Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

The Wolf, the Demon, the Beauty, Scena e scontro autoconclusivo

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view post Posted on 3/8/2015, 01:11




Tħe Ẅølf, ŧhe Dєmon, the Ƀeaμtу

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« Non accusare il Cielo delle sofferenze degli uomini, poiché esso è solo il testimone silenzioso della Vita. Negli astri è scritta la storia del passato, ed in essi vivono immutati ed immensi gli spiriti di chi ha abbandonato la terra. Non servono ali per volare nell'infinito. »

Si fa riferimento alla scena, Eulogy


Prologo
~su un mazzo di fiori~


Non era mai stata una persona particolarmente emotiva, neppure da bambina, e da lungo tempo si era ripromessa ancora più fermamente di non farsi trasportare dai turbamenti d'animo. Una volta al mese, però, lasciava temporaneamente cadere quella maschera di roccia che proteggeva il suo cuore, dando libero sfogo ai ricordi del passato. In quei giorni si scostava da tutto e tutti, almeno per un paio d'ore; raggiungeva un punto dove il terreno fosse più rialzato, affinché si potesse vedere chiaramente l'orizzonte, e lì posava un mazzetto di fiori. Quindi si sedeva ad osservare la distesa davanti ai suoi occhi, il Cielo in particolare - sia che questo le sputasse la neve in viso o la ferisse con fitte lame di pioggia.
Quelli erano i suoi momenti di pace, propri solo ed esclusivamente a lei, che mai avrebbe condiviso con nessun altro. Erano anche momenti dedicati ai ricordi legati alla figura di un uomo, un gigante e un solitario, così goffo nel rapportarsi con gli altri da ispirare quasi tenerezza: aveva speso insieme a lui solo 45 giorni, ma si rivelarono i più significativi della sua infanzia. La vita di quell'unico uomo era la ragione per cui lei era ancora viva, vittima di una serie di tragedie a cui un'esile bambina non sarebbe dovuta sopravvivere. Eppure eccola lì, mese dopo mese, a tre anni di distanza dalla maledetta notte in cui il suo salvatore, il suo amico, il suo protettore aveva sacrificato tutto per strapparla alla morte. Da allora aveva preso a contemplare il Cielo; la notte la volta stellata la confortava dalle fatiche del giorno, poiché in essa riusciva quasi a sentire la presenza delle persone che aveva perduto: luci astrali fissate nell'attimo infinito del firmamento, che la illuminavano e la accudivano, ricordandole costantemente di non essere sola.
Dunque una volta al mese rendeva omaggio a quelle memorie, agli eoni del cosmo e alle storie che raccontavano, cedendo per qualche ora alla commozione di un simile pensiero. Permettersi di sognare di una vita distante ed immensa, come a cercare un significato che non riusciva a distinguere in quella reale che doveva sopportare ogni giorno; si costringeva però sempre a tornare al pragmatismo quotidiano, frenandosi dal vagare troppo con i pensieri, per evitare che le emozioni fluissero senza controllo, rischiando di abbattere la diga di stoicismo che con cinica determinazione aveva costruito negli anni.
Anche quel giorno terso e freddo non era diverso dagli altri, e nel rialzarsi dalla zolla brulla di un collinetta appena innevata, la ragazza si premurò di sigillare ancora una volta il rammarico e l'amarezza nel fondo del suo animo, sforzando un sorriso troppo teso per risultare convincente. Nel voltarsi un forte refolo di vento la accecò, bloccandola per quella manciata di secondi sufficienti a farle notare una scura sagoma avvicinare rapidamente il piccolo insediamento più a valle. "Uno straniero", pensò tra sé e sé.



Parte I
~il forestiero~


Chop chop chop, il rumore dei passi sulla terra fangosa ed innevata. Un'alta figura nera si staglia sul pallido panorama dell'Aslingard, in mezzo al quale risaltano i profili di diverse tende, baracche e rifugi a far da contrappunto alla desolazione circostante. Stretto nella spessa pelliccia scura un uomo solitario procede rapidamente lungo il terreno difficoltoso, il viso corrucciato in un'espressione truce e amareggiata: il malcontento, la stanchezza e il fottuto vento gelido che aveva deciso di spazzare il Talamith settentrionale minacciavano severamente la sua pace interiore. Tutto ciò che chiedeva per risollevare il suo animo abbattuto era un semplice bicchiere di liquore, di quelli tipici che solo gli elfi sapevano come distillare a dovere. Perciò si trascinava furiosamente avanti, in direzione dell'accampamento di quella che doveva essere una carovana nomade, una delle tante che attraversavano l'Edhel.
Passando la prima linea di baracche improvvisate si ritrovò nel cuore dell'insediamento, dove immediatamente decine di paia di occhi lo squadrarono da capo a piedi, studiando ogni suo movimento. Le genti del luogo erano abituate ad avere a che fare con estranei e viaggiatori, ma era solo buon senso che stessero in guardia ad ogni incontro, vista la presenza di briganti, criminali e nemici in generale.

« Cosa vuoi, Viandante? »
Rayleigh si voltò di scatto verso l'interlocutore, congelando il vecchio elfo sul posto con un unico sguardo: dopo giorni passati lontano dal resto della civiltà i suoi occhi si erano fatti più selvaggi di quanto volesse, e così - nel vederlo in faccia - l'anziano era istintivamente rimasto impressionato, come se una fiera gli avesse appena mostrato le zanne.
« Voglio solo qualcosa da bere. » Disse semplicemente il Lupo con voce rauca, in forma di preghiera.
Il tono parve tranquillizzare l'elfo, giacché le sue membra si sciolsero, e dopo qualche attimo speso a giudicare l'aspetto del nuovo arrivato gli fece un cenno, invitandolo su una panca posta vicino ad un fuoco, attorno al quale erano accucciati diversi adulti e giovani intenti a chiacchierare.
Affogò i dispiaceri nel fondo di un calice colmo di denso liquido trasparente, al prezzo di qualche libbra di montone abbattuto giusto quella mattina.

Da una settimana viaggiava per le terre selvagge, sulla pista di un nutrito gruppo di demoni dell'Abisso in direzione di Samarbethe, con l'intento di trovare un ingresso praticabile per i cunicoli della Corte. Da due giorni, però, le tracce si erano fatte confuse e difficili, e precisamente quella mattina il vento e la neve accumulata avevano totalmente cancellato quei pochi indizi rimasti. Normalmente non se la sarebbe presa così tanto; avrebbe imprecato aspramente e forse si sarebbe sfogato tirando qualche pugno ad un albero, ma non si sarebbe lasciato abbattere. Il problema era che da più di un mese quelle creature continuavano a sfuggirgli. Un giorno calcavano la superficie attaccando e razziando villaggi, ed il giorno successivo scomparivano alla vista, come inghiottiti dalla terra stessa. Per qualche ragione i movimenti di quei parassiti si erano fatti più coordinati e imprevedibili, e la cosa lo irritava tanto quanto lo preoccupasse.
Fissando il bicchiere mezzo vuoto del distillato incolore, fantasiose elucubrazioni passarono la sua mente, facendo involontariamente contrarre il suo viso in un'espressione di totale disappunto. Aveva un orribile presentimento, che man mano si radicava sempre più nel suo cuore, come se qualcosa di estremamente brutto dovesse accadere da un momento all'altro. Fosse stata solo una sensazione non vi avrebbe dato più importanza di quanta ne avesse, ma le voci che aveva udito negli ultimi tempi non facevano che fomentare i suoi crucci: qualcosa si agitava nel Baathos in quel periodo, una nuova potenza che ora minacciava il sultanato dell'Akeran e possibilmente Theras intera. La magnitudine di un simile evento era ciò che davvero innervosiva il Cacciatore, ma soprattutto l'idea di essere ignorante degli eventi che stavano segnando il mondo degli uomini.

Quando le prima urla iniziarono Rayleigh neppure vi prestò attenzione.
La sua cupa concentrazione fu rotta solo quando diverse donne e qualche uomo irruppero di corsa nella piazzola, allarmando gli altri rifugiati.
« DEMONI! DEMONI!!! »
Gridavano in preda al panico, indicando con dita tremanti il margine opposto dell'insediamento, dal quale si poteva chiaramente veder provenire del fumo troppo alto e intenso per essere quello di un falò. Per tutta risposta la folla di presenti saltò preoccupata sull'attenti, prendendo a correre nella direzione diametralmente opposta. I più anziani ed esperti guidavano il traffico di fuggitivi, dirigendoli con efficace rapidità verso le carovane al limitare dell'accampamento, mentre al contrario i più giovani si precipitavano in preda al panico verso la salvezza.
Dal canto suo Rayleigh scattò immediatamente in piedi, quasi la parola "demoni" avesse svegliato qualcosa in lui. Aveva ritrovato la sua preda, per fortuna o per destino non aveva importanza; ciò che contava era che quell'occasione gli era caduta direttamente in grembo e non se la sarebbe fatta sfuggire. Sorrise estasiato, torcendo la bocca in un ghigno inquietante. La soluzione a tutto: avrebbe catturato uno di quegli orrori e si sarebbe fatto dire quel che sapeva, della ragione dei loro movimenti e di cosa stesse accadendo a sud.
Intendeva sbarazzarsi di quella spada di Damocle che gli pendeva sul collo il più presto possibile.
Saggiò il peso dell'imponente mannaia fissata alle spalle, confortandosi della sua ingombrante presenza, dopodiché si lanciò in avanti caricando il peso sulla muscolatura. Gli parve tutto un lampo di colori: i visi spaventati di chi correva, gli spenti colori dei teli e del legno e le luci dei fuochi ancora accesi; alla sua vista e udito nulla aveva importanza se non la presenza della sua cacciagione. Lo sentiva nell'aria, il puzzo inconfondibile di quella stirpe dannata sputata dalle viscere del mondo, un odore che lo disgustava e rallegrava al tempo stesso.
C'era qualcosa di strano, tuttavia, non tardò ad accorgersene: tutto troppo tranquillo, pulito, una banda di demoni l'avrebbe già raggiunto passando sopra quei rifugi come castelli di sabbia.
« Tsk. »
Schioccò quando comprese la verità.

