattere anche in caso di lesioni che inabiliterebbero altre creature.

Passiva livello 1 del dominio: utilizzare armi dalle dimensioni fuori dal comune

~ Turnazione ~
1° turno: l'insetto attacca il cavallo, utilizzando il power up per gettarlo a terra e sbranarlo (-10% per l'insetto). Leliana cade da cavallo, ma resta illesa a parte una botta puramente scenica grazie ad una schivata di consumo basso, che la fa atterrare sana e salva (-5% per Leliana). L'insetto è impegnato ad mangiare il cavallo e non si accorge di Leliana che gli striscia alle spalle e usa Vigliaccheria, infilando la spada a striscia nel dorso, fra le due elitre (-10% per Leliana).
2° turno: L'insetto reagisce d'istinto, utilizzando il suo soffio acido (-20% per l'insetto), che coglie Leliana completamente alla sprovvista, facendole molto, molto male e lasciandola vulnerabile. Ma anche l'insetto è ferito e non approfitta del momento. Leliana si rimette in piedi, e, vedendolo fermo davanti a lei - ad aspettare che muoia, probabilmente - gli tira, molto stupidamente, un coltello da lancio in faccia, che rimbalza sul carapace. Attacco fisico senza danni.
3° turno: L'insetto fa vibrare le ali, provocando un ronzio che stordisce momentaneamente Leliana (-5% per l'insetto) ed evoca due grilli (-10% per l'insetto). Leliana trapassa il primo grillo con la spada, uccidendolo con Colpo Basso (-5%) (dato che possono reggere un Basso in due, uno l'ho eliminato con l'attacco fisico, l'altro con una tecnica), riprendendosi senza problemi dato che lo stordimento è istantaneo (come sentire un forte rumore e poi avere le recchie che fischiano ed essere disorientati per un attimo).
4° turno: L'insetto carica, tentando forse di mordere (attacco fisico), Leliana evita (-5 per Leliana) e attacca con Colpo basso, tagliandoli una zampa (ho immaginato di sbilanciarlo così, ne ha altre 5 dopotutto, e in più ha la passiva di orco; -5 per Leliana)
5° turno: l'insetto attacca con uno sputo acido (-20%) l'altro grillo attacca (attacco fisico), graffiandole la gamba. Leliana evita l'acido (-20%), ammazza il grillo, per poi usare Tranquillizare sulla lama del pugnale (-20%)
6° turno: l'insetto usa di nuovo il power up (-10%)e carica con violenza, Leliana schiva (-5%), ma data la differenza di CS l'insetto la colpisce comunque, causandole un Basso. Leliana colpisce, affondando due volte il pugnale nel cranio dell'insetto (Medio più Medio di Tranquillizzare di prima).
7° turno: l'insetto viene stordito dal veleno e dalle ferite e crolla, ma si ralza subito dopo (non appena Leliana si gira, in effetti; i colpi alla tersa non sono così pericolosi perchè l'insetto non ha il sistema nervoso centrale e può sopravvivere tranquillamente anche senza. In più c'è la solita passiva di orco), attaccando con il ronzio (-5%) e un morso (fisico). Leliana si scosta bruscamente, lo carica, usa Colpo basso (-5%) e ne aprofitta per ribaltarlo, impalandolo con la striscia al terreno (la corazza non copre l'addome)
8° turno: nelle convulsioni l'insetto usa il suo soffio acido come attacco fisico, ustionando leggermente la gamba di Leliana, presa alla sprovvista. Leliana usa Vigliaccheria, attaccando l'addome (-10%) e poi continua ad attacchi fisici fino a ridurlo all'impotenza.


