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| in riferimento a a sea of gold and blood; fra il giorno e la notte
I L'anima precorre tempo e spazio, e non è come l'occhio, che crede cominci il cielo dove comincia l'orizzonte.
Uscendo dalla sala degli arazzi, Petyr Devraath era poco soddisfatto del suo colloquio con il Merovingio: che l'incarico fosse stato affidato a Kerrigan era una cosa che lo urtava parecchio. Non perché avrebbe voluto assumere lui il comando delle truppe, si sentiva completamente inadatto a un simile compito e non aveva mai avuto velleità marziali. La sua preoccupazione era di tipo più strettamente personale: per anni aveva salito la scala gerarchica sgomitando, fino ad arrivare ad aggrapparsi alle vesti del suo attuale signore. Voleva salire ancora ma per riuscirci si sarebbe dovuto conquistare l'opportunità di mettersi in mostra in uno scenario più grande e importante di quei quattro villaggi di pastori e agricoltori che gli erano stati dati da amministrare. La sua lealtà nei confronti del Merovingio era quindi una scelta obbligata: quell'uomo era l'unico che potesse dargli l'opportunità che attendeva. Purtroppo il Merovingio si fidava ciecamente di Kerrigan -e ne aveva tutte le ragioni: la donna era fedele come un cane ma diabolica come un gatto. L'unica cosa che gli dava da pensare erano i rapporti fin troppo stretti di Kerrigan con un capitano mercenario di lungo corso, un uomo che si diceva imprendibile e invincibile. Era probabile che i due avrebbero agito insieme e forse era proprio questo che voleva il Merovingio: per tramite del suo capitano della guardia, assicurarsi l'aiuto della Compagnia del Teschio e dei suoi quattrocento armati. Da parte sua, Petyr non si fidava dei mercenari, nemmeno di quelli innamorati. In preda a queste considerazioni, non si accorse dell'uomo che gli stava davanti, finendo quasi per finirgli addosso. Furono le mani pronte e rapide dell'altro a fermarlo, prendendolo per le spalle. « Dovresti fare più attenzione. » disse, lasciandolo andare. Petyr sollevò lo sguardo e osservò il suo interlocutore. Un uomo sulla cinquantina, dai capelli brizzolati e lo sguardo severo, rivestito da un ricco caftano che ricopriva il panciotto, i nastri e gli alamari. « Non è un buon momento, Davos. » Davos Ducas condivideva con Petyr il medesimo grado e una lunga amicizia, nonostante fosse parecchio più anziano. Come Petyr era il balivo, ovvero l'amministratore dei villaggi sotto la protezione del Merovingio, così Davos era il suo Primo Siniscalco, un ruolo di grande prestigio all'interno di quella corte ancora piccola e relativamente povera. Questi fece un sorriso privo di gioia e iniziò a camminare, procedendo di fianco al balivo. « Cattive notizie dal nostro signore? » Petyr annuì. « Ha messo tutto nelle mani della puttana. » Davos nicchiò. « Comprensibile. Vuole la Compagnia di quel capo mercenario... Come hai detto che si chiama? » Il balivo guardò un punto indefinito davanti a sé. « Si fa chiamare con un nome straniero, nella lingua dei Pelleverde. Si dice che sia stato con loro per lungo tempo e che abbiano finito se non per amarlo almeno per rispettarlo. La sua compagnia mercenaria è incredibilmente eterogenea e ha appoggi in tutto il deserto, nelle Hooglans e perfino a sud, nelle terre estranee all'influenza del Sultano. » Si fermò, improvvisamente, allargando le braccia. « Può contare su esponenti di tutte le razze e nessuno l'ha mai visto in faccia, porta sempre addosso la maschera di un teschio. » Davos si fermò a sua volta, affascinato da quella descrizione che sembrava rimandare più a un personaggio da favola che a un capo mercenario con svariate taglie sulla sua testa. « Pare che fosse un disertore dell'esercito del Re, venduto agli schiavisti dello Xuaraya. Raccontano che sia riuscito a fuggire dopo l'assassinio del suo padrone e che per quanto lo cercassero, ogni volta che si avvicinavano a lui, lui sembrava allontanarsi in quella stessa misura... » « ...per questo si fa chiamare Horison. »
Il Primo Siniscalco ghignò, divertito. « Un gran bel nome... Orizzonte. »
A SEA OF GOLD AND BLOOD l'ultimo orizzonte
~ ~ ~
Deserto dei See; Ora nona . pov ― Imrahil