Un singolo, maledettissimo demone solitario, probabilmente rimasto separato dal suo gruppo, o volutamente lasciato indietro. Nel voler essere onesto, la prospettiva di avere a che fare con un avversario isolato aveva fortemente minato il suo spirito combattivo, lasciandolo alquanto deluso.
Localizzò il nemico approssimativamente una decina di metri di distanza da lui, oltre una fila di tendoni parzialmente bruciati dal fuoco che si stava propagando, aiutato dal forte vento. Il Cacciatore si leccò le labbra secche, annusando l'aria, per poi balzare oltre il muro di fumo e atterrare nello spiazzo circoscritto dai resti distrutti di diversi capanni.
Davanti i suoi occhi una scena di evocativa crudeltà: una scheletrica e slanciata figura incombeva sul corpo di una giovane elfa dai capelli dorati, mentre nella sua mano sinistra stringeva una falce conficcata nello stomaco di una donna, sospesa a qualche centimetro da terra.
Alla comparsa di Rayleigh la deforme creatura si volse immediatamente, lasciando cadere pesantemente in terra il cadavere. Vedendolo frontalmente l'uomo poté notare come la falce non fosse stretta nel suo pugno, bensì fosse conficcata direttamente nel suo avambraccio, formando un amalgama inseparabile. La bestia era estremamente esile, allungata, dalla pelle giallastra e tirata all'inverosimile; sul suo corpo pressoché nudo correvano simboli e tatuaggi di diverso tipo e dimensione, fino al viso cadaverico coperto in gran parte da un morso nero che ne nascondeva la fisionomia. L'unica cosa che si poteva chiaramente notare erano gli occhi, lattei e traslucidi, le cui vene rossastre li dipingevano di inquietanti arabeschi sanguigni.

Per pochi, interminabili attimi, i due si squadrarono con silenziosa tensione, studiando ogni centimetro dei loro rispettivi corpi.
Aaah, quei momenti di calma... quegli attimi immediatamente precedenti allo scontro, in cui i due contendenti cercano di determinare con uno sguardo solo chi sia il più forte fra loro. Il Lupo amava quei momenti di puro terrore, i secondi in cui il suo cuore calmo e composto cedeva alla tensione e cominciava a pompare ad un ritmo frenetico; l'adrenalina scorreva lungo tutto il suo corpo fino al cervello, regalandogli magnifici momenti di potenza, quasi delirante.
Viveva per momenti come quello.




« Niente di personale... » decise di rompere per primo l'equilibrio « ... semplicemente disprezzo la tua razza. »
E a quelle parole portò rapidamente la mancina all'elsa della Dama, tendendo la colonna vertebrale in avanti con aggressività felina; lo stesso fece il suo nemico, che diede in un gutturale suono di diaframma, lanciando in avanti le membra affusolate.
Come due animali rabbiosi entrambi caricavano l'uno contro l'altro, del tutto insicuri su chi sarebbe uscito vincitore da quel brutale incontro. A metà della sua corsa il Lupo Nero tese con forza i muscoli, calciando il terreno e lanciandosi in un rapido scatto che lo portò a poche spanne dal demone, colto impreparato da quel rapido cambio di ritmo. Con un unico movimento il Cacciatore estrasse Stroja dal fodero, ruotando il corpo intero sulla gamba sinistra ben piantata al suolo. Con la mancina portò un repentino fendente al corpo dell'abominio, mentre col braccio destro prese la spinta per sferrare una poderosa gomitata al viso del nemico, giusto al termine della torsione.
Quell'imprevedibile offensiva non lasciò tuttavia impreparato il mostro, che quasi per istinto riuscì a difendersi dalla spada alzando il minaccioso artiglio che aveva al posto della mano destra, indurendo la propria pelle come un carapace e permettendo alla lama di lacerare solo superficialmente il palmo. La gomitata, d'altra parte, fu completamente incassata dal demonio, che parve accettare quella mascella slogata con fin troppa tranquillità. Il perché fu ben presto chiaro.
Nell'attimo in cui sentì l'impatto del braccio sulle ossa dell'avversario, la sua vista venne bloccata dalla potente morsa del Tergan, dalla quale non sarebbe sfuggito se non riportando serie ferite al volto. Il maledetto aveva intenzionalmente deciso di sfruttare la posizione poco stabile del Cacciatore, approfittando del suo punto cieco per sferrare un letale attacco con la falce: quando realizzò la trappola era ormai troppo tardi. Sentì distintamente la lama squarciare i vestiti e lacerargli il fianco destro.
Accecato, ferito e colpito nell'orgoglio, il Lupo reagì in un frettoloso tentativo di evitare il peggio: all'altezza in cui la lama gli si era conficcata nella carne un lembo di energia rossastra si proiettò in forma di lancia contro il corpo dell'avversario, trapassandolo e drenandone le energie. Di conseguenza la creatura allentò la presa, dandogli modo di scagliarla all'indietro facendo pressione sul suo sterno, ma permettendogli così di sfregiargli il volto stretto fra gli artigli.
Lo scambio di colpi aveva lasciato entrambi i contendenti fisicamente provati, ma per qualche ragione era Rayleigh quello che aveva avuto la peggio. Le sue ferite non lo preoccupavano, non per la loro severità quantomeno, ma piuttosto per ciò che rappresentavano. Aveva evidentemente sottovalutato il nemico - o peggio, aveva sopravvalutato se stesso, che era riuscito a contrattaccare con estrema efficacia ad un attacco forse troppo azzardato. La realizzazione di un simile fatto bastò a strappare il sarcasmo dal suo volto, ora contratto in un'espressione severa: forse era il caso di fare sul serio.
La destra si saldò attorno al tozzo manico della Signora, pronta a liberarla dai ganci che la imprigionavano sotto il mantello; ogni fibra del suo corpo era tesa, pronta all'attacco. Il cuore inaspettatamente calmo, silenzioso.

Nell'istante precedente all'assalto, però, il demone lo sorprese con una mossa inaspettata.
Senza alcun preavviso questi sobbalzò sgranando gli occhi, irrigidendosi nervosamente come una preda in trappola. Il Tergan quindi fletté le oblunghe gambe, saltando all'indietro e alzando una pesante nuvola di neve e fango che per un attimo gli bloccò la visuale; l'istante successivo il mostro si era dileguato oltre il fuoco delle baracche, correndo come se ne dipendesse la sua vita. Il Lupo tentò di seguirlo, lanciandosi all'inseguimento, ma il terreno guadagnato dal verme era troppo, e con quella ferita al fianco non aveva modo di raggiungerlo.
Era rimasto lì, a mani vuote, sanguinante e genuinamente incazzato. Si sentiva preso enormemente per il culo, come se alla sua dichiarazione di sfida gli avessero risposto con delle pernacchie.
« grrrrraaaAAAAAAHFOTTUTOBASTARDO!!! »
Ringhiò furiosamente al vento, sovrastando il crepitare dell'incendio che si stava dilagando attorno a lui. Urlare non avrebbe placato la sua frustrazione, ma gli piaceva il pensiero che ovunque quel grido si fosse propagato, l'aria avrebbe tremato.
Rinfoderò aspramente la spada ancora stretta in pugno, mandando lentamente giù la bile e cominciando ad avviarsi in direzione delle carovane.
« Mh. »
Si girò di scatto, posando gli occhi sulla figura bionda accasciata pochi metri da lui di fianco al corpo mutilato dell'ultima vittima del mostro; chinandosi accanto a lei poté notare un sottile pugnale abbandonato in terra lì vicino. Con una mano le scostò i capelli dal volto, rimanendo per qualche attimo abbagliato dalla bellezza di quel viso delicato e pallido: era un'elfa, una ragazza - diciott'anni al massimo,ed era ancora viva.



