Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Khæyman Ishtar, Beik del Drago

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view post Posted on 9/3/2006, 18:57
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Khæyman Ishtar


.Khæyman "Lisans" Ishtar, Primo del suo nome
Beik del Drago e Aghasï degli Yeniçeri

.Territorio Akeran
.Affiliazione Taanach
.Età 30 anni
.Razza Umano
.Classe Cacciatore
.Dominio Arcanista
.Pericolosità B
.Fascia Rossa
.Conto Gold

.Costituzione fisica 125% Energia, 125% Fisico e 50% Mente
.Linguaggi Comune, Dialetto dell'Akeran
.Sinossi Vigoroso, Imperituro, Scattante - Risoluto, Leale, Tenace


« Ricordo un mondo tetro, desolato: il mondo in cui sono cresciuto, l'unico che conoscessi. La mia, quindi, era una solitudine naturale, della quale sapevo di non poter accusare nessuno: una connaturata mancanza di libertà.
Il mio cuore era colmo di un gelo smisurato eppure dall'esterno mi giungevano risate ingenue e piccole luci che trapelavano debolmente.
Ormai solo e corrotto dalle Tenebre mi ritrovai a desiderare e a camminare verso quel mondo di luce.
»

{Memorie di Shivian}




Era un sogno, poteva solo essere sussurrato, perché qualunque cosa più forte di un sussurro l'avrebbe fatto svanire.

Ciò che si cela dietro le reali o presunte voci sul misterioso passato di Shivian è tuttora avvolto nel mistero.
Dicerie, mormorii, segreti e silenzi malcelati: ecco come nasce una Leggenda.
La Leggenda di Shivian.

Come ogni comune mortale, vide la luce all’interno del Piano Materiale; ma a differenza di ogni comune mortale, proseguì il suo cammino sulle vie che lo condussero alla conoscenza dei Grandi Misteri Divini. Un’intelligenza fuori dal comune e la forza fisica e spirituale d’eccellenza furono le carte che infine lo tramutarono definitivamente in un essere soprannaturale. Trascendentale.
Chi altri, se non lui, avrebbe potuto rendersi protagonista della leggendaria liberazione degli spiriti immortali degli Otto Xian, dopo aver combattuto in anni di scontri ed estenuanti contese nel Mondo di Asgradel, dopo aver vissuto in prima persona le lacerazioni e le rivoluzioni di un Goryo in continua evoluzione?
L'ultimo fine di ogni creatura è il raggiungimento dell'immortalità.


I lunghi capelli, neri come la profondità del suo sguardo, incorniciano un viso spigoloso ma dai lineamenti ben disegnati; chi lo incontrasse per la prima volta, potrebbe pensare di trovarsi di fronte a un ventenne. Niente nel suo aspetto lo rende diverso da un normale ragazzo di quell’età, se non forse l’alta statura e la corporatura allo stesso tempo asciutta e discretamente scolpita. Non certo il fisico di un colosso guerriero pieno di muscoli, ad ogni modo.
Sfuggente ed ambiguo, Shivian non lascia trasparire nell’aspetto la sua più profonda essenza. Chi lo incontri senza rivolgergli la parola avrà sempre la sensazione di non riuscire ad interpretare il suo viso.
Chi, d’altronde, potrebbe mai comprendere la mutevolezza e l’instabilità della tempesta, generatrice e sorella dei suoi stessi poteri?

Inoltre non va dimenticato il fondamentale ruolo della Maschera in coloro che ricoprono ruoli di potere: abituato, anche per via della sua posizione nella Triade del Goryo, a mantenere sempre un’apparenza molto fredda e distaccata, talvolta più simile a quella di un automa che di una creatura vivente, è però anche in grado di mostrare l’uomo che vive sotto la cortina di ghiaccio aprendosi in atteggiamenti umani con le poche persone di cui si può realmente fidare. Non sarà in ogni caso lui stesso a fare il primo passo verso il prossimo; tuttavia, proprio per la sua natura mutevole e cangiante, nemmeno questo sarà un assioma da considerare assoluto.

Le sue azioni, come quelle di molti, sono dettate principalmente dall’istinto del momento: difficilmente ignorerà quella che, a pelle, gli sembri una buona idea. Quando si tratta del male e del bene, della legge e del caos preferisce non prendere dichiaratamente posizione: sebbene possa in linea teorica preferire negli altri l’ordine al caos non si sente obbligato a perseguirlo in modo univoco ed universale.

La sua spietata freddezza emerge in tutta la sua terribile maestà di fronte a chiunque osi minacciare l’integrità del clan o intralciare i suoi piani personali: pietà e lealtà sono parole che in queste contingenze vengono cancellate dal suo vocabolario, dovesse anche trattarsi di risparmiare un avversario ferito o di pugnalarlo alle spalle. Amici o nemici, se considerati minacce, saranno trattati allo stesso modo.
Il potere è tutto.
E Shivian lo ha assaporato troppo intensamente e troppo a lungo per permettere a chiunque di scalfirne anche una sola scheggia.








کارشناسی ارشد از رعد و برق
Yıldırım düşmesi Lisans



Chi si libera da tutti i limiti raggiunge la perfezione.
Il suo potenziale viene sfruttato pienamente.
Forza perfetta. Potere perfetto. Destino perfetto


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در طرف روشن _Ashla
Chi promette di cibarsi di immortalità, s'inganna con vane parole.


Comprendere e manipolare le energie dell’Ashla significa come prima cosa accettare e conoscere la propria essenza più primordiale: l’energia di questa forza primordiale scorre attraverso ogni creatura vivente o inanimata avvolgendole nel suo abbraccio e penetrandone i più reconditi recessi. Solamente coloro che sono riusciti a placare il grido delle proprie emozioni e raggiungere uno stato di pace e chiarezza interiore possono riuscire a percepire questa forza scorrere all’interno del proprio corpo. Questo concetto non implica una connotazione malvagia o sbagliata delle emozioni in senso più ampio: un maestro dell’Ashla deve innanzitutto confrontarsi con essi, senza necessariamente limitarsi a reprimerle, fino a comprendere e accettare la natura di quanto le aveva scatenate.
Attraverso questo stato mentale di profonda introspezione è possibile controllare e dissolvere oltre alle distrazioni interne anche quelle esterne frutto sia di fattori ambientali che delle capacità di un proprio avversario. Khæyman ha facilmente appreso la capacità di riconoscere queste intrusioni nella propria psiche andando a disperderle con facilità attraverso le capacità curative e calmanti dell’Ashla in pochi istanti riuscendo a proseguire quasi senza distrazione alcuna anche le più complicate sequenze di attacco.
Il rispetto delle proprie emozioni e la ricerca di uno stato di serenità riguarda inoltre tutte quelle situazioni di stress estremo nelle quali troppo spesso si tende a ricadere in soluzioni estreme, focalizzandosi in maniera ossessiva e passionale sul proprio compito andando a provocare un annebbiamento della propria mente. Un praticante dell’Ashla non segue o crede ciecamente in qualcosa o qualcuno ma cerca sempre di ricordare che ognuna delle parti in causa porta con se un tassello di verità. Per questo principio Khæyman, in quelle situazioni complesse da comprendere dopo solo una prima occhiata, spesso ricerca uno stile di combattimento più difensivo che si basi maggiormente sulle sequenze dello Shii Cho o del Soresu sfruttando la forza dell’Ashla come potente supporto.
La forza dell’Ashla non riguarda solamente la comprensione del proprio animo e di quello dell’avversario quanto più accettare come questa stessa energia che scorre all’interno del proprio corpo pervada allo stesso modo le parti inanimate del mondo così come tutti coloro che lo abitano. Khæyman è in grado di sfruttare questo canale per manipolare la realtà degli oggetti richiamandoli a sé o inviandoli in luoghi anche estremamente lontani. Secondo questo stesso principio sarebbe, teoricamente, possibile applicare lo stesso procedimento anche con il proprio corpo: scindendosi in pura energia e viaggiando in quanto modo attraverso distanze inimmaginabili in pochi istanti. Conscio della difficoltà di una simile impresa Khæyman ha sempre considerato questo capacità al di sopra delle proprie possibilità temendo infatti di non essere abbastanza forte da trattenere la propria coscienza nel flusso onirico dell’Ashla.




provino




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های نیمه تاریک _Bogan
L'interazione fra queste energie dà luogo all'intero mondo fenomenico.



