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Ad Incubus Demonibus ~ Smaschera la Strega
Aruj aveva seguito Azzurra fino al Palazzo dello Tsar, dove vide la ragazza entrare senza farsi troppi problemi. Quell'amicizia, quella fiducia che la giovane riponeva nella guardia cittadina, il nano non l'avrebbe mai capita o condivisa, non dopo quello che aveva visto e sentito. Il pirata rimase pazientemente fuori, ad aspettare la sua compagna di disavventure. Di star fermo, non aveva proprio voglia e il sigaro sembrava non poter calmare tutta l'agitazione che si muoveva in quel corpo tozzo e piccolo. Il suo frenetico passeggiare, risultò contagioso per una guardia che si ritrovò ad agitarsi alla sola vista del nano. Passarono una manciata di minuti e Azzurrà uscì. Aruj la osservò avvicinarsi ad una fontanella, prima di farsi avanti. Le sue mani ancora sporche di sangue, come parte dei suoi abiti, la guerriera cercava di lavar via con forza ciò che rimaneva della battaglia. "Quel sangue non andrà via così ..." Disse, il nano, cercando di cogliere alla sprovvista la ragazza, senza troppo successo.. "E puoi anche scordarti di quel blu acceso, il sangue asciutto non va piú via..." Sorrise, mostrando una vecchia macchia rossiccia sul gilet akeraniano, reduce di parecchie notti di baldoria. "Come il vino. Non aveva voglia di grandi discorsi, anche se sperava di tirar su il morale della ragazzina umana con un ghigno storto e qualche chiacchiera da nulla. "Lo supponevo." Rispose lei, con un tono asciutto e rassegnato. "State bene? Questa storia non mi piace per niente ... Ci mancavano solo i dissidenti in questo momento." E il nano non ascoltava più, immerso nei suoi pensieri e ipnotizzato da quella scena tanto quotidiana, quanto irreale in quel contesto. Erano anni che non vedeva una giovane lavare qualunque vestito e nella sua mente, in quell'istante, sembrò che tutto fosse tornato alla normalità di una vita banale, fatta di routine. "Già ... i dissidenti..." Ripetè quelle parole senza pensarci, come un pappagallo che imita senza comprendere. "Ah, gli incappucciati!" Il collegamento arrivò in ritardo e le preoccupazioni riaffiorarono. Prese per le spalle Azzurra, senza ripensarci, facendola sobbalzare. "Hanno in mente qualcosa! Qualche strano rituale all'ora del Sole Nero" Si fermò un secondo, frenando la lingua che si muoveva più veloce dei pensieri. Abbassò gli occhi, rompendo il contatto di sguardi, doveva dirle la verità su qugli uomini in cui la giovane aveva riposto la fiducia. "Anche lo Tsar non é uno stinco di santo ... si raccontano storie in giro." Rialzando la testa, per guardare la ragazza, il nano poté scorgere sul suo viso un sinistro turbamento. Entrambi erano coinvolti allo stesso modo, doveva sapere qualcosa. "Sole Nero? Si riferiva a questo Duilio? ha detto qualcosa in merito a le vestali si distruggeranno da sole ... e sì, vengo dal Dortan, riesco a capire quando qualcuno ha un secondo fine... " Tirò un sospiro di sollievo, nello scoprire che la ragazza non era una sprovveduta. Non che il nano pensasse davvero che un abitante del Dortan potesse essere ingenuo, però non riusciva a non provare una specie di affetto fraterno nei confronti della guerriera ragazzina. Pensavo di andare dalle vestali, ma lo stesso Duilio lo ha sconsigliato specialmente da sola... I suoi occhi cambiarono, cattive intenzioni, stretti a una fessura. ...avete impegni per domani mattina?" "Quello sguardo, adoro quello sguardo" Un sorriso s'allargò spontaneo, facendo capolino dalla barba del nano. "Dove andiamo domani?" "A trovare madame Crisommé, sperando che ci faccia entrare. Ma direi che assieme abbiamo buone probabilità. Siete con me?" Con un occhiolino e due parole, Azzurra aveva convinto Aruj a mandare al diavolo il gozzoviglio e il riposo. Non c'era bisogno di una risposta: erano in ballo, avrebbero ballato! Una locanda