Viaggiavano ormai da diversi giorni e le lande sconfinate del deserto si stendevano a perdita d'occhio intorno a loro in un mare ocra dai riflessi dorati sotto il sole battente di un mezzogiorno infuocato. Si erano levati all'alba e dopo aver raccolto le povere tende di pelle di capra in cui avevano passato la notte si erano messi nuovamente in marcia, in groppa a quei kameel, come li chiamava Alake, il beduino che faceva da guida. La calura del giorno e le temperature rigide della notte avevano fortemente provato tutto il gruppo, eccezion fatta per Alake, abituato a quella vita, e lo stesso Laurens che sembrava non risentire affatto di quel viaggio totalmente privo di comodità. I due procedevano in testa alla colonna, chiacchierando amabilmente e spesso scambiandosi occhiate complici e scoppiare in piccoli lazzi. Dietro Laurens e Alake veniva Lorelei, sempre cupa, chiusa nel suo abito orientale acquistato a Dorhamat prima di partire e subito dietro c'era lei, Imrahil, la Perla d'Alcrisia, finalmente sulla via di casa. Quando aveva accettato di seguire il Capitano de Graaf rinunciando a succedere a suo padre non credeva che avrebbe visto nuovamente i luoghi della sua fanciullezza. Aveva accettato, anche con un certo sollievo, di abdicare a quelle preoccupazioni e a quella vita che non l'attirava minimamente per correre incontro all'avventura e seguire lo spirito indomito del sam-enin, l'eremita del nord che ora era tornato al sud, alla sua vecchia casa e ai suoi antichi abiti da corsaro. Lei aveva accettato anche quel cambiamento, convinta dalle parole di Laurens che la loro vita dovesse essere dedicata ad un fine superiore, qualcosa che permettesse a tutti loro, che erano esuli o reietti, di vivere per qualcosa, di avere ancora un obiettivo. Non aveva mai immaginato, però, che il cammino dell'Ordine dell'Egida avrebbe portato lei e i suoi compagni ad attraversare il deserto per raggiungere l'Alcrisia. Mancavano ancora alcuni giorni ma ogni passo della sua cavalcatura era un passo più vicino al suo passato, un passato che aveva imparato ad accettare con la sua solita buona grazie e dignità, ma che per questo non era divenuto meno doloroso da ricordare. Ora le veniva chiesto di affrontarlo e sebbene l'ansia avesse cominciato a crescere dentro di lei fin dalla partenza da Casacalda, si era costretta a ricordare le parole del Senzavolto. Durante il suo apprendistato con Nyrhaer, questi le aveva detto chiaramente di non reprimere le sue emozioni ma di sforzarsi di esplorarle, capirle intimamente e plasmarle nuovamente. Questo era il solo modo che aveva a disposizione la giovane Imrahil per fare la sua parte e sperare di poter sopravvivere a ciò che attendeva tutti loro. Era esattamente ciò che la ragazza tentava di fare, con gli occhi fissi sulla sabbia del deserto e sulle pozzanghere, ultime vestigia dell'ultima esondazione dell'Oceano che aveva finito per rendere ampi spazi del deserto un acquitrino impraticabile. Fu proprio in quel momento che le si avvicinò Corvobianco, spronando il suo kameel e affiancandosi a lei. Sorprendentemente non aveva un libro per le mani e addirittura le sorrise. In risposta, Imrahil fece un lieve cenno col capo e si riavviò una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio, un tic particolare che sottolineava il suo nervosismo. « Fra pochi giorni saremo nella tua terra. » disse l'uomo, mentre caracollavano insieme verso un costone di roccia alto una decina di metri e largo alla base almeno il doppio. « Sei emozionata? » Imrahil sentì un lieve rossore salire a imporporarle le guance. Sembrava quasi che Corvobianco avesse letto nei suoi pensieri. Distolse lo sguardo, imbarazzata, e cercò di imprimere tutta la propria forza e sicurezza alla sua voce, in maniera da farla sembrare normale e decisa. « Sono solo curiosa di vedere cosa ne è stato dell'Alcrisia. » Corvobianco sorrise e scosse il capo. Al sole del deserto, i suoi capelli argentati si colorarono di riflessi arancioni. « Di una cosa puoi star sicura: i demoni non sono arrivati fino a lì. Nessuno di loro accetterebbe di percorrere questo deserto! » Ecco, i demoni, sempre i demoni. Per quell'uomo erano un chiodo fisso ed Imrahil non riusciva a spiegarsi questa ossessione regolata da una disciplina ineguagliabile che rendeva il suo compagno di viaggio vagamente inquietante. « Mi chiedo perché y'Negessyd » continuò Corvobianco, riferendosi a Laurens con il titolo di Messaggero nella lingua del nord, « abbia insistito per farci passare di qui. » Imrahil avrebbe voluto dire che era la via più rapida, anche se la più pericolosa, che proprio dal Deserto era partita la sventura che aveva finito per abbattersi sulla sua casa, sulla casa di suo padre. Avrebbe voluto dire molto, Imrahil, ma non ci riuscì. Una raffica di vento violenta quanto improvvisa sollevò un tripudio di sabbia e piccoli vortici. Alake si volse nella loro direzione sollevando un braccio, forse per avvertirli dell'arrivo di una tempesta di sabbia ma anche lui non riuscì a pronunciare parola: una freccia, venuta da chissà dove, gli attraversò una spalla, facendolo letteralmente volare giù dalla sua cavalcatura. Laurens de Graaf si voltò allora prima verso di loro e poi verso l'enorme spuntone di roccia che ormai avevano quasi raggiunto. « Difendetevi! » ululò, con quanto fiato aveva in corpo. Non sarebbe stata una passeggiata.