La convinzione che l’individuo non debba piegarsi di fronte a niente e nessuno è allo stesso tempo la più grande forza del Bogan così come la sua più grande debolezza.
I suoi antichi seguaci credevano fermamente che attraverso lunghi e sanguinosi conflitti interni avrebbero potuto finalmente epurare il mondo dai deboli, temprare le masse e consentire ai più forti tra loro di elevarsi al di sopra degli indegni reclamando l’egemonia assoluta: i forti sopravvivono e i deboli muoiono. Questa corrente di pensiero finì però con lo scatenare una spirale di violenza continua in cui tutti bramavano il potere altrui pronti a ricorrere a qualunque mezzo per impadronirsene. In questa crudele realtà coloro che erano troppo deboli cercarono di ricorrere alla astuzia per sopravvivere, unendosi ad altri come loro per abbattere un maestro altrimenti intoccabile sperando in questo modo di migliorare la loro posizione all’interno del credo ma finendo poi semplicemente per rivoltarsi di nuovo gli uni contro gli altri. Schiavi delle proprie emozioni gli antichi seguaci del Bogan decretarono essi stessi la propria fine perdendo progressivamente potere ed influenza fino a svanire dalla superficie di Thedas. L’energia primordiale del Bogan nel corso delle ere seguenti riuscì a sopravvivere nelle profondità di Bathos mutando ogni volta con nomi e astrazioni sempre diverse raggiungendo talvolta anche il mondo della superficie senza però che la sua natura fosse mai veramente compresa di nuovo.
Khæyman Ishtar, ai tempi ancora alla disperata ricerca del segreto per controllare gli immortali Xian, sembrò trovare nella irrequietezza di queste emozioni una rapida via verso le risposte che gli venivano ancora negate dalla conoscenza dell’Ashla. Accecato da questo potere si ritrovò a percorrere gli stessi errori del passato cadendo preda dei propri istinti e perdendo infine ogni speranza di scoprire i segreti degli Xian. Con la coscienza dilaniata dagli abissi più oscuri Khæyman riuscì però a comprendere come il segreto per controllare il Bogan non risiedeva nell’abbandonarsi ciecamente alle proprie emozioni quando a possederne il controllo pur mantenendo la capacità di estrarne la forza desiderata senza lasciare che quest’ultima divorasse il proprio animo. Se attraverso la meditazione dell’Ashla andava a cercare la serenità del proprio corpo in comunione con il mondo attorno a sé attraverso il richiamo del Bogan rivolgeva la sua attenzione solamente verso se stesso, acuendo la percezione delle debolezze dei propri nemici, accogliendo nel proprio animo le emozioni e gli istinti più primordiali assieme al dolore della sua stessa carne per spogliare l’avversario di ogni energia vitale o scatenando tutta la sua furia in vere e proprie tempeste d’energia.





[Khæyman è in grado di percepire la presenza di altre creature (amuleto dell’auspex, 6 utilizzi) così come di percepire la presenza di personaggi in grado di manipolare la realtà -possessori di tecniche di illusione o invisibilità- (pergamena studio accurato, 6 utilizzi); in fase difensiva potrà schermare la propria mente da qualunque offensiva esterna attiva (abilità personale variabile difensiva, consuma energia e difende la mente, natura psionica) o passiva (abilità personale di resistenza alle influenze mentali, 6 utilizzi) uscendo da tali assalti fortificato (abilità personale - guadagno di 1CS alla intuizione quando il nemico usa una tecnica di natura psionica, 6 utilizzi); se spinto al combattimento è in grado di recuperare parte delle energie spese in precedenza (erba ricostituente, 3 utilizzi), di rispondere istantaneamente alle capacità avversarie e di accumulare nel proprio corpo le energie magiche disperse dall’avversario (abilità del talento Arcanista - nessuna concentrazione necessaria per le tecniche e guadagno di 1CS alla velocità quando il nemico usa una tecnica di natura magica, entrambe 6 utilizzi). Khæyman può inoltre richiamare a se molti dei suoi oggetti personali così come teletrasportarsi liberamente per il continente di Thedas (abilità personali nulle - richiamo del proprio equipaggiamento e spostamento istantaneo).]


[Alimentato dalle proprie emozioni Khæyman è in grado di aumentare notevolmente le proprie capacità fisiche (abilità personale passiva - guadagno di 1 ulteriore CS nella forza fisica per ogni PU utilizzato, 6 utilizzi) in qualunque tipo di scontro fisico (abilità personale passiva - capacità di prevalere negli scontri a parità di CS, 6 utilizzi). Attraverso questo procedimento può quindi acuire le proprie percezioni comprendendo ogni sfaccettatura della costituzione del proprio avversario (pergamena studio ingegnoso, 6 utilizzi) o riversare questa energia verso l’esterno indebolendo i propri avversari privandoli gradualmente di ogni soffio vitale (abilità personale variabile offensiva, consuma energia e danneggia il fisico e la riserva energetica) o manifestando vere e proprie scariche elettriche (abilità personale variabile offensiva, consuma energia e fisico e danneggia la mente e il fisico).]


Edited by Shivian - 7/3/2015, 16:42
 
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view post Posted on 11/11/2006, 21:33
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O1QXS7Iاین ایده از مرد جنگجو - Dun Möch
Savaşçı Yolu - L'aspetto del guerriero



Questa è la via dei maestri: non goffa o erratica ma elegante, per tempi più civilizzati


شکل از اراده _La Forma della determinazione_ Shii Cho
Semplicità e forza

Il primo tra gli stili di combattimento del Dun Möch, lo Shii Cho, ne è anche la rappresentazione delle capacità base: la capacità di sfruttare la propria energia spirituale per influenzare gli oggetti circostanti è alla base di questa forma di combattimento. Nata per affrontare numerosi avversari contemporaneamente permette, sfruttando le capacità fisiche dell’utilizzatore, movimenti rapidi volti a ridurre rapidamente le distanza con l’avversario in modo poi da sorprenderlo con l’utilizzo di tecniche, vero fulcro dello Shii Cho, molto violente in grado di spazzare via con la sola forza della mente anche un elevato numero di avversari. Sebbene molti sfruttino questa capacità solamente in supporto dei propri attacchi Khæyman ha imparato a modulare questa capacità con estrema finezza, riuscendo non solamente a concentrare questa forza anche contro un bersaglio singolo indebolendone il corpo e fiaccandone lo spirito ma anche a sfruttare la telecinesi per muovere oggetti anche molto grandi da usare poi sia come strumento di difesa che per liberare il passaggio da eventuali ostacoli. Oltre a questi effetti diretti attraverso la meditazione dello stile Ashla è possibile analizzare e recuperare qualunque oggetto che sia stato in precedenza distrutto.
Dotato contemporaneamente di potenti offensive e di ampie capacità di supporto il primo stile del Dun Möch spesso viene sfruttato quando l'intento risulta essere più la neutralizzazione pacifica del proprio avversario piuttosto che la sua totale distruzione sfruttando le sue ampie capacità per sopperire, ove necessario, alle mancanze e agli squilibri degli stili successivi.

[Capacità di sfruttare una potente energia telecinetica direttamente contro i propri avversari o, in scene apposite, per muovere oggetti anche di grandi dimensioni (abilità personale variabile, natura magica - consuma energia, danneggia fisico ed energia). Questa capacità può essere usata anche per smontare qualunque oggetto danneggiato ripristinando rapidamente la sua normale funzionalità (Pergamena Riparazione minore e comune, entrambe consumano energia)]

شکل از مشاجره _La Forma della contesa_ Makashi
Precisione, eleganze, economia. Duellare ci è naturale come l’aria.

Lo stile Makashi si focalizza principalmente sul miglioramento dei duelli a singolar tenzone. È descritta come molto elegante, potente e richiedente di una precisione estrema, in modo da consentire al fruitore di attaccare e difendere con il minimo sforzo mentre l'avversario si affatica, spesso brandendo la spada con una sola mano per avere maggiori raggio di movimento e fluidità. La forma fa affidamento su parate, affondi e piccoli, precisi fendenti, in opposizione alle parate e mosse maggiormente ampie delle altre forme. I praticanti di questo stile sono particolarmente addestrati a prevenire di essere disarmati o che la loro arma sia distrutta dall’avversario tanto da enfatizzare ogni movimento rendendolo talmente fluido da anticipare i colpi sferrati dall'avversario. Il punto di forza dei maestri dello stile Makashi è anche la loro capacità di incanalare le proprie energie per frantumare l'equipaggiamento del proprio avversario o sfruttare queste emozioni per aumentare ulteriormente le proprie potenzialità fisiche andando quindi a colpire indistintamente sia il proprio avversario che le armi che questo impugna.
Si fa affidamento su tempismo, accuratezza ed abilità piuttosto che sulla forza per sconfiggere l'avversario, e con un abile professionista il risultato può essere estremamente potente. Il rigido addestramento mentale cui i fruitori del Makashi devono sottoporsi permette loro di concatenare i propri colpi in modo da sfiancare l'avversario alternando continuamente assalti rapidi a precisi affondi.
Eleganza, galanteria, incanto, finezza, arte ed economia rappresentano il cuore del Makashi e i suoi utilizzatori sono eleganti, precisi, calmi, sicuri di sé fino all'arroganza tanto da essere estremamente certi delle proprie possibilità di vittoria apparendo talmente rilassati mentre combattono tanto da far credere che stiano semplicemente danzando.

[Attraverso gli attacchi diretta della propria lama o le onde d'urto prodotte dal suo movimento Khæyman è in grado di distruggere l'equipaggiamento di uno o più nemici (pergamena Distruzione minore e Distruzione fortificata, natura fisica. Consumano rispettivamente fisico e mente). Ampliando ulteriormente le sue capacità e lasciando libero sfogo alle sue emozioni è in grado trasformarsi in una micidale macchina da guerra colpendo indistintamente il proprio avversario o gli oggetti che porta con se (pergamena Salvaguardia fortificante distruttiva e Maestro artigiano, natura fisica. Consumano rispettivamente Energia/Mente ed Energia/Fisico. Concedono 1 e 4 CS in rapidità). Con l'intento di indebolire il proprio avversario per due turni sarà possibile aggiungere un danno extra alla riserva energetica avversaria (Abilità personale a potenza Alto, natura magica. Consuma Energia/mente) o semplicemente variare la direzione dei colpi facendo in modo che ogni colpo danneggi l'energia e non la mente del proprio avversario (Abilità personale passiva. Gli attacchi fisici danneggiano l'energia avversaria, 6 utilizzi).]