Parte II
~la caccia~


Si svegliò sul fare della notte, quando il freddo delle lande settentrionali si faceva più intenso e letale. Era avvolta in una pesante pelliccia nera che le riparava il corpo intero meno che il viso, ormai sensibilmente intirizzito dalle folate gelide; accanto a lei ardeva un fuocherello, e più in lontananza diversi altri. Nel rialzarsi il movimento eccessivamente brusco le fece girare la testa, rendendola conscia di avere una ferita alla nuca.
« Ah, la principessa si è svegliata. »
Fece una voce nel buio, in tono sardonico.
Le ci volle qualche attimo per fare mente lucida e mettere a fuoco la fonte: un uomo, forse sulla trentina, dai capelli grigi e ornati di bianco sedeva dall'altra parte del tizzone. Pur in quel freddo era a petto nudo e rivelava - non con una punta di vanità, pensò lei - una scolpita serie di muscoli, oltre che una variegata moltitudine di cicatrici. Quella sua apparenza era spiegata dalla presenza di diversi bendaggi all'altezza dello stomaco, che stava in quel momento passando da parte a parte.
« Sei ferito? »
« Niente di preoccupante. »
Rayleigh alzò finalmente lo sguardo, incrociando per la prima volta quello della giovane: aveva gli occhi blu, non l'aveva notato mentre era svenuta.
« Certo sono messo peggio di te, la tua concussione guarirà nel giro di una giornata. »
Osservò sarcastico, tornando a concentrarsi sul suo bendaggio. Il freddo che gli congelava le ossa era un ottimo motivo per sbrigarsi nel cambiare la medicazione, ma ad essere del tutto onesti non era quella la vera ragione per cui aveva abbassato gli occhi.
Per diverso tempo vi fu il silenzio.
L'elfa raccolse i pensieri, ignorando le fitte al cervello e cercando di ricordare cosa fosse successo. Ricordava di essere salita su una collinetta per portare i fiori, come faceva ogni mese; era stata lì un paio d'ore, poi nel rialzarsi aveva notato qualcosa avvicinarsi al villaggio. Aveva creduto si trattasse di uno straniero, in principio, ma i movimenti anomali della sagoma l'avevano messa in allarme. Si era messa a correre, raggiungendo l'accampamento poco dopo il demone, che nel frattempo aveva già distrutto alcune tende ed ucciso due uomini. In preda all'ira gli si era lanciata contro, impugnando il pugnale che teneva costantemente con sé e prendendo un ciocco dal falò vicino per spaventare la creatura. Il mostro però era troppo forte, e dopo averle fatto volar via il legno l'aveva sbattuta via con forza, facendola scontrare violentemente contro il terreno. Doveva aver perso i sensi quindi, perché non aveva idea di cosa fosse successo dopo.
« Il demone? »
Domandò improvvisamente allarmata.
« Fuggito. » Rispose seccato l'uomo. « Ma troverò il bastardo e gliela farò pagare, è una questione personale adesso. »
La ragazza decise di non indagare oltre su quelle parole o sul mostro, evidentemente argomenti spinosi vista la reazione dello sconosciuto. Ebbe quindi una rivelazione, una cosa che gli era sfuggita e a cui stupidamente non aveva pensato.
« Sei stato tu a salvarmi? »
Per tutta risposta il Cacciatore sospirò, chiudendo l'ultimo nodo del bendaggio e rivestendosi con una giubba imbottita. Aveva la netta impressione che la bionda avesse una voglia di parlare che lui non condivideva, in quel momento.
« Giacché eri nei paraggi... » fece con sufficienza, rimarcando - con una certa maleducazione - il desiderio di starsene sulle sue.
Non diede molto peso all'acidità delle proprie parole, decidendo egoisticamente che la conversazione sarebbe caduta lì. Non era dell'umore adatto per delle interazioni sociali - per lui già alquanto saltuarie - e benché non volesse ammetterlo apertamente a se stesso, non vedeva una donna da troppo tempo e non voleva spendere le sue fantasie su una ragazzina.
« Ora lasciami dormire; entro l'alba me ne sarò andato. »
La liquidò così, stendendosi su un telo e nascondendosi sotto una ruvida coperta di lana.
Per un poco rimase interdetta, poi si sentì offesa, ma in breve l'irritazione cancellò tutto, lasciandola lì seduta a trafiggere con lo sguardo la schiena del suo salvatore. Ironico, davvero.
Quando si fu calmata ebbe finalmente modo di guardarsi liberamente attorno, notando con sorpresa di trovarsi ancora nell'insediamento, più precisamente accanto alle carovane e i carri da trasporto. A qualche decina di metri da loro si trovavano svariate persone strette attorno ad alcuni fuochi, chi per terra su dei teli, chi dentro i rimorchi e chi sotto le le tende sopravvissute all'incendio che aveva bruciato metà dell'accampamento. Alcuni temerari si aggiravano ancora per i resti polverosi e innevati, cercando di salvare il possibile, ma cedendo inevitabilmente alla morsa del freddo che li costringeva nuovamente sotto le coperte. Non aveva idea di quanta gente fosse morta quel giorno a causa del demone o a causa delle fiamme, ma onestamente non aveva alcuna intenzione di scoprirlo. Si guardò perciò bene dal raggiungere i suoi simili, preferendo accoccolarsi sotto il mantello caldo e scivolare lentamente nel sonno. Chissà se quella pelliccia fosse un pensiero dello straniero.


[...]


L'umidità del mattino gli gelava le ossa, come se acqua fredda scorresse nelle sue vene al posto del sangue. Spasmi e brividi gli correvano le membra coperte solo da una giubba imbottita, del cuoio di capriolo estivo. Forse non era stata una buona idea lasciare il suo pastrano ad uso della ragazza che aveva salvato, ma ora era certo troppo tardi per tornare sui suoi passi e reclamarlo. Avrebbe sopportato il freddo - non sarebbe stata la prima volta comunque - finché non fosse incappato in qualche animale dal pellame fruibile. Se non altro la temperatura aiutava a intorpidire la ferita ancora fresca all'addome, che altrimenti gli avrebbe reso difficoltoso il cammino.
A quell'ora della mattinata le steppe dell'Aslingard erano ancora immerse nella tenebra che precede l'alba, quando neanche la Luna illumina più il cammino e le stelle brillano chiare sulla volta notturna. Il Tergan si era diretto verso sud-ovest, e così lui all'inseguimento, benché a quel passo gli fosse ormai chiaro che avrebbe impiegato diversi giorni per raggiungere la creatura; ed in fondo non era così impaziente di affrontare il mostro, con quello squarcio allo stomaco. Si fosse trattato di una persona comune avrebbe impiegato almeno una settimana prima di potersi muovere senza timore di riaprire la lesione, ma la Corruzione che ammorbava subdolamente il suo corpo gli garantiva fortunatamente una guarigione più rapida della norma. Quattro giorni era il tempo che si era fissato come limite per stanare il demone.

Annusò l'aria, inspirando il vento pregno di nevischio, bloccandosi ritto sul sentiero che costeggiava i denti rocciosi del pendio sdrucciolevole.
« Cosa pensi di fare? »
Chiese lentamente, voltandosi a fronteggiare la bionda elfa che stava qualche metro sotto di lui, stretta nella lana nera che le aveva donato.
Aveva aspettato con pazienza che la giovane si arrendesse all'idea di seguirlo, fin da quando aveva preso congedo dal resto degli sfollati scampati all'incendio. Ora però - considerata la cocciutaggine di questa - era il caso di finirla lì e fermarla dal proseguire oltre.
« Perché mi stai seguendo? »
Incalzò nuovamente, volgendole uno sguardo sinistro.
Ella non rispose subito; restò un poco ferma sul ciottolato sporco di neve a fissarlo dirimpetto. L'espressione ferma di qualcuno che non aveva paura di nulla.
« Voglio venire con te. »
Disse infine, senza quasi pesare il significato di quelle parole.
Rayleigh sollevò un sopracciglio, preso alla sprovvista. Un « Come? » fu tutto ciò che gli uscì dalla bocca.
« Voglio venire con te. » Ripeté la ragazza senza esitazione. « Quel demone ha distrutto la mia casa e ucciso gente che conoscevo. Voglio esserci quando lo troverai. »
Nei profondi occhi blu mare che lo guardavano spavaldi intravide il fuoco che le ardeva nel cuore, e per quei pochi istanti rimase impressionato. Fu però questioni di attimi, e subito il suo sguardo tornò greve.
« Assolutamente no, io viaggio da solo, e comunque mi saresti d'impiccio. Ora vattene. »
Decise di non sentire repliche, volgendosi nella direzione di marcia e tornando a fare qualche passo sulla salita. Sennonché la pallida ragazza fu più veloce, precedendolo in corsa e bloccandogli il cammino.
« Gli orrori del Baathos mi hanno strappato tutto! Famiglia, amici, la mia casa... Non permetterò a quei demoni di portarmi via nient'altro! Non sono abbastanza forte da affrontare il bastardo io stessa, ma se questa è la tua missione allora io non intendo restare indietro. »
Il muro che si era ripromessa di costruire attorno al proprio cuore era appena crollato, proprio di fronte a quello sconosciuto che certamente non avrebbe fatto nulla per aiutarla; perché avrebbe dovuto? Non lacrime, bensì gocce distillate di rabbia le rigavano una guancia, i denti serrati in una morsa.
Il Cacciatore non fece motto di confortare l'esile figura che pur si stagliava grande contro di lui. Diede due falcate e si portò ad un fiato da lei; le afferrò il mento, trascinandole il viso nella sua direzione.
Non c'era compassione o giudizio nei suoi occhi, ma l'espressione tradiva una certa bramosia.
« Li odi? »
Chiese dopo interminabili secondi di silenzio.
« Sì. »
Un'ammissione che per la prima volta trovava compiutezza nella voce. Per anni aveva coltivato quel risentimento, che tuttavia aveva realizzato solo in quel preciso attimo.
La purezza, ah la purezza di quel semplice “”... Fu per Rayleigh come uno schiaffo in faccia, una vibrazione che scosse le fondamenta dei suoi ricordi, lasciandogli contemporaneamente un amaro sapore in bocca ed un improvviso batticuore. Curioso, come poche parole intrise di onestà potessero mettere a soqquadro il suo spirito, non per il significato che racchiudevano, quanto più per quello che lui attribuiva loro.
Nell'accogliere la notizia il volto del Lupo si contorse in un'espressione tra l'esaltato e il nauseato, ripetendosi “bene, bene...”: parole che però non uscirono dalla sua bocca.
« Non ti porterò con me. »
Per l'ultima volta ribadì secco il concetto, una luce strana negli occhi.
« Tu fai come ti pare. »
E senza più soffermarsi passò oltre, liquidandola così.
L'elfa cacciò via le lacrime, inspirando pesantemente l'aria glaciale dell'aurora all'orizzonte. Era tornata calma, fredda come la pallida neve che iniziava a fioccare dal cielo ammantato; si girò a guardare l'uomo allontanarsi, grigio e scuro come le plumbee nuvole.
Le aveva detto di agire come voleva, di seguire i suoi principi, e così intendeva fare. Lui non l'avrebbe portata con sé nel viaggio, e quindi sarebbe stata lei a seguirlo.
Questa era la sua scelta.


[...]


Tre giorni dopo...