Quasi a rispondere al richiamo di Lorencillo, nugoli di frecce presero a piovere da cielo, abbattendosi da ogni parte. Molti dei loro kaamel erano rimasti feriti e quando la pioggia di colpi cessò Imrahil riuscì a vedere Corvobianco che si rialzava agilmente, a pochi passi da lei, mentre si toglieva di dosso la tunica che aveva indossato fino a quel momento, rivelando il torace dalla pelle diafana attraversata da decine di tatuaggi neri dalle venature vermiglie. Ogni tatuaggio riproduceva un sigillo e all'interno di ogni sigillo era racchiuso un differente demone che il Simulacro aveva combattuto e sconfitto. Poco sopra la spalla, aveva una ferita, un taglio leggero. Anche Imrahil sanguinava da una leggera ferita alla coscia. Qualche metro più avanti, Laurens era a terra. Non sembrava ferito, ma la sua cavalcatura aveva avuto la gola attraversata da una freccia e ora gorgogliava morente. Imrahil fece un passo in avanti per andare a soccorrerlo ma fu costretta a recedere da quell'idea: degli omuncoli, creature piccole e orrende, correvano verso di loro, armi alla mano, ed erano già pronti ad attaccarli. Una ventina di avversari e loro erano solamente quattro -Alake era chiaramente fuori dai giochi-, stanchi e disidratati. Mentre tutti gli altri si preparavano a combattere, la sola Imrahil rimase immobile. Non aveva esattamente paura, la sua era più che altro un momentaneo distacco dal mondo, quasi che quella scena fosse troppo irreale per riguardarla personalmente. Era il suo battesimo di sangue e stava totalmente mancando l'occasione. A farla tornare padrona di sé fu un urlo orribile: Corvobianco, per difenderla, si era posto di fronte a lei e mentre fauci e braccia inumane uscivano dai sigilli posti sul suo corpo, il Corvo non era riuscito a evitare di venire trafitto da due lunghe lance le cui lame vibravano di opalescenze violacee, ricoperte com'erano di energia. Dopo quel grido, Corvobianco cadde in ginocchio. Imrahil fece qualche passo indietro, inorridendo, ma non ebbe nemmeno il tempo di rammaricarsi perché con la coda dell'occhio riuscì a scorgere una decina di quei mostri che si lanciavano su Laurens, ancora al suolo, e lo trafiggevano con le loro armi. Solo Lorelei, smontata agilmente dalla cavalcatura ferita a morte, appariva illesa. Fu proprio lei, la Madre degli Incubi, a prendere in mano la situazione. Si concentrò verso il gruppo che le era più vicino e subito piccole sfere bluastre iniziarono a vorticarle intorno, sospese a mezz'aria. Imrahil trattenne il respiro: non aveva mai visto Lorelei all'opera e benché fosse curiosa ricordava bene cosa le aveva detto Nyrhaer a riguardo. Non bisognava mai scatenare l'ira della Madre degli Incubi perché quel titolo non era casuale. Le sfere, quei piccoli incubi ancora in embrione, vennero scagliati contro i nemici e alcuni di loro subito si gettarono a terra, incapaci di replicare o resistere a quegli orrori che stavano divorandogli la mente, pietrificandone la volontà e lasciando i loro corpi a terra, a rotolarsi nella sabbia bollente. Ma la preoccupazione principale di Imrahil era ancora Laurens. Ne cercò il corpo con lo sguardo e lo vide in piedi, praticamente illeso. Le lame dei nemici erano passate attraverso la sua figura spettrale senza colpo ferire. Da distante, Imrahil lo vide stringere fra le mani una Lacrima di Lys, così il corsaro chiamava quelle piccole pietre preziose a forma di goccia che utilizzava per stabilizzare la sua presenza fisica e così poté vedere il Kraken scatenarsi, parare l'affondo deciso di un avversario con... che roba aveva in mano?! Laurens de Graaf stringeva fra le dita una spada nera percorsa da venature cremisi che sembravano rimbombare e sembrava quasi che quella lama non avesse peso, tanto era facile a muoversi e tanto rapida era nell'assecondare le evoluzioni del suo utilizzatore. Quella, e Imrahil la riconobbe nonostante fosse la prima volta che la vedeva, era la forma da Spada Nera di Lorelei. Armato di quell'arma leggendaria, Laurens de Graaf saettò agilmente in avanti, tenendo la lama in legamento con quella del nemico, aprendone la guardia per poi trapassargli il torace. Un istante dopo infilava l'acciaio terribile della spada nera nella coscia di un altro mostriciattolo che si accasciava, sanguinante. Imrahil avrebbe voluto esultare ma erano ancora circondati. Nonostante Laurens avesse messo fuori gioco un paio di assalitori e almeno tre fossero ancora a terra, contorcendosi sotto l'effetto degli Incubi generati da Lorelei, i membri dell'Ordine rimanevano in nettissima inferiorità.