شکل از مقاومت _La Forma della resistenza_ Soresu
La strada è lunga ma vale il viaggio. Un vero maestro del Soresu è invincibile

La filosofia del Soresu è descritta come "essere nell'occhio del ciclone". L'adepto mantiene uno stato di concentrazione, indisturbato dal conflitto tutt'intorno ad esso. Il motivo di ciò è quello di mantenere il centro calmo dove il ciclone esterno non può recare danno. Quindi il Soresu padroneggia potenti tecniche difensive che sembrano adattarsi praticamente ad ogni circostanza, al prezzo di non poter uscire da questo ipotetico occhio del ciclone. La tecnica del Soresu usa poco o niente del potere offensivo impiegato da coloro che si concentrano sul ciclone esterno. Coloro che studiano questo stile utilizzano le sue tecniche difensive per logorare gli avversari aggressivi, difendendosi da lunghe offensive con minimi contrattacchi. Essi aspettano finché l'avversario consuma gran parte delle sue forze, quindi impiegano degli attacchi alternativi, più aggressivi. Coloro si specializzano nello studio di questo stile riescono con il movimento della propria spada o anche solo con la loro volontà a manipolare la propria energia spirituale fino a rendere il proprio stesso corpo una barriera inviolabile.
Dato che questa forma implica la preparazione a battaglie prolungate i suoi adepti hanno imparato ad osservare ed imparare il più possibile delle tecniche usate dagli avversari anche durante il combattimento apprendendo rapidamente come ribaltare ogni mossa avversaria a proprio favore. Coloro che padroneggiano il Soresu sono quindi ampiamente conosciuti per possedere una difesa imbattibile e per essere maggiormente efficaci nelle situazioni in cui una rapida vittoria non è preferibile ad un'azione pianificata ed alla comprensione totale delle strategie avversarie.

[Khæyman è in grado di sfruttare la forza dell'Ashla assieme a questo stile altamente difensivo per rendersi una vera e propria fortezza inespugnabile (Abilità personale Variabile difensiva, natura magica. Consuma energia e difende il corpo). Mantenendo e sfruttando questa posizione di vantaggio è in grado di prevenire qualunque tentativo di distrarlo -riducendo di 1 eventuali danni alle CS- (pergamena Spirito Difensivo, 6 utilizzi) o sfruttando le tecniche di potenziamento avversarie per garantirsi una ulteriore posizione di vantaggio (Pergamena Valore riflesso, 6 utilizzi. CS in Intuizione.).]

شکل از پرخاشگری _La Forma della aggressione_ Ataru
Non devi affidarti solo alla tua abilità con una spada ma piuttosto abbracciare l’idea che l’intero tuo corpo sia la più temibile delle armi.

L'Ataru è una forma di combattimento aggressiva che fa affidamento su una combinazione di potenza, forza e velocità. I suoi adepti sono sempre sull'offensiva, attaccando con ampi, rapidi e potenti fendenti. I professionisti di questa forza ricorrono costantemente alle proprie energie spirituali come aiuto nei loro movimenti ed attacchi. Permettendogli di scorrere attraverso il loro corpo, essi possono superare le loro limitazioni fisiche ed effettuare sorprendenti acrobazie, come salti mortali e capriole, non solo per attaccare ma anche per sfuggire agli attacchi degli avversari. Corsa, salti e rotazioni sono messi in rilievo nell'insegnamento degli elaborati movimenti cinetici di questa forma attraverso i quali l'utilizzatore effettua attacchi continui e devastanti. A questi continui movimenti poi vengono ad aggiungersi potenti attacchi in mischia nei quali il concentramento d’energia è in grado di spezzare praticamente qualsiasi tipo di difesa. Per un maestro però le complicate manovre di questo stile, e soprattutto le sue esplosioni di potenza, sono facilmente introdotte anche negli altri stili permettendo però di variare facilmente forma sfruttando la potenza delle tecniche offerte dall’Ataru soltanto quando necessario. Questo perché nonostante sia molto efficace nel combattimento ravvicinato, in particolare contro un singolo avversario, non funziona molto bene contro più avversari e soprattutto in caso di combattimenti prolungati, in quanto la sua natura può gravare pesantemente sul corpo. Infine una particolare nota è per i maestri dell’Ataru che combinano le mosse rapide e imprevedibili di questo stile a veri e propri assalti concentrando le forze primordiali di Ashla o Boganad in vere e proprie lance d'energia in grado di colpire il proprio avversario anche a grandissime distanze.

[Sfruttando le innumerevoli ore di allenamento e di combattimento vero e proprio accumulate nella sua tanto lunga quanto particolare esistenza Khæyman raramente può essere preso alla sprovvista riuscendo quasi sempre a reagire prontamente anche di fronte alla più complessa serie di attacchi (Abilità razziale degli umani Esperienza, 6 utilizzi). Lasciandosi consumare dal Bogan è in grado di incanalare le proprie emozioni in selvaggi attacchi dalla incredibile potenza e rapidità in grado di scardinare anche la più solida delle difese (Abilità personale Variabile offensiva, natura Fisica. Consuma Energia/Fisico e danneggia il fisico). Di fronte a quei nemici che cercano di mantenersi al di fuori della portata dei suoi assalti -o a distanza ravvicinata per minacciare un punto cieco- Khæyman può ricorrere a vere e proprie lance d'energia manovrate solamente dalla propria volontà (Abilità del talento Arcanista, 6 utilizzi).]

شکل از پشتکار و استقامت _La Forma della perseveranza_ Djem So
Quando servono a fermare la violenza e a preservata la pace, anche le vie più oscure sono una valida conoscenza.

Il Djem-So è uno stile sviluppato da adepti che usavano il Soresu ma che preferivano una forma più offensiva che difensiva. Questa forma si evolve in uno stile che combina le manovre difensive del Soresu con la filosofia aggressiva del Makashi. Usando una combinazione di blocchi e parate derivate da Soresu e Makashi chi usa Djem-So ha una conoscenza buona su come difendersi dagli attacchi ravvicinati che da quelli a distanza. Ciononostante, mentre chi usa il Soresu rimane sulla difensiva e contrattacca solo quando si verifica una debolezza nella difesa nemica, chi usa il Djem-So non è così paziente e dopo un attacco del nemico parato attacca a sua volta usando una serie di colpi poderosi, per battere la difesa nemica. La potenza di questa forma risiede proprio nell'energia scatenata da questi contrattacchi. Prendendo forza dalle emozioni risvegliate dal combattimento un maestro è in grado di controllarsi fino a proiettare i propri istinti più violenti o qualunque emozione stia provando direttamente contro il proprio avversario andando quindi a sfruttare quel momento di debolezza o anche solo l'istante necessario a difendere la propria mente per infliggere ingenti danni.
I problemi di questa forma risiedono nel fatto che chi la usa tende a lasciarsi influenzare troppo dai sentimenti proiettati verso l'avversario risentendone a livello fisico diventando infine a sua volta impulsivo e avventato, abbassando inavvertitamente la difesa.

[Khæyman, attaccando direttamente la mente avversaria, cerca di sfruttare la distrazione per attaccare a sua volta (Abilità personale offensiva Variabile, natura psionica. Consuma il fisico e danneggia la mente.).]

شکل از اعتدال است _La Forma della moderazione_ Niman
Equilibrio. Nessuna eccellenza ma neanche debolezze.

Il Niman tenta di bilanciare tutti gli elementi del combattimento, combinando gli stili inventati prima in uno nuovo che richiede meno risorse energetiche. Il risultato è che l'abilità in ogni area del combattimento è solo moderata, senza eccellere in nessuna. La base di questo stile è però molto solida tanto che spesso viene anche associata al combattimento con due spade dato che l’ampiezza di possibilità dello stile permetteva un rapido passaggio sia verso forme più aggressive che verso altre maggiormente difensive. Il nucleo centrale della forza di questo stile è, però essere l’ampia possibilità di sfruttare le proprie energie per tecniche non strettamente legate al combattimento ottenendo capacità molto più facilmente utilizzabili anche fuori dallo scontro. Conosciuto anche come lo stile dei diplomatici, il Niman concede la possibilità di acuire ulteriormente i propri sensi diventando in grado di percepire direttamente eventuali emanazioni magiche dirette o quelli provenienti da oggetti incantati rendendolo in grado di smascherare camuffamenti o inganni causati da questo tipo di oggetti. Sfruttando queste sue conoscenze nel riconoscere il reale valore degli oggetti che lo circondano può sfruttare parte della energia da essi scaturita per aumentare la propria lucidità mentale in modo da mantenere sempre il necessario sangue freddo, sia che si tratti di una importante missione diplomatica sia di fronte ad una importante valutazione commerciale.
Scegliendo invece di astenersi da altre attività complesse e meditando in tranquillità lo stile del Niman garantisce la giusta concentrazione mentale per espandere le proprie già eccezionali capacità di percezione: se inizialmente queste si estendevano solamente per qualche decina di metri, ora andranno a coprire distanze sconfinate permettendogli di percepire anche ciò che non potrebbe altrimenti raggiungere con solamente la vista.

[Lo stile Niman garantisce la possibilità di identificare la magia nella sua forma più pura (Abilità passiva del Talento Arcanista, 6 utilizzi) o degli artefatti (Pergamena Cercatore di tesori, 6 utilizzi) oltre alla possibilità di sfruttarne l'energia per potenziare le proprie capacità mentali (Pergamena Perizia fortificante, 6 utilizzi. CS in Astuzia) & (Pergamena Possesso Fortificante, consuma Fisico/Mente. Natura Psionica. CS in Astuzia). Questo particolare stato d'animo gli rende estremamente facile comprendere al meglio i danni subiti dal proprio equipaggiamento riparandoli con ancora maggiore facilità (Pergamena Riparazione vigorosa, 6 utilizzi) o sfruttandolo per estendere le sue percezioni extrasensoriali (Pergamena Identificazione Ampliata, natura psionica. Consuma Fisico/Energia).]

شکل از اعتدال است _La Forma della ferocia_ Vaapad Juyo
Più che uno stile di combattimento il Vaapad Juyo è uno stato mentale che inesorabilmente porta ad abbracciare il proprio lato oscuro.

