Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sotto un nuovo sole; l'Arca

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Ashel
view post Posted on 13/5/2016, 08:24





{Dorhamat; Ufficio del Governatore}
PoV: Farooq al Tahriq


- ... e questo è tutto. - dichiarò il capocantiere, cercando lo sguardo del Governatore con evidente sfiducia.

Non era mai stato bravo con le parole e provava un certo timore reverenziale per le autorità; inoltre era certo che quella riunione non fosse un semplice aggiornamento circa lo stato dei lavori come gli avevano fatto credere.
La delegazione di Oltremare sedeva in un angolo, in silenzio.
Non l'avevano mai interrotto, si erano limitate a fissarlo con i loro sguardi freddi e imperscrutabili riservandogli, di tanto in tanto, qualche occhiata indifferente in cui egli aveva creduto di scorgere una punta di commiserazione.
Erano strane: sempre perfette, quasi ingessate, facevano attenzione a non pronunciare mai una parola fuori posto.
Ringraziavano tutti in continuazione ed esponevano le loro idee con la calma di chi si sentiva superiore, ma evitava furbamente di farlo notare agli altri.
Farooq non aveva mai creduto alle leggende sul loro conto; c'era chi le dipingeva come malvagie fattucchiere sempre pronte a divorare gli sventurati corpi dei marinai attirati dalle loro canzoni melanconiche, chi come splendide donne alla costante ricerca di un compagno - ma per una sola notte, al termine della quale il disgraziato veniva ugualmente smembrato e gettato in mare.
Lui le trovava semplicemente spaventose.
Erano piombate dal nulla per stringere accordi diplomatici con la città e il governo si era affrettato a renderle parte del progetto per l'Arca, dando l'impressione di aver ricevuto ingenti somme di denaro in cambio di quella improvvisa e alquanto sospetta collaborazione.
Per non parlare del fatto che la maggior parte di loro sembrava padroneggiare piuttosto bene la loro lingua, anche se in modo decisamente affettato, quasi l'avessero imparata su un manuale o su un dizionario.

- Grazie, capocantiere. - fece allora il Governatore, invitandolo a sedersi. Scrutò brevemente il prospetto riportato su alcuni grandi fogli di pergamena, dopodiché trasse un profondo sospiro e si appoggiò allo schienale della sedia, corrucciato. - Non ci siamo, mastro Farooq. I lavori procedono a rilento. Mi aspettavo che dopo quella partita di legname sareste ripartiti più speditamente.

- Abbiamo incontrato una serie di ostacoli nell'equilibrio della struttura. In particolare qui... - gli disse in risposta, indicando dei punti sul prospetto. - ... e qui.
La nave, per come è stata concepita, è troppo pesante per galleggiare. I cannoni e le parti in metallo...


- Perdonatemi, mastro Farooq.

Il nano alzò gli occhi verso la sirena, sentendosi al contempo contrariato e stupito.
Era il capoingengere della delegazione, quella che di solito parlava a nome delle sue simili.
Tra le tre era la più alta e anche quella dal fisico più snello e longilineo.
I lunghi capelli scuri le ricadevano sulle spalle in maniera ordinata e volutamente sensuale, mentre nei loro sguardi di lucida ossidiana faceva capolino uno strano bagliore, una luce inquietante e disorientante.
La pelle composta da sottili scaglie quasi invisibili ad occhio nudo dava alle loro carni la consistenza del metallo opaco, con il risultato di conferire alla loro persona un aspetto decisamente glaciale.
Vestivano con abiti semplici, tessuti sintetici mai visti prima a Dorhamat dalle forme arrotondate e quasi sempre monocolore.
Fatta eccezione per le loro guardie, non portavano armi.
La marzialità e la compostezza che le contraddistingueva si riverberava anche nell'abbigliamento, tanto che nessuna di loro usava portare gioielli o qualsiasi altro genere di ornamento.

- Ho analizzato il vostro progetto e penso che i problemi di cui parlate si potrebbero risolvere rinunciando alla struttura originale.
Avete ragione: al momento è troppo grande e pesante e rischierebbe di affondare alla minima scossa. Inoltre non avete pensato a un combustibile adeguato a trainare una nave di tali dimensioni.