Un folto lotto di boscaglia silvestre copriva parzialmente alla vista una serie si rovine alla base della collinetta: si trattava di poco più che macerie, resti decrepiti di una vecchia fortificazione ancestrale e da tempo caduta. Solo qualche cumulo di pietre era ancora in piedi, pezzi di muri portanti e paraste crollate, che ancora disegnavano a grandi linee la geometria del luogo.
Nascosto a ridosso del terreno il cacciatore studiava quei miseri ruderi con attento interesse: le tracce del demone a cui da giorni dava la caccia terminavano lì, e non aveva alcun dubbio che quello fosse il posto in cui la creatura avesse deciso di annidarsi. Come il sangue gli aveva promesso, in quel breve lasso di tempo la ferita al torso si era rimarginata, lasciando solo una brutta cicatrice andata a sommarsi alle altre. Era certo che anche il mostro si fosse ristabilito, e perciò si era guardato bene dal gettarsi ciecamente alla carica all'interno del suo rifugio. Aspettava pazientemente, fin quando il sole non fosse stato a picco e le energie della creatura al minimo.
Dietro di lui un improvviso fruscio lo fece voltare di scatto, non allarmato, perché sapeva benissimo di cosa si trattasse. La ragazza elfica lo aveva seguito con ostinazione per tutto quel tempo, cavandosela egregiamente nello stare al suo passo. Certo non si era immaginato quel risultato quando tre giorni prima l'aveva subdolamente sfidata a tracciare i suoi movimenti: aveva evidentemente sottovalutato la sua tenacia. Ogni giorno la giovane percorreva i difficili terreni che Rayleigh si costringeva a prendere per eludere la preda, ed ogni notte ella si accampava di fianco a lui, senza neanche fingere di ignorarlo. In tutto quel tempo si erano scambiati solo qualche occasionale battuta nei momenti in cui il Cacciatore tentava di dissuaderla dal pedinarlo: sarcasmo, minacce, rimproveri... nulla era servito. Infine si era arreso, decidendo di lasciarla fare finché non avesse ceduto, presto o tardi.
« L'hai trovato? E' lì? »
Le prime parole che gli avesse rivolto, quel giorno.
Venne avanti facendosi goffamente strada fra i rami secchi e le foglie sempreverdi, causando tanto baccano che Rayleigh fu costretto a trascinarla in terra strattonandola per un braccio. Mise a tacere le repliche con un secco gesto del dito, poi diede un cenno con la testa in direzione delle rovine sottostanti.
« E' rintanato lì, senza dubbio. Non penso si aspetti un attacco, ma sarà il caso di agire in fretta se voglio sorprenderlo. »
Quindi pose una mano sull'elsa della Signora, tracciando mentalmente il percorso che lo avrebbe portato ai resti diroccati.
Si bloccò di colpo quando notò la ragazza fare altrettanto, estraendo un sottile pugnale dalla tasca.
« Non pensarci nemmeno. »
Scolpì duramente quelle parole, lanciando all'elfa un'occhiata severa. Per tutta risposta questa contorse il viso in un'espressione indignata.
« Cosa?! Il mostro è lì dentro, ed io sono arrivata fino a qui! Non posso tirarmi ind- »
« Tu. Resti. Qui. » La interruppe con maggiore foga: non intendeva tollerare la presenza della ragazza al momento dello scontro.
Questa tacque per qualche attimo, affrontando coraggiosamente lo sguardo dell'uomo, arrivando a dire: « E se facessi di testa mia? »
A quelle parole il Lupo le rivolse un'occhiata terribile, traboccante di furia selvaggia, come se stesse per serrare le proprie fauci attorno al suo collo. Non aggiunse altro, non servì, perché quell'unico silenzioso avvertimento aveva mostrato alla spavalda giovane cosa sarebbe accaduto se avesse ulteriormente insistito. Tempo addietro un'altra persona le aveva rivolto lo stesso sguardo: selvaggio, primordiale, come quello di una bestia ristretta da delle sbarre; quella volta le era stato ordinato di fuggire, e lei non lo aveva fatto. Ora aveva imparato la lezione.
Una volta assicuratosi che l'elfa non si sarebbe intromessa, Rayleigh prese un ultimo profondo respiro, saggiò il peso delle armi sulla schiena e a passo svelto uscì dalla selva.




Bum.
Bum Bum.
Bum Bum Bum.
BumBumBumBumBumBumBumBumBum!
Il cuore batteva all'impazzata, continuamente, sempre. Era come il sordo rombo di un tamburo che scuoteva la cassa toracica, riempiendogli il busto, gli arti, salendogli fino alla testa finché l'unica cosa che sarebbe riuscito a udire non fosse: Bum BumBum!
Era un ritmo incessante e spaventoso, che tuttavia non avrebbe scambiato per nulla al mondo: quella era la sua sinfonia, il suono della Caccia.
Si lanciò contro l'ammasso di calce e roccia sotto di lui, senza correre, senza allarmare il più timoroso degli uccelli d'intorno. Seguì i rumori, l'odore, il colore del sangue rappreso che macchiava il pavimento di piastrelle spaccate: l'abominio era lì, a pochi metri da lui, al riparo di una parete già abbondantemente distrutta e prossima al crollo. Era pronto, i muscoli tesi, deciso a sorprendere la creatura indifesa, quando: un movimento improvviso, l'allarme scatenato da qualcosa - l'odore del predatore, forse un passo più pesante del normale - e il mostro che già si preparava a muoversi.
Merda!
Fu l'unica parola che passò per la mente del Lupo, che senza attendere oltre si lanciò con furia cieca contro il muro fatiscente, sfondandolo con il peso dei propri muscoli.
Fu un lampo di immagini: Rayleigh che volava attraverso la polvere e le pietre erose, calando minacciosamente sul demone colto alla sprovvista da quell'azione. La mano già stretta sull'elsa della colossale mannaia diede in un secco strappo, separandola dai ganci che la tenevano imprigionata; la mancina invece proteggeva il busto dall'impatto con la lama dell'abominio - sollevata a mo' di scudo in risposta all'assalto del Cacciatore, che andò a cozzare contro le protezioni sull'avambraccio. Parzialmente accecati dal pulviscolo nessuno dei due era in grado di vedere l'altro, ma questo al Lupo non importava: sollevò sopra la testa la Signora, lasciandola pesantemente ricadere su quello che doveva essere il capo del nemico.
Il demone ancora una volta non fu impreparato, ricevendo il peso dell'arma sulla spalla sinistra coperta da uno spesso strato corneo, arretrando di qualche passo a causa dello slancio subito dalla carica del rivale. Un roco gorgoglio rabbioso fu il suo grido di guerra nel riconoscere l'umano con cui si era scontrato qualche giorno prima; gli occhi vitrei e lattiginosi bruciarono vermigli. Non si sarebbe potuto tirare indietro, non questa volta.
Il corrotto essere si piegò fino quasi a toccare il terreno col volto scarno, flettendo la schiena e lanciandosi rapidamente in avanti lasciando che la falce incidesse il pavimento lastricato; questa guizzò immediatamente in direzione del petto di Rayleigh, che la bloccò facilmente con il piatto di Kastra. Inaspettato fu invece l'artiglio del mostro, che menò al suo fianco sinistro come fosse una frusta, penetrandogli la carne del braccio.
Non una smorfia nel percepire le affusolate falangi dentro la carne, che accolse senza remore afferrando a sua volta l'arto della creatura, torcendolo con violenza nel tentativo di incapacitarla. Essa cacciò un basso rantolo, coperto dal selvaggio ringhio del Lupo che gli sferrò un calcio allo stomaco, lanciandoli entrambi all'indietro.
Lui oltrepassò la breccia nella parete, mentre il Tergan si fermò sui ciottoli polverizzati in fronte, approfittandone per calciarli nella sua direzione ed accecarlo per un istante. L'attimo fu sufficiente perché il maledetto gli si lanciasse agilmente contro, piroettando in aria e calando con forza la lama sul suo capo: l'istinto reagì prima che lui potesse farlo, richiamando un sottile velo sanguigno che contrastò l'attacco. Questo però non riuscì a proteggerlo da un innaturale scatto della falce, che dopo essere scivolata sullo strato di Corruzione risalì rapida verso il suo mento, lacerandogli parzialmente il collo e metà della guancia. La vista del sangue; il baluginante incontro con gli occhi del suo avversario, bloccarono per un istante il suo cuore che subito riprese a battere con più forza di prima, scatenandogli un'asfissiante ondata di adrenalina.
Digrignò le fauci inghiottendo voracemente l'energia mostruosa che lo avvolgeva, preparando i muscoli allo sforzo. Prima aizzò Kastra contro le giunture dell'oblungo orrore, all'altezza delle ginocchia direzionate perpendicolarmente al suo asse; con una mossa repentina e decisa, poi, estrasse la Dama dal fodero, lasciando che i suoi denti mordessero con uno scatto l'arto armato della preda. Questa istintivamente indurì la propria scorza al percepire il contatto della Signora, bloccandone la lama, ma non riuscì a difendersi dalla velocità di Stroja, che le strappò la carne del braccio con l'aggressività di uno squalo che dilania la propria vittima.
Il Tergan urlò finalmente di dolore. Un acuto rantolo gorgogliante più che altro, come lo stridio di una gorgone, che riempì le orecchie del Cacciatore di somma magnificenza. Lo scheletrico arto che sollevava la lama conficcata a metà era ora quasi inutilizzabile, privo di una grossa fetta di muscoli e nervi, incapace di sostenere il peso del proprio acciaio. In un attimo il dolore e la disperazione si impossessarono della creatura, che si trovava entrambe le proprie armi danneggiate o inutilizzabili: l'istinto primordiale di sopravvivere, di vivere, il principio che la bruciava dall'interno e dettava ogni sua azione le inondò la mente corrotta, impossessandosi di tutto il suo corpo.
Rayleigh non riuscì a difendersi in alcun modo dal successivo assalto del demone, che gli si scagliò addosso come posseduto da una furia incontenibile. Menava il suo corpo come se si trattasse di un'arma unica: roteando gli arti; costringendo ossa, muscoli e tendini a sollevare il loro stesso peso e abbatterglielo contro; usando il braccio inutilizzabile come una frusta priva di vita, mentre l'artiglio correva come una lama contro tutto il suo corpo, tagliando, graffiando e strappando secondo movimenti irregolari . Il Metaumano restò impotente mentre la vista si riempiva del suo stesso sangue zampillare a fiotti, imbrattando la deforme figura del demone ormai priva di geometrie riconoscibili. Provò ad alzare la guardia come possibile, ma i rapidi e confusionari movimenti della bestia rendevano vana qualsiasi difesa, costringendolo ad abiurare il concetto di voler limitare i danni.
Ciò che fece fu invece abbandonare la Dama in terra, stringendo con forza l'elsa di Kastra e arretrando di un passo per guadagnare spazio; torse il busto verso la sua destra, porgendo volontariamente la schiena indifesa al nemico e afferrando con la mano libera il secondo manico della mannaia. Richiamò quindi a sé tutta la potenza che i muscoli ancora gli concedessero, costringendoli a uno sforzo inumano che li avrebbe portati al loro estremo. Con tutto l'impeto e la forza di cui disponesse, dunque, ruotò su se stesso sfruttando il peso dell'arma per mantenere il momentum: era accecato dal sangue, coperto da innumerevoli ferite di varia entità e quasi privo di energie, ma l'unica cosa che gli importava in quel momento era sapere che Kastra fosse esattamente all'altezza del busto avversario.
L'impatto della lama fu terribile, penetrando prima il braccio artigliato del demone, poi il suo petto, ed infine la parte superiore del tronco si separò di netto dall'addome, tranciandolo in due. Il Cacciatore venne sbilanciato indietro, compiendo ancora una mezzo giro su se stesso per poi perdere l'equilibrio e cadere faccia a terra.