Il Vaapad Juyo è la forma più intensa e che richiede maggiori risorse energetiche a causa dell’altissima pressione psicologica che scatena nei suoi utilizzatori durante le battaglie. Il Vaapad Juyo, privo di salti acrobatici o giravolte, nonostante non fosse mobile come lo stile Ataru richiedeva una tecnica ancora più precisa e severa. Chi lo usa da molto spazio agli attacchi avversari in modo da confondere il nemico, e in seguito attacca a sua volta con mosse imprevedibili tanto che a volte sembrano perfino casuali. Se praticato correttamente, infatti, diventava uno stile non prevedibile. Il Vaapad chiede gli sforzi dello stile Djem-So, con la possibilità di controllare le emozioni in maniera molto più efficace seppur sfruttasse pienamente la parte energetica più oscura e la rabbia per eseguire degli attacchi particolarmente potenti.
Molti adepti inesperti si ritrovano talmente immersi nel potere oscuro del Vaapad da perdere la possibilità di pensare accuratamente a ciò che stava succedendo loro intorno. Seppur terribile da controllare la potenza di questo stile è difficile da contrastare finendo col ferire gravemente lo stesso utilizzatore.

[Khæyman, combattuto tra l'abbandonarsi completamente alle emozioni e il mantenere la propria lucidità, si alimenta direttamente dal lato di Bogan direttamente proveniente dall'abbisso ottenendo a caro prezzo una forza sovrumana. (Abilità personale variabile di power up. Natura Fisica. Consuma il fisico).]


Edited by Shivian - 6/3/2015, 22:14
 
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رای غلیظ میباشد شیطان وجود
Odenis



Ogni cosa al mondo ha il suo prezzo. Ogni azione, ogni decisione, ogni più piccolo sbilanciamento della volontà umana. E tanto più tale variazione del percorso sarà decisiva e definitiva, tanto più le conseguenze peseranno su colui che ha avuto in animo di compiere tale gesto. Sia che si tratti di bene, sia che ci si riferisca al male. Solo gli Dei hanno il potere di piegare il Fato al proprio disio. Solo coloro per cui già l'umana capacità ha dovuto piegare il capo e sottomettersi all'onnipotenza, all'implacabilità.
Per tutti gli altri, per chi, pur non potendo, si faccia vanto di una simile capacità, non vi sarà altro che sofferenza e disperazione. E sangue. Luride lacrime da versare come scotto, come inesorabile mora. Odenis vuol dire appunto questo. Pagamento. La sua essenza, il suo potere e il suo stesso modo di manifestarsi stanno proprio a significare quanto la Forza, quanto il Poter Scegliere quando invece bisognerebbe solo Seguire reclamino un prezzo mortalmente alto. Solo l'uomo astuto può vantarsi di preferire a ciò che va fatto ciò che viceversa desidera fare. Solo colui che sia in grado di sopportare la temibile spada di Damocle sul capo per ogni passo compiuto nella direzione sbagliata merita di sottrarsi allo sguardo onniveggente del destino.

Děngdài_ La Pazienza non è cosa che ogni uomo possiede. Non è cosa che l'animo umano tollera se non si tratta della propria pazienza. Del proprio, costante, sottrarsi agli eventi temporeggiando in una risoluzione futura. Riuscire a non agire quando, diversamente, ogni presupposto parrebbe imporre il contrario, è cosa alquanto più ardua e difficoltosa. Scegliere di Non uccidere quando si avrebbe la possibilità di farlo. Decidere di Risparmiare piuttosto che Punire. Di Assolvere al posto che Condannare. Di, semplicemente, aspettare non in funzione della propria vigliaccheria ma in ordine di una precisa intenzione. Questo vuol dire seguire un proprio percorso. Significa non affidarsi al Fato ma obbedire ad una volontà ben precisa. Tracciare la propria strada.
Per Odenis, Attendere il risolversi di eventi incerti, Aspettare lasciando che il fiume della casualità scorra senza turbative significa NON ricorrere ai suoi poteri " divini " ma limitarsi a sfruttare il proprio potenziale come semplice arma Bianca. Nulla più che acciaio e forza bruta. Così facendo, sarà come offrire al destino la possibilità di ignorare del tutto un fattore che, viceversa, avrebbe probabilmente influito in modo differente. Elidersi così che tutto vada come doveva andare. Fintantoché Khæyman si limiterà a sfruttare la propria arma in tali proporzioni i suoi colpi risulteranno estremamente più potenti. Egli si circonderà inoltre di un'aura avvertibile solo dal suo diretto oppositore ( chiunque altro ne sarà quindi escluso ) tale da renderlo agli occhi dell'altro sempre meno presente nel proprio campo visivo e, al contempo, sempre meno percepibile come cosa "rilevante". In poche parole, egli compirà su di sé un'opera di esclusione tale da rendere la sua presenza il meno possibile rilevante agli occhi del proprio obiettivo. In termini di gioco, fintantoché Khæyman si asterrà dal combattere, su di lui opererà una sorta di anti-auspex.

" E' solo nel silenzio, nel più assoluto tacere del mondo, che mi è possibile ascoltare il lento scorrere del tempo ".

In ultimo, poiché tanto meno rumore si farà nell'affannarsi ad affermare il proprio Esserci, tanto più sarà possibile avvertire l'altrui Viverci, Khæyman avrà la possibilità di entrare in sintonia con il proprio avversario. Pur non desiderandolo, pur preferendo scomparire nella propria neutralità piuttosto che farsi partecipe di tutto ciò che ancora si muove attorno alla sua persona, il voler Attendere diverrà un autentico ed irrevocabile gesto di " Assistere " capace non solo di avvicinare idealmente i due opponenti l'uno all'altro, ma di creare fra di loro una stretta alchimia empatica in tutto e per tutto simile a quello dello spettatore catturato dal dramma teatrale. In ogni istante del duello quindi, salvo che l'avversario non utilizzi schermi di sorta per ovviare al suo potere, egli sarà in grado di percepire i sentimenti e le emozioni più superficiali dell'altro. Pur tentando di evitare tale fenomeno. Pur cercando di opporsi ad esso. Non vi sarà alcuna barriera ( salvo magica e psionica ) in grado di ostacolare il fluire dell'animo del primo nel secondo.
[Khæyman guadagna +1 CS in forza alla riserva se l'avversario subisce un danno da un colpo fisico di quest'arma (Abilità passiva, 6 utilizzi), è in grado di nascondere la sua presenza anche a coloro in grado di percepire l'aura (Abilità passiva, 6 utilizzi) ed è in grado di percepire le emozioni altrui (Abilità passiva. Difendibile con una difesa psionica passiva, 6 utilizzi).

Fǎnduì_ Agire significa Opporsi. Agire significa innalzarsi ad arbitro delle contingenze e decidere in nome di ciò che è giusto e lecito, di ciò che si vuole, quale sia la sottile linea di demarcazione fra il Seguire e il Condurre. Agire significa scavarsi dentro, indagare nel proprio animo e trovare in fondo ad esso la sola forza capace di opporsi all'imprescindibile. Di affermare, ancora una volta, di essere i protagonisti della propria storia e non mere comparse. Agire vuol dire sobbarcarsi il peso di una, infine, Scelta. E di agire in nome di essa nella piena coscienza che la ragione non stia giocando un brutto tiro alla volontà. Che nulla, nemmeno il Forse, potrebbe negare la necessità di essere se stessi, di non scambiare la codardia con la paura. Agire vuol dire decidere di toccare con le proprie dita le fiamme dell'inferno. E sapere che la pelle si brucerà. Che le dita diverranno nere come carbone. Eppure non ritrarre la mano. Non esitare nemmeno un secondo.
Ma a quale prezzo?Quanto si è disposti a pagare pur di essere, fino alla fine, se stessi? Pur di non dover chinare il capo? Sottomettersi?
Agire quando non si potrebbe vuol dire ribellarsi. E' fare ciò che nessun altro potrebbe sopportare. E' spezzare la propria anima in tante parti quanti sono le catene che la avvincono al gioco degli Dei. E per ogni anello spezzato, per ogni serratura incrinata, tanta sarà la collera divina, il rombo dei cardini del Fato che cadranno in rovina sull'indegno trasgressore.
Odenis è conscio di questo. E' conscio che nel suo nome verrà concesso di fare ciò che mai dovrebbe essere fatto. Anche se in nome della libertà. Anche se nel segno di una ribellione. E proprio come lo Spartito del Demonio, proprio come quella melodia che solo il cuore di un uomo puro sarebbe stato capace di rendere apprezzabile, ella presenterà ogni volta il suo scotto a Khæyman . Lei o il Fato che sia. Il tranello del Diavolo è L'Ordine prestabilito che rinnega se stesso per poter rinascere ad Ordine Invertito. E' il Bene che sgorga dal Male passando attraverso il Fuoco e il Sangue. E' la Tela delle Parche a cui si aggiunga un nuovo colore, una nuova trama capace di disfare l'intero tessuto. Nel momento in cui Khæyman deciderà di ricorrere al potenziale offensivo di Odenis, ossia alle tecniche celate in esso in quanto artefatto, esso comincerà a riversare su di lui la parte caotica del suo esistere: le dita della sua mano strette attorno all'elsa inizieranno a ricoprirsi di scuri intarsi corvini. Agli occhi dei più parrà di vedere il tessersi istante per istante di un mirabile arazzo che, a partire dalle unghie e risalendo dal polso della mano fino al polso, lentamente prenderà a rivestire tutto il braccio e il petto fino a giungere al collo e al volto. L'ingigantirsi di tali disegni sarà determinato dall'intensità e dalle modalità di uso delle tecniche dell'arma. Per ogni impiego di un consumo energetico, infatti, una pari porzione del corpo del ragazzo sarà venato dal veleno dell'arma. Le modalità di avanzamento corrispondono a quelle tradizionali. Un basso equivarrà ad una mano. Un medio ad un braccio. Un alto al petto. E così via. Nella sua completa estensione, ossia una volta che i "tatuaggi" avranno ricoperto per intero il corpo di Khæyman, egli subirà per ogni turno un danno da affaticamento pari a Basso. Nel sommarsi di un Mortale, la nera marea paleserà la sua vera essenza:il Vuoto.
Così come iniziata, la rivolta di Khæyman troverà la sua inequivocabile fine: come ombra, come un sogno, come il più banale degli errori, egli semplicemente smetterà di esistere così che ogni cosa possa finalmente andare come deve andare. In uno sbuffo di oscurità, in uno sbavo di assenza, tutto il suo corpo svanirà nel nulla, cancellatura del Fato.
[Il malus si applica al raggiungimento della percentuale totale pari alla risorsa più bassa non danneggiata (Malus Passivo. La riserva è la mente (50%). Al raggiungimento di questo valore tramite le tecniche dell'artefatto Khæyman inizierà a subire un danno basso per turno. Dopo 10 turni continui in questo stato Khæyman verrà distrutto dal potere di Odenis, di fatto sparendo per sempre.]

