Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il peccato originale ~ hain

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view post Posted on 27/4/2015, 12:41
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i fratelli Lessienne
e le scuse più sentite

— hain —

hain

Antoine e Joseph
sera; gola di Yarış- köye


   « Vorremmo scusarci... » balbettò Antoine, fissando intensamente un imprecisato punto del soffitto.
    Dettava tenendo gli occhi serrati, con le ciglia grigiastre e pelose che sotterravano tutto il suo pensiero in una massa cespugliosa e ruvida. Nel mentre, sulla sua fronte si rincorrevano rughe di varie dimensioni e misure, frapponendosi tra loro come un pentagramma variopinto e cacofonico. Agitava le mani corte e tozze in aria, come stesse immaginando quelle frasi in un inverosimile discorso, pronunciato dal palco di un improbabile teatro. E, nel farlo, non pensava ad altri che a se stesso.
   Joseph di tanto in tanto lo fissava, brontolando qualche frase di disappunto. Poi passava la piuma d'oca sul foglio di pergamena, tracciando con massimo impegno le parole con l'inchiostro. Si sforzava di farle sembrare gradevoli alla vista, benché scrivere in quelle condizioni fosse difficile. Più difficile di quanto già non lo fosse per uno, come lui, che gli studi non li aveva mai finiti.
   Uno schioppo sordo riempì l'aria e la carrozza virò bruscamente, per l'ennesima volta. Scorreva da ore sulla terra battuta, sballottando i due nobili da una parte all'altra del carro. Era buffo vederli concentrati in un discorso con se stessi, nonché mossi su di un cuscino e l'altro nei loro panciotti di pelle scura. Era buffo e ridicolo, per chiunque fosse li ad ammirarli. Peccato che fossero soli.
   D'un tratto, la penna di Joseph si fermò, sobbalzata dall'ennesima buca. La penna schizzò sul foglio, gocciolando una grossa macchia d'inchiostro nero.
   Joseph borbottò l'ennesima bestemmia e si curò di accartocciare il foglio e buttarselo ai piedi. Era almeno il decimo.
   « Che vuol dire... vorremmo scusarci » disse poi, in un attimo di coraggio, « ...che razza di frase è? »
   « Voglio dire, la lettera serve proprio a questo » ammonì il fratello, con fare indispettito, « cosa ci impedisce di scusarci? » Nel parlare, teneva il grosso naso adunco diritto contro il primo, mentre attraverso gli occhialotti spessi facevano capolino i grossi occhi azzurri e il capo lucido, senza capelli.
   Antoine uscì dalla sua trance letteraria e gli restituì un'occhiata interdetta. « Cosa ci impedisce di scusarci --- cosa? » Chiese, visibilmente stranito.
   Joseph sbuffò sonoramente, aggiustandosi gli occhiali sul naso. « Se dici vorremmo scusarci » asserì, con grande pazienza, « sembra quasi che qualcosa ti impedisca di farlo... »
   « Va bene -- va bene » Antoine sospirò più volte. Poi, prese fiato e ricominciò a dettare: « Dunque --- Scusateci con tutto il cuore... »
   Joseph appoggiò la piuma d'oca sul nuovo foglio, preparandosi a scrivere. Poi, però, rimase immobile qualche istante, rinunciando a procedere. « No » commentò, scuotendo il capo, « così è troppo diretto. »
   « Oh per le briglie di Boccasciutta » sbottò Antoine, divenendo paonazzo in volto, « non ti va bene nulla, Joseph! »
   Scosse il capo, tenendosi gli orli della giacca con entrambe le mani. « Non dimenticare che ci hai messo tu in questo guaio...! »
   « Io..?! » Joseph abbaiò, aumentando il tono della voce. « Sei stato tu a dire andiamo giù al sud, li sono tutti creduloni » prese a parlare con tono gracchiante, imitando malamente la voce del fratello « nessuno si accorgerà che le nostre stoffe non sono pregiate...! »
   Antoine cambiò colorito, passando dal rosso paonazzo al viola papavero. « Ma è stata tua l'idea di truffare quel Mezzatesta lì... » ribatté, con tono sprezzante.
   « Non potevo sapere fosse uno sgherro di quella puttana » sbottò Joseph, irato allo stesso modo, « Lossanna... Lissandra... »
   « Lhissra'had » lo corresse Antoine, tagliando corto.
   Subito dopo stettero in silenzio. Per qualche motivo, la tragicomica realtà di due fratelli condannati a morte per la loro maldestra abitudine di truffare il prossimo, ebbe il sopravvento sulle personali divergenze. Per una volta avevano truffato la persona sbagliata. E non avrebbero cavato nulla litigando tra loro. L'unica speranza di salvezza era quella città alla fine della gola e mezzo squadrone di Pari inviato per salvargli il culo.
   « Vedrai che non ci abbandoneranno » ribatté Antoine, cercando di recuperare lucidità, « d'altronde io sono un Lancaster...! »
   Joseph sbottò in una risata amara « Aver sposato la più brutta pronipote di Lord Aedh non fa di te un Lancaster » lo schernì, disgustato, « ma un amante dell'orrido. »
   « Intanto ci hanno inviato questi carri per salvarci » proseguì Antoine, arricciandosi i baffi nervosamente. « Una volta giunti a Orza-Yer saremo in salvo... » proseguì, sospirando nervosamente « ...e lasceremo questa terra maledetta con una lettera di profonde scuse. »
   « ...una volta arrivati li » sottolineò Joseph, quasi senza crederci. Entrambi mandarono giù un grumo di saliva, sonoramente.
   « Il problema sarà arrivarci » disse ancora, sudando freddo. « Questa valle è piena di grotte » bofonchiò, silenzioso, « gli sgherri della puttana potrebbero essere ovunque. »
   L'ennesimo schioppo dei cocchieri fece sobbalzare i due sulle loro poltrone. Subito dopo, Antoine allungò un dito sulla tendina, fissando il panorama fuori; grosse colonne di roccia abbracciavano la terra battuta e, con essa, tutta la carovana. La gola li aveva avvolti, in una stretta che di amorevole aveva ben poco. Invero, la bella notizia era che alla fine di quella corsa sarebbero giunti direttamente nel villaggio dove i Pari li attendevano. La brutta è che, ove qualcuno avesse voluto colpirli, lo avrebbe fatto proprio in quel momento. Ovvero durante notte e tra le mille cave di Yarış- köye.
   « Giuro che se ci salviamo anche questa volta smetto di fare truffe » balbettò Antoine, richiudendo la tendina con cura.
   « Non dirlo troppo forte » sospirò Joseph, a mezza bocca, « qualcuno potrebbe anche crederti. »



CITAZIONE
hain = traditore

Benvenuti al sesto, e ultimo, round del peccato originale. La scena vi si presenta come sopra descritta e qui sotto vi farò un elenco il più sintetico possibile sui vostri obiettivi.
• L'obiettivo dell'utente a favore dei Pari è quello di difendere i fratelli Lessienne e scortali sani e salvi al villaggio di Orza-yer. Per compiere questo compito può usare ogni mezzo a sua disposizione (con le proprie tecniche o azioni fisiche - ricordiamo che il nuovo regolamento delle armi gli permette di portarsi nella scena tutto l'equipaggiamento appropriato per compiere il suo obiettivo) ma non deve essere autoconclusivo nei suoi tentativi di difesa. Il suo obiettivo si sintetizza difendere il carro dove viaggiano i fratelli Lessienne. In GdR-On ciò avviene poiché i Pari hanno interesse che i due, legati al Casato dei Lancaster, non vengano massacrati nell'Akeran. I due Lessienne sono protetti da una squadra della milizia dei Lancaster, discesa nell'Akeran per fargli da scorta. Il difensore avrà a disposizione un cavallo che cavalca alla stessa velocità dei carri della carovana, con cui rincorrere, inseguire e precedere la stessa.
• L'obiettivo speculare dell'utente contro i Pari è quello di "uccidere i Lessienne". A livello di GdR, Lhissra'had ha ordinato ai suoi mercenari (di cui l'attaccante fa parte) di uccidere i due traditori, rei di aver compiuto una truffa ai suoi danni. L'attaccante avrà a disposizione un cavallo veloce quanto i carri della carovana, per procedere all'inseguimento. Nell'attaccare la carovana non dovrà essere autoconclusivo e ogni danno che tenterà di apportare al carro sarà valutato in sportività.
• L'obiettivo è di "difendere" o "attaccare" i due fratelli, e dunque il voto in strategia dipenderà dalle modalità con cui l'attaccante tenterà di attaccare il carro, nonché dalla difesa opposta dal difensore. Sarà altresì influente la circostanza che uno, o entrambi i fratelli vengano danneggiati o periscano entro la fine del duello.
• Entrambi avrete a disposizione due slot speciali valenti per la giocata. Lo slot speciale ha un consumo Medio (di una risorsa scelta al momento del cast), consuma uno slot tecnica e genera un effetto di potenza Media giustificato da un intervento esterno: ad esempio per il giocatore in attacco potrebbe essere costituito da una roccia che si insinua nei raggi del carro, facendolo saltare, mentre per il giocatore in difesa potrebbe essere una tempesta di sabbia che ostacola il passaggio del cavallo avversario.
• Se l'utente contro i Pari non utilizza appropriate tecniche per nascondersi, allora il giocatore in difesa può individuarlo automaticamente dopo il primo post attivo.
• Per il resto, la giocata segue le normali regole di un duello ufficiale:


Josiah VS Lothar
Rossa VS Gialla
A VS C


Primo post: Josiah
Durata: un post di presentazione a testa e quattro post di combattimento
Tempi di risposta: a cinque giorni dalla risposta del proprio avversario verrà applicata una penalità di 0.25 punti alla sportività del giocatore. Tale penalità è cumulativa per ogni ulteriore giorno di ritardo.
Regole: Il duello non deve interrompersi per alcun chiarimento - usate vie private, nel caso. Non si possono modificare i propri post dopo le risposte dell'avversario. Si seguono le normali regole di un duello ufficiale.


Edited by Ray~ - 27/4/2015, 15:11
 
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view post Posted on 3/5/2015, 12:14
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Cardine
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Il peccato originale ~ hain


«Juan!» esordì Josiah, all'improvviso.
   Lui e il beduino non si rivolgevano la parola da ore, passate invece a patire silenziosamente l'afa del deserto dei See e a centellinare i sorsi d'acqua dalle loro bisacce. Entrambi non amavano chiacchierare, a differenza del musico, e quel reciproco lasciarsi in pace bastava a farli andare d'accordo. I loro cavalli erano freschi e rapidi, poiché se n'erano fatti sellare di nuovi al caravanserai di Mangal quella mattina stessa; il viaggio, fino a quel momento, era proseguito senza intoppi di sorta. Non faceva nemmeno troppo caldo e potevano persino permettersi qualche lusso, dal momento che il denaro - per la prima volta, forse - non era affatto un problema. Tutte le spese erano a carico dalla famiglia De Lafey, aveva detto Taliesin.
   «Dimmi, che cosa ha detto di preciso al bardo, il messo di Lady De Lafey?» lo interrogò con tono pacato. Juan sussultò impercettibilmente, rimettendosi poi ben composto in groppa al destriero. Il bardo lo aveva già messo in guardia giorni prima, prevedendo che una domanda scomoda come quella sarebbe arrivata, prima o poi, e gli aveva dato chiare istruzioni su come fosse meglio mentire. Per cominciare calò quindi il turbante scarlatto che gli copriva il volto - il suo segno distintivo da quando lavorava per il cantastorie - e sorrise placidamente allo stratega. Prese un bel respiro e, proprio come un attore, cominciò a recitare. Peccato che in quel caso fosse buona la prima, e che lui non fosse talentuoso nelle frottole come il suo maestro.
   «Beh, io ero lì, ma non ho capito molto. È arrivato a Ladeca il giorno prima che tu tornassi da Lithien. Ti cercava. Glie lo si vedeva in faccia che aveva fretta e che c'era sotto qualcosa di importante» cominciò il beduino, mantenendo un tono disinteressato ma gioviale. Ovviamente nessun messaggero era mai giunto a Ladeca per loro. Lui e Taliesin non erano nemmeno rimasti lì durante quei giorni, ma questa era la più piccola delle menzogne che sarebbero seguite.
   «Ci sono dei truffatori che stanno rovinando gli affari dei De Lafey nell'Akeran. Due idioti, Lancaster solo di nomea, che si divertono a spacciare la loro merda per tessuti pregiati» continuò. Juan se ne intendeva parecchio di tessuti, avendone commerciati molti tipi diversi nella sua vita precedente, perciò si dilungò in una superflua descrizione di cosa distinguesse i tappeti di Taanach da quelli del Sultanato, e di come gli uomini dei Quattro Regni si sforzassero di imitarli. Tessuti pregiati, pensò, come Itinerante. Quell'inutile discorso gli fece rammentare il momento preciso in cui Taliesin, disperato e al lastrico, aveva dato come pegno a quel mercante ingioiellato il suo adorato mantello. Doveva essersi immischiato in affari grossi, negli ultimi tempi, e qualcosa pareva essere andato storto. La verità - e questa nemmeno a Juan era dato saperla - era che una della sue giocate d'azzardo era andata male, molto male, e per recuperare in fretta il denaro sperperato era dovuto scendere a patti con quella sorta di strozzino, impegnando uno dei suoi beni più preziosi.
   «Insomma, questi due non piacciono a nessuno. Lady Florence ha intenzione di dar loro una lezione, sia per gli affari del suo feudo che per i ricchi mercanti con cui commerciano, a sud. Ma in realtà penso la consideri come una prova per seggiare... saggiare le tue capacità» dichiarò infine, scegliendo accuratamente le parole e sforzandosi di pronunciarle al meglio. Facendo ciò aprì una breccia nell'apparente disinteresse e distacco dello stratega. Alla parola prova i suoi occhi si erano come illuminati.
   La verità non poteva essere più diversa da quanto aveva dichiarato: era Taliesin che, indebitatosi con la persona sbagliata, era stato costretto a fare un favore a quelle carogne senza scrupoli per riavere il suo Itinerante. Il compito era quello di sistemare i due truffatori di basso rango che si erano inimicati qualche pezzo grosso del giro di denaro akeraniano. Taliesin avrebbe voluto e potuto rimediare egli stesso di persona, ma era stato ritenuto completamente inaffidabile. Era stato comunque lieto di poter scaricare il barile a Josiah, anche se con l'inganno.
   «Insomma, il mio primo incarico» fece il ragazzo, pensieroso. Qualcosa ancora non gli quadrava, anche se non riusciva bene a comprendere cosa. Ma finché si trattava di manovre militari - il bardo aveva più volte sottolineato che i truffatori erano accompagnati da una guarnigione di viziosi miliziani, banditi anch'essi, che si fregiavano del titolo di soldati dei Lancaster - allo stratega non poteva che andare bene. A quanto pare avrebbe persino dovuto condurre una guarnigione di guerriglieri, per conto suo. Era la prima volta che poteva davvero mettere in mostra quanto appreso dal Bingfa.
   «Precisamente!» gli rispose con prontezza il beduino, che poté infine tirare un sospiro di sollievo mentre si ricopriva il volto col turbante. Di sicuro non gli dispiaceva accompagnare Josiah e attraversare le sue terre, nel deserto. Era poi d'accordo con Taliesin che scortarlo fosse la cosa migliore, per tenerlo sott'occhio ed evitare che la copertura saltasse. Anche quella, per lui, era un'occasione speciale e in un certo senso il primo compito di responsabilità che il Bardo Rosso gli avesse mai dato.

«Affanculo» mormorò una voce, molte miglia lontano da lì. Senza il suo mantello sulle spalle era come se avesse sempre freddo.


SENW881



I mercenari erano in cinque, e tutti vestivano di nero e marrone. Josiah non se ne aspettava molti di più, anche perché troppe persone sarebbero state d'intralcio negli spostamenti e negli assalti. Si erano fatti trovare pronti fuori dal caravanserai di Moloz, situato nel settentrione del Bekâr-şehir. Non indossavano vere e proprie divise, poiché ognuno vestiva in modo diverso ma coi medesimi colori. Avevano in comune solo una strisciolina di tessuto dorato e opaco, che circondava il loro collo e scendeva sulla schiena. Significava che erano stati assoldati tutti quanti dalla stessa persona.
   «Secondo me la tua è una pessima idea. La terra ferma è una pessima idea» commentò un tizio sulla quarantina, già canuto e con la pelle invecchiata e arsa dal sole, come quella degli uomini di mare. Sembrava nervoso, forse perché molte miglia di terra lo separavano dall'oceano, o forse perché era la prima volta che non era lui a impartire ordini al ragazzo, bensì il contrario.
   «Zitto, vecchio. Volevi lasciarmi fare? E allora lasciami fare» rispose il giovanotto al suo fianco, spazientito. Giocherellava con un doblone dorato e si teneva a debita distanza dal cavallo, una bestia che aveva già cominciato ad odiare. La coppia se ne stava un po' in disparte, tenendo le cavalcature per le briglie. Non erano pratici con esse, avendo passato gli ultimi anni a lavorare come guardie a bordo di velieri mercantili. Così dicevano loro a chi glie lo chiedesse, ma in genere quelle era la solita scusa che i pirati usavano per evitare grane con la legge. Entrambi erano armati con le sciabole tipiche di Dorhamat e portavano degli zaini strapieni.
   Gli altri tre uomini erano avvolti da veri e propri mantelli, lunghi e ben più pregiati di quanto ci si potesse aspettare. Erano rimasti in groppa ai cavalli e non parlavano nemmeno tra di loro. Avevano la pelle scura e sporca di polvere, anche se in volto e sulle mani si intravedevano numerosi anelli dorati che facevano pensare a gente non proprio squattrinata. Dai loro sguardi severi sembrava sapessero il fatto loro, ma era impossibile capire se si conoscessero già tra loro o meno.
   Quando Juan e Josiah arrivarono, il sole era sorto da poco. Illuminava la struttura squadrata del caravanserai, che sorgeva a ridosso di una massiccia colonna di roccia rossa, una delle tante che si innalzavano dal suolo brullo di quelle terre. Le nuvole che interrompevano la monotonia turchese a occidente e rosata a oriente del cielo si profilavano lontano da lì, verso nord.
   I mercenari stettero tutti zitti e in ascolto. Anche Juan si mise in disparte, attendendo che lo stratega dicesse qualcosa, ma egli per qualche istante si limitò a fissarli tutti, uno per volta, negli occhi. Non scese nemmeno da cavallo.
   «Chiamatemi Josiah. Sapete già qual'è il nostro compito. Siete pronti, perciò partiremo immediatamente» dichiarò, categorico. A cavallo del suo destriero parve, forse per la prima volta nella sua vita, un vero condottiero: portava con sé due lame, un antico Dao sul fianco destro e la sua fidata spada lunga sul sinistro. Sulla schiena aveva l'arco dalle estremità ricurve, mentre la faretra si trovava attaccata alla sella del cavallo. In un'apposita custodia di cuoio posta a destra, sotto la spada corta, custodiva il suo preziosissimo tomo.
   «Fate come dico io, e presto tornerete tutti a dormire in un letto comodo. Dove si trova la carovana?» chiese mentre Juan gli si avvicinava di nuovo, come per sottolineare che fosse già un suo seguace fidato. Quelle parole tanto autorevoli avevano affascinato persino lui, che si era dimenticato almeno per un istante il vero motivo della sua presenza in quel posto.
   Il trio si consultò brevemente in una lingua che Josiah non comprese.
   «I Lessienne muovono verso le gole di Yarış-köye. Possiamo raggiunger-li e attaccar-li prima di sera» fece uno dei tre Akeraniani dalla pelle scura, in un comune accidentato e molto simile a quello del beduino qualche mese prima. La sua voce era profonda e sicura.
   «E allora mettiamoci in marcia».