- C-combustibile? Quale combustibile?

- Abbiamo avuto modo di parlare a lungo con il Governatore delle varie possibilità.

- In effetti, quello di cui parlate voi... - fece lui. - Questo bitume... Non dovrebbe essere troppo difficile da recuperare.

- No, infatti.
Ma bisognerebbe adeguare il progetto per rendere la nave più efficiente in risposta a questi cambiamenti. Ad esempio, rinunciando al ferro e preferendo delle leghe più leggere e resistenti.


Farooq si sentì sprofondare dalla vergogna.
Le altre sirene, impassibili, assistevano alla scena senza fiatare.

- La nave non prevedeva modifiche così profonde, quando mi è stato assegnato il progetto. - riprese, con tutta la freddezza di cui era capace. - Ma... se provassimo a salvare il salvabile... potremmo ancora sperare di correggere la struttura originale senza incorrere in ulteriori costi.


- Sarebbe un salto nel buio. Il progetto rischierebbe di arenarsi se ci ostinassimo a seguire il piano originale.
In quel caso saremmo costretti a ripartire da capo, e i costi sarebbero quadruplicati.


Il Governatore, gli occhi porcini che scorrevano pagina per pagina nel tentativo di capirci qualcosa, manifestò i propri dubbi con un grugnito.
Doveva decidere come muoversi, e doveva farlo in fretta: i lavori erano fermi da giorni e voleva evitare di dover dare noiose spiegazioni ai suoi finanziatori.
Farooq lanciò un'occhiataccia alla sirena mentre lei, con una calma quasi studiata, nascondeva la considerazione che aveva di lui dietro un sorriso tanto ipocrita quanto educato.



cantieri

{Dorhamat; Cantieri}
PoV: Rufus

- Che cosa vedi?

I due, immobili davanti all'ingresso del cantiere, sembravano come vecchi amici intenti a scrutare il mare.
Eppure gli occhi di Rufus seguivano profilo della gigantesca nave in costruzione e consideravano ogni dettaglio con un'attenzione fin troppo esagerata per un uomo della sua cultura.

- Il futuro? Il progresso?

- Problemi. - rispose, allontanando la sigaretta dalla bocca. Espirò il fumo di lato. - Solo problemi.

Pioveva a dirotto ma non sembravano farci caso.
Il cantiere era deserto, da giorni gli operai non si erano visti al lavoro; entrambi sapevano, tuttavia, che la tregua non sarebbe durata a lungo.

- Già. - riprese l'altro, facendo spallucce. - Anch'io.


Benritrovati!
Questa è la quest che riguarderà i cambiamenti in corso a Dorhamat e facente parte del ciclo "Sotto un nuovo Sole".
A Dorhamat sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo modello di nave da guerra e nel frattempo sembra essere giunta in città una delegazione di sirene proveniente da Oltremare.
Queste, esperte di tecnologia, si offrono di aiutare il governo nell'impresa e dopo aver finanziato il progetto attraverso laute somme di denaro entrano a far parte del team di ingegneri per seguirne gli sviluppi in prima persona.
I lavori procedono molto lentamente soprattutto a causa dell'arretratezza delle maestranze theraniane; per quanto il nostro Farooq sia uno dei migliori ingegneri di Qashra, infatti, non può fare a meno di scontrarsi con continue problematiche che rischiano seriamente di far arenare il progetto.
La vostra prima scelta riguarda proprio il modo in cui il team riuscirà a far ripartire i lavori:

A) acquistare nuovi materiali per provare a portare a termine il prototipo in costruzione;
B) smantellare la nave in costruzione e riciclare i materiali per riprendere da un nuovo progetto, rivisto dagli ingegneri del Regno.