" L'ordine verrà ristabilito. Ogni cosa tornerà come dove essere. E il tempo tornerà a scorrere. Il giorno a sorgere e le Tenebre a calare. E nulla parrà mutato. Nessuno ricorderà il caos del Ieri, il tumulto del Prima "



Bù héxié _ Pángbái
E' con la voce che si mente. Ed è con la voce che si ama. E' con le parole che si riempie il silenzio ed è sempre con esse che lo si causa. Senza la possibilità di parlare, senza l'abilità di esprimere con verbi e suoni il proliferare dei nostri pensieri, è come se non esistessimo. Nel buio della notte, è il fiato di chi ci sta accanto a rassicurarci di non essere soli. E' il suono della sua risata ad esprimere il suo affetto per noi. Senza la voce tutti noi saremmo perduti. E basterebbe il vento a negare ciò che siamo. Sarebbe sufficiente un poco di oscurità per nasconderci alla vista di tutti. Mai come nessun altro, Khæyman è conscio di quanto la parola abbia in sé un potere pressoché incommensurabile. Di come essa divenga un tesoro assai pericoloso se lasciata nelle mani di coloro che non sanno altro che blaterare ciò che essi debbono blaterare. Dicano ciò che devono dire. Mentano perché è stato loro ordinato. Ed è per questo che lui solo, fra molti, lui solo che ha potuto comprendere quanto poco gli uomini siano in grado di usare le proprie parole in voce del loro effettivo pensare, può a suo piacimento suggerire alle menti meno argute cosa, effettivamente, egli pensa sia meglio dire.
Assicurandosi di mantenere un minimo contatto visivo con il proprio nemico, Khæyman porrà di piatto la spada dinnanzi alle proprie labbra e, con un solo movimento, la passerà su di esse in tutta la sua lunghezza. Apparentemente nulla sarà accaduto ma non appena il malcapitato tenterà di proferir verbo, si accorgerà con orrore di non essere più in grado di controllare le proprie parole ma di dover per forza recitare una litania o ripetere alcune parole che, di volta in volta, sarà lui a decidere. Questa tecnica dura un solo turno infliggendo allo stesso tempo un pari danno alla mente.
Come ricordato, ogni cosa ha il suo prezzo. Ogni mirabile stratagemma escogitato dalla mente più arguta vale lo scotto che esso pretende di ricevere in cambio del proprio operare. E tanto più si sarà disposti a dare per esso, tanto migliore sarà il dono che si riceverà. Vi sono due modi di attingere alla tecnica Bù héxié. Il primo è quello sopracitato. Il secondo ha a che fare con un uso ben più subdolo del concetto di " scambio equivalente". Khæyman potrà infatti decidere non di instillare parole casuali sulle labbra del proprio nemico ma bensì, le sue. Sue le parole. Suoi i pensieri. Un filo direttamente teso fra questi e il proprio bersaglio che, inerme, non potrà far altro che seguitare quanto il primo deciderà di fargli dire. Per il suo bene, ovviamente. Questa seconda opzione sarà possibile solo e solamente se Khæyman sarà impossibilitato ad usare la propria voce o ad aprire le proprie labbra. La modalità di tale status è indifferente: può venire causata da un attacco nemico, da un gesto deliberato di Khæyman o da altre molteplici variabili. Ciò che conta è che, nel momento di utilizzare la tecnica, egli non abbia alcuna possibilità di parlare. Attivata la stessa, però, a lato delle sue labbra comparirà un ricamo nero che non svanirà fino a scioglimento della tecnica e che avrà come funzione quella di costringerlo a tener "fede" al suo forzato mutismo.
[Attraverso un patto con la spada Khæyman danneggia la mente di un avversario, obbligandolo a pronunciare le parole da lui desiderate (Abilità psionica di potenza bassa. Consuma energia, danneggia la mente. & Abilità psionica di potenza media. Consuma energia e fisico, danneggia la mente.)]


Yǔdiào _ Wènluàn
Melodia è ciò che, dall'impulso dell'uomo, da quel suo inconsulto rimuginare e pensare, trova di che realizzarsi nella strumentalità di pochi, semplici oggetti. Melodia è l'animo umano che, trascendendo se stesso, si libera di ogni catena per librarsi inarrestabile nell'ebbrezza di una forma di espressione senza limiti e senza barriere di sorta: musica è libertà. Eppure musica non è altro che storcersi e contorcersi di aria. Non è che il rovinoso scuotersi della tranquillità che, corrompendosi, genera stridii e mugolli di dolore che l'udito interpreta come " armonia ". Questo è quanto accade nel momento in cui, pur sentendo, non si desidera ascoltare. Pur potendo, non si vuole. Ed allora niente parrà bello e apprezzabile ma solo un'accozzaglia indefinita di stridii e orrende distorsioni. Khæyman è in grado di rivelare a chiunque non Sappia sentire, sia la bellezza che l'orrore della mente umana. Il ferrugginoso sferragliare degli ingranaggi del Fato. Ponendo Odenis di piatto dinnanzi a sé, il paladino gli darà un lieve colpo con l'indice. Da quel momento in poi, esso verrà come percorso da una specie di vibrazione costante ma di variabile modulazione tale che, secondo le sensazioni del nemico, essa parrà una specie di primitiva melodia. Gli sembrerà di sentire delle voci distanti ed in parte conosciute propagarsi tutt'attorno in lui. Quasi un sommesso mormorio impossibile da ignorare che, a seconda della psicologia, potrà interpretare a proprio piacimento.
Come ricordato, ogni cosa ha il suo prezzo. Ogni mirabile stratagemma escogitato dalla mente più arguta vale lo scotto che esso pretende di ricevere in cambio del proprio operare. E tanto più si sarà disposti a dare per esso, tanto migliore sarà il dono che si riceverà. Vi sono due modi di attingere alla tecnica Yǔdiào. Il primo è quello sopracitato. Il secondo ha a che fare con un uso ben più subdolo del concetto di " scambio equivalente". Khæyman potrà infatti dare un concetto del tutto innovativo al termine " disturbo " se, nell'attivare la tecnica Yǔdiào, deciderà egli stesso di divenire la fonte di sprigionamento del suono. Come un diapason, egli prenderà a vibrare impercettibilmente cominciando ad emettere terribili distorsioni nell'aere che parranno far tremare ogni cosa attorno a lui. Alle orecchie e agli occhi del nemico, esse non solo avranno una intensità e frequenza altissime, quasi dolorosa, ma prenderanno a tratti dei connotati ben precisi. Figure di persone. Strane fattezze mostruose. Demoni e orribili abominii. E tutti insieme, insostenibili, gli parranno stare gridando con quanto fiato abbiano in corpo.
[Indipendentemente dalla modalità scelta Khæyman in questo modo andrà ad influenzare direttamente le caratteristiche speciali del proprio avversario riducendolo a poco più di un ombra di quello che era inizialmente (Abilità magica Variabile. Consuma energia, danneggia la riserva di CS.)