Prima che calasse la sera Josiah ebbe modo di conoscere tutti quanti.
   I marinai, Ishmael e Alan, erano due disgraziati che avevano avuto sfortuna nei loro ultimi incarichi e Alan, l'ormai non-più-tanto-giovane apprendista, aveva convinto il suo mentore a fidarsi di lui. Avevano quindi deciso di allontanarsi per qualche tempo dall'oceano, fonte continua di scarogna, e si erano uniti alla spedizione. Sembravano agili tanto di gambe quanto di mente.
   I tre neri si erano presentati coi nomi di Isaam, Tariq e Aamir. Isaam era quello dalla parlantina più sciolta e dal Comune meno accentato, ma era quasi sempre stato Tariq, il più possente dei tre, a parlare a nome del gruppo. Aamir non aveva spiccicato una parola in tutto il tempo e si era limitato a fissare il suolo con la testa chinata in basso. Loro erano i tre mercenari assoldati dai mercanti Akeraniani; quando Isaam aveva menzionato Lhissra'had, Josiah non aveva mosso un muscolo, ma Juan per poco non era caduto da cavallo. Quel nome non gli era nuovo.
   Si trattava di affari seri. Più di quanto Taliesin avesse osato dichiarare.


JOSIAH
Fisico: 75%
Mente: 75%
Energia: 150%

POTERI PASSIVI
COMANDO - (1/6) utilizzi. Aura psionica di autorità e comando.

RIASSUNTO
Ho cercato di snellire il post, che altrimenti sarebbe venuto fuori ancor più pieno di roba. Quando ti diverti a scrivere andresti avanti per giorni. Mi sono preso parecchie libertà di contestualizzazione, in modo da non dire che Josiah viene semplicemente ingaggiato; spero di non aver esagerato con le libertà che mi sono state concesse, ma ho cercato di essere sempre coerente anche nella personalizzazione. Beh, ho scritto della trama dura e pura, ma alcuni riferimenti forse farei meglio a specificarli. Per cominciare:
• la giocata si colloca dopo Di polvere e pergamene 中, un momento in cui Josiah torna a Lithien per recuperare alcuni importantissimi documenti. Quando torna nei Quattro Regni - è in viaggio per l'Alcrisia settentrionale, dove intende mettersi al servizio di una famiglia nobile - ritrova Taliesin e Juan, i suoi accompagnatori, che lo ingannano.
• il caravanserai è un avamposto commerciale fortificato tipico del Medio Oriente. Mangal significa braciere in turco, Moloz significa pietrisco.
• il mercante con cui Taliesin si indebita fa parte delle Scaglie (oppure delle Ossa, poco importa) de "Gli occhi del serpente", organizzazione con la quale il bardo è comunque piuttosto colluso (lol). Si tratta di un pezzo grosso che, per conto di Lhissra'had, trova qualcuno - Josiah, tramite Taliesin - per sistemare i fratelli Lessienne.
• i mercenari sono chiaramente ispirati ad alcune figure della fazione (una Lingua, un Sonaglio, un Sangue), anche se questo risulterà più chiaro nei prossimi post. Due di loro sono invece dei Marinai (vedi Oceano di Zar) piuttosto squattrinati. Ovviamente la corrispondenza con queste figure è soltanto narrativa, non hanno nulla di tecnico e perciò nemmeno un grado di pericolosità a cui fare riferimento.
• un altro png, alleato di Josiah, è Juan, scagnozzo di Taliesin unitosi a lui nel corso di Rou - Grysleer. Qualcuno se lo ricorderà di sicuro.
• ho "sprecato" un utilizzo di Comando, una passiva in mio possesso, per il primo approccio con i png. Lo ritenevo un comportamento coerente con il mio pg, che intende imporsi come comandante fin da subito.
• circa le armi: Josiah ha con sé la spada luna a doppio filo (Jian), un'altra spada corta ricurva a un filo solo (Dao, il cui scopo è semplicemente cerimoniale), il giustacuore (protezioni sotto i vestiti che proteggono le zone più vulnerabili del torace), un'armatura di cuoio molto leggera, un arco simile a quelli mongoli e una lancia/picca dello stendardo (Quiang), che è Juan a tenere al posto suo. I nomi tra parentesi sono i corrispondenti in cinese, ovvero quelli che appaiono sul Bingfa di Josiah.
• il post termina con il gruppo che insegue la carovana nel Yarış-köye. Sono ancora abbastanza lontani, comunque.
Per concludere: so di aver postato con un giorno di ritardo, e sono consapevole della conseguente penalizzazione, ma non potevo fare altrimenti. Chiedo scusa al mio sfidante.
 
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view post Posted on 6/5/2015, 19:58

Lamer
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Era l'alba quando il nano si presentò ai Lancaster. Era la prima volta che si presentava a quella famiglia da alleato e non da nemico. Era strano, molto strano, eppure qualcosa dentro di lui gli diceva che doveva verificare quanto la sua fiducia nei Pari fosse ben riposta.

Si era ripromesso di combattere per il bene dopo essere andato via da Ladeca e ora doveva capire quale realmente fosse il suo ruolo in quella complicata vicenda in cui si era involontariamente intromesso quando, molto tempo fa, era diventato un sussurro.

Si ricordava bene il suo primo incarico tempo a dietro, quando lui e pochi altri si erano diretti a Nord per capire cosa stesse succedendo in quei territori e aveva scoperto l'avanzata della Guardia Insonne. In quei momenti, quando lottava per il regno, si sentiva appagato da qualcosa che non riusciva a capire nemmeno ora, eppure quella sensazione era scomparsa da quando il trono che non trema era caduto.

Perchè aveva scelto i Pari? Cosa lo aveva spinto ad allearsi con quelli che aveva giudicato per quasi un anno i suoi nemici mortali? Probabilmente si era fidato di loro perchè nobili, ma ora che aveva scoperto che lui era un nano di umili origini i dubbi avevano invaso la sua mente.

A volte si chiedeva cosa avrebbe fatto Fanie, la sua cara amica scomparsa da qualche tempo. Lei era stata la prima donna che avesse stimato come guerriera e come oratrice perchè solo lei era riuscita a renderlo per poco tempo un vero difensore del popolo e del regno.

Il principale dubbio che si chiedeva era infatti se la Resistenza fosse la vera risposta a tutti i suoi dubbi. Lei l'aveva fondata e lui si era ripromesso molto tempo a dietro di aiutarla a renderla forte mentre ora stava dall'altro lato del campo di battaglia. Fu la voce di un Lancaster però a rivagliarlo da quel flusso di pensieri che oscillava tra passato presente e futuro.

"Abbiamo una missione adatta per te, nano. Due nobili legati ai Lancaster sono minacciati da una strana gilda nata nell'Akeran. Tu sei un nano e quindi dovresti conoscere questi luoghi. Ora parti e torna con loro."

Frasi secche e svogliate, come se stesse parlando all'ultimo della plebe. Ora si ricordava perchè odiava così tanto i Lancaster e per un attimo sentì di nuovo quel sentimento riaffiorare. Pensò che alcuni di loro non meritavano neanche il suo sguardo, peggio della merda di vacca, anzi, forse le secrezioni dei bovini erano più degni di uno sguardo.

Partì subito a cavallo di Bolg. Volarono per miglia diretti a Sud, parlandosi raramente poiché ciò che avevano scoperto aveva reso meno intenso quel legame. I due si parlavano, ma non come prima. Gli sguardi erano diventati meno dolci e più distaccati. Lhotar soffriva per questo e non sapeva come rimediare. Tutto il suo mondo era caduto e il drago blu non aveva ancora accettato quel fatto, forse, non ci credeva nemmeno.

Arrivarono all'alba a Ozar-yer e insieme a una decina di soldati Lancaster partirono per andare a salvare quei pargoletti. Lungo il viaggio d'andata il nano chiede informazioni ad alcuni dei soldati. Tutti erano stati addestrati in modo eccellente e quasi sembravano tutti uguali. Solo uno differiva dagli altri nove.

Era il più vecchio del gruppo. Barba folta, alto come tutti gli altri, ma l'unico affiancato da un drago zanna. Da quello che aveva capito era stato lui ad addestrare tutti gli altri all'arte della guerra, nonostante non fosse comune tra i Lancaster e per questo tutti lo guardavano con stima con ammirazione e infatti immediatamente capì che sarebbe stato con lui che avrebbe deciso il piano difensivo.

Infatti poco prima di raggiungere i fratelli Lessienne e iniziarli a scortare attraverso le distese aride del Bekar Sheir il Lancaster lo fermò bruscamente guardandolo fisso negli occhi e cercando un qualcosa che parve non trovare.

"Nano, il tuo nome è Lhotar giusto?" Lo chiese retoricamente cercando di elevarsi ancora di più sul suo cavallo facendo sentire il Doppielame ancora più minuscolo rispetto alla corporatura robusta di quell'uomo. " Ho sentito parlare di te. Fino a quando non ho saputo il tuo nome mi ero rifiutato di essere sotto la guida di uno della tua razza, ma visto ciò che sei riuscito a fare contro il bastardo di quell'infame di Raymond credo che dovremmo decidere assieme le mosse."

Era chiaro ciò che intendeva. Se non avesse dimostrato contro Iohan quello che valeva, il comando di quella spedizione sarebbe stato suo, invece così i due si ritrovavano ad avere un ruolo di eguale iimportanza, visto anche il luogo dove si trovavano.

"Voi Lancaster siete attenti, immagino tu mi abbia visto combattere contro di lui quel giorno a Basiledra. Lo disse con decisione, facendo capire che non avrebbe ceduto neanche una briciola di potere all'uomo che aveva davanti. "In queste terre essere pari, Lancaster o nobili non conta nulla. Se i due fratelli fossero venuti qualche mese fa probabilmente sarebbero già morti." Fece una pausa accendendosi la pipa. " Non credere che l'Akeran sia come il Dortan e sappi che se quello che mi avete detto è vero dovrete seguire il mio piano, anche se consigli saranno bene accetti. Non fare di testa tua però, io ho un'arma che tu non hai."

In quel moment Bolg plano lentamente al fianco del suo compagno sovrastando di altri due metri l'uomo a cavallo guardandolo dall'alto in basso. In risposta Obe, quello era il suo nome, non mosse un muscolo, ma il suo cavallo iniziò a scalciare come un matto alla presenza del drago.

Fortunatamente il suo si era orami abituato alla presenza dell'enorme creatura e aveva capito che non doveva minimamente temerlo. In quel momento i due compagni di una vita scoppiarono in una fragorosa risata mentre il resto dei Lancaster si girava a guardare il cavallo che grazie a qualche calcio di Obe si calmò.

"Era da molto che non ridevamo così, vero Bolg?"

I due si guardarono per qualche secondo, intensamente, leggendo perfettamente negli occhi dell'altro ciò che stavano pensando. la loro amicizia non era cambiata, ma la rivelazione che Geon gli aveva fatto rendeva le cose più difficili e la verità era troppo dura per essere accettata nonostante Lhotar provasse a dissimulare il suo stato d'animo.

Tutto quello che aveva vissuto per quasi tutta la sua vita si era rivelato falso, forse anche la loro amicizia era nata tramite quell'illusione, ma nei loro cuori entrambi rifiutavano categoricamente quell'ipotesi che se fosse stata vera avrebbe definitivamente stroncato l'animo dei due.

Quando raggiunsero i fratelli Lessienne il nano si chiese per quale strambo motivo i Pari si fossero scomodati per due idioti di quelle dimensioni. Per Lhotar non c'era differenza tra i due. Stesso atteggiamento irritante, stesso viso da schiaffi, e stesso modo di fare che gli faceva venire il volta stomaco, eppure fu costretto immediatamente a parlare ai due.

"Noi siamo la squadra venuta a recuperarvi. Siete pregati di seguirci, e se ci tenete alla vita, anche in fretta."

Non si scherzava con gli occhi del serpente, o come diavolo si chiamava. Quell'organizzazione era molto pericolosa e forse come potenza la donna che li comandava avrebbe potuto addirittura eguagliare i Lorch in forza, intelligenza e probabilmente carisma.

Detta quella frase il gruppo partì per tornare al villaggio. In realtà Lhotar sperava realmente di incontrare qualcuno che gli ostacolasse. Voleva vedere se realmente avrebbe lottato per quei Lancaster che per tanto aveva odiato e che ora toccava difendere. Si, quella sarebbe stata una prova decisiva per decidere se quei Pari che aveva voluto appoggiare meritavano i suoi servigi, ma in cuor suo sapeva già quale strada avrebbe deciso di percorrere.




Ok, scrivere che sono accompagnato da dei Lancaster mi ha totalmente bloccato e in parte spento la mia capacità creativa. Giocare Lhotar in questo modo non mi piace, quindi Hole, se puoi fai un pò di casino almeno mi sveglio un attimo e forse riesco a fare qualcosa di meglio XD.

Buona fortuna omonimo! XD
 
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view post Posted on 9/5/2015, 22:04
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Cardine
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«La prima regola dell'arte militare si chiama "misurazione degli spazi";
la seconda si chiama "quantificazione delle forze";
la terza si chiama "calcolo numerico";
la quarta si chiama "comparazione";
la quinta si chiama "possibilità di successo".»


Josiah ripeteva questo e altri importanti insegnamenti, mentre cavalcava taciturno a fianco di Juan. Sapeva che di lì a poco avrebbe dovuto condensare le lunghe giornate di studio e teoria in intensi momenti di pratica.
   Yarış-köye era una distesa aspra e inospitale, dove la strada polverosa serpeggiava tra i numerosi rilievi rocciosi che si innalzavano dalla terra arsa, somigliando ad immensi monoliti dai contorni squadrati. I sette mercenari procedevano senza sosta tra quei massicci sin da quel mattino e, quando il sole cominciò a calare, colorando l'occidente di tonalità accese, stavano seguendo già da alcune ore le tracce lasciate dalla carovana.
   Una volta giunti nel cuore della regione fu Isaam a fermarsi per primo e dopo di lui tutto il gruppo arrestò la marcia.
   «Queste tracce sono più recenti. Li stiamo raggiungendo» sentenziò con tono soddisfatto e befferdo, mentre estraeva dalla sacca una mappa. Quando la dispiegò, Josiah si era già fatto trovare al suo fianco.
   «Si troveranno da queste parti». Con l'indice tracciò un cerchio su di una zona piuttosto ampia; poi spostò il dito da un'altra parte, quasi a ridosso del margine inferiore. «E noi siamo qui». Tutto il gruppo si era radunato attorno al mercenario dalla lingua sottile, eccezion fatta per il vecchio Ishmael. Le mappe dove era necessario seguire strade e aggirare montagne, invece che disegnare rotte diritte e sottili, gli davano il voltastomaco. L'uomo di mare si mise quindi a scrutarsi attorno, domandandosi quanto in quel preciso istante fosse lontana da loro la prima anima viva.
   «Dunque non mancano che poche ore, forse meno di un paio» commentò lo stratega, guardandosi poi attorno. Sapeva bene che continuare l'inseguimento percorrendo la strada si sarebbe rivelato rischioso e poco astuto; d'altro canto non conosceva quelle terre, e non intendeva rischiare di compiere qualche movimento poco prudente.
   «Cosa sai di questo luogo?» domandò. Tariq fece un segno al suo compagno, come se toccasse a lui concedergli il permesso di parlare. Josiah cominciò ad osservarlo con più attenzione, da quell'istante in poi.
   «La strada prosegue in mezzo ai rilievi per parecchie miglia. Non è un posto pericoloso, se non ci si allontana dalla via» rispose quello, prontamente. «Ma in genere gli stranieri si cagano sotto, a lasciare la strada» soggiunse, malizioso. Era chiaro che quella fosse una provocazione nei confronti dello stratega, che però non diede nemmeno la vaga impressione di averla colta.
   «Occorre rivalutare il nostro percorso. Tagliando tra i monti potremmo guadagnare tempo e tendere loro un'imboscata. Fammi vedere» dichiarò, tendendo la mano perché il mercenario gli cedesse la mappa. Quello stette a guardarlo per qualche istante, senza la minima intenzione di separarsene, ma quando si accorse che la severità negli occhi di Josiah non sembrava vacillare dinnanzi alla sua piccola ribellione, glie la porse con un sorriso di finta gentilezza.
   Mentre Juan e Tariq ricominciavano a discutere su quale dei loro cavalli fosse il migliore - avevano continuato così per tutto il pomeriggio, anche se sempre in toni pacifici - lo stratega si mise dunque ad osservarla, guardandosi attorno per orientarsi e riconoscere le montagne più massicce e in questo modo triangolare la direzione che avrebbero dovuto prendere.
   Il Bingfa era generoso di considerazioni anche circa come comportarsi e muoversi su territori scoscesi, pericolosi o angusti. Josiah fece mente locale e scrutò il documento facendo attenzione alla conformazione dei monti. Localizzò un punto in cui la strada compiva una curva secca, attorno a un grosso massiccio, lì nominato nella incomprensibile grafia dell'Akeran. Era possibile percorrere parte di un sentiero, per poi raggiungere il tornante valicando un altro piccolo rilievo e forse in questo modo precedere i Lancaster molte miglia più avanti, sulla strada. Fu il punto che Josiah designò come il più adatto per sferrare il suo attacco.
   «Su un terreno arduo mi spingerò in avanti» recitò con tono grave, mettendo a tacere i due che ora discutevano su quali fabbri di Theras fossero migliori a ferrare i cavalli, se quelli dell'Alcrisia meridionale o gli artigiani di Taanach.
   «Ci divideremo in due gruppo e taglieremo loro la strada attraverso i rilievi. Juan, tu andrai con Tariq, Isaan e Aamir. Voi due invece seguirete me» si rivolse ai lupi di mare.
   «Ci ricongiungeremo in questo luogo - indicò sulla mappa il punto in questione - e voi, arrivati lì, dovrete scrutare dall'altra parte della strada fino al mio segnale. Liberatevi dei cavalli se vi sono d'intralcio» ordinò, mentre estraeva da un borsone attaccato alla sella un ampio telo color porpora. Juan, capendo immediatamente cosa intendesse fare, gli porse la lunga picca che sarebbe servita in un secondo momento come asta dello stendardo.

