Ayla aveva ormai rinunciato alla fuga. L'incantesimo che vincolava i suoi poteri si era indebolito vero, ma non abbastanza da permetterle di spezzarlo con le sue attuali forze. Il non mangiare da due giorni non contribuiva di certo. Sapeva perché si trovava li, lei era la leva da usare per far muovere Sayth come un burattino docile, rimaneva in vita perché lui non scappasse e non cercasse in alcun modo di tradire. Nel momento in cui l'aura elettrica avvolse le catene capì di essere diventata un ostaggio inutile.
Rumore di passi.
Di certo non erano venuti a portarle il pasto.
Ayla si morse le labbra. Non voleva morire così; impotente, incatenata, avrebbe lasciato quel povero bambino in balia di un destino che non aveva scelto e non meritava.
La serratura scattò.
Ayla cercò disperatamente una via d'uscita, ma non le venne nulla in mente. Latif, lui era il maestro dei colpi di genio, lui si che aveva sempre l'idea giusta al momento giusto. Non si troverebbe in quella situazione se Latif fosse stato con lei. Il rimpianto la trapassò come una lama, sarebbe morta senza rivederlo e per quanto disprezzasse quel sentimento non poteva fare a meno di provarlo.
La porta si spalancò. L'uomo in armatura non aveva il pasto, ma una daga.
-Maledetti figli di puttana! Andatevene all'inferno! Schifosi-Silenzio. Sussurrò l'uomo. Era vicino, a un palmo da lei. In mano oltre alla daga stringeva una chiave.
-Non posso fare altro per te. Disse mentre la liberava.
Appena fu libera Ayla si massaggiò i polsi doloranti. -Chi sei?
-Un uomo che deve espiare una terribile colpa. Disse con voce tremante.
-Giuro non volevo si arrivasse a tanto, volevo solo salvarlo...-Sei uno sgherro di quel vecchio maledetto. Sputò quelle parole con tutto il risentimento che covava. -Credi basti questo per farti espiare tutto il male che hai fatto?
-No, ma se c'è qualcosa-Vattene! Sibilò Ayla mentre lasciava che la furia del demone la invadesse.
-Per quanto ammazzarti mi riempirebbe di gioia non sei tu quello che voglio. L'onda nera e oleosa di energia demoniaca sovrastò ogni altro sentimento. Strappò la daga dalle mani dell'uomo e corse via verso la torre, verso Sayth.
Semplicemente le due frecce si conficcarono nel petto del vecchio, oltrepassarono muscoli, cartilagine, ossa e raggiunto il cuore lo trapassarono da parte a parte.
Semplicemente il vecchio ignorò la cosa.
In confronto all'energia che lo attraversava, ai mondi che vedeva e toccava, le due frecce erano paragonabili a punture di spillo sul petto, come se avesse strusciato contro un cardo. Un prurito, nulla più. La sensazione svanì in fretta coperta dal calore generato dal soverchiante potere che lo inondava.
Poi una voce si insinuò nella sua mente. Era stranamente vicina rispetto alle altre, quasi palpabile. All'inizio non comprese, poi il canto si fece più forte e sovrastò ogni altra. Una malia psionica.
Vide il portale, lo vide strappargli via la pelle, i muscoli e portarsi via anche le ossa. Il fiume di energia spazzò via quelle immagini interropendo la malia.
Troppo tardi.
Persa la concentrazione il vecchio fu incapace di gestire il flusso e la sua presa sulla mente di Sayth vacillò abbastanza da permettere al ragazzino di liberarsene. Sayth afferrò con entrambe le mani una delle frecce ancora infilate nel corpo del vecchio e spinse con tutta la forza. Nel contempo si mise a scalciare e a dibattersi.
Il vecchio ormai privato del suo potere lanciò un grido misto tra sorpresa e dolore e lasciò andare il bambino. Allontanato dalla volontà e il suo contenitore il flusso di energia divenne instabile e il vecchio venne sbalzato via dall'onda d'urto generata dall'energia fuori controllo.
L'esplosione fece inclinare ancor di più la torre, ormai anche l'ultimo sostegno era in procinto di crollare.