Nel silenzio delle rovine imbrattate di sangue solo il suo respiro affannato e pesante, soffocato dal sapore metallico che gli riempiva la bocca. Ogni rantolo era come una pugnalata ai polmoni; ogni espansione della cassa toracica un urlo dei muscoli.
Era riverso in una pozza del suo stesso sangue, con una ferita all'occhio destro che gli impediva parzialmente la vista. Se perdeva la concentrazione anche solo per un momento il dolore delle carni lo assaliva, perciò si costringeva a rimanere vigile, attento; era abbastanza sicuro che il Tergan non avesse colpito nessun punto vitale, e fortunatamente l'ultimo attacco lo aveva tempestato di lacerazioni e squarci ovunque, ma tutti più o meno superficiali: il problema era la loro quantità. Non poteva permettersi di star lì senza far nulla per sanare l'emorragia.
Si costrinse a strisciare fino al cadavere della preda appena sconfitta, le cui interiora galleggiavano nella pozza maleodorante del suo sangue immondo. Prima che andasse persa avrebbe nutrito la Corruzione dell'energia di quei resti, il che avrebbe dovuto dargli le energie sufficienti a raggiungere l'accampamento. Il piano di interrogare la creatura non era andato a buon fine, ma poco gli importava, dopotutto aveva saputo che quel mostro fosse afono fin dal loro primo incontro: le cicatrici sulla sua gola suggerivano avesse perso le corde vocali in qualche modo violento, e gli unici suoni che riusciva ad emettere erano indistinti rantoli e gorgoglii.
Posò una mano su una metà del corpo tranciato, ed immediatamente un rivolo di uno scuro rosso sanguigno inondò il suo braccio, scorrendogli intorno fino a incontrare le membra del cadavere; questo venne lambito da decine poi migliaia di fili come ragnatele purpuree, che ne risucchiarono l'energia con famelica voracità. Il corpo senza vita del mostro divenne diafano, pallido e freddo come se congelato dalle nevi dell'inverno.
Rayleigh si sentì subito rinvigorito, riuscendo a raccogliere le energie necessarie a mettersi seduto, riprendendo fiato e calmando i nervi che pulsavano sotto la sua pelle.

Un attimo di pace.
Un singolo momento interrotto dall'improvviso rumore di passi di fianco a lui.
Volse l'intero capo, cercando di mettere a fuoco con l'occhio buono. Una figura aliena, inquietante, quella di un essere umanoide dalla pelle come pergamena percorsa da una serie di simboli neri; sulla bocca una maschera contornava la dentatura priva di labbra, descrivendo un sorriso maligno e terribile. Arti lunghi e muscolosi, allenati alla battaglia, e nei pugni ben stretti una coppia di pugnali neri tozzi e affilati.
Una secondo rumore di passi, diametralmente opposti; girò ancora il capo, posando lo sguardo sulla medesima immagine di prima, lo stesso identico individuo.
La realizzazione fu immediata e terribile: Kensillah. Solo loro si muovevano in squadre di due, gemelli identici addestrati alla perfetta sincronia, coltivati all'unico scopo di fare piazza pulita di qualunque obbiettivo fosse assegnato loro.
Il Tergan, la sua preda: aveva creduto fosse un orfano della propria squadra, abbandonato e isolato, mentre invece era lui ad essersene andato, un disertore. Probabilmente era in fuga dai gemelli da chissà quanto tempo, sopravvivendo nel razziare accampamenti e nutrirsi delle sue vittime. Il Cacciatore rise di se stesso, della propria idiozia e incapacità, comprendendo finalmente il perché durante il loro primo incontro il mostro fosse fuggito: doveva aver riconosciuto l'odore dei Kensillah, e perciò si era dato alla macchia prima che potessero prenderlo. Per tutto quel tempo, giorni interi Rayleigh aveva dato la caccia al disertore senza accorgersi di essere seguito a sua volta.
La realtà gli ghiacciò il sangue nelle vene, immobilizzandolo lì dove si trovava, completamente in balia degli assassini a cui aveva rubato il bersaglio. I demoni si scambiarono uno sguardo, poi alzarono le proprie armi e all'unisono si lanciarono in una corsa, che probabilmente sarebbe culminata con la sua decapitazione.

La morte, non aveva mai pensato alla morte.
Nonostante la sua professione, nonostante gli anni passati sul filo del rasoio, ad un passo dall'abisso, non aveva mai davvero realizzato la propria mortalità. Ogni qual volta affrontasse il nemico il suo cuore batteva ed il terrore gli stringeva lo stomaco come una disgraziata morsa: era questo che gli dava lo spirito per combattere, che liberava l'adrenalina per tutto il suo corpo. L'incombere della fine gli consentiva di fare ciò che faceva, ma mai neanche per un istante si era fermato a pensare che la morte potesse un giorno finalmente coglierlo.
Inginocchiato lì, disarmato, privo di ogni possibilità di reagire: era spaventato.
Spaventato come mai prima di allora, e neanche l'adrenalina lo scuoteva più dal muoversi.
Le lame guizzavano, erano vicine. A breve sarebbe finito tutto.
Ma non voleva.
Non voleva.
Non voleva.
NO!

L'urlo gli spaccò la testa, annebbiandogli per un momento la vista.
Dal suo corpo scaturì come un'onda un'incredibile massa di energia rossastra, che si contorse e infranse in centinaia di gorghi neri e vermigli, rivestendo il suo intero corpo del loro denso e caldo abbraccio. Ogni cosa fu scagliata via dalla potenza della Corruzione, dai due demoni in carica fino alle macerie di pietra; restava solo Rayleigh, chiuso nell'abbraccio delle anime contorte che componevano quel fiume cremisi. Poteva quasi sentire le voci degli spiriti, le vittime di centinaia di cacce ora amalgamati in un'unica essenza; ora un tutt'uno col suo corpo.
Quando la materia demoniaca si dissolse, il Cacciatore seppe di essere ancora vivo, salvo grazie allo stesso morbo che affliggeva e distorceva la sua umanità. Nel guardarsi notò gli effetti di quella sua condanna: le vene nere, la dentatura irrobustita e i capelli nivei privati di ogni pigmento. Odiava quella forma, quel suo aspetto che occasionalmente tradiva le origini della sua nascita, ma ora questo gli si era imposto autonomamente, come simbolo della maledizione che lo aveva appena salvato dall'esecuzione.
I Kensillah non fecero fortunatamente ulteriore motto di voler terminare il loro lavoro, forse spaventati da quella sua magia, forse perché avevano riconosciuto in lui un loro simile: non sapeva quale delle due ipotesi lo inquietasse di più. Dopo un reciproco segno con la testa quindi scomparvero con la rapidità con cui erano apparsi, abbandonandolo lì in mezzo alla desolazione.
Si trascinò lentamente fuori, appoggiandosi contro i muri ancora intatti dei ruderi, fino a trovare l'uscita che dava sulla collinetta da cui era disceso. Privo di energie, sanguinante e confuso, non riuscì a riconoscere immediatamente la figura che gli si parò in fronte appena superata la soglia. Oro e blu; lo chiamava con voce allarmata correndogli incontro fino a sorreggerli il petto.
« ... Ti.. avevo detto... di restare lì. »
Mormorò all'elfa senza però riuscire a caricare le parole di alcuna intenzione.
Dopo l'incontro ricordò solo la giovane che lo aiutava a raggiungere l'accampamento, prima che tutto si facesse buio.



Epilogo
~Sheila~


I lineamenti della trasformazione erano ancora lì, ma stavano lentamente regredendo restituendogli il suo aspetto naturale; un sollievo, per qualche tempo aveva temuto di dover condividere per sempre con quelle fattezze, che nello specchio avrebbe dovuto vedere il mostro dentro di lui. Non si illudeva di certo, quel mostro era ancora lì, sempre, e più tempo passava più si faceva grande e affamato: sapeva che un giorno si sarebbe svegliato e avrebbe realizzato di non essere più umano. Se quel giorno fosse lontano o vicino non ne era consapevole, ma al momento preferiva non pensarci.
Ad interessarlo ora era la ragazza curva su di lui, con le delicate mani posate sul suo petto scoperto.
« ... almeno sai quello che fai? »
Questa alzò gli occhi zaffiro, rivolgendogli uno sguardo di rimprovero.
« Mi ha insegnato un vecchio amico. » Disse con una punta di malinconia, un'ombra passeggera sul volto.
Rayleigh decise di non indagare oltre, lasciando che l'elfa lo medicasse con lo strano intruglio di erbe che lei stessa aveva preparato. Quell'unguento bruciava come il fuoco stesso, ma doveva ammettere che era efficace, perché in mezza giornata le sue lesioni avevano già cominciato a rimarginarsi, coadiuvate dalla magia del suo sangue.
I due si trovavano nella stessa zolla boschiva di quel mattino, al riparo da indiscrezioni e nemici. Il Cacciatore aveva perso i sensi appena giunto all'accampamento, e l'elfa lo aveva curato al meglio delle sue potenzialità. Aveva ripreso i sensi solo al crepuscolo, ed ora poteva assistere di prima mano all'operato della giovane; si muoveva rapida e precisa, pestando erbe, preparando garze e disinfettando ogni ferita, senza il minimo disturbo in fronte alle condizioni del suo corpo - o al fatto che fosse quasi nudo, se per questo.
Stette un poco in silenzio, poi chiese finalmente.
« Perché sei venuta ad aiutarmi? »
« Ero qui su ad aspettare, quando ho visto due uomini venire verso di voi, temevo fossero demoni, così sono scesa per avvertirti. »
« Era pericoloso, avresti potuto essere uccisa. »
« Questo valeva anche per te, no? »
Non riuscì a trovare parole per ribattere, dovendo ammettere a se stesso che se la ragazza non avesse fatto di testa sua non sarebbe probabilmente riuscito a trattare da solo quelle ferite prima di svenire. Doveva alla giovane i suoi ringraziamenti, ma non aveva intenzione di porgerglieli.