[...]


«Aprite bene le orecchie. Voi dovete aspettarmi qui» disse ai due marinai, indicando un punto e poi la strada, appena un centinaio di metri più in basso. Erano sull'esterno della curva a gomito; il resto del gruppo, secondo i suoi calcoli, doveva essersi già appostato e nascosto esattamente dalla parte opposta, in una delle molte gole che si insinuavano nelle rocce del picco.
   «E tenete questo. Innalzatelo quando ve lo farò capire». Lasciò loro la picca e lo stendardo, ancora da montare.
   Accertatosi poi che i due avessero capito, Josiah controllò che non ci fosse nessuno a valle e cominciò la sua discesa a cavallo, dalla parte opposta del monte rispetto alla strada. Arrivato in fondo alla discesa smontò, legando le briglie a un grosso sommaco rinsecchito, e proseguì a piedi facendo il giro del rilievo. Giunse a destinazione in pochi minuti.
   Spalancò il tomo e trovò immediatamente la pagina adatta. Comprese di avere ancora qualche minuto, prima che arrivassero fin lì. «In ogni conflitto, le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria», lesse ad alta voce. Lasciò quindi che la sua energia fluisse attraverso le pagine e un istante dopo i suoi piedi furono come un tutt'uno col suolo. Gli bastò trascinarne avanti uno perché di traverso alla strada si formasse un solco e perché da esso s'innalzasse una muraglia di pietra grigia, spessa un paio di piedi e alta quanto un uomo.
   Bene, pensò, voltando pagina e tornando a nascondersi tra le gole. Adesso arriva il difficile.
   Sfogliò il manuale fino a tre quarti, consultando a una delle pagine che aveva preferito in assoluto studiare e decifrare. Sapeva che quell'incantesimo così bizzarro non era che un piccolo frammento di quanto il tomo non potesse fare davvero. Il vero mistero era da dove il libro vomitasse quel genere di creature.

«Quel Josiah è proprio un tipo in gamba! Se ci ha chiesto di aspettare qui sarà per un motivo preciso» rimuginò Ishmael, tutto impegnato a nascondersi tra le creste rocciose. Ogni tanto sbirciava per brevi istanti oltre di esse, in basso verso la strada. Alan invece dava le spalle alla discesa, appoggiato ad un masso abbastanza grande da coprire un bue. Giocherellava in continuazione col suo bel doblone, ancora dorato e brillante nonostante alcune alghe scure si fossero insediate indelebilmente nelle pieghe della moneta. Se lo faceva passare tra le dita e poi lo lanciava, scommettendo su quale faccia sarebbe uscita. A pensarci bene non ricordava nemmeno dove lo avesse trovato.
   «Ah, non lo metto in dubbio. Mi domando solo che intenzioni abbia, per procedere senza di noi. Magari ci ha lasciati qui, in...»
   «Sht! Vieni qui» lo zittì Ishmael, sottovoce. Alan obbedì, rimettendosi in tasca la moneta e sbirciando anch'egli verso la via. Ecco spuntare una carovana, molto lontano da lì, e attorno ad essa una dozzina di figure umane; stava procedendo nella loro direzione. I due marinai si scambiarono un sorriso di complicità, ma il loro ghigno si trasformò ben presto in una smorfia di terrore quando fu chiaro che una delle sagome che avevano scambiato per un carro un po' più largo degli altri era qualcosa di ben diverso.
   «Dannazione, quello è un drago!»
   «Un drago?»
   «Te l'ho detto. Che diavolo ci fa un drago da queste parti?»
   «Sei diventato un esperto di draghi?»
   A quel punto dall'altra parte della curva intravidero Josiah che, con qualche incomprensibile stratagemma, innalzava una barriera per bloccare il passaggio dei carri. Sarebbero passati alcuni minuti prima che i fratelli Lessienne fossero giunti fino alla curva, e da dove si trovavano al momento gli sarebbe stato impossibile scorgere lo stratega.
   «È proprio in gamba» sussurrò, meravigliato.
   In realtà non c'era davvero bisogno di parlare a bassa voce, poiché mai avrebbero potuto udirli a una distanza del genere, ma avevano entrambi imparato - e a loro spese - che il vento era capace di sospingere le parole molto lontano da dove venivano pronunciate. Soprattutto quando si trattava di segreti importanti. Una delle loro scorse disavventure era terminata proprio per una disattenzione del genere, e di certo non volevano che ciò si ripetesse.
   «Che ti avevo detto? Dovresti fidarti di me» sentenziò Ishmael.
   «Mi fido di te, vecchio. Ma dimentichi come abbiamo passato gli ultimi mesi?» rimbeccò l'allievo.
   «Sì, sì, ho capito...».
   «Lascia fare a me, una volta tanto!».
   «Va bene, va bene».
   «È il mare a portarci scarogna. Ce la caveremo anche qui».
   «Bene».
   «Bene».
   «Se solo potessimo...».
   «Voljund maledetto! Un serpente marino!» biascicò il marinaio, con la voce ridotta a un soffio rauco. Solo poi si accorse dell'idiozia appena detta.
   «... un serpente marino di terra!».
   «Ti ho detto che è un drago, ve...» gli fece Alan, voltandosi nella direzione in cui indicava il suo maestro e ammutolendo.
   «Per quel nano pulcioso di Zar e per la sua bagnarola, è un altro drago!».
   «Pure quello? Non ci assomiglia nemmeno un poco. Ma guarda che zanne. Riesco a vederle da qui».
   «È enorme. Sembra una serpe che si annida tra le rocce. Credi che...».
   «Credo che ci sia di nuovo quel Josiah, di mezzo».
   «Lo credo anch'io».
   «E muoviti a montare quello stendardo!».
   «Avevi giurato di non darmi ordini!».

1sUrhOK


L'enorme bestia attese che la carovana giungesse alla curva, prima di sferrare il suo attacco. Sbucò da una delle numerose gole tra rilievo e rilievo, ruggendo e spalancando le fauci. Era coperta di grosse scaglie scarlatte, e lunghi barbigli danzavano sinuosamente attorno al suo muso irto di spuntoni. Si muoveva fluttuando a qualche passo da terra.
   Assestò un paio di morsi verso gli uomini vicino al carretto, più per metterli in guardia e tenerli lontani che per altri motivi. Poi, mosso da una coscienza bestiale ma abbastanza intelligente da non perdere di vista il suo vero obiettivo, assestò un colpo con la possente coda, una dirompente frustata dall'alto verso il basso che si sarebbe abbattuta sul carro dei due fratelli.
   Nel frattempo Josiah risaliva il rilievo a cavallo, facendo attenzione a passare inosservato nei tratti in cui il sentierello si sporgeva verso la strada.


JOSIAH
Fisico: 75%
Mente: 75%
Energia: 115% [- Pietra (20%); - Richiamo superiore (20%); + Erba ricostituente (5%)]

POTERI PASSIVI
COMANDO - (2/6) utilizzi. Aura psionica di autorità e comando;
AMULETO DELL'AUSPEX - (1/6) utilizzi. Capacità di auspex degli avversari, tramite il tomo;
REGOLA - (1/6) utilizzi. Attacchi ad area di potenza uguale al consumo speso.

TECNICHE ATTIVE
PIETRA - natura magica, consumo di energie alto. Dominio elementale della terra difensivo, utilizzabile anche ad area;
RICHIAMO SUPERIORE (Sciamano) - evocazione di natura magica simile a un drago di fattezze orientali. Consumo di energie, 2 CS in forza, 1 in costituzione e 1 in velocità. La creatura così evocata disporrà di una riserva di 4CS e sparirà dopo due turni, oppure dopo aver accumulato un danno complessivo pari a medio.

OGGETTI CONSUMATI
ERBA RICOSTITUENTE - se masticata, riempie la riserva energetica del 5%.

IL DRAGO
Turno 1 di 2
Costituzione: 10%
CS: 4 (2 in forza, 1 in costituzione, 1 in velocità) - 0, -0, - 3 (1 in forza, 1 in costituzione, 1 in agilità) = 1 in forza

RIASSUNTO
Mi hai detto di darti spunti, e io ci ho provato: BATTAGLIA DI DRAGHI!
Comincio col dire che mi sono divertito molto a progettare e a scrivere il post; penso che non ci sia nulla di incomprensibile a livello di trama, anche se ho dovuto tagliare delle scene che mi ero immaginato per non allungare ulteriormente il lavoro; mi auguro ci sarà più spazio per esse in futuro. Ho dovuto tagliare delle parti, ma il prodotto finale dovrebbe comunque consentire una comprensione globale. In breve Josiah, Ishmael e Alan vanno da una parte, mentre Juan, Tariq, Isaam e Aamir dall'altra, ovviamente secondo le direttive dello stratega (un altro uso di COMANDO) che, a un certo punto, ordina ai due marinai di aspettare e si mette in un punto tattico, sui rilievi attorno alla strada. In quanto al luogo in cui comincia lo scontro, non avendo tu specificato molto, mi sono ispirato in tutto e per tutto all'immagine utilizzata da Janz; Josiah e i suoi mercenari si nascondono in prossimità di una curva della strada, dopo aver percorso una strada tra i rilievi per precedere il carro. Immaginala come il vertice di una V. I miei png sono nascosti sui versanti dei rilievi, non troppo ripidi (non come quello più grosso dell'immagine di Janz, per intenderci; piuttosto come quelli in primo piano).
In termini tecnici ricorre all’AMULETO DELL’AUSPEX, descritto come un potere sovrannaturale del Tomo, per individuare la carovana con facilità e coordinare le sue azioni. Essendo a cavallo riesce a precedere te e i fratelli di qualche centinaio di metri, e utilizza PIETRA ad area potenziata con REGOLA per ostruire il passaggio più in avanti, appena dopo la curva a gomito. Sta a te decidere come superare questo ostacolo un po' inusuale 8D
In sostanza Josiah e i png, per ora, si limitano a rimanere ben nascosti tra le conformazioni rocciose del territorio - non ho utilizzato tecniche per mascherare la loro presenza, e Josiah percorre un sentiero che lo espone in alcuni tratti, quindi qualcuno potrebbe anche accorgersi di lui. Ad attaccare è l’evocazione dello stratega, un drago simile a quelli delle leggende orientali di dimensioni notevoli, che serpeggia fino alla carovana - ovunque essa si trovi. Dopo un paio di morsi a zero CS, rivolti verso i png - semplice scena, una sciocchezza punto di vista tecnico - consuma invece una cs in forza, una in costituzione e una in velocità per danneggiare direttamente il carro e i fratelli al suo interno.
Sguinzaglia pure il tuo Bolg, se vuoi. A te! 8D
 
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view post Posted on 13/5/2015, 20:50

Lamer
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Camminavano da molto ed ormai la stanchezza si iniziava a farsi sentire per i poveri cavalli che stavano cavalcando da ore. mancava poco più di metà della strada quando la gola iniziò. Mancava veramente poco a liberarsi di quei due maledetti fratelli che nel viaggio non avevano fatto altro che bisticciare su di chi fosse la colpa.

Ormai aveva capito che soggetti erano i Lessienne. Furbi, tendenti a fregare gli altri e altamente irascibili. Più volte il nano aveva promesso ai due che se non avessero smesso di urlare a squarcia gola, con il rischio di farsi scoprire prima del tempo, li avrebbe puniti nonostante il loro titolo nobiliare.

Nonostante le minacce però i due avevano continuato imperterriti a bisticciare come stupide galline. Solo l'intervento di Obe era riuscito a far zittire quei due minacciandoli con tono anche fin troppo serio di ucciderli seduta stante.

Fu al crepuscolo che invece cambiò tutto. Improvvisamente vide Bolg, che nel frattempo era rimasto ad alta quota per osservare la situazione iniziò una rapida discesa e mentre il gruppo si apprestava a compiere una curva a gomito nell'arido percorso di quel luogo una specie di strano serpente enorme si palesò nel cielo.

Immediatamente il gruppo si preparò a difendere il carro dove i fratelli, che appena avevano osservato quella creatura si erano rintanati nella carrozza illudendosi che li potesse proteggere. L'unico che però riuscì a intervenire in tempo fu Lhotar.
Velocemente il nano si parò davanti al creatura difendendo la carrozza bloccando i colpi del drago senza troppa fatica. Fu però l'ultimo attacco che lo costrinse a uno sforzo leggermente maggiore che lo vece urtare contro la carrozza.

Fu a quel punto che l'arrivo di Bolg fu provvidenziale. Il drago blu fermò il colpo di coda della creatura proteggendo il carro con la sua zampa destra. Il colpo si abbatté sulle squame che però non furono neanche scalfite da quell'attacco.

Fu in quel momento che il drago replicò. Velocemente scattò contro la belva addentando la zona cervicale della creatura fino a quando un sonoro scricchiolio si udì e il mostro smise di muoversi. Tutti i Lancaster presenti erano rimasti abbastanza scioccati. l'unico che sembrava aver mantenuto la sua compostezza era Obe che guardava la creatura senza muovere un muscolo.

"Che cazzo era quella cosa?"

Era uno dei più giovani ad averlo chiesto e immediatamente anche gli altri soldati palesarono il voler sapere cosa diamine fosse quella strana creatura simile a un drago che gli aveva attaccati. Sia il nano che il comandante dei Lancaster però palesarono la loro ignoranza su cosa fosse quella cosa. Fu Bolg però a cambiare argomento.

"Non so cosa sia questa bestia, ma sicuramente questa era un'imboscata." A quel punto si girò verso Lhotar. "Abbiamo già delle visite, su un piccolo sentiero parallelo si stavano muovendo circa tre uomini e dall'altro lato altri quattro."

Fu in quel momento che una brezza iniziò ad alzare il suolo di terra battuta creando una specie di cortina di fumo attorno al carro e a tutta la strada. In quell'istante, quando capì che non potevano essere visti il nano elaborò un piano.

Velocemente aprì la carrozza notando che i due fratelli stavano ancora litigando. In quell'istante capì che i pari non meritavano neanche un minimo della sua attenzione, anche se in fondo sperava che il modello che aveva davanti fosse solo un caso più unico che raro.

"Se non scendete da questa maledetta carrozza giuro sul mio onore che vi infilerò le spade di tutti i soldati del Dortan su per il fondo schiena, ve lo prometto."

Il tono del nano fu così severo che per quella volta i due fratelli seguirono l'ordine scendendo dalla carrozza. Immediatamente il nano chiuse le porte e portò i due giovani da Bolg. il drago aveva intuito cosa probabilmente gli avrebbe chiesto e immediatamente si chinò per far salire in groppa i due. Quando i Lessienne capirono per un attimo si fermarono ma guardando verso Lhotar capirono che per loro era meglio continuare ad avanzare e velocemente salirono sul drago.

"Bolg, non volare, corri e corpi loro due con le ali. Noi cercheremo di attirare la loro attenzione."

Immediatamente il drago parti in una corsa sostenuta scavalcando l'ostacolo che poco prima aveva visto formarsi grazie a un salto e una spinta fornita dalle ali. In quell'istante la cortina di polveri si diradò e mentre tutto il gruppo capiva cosa fosse successo Obe intervieni intuendo le intenzioni del nano.

"Uomini cercheremo un'altra via, difendete la carrozza con la vostra vita e massima allerta, i nemici sono sicuramente ancora nelle vicinanze."

Ci volle qualche minuto prima che il cavalli si tranquillizzassero e solo a quel punto il gruppo ritornò sui suoi passi mentre Bolg nella direzione opposta correva per salvare quegli uomini che in realtà non erano degni dell'aiuto che gli stavano fornendo.



Lhotar:

Corpo : 100%
Mente : 75%
Energia : 105%


Costi: Basso = 5% | Medio = 10% | Alto = 20% | Critico = 40%




Passive :

Impeto (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva, i possessori di questo talento saranno quindi in grado di utilizzare la loro forza straordinaria per fare azioni normalmente precluse ai normali esseri umani, dal sollevare pesi eccessivi all'abbattimento di porte rinforzate a mani nude. (Numero di utilizzi: 6)

Resistenza (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva il possessore potrà ignorare qualunque tipo di sofferenza fisica con il consumo di un utilizzo di questa passiva. Eventuali ferite e danni al loro corpo vanno però considerati per la loro importanza, come di norma. (Numero di utilizzi: 6)

Competizione (talento): Così, ogniqualvolta un possessore del talento dovesse assistere ad una tecnica avversaria di natura fisica, con il consumo di un utilizzo di questa passiva potrà aggiungere 1 CS prettamente fisica alla propria riserva. (Numero di utilizzi: 6)

Corpo d'acciaio (talento): consumando un utilizzo di questa passiva, infatti, potranno ignorare il danno degli attacchi fisici portati verso di loro senza l'ausilio di CS. (Numero di utilizzi: 6)

Abilità nanica (IV): passiva (6 utilizzi) l'alleato e sarà in grado di utilizzare le pergamene e le abilità personali del pg.