Che fatica! Spero di non aver combinato nulla di grave, errori sicuramente ne ho fatti a montagne! So che le turnazioni sarebbero di due tecniche, ma ho preferito usarne spesso una soltanto per rendere meglio l'idea della rapidità dello scontro; inoltre non si trattava di un duello propriamente detto... vabbè, dicevo, spero di non aver fatto cavolate, tutte le informazioni che ho messo sugli insetti sono vere, per inciso, me ne sono servito per giustificare il comportamento della creatura. Ho lasciato volutamente dubbia la classificazione del soffio acido come arma, in modo che posa essere interpretato correttamente, avendolo usato in maniera consona ad entrambi i tipi di arma. Beh... che altro... è lunghetto, quindi so che potrebbe dar fastidio leggerlo, ma volevo spiegare anche il modo di agire della mia PG. Tanti saluti!

EDIT: corretto un errore di html per cui su Firefox non si vedevano i colori e ho sostituito il verde, spero di non aver causato problemi :)

PS: la frase "un'altra caccia all'insetto" suona un po' strana, ma è una citazione di Aliens che volevo mettere :)


Edited by Aesìr - 6/6/2014, 13:41
 
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view post Posted on 11/6/2014, 19:37
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Eternal Light
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Allora ce l'hai fatta.

La dama d'acqua emerse dalle onde del Gorgo, attorniata dalla foschia bianca che sempre la circondava. La sua voce cristallina era in qualche modo stupita, ma da un altro punto di vista quasi scocciata.
Aveva sperato di non rivedere mai più quella ragazza scocciante dai capelli rossi, ma, invece, se la ritrovava davanti a portarle la testa di un insetto demoniaco.
Oppure doveva gioirne? Dopotutto un altro membro del Sorya sarebbe sempre stato utile e questa donna si era dimostrata ben volenterosa di entrare a farvi parte.

Maelstrom chiuse gli occhi a fessura e alzò il braccio destro verso le statue alle sue spalle, oltre la passarella bianca che si allungava come un arto proteso sulle fragorose acque del mulinello, dello stesso Guardiano.
Un rumore di pietra in movimento invase la radura, risuonando tutt’attorno, mentre i guardiani di marmo si allontanavano tra loro rivelando una scala che portava verso le profondità della terra.
Verso il Sorya.

Benvenuta al Clan Sorya, umana.

Così detto si girò senza attendere nemmeno risposta, sicura che la ragazza avrebbe continuato il suo viaggio considerando fino a dove era giunta pur di farlo.
E chi avrebbe potuto resistere al richiamo di Velta, dopotutto, una volta che era stato scelto?
Maelstrom tuttavia non seguì quella via, ma si immerse nelle acque fino a scomparire, come sciogliendosi in esse e divenirne parte.
Tornando alla sua vera natura.


Visto quanto t'ho fatto aspettare e i miei impegni in questo periodo, non ho riletto il post. Ti prego, dunque, di essere clemente in tal senso. Ci ho messo tanto che ho dovuto anche prendere qualche appunto riguardo le cose da segnalare. Ma passiamo subito al giudizio, visto che il post di per sé è già abbastanza esplicativo da solo.