Kàn yī _ Shìérbùjiàn
Guardami. Disse qualcuno. Guardami, e allora la mia anima non avrà più alcun segreto per te. Guardami, e io saprò cosa si cela nel tuo cuore. Poiché guardare significa esser guardati a nostra volta. E più si sbircia, tanto più il nostro corpo diventa visibile. La nostra curiosità riconoscibile. Guardami. E io saprò perché i tuoi occhi si soffermano nei miei. E perché mi scrutano. Essere un buon osservatore equivale ad essere un buon pensatore. Equivale a dichiarare la capacità di notare ciò che ad altri sfugge. Equivale ad ammettere che il buio di molti, non è altro che la luce di pochi. E che l'ignoranza è l'arma più forte dei Potenti. Lo sguardo di Khæyman rappresenta proprio questo: colui che vede. E tale è l'imperiosità di tale sicurezza e certezza che ognuno, nel notarlo, non può che rimanerne più che colpito. Se ciò dovesse accadere, se cioè Khæyman dovesse riuscire a mantenere un contatto visivo con il proprio avversario per un certo periodo di tempo, egli potrà costringere il proprio opponente a vederlo per come egli lo vede. Lo stesso, infatti, inizialmente avrà come la sensazione di starsi avvicinando incomprensibilmente a Khæyman, una forza invisibile a trascinarlo in sua direzione mentre questi, immobile, quasi attendendolo, non smetterà un secondo di fissarlo con quei suoi occhi insondabili. Quando entrambi saranno tanto vicini da potersi sfiorare, il malcapitato si vedrà improvvisamente catapultare con violenza all'indietro, nel suo corpo. Un rifiuto tanto imperioso da risuonare più come una condanna che come una sfida. E non importa cosa e come il egli decida di manifestare il proprio pensiero negli occhi del malcapitato. Fatto sta che quando egli abbasserà su di sé il proprio sguardo attonito, avrà l'assoluta, inamovibile e totale certezza di essere stato rifiutato per quello. Esattamente per QUELLO. Pur disgustoso che sia. Pur meraviglioso che possa sembrare. Egli saprà di aver finalmente intuito la sua forma originaria e confacente. Uno schiavo, un burattino, un misero umano, poco più che animale e molto meno che Essere. Questa tecnica esprime un mero attacco psionico che non influirà direttamente sulla fisionomia dell'avversario e sul modo in cui egli si vede ma, esclusivamente, in come egli Pensa di vedersi. [Tecnica psionica a costo Medio]
Come ricordato, ogni cosa ha il suo prezzo. Ogni mirabile stratagemma escogitato dalla mente più arguta vale lo scotto che esso pretende di ricevere in cambio del proprio operare. E tanto più si sarà disposti a dare per esso, tanto migliore sarà il dono che si riceverà. Vi sono due modi di attingere alla tecnica Kàn yī. Il primo è quello sopracitato. Il secondo ha a che fare con un uso ben più subdolo del concetto di " scambio equivalente". Vero è che ciò che si trova negli occhi dell'altro deve pur esistere in qualche modo anche nella realtà, altrimenti il riflesso scorto non sarebbe altro che mera illusione. Pur distorto. Pur stravolto e snaturato. Eppure, pur mascherato, il vero deve in qualche modo riuscire ad affacciarsi e ricordare di essere, alla fin fine, il solo protagonista della scena. Ma cosa dire della mente? Cosa dire dell'atto creativo della fantasia che tutto può senza confini di coerenza, plausibilità, possibilità? La mente è infinita. E tutto ciò che risiede in essa è incontrastabile. Se, nel momento di utilizzare la Kàn yī, Khæyman non potrà usufruire dell'uso della vista per cause a lui riconducibili o esterne, tale tecnica assumerà gli sconvolgenti tratti di un sogno ad occhi aperti. Di una traduzione dall'onirico al reale. L'avversario, infatti, quando poserà i propri occhi su di sé per verificare se effettivamente ciò che sente è reale, vedrà Veramente ciò che il possessore desiderava instillare nel suo animo. Vedrà artigli e catene. Vedrà graffi e ferite. Vedrà bianche vesti e scuri capelli. Anche se tenterà di riflettersi in uno specchio. Anche se proverà a strapparsi di dosso quell'immagine essa, qualunque forma abbia, gli rimarrà appiccicata come una firma indelebile. L'abilità quindi non influenza più esclusivamente la mente dell'avversario ma anche la realtà al di fuori di essa.
[Attraverso un patto con la spada Khæyman è in grado di alterare la percezione che l'avversario ha del proprio corpo andando a proiettare direttamente queste visioni nella sua mente. (Abilità psionica di potenza media. Consuma energia, danneggia la mente. & Abilità magica di potenza Critica. Consuma energia e mente, danneggia fisico e mente.)]

Xiūxí_ Odenis è un'arma a doppio taglio. Sia che la si tenga a freno sia che si sprigioni in pieno tutta la sua potenza, ella pare non possedere l'intento di rimanersene, infine, inerte. Sia nel bene che nel male ella pare incapace di assistere semplicemente e di astenersi del tutto dall'agire. Ma cosa accadrebbe se, infine, si decidesse semplicemente di non brandirla? Di lasciarla fisicamente al riparo dagli scontri e dalle vicende terrene? Se la si tenesse legata a sé ma dimenticandosi totalmente di possederla? Purtroppo, così come la fame e la sete, anche la Libertà è cosa che non si può semplicemente " Lasciar riposare" pensando che così facendo essa non perisca e non si riduca col tempo proprio perché inutilizzata. Eppure il gesto di non brandire un'arma, di non sfoderare la sua lama e pretendere che essa si pieghi al volere altrui ha un preciso significato. Un suo perché che Odenis, pur non possedendo vera e propria mente, è perfettamente in grado di percepire. Quando dunque tale spada non risiederà nelle mani di Khæyman, essa si limiterà suo malgrado a rispettare il suo gesto fornendogli le più basilari cure che una " Madre amorevole" darebbe al proprio figlio. Per prima cosa Khæyman non potrà in alcun modo essere colpito da attacchi meramente fisici. Come se egli avesse attorno a sé uno schermo invisibile, i colpi scivoleranno a poca distanza dalle sue membra senza minimamente segnarlo. Inoltre Khæyman potrà in ogni istante sprigionare dal proprio corpo una sorta di bagliore oscuro che, proprio come un flash, avrà la possibilità di rendere cieco il suo avversario per tutta la durata del turno successivo come se si fosse addentrato nelle tenebre più fitte. In ultimo, rifacendosi alla sua capacità di entrare in sintonia con il proprio nemico facendo più che mai proprio il senso delle parole " Assistere", egli potrà tentare di penetrare la mente dell'altro con un unico, semplice pensiero. Poco importa la sua rappresentazione, i colori di tale visione o le parole in essa celate. Quello che importerà è che Khæyman potrà impartire un unico, perentorio " NO " a colui che gli si porrà dinnanzi. Un invito a non combattere. Un invito a non attaccare. Un invito a non seguire, ancora una volta, i viziosi giochetti degli Dei. Tale tecnica varrà come una difesa assoluta da un qualsiasi attacco che, pur essendo ad un passo dal colpirlo, non riuscirà in nessun modo a sfiorarlo. Così come un servo dinnanzi al padrone, infatti, al sopraggiungere di un qualsiasi attacco Non Khæyman ma il mondo stesso che lo circonda non farà altro che torcersi attorno alla sua figura vanificando qualsiasi offensiva.
[Il possessore di Odenis non viene danneggiato dai colpi fisici a 0 CS (Abilità passiva, 6 utilizzi), è in grado di danneggiare le capacità visive del proprio avversario (Abilità magica di potenza media. Consuma energia, danneggia la mente) ed è in grado di salvarsi anche di fronte alla più estrema delle situazioni (Abilità magica di potenza nulla. Difesa assoluta).

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Edited by Shivian - 15/3/2015, 16:42
 
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view post Posted on 27/12/2008, 12:37
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C a t a r s i

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Ba Xian
~ Gli Otto Immortali ~



Otto i sigilli del mio cuore. Otto i veli sul mio volto. Otto i sogni su cui riposo.
Otto i giorni che verranno. Otto i sentieri che io traccerò. Otto i nomi con cui mi chiameranno.

Bā de shìqíng, wǒ jiāng chuàngjiàn. Bā de shénmì miànshā, huánrào wǒ

E così sarà. Perché io lo comando.

~

Alti e potenti sono gli Dei. Di fuoco il loro fiato. Di luce i loro occhi. Di pietra la loro preziosa pelle. E crudeli. E violenti. E bellissimi. Vano è il pensiero di prevalere su di loro. Futile è il solo osare sfidarli. Chiunque si frapponga fra loro e la loro magnifica natura non potrà che subire il più atroce dei destini.
Prometeo dovette soccombere al loro giudizio. Re Mida patì il divino rancore. E nessun uomo, mai alcun essere vivente, potè mai osare nulla. Nessun mortale. Certo. Ma che dire di un immortale? Di una creatura che, da pari, sia in grado di fronteggiarli adottando le loro medesime astuzie, le loro stesse malie? Dei e Dei non si uccidono fra di loro. Nessun Eletto torcerebbe un capello ad un suo simile, sebbene desideri ardentemente farlo. Essi sono troppo preziosi. Troppo unici. Troppo indispensabili a loro stessi. Eppure colui che per natura non potrebbe appartenere alla loro cerchia ristretta, un reietto come tanti, uno scarto fra i morti, forse non sarebbe del medesimo avviso. Su di lui non graverebbero tali obblighi, tale onnipotente galateo. Ed egli potrebbe essere libero, sciolto, svincolato da qualsiasi sentimento se non il proprio desiderio di osare ove nessun altro potrebbe.
Uccidere coloro che nessuno ucciderebbe. Distruggere l'intoccabile. Porre la parola Fine su ciò che il Fato decretò essere Per Sempre.
Ma il divino non nasce dal nulla. Il privilegio di mutare il proprio essere in qualcosa di infinitamente più grande non è concesso a tutti e anzi, poiché la sorte è gelosa dei propri figli prediletti, ciò che è mortale non potrà limitarsi a raggiungere l'irraggiungibile, ma dovrà addirittura superarlo per potersi definire come tale. Così, non una, ma Otto volte egli dovrà essere immortale per poter essere chiamato immortale. Otto volta dovrà innalzarsi a Dio per potersi eguagliare ad una divinità. Ed infine, Otto volte egli dovrà sfidare l'eternità per poter infine prevalere su di essa.

pugnalecopia


Recita un antico verso della tradizione Taoista che "L'ultimo fine di ogni creatura è il raggiungimento dell'immortalità". L'ultimo desiderio, l'ultima aspirazione di qualsiasi essere vivente è quello di valicare il confine dell'Ora e raggiungere la terra dove solo pochi eletti hanno avuto il privilegio di soggiornare. Vivendo in eterno. Assaporando per sempre i prelibati frutti del tempo.
Xian, o più comunemente Shenxian è colui che più ha avuto modo di avvicinarsi al conseguimento di tale utopia. Non ancora un Dio, ma il più intrinsecamente legato a tale condizione di chiunque altro, egli non è altri che un Immortale. Un comune essere vivente elevatosi mediante la più pura delle vite e la più profonda meditazione ad uno status superiore. Tanto vicino alla Luce divina, allo splendore ultraterreno, da riuscire ad irradiarlo attorno a sé come se già gli appartenesse di diritto. Nonostante la sua natura trascendente, lo Xian è costretto ad apparire sempre sotto sembianze umane. Uomo o donna, bimbo o vecchio. Poco importa. Ma già le sue impronte non andranno a mischiarsi a quelle dei comuni viventi. Le sue orme non segneranno la terra. Il suo peso non graverà sul terreno. E la sua voce, il suo canto melodioso e distante rivolto agli Dei e agli Dei soltanto, non apparirà niente più che un fruscio del vento ad orecchie mortali.