sembrò un buon posto in cui riposarsi, prima di recarsi al Tempio. Il nano passò la serata a bere e, quando la gente iniziò a prendere la strada di casa, pagò l'oste perchè lasciasse il boccale e il barilotto di birra a disposizione per tutta la notte. Soldi ben spesi, a detta di Aruj, che adorava la birra dolce di Taanach. Eppure, nonostante la sonnolenza portata dall'alcol, dal placido tepore della serata e dal buio, riuscì a malapena a chiudere occhio. Per ore, dopo la chiusura, restò ad osservare le candele consumarsi e spegnersi. poteva udire i passi di Azzurra rimbombare nel silenzio, il russare sonnecchiante di altri avventori, ignari di ciò che li circondava. La notte portò pensieri nel testone del capitano, la fantasia galoppava, occhi socchiusi ad immaginarsi eroe dell'Akeran, il nano che aveva salvato quell'arida terra dai demoni. Sogni ad occhi aperti più che veri pensieri e ben presto la sua mente volò al denaro e a tutti i desideri che avrebbe potuto esaudire: una nave più grande, una flotta da comandare, il mare, il cielo sereno. Non se ne rese neanche conto e dormì. Dormì, travolto dalla fatica della giornata. Dormì, convinto di aver gli occhi aperti, finchè non si svegliò. Il sole, ancora nascosto, illuminava il cielo in una tonalità di rosa pallido. Azzurra ancora dormiva e, a far compagnia al nano, c'era solo il locandiere. Un gesto e un fragoroso brontolio dello stomaco del nano furono sufficienti a quelli, che immediatamente scambiò il boccale con un piatto, subito riempito con una ricca colazione. Il nano adorava quell'ora del mattino: il silenzio che sembrava pervadere quella realtà ovattata, il mondo ancora a letto. La quiete, prima della tempesta. Il suo cranio era totalmente svuotato da qualunque pensiero, le sue attenzioni rivolte al cibo caldo nel piatto. Prima che Azzurra fosse pronta, Aruj ebbe anche il tempo di fumare l'ultimo sigaro, con tutta la lentezza che lo contraddistingueva, sciacquarsi il viso e dar la meritata mancia al locandiere.
S'avviarono presto, quando la città si preparava ancora per la giornata. Attraversarono le strade vuote, passando difronte agli svariati mercanti che allestivano i propri banchetti, le guardie che si davano il cambio e i barboni che, ancora nel pieno del sonno, si giravano dall'altro lato al loro passaggio. Azzurra non aprì bocca per tutto il tragitto e al nano stava bene così. Chissà quando gli sarebbe ricapitato di godersi Taanach al risveglio, senza che vi fossero problemi da risolvere o una ciurma chiassosa a far baldoria. Quando arrivarono al tempio la ragazzina andò verso la porta principale, senza pensarci troppo. Lo sapeva! Nessuno è perfetto e, per quanto provasse simpatia per lei, era troppo legata al suo essere un cavaliere, al concetto di giustizia e di lealtà: non c'era da stupirsi se aveva scelto la porta principale, invece di una più discreta porticina secondaria. Oltrepassata la soglia, Aruj non potè non sentirsi piccolo per un secondo, ammirando l'architettura di quel posto. Gli umani sapevano cos'era la bellezza; un vero peccato che sprecassero il loro talento in edifici inutili quanto i templi. Nel posto non c'era quasi nessuno e non fu difficile individuare una vecchietta che spazzava. Senza pensarci, il pirata si diresse verso di lei: se c'era qualcuno che sapeva tutto di quel posto, doveva essere lei. La donna, interrogata, rivolse allo straniero uno sguardo schifato, osservandolo dall'alto in basso e, senza degnarlo di una parola, si allontanò e tornò alle sue faccende. Aruj rivolse uno sguardo stranito alla sua compare. "Sembra che la vostra razza non sia apprezzata. Forse è meglio se parlo io, che ne dite?" Risponde secca, accollandosi il compito di far le domande. "Fa pure ... sono barbari" Concluse fieramente il nano, che non aveva più di tanto voglia di fermarsi a far chiacchiere con delle fanatiche; lui preferiva