Cinque mostriciattoli erano davanti a lei e Corvobianco, con l'uomo ancora a terra, sanguinante, mentre altri dieci accerchiavano Laurens, che ancora stringeva nelle mani Lorelei. Il gruppetto che stringeva da presso lei e il suo compagno dai capelli d'argento si scagliò proprio contro quest'ultima, proprio come il branco di lupi si getta sulla preda ferita. Il Corvo era ancora a terra, dolorante, praticamente incapace di rialzarsi dopo i colpi subiti e si prestava fin troppo al ruolo di vittima. Quegli attacchi sarebbero stati sicuramente soverchianti e la giovane Perla d'Alcrisia non ebbe scelta, quella volta: doveva intervenire o assistere alla morte di un compagno che si era sacrificato per aiutarla. Facendo un enorme sforzo per riuscire a controllarsi, lasciò che le sue emozioni fluissero liberamente fino a lasciare che si manifestassero davanti a lei come piccoli filamenti luminosi che andarono legandosi fra loro in un tripudio di lapilli, formando uno scudo posto a difesa di Corvobianco. L'assalto degli omuncoli era stato respinto ma, concentrata com'era sul difendere il compagno così come lui l'aveva difesa, Imrahil non si era avveduta del colpo di lancia -in tutto simile a quello già ricevuto dal Simulacro- che le era stato scagliato contro. Lei lanciò un grido, accasciandosi a terra e tamponandosi una profonda ferita alla spalla sinistra. Quando scostò la mano vide che era rossa di sangue, il dolore era piuttosto violento. La pelle e la carne bruciavano lì dove la lama era penetrata. E, sebbene Imrahil, accartocciata sul suo dolore, non l'avesse sentito, a pochi metri di distanza anche Laurens aveva soffocato un grido, anche lui colpito, seppure indirettamente, dal dolore che aveva scosso la giovane. Lo stesso Laurens, distratto da quella fitta che gli aveva attraversato la mente come una lama ghiacciata, non si avvide del colpo che stava arrivandogli addosso: un fascio di energia lo centrò allo stomaco, sbalzandolo indietro. Un istante dopo, vedendolo ancora stordito per il corpo ricevuto, i nemici gli si fecero contro. Adesso sembravano diversi: sebbene ancora di piccola statura, i loro corpi erano come gonfiati, le vene ingrossate e gli occhi arrossati sembravano dover schizzare fuori dai loro corpi da un momento all'altro. I bastoni, lance e spade grezze si avvicendarono contro di lui ma ogni fendente non trovava carne da straziare né sangue da versare. La stessa natura dello Spettro lo proteggeva, libero di lasciarsi attraversare dai colpi nemici. Anzi, con una velocità che lasciò Imrahil di stucco, Laurens scivolò dietro un avversario, lasciandogli scivolare la lama della spada nera lungo la coscia e poi sollevando l'arma di colpo, tranciandogli la testa che rotolò qualche passo più avanti, mentre il corpo si accasciava senza vita. Imrahil, incoraggiata dal vedere il Capitano battersi senza tregua, si rimise faticosamente in piedi. Quello era il suo primo vero scontro e non aveva intenzione di essere un impedimento per i suoi compagni; pur nella mischia e nella confusione generata dal combattimento, si sentiva addosso gli occhi di tutti: non poteva deluderli. Non voleva. Sollevò una mano, tenendo il palmo aperto davanti a sé, e subito il flusso delle emozioni si manifestò in una piccola sfera luminosa e vorticante. Quei filamenti che si avvolgevano su loro stessi, ripiegati infinite volte in quel vortice continuo, racchiudeva tutta la sua paura, la rabbia per l'impotenza che nel passato l'aveva costretta a fuggire dal pericolo o a cercare l'aiuto degli altri per affrontarlo. Finalmente poteva riscattarsi, ne aveva bisogno. Strinse il pugno, schiacciando la sfera che esplose in una miriade di schegge che andarono a investire i nemici che aveva davanti. Le stille, piccoli coacervi di emozioni, li avrebbero piagati nel corpo e nella mente -se solo li avessero raggiunti. Invece, uno di quegli orrendi mostriciattoli lasciò andare l'arma che stringeva in pugno e, accortosi del pericolo, sollevò ambo le mani, generato una sorta di scudo dalle sfumature nerastre che assorbì l'attacco della Perla d'Alcrisia, conclusosi con un nulla di fatto. Senza perdersi d'animo, la giovane si abbassò, raggiungendo con il braccio ancora utilizzabile l'arma di Corvobianco e sfilandola dal fodero. Era una vecchia sciabola, di quelle armi a lama ricurva che si usavano al sud, nei territori del sultano. Scattò in avanti, dimostrando una certa grazia nei movimenti anche in quel frangente. Si parò davanti al primo di quei mostriciattoli e tentò di attaccarlo, ma il suo fendente venne parato con irrisoria facilità. La giovane fece un mezzo passo indietro, spaventata dalla sua stessa irruenza.