Questi sono gli Xian. Anime solitarie, escluse sia dalla Terra che dai Cieli. Vincolate al labile intrecciarsi di questi due mondi con la promessa che un giorno, un imperscrutabile giorno, la loro essenza sublimerà in puro spirito. E Shivian, comune creatura dai giorni contati, semplice rosicchiatore di istanti, non è uno di loro. Pur volendolo, pur ambendo ad un simile privilegio, nulla di ciò che egli sia in grado di fare o pensare lo potrebbe innalzare di un solo spiro dalla ruvidezza dei suoi talloni. Troppo tardi per una vita di rinuncia e purezza. Troppo tardi per il sacrificio e l'abnegazione. Flagellato da anni e anni di sevizie ed abominii, oramai il suo cuore arde della stessa greve scintilla di tenebra che caccia ogni giorno l'astro lucente dal cielo.
E tuttavia Ba Xian, il pugnale che egli possiede da tempo e che strettamente tiene avvinto a sé come il più prezioso dei monili, risplende pallido di una luce candida come neve. Pur tinto del colore del sangue. Pur macchiato dalla malia del suo proprietario. Incomprensibilmente, se osservato con attenzione e rimirato con cura, questo gioiello verrebbe da chiunque definito come puro. Come spiegare una simile incongruenza? Che nome dare ad un tale mal assortito duo? Shivian, probabilmente, parlerebbe di Chiave e Serratura. Chiunque altro ribatterebbe con Catene e Aguzzino Protetto e custodito da una setta di monaci pronti a tutto pur di preservarlo da qualunque brama esterna, Ba Xian fu in origine concepito come uno scrigno creato con l'intento di racchiudere l'essenza di Otto spiriti immortali. Otto Xian la cui potenza e benevolenza avrebbe protetto in eterno chiunque si fosse affidato al loro benestare. Venerati al pari di divinità, essi avrebbero prima o poi guadagnato il loro tanto agognato diritto di innalzarsi a Dei. Sfortunatamente, però, un brutto giorno la bella favoletta degli Xian misericordiosi sfuggì alle misere mura del monastero e venne udita da orecchie bendisposte a credere a simili dicerie, talmente interessate all'intera faccenda che non trascorse molto tempo prima che svariati acquirenti si presentassero a reclamare il lauto bottino. Shivian fu solo il più fortunato, o il più astuto di loro. E una volta entrato in possesso di quel prezioso oggetto, al ninja fu subito chiaro l'uso da farne: privati infatti degli inermi mortali disposti a credere nella loro quasi-completa divinità, gli spiriti racchiusi nel pugnale si ritrovarono improvvisamente non più al vertice di un prezioso altare celebrativo, ma solo all'interno di una prigione inviolabile cui nessuno di loro, malgrado la loro potenza e forza, sarebbe potuto mai evadere. Questo a patto che lo stesso proprietario dell'oggetto non lo desiderasse. Quanto poco dovette meditare Shivian per sfruttare una simile situazione a proprio favore?"L'ultimo fine di ogni creatura è il raggiungimento dell'immortalità", e fra tutti gli esseri viventi, il ninja era il più tenace persecutore di tale credo. Promise agli Xian che li avrebbe liberati. Promise che avrebbe creduto in loro e li avrebbe aiutati nella loro ascesa al cielo. Ma in cambio essi sarebbero dovuti divenire i suoi schiavi più fedeli. Le inesauribili fonti dalle quali attingere lo sterminato potere, l'infinito Dono che lui, solo, non avrebbe mai potuto afferrare: la Divinità. Così, nella breve interferenza di un attimo, il ninja si conquistò il Dono Supremo, e con esso prese ad avvelenare gli ignari artefici del miracolo compiuto sulla sua persona. Ogni giorno sempre meno combattivi e sempre più soggiogati al loro padrone. Ogni giorno meno consapevoli dell'innominabile mostruosità che in eterno si sarebbe abbeverata alla fonte del loro potere.

provino



~ Liándāo de shén ~
Falce degli Dei
Ciò che dimora nel Regno degli Immortali rimane nel Regno degli Immortali. E allo stesso modo, colui che è in grado di vedere tale mitico ed infinito orizzonte non potrà che dispiacersi nel chinare il capo e fissare le piante dei propri piedi. Vi vedrà fango e tristezza. Vi scorgerà povertà e dolore.

Chiunque brandisca un Ba Xian dovrà necessariamente confrontarsi con questo primo, inesorabile, monito. Pur a malincuore, pur non desiderandolo, non appena questi poserà la propria mano sull'elsa di quest'artefatto, dovrà dipartirsi dal regno mortale. La potenza di quest'arma, il suo enorme fulgore e ferocia non possono infatti esistere nel regno del tempo. Chiunque lo possieda avrà tanto l'improvvisa certezza di essersi elevato a cosa divina ed eterna quanto il melanconico presagio di essersi lasciato qualcosa alle spalle. Nomi e persone. Immagini e pensieri. Tutto, in nome del Per Sempre che tutto vede ma nulla ricorda.

Nel momento in cui Shivian estrarrà dal proprio fodero Ba Xian, immediatamente in lui si risveglierà l'essenza divina di tutti gli otto spiriti racchiusi nell'arma. Istantaneamente egli diverrà un Immortale, impossibile cioè da uccidere nonostante si inferiscano su di lui le peggiori mutilazioni e ferite. Pur avvertendo dolore e risentendo normalmente dei colpi subiti, egli non potrà tuttavia venire ucciso in alcun modo. [Passiva, immortalità]
Nello stesso momento le sue capacità di percezione del mondo fenomenico risulteranno estremamente aumentate: egli avrà completamente abbandonato il proprio corpo mortale ottenendo quello di uno degli immortali Xian. Pur non mutando esteriormente d'aspetto, egli verrà subitamente circondato da un'aura completamente differente. Un misto di irresistibile ed insieme di profondamente spaventoso. Una scura fiamma di tenebre che, pur invisibili ad occhio nudo, verranno tutt'intorno avvertite come un improvviso sussulto dell'aere, un gelarsi del tempo stesso. Chiunque si trovi nelle vicinanze, pur non notando alcun cambiamento, avrà come la netta sensazione di trovarsi dinnanzi ad una creatura profondamente simile ed insieme diversa da tutto ciò che mai abbia avuto la possibilità di incontrare. Un demone ed insieme un angelo. Una figura accattivante e tuttavia assurdamente pericolosa. Tale sensazione sarà paragonabile ad un'aura di labile terrore-inquietudine del tutto simile a quella riscontrata negli Avatar.[Passiva, attivando il Ba Xian si guadagnano 4 CS a Percezione. Passiva, terrore psionico.]

Sollevare il proprio sguardo dall'immagine di sé in quanto Uomo e costringerlo improvvisamente a rimirare l'effige di un Dio non è cosa da tutti. Non è cosa che chiunque saprebbe affrontare senza rimanerne al contempo terrorizzato ed insieme irretito. Dall'esaltante sensazione di essere il tutto, il centro esatto dell'universo, alla snervante coscienza di essere in realtà un niente. E Shivian, pur facendo impallidire qualsiasi limite umano, non può del tutto definirsi esente da un simile limite. Nell'istante in cui egli deciderà di sfruttare le risorse del proprio artefatto salendo i gradini della piramide celeste, travolgente sarà in lui la sensazione del nascere di una nuova ed immensa forza, una nuova esaltante potenza, così incontenibile ed irrefrenabile da scatenare nel suo animo al contempo l'euforia più travolgente e la depressione più tetra. Arduo è varcare la soglia dei cieli senza correre il rischio di svegliare i padroni di casa. Malgrado, quindi, al momento dell'impugnatura egli potrà definirsi del tutto cosciente e consapevole del proprio operare, nel dilungarsi dei turni di permanenza di Ba Xian in campo sia la concentrazione che il sangue freddo del ninja inizieranno a dare segni di cedimento. Oscure visioni, voci fugaci, bisbigli incomprensibili. Niente più che illusioni. Niente meno che l'occhio accusatorio degli Immortali a smascherare lo stolto Icaro. La durata massima di sopportazione non potrà mai eccedere i 5 turni consecutivi. Di seguito a questi, il miracolo tanto agognato da Shivian sarà compiuto. La sua sublimazione ad entità sovrumana potrà dirsi completata e permanente, salvo che in cambio di un simile Regalo egli non serberà più alcun ricordo della sua vita passata o della sua persona. Sarà a conti fatti un Dio appena nato. Inerme ed insieme invincibile.
L'immenso potere del pugnale conferisce inoltre a Shivian la possibilità di utilizzare preziose pergamene che la sua natura gli negherebbe anche solo di sfiorare. Necromanzia e altre oscure magie saranno quindi le nuove arti che potrà padroneggiare oltre alle proprie. In termini pratici potrà utilizzare le pergamene del Negromante.[Passiva]