Era ora calata la sera, ed ancora i due non si erano mossi. Una volta fasciate le lacerazioni si era offerto di recuperare della legna e foglie per accendere un fuoco che li scaldasse in quelle ore gelide, ma ancora una volta la bionda si era imposta e l'aveva costretto a rimanere disteso mentre cercava l'occorrente; riuscì anche ad accendere un fuocherello decente, ma prettamente sotto supervisione.
L'uomo era ora seduto contro un albero a fissare il fuoco; le tracce della corruzione ormai quasi scomparse dal suo corpo. La ragazza lo fissò per diverso tempo dall'altra parte del falò, come a cercare il coraggio di parlare: infine chiese con tono pensieroso.
« Tu sei uno di loro, vero? I Cacciatori, i Metaumani. »
Rimase ammutolito per diversi secondi, sinceramente sbigottito dal quesito posto dalla ragazza. Pochissime persone sapevano di loro - di quelle ancora in vita perlomeno - e di certo non si aspettava di essere riconosciuto come tale da un'elfa qualunque.
« Come fai saperlo? » Chiese sulla difensiva.
« Ne conoscevo uno, una volta. Anche lui si trasformava, anche se in modo diverso. » Nuovamente quella malinconia.
« Il tuo "amico"? »
Il silenzio fu una risposta chiara. Quella conversazione si stava facendo strana.
« Chi ti dice che sia uno di loro? Potrei essere un demone, o un loro discendente, ho sentito che ce ne sono molti in giro. »
Tornò al solito tono sarcastico, cercando di stuzzicare la ragazza, che però non abboccò.
« Non credo... Sei troppo determinato nel cacciare i mostri, ed hai quella luce un po' selvaggia e solitaria, come se fossi nato per questo mestiere. »
Questa analisi lo lasciò spiacevolmente di stucco, come se l'essere letto gli provocasse fastidio o nervosismo, e forse era proprio così. La sua misteriosa interlocutrice lo aveva però lasciato incuriosito, ed ora era vagamente interessato a capire le origini della storia, come sapesse dei Cacciatori.
« Dicevi di aver incontrato uno di noi, come si chiamava? »
L'elfa alzò lo sguardo dalle fiamme, portandosi le ginocchia al petto.
« Marko. Lo conoscevi? »
« No. » Mentì.
Il viso della bella si rabbuiò, tornando a fissarsi sul fuoco.
« Mi salvò dopo che io e il mio villaggio fummo attaccati da dei lupi corrotti, mia madre era stata uccisa ed io ero caduta nel fiume, ferita. Lui mi trovò e mi medicò, e dopo un mese si offrì di accompagnarmi fino all'insediamento dei sopravvissuti. » Fece una pausa, prendendo fiato. « Morì per salvare me e gli abitanti da un gruppo di mostri. »
Il suo tono voleva essere saldo, calmo, ma ironicamente tutta quella compostezza tradiva il peso che ancora sentiva sul cuore nel rievocare le memorie.
Rayleigh ascoltò tutto con attenzione, cedendo per un attimo anch'egli alla tristezza. Conosceva Marko, tutti lo conoscevano: Marko la Montagna, Marko la Bestia... i suoi nomi erano tanti. Era il migliore fra loro, il più grosso e certamente il più forte: spesso aveva fatto a braccio di ferro con lui, ma ne era sempre uscito sconfitto. Era il suo unico vero rivale, l'unico che lo facesse sentire al secondo posto, ma anche l'unico che non si vergognava di ammirare. Era stato lui a capeggiare la rivolta che distrusse l'Ordine. Ricordava ancora il giorno in cui il Colosso era venuto da lui a chiedergli di unirsi alla causa, ma Rayleigh l'aveva respinto, deluso dall'immagine del migliore fra i Cacciatori che giurava di non uccidere mai più un mostro.
La notizia della sua morte lo aveva colto come un pugno allo stomaco, ma non l'avrebbe mai dato a vedere agli altri o a se stesso. Pensò a come avesse deciso di sacrificarsi, a come - a detta della ragazza - avesse tradito le proprie convinzioni per salvare un gruppo di sconosciuti. Non sapeva se ammirarlo o compatirlo per questo.
Guardò la ragazza.
« Ehi. Non so il tuo nome. »
Questa alzò la testa, poi con un mezzo sorriso disse: « Sheila. »
"Bel nome", pensò.
« Rayleigh. »
Ribatté lui, presentandosi a sua volta.

La mattina dopo un forte vento aveva cominciato a soffiare sulle Aslingard, portando con sé odore di pioggia; in compenso le sue ferite erano migliorate a tal punto da indurlo a riprendere il cammino, questa volta con una meta precisa in mente. Sheila lo sorprese a riordinare le sue cose dentro l'ampio zaino che si portava dietro, senza però cercare di fermarlo; si mise anzi ad aiutarlo, probabilmente per scrupolo verso le sue condizioni. Si scambiarono un paio di battute, ma fu solo quando il Cacciatore assicurò le armi in spalla e fece per discendere la collina che l'elfa chiese:
« Dove stai andando? »
Si bloccò, fissando l'orizzonte infiammato dal Sole.
« A Sud, nell'Akeran. » Annunciò deciso. « Sta succedendo qualcosa lì, qualcosa di pericoloso. I demoni del Baathos sono inquieti, ed intendo scoprirne la ragione. »
Riprese a camminare, accompagnato dallo scalpicciare dietro di lui. Non disse niente, perché sapeva già cosa sarebbe successo.
« ... posso venire con te? »
Si fermò una seconda volta, sospirando pesantemente.
« Non è una scampagnata. Solo il viaggio impiegherà mesi, e sarà estremamente pericoloso, nulla a che vedere con gli ultimi tre giorni. Non posso né intendo badare a te; non mi servono distrazioni inutili. Se non sai stare al passo arrenditi, io non ti prenderò per mano. »
La affrontò con tutta la brutale onestà di cui era capace, sperando sinceramente che quelle parole fossero sufficienti a dissuaderla dal volerlo seguire. Come tuttavia si era già immaginato, la bionda non si lasciò toccare da nulla di tutto quello, gonfiando stizzita il petto e raggiungendo la sua posizione in un paio di falcate.
« Non ho bisogno di nessuno che mi tenga la mano. So badare a me stessa. »
E nel guardarla negli occhi aveva quasi voglia di crederle.
Sbuffò sardonico, poi si voltò e riprese il cammino. Il costante rumore di passi al suo fianco.




Finalmente conclusa. :scl:
Perdonate la lunghezza del post, ma siccome la giocata aveva un triplice significato non potevo limitarmi più di tanto. :look:
Vi avviso che questa è solo la mia seconda giocata, nonché il primissimo cimento con le dinamiche di duello, ed in particolare quello autoconclusivo contro i mostri, quindi sparate pure a zero, che c'è tanto da imparare qui. :zxc:
Faccio inoltre presente che per grossi problemi di connessione e impegni ho terminato la giocata diversi giorni dopo averla iniziata a scrivere, quindi non escludo possibili dislivelli tra la prima e la seconda metà.

Innanzitutto un'overview sul mostro

CITAZIONE
Tergan


Pericolosità: D

Risorse: Corpo 100% | Energia 150% | Mente 50%

Passive

- Auspex sensoriale, 6 utilizzi
- Forza sovrumana, 6 utilizzi
- Quando subisce danni di natura fisica acquisisce 1 CS in Forza, 6 utilizzi
- Le sue abilità difensive sono istantanee, 6 utilizzi

Abilità attive

- Power-up, +2 CS in Forza +2 CS in Agilità, consumo di Energia Medio
- Power-up, +4 CS in Forza +4 CS in Agilità, consumo di Energia Alto
- Difesa di natura Fisica, protegge da attacchi Fisici, consumo di Energia Medio
- Attacco con parti del corpo o armi caratterizzato da grande snodabilità e traiettoria difficilmente prevedibile, ma che fa perdere al demone 2 CS in Agilità, consumo di Corpo Basso, danno di natura Fisica al Corpo Medio
- Il demone cade in uno stato di berserk, lanciandosi sul nemico e cercando di finirlo in ogni modo possibile, consumo di Mente Critico, danno di natura Fisica al Corpo Critico

Equipaggiamento: artiglio al posto della mano destra (arma naturale), lama da falce pesante innestata sull'avambraccio sinistro (arma naturale, circa)

E su Rayleigh

CITAZIONE
Rayleigh


Scheda: Link
Fascia: Bianca
Pericolosità: D

Risorse: Corpo 100% | Energia 125% | Mente 75%

Passive

- Passiva Razziale "Esperienza", Numero di utilizzi: 6 | Riflessi istantanei contro offensive non tecnica
- Passiva Avanguardia "Impeto", Numero di utilizzi: 6 | Forza straordinaria
- Passiva Personale (1/25), Numero di utilizzi: 2 | Auspex sensoriale
- Passiva Personale (2/25), Numero di utilizzi: 3 | L'uso delle abilità magiche è istantaneo
- Passiva Avanguardia "Resistenza", Numero di utilizzi: 6 | Insensibilità alle sofferenze corporali
- Passiva Guerriero "Vigore riflesso", Numero di utilizzi: 6 | Quando l'avversario aumenta i propri CS, Rayleigh guadagna 1 CS in Forza
- Passiva Personale (3/25), Numero di utilizzi: 2 | Nella modalità ibrida le offensive di natura Fisica causano danni sia al Corpo che all'Energia pari alla loro potenza, di fatto raddoppiando i danni totali, ma Rayleigh stesso subisce danni raddoppiati da qualsiasi abilità diretta alla sua Mente
- Passiva Personale (4/25), Numero di utilizzi: 4 | Quando Rayleigh utilizza un'abilità a consumo può aggiungere 1 CS alla Forza
- Passiva Personale (5/25), Numero di utilizzi: 4 | Quando una sua offensiva non tecnica va a segno può aggiungere 1 CS alla Velocità

