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Il Popolo Nascosto ~ Scelte di un avido passato.

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view post Posted on 8/9/2015, 18:34
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virgil_zpsasfihqmg
{continua da qui}

Nessuno gli aveva visto varcare quella porta da giorni, ormai.
Quella che solitamente rappresentava una barriera che gli impediva di essere libero ora era invece vista dallo studioso come l'unica fonte di protezione da un mondo pieno di bugie e illusioni. Un mondo che lo aveva cresciuto con una dottrina devota allo studio e alla scoperta; alla ricerca della verità. Una verità, però, nascosta da una bugia ben più grande e forte di come i molti testi che aveva letto sembravano rappresentarla.
Una bugia che aveva condizionato la sua intera esistenza. Forse, si chiedeva, essere nato in un covo di serpi fa di me un'immonda bestialità? Perché per quanto potesse sforzarsi, non riusciva a odiare la sua Lithien, le leggi, la conoscenza e l'armonia delle strade che plasmava i migliori accademici dell'intero continente. Non ci riusciva, pur volendo; non riusciva a maledire il suo maestro per averlo cresciuto e accudito all'interno di una menzogna che sembrava ora volerlo inghiottire una volta per tutte. Ugualmente, gli sembrava impossibile poter odiare il concilio o l'intero sistema che aveva causato la distruzione di un intero popolo. Proprio non riusciva a farlo. E si malediva, per questo. Si sentiva così sporco da volersi togliere la vita: sparire in una folata di vento e lasciarsi tutto alle spalle.
Ma anche per quello si sentiva troppo debole. Non lo avrebbe mai fatto; se mai ne avesse trovato le forze, poi, Oghmar sarebbe intervenuto sicuramente per fermarlo. Erano giorni che provava a dire alla sua amata metà cosa fosse successo all'interno di quella voragine, ma le parole si rifiutavano di uscire. Forse voleva proteggerlo da una simile realtà o forse semplicemente non riusciva a realizzare il punto di vista che avrebbe dovuto adottare nel raccontarglielo. Chi era il buono e chi il cattivo? Concetti come questi, dapprima già confusi nella testa di Virgil, assumevano ora delle sfumature che nemmeno riusciva a comprendere, realizzando di essere del tutto incapace di giudicare obiettivamente la vicenda.
Così Oghmar continuava a supportarlo, portando lui ciò che gli era necessario: cibo che rifiutava quasi sempre, libri per lo studio che si rifiutava di aprire e, cosa più importante, una spalla sulla quale poter piangere e sfogare la propria inutilità. L'avventuriero si chiedeva per quanto tempo ancora avrebbe dovuto assistere a uno spettacolo del genere; lo faceva stare male, eppure non avrebbe mai forzato l'animo gentile di Virgil. Avrebbe aspettato, semplicemente.
E Virgil riusciva ad amarlo proprio per questo.
Più volte aveva ricevuto contatti dal popolo nascosto. Inizialmente solo delle parole biascicate tramite la loro capacità sensoriale, poi messaggi sempre più composti fino a che, stanchi di essere ignorati dallo studioso, avevano permesso ad alcuni membri della comunità di sgattaiolare fino alla torre. Inspiegabilmente, non erano mai stati scoperti. Del resto, si era detto Virgil, chi poteva conoscere meglio di loro quel luogo, dato che erano stati loro a dare vita a tutto quello?
Ed era stato strappato dalle loro mani con violenza. Tutto, anche la loro umanità. Schiavi di un sistema geloso e distruttivo, erano stati trasformati in orrende creature incapaci di risalire il buco entro il quale erano state confinate.
Ciò nonostante, Virgil si rifiutava di parlare con gli emissari del popolo nascosto. Li guardava, annuiva ogni tanto, ma non riusciva affatto a decidersi sulla questione, costringendo le piccole creature a tornare da dove erano venute, rassegnate.

Il discepolo del Quarto non era mai stato chiuso per così tanto tempo all'interno della sua stanza e questo il membro del Concilio che occupava il quarto piano della Torre Eburnea lo aveva notato. Più volte in quei giorni aveva mandato dei collaboratori a verificare dell'effettiva presenza di Virgil, ma questi erano sempre tornati indietro senza una degna risposta.
In un certo senso, il Maestro si sentiva preoccupato. Forse perché non poteva contare su quello che riteneva essere il suo degno successore o forse perché, semplicemente, amava quello che aveva accolto come suo figlio più di quanto dicesse. In entrambi i casi, sentiva di doversi occupare personalmente della faccenda. Attraversò lentamente i lunghi corridoi del quarto piano, adornati da quadri e tomi impolverati appesi alle pareti.