Avete tre giorni per decidere.
Scegliete bene ^_^
 
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Ashel
view post Posted on 16/5/2016, 20:00






rufus

{Dorhamat; Una qualche locanda del porto}
PoV: Rufus


Tirò una lunga boccata dalla sigaretta, poi rimase a braccia conserte, appoggiato alla parete.
Il suo capo era davvero incazzato, ma non poteva certo biasimarlo.
Tutta quella storia gli stava costando un patrimonio e minacciava di mettere in discussione la loro autorità prima che potessero trovare un modo per fermarle.
Il governatore, poi, si stava comportando da vero ingrato.
Non era grazie a lui se sedeva su quello scranno?
Non erano forse stati loro a mantenere l'ordine in città al suo posto?
Un tempo, prima che sistemassero le cose, Dorhamat era diversa.
"La Discarica", la chiamavano.
Un posto davvero merdoso in cui nascere. Lui lo sapeva, perché ci era cresciuto.
Lo avevano raccolto dalla strada, gli avevano dato uno scopo.
Gli avevano insegnato a difendersi e a far rispettare le regole.
Le loro regole; che era sempre meglio di niente.

- La musica deve cambiare. - fece l'uomo in nero, portando il boccale alla bocca. - La situazione ci è decisamente sfuggita di mano.

Eppure, in poco tempo si sarebbe tutto sistemato. Il loro impero sarebbe cresciuto ancora e ancora, implacabile e insaziabile come la depravazione di quella città.
Più Dorhamat diventava malvagia, più gli Onesti accrescevano la loro forza.
Più cercava di sfuggire al loro controllo, più la morsa si faceva stretta.
Era una loro creatura: normale che andasse così.

- La gente si fida di noi, non di loro. - riprese Markus, in un angolo. - Nessuno le vuole. Hanno tutti paura.
Quando il popolo si solleverà per cacciarle dalla città nemmeno il Governatore potrà forzare le cose.


- Come pensate di risolvere il problema?.

Tutti lo fissarono, in attesa.
L'atmosfera era davvero pesante. La stanza era avvolta dall'oscurità, cosicché la luce soffusa della lampada ad olio sul tavolo ne illuminava solo il volto.
Un bell'uomo, se si fingeva di non vedere la cicatrice che gli divideva il sopracciglio sinistro a metà.
Nessuno aveva il coraggio di parlare nel timore di contraddirlo o, peggio, di dire qualcosa di stupido.
Una volta Rufus l'aveva visto prendersi degli insulti da una testa calda, giù al bordello, e lui si era affrettato a tagliargliela senza troppe cerimonie.
Ma la sua non era solo pura e irrazionale violenza. Era più astuto, più infido, più svelto degli altri bruti.
Chiunque al suo servizio non avesse lo stomaco di obbedire, chiunque avesse espresso un dubbio o esitato a un suo ordine veniva presto eliminato dalla squadra.
Quello era un uomo senz'anima. Un uomo il cui volto era una deformato dalla crudeltà con cui trattava i suoi simili.
Eppure Rufus si fidava di lui: l'aveva accolto nella Trenta Canaglie anche se non era furbo e spietato come gli altri.
Era solo un animale allevato dalla strada. Un semplice picchiatore.
Uno come tanti.
Però era come un cane fedele; questo gli era bastato a entrare nella sua squadra.

- La gente amava Aymar, capo. - fece Markus. - Metteva le cose a posto quando tutto andava a puttane.
Nessuno creava problemi quando c'era lui a dare gli ordini: gli affari andavano bene e ognuno aveva una scodella sotto il muso a fine giornata.
Da quando il governo ha destinato i finanziamenti a quella cazzo di nave è cambiato tutto.
Punteremo su questo per far leva sul risentimento dei cittadini.


- Sì, è vero. - lo interruppe Rufus, senza togliersi la sigaretta dalla bocca. - Ma l'hai detto tu stesso: tutti conoscono le leggende su quelle troie.
Diamole in pasto alla gente, la paura farà il resto.


L'uomo in nero si appoggiò allo schienale della sedia, considerando in silenzio le opzioni che avevano.

- Comunque andranno le cose... - riprese dopo qualche secondo, rivolgendo a Rufus uno sguardo a dir poco raggelante. - ... ti occuperai tu di quell'altra faccenda.
Dobbiamo essere certi che i lavori non vengano portati a termine.


- Fidatevi di me, capo.

Non che Rufus lo considerasse un buon lavoro. O un lavoro redditizio.
Era solo un lavoro come un altro.
Perciò le avrebbe sistemate lui, quelle baldracche.