Abilità

- Offensiva Personale (6/25) | Natura Fisica - Consuma Energia (10%) - Bersaglio Corpo | Uno o più attacchi portati con armi o a mani nude colpiscono il nemico, causando danni Medi
- Offensiva Personale (7/25) | Natura Magica - Consuma Energia (5%) - Bersaglio Energia | Uno o più attacchi portati con appendici magiche di forma variabile, che causano danni Medi alle energie del nemico; per un turno Rayleigh subisce un danno mentale Basso aggiuntivo se colpito con successo da un'abilità nemica
- Supporto Pergamena Guerriero "Fortificazione superiore" | Natura Fisica - Consuma Energia (20%) | Rayleigh guadagna 4 CS in Forza e 4 CS in Velocità
- Difensiva/Supporto Personale (8/25) | Natura Magica - Consuma Energia (10%) e Corpo (10%) | Rivestendosi di Corruzione Rayleigh blocca offensive di natura Fisica di potenza Media o inferiore; aggiunge 2 CS in Forza e 2 CS in Velocità alla propria riserva
- Difesa Personale (9/25) | Natura Magica - Consumo Nullo | Difesa assoluta; dopo l'utilizzo Rayleigh mantiene una forma ibrida inumana (vedere passiva "True Face") che non può rimuovere, senza però l'aura di Corruzione e senza i benefici della passiva associata

Equipaggiamento: Kastra, la Signora (grossa mannaia-sega, 1 o 2 mani); Stroja, la Dama (spada curva, lama e sega, 1 mano); placche protettive (x2, una per braccio, per parare e difendere)

I duelli sono due, in pratica, il primo inteso come una scaramuccia iniziale, ed il secondo come quello vero e proprio, perciò indicherò i due separatamente:






Scontro, Parte I


- 1° Turno

CITAZIONE
Rayleigh: Corpo 100% | Energia 95% | Mente 75%
Tergan: Corpo 90% | Energia 120% | Mente 50%

Riserva CS iniziale Rayleigh: 0
Riserva CS iniziale Tergan: 0

Rayleigh usa un power-up Alto per guadagnare 4 CS in Forza e 4 CS in Velocità, quindi una 2 in velocità per scattare in avanti e compiere una rotazione; durante la rotazione utilizza un'abilità di spada di potenza Media coadiuvata dalla velocità di torsione, e sferra un'ulteriore gomitata al viso del demone con 4 cs in forza. Guadagna 1 CS in Forza per la passiva.
Il tergan difende dalla tecnica attiva con un'abilità difensiva Media, ricevendo solo un taglio superficiale alla mano, ma accusando un danno Medio al mento. Contrattacca utilizzando a sua volta un power-up attivo Alto, guadagnando 4 CS in Forza e 4 CS in Agilità + 1 CS in Forza dalla passiva. Utilizza quindi 1 CS in Forza per bloccare la testa di Rayleigh e i restanti 8 CS per sferrare un colpo di falce al fianco del Cacciatore.

Riserva CS finale Rayleigh: 1 Forza, 2 Velocità
Riserva CS finale Tergan: 0


Passive usate da Rayleigh

- Passiva Personale (1/25), Numero di utilizzi: 1 | Auspex sensoriale
- Passiva Personale (4/25), Numero di utilizzi: 3 | Quando Rayleigh utilizza un'abilità a consumo può aggiungere 1 CS alla Forza

Tecniche usate da Rayleigh

- Offensiva Personale (6/25) | Natura Fisica - Consuma Energia (10%) - Bersaglio Corpo | Uno o più attacchi portati con armi o a mani nude colpiscono il nemico, causando danni Medi
- Supporto Pergamena Guerriero "Fortificazione superiore" | Natura Fisica - Consuma Energia (20%) | Rayleigh guadagna 4 CS in Forza e 4 CS in Velocità


Passive usate da Tergan

- Auspex sensoriale, 5 utilizzi
- Forza sovrumana, 5 utilizzi
- Quando subisce danni di natura fisica acquisisce 1 CS in Forza, 5 utilizzi
- Le sue abilità difensive sono istantanee, 5 utilizzi

Tecniche usate da Tergan

- Difesa di natura Fisica, protegge da attacchi Fisici, consumo di Energia Medio
- Power-up, +4 CS in Forza +4 CS in Agilità, consumo di Energia Alto

- 2° Turno

CITAZIONE
Rayleigh: Corpo 80% | Energia 90% | Mente 75%
Tergan: Corpo 80% | Energia 110% | Mente 50%

Riserva CS iniziale Rayleigh: 1 Forza, 3 Velocità
Riserva CS iniziale Tergan: 0

Rayleigh subisce danno Alto al fianco per la falciata del demone. Contrattacca utilizzando un'offensiva di natura Magica che sottrae 10% di Energia al Tergan e lo indebolisce, dopodiché utilizza le sue 4 CS per sferrare un calcio al mostro e separarli, causandogli danni approssimativamente Bassi al corpo.
Il Tergan non reagisce, utilizzando i suoi power-up per fuggire dallo scontro.

Riserva CS finale Rayleigh: 0
Riserva CS finale Tergan: 0


Passive usate da Rayleigh

- Passiva Personale (2/25), Numero di utilizzi: 2 | L'uso delle abilità magiche è istantaneo
- Passiva Avanguardia "Resistenza", Numero di utilizzi: 5 | Insensibilità alle sofferenze corporali
- Passiva Personale (5/25), Numero di utilizzi: 3 | Quando una sua offensiva non tecnica va a segno può aggiungere 1 CS alla Velocità

Tecniche usate da Rayleigh

- Offensiva Personale (7/25) | Natura Magica - Consuma Energia (5%) - Bersaglio Energia | Uno o più attacchi portati con appendici magiche di forma variabile, che causano danni Medi alle energie del nemico; per un turno Rayleigh subisce un danno mentale Basso aggiuntivo se colpito con successo da un'abilità nemica


Passive usate da Tergan

- Auspex sensoriale, 4 utilizzi
- Forza sovrumana, 4 utilizzi

Tecniche usate da Tergan

- Power-up, +4 CS in Forza +4 CS in Agilità, consumo di Energia Alto (x2)





Scontro, Parte II


- 1° Turno

CITAZIONE
Rayleigh: Corpo 100% | Energia 105% | Mente 75%
Tergan: Corpo 100% | Energia 120% | Mente 50%

Riserva CS iniziale Rayleigh: 0
Riserva CS iniziale Tergan: 0

Rayleigh usa power-up Alto per guadagnare 4 CS in foRza e 4 in Velocità + 1 CS di Forza bonus per la passiva. Utilizza 4 CS in Forza per attaccare con la mannaia.
Tergan si difende con difensiva Media, dopodiché usa power-up Alto per guadagnare 4 CS i Forza e 4 in Agilità; utilizza 2 CS in Forza per attaccare con la falce e 2 CS in Forza + 2 CS in Agilità per colpire con l'artiglio.

Riserva CS finale Rayleigh: 1 Forza, 4 Velocità
Riserva CS finale Tergan: 2 Agilità


Passive usate da Rayleigh

- Passiva Avanguardia "Impeto", Numero di utilizzi: 4 | Forza straordinaria
- Passiva Personale (1/25), Numero di utilizzi: 1 | Auspex sensoriale
- Passiva Personale (4/25), Numero di utilizzi: 3 | Quando Rayleigh utilizza un'abilità a consumo può aggiungere 1 CS alla Forza

Tecniche usate da Rayleigh

- Supporto Pergamena Guerriero "Fortificazione superiore" | Natura Fisica - Consuma Energia (20%) | Rayleigh guadagna 4 CS in Forza e 4 CS in Velocità


Passive usate da Tergan

- Auspex sensoriale, 5 utilizzi
- Forza sovrumana, 5 utilizzi
- Le sue abilità difensive sono istantanee, 5 utilizzi

Tecniche usate da Tergan

- Difesa di natura Fisica, protegge da attacchi Fisici, consumo di Energia Medio
- Power-up, +4 CS in Forza +4 CS in Agilità, consumo di Energia Alto


Note: Gli utilizzi della passiva "forza straordinaria" sono imputati all'utilizzo delle loro armi (falce naurale del tergan e kastra per rayleigh), che altrimenti sarebbero troppo pesanti per essere usate con facilità. Rayleigh quindi sfrutta due tuilizzi, uno per sfondare il muro e uno per maneggiare l'arma.

- 2° Turno

CITAZIONE
Rayleigh: Corpo 90% | Energia 95% | Mente 75%
Tergan: Corpo 85% | Energia 105% | Mente 50%

Riserva CS iniziale Rayleigh: 1 Forza, 4 Velocità
Riserva CS iniziale Tergan: 2 Agilità

Rayleigh guadagna 1 CS Velocità bonus per la passiva. Si difende dalla falce usando 2 CS in Velocità, ma accusa danno Medio al braccio sinistro; contrattacca torcendo l'arto del nemico con tecnica Media, poi sfrutta 2 CS in Velocità e 1 in Forza per sferrargli un calcio e spingerli all'indietro.
Tergan accusa entrambi i danni (Medio + Basso) e risponde distraendo Rayleigh con dei ciottoli, dopodiché utilizza un power-up Medio per 2 CS in Forza e 2 in Agilità; sfrutta i 4 CS ottenuti per sferrare un attacco con la falce, seguito da un secondo concatenato di potenza Media, spendendo un Basso alle energie e 2 CS in Agilità. Tergan ottiene 1 CS bonus alla Forza per passiva, e a sua volta Rayleigh ottiene 1 CS Forza bonus per power-up avversario.