Il vecchio penzolava aggrappato per una mano a una trave protesa nel vuoto. Sotto di lui, la folla di demoni, sirene e umani ormai libera dal suo influsso si agitava come impazzita.
Come poteva essergli accaduto questo, lui che aveva varcato la soglia dei mondi, ridotto in quello stato pietoso! Il vecchio si sentì afferra per il polso. Alzò lo sguardo e vide un'ombra nera incombere su di lui. L'ombra aveva una forma umanoide con il volto di un lupo. Sembrava più che un'ombra uno scorcio di cielo notturno, poteva vedere attraverso il suo corpo costellazioni, nebulose, come fosse una mappa stellare vivente.
-Mio, mio signore...-Tu vecchio, sei la nostra vergogna. Non eri degno di servirci. Le parole dell'ombra parevano provenire da un punto lontano, come un eco indistinto.
Il vecchio si sentì prosciugare di tutte le forze, mentre sotto di lui si spalancava la voragine degli inferi.
-Disonore e vergogna quando il servo prende ciò che era del padrone.L'ombra lanciò il vecchio nel portale e l'urlo del vecchio si perse tra le pieghe dei mondi, insieme a ciò che rimaneva di lui.
L'ombra guardò giù. Il vecchio alla fine aveva svolto un buon lavoro, più di quanto si sarebbe mai immaginato. Si rivide in un altro mondo e in un altro tempo, mentre il veleno faceva il suo effetto permettendogli di varcare completamente la soglia abbandonando le spoglie mortali, sapeva che quella non sarebbe stata la fine. Comunque mai si sarebbe aspettato che tra tutti i suoi fedeli, proprio quell'incompetente fosse riuscito a liberarlo e a permettergli di completare il suo disegno. L'ombra si voltò verso il portale; l'ultima volta il suo acceleratore di particelle aveva relegato lui e gli altri “Dei” nel limbo tra i mondi, questa volta li avrebbe liberati.
L'ombra alzò le braccia al cielo. I fulmini avvolsero il portale in uno sfolgorio di luci, la città venne illuminata da una luce così intensa da accecare tutti coloro che ebbero l'ardire di guardarla direttamente. Cinque tuoni accompagnarono l'uscita di altrettante ombre dal portale, nello stesso momento gli infetti mescolati alla folla presero fuoco, uno dopo l'altro. Fiamme azzurre li avvolsero e in pochi istanti di loro non rimase nulla.
"Era ovvio che succedesse, il piano di quell'inetto non poteva riuscire."
Non era un problema.
Ayla si trovava alla base della torre, nell'avvicinarsi aveva notato un gruppo di mostri dall'altra parte della struttura, ma visto che loro erano più interessati -come lei del resto- a ciò che stava sulla torre e che il suo obbiettivo era salvare il ragazzino, li aveva ignorati.
Lo stesso valeva per Ayla-Shabāha.
-Questa si che è una sorpresa!Ayla si voltò di scatto e per poco la daga non le sfuggì di mano.
-Sai è proprio per evitare situazioni che di solito ammazziamo i doppi. Lo Shabāha sorrideva e faceva roteare il pugnale davanti a se. Il demone si lanciò contro Ayla e affondò il pugnale nel cuore della ragazza.
Ayla si scansò di lato e colpì con la daga la destra alla clavicola, tagliando carne e ossa.
Lo Shabāha digrignò i denti, spalancò gli occhi e allargò la mano libera. Il mondo attorno ad Ayla prese a tremare, a distorcersi.
Non vide il pugnale, ne il demone. Tutto quello che sentì fu una fitta bruciante alla schiena. Urlò e menò un colpo alla cieca, ma colpì il vuoto.
-Immagina se Latif ci avesse viste insieme, gli sarebbe venuto un colpo. La voce distorta proveniva da punti diversi contemporaneamente.Ayla si guardò attorno, la daga stretta tra le mani.
-Cosa gli hai fatto? Gridò.
-Gli ho dato quello che voleva. Desiderava tanto riconquistarti, talmente tanto da ignorare i segnali e scambiarmi per te.Una fitta di dolore si irradiò dal polpaccio sinistro e Ayla cadde in ginocchio.
-Avresti dovuto vedere la sua espressione mentre il suo grande amore gli trapassava lo stomaco con un pugnale! Le lame del pugnale e della daga stridettero nel momento in cui si scontrarono.