~

{Dorhamat; Cantieri}
PoV: Farooq al Tahriq

Finalmente tutto procedeva secondo i piani, anche se non erano i suoi, quelli che aveva studiato con così tanta convinzione negli ultimi mesi.
Gli operai lavoravano giorno e notte per recuperare il tempo perduto e il Governatore si diceva soddisfatto.
Il cantiere dell'Arca era chiuso agli estranei e debitamente sorvegliato da guardie armate ad ogni ingresso; gli uomini andavano e venivano in continuazione e tutto quel settore del porto era come un gigantesco laboratorio sempre in movimento.
Stando a stretto contatto con Telesia, il capoingegnere, aveva appreso molte nozioni che all'accademia di Qashra erano semplicemente fantascienza.
I rinforzi in quella speciale lega metallica avevano reso la struttura più leggera e più stabile, conferendole al contempo una maggior resistenza e velocità. L'unica cosa che non lo convinceva del tutto era il motore, un complesso macchinario progettato per la combustione del bitume del quale non comprendeva il corretto funzionamento.
Erano molte le cose che non lo convincevano; in particolar modo non capiva perché la nave avesse bisogno di una sala macchine così grande.

- Mastro Farooq. - esclamò la sirena, che nel frattempo lo aveva raggiunto, interrompendo il flusso dei sui pensieri. - Bisognerà accelerare ancora: i tempi si fanno sempre più stretti e il Governatore vuole vedere dei risultati concreti già alla fine della prossima settimana.

Era bella, ma lui preferiva le donne più focose e accoglienti di Dorhamat.
Sempre posata, sempre impeccabile, sempre al suo posto.
Una tranquillità a dir poco spaventosa.

- Gli uomini lavorano già fino a tardi. Aumentargli le ore di lavoro li renderà solo più stanchi e malcontenti. - replicò.

Si pentì subito di quella risposta.
Telesia gli rivolse un'occhiata che avrebbe dovuto trafiggerlo, dopodiché il suo viso, ridotto a una maschera fredda e impersonale, si illuminò in seguito a un tiepido sorriso di circostanza.

- Purtroppo non ci sono alternative.

- Sì... - le disse, confuso. - Sì, avete ragione. Avviserò il capomastro.

Perché ogni volta che si trovava con una di quelle donne i suoi pensieri si facevano più confusi e ingarbugliati?

- Sono lieta di vedere che finalmente stiamo riuscendo ad andare d'accordo. - riprese lei, giuliva. - Non voglio che vi sia... della rivalità, tra noi.

Lo scrutò a lungo e lui credette, per un istante, di poterne individuare i pensieri dietro quell'aspetto amichevole e quei toni fin troppo affettati per i suoi gusti.
Ma fu solo un attimo.

- In fin dei conti giochiamo per la stessa squadra.
Cercate di non dimenticarvelo.


Si allontanò lasciandolo nuovamente solo.
Circondato da asce, seghetti e martelli finì inevitabilmente per sentirsi un inetto.




Altro giro altra corsa. :sconfitt:
I lavori sono ripartiti, anche se con qualche ritardo, e ora il team di ingegneri sta costruendo un nuovo modello di nave secondo le indicazioni del capoingegnere di Oltremare.
Gli Onesti hanno però deciso che questa storia della super nave da guerra rischia di compromettere, di fatto, la loro influenza sulla gestione politica e amministrativa di Dorhamat. Il Governo vorrebbe infatti rendersi indipendente dall'influenza dei corsari, ma non ha fatto i conti con gli attuali padroni della città, che al momento devono decidere in che modo sabotare la reputazione delle sirene.
Su questo verte la vostra prossima scelta; gli Onesti, secondo voi, dovrebbero:

a) tentare di aizzare l'opinione pubblica contro le sirene attribuendo loro le colpe per i disastri navali e per le sparizioni lungo le coste occorsi negli ultimi anni, dipingendole come dei mostri spietati ed estranei agli equilibri di Theras;
b) puntare sulla sparizione della spedizione di Aymar per accusarle di aver deliberatamente ucciso il capitano e la sua ciurma e facendole apparire pericolose e inaffidabili.

Per chi magari non lo sapesse, o non lo ricordasse, Aymar è un PNG apparso in Sotto un nuovo sole; Splendore degli Abissi, un corsaro piuttosto influente e amico degli Onesti che ha perso la vita durante la spedizione presso una colonia di sirene.
 