Frattanto, i mostri sembravano essersi riorganizzati. Tre di loro caricarono in avanti, decisi a finire Corvobianco e punire lei per il suo tentativo, mentre gli otto che rimanevano avevano ormai completamente circondato Laurens, totalmente incapace di venire in soccorso dei suoi amici. O almeno così sembrava. I due omuncoli rimanenti giunsero le mani e dietro ognuno di loro comparve una piccola ala dalle piume rosse. Ad un battito secco, decine di quelle piume si scagliarono contro Imrahil e Corvobianco. La giovane riuscì appena a chiudere gli occhi, aspettandosi di sentire il dolore da un momento all'altro... e invece nulla. Quando riaprì gli occhi, vide uno strale scuro, generato dall'Ombra di cui era solito servirsi de Graaf, scomporsi sotto gli attacchi dei nemici. Ancora una volta, Laurens l'aveva salvata. Imrahil sollevò su di lui uno sguardo pieno di gratitudine ma i suoi grandi occhi si riempirono di orrore vedendo che, distrattosi per venire in suo soccorso -e del povero Corvobianco, che stava riavendosi- il Kraken aveva abbassato la guardia e una lama di energia, di un curioso colore cremisi, gli aveva attraversato la spalla destra. Il dolore doveva essere lancinante perché Laurens barcollò vistosamente e il suo intero braccio parve perdere forza, tanto che Lorelei, ancora nella sua forma di Spada Nera, gli cadde di mano. Sembrava finita per lo Spettro, ma la Madre degli Incubi non era un'arma come le altre. Invece di incontrare la sabbia del deserto con un tonfo, la spada nera chiamata Luttuosa rimase a mezz'aria, iniziando a ribollire. Grosse gocce d'ombra liquefatta caddero al suolo, sembrava quasi che si stesse sciogliendo. Invece, sotto lo sguardo sempre più incredulo di Imrahil, Luttuosa cambiò forma, trasformandosi in una lancia che prima parò semplicemente i due affondi diretti contro Laurens, ancora boccheggiante per il colpo ricevuto, poi trafisse al torace un nemico che si era avventato con troppa fretta su una preda che credeva ormai alla fine. Quella era la vera magia di Lorelei, che nella foggia di una lancia lunga volteggiava per aria parando affondi e menando fendenti senza che alcuna mano la sorreggesse o ne guidasse i movimenti.