Scrittura: perfezionabile. Non scrivi assolutamente male e, anzi, hai una buona padronanza della lingua italiana, ma hai ancora diverse lacune facilmente colmabili con un po’ di esperienza e maggiore cura. Sebbene nel complesso gli scritti siano corretti, a volte capita di incappare in sviste più o meno gravi, come caratteri mancanti, facilmente individuabili anche da un correttore, ripetizioni o mancanze di maiuscole. A far storcere il naso è il cambiamento di tempo che si verifica durante il combattimento, proprio per la tua scelta, un po’ masochista se non sei uno scrittore accorto, di usare tempi verbali diversi nello stesso post. Questo è un errore assai grave, ma siccome si è verificato una sola volta l’ho ritenuto semplice svista cui, però, ti prego di fare attenzione per quanto possibile. Altre questioni riguardano le descrizioni, che sono spesso carenti. Com’è la foresta in cui combatte? Il villaggio, il cavallo? Perché Alistair appare dal nulla, vicino alle due, quando dal modo di parlare di Dubhe sembra siano distanti? Chi è, potrebbe chiedersi qualcuno che non abbia giocato a Dragon Age? Com’è lei? Ci sono un sacco di domande e, sebbene sia eccessivo descrivere tutto per filo e per segno, segnalare anche solo qualche piccolo punto focale aiuta a coinvolgere e immergere il lettore. Anche ripetere alcuni caratteristiche importanti, come le ali che battono dell’insetto o le tenaglie che si chiudono o ancora gli occhi neri che ti fissano, aiutano a dare un effetto più scenografico al testo.
Altre mancanze sono quella già segnalata dell’inizio, per cui l’oste saprebbe cosa sia e come trovare il Sorya, e quella finale. Ok, Leliana stacca la testa al mostro. E poi? Come torna al Gorgo? Ci torna? Io l’ho dato per scontato, ma non può esserlo in una giocata. I post in quest devono essere tali da concludersi in base alle indicazioni, mentre quelli con un altro giocatore devono dare a lui la possibilità di rispondere e interagire, altrimenti lo poni nella situazione di fare quel che preferisce – dandogli notevoli ed eccessivi margini di personalizzazione – o di aspettare un tuo seguito in un altro post, che però avresti dovuto scrivere nel primo.
Per ultime vengono alcune piccolezze smussabili con un po’ di esperienza. Prima di tutto viene spontaneo chiedersi come mai i pensieri, quasi di dialogo con se stessa, di Leliana siano colorati. Crea confusione, visto che è lo stesso colore del dialogo, ed è inutile, considerando che tutto il post, praticamente, è scritto dal suo punto di vista. Non è tutto un suo resoconto e pensiero? Perché distinguere alcune frasi particolari? Non trovo ci sia alcun fine nel farlo, a meno che non si scriva in tempo passato o in terza persona. Anche il font da te usato non è ottimale, ché rende difficoltoso distinguere le scritte normali da quelle corsive, rendendo meno incisivi i cambiamenti di stile.
Altra piccolezza è il medias res dell’ultimo post che è talmente breve, in principio, da creare confusione. Puoi farli, ma cerca di dilungarti un po’ di più per lasciare che il lettore si immerga nella dimensione presente per poi essere catapultato nel passato. Se accenni al presente ma passi subito al passato, fai prima a iniziare con ordine in modo da non creare confusione.
Ultima nota strettamente personale: sinceramente prediligo i personaggi originali, non quelli tratti da altre storie. Trovo che un personaggio creato interamente, per quanto possibile, da chi lo usa sia in qualche modo più imprevedibile e unico. Ciò non toglie che tu sia riuscito a immergerti bene nella mente del tuo personaggio e a tirarne fuori il meglio e il peggio in base al mondo da cui proviene e ai suoi pregiudizi, quindi hai una nota di merito a proposito. Temevo sarebbe stato difficile per te giocare un personaggio non strettamente tuo, ma hai fatto un ottimo lavoro in tal senso, sebbene abbia ancora lacune che ti ho segnalato in gran parte ché convinto tu possa colmarle facilmente. Ti elogiassi troppo, ti monteresti la testa… forse. No, è solo che sono pignolo, ma sappi che hai un’ottima base.


Strategia: carente. Carente da entrambi i punti di vista. Sì, va bene non usare a ogni turno due tecniche, ma spesso e volentieri uno e l’altra usano solo un attacco fisico, anche in momenti in cui il combattimento non pare così frenetico. Perché, ad esempio, Leliana dovrebbe lanciare un coltello da lancio verso lo scarabeo, sapendo che è inutile, che non lo ucciderà e così facendo perdendo un turno? Tanto più che, nello stesso turno, il tuo personaggio riesce a usare due tecniche a consumo alto e ad attaccare un grillo, come se avesse tutto il tempo di un normale duello, mentre in realtà il nemico l’ha a malapena attaccata e sta fermo ad aspettare non si sa perché. Inoltre, considerando che hai fatto otto turni, che sono decisamente più della norma – ma perdonati in quanto dati dalla narrazione frenetica -, l’utilizzo del 40% della tua energia per un solo turno non mi pare la cosa più sensata che ci sia, quando, distribuendo meglio i consumi, avrebbe potuto rendere il duello più equilibrato o, viceversa, più rapido dal punto di vista della turnazione.
A parte verso la fine, inoltre, non hai praticamente usato attacchi fisici in senso stretto (non tecnica) e ciò ha influito parecchio sul danno subito dal tuo avversario. Avresti potuto gestirtela meglio, invece che lasciare che Leliana venisse colta alla sprovvista DOPO aver colpito alle spalle il suo nemico. Infine avresti dovuto usare tecniche o per dei turni a metà, come hai fatto all’inizio, o dei turni interi (due tecniche) come alla fine. Ci tengo a dire che non ti penalizzo in questo duello l’utilizzo di un solo slot tecnica, quanto – spesso – la mancanza totale del loro utilizzo e l’altalenanza di consumi e stili.
Per ora ti consiglio, piuttosto, di basarti su una turnazione più classica, magari composta da due tecniche e uno/due attacchi fisici a testa, in modo da non compiere grossi errori in tal senso.