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Ashel
view post Posted on 22/5/2016, 11:04






porto

{Dorhamat; Porto}
PoV: Rufus

Era proprio un cazzo di casino. Proprio così.
Ma si sarebbe tutto sistemato. Si stava già sistemando, a giudicare dalla faccia della gente.
Si era fatto un giro per le bettole del porto per capire che aria tirasse alla città vecchia ed era rimasto soddisfatto.
Per tutte le taverne di Dorhamat si favoleggiava di mostri marini, donne metà umane metà pesce, streghe, creature dalla pelle di scaglie e dall'appetito insaziabile, persino di uomini vestiti di alghe che praticavano il cannibalismo con i disgraziati che avevano la sfortuna di navigare troppo vicino alle loro coste.
Quella era una città portuale, ma buona parte della gente trovava l'Oceano spaventoso almeno quanto i suoi misteri.
Per non parlare dei marinai, che quando si ubriacavano avevano le orecchie talmente piene di racconti e leggende che finivano per credere a tutto; a volte prendevano addirittura a inventare nuovi racconti per darsi delle arie e fare colpo sulle ragazze.
Io una volta ho fatto questo; io una volta ho visto quell'altro.
Tutte baggianate. O forse no, ma non erano affari suoi.
A lui importava solo che la gente credesse a quelle voci. Vere o non vere che fossero.
Erano stati bravi, i suoi amici. Ora in tutte le locande di quella stramaledetta città non si parlava d'altro.
Nessuno era contento di come stavano andando le cose. Non si finanziavano più le spedizioni e quel bastardo del Governatore pensava che i suoi ragazzi sarebbero stati buoni e zitti a bere rum in una cazzo di bettola per tutto il tempo lasciando che si facesse i suoi maledetti affari con i loro soldi.
Che ingenuo.
Comunque, lui la sua parte l'aveva fatta: anche volendo non sarebbero riusciti a terminare quella dannata nave.
Era un duro lui. Uno vero, non come quelli che bevevano birra giù al porto e raccontavano fandonie.
Quando il capo gli diceva di fare qualcosa lui zitto e lo faceva.
Uccidi, diceva. E lui uccideva.
Così aveva fatto anche quella volta, perché non si sognava certo di andare contro gli ordini.
E poi non gliene importava un accidente di quelle bagasce. Andassero tutte a farsi fottere.
Non gli interessava niente di nessuno.
Lui era solo un picchiatore, ecco tutto.
Ma alla gente importava eccome. La gente era stufa di starsene con le mani in mano ad aspettare un lavoro.
Di tenere le navi in porto e chiedersi quando sarebbero salpati.
Presto, avrebbe voluto rispondere.
Presto.


~


{Dorhamat; Ufficio del Governatore}
PoV: Farooq al Tahriq

Quando tutto sembrava andare finalmente per il verso giusto erano di nuovo ripiombati nel caos.
Il Governatore l'aveva fatto chiamare prima dell'alba, buttandolo giù dalla branda e facendolo correre nel suo ufficio come un ossesso.
Farooq, che da settimane non dormiva bene, si sentiva già abbastanza rincretinito senza dover sentire la voce stridula di quell'omuncolo tutto grasso e niente cervello, ma aveva obbedito e si era presentato davanti a lui senza sollevare obiezioni.
Fu, in effetti, come ricevere un ceffone in pieno viso.
Telesia, il capoingengere, era stata trovata morta.
Le avevano affibbiato una coltellata allo stomaco e una alla gola, tanto per essere sicuri di averla ammazzata per davvero. Così, in strada. Poco lontano dall'albergo in cui alloggiavano.
Farooq sapeva che Dorhamat era una città pericolosa, ma non avrebbe mai immaginato che certe cose potessero succedere proprio a loro, gente per bene, pacifica, disinteressata alle attività della malavita.

- Non possono che essere stati loro. - gli disse allora il Governatore, accasciato sulla sua poltrona. Era in un bagno di sudore e sembrava prossimo ad avere un infarto. - Insomma, lo sapevo che avrebbero tentato di metterci i bastoni tra le ruote... ma questo.... Questo...