Tattiche di combattimento (VII): Consumo di energia: Passiva (5 utilizzi) 6-1
Vittoria in caso di scontri tra cs alla pari

Spirito difensivo
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando l'avversario proverà a ridurre la riserva di CS del guerriero invece ne toglierà una in meno.
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore riflesso
Quando un nemico utilizzerà una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, al prezzo di un utilizzo di questa passiva, il guerriero sarà in grado di guadagnare 1 CS a sua volta; (determinazione).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore condiviso
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando il guerriero utilizzerà una tecnica di power-up potrà donare 1 CS ad un proprio alleato, rendendolo di fatto più utile alla battaglia. (forza).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Abilità razziale: Tenacia :Il personaggio non patirà la fame, la sete o la fatica in nessun caso.Il personaggio, però, consumerà comunque energia all'uso delle proprie tecniche. (6 utilizzi)

ira nanica(XIV): Attivando questa passiva il corpo di Lhotar verrà attraversato da righe ondulate nere che faranno affaticare di più il nano ma ne potenzieranno l'aspetto fisico. Tutte le mosse offensive fisiche avranno quindi una potenza doppia mentre tutte le tecniche nemiche dirette alle energie avranno una potenza doppia. (8 utilizzi)

Attive:


Colpo duro (IX): Consumo di energia: Medio alle energie, danni fisici

Il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale.


gettone:
cortina di polvere di natura fisica

Oggetti usati:
Corallo X1


Riassunto:

Lhotar para gli attacchi a 0 cs grazie alla passiva tattiche di combattimento (vittoria in caso di parità di cs) e l'attacco a tre cs viene parato da Bolg attraverso l'uso di un corallo (4cs in forza) infine uccide il drago con colpo duro. Poi uso il gettone speciale per una cortina di polvere che blocca la vista attorno al carro e più in generale al gruppo e a quel punto approfittano che dividersi. Lhotar e i Lancaster cercano di fare da esca mentre Bolg e i Lessiene proseguendo sulla strada superando l'ostacolo saltandolo ( lol ).




Note:

Scusami veramente Hole, ma non riesco. Continuerò il duello per non farti perdere l'occasione, ma non riesco a scrivere così forzatamente qualcosa che il mio pg non farebbe e con la maturità alle porte il tempo di mettermi sotto per modellare uno scritto di pessima qualità è minimo. Mi dispiace veramente Hole, spero che un giorno potrai perdonarmi.

Edit: modificato un font errato



Edited by kremisy - 13/5/2015, 22:31
 
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view post Posted on 18/5/2015, 19:25
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«Tutti possono conoscere i risvolti esterni del mio successo,
ma nessuno può capire il disegno interno che lo determina
».


«Çölün yılan, lanet, un drago!» grugnì Tariq, improvvisamente turbato. Sbuffava dalle narici come un toro imbestialito ed era alquanto bizzarro che non avesse avuto la stessa reazione quando, poco prima, aveva osservato l'altra bestia che procedeva con la carovana. La verità era che - e soltanto Isaam ne era al corrente - il mercenario aveva sempre temuto i serpenti. Una fobia curiosa, vista l'organizzazione per cui lavorava, ma non si trattava di una paura immotivata. Da giovane era stato il tirapiedi di un domatore di serpenti, e doveva ringraziare gli dei per non aver perso un braccio - o peggio la vita - quando una di quelle bestie lo aveva azzannato, una notte. Sentiva ancora i muscoli ardergli di dolore, quando la rara pioggia si avvicinava. Era proprio per questo che la creatura serpentiforme richiamata dallo stratega lo terrorizzava nel profondo, nonostante lui cercasse di mascherarlo, mentre l'altra fiera dalle fattezze decisamente più draconiche non lo impensieriva più di tanto.
   «Non preoccuparti. È dei nostri» lo rassicurò il suo compagno, con un ghigno beffardo. Aveva subito compreso che si trattava di un espediente di Josiah, nonostante non fosse riuscito a vederlo con i suoi occhi. Ma come altro poteva spiegarsi la comparsa di un essere così alieno lì, nel mezzo di Yarış-köye, e che esso si scagliasse proprio contro la carovana che loro avrebbero dovuto assalire? Dovette ammettere a se stesso, però, che quel Josiah non era di certo uno sprovveduto.
   «Tamam!» commentò Juan, gonfiando il petto di orgoglio e osservando il drago scagliarsi contro la carovana.
   Aveva passato il viaggio cavalcando in testa al trio di mercenari, che ormai lo considerava il braccio destro di Josiah e lo trattava con una pacato rispetto. Di questa sottile deferenza Juan l'ardito se ne compiaceva segretamente, anche se, a pensarci bene, erano solo Isaam e Tariq ad aver dato prova di tale atteggiamento. Aamir se n'era stato zitto per tutto il viaggio col capo chino e lo sguardo perso. Juan aveva subito capito che quel tizio non aveva tutte le rotelle al loro posto.
   «Il vostro amico sta bene?» chiese il beduino, che si era appena voltato per vedere dove si fosse cacciato Aamir e lo aveva sorpreso chino su se stesso dietro un masso poco distante, con le mani sulle tempie. Mormorava parole incomprensibili e si dondolava avanti e indietro; pareva in pessime condizioni.
   «Ah, non farci caso».
   «Sta benone, il bastardo».
   «Lo spero» mormorò Juan, disinteressandosi e tornando quindi a godersi lo spettacolo che si stava consumando sulla strada, in basso.
   «Bok!» esclamò il mercenario, scorgendo il drago che avanzava coi Lesienne scagliarsi contro la serpe dalle scaglie scarlatte dello stratega.

Josiah non si scompose nemmeno per un istante nel vedere le mascelle del drago nemico serrarsi attorno al collo della sua bestia, e soffocarne ogni guizzo vitale. Ci pensarono Alan e Ishmael, esterrefatti più che mai da un attacco così cruento ed inaspettato, a bestemmiare nella Lingua del Mare svariate divinità. Lo stratega si limitò solo ad osservare la situazione, facendo un cenno ai due gregari perché si calmassero. I suoi muscoli si erano contratti nell'assistere a quella dimostrazione di pura violenza ferina, come si stessero preparando a uno scontro che, a giudicare da come stavano andando le cose, si profilava oramai imminente.
   «Non riusciranno ad oltrepassare la barriera con quel carro!» constatò Ishmael, cercando approvazione nello sguardo dello stratega.
   «Non ne sarei così sicuro» gli rispose quello, mentre il vento sollevava la polvere in una densa nube che avvolse provvidenzialmente la carovana. Era impossibile scrutarci attraverso.
   «Uccello del malaugurio che non sei altro! Devi stare zitto!» lo apostrofò Alan, perdendo le staffe.
   «State calmi» comandò lo stratega, aprendo in fretta il libro e sfogliandone delicatamente le pagine. I due marinai si avvicinarono, assistendo al prodigio.
   Vi era una pagina del tomo quasi del tutto bianca. Al centro di essa era stata dipinta una rosa dei venti non molto elaborata, senza nemmeno lettere o simboli che designassero i punti cardinali, ma quando Josiah passò una mano sulla carta avvenne l'impensabile: l'inchiostro si ridispose sul foglio, mosso da chissà quale prodigio, formando una mappa sorprendentemente dettagliata. I suoi contorni erano in continuo movimento, ma si distingueva bene la curva della strada sottostante, e delle sagome appena abbozzate che andavano qua e là. Josiah e i due marinai stettero così a studiare i movimenti dei nemici; videro due punti uscire dal carro e avviarsi verso una sagoma più grande - il drago, evidentemente. Il giovane studioso comprese subito cosa intendessero fare.
   «Alzate lo stendardo» comandò.
   Ishmael e Alan tentennarono per qualche istante, dubitando che quella fosse la decisione migliore. Gli altri quattro loro compagni non potevano sapere dove in realtà si trovassero i due truffatori, e così avrebbero attaccato la carovana e non il loro vero obiettivo. Sembrava così ovvio a entrambi, ed erano sorpresi che il loro comandante avesse preso una decisione del genere.
   Accorgendosi di quell'esitazione, lo stratega ridusse gli occhi a fessure e fece un solo passo verso di loro.
   «In fretta» sibilò. I due obbedirono immediatamente.

«È il segnale!» dichiarò il beduino, spronando il suo cavallo e partendo senza nemmeno aspettare gli altri guerriglieri. I tre, che si erano preparati già in sella, lo seguirono senza dire nulla. Stavano in silenzio e ascoltavano il rumore degli zoccoli sulla terra battuta, osservando la nube di polvere e preparandosi all'attacco.
   Avevano avuto modo di accordarsi durante il tragitto, fino al punto dell'imboscata, perciò agirono con invidiabile coordinazione. Galopparono verso il carro, ancora avvolto nella nube, e sguainarono le armi solo quando la pendenza della discesa lo permise. Dietro di loro si sollevò una sottile linea di polvere. Juan brandiva due sciabole e guidava il suo cavallo con le gambe e dei brevi fischi - un'abilità appresa in gioventù ma che si era rivelata subito utile, in quella sua nuova vita. Le due lame parevano ali pronte a tranciare qualsiasi cosa. Tariq stringeva in mano una stella del mattino di solido acciaio, mentre Isaam aveva con sé un elegante falcione dalla lama brillante. Il terzo mercenario pareva disarmato, invece; il suo pugnale dal filo ondulato era però ben nascosto nella manica.
   Avrebbero colpito in fretta e senza alcuna pietà, travolgendo le linee e dilaniando ogni cosa cosa o persona si fossero trovati davanti. Josiah aveva comandato loro, con grande anticipo, di non cercare di uccidere i Lesienne, ma di ritirarsi immediatamente non appena avessero inferto il loro colpo. Anche Juan ci aveva tenuto a ricordarlo a tutti prima di partire, e così avrebbero fatto: colpendo come saette ma senza accanirsi, e ritirandosi nella direzione della strada dalla quale i Lessienne erano giunti. In questo modo gli avrebbero imbottigliati tra di loro e la barriera di Josiah.
   Era curioso che Juan percepisse quella sensazione (quel dirompente sentirsi vivo, tanto a lungo negatogli in un passato per niente remoto) anche - e soprattutto - in momenti del genere. In fondo egli era uno spirito affamato di emozioni forti, nell'illusione di poter recuperare il tempo perso nella sua vita, e Taliesin non gli aveva fatto mancare mai nulla, in quei termini. Ma Josiah si stava rivelando per una nuova fonte di esperienze interessanti.
   Il beduino, al di sotto del suo turbante scarlatto, sorrise.

«D'ora in avanti ogni esitazione verrà punita» dichiarò Josiah, che galoppava giù dall'altura in direzione del drago. Nella sua voce c'era una fermezza tutta nuova, dove ogni forma di pietà e premura aveva lasciato il posto a concentrazione e tensione.
   «Sissignore! Ma loro non sanno dove davvero si trovano i fratelli!» suggerì Ishmael, anche se indaffarato a non cadere da quella terribile bestia. Aveva male al fondoschiena e gli sembrava di muoversi veloce come un falco. Alan cavalcava rigido come un pezzo di legno, invece, ma sembrava divertirsi.
   «Ma i Lessienne non sanno che noi lo sappiamo» gli rispose Josiah, spronando il cavallo perché galoppasse più in fretta. «La suprema arte militare consiste nell'insidiare le altrui strategie. Lasciamogli credere di averci ingannati».
   I marinai ammutolirono e lo seguirono in quella disperata corsa per raggiungere il drago.

Josiah agì con rapidità e sicurezza, avendo già pensato a lungo come comportarsi in quella situazione. Incoccò la freccia ancor prima di giungere sulla strada, a cavallo. La scagliò quando il drago si trovava a una trentina di metri, mirando a un'ala sotto la quale sapeva bene si nascondevano gli uomini. Con incredibile maestria ne incoccò un altra e nel giro di pochi istanti anch'essa fu in volo, questa volta diretta verso l'altra ala. La freddezza con cui maneggiava il piccolo arco composito era alquanto sbalorditiva, ma si trattava ancora una volta di molto tempo passato ad addestrarsi secondo i precetti del Bingfa, nonostante l'arco non fosse mai stata un'arma a lui congeniale.
   Si dispose infine nel mezzo della strada, stringendo con una mano le briglie del cavallo e appendendo l'arco a un gancio sulla della, normalmente usato per i sacchi di provviste. Ishmael e Alan lo imitarono, facendo fatica a condurre le cavalcature che già fiutavano il pericolo imminente.
   Tomo o spada? Come avrebbe dovuto affrontare quella bestia dalle scaglie azzurre? Presto lo avrebbe compreso.


JOSIAH
Fisico: 75%
Mente: 65% [- Stendardo: assalto (10%)]
Energia: 105% [- Identificazione amplificata (10%)]
CS: 5 (2 in forza, 2 in agilità, 1 in costituzione); - 2 (attacco fisico); - 2 (attacco fisico) = 1 in costituzione

POTERI PASSIVI
TERRA - (1/6) utilizzi. 1 CS in costituzione se l'avversario utilizza una tecnica fisica;
REGOLA - (2/6) utilizzi. Attacchi ad area di potenza uguale al consumo speso.

TECNICHE ATTIVE
IDENTIFICAZIONE AMPLIFICATA - natura magica, consumo di energie medio. Utilizzando questa tecnica, il mago può identificare con precisione la presenza e la posizione di tutti i personaggi presenti su un'area incredibilmente estesa, a discrezione del QM o del gestore della giocata.
STENDARDO: ASSALTO - natura fisica, consumo bipartito tra fisico ed energia. Innalzando lo stendardo Josiah segnala a Juan, Tariq, Isaan e Aamir di attaccare, caricando a cavallo dal pendio. La loro offesa conta come un danno ad area di potenza bassa (vedi Regola!), inteso come il totale dei danni che il gruppo infligge nel travolgere i nemici.

OGGETTI CONSUMATI
CORALLO - il possessore di un Corallo vedrà le proprie CS aumentare di 4 unità (2 CS in forza, 2 in agilità).

IL DRAGO
Turno 2 di 2
Costituzione: 0% [- danno medio da Colpo duro (10%)]
CS: 1 in forza

RIASSUNTO
Çölün yılan, lanet = il serpente del deserto, maledizione.
Tamam! = eccome!
Bok = merda.
Inizio col dire che ho interpretato la cortina di fumo come una tecnica di natura diversa da quella di "illusione", non essendo specificato che lo è nello specchietto del mio avversario. Questo significa semplicemente che gli auspex hanno normalmente effetto. Si tratta di una scelta più che altro scenografica: Josiah - dopo aver guadagnato una CS tramite TERRA visto l'uso di Colpo duro - ricorre a IDENTIFICAZIONE AMPLIFICATA del Mago, con la quale individua la posizione dei nemici proprio sulle pagine stesse del libro - ci tenevo troppo a fare una cosa del genere. L'ubicazione dei fratelli Lesienne è sconosciuta al gruppo di Juan, ma Josiah decide di farli attaccare comunque per fingere di essere caduto nel tranello (cosa che non avrebbe potuto fare se avesse semplicemente dissolto l'illusione). Utilizza quindi STENDARDO: ASSALTO (la natura dei consumi è coerente con quanto succede on-game, ovvero uno sforzo "mentale" di imporsi) e, accompagnato dai due marinai, si avvia invece verso Bolg e i due fratelli, consumando un CORALLO (descritto sempre come una massima filosofica del libro) e portando le CS a 5. Proprio grazie all'uso dell'auspex riesce a tagliare la strada al drago in tempo. Mentre Juan, Tariq, Isaam e Aamir attaccano i soldati e Lhotar, Josiah si pone sulla strada con i due alleati e lancia due frecce (attacchi fisici a 2 cs cadauno, una in forza e una in agilità) divise tra i fratelli.
STENDARDO: ASSALTO, essendo ad area, dovrebbe causare un semplice danno basso a Lhotar, ma sono ricorso a REGOLA per eliminare il malus. Ho scelto di descriverla come ad area poiché mi sembrava inverosimile che i quattro mercenari si concentrassero su un obiettivo in particolare. Subito dopo l'attacco, il gruppo si ritira molto rapidamente in modo da imbottigliare la tua truppa tra di loro e la barriera.
 
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view post Posted on 23/5/2015, 13:57

Lamer
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Bolg si era appena allontanato quando dal nulla apparsero gli aggressori. La nuvola che gli aveva permesso di far salire i fratelli Lessienne su Bolg aveva impedito al gruppo di prepararsi all'imboscata in modo decente, ma fortunatamente essa si diradò appena in tempo da consentire a Lhotar e ai Lancaster di sfuggire a morte certa.

I quattro al servizio degli occhi del serpente attaccarono senza esitazione ferendo almeno una volta tutti i componenti del gruppo. Il nano però si accorse subito che qualcosa non quadrava. Poco prima il suo compagno di mille avventure gli aveva detto che i gruppi erano due mentre quelli caduti nella trappola erano sufficienti a formarne solo uno.

Immediatamente estrasse le spade per contrastare i successivi attacchi, ma notò con piacere che lui ed Obe erano privi di un avversario mentre a due i Lancaster avevano iniziato ad ingaggiare in duello i quattro aggressori.

Velocemente Lhotar si guardò in torno cercando tra gli speroni rocciosi se l'altro gruppetto fosse visibile. Impiegò una decina di secondi per cercare un qualcosa che si muovesse in quell'arido paesaggio dominato da rocce e sassi, ma non scorse nessuno.

"Nano, i miei uomini posso intrattenere senza problemi i nemici." Indicando il combattimento che stava avvenendo davanti a loro. "Però da come sono disposti ci stanno ostacolando l'unica via di fuga. Cosa devo ordinare ai miei uomini?"

Il nano a quel punto fece mente locale cercando di capire cosa fosse giusto fare in quella situazione. Davanti a loro c'era un muro di pietra e oltre di esso i fratelli e Bolg. Dietro invece il primo gruppo di mercenari e da qualche parte il secondo probabilmente stava agendo. Fu in quel momento che un dubbio si insinuò nella mente di Lhotar. E se l'altro gruppo stesse seguendo l'amico? probabilmente quella era l'unica ragione logica visto che nessuno avrebbe mai attaccato in inferiorità numerica dei Lancaster.

"Obe, ordina hai tuoi uomini di intrattenerli, noi raggiungeremo i Lessienne, temo che il secondo gruppetto non sia cascato nella trappola."

Fu a quel punto che da sopra i cavalli il capitano dei Lancaster sgranò il nano. In un primo momento Lhotar pensò che quella notizia lo avesse sorpreso, ma più passavano i secondi più capiva che era qualcosa d'altro che turbava il soldato.

"Perchè quella faccia?"

"Messer nano, credevo che voi nani fosse più perspicaci. Se non hai notato davanti a noi c'è una fottutissima parete di roccia."

A quel punto il nano risciò di scoppiare in una risata trattenendosi solo perchè alle loro spalle stava imperversando una battaglia. Sinceramente sperava che qualche Lancaster morisse nel tentativo di difendere le due galline che dovevano difendere però nonostante tutto anche quei soldati avevano un po' di stima da parte del nano. Poi tornò serio guardando Obe negli occhi e avvicinandosi a cavallo al muro e con un colpo secco del pugno una parte del muro crollò.

"Ecco come li raggiungiamo. Da questa parte Lancaster, dobbiamo arrivare in tempo."

Obe non mostrò neanche per un secondo cosa realmente aveva provato nel momento in cui il nano aveva sfondato una parte della parete con un pugno, ma Lhotar sperava di aver spiazzato quell'arrogante. Subito dopo i due si misero a cavalcare cercando di raggiungere i due fratelli.