Sportività: rivedibile. A parte che il tuo avversario ti dovrebbe vedere per primo, ma ti sottovaluta o non ti vede e… diciamo che va bene, poi – però – rimane imbambolato aspettando che tu muoia dopo averti attaccato. L’hai appena ferito con un colpo alle spalle che gli ha fatto un gran male e si aspetta che Leliana muoia con un po’ d’acido? Inoltre sembra non sfruttare mai la sua psionica bassa per attaccarti successivamente, ma soltanto per usare altre abilità quando, invece, dopo averti stordito, avrebbe il vantaggio dell’effetto sorpresa. Anche la gestione delle evocazioni è molto da rivedere: le hai fatte durare finché non sono morte quando dovrebbero durare soltanto due turni. Inoltre, dopo essere state evocate, non ti hanno attaccato insieme ma, anzi, ti hanno attaccato una per volta. I turni successivi. Insieme avrebbero avuto il vantaggio di 1 CS e quindi sarebbe stato per te difficile evitarle, ma sarebbe stata la norma un comportamento del genere. Altra questione: il danno. Se all’inizio va bene, non è assolutamente ottimale in alcuni punti: quando l’insetto usa il Power Up da 4 CS dovrebbe arrivare a 5, ma Leliana riesce a parare l’attacco subendo solo un danno Basso. Ha cinque volte le sue CS e arreca una ferita tanto irrisoria? Almeno un Medio o una parata vera e propria sarebbe stata d’uopo. Un basso si riceve quando la differenza è minimale e il danno inferto è tendenzialmente schivato, non quando c’è una differenza così alta.
Insomma devi rivedere le CS e le evocazioni. Ci sono delle note di merito, comunque. Subisci i danni che devi dalle tecniche senza evitarle in modo contrario al regolamento, mentre alla fine, quando l’insetto morto spara acido, c’è quasi l’eccesso. Anche il fatto che all’inizio Leliana debba pararsi il danno Basso ha giocato a tuo favore, ma ci sono alcune cose da rivedere e da imparare meglio.


Giudizio: sono sicuro che non sia stata una prova così semplice. I combattimenti autoconclusivi sono lunghi da fare, ma ho cercato di proportelo per vedere se avresti accettato o meno, non per obbligarti a farlo. Se i duelli sono più a interazione tra due giocatori e – quindi – su esempio dell’altro è più facile commettere meno errori, probabilmente, non posso dire che questa sia stata comunque una prova negativa.
Purtroppo ci sono numerose pecche che, sono convinto, andranno via con un po’ di pratica ed esperienza fino a donarti, a tempo debito, l’energia Verde, ma per ora non posso fare a meno di darti la Gialla. Penso che tu abbia compreso abbastanza il regolamento, ma che debba ancora lavorare per raggiungere una stabilità che ti permetta poi di arrivare a livelli più alti.
Intanto goditi la tua promozione a Gialla e i tuoi 500 G, ampiamente guadagnati.
Ti auguro una buona permanenza sul forum e nel Sorya!


Edited by Desdinova - 11/6/2014, 20:57
 
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