Riserva CS finale Rayleigh: 1 Forza, 1 Velocità
Riserva CS finale Tergan: 1 Forza


Passive usate da Rayleigh

- Passiva Avanguardia "Impeto", Numero di utilizzi: 3 | Forza straordinaria
- Passiva Razziale "Esperienza", Numero di utilizzi: 5 | Riflessi istantanei contro offensive non tecnica
- Passiva Avanguardia "Resistenza", Numero di utilizzi: 5 | Insensibilità alle sofferenze corporali
- Passiva Guerriero "Vigore riflesso", Numero di utilizzi: 5 | Quando l'avversario aumenta i propri CS, Rayleigh guadagna 1 CS in Forza
- Passiva Personale (5/25), Numero di utilizzi: 3 | Quando una sua offensiva non tecnica va a segno può aggiungere 1 CS alla Velocità

Tecniche usate da Rayleigh

- Offensiva Personale (6/25) | Natura Fisica - Consuma Energia (10%) - Bersaglio Corpo | Uno o più attacchi portati con armi o a mani nude colpiscono il nemico, causando danni Medi


Passive usate da Tergan

- Forza sovrumana, 4 utilizzi
- Quando subisce danni di natura fisica acquisisce 1 CS in Forza, 5 utilizzi

Tecniche usate da Tergan

- Power-up, +2 CS in Forza +2 CS in Agilità, consumo di Energia Medio
- Attacco con parti del corpo o armi caratterizzato da grande snodabilità e traiettoria difficilmente prevedibile, ma che fa perdere al demone 2 CS in Agilità, consumo di Corpo Basso, danno di natura Fisica al Corpo Medio


Note: ho realizzato solo in fase di pulizia che in questo turno Rayleigh avesse sfruttato un solo slot tecnica, ma sinceramente non avevo voglia di rielaborare tutto il resto del combattimento, mi rendo conto del malus in strategia. :sigh:

- 3° Turno

CITAZIONE
Rayleigh: Corpo 70% | Energia 55% | Mente 75%
Tergan: Corpo 65% | Energia 95% | Mente 10%

Riserva CS iniziale Rayleigh: 1 Forza, 4 Velocità
Riserva CS iniziale Tergan: 2 Agilità

Rayleigh si difende dal primo colpo utilizzando tecnica Alta di difesa Media e guadagnando 2 CS Forza e 2 CS Velocità + 1 CS Forza bonus per passiva. Accusa Medio a collo e viso. Utilizza power-up Alto guadagnando 4 CS Forza e 4 CS Velocità, poi utilizza 3 CS Forza e 1 Velocità per attaccare con Kastra alle gambe del nemico, e ulteriori 4 CS Forza e 6 Velocità per un fendente con Stroja al braccio-falce del demone.
Tergan si difende dal primo attacco con difesa Media, ma accusa danni Alti incapacitanti all'arto, che non riesce più ad alzare efficacemente la lama. Il demone si fa prendere dal panico e utilizza un attacco Critico che lo manda in berserk.

Riserva CS finale Rayleigh: 1 Forza
Riserva CS finale Tergan: 1 Forza


Passive usate da Rayleigh

- Passiva Avanguardia "Impeto", Numero di utilizzi: 2 | Forza straordinaria
- Passiva Personale (2/25), Numero di utilizzi: 2 | L'uso delle abilità magiche è istantaneo
- Passiva Avanguardia "Resistenza", Numero di utilizzi: 4 | Insensibilità alle sofferenze corporali
- Passiva Personale (4/25), Numero di utilizzi: 2 | Quando Rayleigh utilizza un'abilità a consumo può aggiungere 1 CS alla Forza

Tecniche usate da Rayleigh

- Difensiva/Supporto Personale (8/25) | Natura Magica - Consuma Energia (10%) e Corpo (10%) | Rivestendosi di Corruzione Rayleigh blocca offensive di natura Fisica di potenza Media o inferiore; aggiunge 2 CS in Forza e 2 CS in Velocità alla propria riserva
- Supporto Pergamena Guerriero "Fortificazione superiore" | Natura Fisica - Consuma Energia (20%) | Rayleigh guadagna 4 CS in Forza e 4 CS in Velocità


Passive usate da Tergan

- Forza sovrumana, 3 utilizzi
- Le sue abilità difensive sono istantanee, 4 utilizzi

Tecniche usate da Tergan

- Il demone cade in uno stato di berserk, lanciandosi sul nemico e cercando di finirlo in ogni modo possibile, consumo di Mente Critico, danno di natura Fisica al Corpo Critico

- 4° Turno

CITAZIONE
Rayleigh: Corpo 30% | Energia 15% | Mente 75%
Tergan: Corpo 0% | Energia 95% | Mente 10%

Riserva CS iniziale Rayleigh: 1 Forza, 1 Velocità
Riserva CS iniziale Tergan: 1 Forza

Rayleigh guadagna 1 CS Velocità bonus per uso della passiva. Accusa danni Critici al corpo, quindi sfrutta le energie rimaste per un doppio power-up Alto, guadagnando 8 CS in Forza e 8 CS in Velocità. Approfitta dello stato di berserk del nemico per sferrare un possente fendente con Kastra, usando 18 CS (9 Velocità e 9 Forza) per tagliare i due il nemico.

Riserva CS finale Rayleigh: 0
Riserva CS finale Tergan: 0


Passive usate da Rayleigh

- Passiva Avanguardia "Impeto", Numero di utilizzi: 1 | Forza straordinaria
- Passiva Avanguardia "Resistenza", Numero di utilizzi: 3 | Insensibilità alle sofferenze corporali
- Passiva Personale (1/25), Numero di utilizzi: 0 | Auspex sensoriale
- Passiva Personale (5/25), Numero di utilizzi: 2 | Quando una sua offensiva non tecnica va a segno può aggiungere 1 CS alla Velocità

Tecniche usate da Rayleigh

- Supporto Pergamena Guerriero "Fortificazione superiore" | Natura Fisica - Consuma Energia (20%) | Rayleigh guadagna 4 CS in Forza e 4 CS in Velocità (x2)


Passive usate da Tergan


Tecniche usate da Tergan




Incontro con i Kensillah: Rayleigh utilizza una singola tecnica

CITAZIONE
- Difesa Personale (9/25) | Natura Magica - Consumo Nullo | Difesa assoluta; dopo l'utilizzo Rayleigh mantiene una forma ibrida inumana (vedere passiva "True Face") che non può rimuovere, senza però l'aura di Corruzione e senza i benefici della passiva associata

Che vuole un po' spiegare il BG della tecnica stessa.


Edited by Ul†ima - 13/8/2015, 17:02
 
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The Grim
view post Posted on 3/9/2015, 16:52




CITAZIONE

  • Interpretazione e Ragionamento
  • La qualità della giocata in questo campo è nella media. I ragionamenti fatti dai personaggi riflettono la loro mentalità, sono logici e comprensibili, senza incoerenze o forzature di sorta. Tutto sembra al suo posto, e questo è certamente un fattore positivo, molto positivo; anche il modo di fare del mostro ha una spiegazione molto logica. Non cadere nel tranello della storia a discapito delle motivazioni del personaggio è la cosa migliore da fare, e tu hai scritto una storia in cui queste si intrecciavano molto bene. Quel che non mi è piaciuta è la caratterizzazione dei vari personaggi, non perché realizzata maldestramente perché incapace di distaccarsi da alcuni stereotipi; impedendoti di raggiungere una certa tridimensionalità. L'esempio peggiore è Sheila, la tua elfa, sebbene a primo sguardo potrebbe sembrare che il mostro sia il meno caratterizzato, ma anzi quello pur comportandosi da bestia dimostra nel colpo di scena finale di essere " più ", una piacevolissima sorpresa. La comprimaria invece si presenta come se fosse in qualche senso un personaggio emancipato, ma sul finale si trasforma in una mera stampella per l'uomo duro e crudo, per di più nelle vesti di crocerossina. Spero che questo spunto possa esserti utili nelle giocate future. Il tuo personaggio, essendo il protagonista, è quello che tramite l'esposizione dei pensieri cerca di arginare al meglio questo problema, ma secondo me è ancora acerbo, sguazzando nell'archetipo dell'antieroe maledetto; spero che tu riesca a venirne fuori con qualcosa di memorabile, rimescolando le carte in tavola in maniera magnetica.
    Voto: 5,50


  • Movenze e Descrizioni
  • Il tuo campo migliore. Un plauso alle movenze sempre chiare e interessante. Mi piacciono le soluzioni che hai impiegato, cercando di mettere entrambi i contendenti sempre alle strette, e cucendo benissimo pensieri ed azioni. Purtroppo invece le descrizioni degli ambienti e dei personaggi, sebbene non siano malfatte, mancano di incisività e memorabilità. A livello tecnico il tuo italiano è perfetto, scevro di errori di battitura, con una particolare cura per la punteggiatura. Anche come scandire il tempo nei periodi, accorciandoli lievemente durante le azioni più concitate senza perdere armonia col resto dell'elaborato, dimostra molta competenza col mezzo. Quel che ti manca per eccellere è sopratutto un'identità sopratutto lessicale, quel tocco interessante e personale che ancora non hai avuto tempo di elaborare proprio come un marchio di fabbrica.
    Voto: 7.00


  • Abilità e Lealtà
  • Innanzitutto grazie dello specchieto che riesce ad essere esaustivo nella sua semplicità, ho trovato tutto quel che servisse senza faticare; sembra una sciocchezza, ma è una delle cose più importanti. Lo scontro, incentrato su attacchi fisici e CS è una sfida che sembrerebbe impossibile per un nuovo arrivato, ma invece riesci a destreggiare molto bene. La schematicità dei turni non era necessaria per questo tipo di giocata, quindi eventuali momenti in cui hai utilizzato un solo slot tecnica non sono un problema, diversamente a come accadrebbe in un duello. Hai dato fondo a tutte le risorse del personaggio, che purtroppo sono poco diversificate per un personaggio agli inizi, ma non posso penalizzarti troppo per questo. Complimenti.
    Voto: 7,00

Voto finale: 6.5
media aritmetica




Ti assegno 250 G per lo scontro. Io invece mi assegno 150 G per la correzione.
Per eventuali critiche, dubbi e chiarimenti, la mia cartella MP è sempre disponibile.
 
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1 replies since 3/8/2015, 01:11   211 views
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