« Virgil, sei lì dentro? »

Maestro Dom bussò con forza alla porta dello studioso. Virgil deglutì con fatica prima di pietrificarsi alla vista dell'ennesimo emissario del popolo nascosto. Aveva scalato l'intera torre infiltrandosi poi nelle crepe della finestra, fino a raggiungere il letto dell'elfo.
In un secondo la lotta intestina che stava combattendo si trasformò in un'ansia mai provata prima di allora. Prima di quel giorno non aveva mai ignorato un ordine di Maestro Dom, né lo aveva mai costretto a raggiungere le sue stanze. Ugualmente, però, non poteva in nessun modo aprire la porta e lasciare che l'emissario del popolo nascosto - in preda al panico anch'egli, tremante - potesse essere scoperto dal Maestro, che avrebbe di sicuro riconosciuto un abominio che egli stesso, insieme ai suoi colleghi e alla sua sete di potere, aveva creato. Si guardò in giro alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo, ma si era isolato talmente in sé stesso che aveva perso completamente il controllo di quella stanza.

« Apri immediatamente questa porta, Virgil.
Non lo ripeterò un'altra volta.
»

Doveva prendere una decisione.
E doveva farlo in fretta.


Benvenuti in Scelte di un avido passato, una veloce quest a bivi che deciderà le sorti dell'intera campagna.
Bando alle ciance. Per partecipare a questa quest è necessario che voi leggiate quella precedente, che getta le basi narrative e di ambientazione per tutta la campagna.
Procederemo, come da regolamento, in questo modo: nessuno di voi dovrà attivamente postare in questo topic, ma dovrà farlo in Confronto nel topic apposito, dove potrà discutere con gli altri partecipanti e infine votare per la scelta che preferisce. Prendendo spunto dalla quest di Snek adotterò un sistema simile di scelte aggiuntive che potete formulare voi liberamente. Essendo però questa quest parte di una campagna, eventuali scelte libere aggiuntive potrebbero subire delle modifiche o degli adattamenti che non sconvolgano totalmente la trama. Oltre questo limite, però, potete proporre quello che volete.
Per questo turno le scelte sono due stabilite e una aggiuntiva:
    • Virgil cede alla pressione di Maestro Dom e apre la porta, sperando che la creatura possa fuggire in tempo.

    • Virgil si fida nuovamente della creatura del popolo nascosto e la segue, fuggendo dalla finestra e seguendola alla voragine.

    • Scelta libera.

Il prossimo post arriverà tra una settimana.
A voi!

Edit: linko il topic in confronto. (link)


Edited by Y u u - 8/9/2015, 20:24
 
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view post Posted on 18/9/2015, 14:49
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Trattenne il fiato per una decina di secondi.
Il tempo - sperava - di riuscire a capire come risolvere la situazione nel migliore dei modi. Si guardò attorno più e più volte, diede un'occhiata alla porta e una alla creatura e si accorse che l'unica cosa che poteva fare era prendere tempo. Guadagnare del tempo affinché la creatura potesse scappare o nascondersi e lasciare entrare il maestro in camera. Non si sentiva affatto pronto a rifiutare un suo ordine e l'unica via di fuga - la finestra - appariva all'elfo come una tremenda occasione di perdere la vita. Non era mai stato molto atletico e l'alternativa di scendere l'intera Torre appariva a Virgil così lontana e spaventosa da non poterla nemmeno prendere in considerazione.
Doveva prendere tempo. Ma come poteva farlo?
Tutto ciò che gli veniva alla mente sembrava sparire qualche attimo dopo sotto il suono dei pugni violenti del maestro sulla porta e quello degli impercettibili versi della piccola creatura, che sembrava aver trasmesso quella sensazione di terrore anche all'elfo, il quale non riusciva in alcun modo a mettersi in contatto con il Popolo Nascosto? Che avesse fallito nella sua missione? Forse il Popolo non lo considerava più degno, dopo tutte le risposte negategli. Aveva forse deluso un'intera comunità solo per la sua indecisione e la paura di prendere posizione?
La cosa sembrava terrorizzarlo ancor più, al punto tale da essere incapace di rispondere agli ultimi avvertimenti del maestro Dom. Si ritrovò solo, ancora una volta. Solo e spaventato, tentò di rifugiarsi nell'unico mondo che lo aveva sempre accettato; la magia, forse la sua unica vera compagna. L'intera stanza prese le sembianze della grande piazza di Lithien ove solitamente si riuniva il Concilio o chi per loro per annunciare gli ultimi editti. Al posto delle lunghe scrivanie piene di manuali si materializzarono delle splendide fontane e a sostituire gli altri mobili della sala vennero a crearsi uffici e abitazioni.
La porta si aprì e il maestro Dom fece il suo ingresso nella stanza - in ciò che era diventato.
Ci furono secondi di silenzio. Interminabili secondi di sguardi tra il maestro e Virgil, che aveva afferrato velocemente la creatura e l'aveva nascosta proprio dietro di sé. Lo sguardo del Quarto di Lithien era dapprima interessato, poi una smorfia di noia si materializzò sul suo volto, rivolgendo uno sguardo seccato al suo discepolo.