Imrahil si rialzò ancora una volta, decisa più che mai a rientrare nel combattimento, stavolta per uscirne a testa alta. Insieme a lei, anche Corvobianco stava tornando in piedi ma entrambi ebbero una brutta sorpresa: filamenti simili a viticci erano sorti dal terreno, tutto intorno a loro, e ora andavano avviluppandoli lungo le gambe e intorno ai polsi, lasciandoli inermi davanti alla duplice offensiva che non tardò ad arrivare: due lame cremisi, simili a quella che aveva trafitto Laurens, arrivarono per colpirli. Imrahil diede un grido, colpita al fianco, mentre Corvobianco si dibatteva, lasciando fuoriuscire fauci fameliche e altri orrori dal suo corpo, per tramite dei sigilli: così era riuscito a fermare le spade dei nemici ma non quell'orrenda mezzaluna cremisi che gli aveva trapassato una gamba. I viticci scomparvero così come erano apparsi, andando a rintanarsi sottoterra. Corvobianco crollò al suolo. Non riusciva più nemmeno a pensare di potersi reggere in piedi. « Imrahil... » chiamò con un filo di voce. La ragazza, spingendosi sui gomiti mentre lasciava una scia di sangue sulla sabbia, gli fu accanto. « Nella mia s-sacca... La lacrima... » La Perla d'Alcrisia allungò una mano e, nella sacca da viaggio del Simulacro trovò una Lacrima di Lys, in tutto simile a quella che Laurens aveva usato poco prima. « Usala. » ordinò Corvobianco, senza un solo tremito nella voce. La ragazza avrebbe voluto ribattere che non aveva mai provato, che non era pronta, ma lo sguardo imperioso dell'uomo la costrinse a tentare. Puntellandosi sulla spada, che aveva faticosamente recuperato, si mise in piedi. Si sentiva debole, il dolore era costante. Non poteva sperare di andare avanti così molto a lungo. Strinse nel pugno la Lacrima di Lys e involontariamente le sue labbra si piegarono in un sorriso. Sentiva di potercela fare. Scattò in avanti con una rapidità invidiabile, schivando il primo affondo di un avversario con facilità irrisoria e trovandosi di fronte un altro di quei piccoli orrori lo trafisse senza pietà. Quello si accasciò, rantolando maledizioni. Era quasi soddisfatta del suo operato quando, con la coda dell'occhio, vide Laurens avvolto dai nemici che si erano lanciati su di lui, letteralmente sommergendolo. Sentì prima un urlo di dolore e poi un latrato incomprensibile, che non aveva nulla di umano. Imrahil tremò, e forse tremò la terra stessa -o almeno così le era parso. Poi, un'esplosione grandiosa, generata dalla Trama Nera, il tessuto delle energie dell'Ombra, sconvolse tutto. Ogni avversario, vicino o distante, venne travolto da quell'esplosione di cieco furore. La sabbia tornò a sollevarsi in un unico vortice che avvolgeva l'epicentro di quell'esplosione, il corpo -o ciò che ne rimaneva- di Laurens de Graaf. Il Kraken, benché ferito in maniera abbastanza grave, era ancora in piedi. Sembrava quasi stesse sorridendo. Quando la polvere ricadde, tutto intorno, si videro i corpi sfracellati e mezzi carbonizzati dei mostriciattoli che tanto avevano osato. Persino Lorelei era tornata alla normale forma umana. Gli unici sopravvissuti a quella carneficina erano due omuncoli nei pressi di Imrahil che guardavano inebetiti lo scenario. I due si lanciarono in una corsa disperata, cercando di allontanarsi. Laurens avrebbe voluto inseguirli ma il tentativo di spiccare la corsa si concluse ingloriosamente con un ginocchio affondato nella sabbia. La stessa Imrahil si lasciò andare, cadendo a sedere. La sabbia scottava, l'aria era satura dell'odore del sangue. Erano salvi, in un modo o nell'altro.
Ma forse aveva parlato troppo presto: a qualche centinaio di metri da loro, una nuova truppa di omuncoli procedeva nella loro direzione. Erano molti di più e molto più agguerriti. Stavolta a guidarli c'era un uomo. Stavano avvicinandosi ed erano pronti a ingaggiare un nuovo combattimento -il cui esito era ormai scontato, date le poche forze rimaste ai membri dell'Ordine, quando Laurens, eroicamente, si sollevò in piedi. Di nuovo. Quasi non riusciva a sostenersi, la sua essenza, per quanto ectoplasmatica, sembrava a un passo dal dissolversi. Pure, si fece avanti, dirigendosi verso quello che sembrava essere il capo di quella spedizione. E, come se stesse presentando il suo invito a una cena nell'alta società, tirò fuori una piuma rossa e la sventolò sotto il naso del nemico. « Sono Laurens de Graaf, razza di imbecille. Credevo che il Padre di Ferro conoscesse i suoi amici. » L'uomo dal colorito grigio sembrò impallidire davanti a quella rivelazione. Si inchinò fin quasi a sfiorare la sabbia con la fronte. « Perdonateci. Non potevamo sapere. » Con lo sguardo altero, come se non avesse appena combattuto per la propria vita, de Graaf continuò. « Curate il ragazzo e la ragazza. E anche la nostra guida. » L'altro assentì, deferente. « E vi scorteremo fino alla fine del deserto. Così ci spiegherete cosa ci fa il Kraken, così lontano da casa. » Laurens guardò a lungo Imrahil, prima di rispondere. La giovane sentì su di sé tutto il peso di quegli occhi azzurri e si voltò dall'altro lato. Ma sentì ugualmente la voce di De Graaf. « Sistemo ciò che l'Ala Rossa ha distrutto. » Combattimento Autoconclusivo Laurens de Graaf vs Omuncoli (x2) Lo scontro è fra Laurens de Graaf e i suoi alleati (Lorelei, Imrahil, Corvobianco) e due manipoli (di dieci uomini ciascuno) di Omuncoli dell'Ala Rossa. Ogni manipolo conta come di pericolosità D. Per una più facile gestione dello spoiler, ho fatto una rapida divisione per turno, differenziando i mostri in Mostri (A) e Mostri (B) per la gestione nei turni dei due manipoli. Laurens e compagni sono invece denominati Aegis.