Bolg correva da meno di un minuto quando i fratelli sul suo dorso iniziarono a lamentarsi. Era incredibile come quei due nobili fossero più odiabili di Lhotar da ubriaco mentre cercava di intonare canzoni senza senso e in modo talmente orribile da far rivoltare il Re che non perde mai nella tomba.

Fu però dopo qualche minuto che il drago fu costretto a deviare bruscamente. La prima freccia passò a pochi centimetri dalla testa di Joshep e solo con un'altra virata brusca la seconda freccia non colpì l'altro fratello.

Tra le bestemmie dei due fratelli che nel mentre non avevano fatto altro che urlare, Bolg fu sorpreso di ritrovarsi davanti a lui tre uomini a cavallo che gli bloccavano la strada. Se non fosse stato attento tutto il tempo durante la corsa probabilmente ora i due Lessienne sarebbero stati feriti gravemente.

Fu in quel momento che Bolg guardò con attenzione i suoi avversari. Due dei tre non sembravano avere molta dimestichezza nell'affrontare creature come lui mentre per il terzo sembrava tutto un'altro discorso.

Dall'aspetto si poteva intuire perfettamente che era lui l'uomo a capo di quel gruppetto. Muscoloso, prestante e sicuramente addestrato per la battaglia, particolari che facevano provare in lui gli stessi sentimenti che avrebbero suscitato nel suo compagno. Eppure non poté gustarsi quel momento per via dei due fratelli e in uno scatto di ira la sua voce possente esplose dalla sua bocca.

"Silenzio o giurò che vi lascio qui a morire!"

Immediatamente i due smisero di bisticciare e così Bolg poté continuare la sua osservazione ancora per qualche secondo prima di agire. Il problema più grande sicuramente era il capo, ma anche gli altri due non potevano essere sopravalutati, anche se il fatto che fossero a cavallo gli tornava molto utile.

"Bene, vedo che siete bravi a correre, vediamo però se riuscite a scappare da questo."

Immediatamente la bocca del drago si illuminò di un rosso intenso da cui un fiume di fuoco uscì a incredibile velocità muovendosi avanti e indietro su una linea retta. probabilmente i cavalli sarebbero impazziti dal terrore già solo con quella eruzione di fuoco, ma per il guerriero sicuramente sarebbe servito qualcosa in più.

Immediatamente si mise perpendicolare alla strada facendo saettare due volte la coda ricoperta dalle squame blu elettrico verso il capo del gruppo per poi indietreggiare di qualche metro. Fu a quel punto che un rumore di zoccoli da dietro di lui attirò la sua attenzione.

Lhotar e Obe stavano cavalcando verso di lui e capendo immediatamente che finalmente lo scontro sarebbe stato equo emise un ultima vampata di fuoco verso il gruppo. A quel punto vide Obe attaccare con la sua spada lunga i due sgherri mentre il suo compagno caricava con forza il capo del gruppo.

In quel momento il Doppielame scrutò velocemente i fratelli Lessienne e vedendoli incolumi caricò l'unico rimasto fuori dall'attacco del Lancaster. Subito quella faccia gli ricordò quel giorno a Ladeca. Quell'uomo era uno di quelli che aveva votato per l'esilio quando Zeno aveva messo nelle mani del popolo il destino dei soldati della Guardia Insonne.

A quel punto delle linee nere apparvero sul volto di Lhotar che si mise rannicchiato sul dorso del cavallo che ignorando il drago a cui ormai si era abituato cavalcava imperterrito verso il suo obbiettivo. Quando finalmente fu abbastanza vicino il nano saltò verso il suo nemico cercando prendere con le braccia la testa del bersaglio per scaraventarlo a terra.

Quando cadde sul solido terreno sentì tutta la schiena pulsare dal dolore mentre dentro di lui una strana frenesia cresceva. Aveva voglia di combattere, si. Gli mancava sentire il cozzare delle spade e quegli sguardi intensi che in duello lo facevano diventare euforico. A quel punto estrasse le spade mentre Bolg capendo immediatamente cosa il nano voleva fare balzo usando le ali sopra i cinque che si preparavano alla battaglia continuando a correre verso la salvezza dei fratelli. Fu in quel momento che Lhotar guardò il suo avversario capendo che lo scontro si preannunciava divertente e parlò.

"Tu, non provare a seguirli. Il tuo nemico sono io, Lhotar Solidor Doppielame, e ti impedirò di portare a termine il tuo compito. Ti sfido a duello!"






Lhotar:

Corpo : 90%
Mente : 75%
Energia : 85%


Costi: Basso = 5% | Medio = 10% | Alto = 20% | Critico = 40%




Passive :

Impeto (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva, i possessori di questo talento saranno quindi in grado di utilizzare la loro forza straordinaria per fare azioni normalmente precluse ai normali esseri umani, dal sollevare pesi eccessivi all'abbattimento di porte rinforzate a mani nude. (Numero di utilizzi: 6)

Resistenza (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva il possessore potrà ignorare qualunque tipo di sofferenza fisica con il consumo di un utilizzo di questa passiva. Eventuali ferite e danni al loro corpo vanno però considerati per la loro importanza, come di norma. (Numero di utilizzi: 6)

Competizione (talento): Così, ogniqualvolta un possessore del talento dovesse assistere ad una tecnica avversaria di natura fisica, con il consumo di un utilizzo di questa passiva potrà aggiungere 1 CS prettamente fisica alla propria riserva. (Numero di utilizzi: (5 utilizzi) 6-1

Corpo d'acciaio (talento): consumando un utilizzo di questa passiva, infatti, potranno ignorare il danno degli attacchi fisici portati verso di loro senza l'ausilio di CS. (Numero di utilizzi: 6)

Abilità nanica (IV): passiva (5 utilizzi) 6-1 l'alleato e sarà in grado di utilizzare le pergamene e le abilità personali del pg.

Tattiche di combattimento (VII): Consumo di energia: Passiva (4 utilizzi) 5-1
Vittoria in caso di scontri tra cs alla pari

Spirito difensivo
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando l'avversario proverà a ridurre la riserva di CS del guerriero invece ne toglierà una in meno.
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore riflesso
Quando un nemico utilizzerà una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, al prezzo di un utilizzo di questa passiva, il guerriero sarà in grado di guadagnare 1 CS a sua volta; (determinazione).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore condiviso
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando il guerriero utilizzerà una tecnica di power-up potrà donare 1 CS ad un proprio alleato, rendendolo di fatto più utile alla battaglia. (forza).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Abilità razziale: Tenacia :Il personaggio non patirà la fame, la sete o la fatica in nessun caso.Il personaggio, però, consumerà comunque energia all'uso delle proprie tecniche. (6 utilizzi)

ira nanica(XIV): Attivando questa passiva il corpo di Lhotar verrà attraversato da righe ondulate nere che faranno affaticare di più il nano ma ne potenzieranno l'aspetto fisico. Tutte le mosse offensive fisiche avranno quindi una potenza doppia mentre tutte le tecniche nemiche dirette alle energie avranno una potenza doppia. (7 utilizzi) 8-1

Stabilità: Questa passiva permette infatti ai nani di non perdere l'equilibrio pressoché in alcuna situazione, sia che si tratti di resistere a un urto violento, di non cedere alle scosse del terreno o di non agitarsi sull'orlo di un precipizio. Inoltre la passiva permette loro di non scivolare su superfici ghiacciate e simili. (Numero di utilizzi: 5) 6-1

Attive:


Colpo duro (IX): Consumo di energia: Medio alle energie, danni fisici

Il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale.

Contraccolpo (X):Consumo di energia: Autodanno medio al corpo e medio alle energie, danni fisici

Il guerriero esegue un'offensiva diretta in grado di respingere violentemente il proprio avversario.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero può eseguire questa tecnica sia fronteggiando fisicamente con un impeto travolgente il proprio avversario, sia eseguendo una qualche forma di presa marziale che possa sortire il medesimo effetto: scagliare lontano, o respingere con violenza il nemico. Le dinamiche della tecnica sono liberamente personalizzabili a discrezione del giocatore, purché non autoconclusive. Va considerata come tecnica offensiva di potenza Alta, e come tale è necessario fronteggiarla


Oggetti usati:
Corallo X1 (rimanenti 2)


Riassunto:

Nella prima parte del testo l'unica cosa da dire è che Lhotar usa nuovamente colpo duro per rompere il muro creato dal pg di Hole e dirigersi verso Bolg. Nella seconda parte invece inizia il vero duello. Bolg schiva gli attacchi attivando tattiche di combattimento e usando 4 cs in velocità date dal corallo. Inoltre attraverso competizione guadagna un 1 cs in forza. A questo punto parte al contrattacco. Con tattiche di combattimento attivo Bolg esegue una fiammata rivolta verso tutti a 0cs e due colpi di coda verso Josiah, uno a 1cs mentre l'altro a 0cs e infine conclude la sua parte di combattimento con un'altra fiammata a 0cs. A quel punto arrivano Lhotar e Obe. Il secondo intrattiene i due uomini con Josiah attaccandoli mentre Lhotar attiva stabilità e ira nanica per effettuare quella specie di mossa di wrestling da cavallo usando contraccolpo (per via di ira nanica la mossa conta come critica). Infine Bolg ricomincia a correre scavalcandovi con un salto.




Note:
Spero ti piaccia. Se vuoi immaginarti la mossa di Lhotar vai su you tube e cerca archeio XD

 
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view post Posted on 29/5/2015, 13:32
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Cardine
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La lingua di fuoco cremisi si levò con straordinario fragore e disarmante imponenza, mentre l'onda di calore causata da essa costrinse i tre mercenari a serrare gli occhi. Alan arrivò persino a temere che questi rischiassero di evaporargli dal volto, se solo non se li fosse coperti con il braccio. Fortunatamente la vampata si propagò in una sola direzione, creando un muro di fiamme dalla traiettoria prevedibile, che fu semplice evitare rimediando poco più che qualche straccio carbonizzato.
   «Giù! Prendete i cavalli!» urlò prontamente Josiah ai due marinai, che questa volta non esitarono e smontarono dalla sella con un salto, in un certo senso lieti di quel contro-ordine. Furono costretti a trattenere le due bestie, che erano come impazzite alla vista della fiammata, mettendoci tutta la loro forza. Anche Josiah era subito sceso, ma con la sostanziale differenza che per calmare la cavalcatura gli era bastato un deciso e prepotente strattone alle briglie. Le allungò ad Alan, senza mai smettere di fissare il drago, che sfoggiava uno sguardo malevolo e sorprendentemente intelligente. Il ragazzo le afferrò in fretta, allontanandosi immediatamente dalla minacciosa creatura.
   Aveva infine deciso cosa sfoderare, davanti a un nemico del genere: tomo e spada assieme, nel perfetto connubio che tanto aveva faticato per padroneggiare a dovere, erano la soluzione. Deviò quindi la prima codata con il piatto del suo ferro, restando abbastanza saldo sui piedi perché il contraccolpo non lo sbilanciasse, mentre per la seconda gli bastò scartare di lato e lasciare che essa, simile una frusta, fendesse l'aria alle sue spalle con uno schiocco. Erano offese sterili e prevedibili, che non impensierirono lo stratega nemmeno per un istante.
   Era sul punto di scagliarsi verso la bestia, determinato a farla tacere in fretta per poi poter passare ai due vigliacchi, ancora nascosti sulla groppa, ma fu costretto a fermarsi. La muraglia di pietra alle spalle della fiera cedette all'improvviso, tuonando, e dalla breccia creatasi passarono due cavalieri già lanciati in carica; un uomo, che si diresse verso Ishmael e Alan, e un nano che stava per scagliarsi proprio verso di lui.
   Non può saltare, si disse lo stratega, concentrandosi. Potrebbe spezzarsi il collo. Ma presto gli fu ben chiaro che l'unico collo spezzato, se non si fosse dato una mossa, sarebbe stato il suo.
   Il nano, libratosi in aria, fu uno spettacolo di sicuro buffo, ma che non andava per questo motivo sottovalutato. Josiah, intuendo che mai sarebbe riuscito a scartare di lato in tempo per sfuggire alla sua presa, si lasciò semplicemente cadere all'indietro, sottraendosi al violento abbraccio che stava per serrarsi attorno al suo collo. Ma la poco coordinata caduta del nano lo travolse comunque, facendolo piombare a terra con la schiena tanto violentemente da fargli perdere il fiato. Il dolore, sordo e frastornante, si diffuse in tutte le direzioni, giungendo fino in cima nuca e anche sotto il bacino

«Via di qui!» grugnì Tariq nel dialetto dell'Akeran, che tutti loro comprendevano alla perfezione. Quel suo ordine non risultò davvero necessario: dopo aver sferrato l'attacco fu il loro stesso buonsenso a suggerire agli altri tre che non avrebbero mai e poi mai potuto tenere testa a un numero doppio al loro di soldati ben addestrati, e che era saggio darsela a gambe.
   I cavalli permisero loro di allontanarsi rapidamente dal pericolo, ancor prima che i Lancaster potessero organizzare un contrattacco in grado di impegnarli. Quel rapido assalto di ricognizione aveva dato però esiti imprevisti, portando una consapevolezza che li turbò non poco.
   «Avete visto?» domandò Juan, sconcertato.
   «» gli rispose Isaam, secco.
   «Dannati. I Lessienne sono fuggiti col drago».
   Rimasero in silenzio per qualche istante, meditando sul da farsi, mentre i cavalli rallentavano il loro galoppo. Le mani di Aamir, dietro gli altri tre, tremavano ancora.
   «Torniamo indietro. Dall'altra parte della barriera» dichiarò Juan, rizzandosi sulla sella. Tariq annuì, fermandosi e voltando il cavallo. Così fecero tutti gli altri.
   «Restiamo uniti e fingiamo di caricare. Al mio segnale io e Isaam a destra, voi due a sinistra» decise. E così, di nuovo, caricarono.
   Aamir esitò, udendo il segnale, e fu questa la sua unica vera colpa. Non era un buon cavallerizzo; cambiò traiettoria troppo tardi, e non riuscì ad oltrepassare i Lancaster senza che essi colpissero il suo cavallo, che rovinò a terra. Lo schiavo, che per sua fortuna era nato con riflessi a dir poco prodigiosi, ruzzolò nella polvere senza spezzarsi la schiena, mentre gli altri tre compagni convergevano nuovamente verso la breccia dopo aver oltrepassato i nemici. A quel punto egli, rapido come una lepre e senza nemmeno voltarsi, si mise a correre verso la montagna, temendo che i soldati potessero ucciderlo, o peggio catturarlo. Soltanto quando si infilò tra le rocce balenò nella sua mente, forse per la prima volta nella sua vita, un'idea bizzarra. Tariq e Isaam erano lontani, e non potevano più vessarlo. Chissà cosa sarebbe successo, se da quel momento in poi non l'avessero più ritrovato perché nascostosi troppo bene.
   Quel giorno, nella mente di Aamir lo schiavo, nacque e germinò il seme della libertà - parola che non gli era mai stata nemmeno insegnata.

«Aiuta Josiah. Aiutalo, ti ho detto!» comandò Ishmael ad Alan, strappando le briglie di mano al ragazzo.
   I due erano indaffarati a nascondersi dietro alle bestie, usandole come fossero barriere di carne per mantenere le distanze dalla minacciosa spada del cavaliere; quando quello provava a fare il giro da una parte e raggiungerli, i vili marinai si spostavano dalla parte opposta, portandosi dietro le tre bestie. Avevano in mano le loro sciabole, ma mai e poi mai si sarebbero arrischiati a sfidare un soldato così capace e ben equipaggiato.
   «E tu, torna da quella troia di tua madre!» si rivolse Ishmael al soldato per provocarlo, ostentando con orgoglio la pronuncia storpiata del comune propria dei mari del sud.
   Alan obbedì e svicolò da una parte. Passò sopra la linea di terra bruciata che la vampata aveva disegnato in mezzo alla strada e in un attimo raggiunse lo stratega, steso a terra e dolorante. Lo aiutò a rialzarsi. Il drago, contemporaneamente, scavalcò la ressa passando da una parte, e ricominciò la sua fuga assieme ai due Lessienne.
   «Tu, non provare a seguirli. Il tuo nemico sono io, Lhotar Solidor Doppielame, e ti impedirò di portare a termine il tuo compito. Ti sfido a duello!» berciò nel frattempo il nano, qualche metro più in là. Il giovane marinaio infilò in bocca a Josiah una manciata di alghe, piccole e secche, che quello ingoiò quasi senza pensarci, ancora frastornato dal colpo. Esse, un semplice ed efficace rimedio in voga tra i lupi di mare, lenirono presto il suo dolore e gli permisero di recuperare in fretta il pieno controllo di sé.
   «Sto bene» disse quindi Josiah al mozzo, allontanandolo con un gesto. Nonostante fosse stato travolto, aveva tenuto saldamente la stretta sulla lama e sul Bingfa, ed entrambi erano ancora nelle sue mani. La sfida a duello non lo impensierì più di tanto, piuttosto lo infastidì, dal momento che i due Lessienne stavano di nuovo scappando. Era necessario neutralizzare quel fastidioso nano e ricominciare l'inseguimento nel più breve tempo possibile, senza perdersi in cerimonie tanto futili. Era evidente che si trattasse di un goffo stratagemma per guadagnare minuti preziosi. Così Josiah decise di mettere in atto la complicata strategia che era balenata nella sua mente pochi istanti prima, mentre studiava con attenzione il nano, immaginando quali fossero i suoi punti deboli.
   Il tomo prese a brillare di luce azzurra, mentre l'energia trasmessa in esso si tramutava in crepitanti scariche elettriche. Con un gesto appena accennato Josiah ne scagliò una, diritta verso il nemico, e incalzando si diresse verso di lui. Senza nemmeno leggerle, il giovane pronunciò parole incomprensibili di un'antichissima maledizione, che uscirono dalla sua bocca sotto forma di tenebra; quella tenebra simile a una serpe che presto avrebbe avvolto il nano, fiaccandolo come la più grande delle fatiche. E in un passo solo fu dinnanzi al nemico, e menò un deciso fendente, seguito da una seconda scarica, liberatasi a bruciapelo dal libro. Difficile mancare il bersaglio, da una distanza talmente ravvicinata.
   «Inseguiteli!» urlò, mentre dalla breccia nella muraglia uscivano Juan, Tariq e Isaam.