« Davvero, Virgil? »

All'elfo bastò avvicinare le mani per dissolvere il tentativo di Virgil, riportando tutto all'ordine. In cosa aveva sperato, davvero, Virgil? Aveva davvero creduto di poter ingannare la stessa persona che gli aveva insegnato tutto ciò che sapeva? In quel momento il giovane elfo dai capelli ramati si sentì così stupido da voler sparire una volta per tutte.
Lo sguardo di ghiaccio del maestro lo congelò.

« Esigo una spiegazione, Virgil.
Adesso.
»
« Maestro.. »

Il volto preoccupato e la testa china sul letto.

« Parla, giovane. »

Poteva già sentire scorrere le lacrime sul suo viso, l'elfo.

« Maestro,
io..
»

Non riuscì a mentire ancora. Si scostò appena, il tempo di far vedere la creatura al Quarto di Lithien. Il saggio cambiò completamente espressione, rivelando stupore e, velata ma abbastanza percepibile, una vena di tristezza.
Ora stava all'elfo decidere cosa rivelare.


Procediamo. Per questo turno c'è stato un pareggio tra la scelta libera (apre la porta ma prende tempo) e la scelta chiusa (apre la porta al maestro dom). La situazione del post deriva però proprio da una non precisa formulazione della scelta libera. "Prendere tempo" è qualcosa di troppo vago; se Virgil lo avesse potuto fare, lo avrebbe fatto senz'altro, non trovate? Avreste dovuto specificare in che modo poteva prendere del tempo - anche facendo riferimento alla scheda - con azioni specifiche, insomma. In ogni caso, prova a prendere tempo con un'illusione ma il maestro la dissolve in un attimo. Una volta riportato tutto alla realtà, Virgil cede alla pressione e rivela la creatura al maestro, che si aspetta una spiegazione.
Per questo turno le scelte sono quattro stabilite e due aggiuntive:
    • Virgil non riesce a mentire minimamente al Maestro, rivelando tutta la storia e assume una posizione neutrale.

    • Virgil non riesce a mentire minimamente al Maestro, rivelando tutta la storia e prende le parti del Popolo Nascosto.

    • Virgil non riesce a mentire minimamente al Maestro, rivelando tutta la storia e cerca di comprendere il Concilio, sbilanciandosi a favore di Lithien.

    • Virgil sta zitto.

    • Scelta semilibera. Virgil mente spudoratamente. Quali dettagli della storia non rivela?

    • Scelta libera. Cosa racconta, nello specifico, al Maestro?

Il prossimo post arriverà tra sei giorni.
A voi!
 
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view post Posted on 28/9/2015, 11:19
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virgil_zpsasfihqmg

« So tutto,
Maestro Dom.
»
Il volto dell'anziano si colorò di stupore solo per un secondo; non era affatto stupido. Vederlo in compagnia di un membro del vecchio popolo di Lithien aveva già suggerito che lo stesso potesse aver comunicato con lui.
« So cosa lei e gli altri membri del concilio avete fatto, pur di ottenere potere.
Ho visto con i miei occhi i ricordi di un popolo intero sgominato dalla fame di potere e di conoscenza. Ho visto le mani sporche di sangue di ognuno di voi. Anche le sue, Maestro.
Le ho viste più e più volte durante i miei incubi: il Popolo Nascosto continua a ricordarmi di quanto sbagliato possa essere rimanere in questo covo di serpi. Mi ha avvertito e questa ne è la riprova.
»
Virgil indicò con mano tremante la creatura, ormai in preda al panico. A Dom bastò un'occhiata per identificare ciò che era ai suoi occhi come un elemento di un passato dimenticato che mai avrebbe voluto rivedere.