Non finì la frase.
Un inserviente si affrettò a portargli un bicchiere d'acqua e a fargli aria con una specie di ventaglio di carta.

- Come avete intenzione di procedere? - chiese allora il nano, impassibile come una statua di marmo.

- Che cosa volete dire? Che cosa dovremmo fare, secondo voi? - grugnì l'altro mentre si asciugava il collo e la fronte. Sembrava davvero fuori di sé, ma Farooq non poteva certo biasimarlo. Stavano sfiorando un incidente diplomatico con l'ambasceria di Oltremare, per non parlare del fatto che ormai le casse della città erano state svuotate per portare a termine quel progetto. Se non avesse fatto qualcosa, e alla svelta, i suoi concittadini si sarebbero affrettati a venirlo a prendere nel suo letto e a impiccarlo in piazza. - Termineremo i lavori come preventivato. Ormai ci siamo dentro fino al collo.
Avete studiato quei prospetti con loro, no? Con quelle maledette donne, o qualunque cosa siano.
Ponete fine a questa follia, per tutti gli déi misericordiosi.


- Follia? Pensavo che il progetto delle sirene vi piacesse. Avete...

- Lo so che cos'ho fatto. Non ho certo bisogno che veniate voi a rammentarmelo.
Però non so... Prima pensavo che... Ma ora...


Lo scrutò da capo a piedi come lo vedesse solo quella mattina per la prima volta, poi gli chiese, a bruciapelo:

- Siete in grado di portare a termine la nave oppure no?

Farooq si limitò a prendere la sua grossa pipa dalla tasca, se la mise in bocca e cominciò a strofinare un fiammifero per accendersela.
Fece tutto ciò con una tale calma che il Governatore per poco non saltò dall'altra parte della stanza per scannarlo.

- Sono in grado di finirla secondo le mie conoscenze. - rispose il nano con una semplicità disarmante. - Ho studiato il progetto assieme al capoingegnere Telesia, ma non possiedo la sua stessa esperienza. La sua presenza si era resa necessaria, anche perché avete rinunciato a buona parte delle mie idee iniziali.
Comunque...
- continuò senza alcuna fretta. - ... farò del mio meglio per consegnarvi una nave solida e funzionante. Di questo potete esserne certo.
A patto che mettiate un paio di uomini armati a guardia della mia stanza; non voglio certo fare la stessa fine della mia collega.


A quelle parole il Governatore si appoggiò allo schienale della poltrona con l'aria di chi era appena tornato da un funerale.
Peggio, uno che era appena stato dal becchino per scegliere la forma e il colore della propria bara.

- Che cosa avete intenzione di fare con la faccenda del capoingegnere? - chiese ancora il nano, mentre espirava delle lunghe boccate di fumo. - Divulgherete la notizia oppure no?

L'ometto non seppe bene cosa rispondere. Continuava a guardarsi intorno come se si aspettasse di venire fucilato seduta stante.
Farooq per parte sua non ci capiva un bel niente di politica e preferì lasciare il suo capo in balia di quella responsabilità.

- Che cosa ha detto la delegazione di Oltremare? Ha rilasciato qualche dichiarazione?


- Certo che no!
Che razza di domanda è mai questa? Hanno ammazzato una di loro, che diavolo avrebbero potuto dire?


In fin dei conti, pensò allora Farooq, quello strano trattato commerciale era partito male fin dall'inizio. C'erano inoltre diversi aspetti di tutta quella faccenda che non quadravano, ma questo non lo disse al Governatore.
Lo scambio di materie prime tra la città costiera e le colonie era vantaggioso per entrambe le parti; inoltre la ricchezza generata da un accordo di quella portata era incalcolabile.
Gli Onesti se ne sarebbero stati buoni e zitti se la delegazione non avesse provato a fare il passo più lungo della gamba: aumentare il loro prestigio politico e militare fornendo alla città un arsenale bellico e delle tecnologie pressoché sconosciute sulla terraferma.
Avevano voluto una fetta troppo grande di torta. Questo gli Onesti non avevano potuto permetterlo.
Ad ogni modo Farooq sapeva il fatto suo e avrebbe fatto tutto il necessario per terminare quell'incarico nel migliore dei modi.