altri approcci. Mentre lei faceva le sue domande, la curiosità del nano cadde su due vestali in fondo alla navata. Stavano andando da qualche parte e lui non volle perdere l'occasione per spiare oltre la porticina in cui si sarebbero infilate. Questa volta, le due non lo degnarono di uno sguardo, continuando a camminare e a fissare nel vuoto. Non parlò, non fiatò, cercando di essere il più silenzioso possibile. Aveva sentito parlare di veggenti cieche ma non ricordava bene quali fossero. Se le due donne non potevano vedere, avrebbe fatto centro: bastava seguirle in silenzio e forse avrebbe trovato Madre Chrysotemis. Le dita fremevano, però, doveva sapere se quelle erano veramente cieche o semplicemente troppo spocchiose per dar retta al nano. Così, il pirata mosse una mano ad altezza d'uomo, quasi sfiorando il velo di una delle due. Quella alzò la mano e il prode capitano ritornò bambino per un istante. Si sentiva piccolo, più di quel che già non fosse, piccolo e indifeso, come se la sua spavalderia gli fosse stata strappata via. "Colui che non porta rispetto per la casa del dio, non verrà accolto con rispetto. Colui che irride le sue ancelle, verrà irriso". Disse l'altra, ammonendo la sempliciotta curiosità di Aruj, prima di riprendere il proprio cammino e attraversare la porta. La risposta intrigò il pirata ancor di più, nullificando qualunque sforzo delle vestali velate. Doveva seguirle, loro non erano semplici accoliti o novizie. Attese in religioso silenzio che quelle avessero attraversato la porticina, prima di infilarsi nella fessura, prima che si chiudesse. Vide un giardino, delimitato da una serie di colonne, al centro del quale sorgeva un tempietto dorato. Si guardò velocemente attorno, mosse un passo e ... Una mano lo afferrò da dietro. La presa lo scaraventò al suolo, difronte a se un uomo alto e muscoloso, abiti presi dirittamente dai mercati di Taanach. I lineamenti che sembravano scolpiti, si distorsero in un'espressione di disgusto. "Spiegati" E senza far troppe cerimonie puntò la scimitarra affilata alla gola del nano. "Non pensavo fosse proibito entrare" Aruj mise le mani avanti, figurativamente e letteralmente. Era abituato a scene del genere e non si sarebbe certo fatto tagliare la gola per una sbirciatina in uno stramaledetto tempio, dopo che aveva trafficato armi per mezza nobiltà del Dortan. " Come vede non sono del posto" Un sorriso innocente spuntò sul suo volto, nascondendo alla perfezione la lingua biforcuta con un fare da cherubino. "Classica curiosità nanica, non volevo offendere nessuno." Quella della 'curiosità nanica' era la sua preferita! Nessuno aveva mai fatto storie e lo aveva salvato da più di un brutto guaio. "Ero interessato nella vostra stupenda architettura e le vestali non hanno detto nulla ..." Concluse la scenata mettendoci dentro una mezza verità, che non guasta mai. "Le vestali sono cadute nella trance preparatoria al rito di domani, sciocco. Ovvio che non ti hanno detto niente." In ritorno, il fesso parlava. Lo facevano tutti e nessuno ha mai capito che la miglior posizione per interrogare qualcuno è quella dell'interrogato. "E adesso sparisci, bello. La strada la conosci". Fu punzecchiato con la punta della lama e già voleva sparargli una bella fucilata in bocca. Avrebbe fatto il bravo, per Azzurra. "Certo, certo ..." Rispose, tagliando corto. In cuor suo, il nano sapeva di meritarsi un applauso, se solo vi fosse stato un pubblico, ciononostante niente gli impediva di detestare un'altro cane che sapeva solo prendere ordini e abbaiare a comanda e borbottare in una lingua in cui nessuno l'avrebbe capito. Avvicinatosi, poi, alla ragazza, la sentì confabulare di un certo 'cucciolo di drago' con altre due vestali, decisamente più simpatiche di quelle che aveva già incontrato, anche se non troppo felici della presenza del nano. "Meriterebbe una visitina e un po' di diplomazia