~ Le Otto Essenze ~


Prese contemporaneamente, le essenze degli Otto Xian permettono a Shivian di conquistarsi l'Immortalità. Ma solo prese singolarmente, solo evocate una ad una ed estirpate dal prezioso monile che le custodisce, queste entità sono in grado di prendere forma ed entità proprie, rivelando così la più intrinseca natura che le caratterizza. La sola ed irresistibile forza che, sprigionandosi nella sua più finita forma, tanta bramosia destò in Shivian: il potere di uccidere gli Dei. Di piegare gli Immortali. Di ferirli, di squarciare e corrompere la loro candida pelle, ed infine mostrar loro la rabbia di quelle bestie che ai loro piedi si agitano da sempre, ignorate dalla divina indifferenza.
LÜ Dongbin: Freddezza. L'anima di Lu Dongbin rappresenta l'implacabile indifferenza degli Dei nei confronti dei comuni mortali. La loro totale insensibilità a ciò che li riguardi. Il semplice sguardo che tutto vede ma che nulla osserva, ma che nulla è in grado di cogliere.
Una volta sprigionato, una volta destato dal suo giaciglio di sogno e illusioni, questo spirito apparirà con le sembianze di un immenso Drago d'Ombra, le sue spire e scaglie niente più che nervi di fumo e aria, il suo serpico occhieggiare alle spalle di Shivian il pericoloso condensarsi di una tempesta immanente. Infinita tanto quanto l'attorcigliarsi del suo stesso corpo fuligginoso, questa spettrale entità non conosce morte o stanchezza; non potrà essere ferita ed in alcun modo intaccata da qualsivoglia emozione umana. Semplicemente inattaccabile, essa si limiterà a permanere sul campo di battaglia come un vigile giudice, seguendo i movimenti del proprio padrone con distaccato sdegno e malcelata insofferenza.
Vederlo, avvertire la sua presenza o anche solo presagire la sua esistenza provocherà nell'avversario designato una sorte di debole timore che, seppur lieve, lo incentiverà a non avvicinarglisi per tutta la sua permanenza sul campo. Tale "istinto" è da estendersi anche alla persona di Shivian che, in quanto protetto da questa figura mistica, potrà godere di una minima protezione. [Consumo Medio, durata 2 turni, attacco psionico Basso. Natura psionica.]
Come se questo non bastasse, la sola presenza del Drago sul campo di Battaglia avrà il potere di smorzare qualsiasi luce presente nell'area circostante. Ad ogni suo movimento, ondeggiamento o lieve sibilo indefinito, sia il Giorno che la Notte verranno via via catturati dalla sua figura per ridurre entrambi ad una sorta di Crepuscolo morente, le tinte rosso-plumbeo delle nuvole ad inghiottire il mondo in una innaturale stasi. In essa, Avatar di ogni sorta non potranno in alcun modo attingere alla propria forma Demoniaca/Angelica, costretti viceversa a rimanere nelle proprie sembianze umane. Per quanto riguarda Shivian, invece, egli potrà senza problemi mantenere la forma di Xian. Appena invocata, l'anima di Lu Dongbin donerà a Khæyman l'innaturale sangue freddo degli Dei, offrendogli una incredibile resistenza a qualunque effetto psionico che avrebbe avuto il potere di turbarlo. In questi due turni potrà quindi considerare gli attacchi psionici ricevuti come di un un livello inferiore al prezzo di soffrire maggiormente quelli prettamente fisici. [Consumo Medio, durata 2 turni con due effetti passivi. Natura magica.]

Bùxiǔ mǐ Gli Xian conoscono più profondamente di chiunque altro il morboso desiderio di Shivian di uccidere gli Immortali. Di prevaricare su di essi dimostrandosi superiore in ogni campo. Per questo, nel caso in cui sul campo di battaglia sia presente uno di questi, un Immortale, essi doneranno a Ba Xian degli ulteriori poteri.
Attingendo alla memoria di Lu Dongbin che ricevette in dono da un Drago una spada atta a decapitare qualunque malvagio gli si fosse posto sul cammino, una volta individuato l'Immortale il pugnale subirà una metamorfosi trasformandosi repentinamente in una Katana di 3 metri, la nera lama tanto perfetta da ricordare l'ossidiana, ricoperta da balunginanti ombre costantemente in movimento. Forgiata con l'unico intento di squarciare la dura carnagione degli Eterni, quest'arma non temerà alcuna armatura o protezione, alcuna barriera fisica o naturale ( Salvo che magica ) giungendo direttamente alla pelle come se nulla fosse. Il potere stesso della falce Nera risiede però non nei suoi, seppur estremamente pericolosi, colpi di taglio ma nei terrificanti affondi che sono in grado si spezzare con facilità anche le difese più serrate.[Consumo Alto, durata 2 turni. Gli attacchi fisici della spada infliggono sempre un danno basso aggiuntivo e in ciascuno dei turni di attivazione sarà possibile effettuare un singolo affondo di potenza effettiva Bassa. Natura Fisica.]
Per quanto un tempo Shivian potesse ricorrere all'ultima risorsa dello Xian imprigionato solo nell'istante in cui il Ba Xian avesse mutato d'aspetto divenendo la terribile falce Nera anticamente appartenente a Lu Dongbin con la comparsa di Khæyman il rapporto tra i due si è estremamente evoluto. Divenuto pienamente umano è infatti riuscito a soggiogarne completamente il potere riuscendo ad estrarre il potere del dragone del crepuscolo in qualsiasi momento desideri. Indipendentemente dal fatto che sia rimasto fino ad allora confinato in un'evanescente corpo d'ombra alle sue spalle o che il Ba Xian non sia stato nemmeno attivato, esso potrà infatti essere direttamente evocato dal proprio padrone sotto forma tangibile: nel livido calare della notte, Il Drago D'Ombra abbandonerà le proprie apparenze divenendo in tutto e per tutto una creatura reale, votata a vegliare sul proprio padrone come il più fedele dei famigli. Nero come la Notte, gli occhi verdi immoti e distanti, questa creatura potrà apparire in dimensioni e numero differenti ma la sua natura resterà sempre quella della mitica creatura intrappolata nel pugnale di rubino.[Cucciolo di Draco, Draco, Draco Impuro. Natura di evocazione, consumo variabile.]

~ Destiny ~


L'essenza di Lu Dongbin è solo la prima di altre 8 eguali che, se unite, avranno il potere di trasformare un comune mortale in Immortale. Un semplice essere vivente in una presenza Eterna. Infima era infatti la gioia di Shivian: l'immortalità da lui guadagnata non è altri che la mera apparenza della più alta e magnifica esistenza degli Dei, degli Eterni. Un rimasuglio di eternità. Uno scorcio di Per Sempre. Solo conquistando tutti e 8 gli Xian sarà possibile guadagnare la vera e propria Gloria. Il Potere supremo che si originerà dalla loro unione.
Tale destino, questa proverbiale risoluzione non solo era voluta da Shivian, uomo soggiogato dal disio di Immortalità, ma anche dagli Xian stessi che, privati della loro originaria unità, costantemente bramano il ricongiungimento con i loro simili.
Capaci di "sentirsi" in qualsiasi istante e momento, gli Spiriti saranno in grado di riconoscere immediatamente qualunque portatore di un Artefatto Xian e, di conseguenza, eserciteranno una insostenibile pressione nei confronti del loro padrone per la conquista dello stesso. In termini di gioco, se Khæyman dovesse trovarsi dinnanzi ad un altro personaggio avente un artefatto Xian, sarà costretto ad affrontarlo per la conquista dell'oggetto. [Passiva]
Oltre a questo, il potere di Ba Xian è immenso, ma, come ricordato, esso è riservato unicamente agli Dei, agli immortali. Se esso dovesse venire a contatto con ciò nella cui anima scorre ancora il tempo mortale, siano questi oggetti o esseri viventi, il suo destino sarebbe inesorabilmente quello di finire in mille pezzi, squarciato dalla lama della vita. In termini di gioco, nel momento in cui Shivian sfodererà Ba Xian, quindi, egli potrà immediatamente individuare qualunque immortale o divinità si trovi nelle sue vicinanze. (Salvo che esso non sia nascosto da illusioni e tecniche di vario genere) Tuttavia, se la lama del pugnale dovesse venire anche solo una volta a contatto con un "mortale", immediatamente essa verrà ridotta in frantumi. In termini tecnici, ogni volta che Ba Xian entrerà in contatto con oggetti o entità non Immortali, ossia nel caso in cui Khæyman venga sfiorato da un Mortale dopo aver rilasciato il potere di Lu Dongbin (o di uno degli altri 8 immortali) richiamando la falce nera, egli perderà per sempre la sua Impronta. In poche parole, una volta esaurite le essenze, il pugnale andrà semplicemente a pezzi.[Passiva]
In ultimo, ed è bene ricordare questo ultimo particolare, qualunque danno inferto da Ba Xian su personaggi Immortali, avrà effetto del tutto permanente, impossibile da cancellare con qualunque artificio di sorta. A prezzo della rottura dell'Essenza, l'effetto varrà anche sui Mortali.[Passiva]


Edited by Shivian - 6/3/2015, 22:16
 
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view post Posted on 11/9/2013, 13:53
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view post Posted on 6/3/2015, 22:19
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Ho iniziato a modificare la scheda correggendo e aggiornando le prime due parti che racchiudono tutte le abilità personali e tecniche del personaggio. Nella mattinata di domani procederò anche alla correzione (e relativa convalida dell'artefatto) e a sistemare la cronologia. Inizio a postare per confermare la mia iscrizione alla quest di Fetiales con la possibilità di iniziare già la correzione della scheda.
 
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