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<font color=#000000><b>Il silenzio dell'eternità</b></font> - <i>risveglio</i>, Contest Agosto 2016 - Minaccia

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view post Posted on 26/8/2016, 19:31
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······

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« η σκιά εκδηλώθηκε
είναι καιρός
»

Il tuo corpo è percorso da un breve e intenso fremito, apatica oscurità dell'infinito. Intorno a te il nulla.
Freddo abisso dell'oblio, vagare infausto di pensieri eterni.
Sei nel silenzio.

Le profondità del Samarbethe sono tutto ciò che resta di te, sono parte integrante di ciò che rimane dell'involucro che protegge la tua essenza, l'unica cosa che ti rende
(VIVO?)

Sollevi il tuo corpo, o quanto è definibile tale. Pura esistenza. Immersione nell'infinito della morte.
Un baluginio nell'eterna assenza di luce.
Flebili incavature, dove prima lo sguardo.

Ora, l'unica cosa che appare all'esterno
occhi di un osservatore impavido
è il sorriso che deforma gli eterei lembi d'ombra del tuo viso.

il ticchettio di biglie di vetro
intona una sonata che risuona in tutta l'aere delle grotte. Si dipana da un unico punto, una melodia, proveniente da te, da ciò che ti costituisce. Che cosa sei?

freddo—
si impadronisce del tuo corpo. Un unico lungo brivido, che percorre i tuoi oscuri arti.
E inizi a ricordare il velo dell'irreale che ti ha permesso di arrivare qui,
nelle profondità delle grotte,
inizi a ricordare la tua morte,
inizi a ricordare ciò che eri.

Inizi a ricordare di che cosa facevi parte.
(ricordi la Dama Bianca?)

« ... »

« ήρθε η ώρα να πάει
όπου η κυρία διέταξε
»

La guerra del crepuscolo. Le grida, il sangue, l'oblio, la vita.
Velta, la Dama. Il bianco di una luce bugiarda, di sogni rubati.
La discesa nell'eternità senza la vita, senza la morte.
Emozioni disperse e rubate. Una ritmicità cadenzata del battito dell'esistenza che rimbomba nelle cavità.
Ombre invisibili.
Un eterno flusso di pensieri sconnessi. Immagini e suoni che si mescolano in un vorticare senza sosta.
Senza inizio. La Torre che svetta nel cielo,
si erge verso l'alto,
un baluginio, lo sgretolarsi in polvere, subito dopo. La caduta nel vuoto. Impassibile, privato di emozioni.
Le risa, il dolore, la morte, il freddo, la neve. Tutto dimenticato, tutto nuovamente ricordato.
Un gorgo oscuro, che ingloba in sé il sogno e la realtà.
un ticchettio continuo
E tutto si interrompe―

—silenzio e nulla più. Ancora una volta.
Ma qualcosa è diverso. L'aria è impregnata di un odore sgradevole, greve, terribile.
Volgi lo sguardo. Lo vedi, ma già lo sapevi.
Appare davanti a te il tuo corpo, che non ti appartiene più.
È lì, sotto le macerie, immobile.
Squarciato in un milione di piccoli pezzi.
(ne sorridi)

-

Il vagare senza meta per cunicoli mai solcati da essere vivente.
Non ti chiedi quanto tempo sia passato, né quanto quel posto sia lontano dalla superficie. I muri privi di colore intorno si susseguono identici, i cunicoli corrosi dal tempo, le pareti mai levigate.
I graffiti che un tempo avevano costituito la tua conoscenza sono andati perduti, chissà, nascosti sotto qualche masso che ora ostruisce la gran parte delle gallerie.
Ma ora quella conoscenza è parte di te.

un flusso di―

C3v5fY7

Rimani immobile, quando intorno a te inizi a sentire qualcosa.
Qualcosa che non fa rumore, non emette un suono, né smuove l'aria greve e pesante che pervade il luogo. La stessa aria che porterebbe a perdizione chiunque fosse così folle da giungere così in profondità attraverso le grotte.
La stessa aria che ucciderebbe qualunque essere vivente.
CHE COSA―

(il momento è arrivato)

Nessuna possibile fonte di luce.
Eppure, ne vedi i contorni.

(la dama ci ha chiamato)

Un battito nell'oblio immortale.
Un richiamo che si dipana in tutto il continente, fino all'eternità―
(fino a VELTA)
distrutta

« - »

Lacrime dimenticate, innaturali, irreali.
Effluvio di vita rubata.

Basta un lampo, per comprendere le fitte trame attraverso cui sei caduto tanto, tanto tempo addietro.
Un lampo, insieme ad una conoscenza antica come le pareti delle grotte che ti avvolgono, velo nella profondità della terra.
L'immortalità nell'oblio dell'esistenza.

(ITZAL, svegliati)

LQOPhrs

Occhi spalancati,
finestra sul passato e il futuro,
il sogno di te stesso.

ITZAL

s ì

Ombre ovunque intorno a te.
Ti sorridono
ghigno osceno
e muovono il capo in avanti, tutte insieme,
battito di vita dimenticata.
Tu compreso.

-

E sei di nuovo completamente solo.
Eppure, lo sai,
brivido di morte
ciò che ti ha circondato non era qualcosa di diverso da ciò che ti forma.
Era l'eredità di Eitinel

eri tu stesso.

« το πέπλο του εξωπραγματικού πρέπει να περικόπτεται
για άλλη μια φορά
»


-





Note.
La scena si ambienta cronologicamente prima de Il silenzio dell'eternità - inverno, Qui.

Dopo la distruzione delle grotte, Hoc riacquisisce la sua essenza, anche se separata dal vecchio corpo che è rimasto distrutto. Non sa quanto tempo è passato.
Mentre vaga per le lunghe grotte che si dipanano sotto il Samarbethe, Hoc inizia a ricordare ciò che l'ha formato.
Riacquisice la conoscenza di sé, di essere niente più che un'ombra (ora in tutto e per tutto), e di possedere l'eredità di Eitinel per il controllo sui Primogeniti, che tornano a minacciare le terre del Samarbethe.
Il volere della Dama è riapparso.

(nb. L'immagine del ragazzo che spalanca gli occhi è il sogno di se stesso di Hoc, ovvero il ricordo di com'era quando aveva un corpo che, ancora dentro di lui, si sveglia.)

 
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