CITAZIONE TURNO 1
Mostri (A): Utilizzano una abilità personale di supporto (natura magica, consumo basso) per creare una piccola tempesta di sabbia da usare come diversivo. Attaccano inoltre con una tecnica media (natura fisica, danno fisico) ad area, una tempesta di dardi. Quindi si scagliano su Laurens, tempestandolo di attacchi fisici. Mostri (B): Scagliano due tecniche piuttosto simili fra loro, una contro Imrahil e una contro Corvobianco. Aegis: Imrahil non è pronta a rispondere e Corvobianco le fa scudo con il proprio corpo, subendo un danno medio al fisico; gli omuncoli tentano di attaccarlo fisicamente (con 0cs) e lui risponde attivando l'abilità [personale: rilasciando un sigillo, per quattro turni potrà far fuoriuscire braccia, zampe, persino fauci, dai sigilli impressi sul suo corpo; ognuna di queste conta come arma naturale e i suoi attacchi come normali attacchi fisici (medio supporto; natura: magica; risorsa: energia; 4 turni)] per riuscire a difendersi. Laurens esce illeso dagli attacchi fisici portati dai nemici (sempre con 0cs) grazie a un utilizzo della passiva razziale delle Ombre [è possibile far sì che gli attacchi del proprio nemico attraversino il corpo dell'ombra senza provocarle alcun danno, purché l'attacco e la difesa siano stati compiuti a parità di CS.]. Lorelei utilizza una tecnica [Lorelei scaglia degli incubi informi addosso al nemico (bersaglio singolo); (alta offensiva; natura: magica; risorsa: energia; bersaglio: mente)] contro l'altro gruppo di avversari, poi con un utilizzo delle due passive [Lorelei può cambiare forma passando da quella umana a quella di spada mantenendo lo stato cosciente (passiva; 6 utilizzi)] [Lorelei è in grado di levitare sia in forma umana che in forma di spada, muovendosi senza bisogno che qualcuno la utilizzi (passiva; 6 utilizzi)] passa in forma di Spada Nera e vola fra le mani di Laurens. Laurens attacca utilizzando subito un corallo (+2cs velocità; +1cs forza; +1cs agilità) e utilizzando 2 di queste CS per attaccare fisicamente uno degli omuncoli e stroncarlo.
CITAZIONE TURNO 2
Mostri (A): Gli omuncoli che non sono stati colpiti da Lorelei si scagliano contro Corvobianco, vedendolo a terra, pronti a finirlo, tranne uno di loro che si concentra su Imrahil, attaccandola con una tecnica (natura magica, potenza media, danno fisico). Mostri (B): Utilizzano una tecnica di power-up (potenza media, 4cs in forza) e dopo aver scagliato una tecnica (potenza alta, natura magica, danno fisico) su Laurens si scagliano contro di lui usando subito tutti i cs a loro disposizione. Aegis: Imrahil utilizza la tecnica [ Imrahil genera uno scudo composto di emozioni positive che difende da attacchi magici e fisici (difensiva media; natura magica; risorsa: mente)] per difendere Corvobianco ma così facendo non si avvede della tecnica scagliata contro di lei, subendo così un danno Medio al fisico. A causa del Malus [dato il particolare legame fra Imrahil e Laurens, su quest'ultimo si riflettono parzialmente i danni subiti da Imrahil (Laurens subisce 1/2 di ogni danno patito da Imrahil, sfruttando la risorsa "Mente")] Laurens subisce un danno Basso alla Mente. Distratto da questo piccolo danno e in apprensione per Imrahil, Laurens viene colpito dalla tecnica nemica subendo un danno Alto al corpo. Riesce però a utilizzare la Pergamena [(Incorporeità fortificata - Ladro): per due turni sarà incorporeo e questi sarà in grado di oltrepassare muri e impedimenti fisici di qualsiasi genere. Inoltre potenzia le cs (medio; natura fisica; risorsa: corpo; +2cs velocità)] per evitare tutti gli attacchi fisici dei suoi avversari e replicare ripagandoli con la stessa moneta e uccidendo un'altro omuncolo dopo averne ferito un terzo (attacchi portati con 2cs velocità). Imrahil si sente in dovere di intervenire e utilizza la tecnica [Imrahil genera una piccola sfera di emozioni, comprimendola fino a farla esplodere in una miriade di schegge che colpiranno il nemico, trafiggendolo e disturbandogli la mente con le emozioni insufflate nella sfera (offensiva alta - bersaglio singolo; natura magica; risorsa: energia; bersaglio: corpo&mente)] contro gli omuncoli che ha di fronte.