- Bene. Sarà meglio che informi i miei uomini. I lavori riprenderanno normalmente; entro una settimana la nave sarà completa.

- Me lo auguro. - fece il Governatore, con l'aria di chi sa benissimo di essere una specie di cadavere ambulante.




Terzo e ultimo giro. :D:
Telesia, il capoingegnere di Oltremare, è stata assassinata da un faccendiere degli Onesti ma Farooq ha comunque garantito di portare a termine la nave entro i tempi prestabiliti.
Ora il Governatore ha un'importante scelta da compiere:

a) divulgare la notizia per impietosire il popolo e gettare fango sugli Onesti;
b) nascondere l'accaduto e insabbiare la faccenda per evitare di generare altre polemiche, scontri di vario genere o rappresaglie da parte degli Onesti.

Come al solito avete tre giorni per votare.
 
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Ashel
view post Posted on 1/6/2016, 12:54






l_arca

{Dorhamat; Cantieri}
PoV: Farooq al Tahriq

Da qualche giorno in città sembrava regnare una strana calma.
Dopo l'assassinio dell'ingegnere Telesia il cantiere aveva riaperto normalmente, aumentando le ore di lavoro degli operai in modo da portare a termine il progetto come preventivato.
In effetti Farooq aveva speso intere nottate a studiarne il prospetto cercando di fare del suo meglio per sopperire all'assenza del suo superiore; l'aveva sempre considerata con sospetto, soprattutto perché in sua presenza si sentiva spesso confuso e impacciato, ma quanto a conoscenze scientifiche era senza dubbio un una risorsa a cui avrebbe voluto attingere ancora a lungo.
Comunque, i lavori erano terminati e tutti potevano dirsi soddisfatti.
Mancavano quegli enormi motori che Farooq aveva trovato inutili fin dal principio e si era rinunciato alla combustione del bitume preferendo metodi più tradizionali che gli ingegneri di Qashra avevano potuto testare nell'arco di secoli di navigazione; eppure l'Arca era stata completata e adesso il suo gigantesco profilo troneggiava sopra di loro garantendo alla città un'indiscussa supremazia bellica.
Con i suoi centodieci cannoni, l'immensa santabarbara, le forme aerodinamiche e le giunture in metallo leggero rappresentava la nave da guerra più avanzata mai costruita a Dorhamat e, per quanto ne sapeva lui, nel resto del mondo.
Era grossa, veloce, resistente, con una potenza di fuoco incalcolabile se paragonata ai velieri e ai brigantini in uso ai bucanieri dell'arcipelago; il rivestimento in aurorite le conferiva l'aspetto di una corazzata e anche se la stabilità, soprattutto in assetto di guerra, ne aveva risentito, Farooq riteneva che quello fosse il miglior risultato ottenibile dopo tutte le peripezie che avevano dovuto affrontare.
Il Governatore visitò l'impianto e salì sulla nave in compagnia dei capomastri e si congratulò con ciascuno di loro, ringraziandoli per l'impegno: ora che aveva visto i risultati di quelle settimane di lavoro pensava di potersi sentire al sicuro.

- Dopodomani farò un annuncio ufficiale alla popolazione. - dichiarò, asciugandosi il sudore dalla fronte. - Presenterò la nave in porto e indirò tre giorni di festeggiamenti.

In quel modo, pensò malignamente Farooq, intendeva riconquistare il favore del popolo, sobillato dagli Onesti contro le sirene e le politiche avventate del governo.

- E che ne è della delegazione di Oltremare?

- Le sirene sono rimaste in città in qualità di ambasciatrici. Sono sorvegliate a vista giorno e notte e non credo che dovremmo temere altre ritorsioni da parte degli Onesti. - rispose lui, ancora molto agitato. - Forse ne arriverà qualcun'altra nelle prossime settimane, non so. I trattati commerciali sono stati firmati ma sembra che non siano contente del risultato.

- Forse perché si sentono ostaggi, invece che ospiti.

Il Governatore lo incenerì con lo sguardo, ma il nano sapeva il fatto suo e si limitò a fare spallucce. In fin dei conti, pensò, non erano più affari suoi. Sarebbe partito per Qashra quella sera stessa, ne aveva fin sopra i capelli di tutta quella storia.