« Basta così, mio giovane allievo. »
« No.
È lei che deve ascoltare, ora. Deve ricordare del male che ha fatto a un popolo che si proclama innocente. Guardi il corpo di questa creatura: le sembra quello di un uomo? Voi e i vostri giochi politici.. avete trasformato migliaia di individui in mostri che hanno bisogno di nascondersi all'interno di una voragine demoniaca. Avete sotterrato l'orgoglio di un potere come il loro, trasformandolo in motivo di vergogna e necessità dalla quale fuggire.
Li avete uccisi. Perché quello che vedete ora non è altro che il risultato di uno sterminio.
E mi chiedo come possa essere possibile. Lei mi ha allevato come fossi suo figlio, mi ha trattato nel migliore dei modi, educandomi alla conoscenza e alla giustizia. Come posso accettare una vita costruita sulla distruzione di tante altre? Come posso accettare i suoi insegnamenti o salutare il popolo di Lithien se questo non è altro che una maschera che nasconde un'insaziabile sete di potere?
Non so cosa fare, Maestro Dom.
»

La rassegnazione fu l'unica cosa che Virgil riuscì a scorgere sul volto del suo maestro. Non una comune rassegnazione, però; era qualcosa di più profondo, che attaccava l'animo in maniera così invasiva da non lasciare alcuna traccia di ciò che esisteva priva. Una rassegnazione in grado di divorarlo.

« Virgil.. ormai.. »
« Ci penso io, ora, Dom. »

Quella voce.
L'avrebbe riconosciuta tra mille. Maestro Ygro, il Secondo di Lithien. Virgil lo aveva incontrato nelle rarissime occasioni nelle quali era sceso al piano del maestro Dom e una sola volta era riuscito a parlare lui e a incrociare il suo sguardo, ma tanto era bastato a instillare una profonda paura nell'animo dell'elfo. Il modo di porsi, la sua andatura, il tono della sua voce.. tutto di quell'uomo gridava sete di sangue.
Virgil era rimasto oltremodo sorpreso ad apprendere del suo ruolo; come poteva una bestia di quel calibro rappresentare il secondo posto della conoscenza di Lithien?
Lo studioso si guardò attorno, non riuscendo a percepire in nessun caso la presenza del Secondo.

« Se quello che racconti è vero, mio caro Virgil, allora dovresti sapere
del Dono.
»

Sì, lui lo sapeva. Sapeva di cosa si trattasse e sapeva di possederne una parte.
E, forse lo aveva semplicemente accantonato, sapeva che l'intero Concilio ne aveva preso una grossa fetta. Ricordare un simile dettagio lo fece raggelare. Significava una cosa sola.

« Sì, giovane elfo.
Ora tutti noi del concilio siamo a conoscenza di ciò che hai rivelato a Dom.

Quello che puoi fare ora è semplice.
Puoi scegliere di collaborare. Consegni la creatura al tuo maestro, ci riveli l'esatta ubicazione dei tuoi amici e l'unica cosa che faremo è eliminare i ricordi relativi a queste ultime settimane dalla tua mente.
La seconda opzione. Beh, non c'è nessuna seconda opzione.
È da un po' di tempo che ci chiedevamo se vi fosse qualche superstite. A quanto pare ne esiste più di uno..
»
« Basta Ygro, il ragazzo non ha nulla a che fare con questa storia. »
« Guarda a cosa ci ha portato la tua debolezza, Dom.
Virgil. La creatura.
O r a.
»


Procediamo. Per questo turno c'è stata una vittoria da parte dell'opzione più "politically correct" che era quella di confessare totalmente al maestro cosa è successo. Beh, i risultati sono quelli indicati nel post. La situazione è abbastanza chiara, direi: nel momento in cui Virgil rivela tutto al Maestro, ecco spuntare la voce del Secondo che conferma all'elfo il fatto che tutti e cinque i maestri del concilio hanno effettivamente ascoltato le stesse parole di Dom. Il concilio intero ora sa di questa storia e Dom, dal canto suo, sembra preoccuparsi per Virgil. Il Secondo chiede quindi di consegnare la creatura e di seguirlo da lui. Cosa deciderà Virgil?
Per questo turno le scelte sono quattro stabilite e una aggiuntiva. Tenete bene a mente che questo è l'ultimo turno di votazioni, quindi la direzione che prenderà Virgil in questo momento definirà totalmente il continuo della campagna.
    • Virgil si fida un'ultima volta del Maestro, consegnando lui la creatura.

    • Virgil si fida abbastanza del Maestro, ma fa scappare la creatura dalla finestra.

    • Virgil non si fida del Maestro e scappa velocemente dalla finestra insieme alla creatura, dirigendosi alla voragine.

    • Scelta libera.

Il prossimo post arriverà tra quattro giorni - che siamo in ritardo sulla tabella di marcia.
A voi!
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 1/2/2016, 00:06




La quest viene chiusa per assenza del Qm.
Il topic della quest rimarrà aperto per permettere al Qm la conclusione della storia, nel caso volesse.
 
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3 replies since 8/9/2015, 18:34   223 views
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