CITAZIONE TURNO 3
Mostri (A): Gli omuncoli utilizzano una difesa di natura magica (potenza alta) per difendersi dall'attacco di Imrahil e dai suoi successivi attacchi fisici (portati con 0cs). Replicano scagliando una tecnica (potenza media, natura magica, danno fisico) contro Imrahil. Mostri (B): Il gruppo si divide, uno degli omuncoli lancia una tecnica (potenza media, natura magica, danno fisico) contro Corvobianco, gli altri si concentrano su Laurens lanciando contro di lui una tecnica simile. Aegis: Laurens vede Imrahil in difficoltà e con un utilizzo della passiva [le tecniche difensive AoE hanno effetto pari al consumo (passiva; 6 utilizzi)] e della tecnica (a consumo Alto) [può utilizzare le ombre per difendersi da attacchi magici e fisici, generandole nella forma che preferisce - ad area (variabile difensiva AOE; natura magica; risorsa: energia)] riesce a difendere sia Imrahil che Corvobianco. Così facendo però si rivela vulnerabile all'attacco nemico e subisce un ulteriore danno Medio al corpo. Laurens perde la presa su Lorelei che però utilizzando la già citata passiva di levitazione riesce a non cadere, e muovendosi da sé para i colpi nemici poi utilizza (a consumo Alto) la tecnica [ Lorelei può mutare la propria forma come arma offensiva, ricoprendosi di energia e attaccando il nemico a bersaglio singolo (può cambiare la forma ma non le dimensioni); (variabile offensiva; natura magica; risorsa: energia; bersaglio: energia)] per cambiare la propria forma in quella di una lancia e trafiggere dei nemici vicini.
CITAZIONE TURNO 4
Mostri (A): Scagliando due tecniche uguali (potenza media, natura magica, danno fisico) contro Corvobianco e Imrahil, coadiuvati da una tecnica di supporto (ad area) scagliata dai loro alleati. Poi si scagliano contro Corvobianco per finirlo (attacchi fisici con 0cs). Mostri (B): Lanciano una tecnica di supporto (natura magica, costrizione bassa) ad area, quindi utilizzano un power-up basso e attaccano Laurens con 2 cs complessive, riversandoglisi addosso. Aegis: Imrahil subisce un danno Medio (e per il già citato Malus, Laurens ne subisce uno Basso alla Mente) e così anche Corvobianco. Imrahil utilizza un corallo per ottenere 4cs (+3cs saggezza; +1cs esperienza in combattimento) e utilizzarle subito per colpire i nemici che ha di fronte, utilizzando inoltre le due passive [Imrahil può scegliere di applicare ai suoi attacchi fisici un ulteriore effetto, imprimendo un'emozione a sua scelta nell'avversario; la potenza degli attacchi fisici non cambia, semplicemente il bersaglio sarà investito da quell'emozione 4 utilizzi)] e [Imrahil può scegliere di modificare la risorsa danneggiata dai suoi attacchi fisici; in questo caso, con un utilizzo, danneggia la mente invece che il corpo (4 utilizzi)]. Laurens, dopo essersi difeso da una parte degli attacchi con una tecnica difensiva (la già citata difesa AoE utilizzata il turno scorso) a consumo basso, prende un danno basso al corpo dai rimanenti attacchi e utilizza la tecnica [può utilizzare le ombre per attaccare l'avversario nelle forme che preferisce - ad area (variabile offensiva AOE; natura magica; risorsa: energia; bersaglio: corpo).] a consumo Critico liberarsi dei mostri che ha intorno e finirli. SITUAZIONE FINALE
Mostri (A): E: 105 M: 5 C: 30 Mostri (B): E: 50 M: 50 C: 0
Laurens: E:20 M:55 C:25 Lorelei: 45/100 HP Imrahil: 25/100 HP Corvobianco: 20/100 HP
Note. Nel primo turno tutti i membri dell'Aegis prendono un danno basso a causa dell'attacco fisico AoE scagliato dagli Omuncoli. Tutti gli alleati di Laurens partono con 50/100 HP a causa del lungo viaggio nel deserto, delle condizioni climatiche e ambientali (Laurens, grazie alla passiva da Eremita, non ne è affetto). E' il primo Autoconclusivo dopo anni. Ho rifatto due volte i calcoli ma potrebbe esserci un difetto di ±5 nello specchietto finale. Siate caritatevoli. Edited by Apocryphe - 18/5/2015, 01:27
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