- Almeno siete riuscito nell'intento. - riprese allora, imboccando la sua pipa. - Annichilire la concorrenza. I pirati e tutta quella gente della loro stessa risma. Perché era questo il piano, no?

La risposta del Governatore tardò un po' troppo ad arrivare e Farooq comprese che tutto sommato non era cambiato un bel niente da quando era arrivato in città.
Gli Onesti sarebbero rimasti i padroni di Dorhamat, con o senza l'Arca.
Anche il ciccione l'aveva capito e le guance cominciarono ad infiammarsi per l'imbarazzo e per la rabbia.

~

{Dorhamat; Porto}
PoV: Rufus

Finalmente le cose avevano ricominciato ad andare per il verso giusto.
Dopo quei giorni di feste, parate, discorsi ufficiali e pugnette da finocchi il governo aveva ricominciato a stanziare fondi per organizzare le spedizioni navali e il porto aveva ripreso le sue attività .
Il capo si riteneva soddisfatto e lui era contento di essere stato utile ancora una volta.
Quel maledetto grassone li aveva presi in giro per troppo tempo ma ora che erano giunti alla resa dei conti ci aveva pensato lui a sgozzarlo come il maiale che era.
Nessuno si fidava più di lui: come avrebbero potuto?
Le elezioni, palesemente truccate, avrebbero consegnato alla città un vattelapesca qualsiasi più ben disposto nei loro confronti e gli affari avrebbero ripreso come al solito.
Persino lui avrebbe potuto farsi eleggere; gli sarebbe piaciuto, in effetti, fare un'esperienza del genere, anche se avrebbe dovuto rinunciare alla sua attività preferita. O magari no, chi poteva dirlo.
Magari avrebbe potuto fare l'una e l'altra cosa. In fin dei conti si trattava solamente di rispettare gli ordini e questo lui lo sapeva fare bene. Non chiedeva mai il perché delle cose, obbediva e basta.
Sarebbe stato un buon Governatore.
Comunque, da quando aveva mandato quel ciccione al camposanto la città era piombata nel caos: la gente sembrava allo sbando e tutte le compagnie di navigazione si chiedevano chi avrebbe rimesso le cose a posto.
Aspettate amici, aspettate, avrebbe voluto dirgli. Vedrete che tutto si sistemerà.
Adesso abbiamo un alleato potente. Abbiamo ripulito la città dal marciume.
Abbiamo nuovi trattati commerciali.
E, soprattutto, adesso abbiamo l'Arca.




Bene, eccoci alla conclusione.
Le scelte da voi compiute nel corso della quest hanno portato a una maggioranza di voti per la Fede; questo ha causato due principali conseguenze: l'Arca è stata comunque completata, ma da Farooq e quindi grazie alle sue conoscenze ingegneristiche. Questo significa che la nave, benché funzionante, presenta notevoli instabilità in assetto di guerra, anche se ancora non è stata testata in una battaglia navale.
Inoltre, gli Onesti non solo continuano ad avere una forte influenza sulla vita politica della città, ma hanno approfittato della situazione e del malcontento nei confronti del Governatore per farlo fuori e indire nuove elezioni.
La posizione delle ambasciatrici si fa piuttosto scomoda perché ancora bersaglio dei pregiudizi e del disappunto popolare.
In sostanza, la situazione politica di Dorhamat versa in una sorta di caos. La vittoria della Fede, anziché garantire una sorta di status quo, ha posto le basi per una serie di forti cambiamenti in città, che saranno oggetto in futuro di nuovi approfondimenti. Stay tuned!
Ringrazio tutti i lettori e i votanti per la partecipazione :) Spero vi siate divertiti.


Ricompense:

RamsesIII: 50 G e 5K
Verel: 50 G e 5K
Ray~: 50 G e 5K
miky1992: 50 G e 5K
Fatal_Tragedy: 50 G e 5K
Numar55: 35 G e 3K
Majo_Anna: 15 G e 1K
Lucious: 35 G e 3K


Ashel: 400 G

Alla prossima!



Edited by Ashel - 1/6/2016, 14:21
 
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