Ayla-Shabāha fissava esterrefatta la propria arma, Ayla invece fissava lo Shabāha.
-Tu non dovrestiAyla non gli diede modo di concludere la frase, ruotò su se stessa e gli mozzò la testa.
La seconda detonazione scosse la torre proprio mentre Sayth ne raggiungeva la base. La scossa fu così violenta da fargli perdere la presa -Per fortuna si trovava a poco più di un metro da terra e rimediò solo una brutta botta alle ginocchia- L'ombra si aggrappò alla balaustra mentre la torre vibrava e il metallo gemeva. Sentiva il legame con la volontà farsi più flebile mano a mano che essa si allontanava da lui.
A provocare la seconda esplosione era stato . Dopo essersi liberato di Mr Demone era riuscito a innescare l'ultima bomba per poi darsela a gambe velocemente. Tanto ormai non c'era più niente che potesse fare, doveva solo pregare che il piano di Latif avesse successo.
La base della torre sprofondò nella terra, una ragnatela di crepacci si allargò attorno a essa, Sayth e le sirene dovettero indietreggiare di corsa per non venire inghiottiti dalla voragine.
Le nuvole attorno al portale presero a roteare vorticosamente, frammenti di macerie si sollevarono da terra inghiottiti dall'immensa forza attrattiva. Insieme alle macerie e alla torre anche diverse sirene vennero risucchiate, mentre filamenti di energia simili a fulmini le avvolgevano separandone corpo e anima.
L'ombra incapace di sfuggire alla presa del portale avvertì l'onda di energia attraversarla, il metallo della torre liquefarsi, poi la luce proveniente dal portale coprì ogni cosa. Sentì la propria coscienza sfaldarsi, mentre tornava nel limbo dal quale era venuta. Poi tutto divenne buio.
Quando la polvere si diradò la torre non esisteva più.
A quel punto nulla si frapponeva tra la principessa sirena e il suo obbiettivo.
Sayth ancora stordito venne immobilizzato da due sirene proprio di fronte a Cassandra.
La voce si sparse in fretta tra le fila delle sirene e la principessa sirena si precipitò subito verso il suo tesoro. Si muoveva regale nonostante l'oscillare delle zampe metalliche, la coda rossa sferzava l'aria impaziente, le mani strette sul diadema accarezzavano il foro circolare al centro. Appena fu di fronte al ragazzino si lisciò la grande pinna caudale rossa e disse. -Ebbene ammazzate questo piccolo ladro e ridatemi ciò che è stato rubato. La rabbia era palpabile nelle sue parole.
-Vi prego, non ho fatto niente! Urlò Sayth, mentre due tritoni si facevano largo tra la folla di sirene, il rumore delle loro trivelle ora era l'unico suono udibile.
CITAZIONE
Va bene. Questo post è stato veramente un parto. Nella mia idea iniziale avevo previsto diversi modi per concludere la quest, ma tutte prevedevano la presenza di due gruppi. Uno dei modi poteva essere uccidere Sayth e spezzare il legame con la volontà. Niente energia niente portale. Anche distruggere la torre poteva andarmi bene e così sarebbe dovuto essere se fossimo rimasti in di più, ma non importa.
Ho deciso di manipolare il pg di A.Beck perché a prescindere la piega che avevano preso gli eventi per lui lo avrebbe comunque condotto su questa via. Spero ti sia divertita Ashel e pure tu A.Beck, se mai leggerai questo messaggio.
Anyway, siamo giunti alla fine, ma ci sono ancora alcune cose da sistemare:
@Ashel in questo post hai come sempre la massima libertà di azione: unico dettaglio quando la torre sprofonda rischi di finire nel limbo insieme all'ombra e ad alcune sirene,fuggi. Non ho particolari pretese per questo, è la classica scena in cui tutto crolla e il protagonista se la scampa per un soffio. Mi accontento di una buona descrizione per la buona riuscita dell'azione (certo se poi usi tecniche o altro a me sta benissimo) e dopo questo dovrai decidere il destino di Sayth. Farai niente per lui? Lo aiuterai? Parlerai con le sirene per lui? Decidi, per qualsiasi dialogo ci vediamo in confronto.