nanica" Si intromise, senza ritegno e senza sapere di che stessero parlando, per poi ridersela da solo e accomodarsi affianco ad una delle giovani, noncurante degli sguardi di disgusto. Kirin, il giovane ragazzo-demone akeraniano era al centro della discussione e bastò che Azzurra pronunciasse il suo nome per sciogliere la lingua alle due e convincerle a portarci al cospetto di Madre Chrysotemis. La diplomazia Dortaniana funzionava decisamente meglio di quella nanica, almeno fra gli umani. Le due li condussero per il chiostro che Aruj era riuscito già a vedere, sta volta senza essere interrotti da eunuchi zelanti, fino ad essere portati al cospetto della Madre. Maschera in volto, a coprirle totalmente il viso, vestiti del tutto simili alle altre vestali, la testa china su un grosso volume. Senza parlare fece accomodare il nano e l'umana, restando in silenzio finchè Azzurra non aprì bocca. Le domande su Raven o sulla strega non portarono ad alcuna risposta, alcune non degne di nota, altre cantilene e profezie sibilline. "Quando il sole diverrà nero, quando la follia scenderà in terra sotto l'ala nera del corvo, quando chi vedrà la luce desidererà non averla mai conosciuta [...] Come la fenice si farà fiamma, si seppellirà nella cenere, e risorgerà più grande di prima" Le frasi criptiche e i vaneggiamenti religiosi, però, non facevano per Aruj che cercò di incalzare invano la Strega, che in breve, forse annoiata, rese le menti dei due confuse ed agitate. Fu l'ultima frase del nano, però, ad infastidire la vestale più di tutte. "É lei la strega, vero? Mi sembra di ricordare le parole di quel giardiniere ... Lei non é chi dice di essere" La risposta non si fece attendere e non fu piacevole essere lì mentre Madre Chrysotemis rispondeva, non per il pirata almeno. "Il ruolo di una Madre è sempre molteplice. Per alcuni sono la Saggia, la Buona. Per altri la Temibile. Per altri ancora la Verità. E se è vero che nel tutto alberga anche il suo contrario, io sono anche la Meschina, la Crudele, la Dolce e la Menzogna. Credi pure al tuo giardiniere, se è questo che la tua ragione ti suggerisce". Fu un attimo, poco più di un brivido, ma fece rizzare anche i peli del culo del pirata dalla lingua forse troppo lunga. Non avrebbero ricevuto altre risposte quel giorno ed era meglio non arrischiarsi a procedere in una conversazione sterile con una strega. Per capirlo un nano, la situazione doveva esser seria.
La giornata del Rituale, arrivò infausta. Azzurra ed Aruj si ritrovarono nel bel mezzo del casino, non appena le cose iniziarono a peggiorare. Raven e i suoi fedeli ribelli aveva deciso di presentarsi e agitare le acque non proprio calme. La vestale, portò alla luce tutto ciò che l'umana e il nano avevano cercato di strappare dalla bocca della strega il giorno precedente; tutto questo al cospetto di una forte presenza della guardia cittadina. Lo scontro era inevitabile. L'odio serpeggiava da tempo e il nano si trovò ad essere testimone ed agente degli eventi di quel giorno. Il Sole Nero stava per arrivare. Non appena iniziarono gli scontri, Azzurra volle cercare di porre fine al caos, prima che la situazione degenerasse. Brava ragazza, lei, agiva in territorio straniero, per il bene di una città che non era la sua. Aruj avrebbe avuto sicuramente da imparare dalla sua gentilezza, anche se la cosa, non avvenne mai. "Qui tira una brutta aria... cercate di smascherare la strega!" Prese il fucile la paladina e sussurrò il piano al pirata, prima di iniziare a sparare in aria. L'esperienza dei giorni trascorsi non era servita ai due; si erano lasciati coinvolgere anche se nessuno voleva il loro intervento. Non importava quante botte o lezioni avrebbero ricevuto, Azzurra era troppo idealista e Aruj era troppo testardo: non si sarebbero tirati indietro all'ultimo. Scattò il nano, sfruttando l'attimo di confusione creato dai colpi