JOSIAH
Fisico: 50% [- danno da Contraccolpo (20%); - Tenebra (10%); + Erba medicinale (5%)]
- contusione media+bassa alla schiena (basso curato da Erba medicinale)
Mente: 55% [- Tenebra (10%)]
Energia: 85% [- Ritirata (20%)]
CS: 1 in costituzione - 1 (difesa da attacco del drago) + 1 in costituzione (TERRA) - 1 (attacco fisico) = 0

POTERI PASSIVI
TERRA - (2/6) utilizzi. 1 CS in costituzione se l'avversario utilizza una tecnica fisica;
STUDIO INGEGNOSO - (1/6) utilizzi. Consumando un utilizzo di questa passiva, il mago può comprendere come il suo interlocutore principale ha distribuito le tre risorse al momento della creazione della scheda e, in sostanza, quali siano gli aspetti della sua costituzione più fragili e quali i più resistenti;
VIA - (1/6) utilizzi. Capacità di combattere reggendo, utilizzando e consultando il tomo senza esserne minimamente intralciati;
EMANAZIONE ARCANA - (1/6) utilizzi, dardi elettrici. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, l'Arcanista sarà in grado di evocare dei dardi magici da utilizzare fino alla fine del turno. I dardi vengono considerati come un'unica arma magica ed i suoi colpi vanno considerati come semplici attacchi fisici;
L'ARTE DELLA GUERRA - (1/6) utilizzi. Capacità di vincere gli scontri a parità di CS grazie soprattutto all'utilizzo strategico dell'ambiente circostante;
STUDIOSO MAGICO - (1/6) utilizzi. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, l'Arcanista sarà in grado di utilizzare qualsiasi abilità di natura magica in tempi nulli, senza preparazioni di sorta o rituali specifici.

TECNICHE ATTIVE
RITIRATA - natura fisica, consumo di energie variabile (alto). Difesa da attacchi fisici o magici interpretabile come una schivata o uno stratagemma difensivo equivalente;
TENEBRA - natura magica, consumo alto bipartito tra fisico e mente. Le tenebre avvolgono l'avversario, cagionando danni alla riserva energetica;

OGGETTI CONSUMATI
ERBA MEDICINALE - se applicata sulla ferita, o masticata, può rigenerare una somma di ferite pari a un danno basso al corpo, che si rimargineranno a gran velocità.

RIASSUNTO
Un altro giorno di ritardo (in tutto sono due) a causa degli impellenti impegni scolastici. Chiedo scusa, ma non potevo fare altrimenti.
Tornando al duello: non male, come contrattacco 8D Dopo aver evitato gli attacchi fisici, consumando un CS per la codata più potente, Josiah limita i danni con un consumo alto di RITIRATA, attutendo il colpo di Lhotar mediante lo stratagemma descritto. Guadagna una CS tramite TERRA, essendo una tecnica di natura fisica e ricorre a STUDIO INGEGNOSO per comprendere meglio con chi ha a che fare. Intanto Alan lo aiuta ad alzarsi, facendogli masticare delle alghe (ERBA MEDICINALE) per rimarginare parzialmente le ferite del colpo.
Il contrattacco successivo non è molto complicato, ma avviene in pochi istanti poiché è interesse dello stratega liquidare Lothar e tornare a inseguire il drago. Comincia con un uso di VIA, che gli permette da quel momento in poi di utilizzare tomo e spada contemporaneamente in modo agevole. Il tomo a quel punto si "carica" di due dardi elettrici, uno che parte immediatamente a 0 CS, ma che è potenziato da un uso di L'ARTE DELLA GUERRA. Poi, riducendo a zero i tempi di concentrazione con STUDIOSO MAGICO, attacca Lhotar con TENEBRA (potenziata dalla tua Ira Nanica, essendo una tecnica di danno alle energie, che quindi dovrebbe avere potenza critica) e lo attacca infine con un fendente portato a 1 CS e quasi in contemporanea l'altro dardo elettrico (0 CS), scagliato a distanza ravvicinatissima ma con maestria proprio in virtù di VIA.
Ho inoltre descritto la ritirata del gruppo di Juan e degli altri mercenari, che evitano un confronto prolungato con i Lancaster essendo in minoranza numerica e che poi lo superano con uno stratagemma. Aamir viene colpito, e fugge dai soldati, mentre gli altri tre passano e arrivano da Josiah.
Ayee!
 
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view post Posted on 3/6/2015, 20:06

Lamer
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Era incredibile come, infine, il suo goffo atto di attacco verso l'uomo che sembrava capitanare il gruppo di aggressori fosse riuscito, almeno in parte. L'impatto con il suolo era riuscito sicuramente a ferire parzialmente il suo rivale e con felicità notò che in un primo momento nessuno si era messo all'inseguimento dei Lessienne e di Bolg.

Obe stava intrattenendo i due sgherri del capo cercando di colpirli con la sua splendente spada a una mano, anche se i due sembravano riuscire, nascondendosi vigliaccamente dietro ai cavalli, a sfuggire ai precisi attacchi del Lancaster che spazientito aveva iniziare a menare colpi sempre più potenti e meno precisi.

Fu però grazie ai due che il capo dei mercenari assoldati per uccidere i due fratelli riuscì a riprendersi. Mentre uno dei due smidollati fomentava le braci dell'ira in Obe, l'altro riuscì ad avvicinarsi al loro capo e a fargli masticare un'erba probabilmente con facoltà medicinali.

Fu però guardando il drago voltare la prima curva che Lhotar capì che anche trenta secondi in più avrebbero portato alla riuscita della missione e a una probabile conclusione di quell'inutile scontro che si apprestava ad affrontare.

Il suo avversario sicuramente non era uno sciocco e ciò lo aveva capito fin da subito, ma le sue vere capacità in combattimento erano ancora tutte da scoprire e ciò mise subito in allerta il Doppielame che notando il libro nella mano possente dell'umano si iniziò a preoccupare.

Lui non era mai stato un esperto in rudimenti di magia, ma sicuramente ciò che gli riusciva peggio era difendersi da quelle tecniche occulte che per lui erano solo una codardia messa in atto da coloro che non avevano il coraggio di affrontare faccia a faccia un duello.

Fu proprio in quel momento che vide il libro caricarsi di una strana energia che in pochi attimi gli fu scaraventata contro. Per un attimo Lhotar ebbe realmente paura e sentì il cuore balzarli in gola, ma appena il dardo energetico colpì il suo corpo capì che per un fisico addestrato come il suo un colpo di quella portata non poteva scalfirlo.

Fu però ciò che venne dopo a spiazzare il nano. Dalla bocca del suo avversario iniziarono ad uscire vapori neri come l'oscurità più buia. Una strana sensazione provò quando quella massa informe simile a fumo gli si avvicinò e in un attimo il panico lo colse.

La tenebra lo circondò con un abbraccio mortale mentre dentro di lui si sentiva privato delle sue forze. Era la prima volta da quando era uscito dall'illusoria montagna che qualcuno provava ad intaccare le sue forze mentali o il suo corpo.

Era come se stesse combattendo da giorni un'infinita battaglia e fu una sensazione orribile che gli fece per un attimo vacillare le sue convinzioni di essere diventato abbastanza forte da contrastare alcuni avversari. perchè era così debole, ancora così impotente nonostante tutti gli sforzi che faceva ogni giorno per diventare più forte? fu una domanda che però dovette attendere la risposta.

Ancora scioccato Lhotar non fu in grado di schivare totalmente l'attacco portato con la spada dal suo avversario e una piccola ferita sulla sua guancia barbuta si aprì tingendo i peli biondi di un rosso cremisi. Fu però quella ferita a far ricordare al nano la sua storica tenacia che sempre lo aveva aiutato nei momenti più difficili.

Quello stesso graffio era stato inferto dalle sue spade sul volto di Iohan. Era stata un'unica ferita che gli aveva dato una terza possibilità di rivincita contro la furia del bastardo Lancaster che aveva asserito di stimarlo. Iohan non si poteva essere sbagliato, se uno come lui aveva provato un sentimento di rispetto nei suoi confronti voleva significare solo che poteva fare ogni cosa. Lui era Lhotar Solidor Doppielame e non si sarebbe arreso alla prima difficoltà.

Il secondo dardo che partì dal libro si infranse semplicemente contro il petto del nano senza provocare ferite e rapidamente approfittando della pausa scartò di lato allontanandosi per riprendere fiato. Fu in quel momento che dalla breccia che aveva poco prima creato tre uomini a cavallo apparvero cavalcando a tutta velocità verso la direzione presa da Bolg.

In quell'attimo Lhotar non riuscì a capire come dei soldati preparati come i Lancaster e per di più in superiorità numerica fossero riusciti a perdere contro quattro mercenari, ma subito fu smentito notando gli otto guerrieri galoppare sui loro cavalli mentre rapidamente scagliavano frecce verso i tre fuggitivi.

"Non avrete i due fratelli." Disse in quel momento il Doppielame asciugandosi il sangue che usciva dalla guancia. "I Lancaster fermeranno quel gruppetto, Obe intratterrà i tuoi lacchè e io giurò che ti darò abbastanza filo da torcere da farti ricordare per sempre anche i peli che ho sotto le mie ascelle."

In quel momento anche al nano venne quasi da ridere ripensando alla minaccia appena fatta che nonostante tutto aveva il suo magnifico effetto. Intanto vide il capo dei Lancaster incalzare sempre di più i due compari del suo avversario e i soldati proseguire con la loro raffica di frecce che lentamente passavano sempre più vicino alle orecchie dei loro bersagli mobili. Si, i Lessienne sarebbero tornato a casa quel giorno.

"Fatti sotto, uomo di cui sarei grato di sapere il nome." lo disse preparandosi all'assalto ed estraendo le due affilate spade decorate tra l'elsa e la lama con due draghi rappresentanti Bolg e Brunnen. " è ora di insegnarti cosa significa combattere come un vero uomo che ha ancora le palle."

Lo scatto di Lhotar fu repentino e partì con due attacchi combinati di cui uno diretto al polso della mano sinistra e uno verso la parte destra del torace. Subito dopo roteando il corpo eseguì due fendenti in contemporanea diretti dall'alto al basso e da sinistra verso destra.

L'adrenalina che Lhotar provò in quel momento fu fantastica e per un attimo si scordò di star combattendo anche per la sua vita. Con il tempo aveva imparato ad apprezzare quella sensazione e a farsi cullare dall'ardore e dall'ebbrezza che il combattimento gli dava. Era un vero guerriero e i veri guerrieri non si arrendono mai.

Velocemente il nano continuò sazio delle piacevoli sensazioni che stava provando il suo attacco eseguendo con una maestria e una rapidità straordinaria otto attacchi consecutivi diretti ai tendini più importanti delle gambe e delle braccia.

Fu in quell'istante che il Doppielame provò il tutto per tutto cercando di frapporre la sua spada sinistra con quella dell'avversario provò un ultimo affondo diretto verso il cuore dell'avversario cercando di chiudere la partita il più in fretta possibile. Non avrebbe fallito, non questa volta.






Lhotar:

Corpo : 90%
Mente : 75%
Energia : 85%


Costi: Basso = 5% | Medio = 10% | Alto = 20% | Critico = 40%




Passive :

Impeto (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva, i possessori di questo talento saranno quindi in grado di utilizzare la loro forza straordinaria per fare azioni normalmente precluse ai normali esseri umani, dal sollevare pesi eccessivi all'abbattimento di porte rinforzate a mani nude. (Numero di utilizzi: 6)

Resistenza (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva il possessore potrà ignorare qualunque tipo di sofferenza fisica con il consumo di un utilizzo di questa passiva. Eventuali ferite e danni al loro corpo vanno però considerati per la loro importanza, come di norma. (Numero di utilizzi: 6)

Competizione (talento): Così, ogniqualvolta un possessore del talento dovesse assistere ad una tecnica avversaria di natura fisica, con il consumo di un utilizzo di questa passiva potrà aggiungere 1 CS prettamente fisica alla propria riserva. (Numero di utilizzi: (4 utilizzi) 5-1

Corpo d'acciaio (talento): consumando un utilizzo di questa passiva, infatti, potranno ignorare il danno degli attacchi fisici portati verso di loro senza l'ausilio di CS. (Numero di utilizzi: 5) 6-1

Abilità nanica (IV): passiva (5 utilizzi) l'alleato e sarà in grado di utilizzare le pergamene e le abilità personali del pg.

Tattiche di combattimento (VII): Consumo di energia: Passiva (3 utilizzi) 4-1
Vittoria in caso di scontri tra cs alla pari

Spirito difensivo
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando l'avversario proverà a ridurre la riserva di CS del guerriero invece ne toglierà una in meno.
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore riflesso
Quando un nemico utilizzerà una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, al prezzo di un utilizzo di questa passiva, il guerriero sarà in grado di guadagnare 1 CS a sua volta; (determinazione).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore condiviso
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando il guerriero utilizzerà una tecnica di power-up potrà donare 1 CS ad un proprio alleato, rendendolo di fatto più utile alla battaglia. (forza).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Abilità razziale: Tenacia :Il personaggio non patirà la fame, la sete o la fatica in nessun caso.Il personaggio, però, consumerà comunque energia all'uso delle proprie tecniche. (6 utilizzi)

ira nanica(XIV): Attivando questa passiva il corpo di Lhotar verrà attraversato da righe ondulate nere che faranno affaticare di più il nano ma ne potenzieranno l'aspetto fisico. Tutte le mosse offensive fisiche avranno quindi una potenza doppia mentre tutte le tecniche nemiche dirette alle energie avranno una potenza doppia. (6 utilizzi) 7-1

Stabilità: Questa passiva permette infatti ai nani di non perdere l'equilibrio pressoché in alcuna situazione, sia che si tratti di resistere a un urto violento, di non cedere alle scosse del terreno o di non agitarsi sull'orlo di un precipizio. Inoltre la passiva permette loro di non scivolare su superfici ghiacciate e simili. (Numero di utilizzi: 5) 6-1

Attive:

Furia (V):Consumo di energia: autodanno medio al fisico e medio alle energie, danni al corpo

Il guerriero riesce a scagliare fino ad otto fendenti in successione con la propria arma.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero riesce a scagliare fino ad otto attacchi in rapida successione a mani nude, o con la propria arma. La posizione delle varie offensive cambierà in base al movimento compiuto dal guerriero. Questa tecnica può essere utilizzata anche con le armi da lancio. Non aumenta la velocità di movimento del guerriero, ma solo quella con cui compie gli attacchi. La tecnica va contrastata come un'unica offensiva di portata complessiva Alta, avente natura fisica.

Dolore nanico (XV): consumo fisico, difende le energie, natura fisica
ferendosi l'utilizzatore della tecnica potrà salvaguardare le proprie energie. (Medio)

Oggetti usati:
Corallo X1 (rimanenti 1)


Riassunto:

Lhotar si difende con dolore nanico e corpo d'acciaio dai tuoi attacchi, subendo un basso al corpo e un alto + medio alle energie. Il contrattacco consiste invece nell'attivazione di tattiche di combattimento, ira nanica e competizione come passive. Come azioni invece ci sono due attacchi simultanei ognuno a 1 cs in precisione, 1 attacco a 2c in maestria nell'uso delle armi, furia (potenza critica grazie alla passiva) e un'ultimo attacco a 1 cs in determinazione.





Note:
ok, mi si è cancellato il riassunto un paio di volte, ma infine ce l'ho fatta XD

Ritardando anche io Hole a meno penalità, una ragione per essere felice di un ritardo.

 
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view post Posted on 6/6/2015, 19:32
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Cardine
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«La disposizione delle truppe deve somigliare all'acqua.
Come l'acqua, nel suo movimento, scende dall'alto e si raccoglie in basso,
così le truppe devono evitare i punti di forza e concentrarsi sui vuoti.
Come l'acqua regola il suo scorrere in base al terreno,
così l'esercito deve costruire la sua vittoria adattandosi al nemico.
»


Fu rammentando tale precetto che Josiah intuì un dettaglio fondamentale: che il drago e i fratelli Lessienne fossero ormai lontani da loro non era stata una sconfitta sul piano strategico, bensì un inaspettato vantaggio da sfruttare con astuzia. Essere ormai lontani da coloro che potevano difenderli li rendeva l'anello debole della catena, il vuoto da colmare; il gruppo di guerriglieri e beduini, con i loro freschi cavalli del sud e la loro conoscenza del territorio, sarebbe stato più rapido nell'inseguimento.
   «È ora di insegnarti cosa significa combattere come un vero uomo che ha ancora le palle» gli urlò il nano, ad un certo punto, ridestandolo dalla sua meditazione. E assieme a quelle parole, pronunciate forse con troppa leggerezza, un nodo, come quello stretto attorno al collo di un impiccato, gli si fece attorno alla gola; lo stomaco cominciò a bruciargli, come una fornace alimentata da chissà quale rancore. Non per molto. Chetò presto tali emozioni superflue, ma non fu più capace di togliersi dalla testa le parole del nano.
   Si ricompose, preparandosi a disperdere la risoluta ira del suo avversario. Nonostante Josiah dovesse impegnarsi, per non venir travolto dalla furia turbinante del nano, che menava le due spade con una maestria sorprendente, i suoi compagni non se la passavano di certo meglio di lui.

Alan era subito tornato da Ishmael, dopo aver dato una mano allo stratega. Intendeva anch'egli tenere occupato il cavaliere, ma era piuttosto evidente che quella loro sciocca fuga era destinata a fallire ben presto. I colpi del soldato si facevano sempre più incalzanti, e la stanchezza cominciava ad appesantire le gambe del lupo di mare. Continuarono quel ridicolo carosello finché il Lancaster non si mosse in avanti con inaspettato vigore e Ishmael non fu pronto a sfuggirgli una volta in più. Ma prima che la spada lunga gli mozzasse la testa di netto, fu capace di frapporre ad essa la sua sciabola ricurva. L'arma nemica, affilata come un rasoio, gli tranciò via gran parte d'un orecchio. Il sangue disegnò una scia scarlatta prima nel cielo e poi sulla strada polverosa.
   «Vecchio!»
   «Zitto!» gli urlò quello, tornando a nascondersi dietro il trio di cavalli. Il sangue cominciava già a inzuppargli la spalla.

Tariq s'era buscato due frecce nella schiena, ma con la sua possente costituzione pareva non sentirle nemmeno. Galoppava a fianco di Juan, che lottava per non cedere alla tentazione di estrarre il dardo dalla sua coscia, e Isaam, fortunosamente illeso dopo la raffica degli arcieri Lancaster. Era stato il bel destriero a rimediare al posto suo un colpo nel fianco, e il sicario poté soltanto sperare che la ferita non fosse troppo profonda, cosicché non rallentasse la bestia nel loro disperato inseguimento - o s'era trasformata piuttosto in una fuga?
   Presto furono troppo lontani per essere raggiunti dalle frecce.
   «Maledetto schiavo» sibilò Isaam, accorgendosi solo a quel punto che Aamir era scomparso.
   «Non pensare a lui. Dobbiamo andare avanti» gli ordinò Tariq, con tono grave. Juan l'ardito annuì e strinse i denti, ignorando il dolore di quella ferita - la prima vera e propria che si era procurato a lavorare per il bardo. Trovava in essa un significato più profondo, come fosse un memento che non si trattava di un gioco, ma di pericoli veri e propri. Ma a lui, così avido di emozioni e avventura, in fondo andava bene così.
   «Quei due non andranno molto lontano» presagì poi.

Josiah chiuse il tomo, preparandosi al peggio. Ricordava bene come il Bingfa lodasse i guerrieri del passato, abituati prima di tutto a rendersi imbattibili con una ferrea difesa e propensi a offendere solo nei momenti propizi. Cercò di rendersi similmente imbattibile, nonostante la scarica di colpi del nemico sembrasse interminabile, ed l'evitarli uno ad uno stesse lentamente accorciandogli il fiato e prosciugandogli il vigore dalle membra. Era inatti riuscito a mettere in salvo il polso dal primo fendente, a costo di sopportare il secondo che lo colpì al fianco, provocandogli non pochi fastidi. Aveva poi fatto un rapido passo indietro, e così il turbinio di lame immediatamente successivo lo sfiorò appena, aprendogli sul petto una sottile linea rossa. Reagì alla raffica seguente con prontezza disarmante: per sua fortuna la furiosa serie di affondi peccò in precisione, e riuscì pertanto a salvaguardare braccia e gambe con una serie di movimenti precisi e deviazioni con la spada. E quando un ultimo colpo vibrò verso il centro del suo petto fu il giustacuore a salvargli la vita, vanificando il finale della tempesta di lame.
   «Lasciate i cavalli!» ordinò. Senza dire altro, e senza degnare il nano di qualsiasi sguardo o risposta, lo stratega gli voltò le spalle e scattò verso i due marinai. Nel farlo fu persino capace di rimettere al suo posto la spada e recuperare dalla bisaccia il piccolo ordigno donatogli da Ishmael stesso, partiti dal caravanserai: era un sacchetto pieno di polveri, a sua volta contenente qualche altro involucro estremamente fragile. Scagliarlo contro una superficie, a detta del marinaio, avrebbe provocato una detonazione non da poco. Lo lanciò diritto verso il cavaliere, mirando proprio alla parte alta del suo petto. Si trattava di un semplice diversivo.
   Non fu agile come avrebbe voluto, nel montare in sella, per colpa del dolore alla schiena, ancora terribilmente intenso. La sua fuga, e così quella di Alan e Ishmael, fu poi alquanto rocambolesca. Spronarono i loro destrieri a più non posso, sperando di essere così più veloci del nemico. Le frecce fischiavano alle loro spalle e Alan percepì chiaramente qualcosa conficcarglisi nella schiena, ma non comprese se essa lo avesse ferito o meno. La spessa cotta di cuoio, la stessa indossata dal suo vecchio mentore, aveva fatto il suo lavoro.

I non-più-sette mercenari galopparono assieme sulle tracce del drago e dei due fratelli. Juan, Tariq e Issam avevano un centinaio di metri di vantaggio; si rivelò semplice per loro seguire il percorso dell'enorme bestia, viste le enormi impronte lasciate dietro di sé. Meno semplice sarebbe stato se quella avesse dispiegato le ali, ma stando alle tracce lasciate non pareva avere la minima intenzione di farlo. Josiah e i due marinai erano dietro di loro. Il primo si era messo a fare respiri profondi e a riacquistare la calma che lo contraddistingueva, mentre gli altri non la smettevano di bestemmiare gli dei - Ishmael in particolare, che si sentiva debole per via del molto sangue perso.
   Per loro fortuna, molto lontano da lì, un dubbio atroce rischiò di insinuarsi nella mente dei due truffatori, infido come le serpi che si infilano nelle tende. Dovevano anche loro aver udito le leggende che parlavano di come gli stranieri venivano inghiottiti dalle peggiori bestie di Theras. Non sarebbero poi stati i primi a impazzire per gli sbalzi di calore. E infine la loro fuga, soffocati tra le ali di un drago - un drago! - non doveva essere delle più confortevoli. Forse tutto ciò si sarebbe tradotto in qualche ripensamento. Quel che i sicari potevano fare era continuare l'inseguimento, fino a quando non avrebbero raggiunto il drago. A quel punto non ci sarebbe stato più spazio per la pietà, da parte di nessuno di loro.


JOSIAH
Fisico: 40% [- danni da attacchi fisici (10%)]
- contusione media+bassa alla schiena
- lacerazione bassa al fianco destro
- lacerazione bassa al torace
Mente: 50% [- Le leggende del deserto (10%), + Erba tonificante (5%)]
Energia: 45% [- Ritirata (40%)]
CS: 1 in costituzione (TERRA) - 1 (attacco fisico) = 0

POTERI PASSIVI
TERRA - (3/6) utilizzi. 1 CS in costituzione se l'avversario utilizza una tecnica fisica;
REGOLA - (3/6) utilizzi. Attacchi ad area di potenza uguale al consumo speso.

TECNICHE ATTIVE
RITIRATA - natura fisica, consumo di energie variabile (critico). Difesa da attacchi fisici o magici interpretabile come una schivata o uno stratagemma difensivo equivalente;
LE LEGGENDE DEL DESERTO - natura psionica, consumo medio alla mente. Il calore dell'Akeran gioca brutti scherzi ai viaggiatori ad esso poco avvezzi, e così anche le numerose leggende poco rassicuranti sul destino di alcuni raminghi provenienti dal nord. La tecnica (ad area) non provoca alcun danno alla mente, ma induce nei bersagli un forte senso di panico che li spinge a fermarsi e fuggire da soli da ogni altro pericolo, sottostimando i pericoli del loro gesto nel timore di rischi più grandi.

OGGETTI CONSUMATI
ERBA TONIFICANTE - se assunta, può curare una somma di ferite pari a un danno basso alla mente, come un attimo di grande lucidità.
BIGLIA DEFLAGRANTE - [...] generando un'esplosione di piccole dimensioni capace di provocare ustioni e lesioni all'avversario. L'arma non provoca danni diretti, ma risulta comunque piuttosto versatile in duello: la deflagrazione può distrarre o infastidire gli avversari, provocando loro forti dolori.

RIASSUNTO
Qui le cose si fanno più complesse, ehe. Pensavo di poter combinare un paio di tecniche offensive, ma ho dovuto correre ai ripari e difendermi dal tuo colpo. Nevermind, però, dal momento che qualcosa me lo sono inventato comunque!
Josiah evita totalmente Furia con un consumo critico di RITIRATA, mentre riesce a fronteggiare alla meno peggio gli altri attacchi fisici, consumando in particolare la CS a sua disposizione (dovuta a TERRA) per l'affondo finale e subendo gli altri. Subito dopo si da alla fuga, gettando per una "biglia deflagrante" appositamente contestualizzata, per distrarre Obe. Poi monta a cavallo. Infine Josiah si calma (Erba tonificante contestualizzata come un mantra/meditazione).
Bisogna specificare che: Alan e Ishmael intanto sono rimasti ad intrattenere il capo delle guardie e nell'impresa il vecchio ci ha rimesso un pezzo d'orecchio; Juan, Isaam e Tariq hanno semplicemente inseguito Bolg, appena dopo aver varcato la barriera. Questo significa che quando Josiah cerca di scappare, il trio è già un centinaio di metri in avanti, e sta alle costole dei Lessienne. Alan e Ishmael, tra urla e bestemmie, seguono Josiah. Aamir... eheheh. Beato lui!
L'unico attacco vero e proprio è LE LEGGENDE DEL DESERTO, una "tecnica psionica" (il consumo alla mente è una contestualizzazione, ma, come da regolamento, si tratta di un intervento esterno) ad area ma potenziata da REGOLA (quindi la potenza media su ognuno dei due fratelli) che non provoca danni alla mente, ma ha il solo scopo di far cambiare loro idea sul drago, per via di alcune storie sconfortanti e il panico generale. Se la tecnica andasse a segno i due, terrorizzati dalla bestia - e forse credendosi ormai al sicuro - cercherebbero in tutti i modi di smontare, anche finendo sulla strada, e continuare la loro fuga a piedi, senza il drago.
La strategia alle spalle di questo è piuttosto semplice: Bolg e i fratelli sono ormai divisi dal gruppo che doveva proteggerli. Se scendessero dal drago, restando sulla strada, verrebbero presto raggiunti da Juan, Tariq e Isaam e poi anche da Josiah, Alan e Ishmael, probabilmente prima che anche i Lancaster possano giungere da loro, e concludere così l'inseguimento. Sarebbe Josiah, in caso, a tentare di trucidarli appena arrivato con un paio di attacchi fisici.

Uh, che fatica. Mi sono molto divertito a scrivere con te! Le parole non mi sono mai mancate - il tempo e la capacità di impegnarmi ultimamente, sì... ma nevermind - e questo è tanto merito degli organizzatori, quanto merito tuo! A te l'ultima parola di questa bella scena (:
 
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view post Posted on 11/6/2015, 19:50

Lamer
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Incredibile come finalmente le lame del nano avessero lacerato la carne del suo avversario, anche se i suoi colpi più potenti erano stati evitati con grande maestria. Si, sicuramente il bersaglio che aveva scelto era il più forte del gruppo che voleva uccidere i fratelli Lessienne, ma questo non lo demoralizzava, anzi, gli dava la carica necessaria per continuare a combattere.

Il suo avversario aveva subito soltanto i primi colpi, probabilmente non aspettandosi che un nano avesse una tale maestria a maneggiare delle armi tipicamente umane visto che il suo popolo in quel territorio era più propenso all'utilizzo di armi da fuoco e ordigni alchemici che a quello di armi affilate come spade e asce.

I successivi colpi invece furono schivati con maestria dal suo avversario che dimostrava sempre più ottimi riflessi e un superbo senso strategico. Lhotar infatti guardò impotente l'esplosione della biglia davanti a Obe che non ebbe il tempo di difendersi.

Maledetto cane! Fa male!"

Furono solo queste le parole che uscirono dalla bocca del Lancaster mentre distraendosi lasciava spazio ai tre di riprendere l'inseguimento verso le loro prede e Bolg. In quel momento il Doppielame si chiese se dividersi fosse stata una buona idea, ma immediatamente cancellò quel dubbio dalla sua mente pensando che a cavallo di un drago i due fossero ormai al sicuro.

Per una attimo il nano si chiese anche il perchè li stava difendendo. A lui cosa importava? Erano legati in qualche modo al suo nemico giurato, al quel nemico che più di una volta lo aveva fatto ballare con la morte. Dentro di se non capiva il perchè aveva accettato quell'incarico, ma forse lo aveva fatto solo per dimostrare ai Lancaster quanto in realtà uno come lui potesse realmente valere.

In qualche modo gli mancava addirittura il periodo dove il Quattro Regni erano in pericolo. A quei tempi per lui era tutto luminoso. Lottava per una causa più che giusta contro un nemico che per molto tempo aveva ritenuto colpevole della morte di suo padre.

Ora invece viveva in un mondo senza più un qualcosa di concreto da difendere e il suo obbiettivo era divenuto semplicemente difendere e portare una giustizia che neanche lui era realmente convinto potesse ancora esistere nel Dortan.

Per un secondo Lhotar guardò a Sud. In quelle terre il suo popolo aveva trovato una casa, un luogo dove vivere in pace e lui probabilmente avrebbe dovuto tornare finalmente da coloro che più di tutti potevano capirlo. I nani schiavi fisicamente, incatenati per secoli a catene metalliche, lui schiavo dei suoi sensi, immerso per decenni in un'illusione che gli aveva fatto credere di vivere una vita piena di ideali e obbiettivi che solo ora capiva che erano solo sogni utopistici di un adolescente sognatore.

"Nano, prendi il cavallo, dobbiamo inseguirli!"

Fu la voce di Obe a riportarlo alla realtà e a fargli capire che non era ancora il momento di abbandonare il Dortan. Lui era un silenzioso sussurro e se ora l'unica cosa rimasta dei quattro regni era il suo popolo, proteggere i Lessienne era un obbiettivo prioritario sulle sue idee di vivere una vita in pace.

A quel punto salì a cavallo notando che tutti gli altri soldati erano già all'inseguimento dei banditi e spronando il destriero anche lui cominciò il suo inseguimento sperando che Bolg riuscisse a portare i fratelli al sicuro.







Bolg cavalcava come una ghepardo a velocità sostenuta. Ad ogni suo passo la terra tremava per il peso del suo corpo. Era da molto che non correva così tanto, probabilmente da prima che lui e Lhotar abbandonassero la montagna.

Era incredibile come fosse bello avere il vento sulle squame e la terra sotto i piedi. Lui, che fin da quando era piccolo aveva guardato la terra dall'alto per la prima volta si ritrovava a correre sul quei granelli di sabbia e polvere della terra da cui discendeva il suo migliore amico.

Tutto quel piacere però veniva interrotto ad ogni balzo dai due fratelli che lentamente avevano iniziato a pretendere di farli scendere credendosi ormai al sicuro. Il drago all'inizio gli aveva semplicemente ignorati, ma dopo qualche minuto la situazione era diventata insostenibile.

Riuscì ad arrivare all'ultima curva prima del rettilineo finale che portava alla destinazione e alla salvezza dei fratelli quando i due saltarono giù dalla sua groppa atterrando senza problemi e iniziando a correre dichiarando di aver più paura di lui che dei banditi. Mancavano ancora un paio di chilometri, troppi per riuscire a raggiungere il villaggio prima che gli inseguitori li raggiungessero.
"Maledetti! Volete forse farvi uccidere?" Lo disse urlando con la sua profonda voce, notando che sopra di lui un enorme masso si era mosso di qualche centimetro. "Idioti! Spero soltanto di trattenerli per il tempo necessario."
Fu in quel momento che vicino ai due fratelli un Golem fatto di roccia appari come dal nulla prendendo i Lessienne di peso e cominciando a correre a una velocità probabilmente di poco inferiore a quella di un cavallo. Non fu però l'apparizione del costrutto di pietra a sorprenderlo di più la voce che poco dopo iniziò a rimbombargli in testa.

"Bolg, fratello di Lhotar. Anche in questo giorno il mio padrone T'Al ha voluto favorirvi." La voce fece una pausa, come per cercare le parole giuste, poi dopo qualche secondo continuò. " Oggi tu e il tuo compagno non potete fallire, quei due un giorno potrebbero essere utili al vostro fine ultimo."

Il drago era spiazzato. Quei due utili? Fine ultimo? Cosa voleva dire l'araldo del dio della terra, quel dio che a quanto pareva aveva preso in simpatia il suo compagno e a cui il nano era consacrato. Era raro incontrare una tale forza e, ma da quello che aveva capito da Lhotar, non era la prima volta che gli appariva anche se per lui la questione era diversa.

Sapere di star parlando con un dio, anche se attraverso la mente, gli incuteva soggezione e paura, sentimenti che lui aveva provato ben poche volte e che probabilmente incuteva lui stesso a coloro che mai nella loro vita avevano mai visto un drago puro.

"Cosa intendi con fine ultimo? Perchè quei due idioti ci potrebbero servire in futuro? Rispondi Geon!"

"Tu e Lhotar siete molto simili. Un giorno non troppo lontano capirete cosa intendo. In voi risiede il potere di creare e distruggere e forgerete questo potere tra non molto, è nel ciclo di questo mondo."

A quel punto la soggezione e la paura scomparve mentre il drago ancora decisamente confuso cercava di mettere insieme tutto ciò che aveva sentito in quel minuto denso di mistero. Cosa significava che in loro risiedeva il potere di creare e distruggere? Perchè aveva detto "forgerete" riferendosi a quel potere?

"Geon!"

Lo urlò. Forse per avere una risposta, forse per sfogare quell'inquietante sensazione di non sapere di cosa stesse parlando, forse, per liberarsi dal peso di aver vissuto per molto tempo in un illusione, ma lui urlò e solo il rumore degli zoccoli dei suoi inseguitori lo fece riprendere.

Velocemente Bolg si preparò alla battaglia e ricordandosi del masso pronto a cadere sopra la sua testa con un deciso colpo di coda contro la parete fece cadere l'immenso macigno che creò un muro di detriti di quasi un metro e mezzo che ostruì completamente il passaggio.

Il drago però intuì che non sarebbe bastato a fermare l'avanzata degli inseguitori e posizionandosi appena dietro al muro caricò con tutte le sue forza un'enorme palla di fuoco tra le sue fauci. Appena i suoi occhi videro gli inseguitori apparire a poco più di cento metri dal muro il drago erutto l'enorme palla di pure fiamme che velocemente si diresse verso il gruppo.

In quel momento Bolg si ricordò di Brunnen, ricordandosi della sua potenza, della sua velocità. Se Lhotar un giorno avrebbe raggiunto le capacità di Iohan, lui avrebbe surclassato il drago zanna e con quel pensiero in testa caricò il gruppo armato delle armi che la natura gli aveva donato e con il suo fuco che rifletteva l'animo dei due compagni.






Lhotar:

Corpo : 70%
Mente : 65%
Energia : 35%


Costi: Basso = 5% | Medio = 10% | Alto = 20% | Critico = 40%




Passive :

Impeto (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva, i possessori di questo talento saranno quindi in grado di utilizzare la loro forza straordinaria per fare azioni normalmente precluse ai normali esseri umani, dal sollevare pesi eccessivi all'abbattimento di porte rinforzate a mani nude. (Numero di utilizzi: 6)

Resistenza (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva il possessore potrà ignorare qualunque tipo di sofferenza fisica con il consumo di un utilizzo di questa passiva. Eventuali ferite e danni al loro corpo vanno però considerati per la loro importanza, come di norma. (Numero di utilizzi: 6)

Competizione (talento): Così, ogniqualvolta un possessore del talento dovesse assistere ad una tecnica avversaria di natura fisica, con il consumo di un utilizzo di questa passiva potrà aggiungere 1 CS prettamente fisica alla propria riserva. (Numero di utilizzi: (3 utilizzi) 4-1

Corpo d'acciaio (talento): consumando un utilizzo di questa passiva, infatti, potranno ignorare il danno degli attacchi fisici portati verso di loro senza l'ausilio di CS. (Numero di utilizzi: 5)

Abilità nanica (IV): passiva (4 utilizzi)5-1 l'alleato e sarà in grado di utilizzare le pergamene e le abilità personali del pg.