di fucile. Avrebbe preferito vedere uno di quei proiettili conficcato nella maschera di Madre Chrysotemis, piuttosto che sprecati nel vuoto ma la giovane aveva un atteggiamento troppo diplomatico per agire aggressivamente fin dall'inizio. Raggiunta la strega, il pirata balzò, allungando la mano per strapparle la maschera, con un movimento veloce. Appena le sue dita furono a pochi centimetri dalla fine porcellana che ricopriva il viso di lei, però, una strana forza lo scaraventò all'indietro. Un muro invisibile si frapponeva fra il capitano e la vestale, che non dovette neanche muovere un dito per impedire l'attentato alla sua identità. Aruj assaggiò la polvere ed aveva un sapore amaro. Fece appena in tempo ad alzarsi in piedi, che il nano fu aggredito dall'amichetto che s'era fatto al tempio. "Bastardo, avrei dovuto infilzarti quando ne ho avuta la prima occasione!" Urlava e brandiva la sua sciabola con una sicurezza disarmante, gettandosi come un animale. Lanciò un fendente, che andò a vuoto. Aruj schivò il colpo, spostandosi di lato e sfruttando la piccola statura. Gli occhi del capitano s'infiammarono di rabbia: quello schifoso cane idrofobo era stato fortunato una volta, non lo sarebbe stato una seconda. Imbracciò il fucile, già carico, e sparò l'eunuco dritto in pancia. Non c'era bisogno di pensarci, nè di mirare: una bella fucilata a corto raggio era tanto semplice da risultare istintiva per il nano. "Avresti dovuto ,Köpek, ora è tardi!". E quello cadde, morente, con un buco grosso quanto un pugno. Nessuno gli aveva insegnato a non sfottere troppo un nano con una sputafuoco carica. Non appena quelli toccò il suolo, un'altro uomo, simile nel vestire e nell'aspetto si gettò su di lui, le lacrime agli occhi e la parola 'fratello' che uscì dalla sua gola in un suono rauco e straziante. Quello si alzò e iniziò a cantilenare qualche frase incomprensibile, una lingua sconosciuta, resa ancor più indecifrabile dal trambusto che circondava il nano. E poi, lo vide. Suo fratello. Fu come veder il tempo fermarsi, mentre la figura di Elias emergeva dalle ombre e tornare in vita. Non credeva ai suoi occhi, era esattamente come lo ricordava: ancora un ragazzino dagli occhi vispi e svegli. Come fosse possibile, al nano non importava, quando questi allargò le breccia e gli si gettò al collo. Fu un istante e il capitano versò una lacrima, mentre il corpo del fratellino diventava sempre più caldo. "Brucia, Aruj ... Aiutami" Sussurrò Elias, iniziando a divampare fra le braccia del fratello. Fu un istante e il giovane nano era polvere. Ciò che restava era dolore. Una fitta lancinante nel bel mezzo del petto di Aruj. Fù come svegliarsi da un sogno ed abbassando lo sguardo, il nano vide il petto ustionato: tatuaggi, cicatrici, cancellati, sotto un mare di peli carbonizzati. Faceva ancor più male dentro; mai avrebbe pensato di rivivere quella scena, nè lo avrebbe voluto. I palmi a terra, il pirata strinse la polvere e digrignò i denti di rabbia, scacciando il dolore fisico. Osservò il bastardo che aveva usato il fratellino innocente solo per ferirlo, mentre agitava la sua frusta. Bevette un grosso sorso dalla fiaschetta, ingollando tutto il Grog che non colò sulla barba e sul petto ferito. Quando il cane attaccò con la frusta, Aruj era pronto e deviò il colpo, sguainando il Kilij di famiglia, il cui filo brillò sotto il sole: quella, era una questione personale! Con la testa leggera per l'alcol e infiammata dalla rabbia, il pirata si gettò come una belva sferrando un fendente diritto al petto dell'eunuco. Passatogli al fianco destro, poi, infierì ancora una volta, mirando al fianco. Tutto ciò che voleva, in quel momento, era far soffrire quel bastardo, prima di decapitarlo e spedire quel che restava di lui alla famiglia, in una cassa piena d'esplosivo e un biglietto:
"Ha fatto incazzare Aruj Shadak"
Aruj Shadak