Tattiche di combattimento (VII): Consumo di energia: Passiva (3 utilizzi)
Vittoria in caso di scontri tra cs alla pari

Spirito difensivo
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando l'avversario proverà a ridurre la riserva di CS del guerriero invece ne toglierà una in meno.
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore riflesso
Quando un nemico utilizzerà una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, al prezzo di un utilizzo di questa passiva, il guerriero sarà in grado di guadagnare 1 CS a sua volta; (determinazione).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore condiviso
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando il guerriero utilizzerà una tecnica di power-up potrà donare 1 CS ad un proprio alleato, rendendolo di fatto più utile alla battaglia. (forza).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Abilità razziale: Tenacia :Il personaggio non patirà la fame, la sete o la fatica in nessun caso.Il personaggio, però, consumerà comunque energia all'uso delle proprie tecniche. (6 utilizzi)

ira nanica(XIV): Attivando questa passiva il corpo di Lhotar verrà attraversato da righe ondulate nere che faranno affaticare di più il nano ma ne potenzieranno l'aspetto fisico. Tutte le mosse offensive fisiche avranno quindi una potenza doppia mentre tutte le tecniche nemiche dirette alle energie avranno una potenza doppia. (6 utilizzi) 7

Stabilità: Questa passiva permette infatti ai nani di non perdere l'equilibrio pressoché in alcuna situazione, sia che si tratti di resistere a un urto violento, di non cedere alle scosse del terreno o di non agitarsi sull'orlo di un precipizio. Inoltre la passiva permette loro di non scivolare su superfici ghiacciate e simili. (Numero di utilizzi: 5)

Attive:


Colpo duro (IX): Consumo di energia: Medio alle energie, danni fisici

Il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale



L'aradlo di T'Al
Tecnica di evocazione di potenza media che dura per un turno con 4 cs in veelocità -consumo mentale

Oggetti usati:
Corallo X1 (rimanenti 0)


Riassunto:

la prima parte del post è meramente la descrizione della tua difesa, nella seconda succede che la tua tecnica va a segno, ma tramite l'araldo di T'Al i due proseguono la fuga a velocità sostenuta mentre, Bolg usa colpo duro per far cadere un enorme masso che ostruisce il passaggio e attaccando con 5 cs il gruppo. Il resto è puramente descrittivo.



Note:
Chiedo immensamente scusa per non aver scalato le energie nel turno precedente. Ho rimediato ora, visto che me ne sono accorto ora :(, spero non abbia influito sulle tue scelte ingame. Vorrei ringraziarti Hole, mi hai fatto trovare la voglia per finire questa giocata che non riuscivo a scrivere, forse sarà uno dei miei peggior duelli, ma mi sono divertito.

 
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view post Posted on 20/6/2015, 18:01
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Josiah VS Lothar "doppielame"
il peccato originale

— hain —

Hole.
Scrittura; voto: 8.00


   Personalmente ho avuto l'occasione di valutarti già di recente, in occasione de "il trono che non trema", quindi vorrei evitare di soffermarmi troppo su quanto ho già detto in merito, che ripeterò velocemente: il pregio più grande del tuo stile sta nella tua capacità del tutto naturale di omettere qualsiasi contenuto o descrizione superflua; ogni post è una pietra sferica e perfettamente liscia, e ogni linea di descrizione è una pennellata essenziale che la decora, ampiamente sufficiente ad aprire la mente del lettore a differenti interpretazioni. In quest'occasione ho apprezzato particolarmente la caratterizzazione dei PnG che ti seguivano, che assumevano una personalità definita dopo una singola frase o con un singolo capo di vestiario (i marinai che si spaventano alla vista dei draghi, il turbante rosso, lo schiavo che fugge e molto altro ancora). Sei andato a creare un gruppo vivo, eterogeneo e credibile: sono rimasto affascinato nel vedere come ciascuno di loro si comportasse in maniera diversa, ad espressione della propria personalità.
   Allo stesso modo si delinea alla perfezione il ruolo di stratega di Josiah, sia stilisticamente che contenutisticamente parlando. Ciò che succede e come lui lo interpreta sono fattori emblematici della sua personalità, che risulta perfettamente chiara anche ad una prima lettura.
   I miei consigli per migliorare sono dunque rivolti ad una ancora maggiore rifinitura dei testi successiva alla loro stesura, rileggendoli a giornate di distanza e riflettendo su ciò che si è scritto il più possibile. Questo potrebbe aiutarti a evitare alcune leggere incongruenze descrittive (ad esempio, nella presentazione affermi prima che i personaggi percepiscono la grande afa del deserto dei See, e in seguito che quella non è una giornata particolarmente calda) ma, ancor di più, a perfezionare maggiormente il narrato. Alcuni gesti compiuti dai PnG avrebbero potuto essere descritti con molte meno parole, senza occupare e ostacolare la fluidità del testo. Ti faccio un esempio concreto riferito sempre al post di presentazione: la prima parte dello spiegone di Juan in riferimento alla bugia di Taliesin risulta pesantuccio, quando avrebbe potuto essere sostituito facilmente con del discorso indiretto, allo stesso modo di come hai fatto dicendo che "...perciò si dilungò in una superflua descrizione di cosa distinguesse i tappeti di Taanach da quelli del Sultanato, e di come gli uomini dei Quattro Regni si sforzassero di imitarli". Personalmente io avrei mantenuto in maniera diretta solamente l'ultima linea di dialogo ("Insomma...") e trasformato tutto il resto in discorso indiretto.
   Un'ultima menzione di pregio va fatta al modo in cui interpreti le tecniche a disposizione del personaggio. La carica dei beduini, l'auspex attraverso il libro... magnifici espedienti.

Strategia; voto: 6.25

   Lo so. È difficile essere strategici contro un avversario che ignora parte dei propri assalti, si comporta in maniera autoconclusiva e altro. Purtroppo valutare questo campo è stato estremamente difficile per entrambi di voi, soprattutto a causa delle numerose infrazioni regolamentari compiute da kremisy, di cui parlerò in seguito. Va detto, ciò nonostante, che Josiah non esce affatto indenne dal combattimento e che i fratelli Lessiene sono stati a malapena sfiorati. Ciò è dovuto solo in parte alla condotta del tuo avversario, poiché sono convinto che avresti potuto fare molto di più: nel corso del duello li attacchi raramente, preferendo rivolgere i tuoi assalti contro Lothar (che tuttavia ti aveva già dimostrato di poter ignorare regolarmente i tuoi attacchi a 0CS). Permissivo allo stesso modo è l'utilizzo di IDENTIFICAZIONE AMPLIFICATA, quando il tuo auspex passivo sarebbe stato più che sufficiente a legittimare l'azione seguente. Tutto considerato, abbiamo e ho avuto la percezione che tu abbia spesso voluto trattenerti in ragione dei comportamenti e delle capacità del tuo avversario.
   Differentemente, ho apprezzato moltissimo la strategia iniziale di erigere un muro, e quella di sfruttare la lontananza dei fratelli Lessiene dalle proprie guardie del corpo. Ugualmente di pregio è stato l'utilizzo di una tecnica che avesse come bersaglio l'energia per sfruttare il malus della passiva impiegata dal tuo avversario e vederla raddoppiare in potenza. Questi elementi ti permettono di avere un voto comunque sufficiente in questo campo, nonostante l'obiettivo della giocata sia stato del tutto mancato.

Sportività; voto: 8.50

   Sopportare ciò che hai sopportato senza reagire, senza battere ciglio, e anzi incoraggiando e comprendendo il tuo avversario, ti basterebbe da solo un voto pieno in sportività. Il tuo più grande pregio è stato senza ombra di dubbio il modo signorile con cui hai reagito alla condotta di kremisy, che ha compromesso l'intero duello e l'esito di qualsiasi tua strategia. Per i dettagli riguardanti gli errori di quest'ultimo, ti rimando al suo giudizio in sportività. A ciò va ad aggiungersi l'utilizzo di una tecnica ad area contro un nemico invisibile a causa del polverone (positivo anche strategicamente) e la gestione precisa dei danni subiti da Josiah.
   Ciò nonostante, ho da segnalarti alcune piccolezze: innanzitutto, la tendenza a non citare per intero le tecniche che utilizzi all'interno dello specchietto tecnico (anche se va detto che questo risulta comprensibile comunque) e i due giorni di ritardo, che da soli ti tolgono mezzo punto in sportività. Il tuo errore più grave è stato, però, quello di considerare il muro alzato nel primo turno di combattimento come permanente: essendo stato eretto tramite una tecnica difensiva, si sarebbe dovuto sgretolare al termine del turno, come qualsiasi barriera. Ciò compromette effettivamente parte del duello, volgendo le carte a tuo favore.

Media complessiva: 7.583






kremisy
Scrittura; voto: 3.50


   Dunque, inizio dagli elementi positivi: innanzitutto, è piacevole vedere come Lothar sia ben inserito e contestualizzato all'interno dell'ambientazione. I suoi continui rimandi agli eventi passati sono piacevoli e arricchiscono il personaggio. Ho notato anche che stilisticamente sei migliorato rispetto a "il trono che non trema", gestendo i dialoghi in maniera più credibile e abbandonando (finalmente) quel lessico elaborato e ricercato che non sapevi gestire e non si adattava per nulla a Lothar. Infine, ho trovato divertenti e azzeccati alcuni espedienti narrativi, come la derisione del Lancaster nel momento in cui rischia di cadere da cavallo, nel primo post.
   L'altra faccia della medaglia, però, è ancora sordida. La quantità di errori grammaticali, di battitura, di sintassi, di lessico, di maiuscole mancate e di ripetizione che compi all'interno dei post è ancora troppo alta e, spesso, inaccettabile. "Rivagliarlo", "orami", "a dietro", "si iniziava a farsi", "corpi loro due", eccetera... senza contare gli "hai" senz'acca e viceversa. Rileggi, rileggi e rileggi. Studia, se serve, e cerca di correggere questa tua ingombrante mancanza, che senza dubbio è quella che più di ogni altra affonda il tuo voto.
   Andando oltre, devo sottolinearti altri problemi: il mancato approfondimento di alcuni elementi interessanti, ad esempio. A volte capita che nei tuoi post tu introduca dei concetti articolati (come il rapporto teso tra Bolg e Lothar, o più in generale i pensieri e le opinioni del nano) senza dare loro lo spazio necessario a sfruttarli al meglio. Ne risulta una caratterizzazione abbozzata e superficiale, che potrebbe essere facilmente approfondita. Caratterizzazione piatta che si estende ai PnG che circondano Lothar: tutti uguali, per stessa ammissione del nano, e inevitabilmente noiosi per il lettore. Alcuni di loro vengono descritti addirittura senza che abbiano effettivamente una voce all'interno del duello! Diciamo che dopo quattro post in cui hai scritto dei litigi dei fratelli Lessiene, mi sarebbe piaciuto leggere un discorso diretto per scoprire di che cosa stessero litigando. Così, invece, risultano solo una risorsa inutilizzata e fuori contesto.
   In ultimo, ritroviamo in questo duello la tua tendenza a interpretare e modellare l'ambientazione secondo il tuo desiderio, senza rispettarla. Un comportamento che si ripercuote sia sulle azioni piccole (a un certo punto sostieni che "l'arte della guerra non sia comune tra i Lancaster", quando sono notoriamente i cavalieri migliori di Dortan), sia su quelle più importanti, come l'apparizione dell'araldo di T'al. La sua comparsa non è sbagliata di per sé, ma il modo in cui l'hai impiegato e fatto parlare suggerisce al lettore che Lothar sia persino più importante di T'al stesso e pone il nano e il combattimento in un contesto assolutamente fuori luogo: perché mai T'al avrebbe voluto veder sopravvivere i fratelli Lessiene? Solamente per compiacere Lhotar? Non ritieni che sia eccessivo che un Daimon faccia dei favori così gratuiti a un qualsiasi abitante di Theras? E se anche ciò fosse parte di un progetto più grande, non credi che una certa parte di foreshadowing avrebbe potuto giovargli?

Strategia; voto: 5.50

   Come per Hole., questo campo è reso molto difficile da valutare dai tuoi errori in sportività, che esaminerò in seguito. Va detto che i fratelli Lessiene sono usciti illesi dal combattimento e che anche Lothar se l'è cavata egregiamente. Ciò nonostante questo è dovuto principalmente alle tue numerosissime antisportività, piuttosto che a virtuosismi strategici; se volessimo infatti valutare i tuoi comportamenti in un contesto più sterile (cosa che tenterò di fare), allora le strategie da te adottate andrebbero considerate non soltanto inefficaci, ma persino autodistruttive. Immagino che la tua idea iniziale fosse quella di sfruttare la confusione e il polverone per nascondere i fratelli Lessiene sotto le ali del drago e permettere loro di allontanarsi inosservati, senza renderli un bersaglio. Una strategia che apparentemente potrebbe essere una buona idea, ma che ostacoli tu stesso per numerose ragioni:

1. Josiah ti aveva già dimostrato di possedere una tecnica di auspex, dunque non avresti potuto nascondere i fratelli Lessiene alle sue percezioni.

2. Non utilizzi alcuna passiva per mascherare i fratelli Lessiene, e anzi, li fai litigare di continuo rendendo evidente la loro posizione.

3.Cerchi di nasconderli sotto un drago. Non esattamente la creatura che passa più inosservata.

4.Mandi Bolg a saltare il muro creato da Hole., di fatto allontanando i fratelli Lessiene e dividendoli dal tuo personaggio e dal gruppo. Infatti successivamente sei costretto a distruggere quello stesso muro, consumando energie e slot tecnica. Perché non mandare Bolg in qualsiasi altra direzione?

5. Ma soprattutto, che senso ha far correre il drago? Perché non farlo alzare in volo? Se hai scelto così per non attirare l'attenzione, perché non farlo decollare dopo che il tuo piano era stato scoperto?
   Insomma, una strategia inconcepibile e lenitiva alle tue risorse, che ti ha costretto a inseguire Josiah che inseguiva Bolg per tutto il duello, quando avresti potuto semplicemente far librare il drago. A ciò vanno aggiunti alcuni altri errori strategici minori, come la scelta di difendersi da una tecnica di potenza Critica con una di potenza Media: che senso ha sprecare uno slot tecnica per togliere un 10% da un 40%? A quel punto ti sarebbe convenuto subire l'offesa per intero e impiegare entrambi gli slot tecnica in attacco, prendendo il tuo avversario in contropiede.

Sportività; voto: 1.50

   Oggettivamente, faccio prima a dirti che cosa non hai sbagliato: quando Hole. ha considerato il muro ancora in piedi (nonostante dovesse essere caduto dopo il primo turno), tu ti sei adeguato al suo errore. Per sottolinearti tutti i tuoi sbagli, però, preferisco farti un elenco, in modo che tu possa esaminarli uno per uno in maniera più sistematica:
1. Nel primo turno di combattimento uccidi autoconclusivamente e all'istante l'evocazione di Josiah, nonostante le evocazioni vadano trattate in maniera non autoconclusiva.

2. Nel corso del duello non hai mai utilizzato la passiva per far intervenire gli alleati in combattimento. Questo errore è reso gravissimo dall'importanza che quest'ultimi assumono nel corso della giocata, risultando fondamentali per le tue strategie.

3. Fai usare continuamente coralli e tecniche (colpo duro) a Bolg, senza consumare utilizzi della passiva che permette agli alleati di farlo. Consumi un utilizzo di questa passiva solo nel penultimo turno, quando Bolg, paradossalmente, non usa alcuna tecnica.

4. Il tuo specchietto tecnico è molto difficile da comprendere. Perché citare tutte le passive a disposizione di Lothar, anche quando non le utilizzi?

5. Lothar capisce che Josiah ha scoperto il suo piano in maniera insensata. Cito letteralmente: "i gruppi erano due mentre quelli caduti nella trappola erano sufficienti a formarne solo uno". Questa constatazione non ha senso a meno che i nani non abbiano una misura specifica della quantità di persone che possono formare un gruppo. Avresti potuto far ruggire Bolg per avvertire Lothar, e sarebbe stato altrettanto efficace.

6. Soprassedendo sul fatto che non sarebbe dovuto esistere, distruggi il muro di pietra creato da Josiah con una tecnica Bassa, nonostante lui l'abbia formato con una tecnica Alta.

7. Hai ignorato completamente la tecnica STENDARDO: ASSALTO, che era una tecnica ad area contro chiunque si trovasse vicino alla carovana, come specificato da Hole.. Sostieni letteralmente di "esserne rimasto fuori" ma, di fatto, hai ignorato una tecnica offensiva lanciata dal tuo avversario.

8. Tre giorni di ritardo, che ti tolgono quasi un punto totale dalla valutazione in sportività.

9. Dolore nanico è una tecnica non regolamentare: le tecniche non difendono le risorse; difendono dalle "nature". Una tecnica di difesa può difendere dalle tecniche psioniche, magiche o fisiche; non specificatamente la mente, l'energia e il corpo. Praticamente hai a disposizione una tecnica che ti difende da qualsiasi mossa dell'avversario se mirata alle tue energie, indipendentemente dalla natura, e ciò non è regolamentare.

10. L'uso delle CS di Lothar e Bolg risulta spesso difficile da comprendere, poiché non segnato (o segnato male) nella confusione generale dello specchietto tecnico. Ciò nonostante, mi è parso che i danni venissero gestiti in maniera corretta.
Ci sarebbero anche altri piccoli errori di interpretazione delle circostanze, ma voglio soprassedervi in sede di giudizio. Concentrati su queste gravi mancanze che hai compiuto e cerca di correggerle ed evitarle. Tieni a mente che alcuni giudici hanno proposto un degrado a fascia bianca dopo la correzione del duello, al quale tuttavia non siamo ricorsi in ragione dell'ingombrante esame di maturità che stai sostenendo in questo periodo, e che comprensibilmente impegna i tuoi pensieri. Noi speriamo soltanto che, in futuro, tu sappia ricordare questi errori ed evitare di incapparvi nuovamente.

Media complessiva: 3.50






7.58 - 3.50
vince Josiah

— kremisy viene ricompensato con 280G e 114 punti per la fazione dei pari (per riscattare questi ultimi è comunque necessario compilare l'appropriato modulo nel bando di Arcana Imperii, in virtù dei potenziali achievments). Hole. viene ricompensato con 1005G. Il vincitore ha diritto a un post autoconclusivo di vittoria. —

 
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