Status fisico: 55% Status mentale: 65% Energia: 110% CS: +8 -> 6
Passive in Uso: Rissoso ~ Non importa che sia una semplice scazzottata fra compagni di bevuta o un combattimento all'ultimo sangue, una volta lanciato il guanto della sfida, per Aruj diventa una questione personale. Il primo a lanciarsi nella mischia e l'ultimo ad arrendersi, il capitano sembra poter colpire con più cattiveria e forza ogni volta che viene ferito, quasi traesse potere dai colpi ricevuti. Il capitano non sembra curarsi, inoltre, del protrarsi di queste azzuffate, così come di qualunque combattimento in cui sia coinvolto. Anche se ferito gravemente, infatti, il nano continua a combattere, ignorando il dolore con la stesa facilità con cui tracanna un bicchiere di rum. (Abilità personale 4/25: Passiva ~6 utilizzi~ Power Up su danno a "Fisico" ricevuto, non autoinflitto, alle CS "Forza" Passiva ~6 -> 5 Utilizzi~ Avanguardia: Resistenza)
Attive in Uso: Giocare Sporco~ Seppur Aruj sia un pirata non troppo celebre, visto il numero copioso di corsari che infestano Dorhamat, qualunque oste si ricorda di lui: coinvolto troppo spesso in zuffe, riesce a seminare il terrore nei cuori dei poveri locandieri che vedono la propria bettola cadere nel caos, quando il nano inizia a menare le mani. Rissoso, molto più dei suoi colleghi, in queste occasioni il capitano predilige l'uso delle mani, più che del ferro, arrivando a disprezzare chiunque usi un'arma; per questo motivo, il nano riserva a tali soggetti un trattamento speciale: li disarma e li colpisce laddove fa più male. Seppure sia stata ideata per punire i disonesti, la tecnica di disarmo è versatile anche in un vero combattimento, dissuadendo gli incuti che provano a fronteggiare fisicamente Aruj; se ciò non dovesse bastare e qualcuno dovesse ancora avere il coraggio di combattere contro il nano, un colpo basso, subdolo e veloce, può far pentire anche il più duro dei combattenti. (Abilità Personale 2/25: "Natura Fisica, Danno Basso all'Equipaggiamento" (Costo: Basso; Energia) Abilità Personale 3/25 "Natura Fisica, Danno Medio al Fisico," (Costo: Medio; Energia))
Grog ~ Il rimedio preferito da tutti i parati e marinai al largo di Dorhamat, si dice possa curare un gran numero di malattie che affligge gli uomini di mare. Un miscuglio di acqua pulita, cannella, distillato di zucchero di canna, limone e lime, nonostante la sua alta gradazione alcolica, sembra assere davvero un toccasana per chiunque lo beva, risultando particolarmente dissetante in piccole dosi. Alcune storie narrano che il capitano Aruj abbia modificato leggermente la ricetta, traforandolo in vero coraggio liquido, capace di donargli ancor più precisione nel colpire o, alle volte, rimediargli una sonora sbronza. (Abilità Personale 5/25: Natura Psionica, Power Up alle CS "Maestria nelle Armi" (Costo: Variabile; Energia + Autodanno Mentale))
Fuggiasco ~ Perennemente ricercato dalle autorità, Aruj ha sviluppato abilità elusive superiori alla media, riuscendo a liberarsi da qualunque vincolo fisico: siano essi corde, manette, catene, lucchetti; niente può tenere in gabbia il temibile corsaro. In Combattimento, la tecnica si rivela ben più utile, permettendo al nano di schivare qualunque attacco diretto alla sua persona: dal più banale fendente di spada alla più potente delle stregonerie, con l'impegno giusto, nessuno di questi ostacoli sarà d'intralcio al pirata. (Abilità Personale 6/25: Natura Fisica, Difesa Fisica (Costo: Variabile; Energia ))
Riassunto/Note:Maggior parte del post è come concordato in privato/confronto. Quando il secondo eunuco mi attacca, subisco il danno Alto, non avendo difese Psioniche, per poi utilizzare un Alto di PU (+8cs) e consumo due CS per un attacco fisico, più uso la tecnica 'Giocare Sporco' per aggiungere un medio al totale. Mi scuso per aver postato oltre il limite.
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