Semiramide
Ell' è Semiramìs, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa.
Semiramide, regina delle terre d'Oriente, si dice fu una regina illuminata. O forse lo dicono soltanto coloro che ebbero modo di godere dei benefici del suo regno. Altri, molti altri, la additano come rotta al più pericoloso dei vizi: la lussuria. Calda, libidinosa, rovinata dal proprio stesso vizio, ella ne aveva fatto una legge. Se ne circondava, ne faceva vanto. Al punto da rendere propri amanti i guardiani che le venivano messi al fianco. Uomini nati per la battaglia, ma convertiti all'amore. Uomini della regina, del suo corpo, profondi conoscitori dell'arte più antica. Ella li guardava con tanta predilezione, da concedere al loro generale un'arma straordinaria: una spada forgiata nel metallo più resistente, una guardiana essa stessa. La leggenda vuole che durante le bollenti notti della regina e del proprio padrone, essa venisse piantata ai piedi del letto, quasi un'ammonizione. E si dice che essa riuscì ad assorbire lo spirito corrotto della regina, il suono soffocato del suo respiro, la forza del tocco di colui che le giaceva al fianco. E proprio così sarebbe nato il suo potere, un arabesco affascinante quanto colei che lo aveva generato.
A vizio di lussuria fu sì rotta La regina donò al proprio capitano, al primo dei propri amanti, un'arma che ricordasse le loro notti. Una lama che vi avesse assistito, avesse respirato l'aria densa dei sospiri, il tepore dei corpi a contatto, sempre più vicini. Una spada che non aveva mai conosciuto il dolore della guerra, dei polverosi campi di battaglia, del sangue. Ma che semplicemente aveva come parola d'ordine il piacere. Fintanto che essa verrà impugnata, quindi, qualsiasi ferita fisica inflitta al possessore non provocherà dolore fisico bensì si convertirà in un senso sommesso di piacere. Un'abilità a doppio taglio, capace di inibire il senso del dolore, ma al tempo stesso di scuotere gli animi più deboli. [Passiva]
Che libido fé licito in sua legge Ella era talmente dedita alla lussuria, da suscitare la riprovazione della propria gente, fino agli strati più infimi della popolazione. Ma era anche una regina accorta, che ben sapeva sfruttare il proprio potere. Dunque la tradizione vuole che ella ponesse il libero esercizio della libidine al di sopra di tutti gli altri principi e di tutte le altre leggi. Rese dovere ciò che fino al giorno prima era peccato, ribaltando le leggi stesse del mondo. E così la spada che fece forgiare ben incarna il suo spirito. Basterà un consumo Medio perchè il successivo colpo portato con l'arma si riveli più forte del normale e più difficilmente contrastabile. Inoltre, sempre con un consumo Medio, il colpo che andasse a segno provocherebbe un anormale sanguinamento della ferita. Simbolo stesso della lussuria, il rosso del sangue dipingerebbe con le proprie spirali il corpo di colui che non si è piegato alla volontà di una regina. Se invece il guerriero osasse spendere un consumo pari ad Alto, dalla lama si originerebbero tentacoli color della tenebra venati di scarlatto, concepiti per lanciarsi contro il nemico e stritolarlo infliggendogli un danno fisico pari a Medio. Possono essere contrastati sia con difese magiche che con un danno totale fisico pari al consumo utilizzato per evocarli.
Per tòrre il biasmo in che era condotta Ma un'arma del genere, formatasi nelle notti d'amore della regina, esige da coloro che la impugnano il proprio prezzo. Spada della lussuria, strumento in mani sordide di peccato, essa racchiude un desiderio senza misura. Qualora il possessore usasse le tecniche della spada spendendo un consumo pari o maggiore di Alto, egli inizierebbe a sentire una pulsione sempre più forte mano a mano che il consumo speso aumenta. Questo impulso, quasi ferino, influirebbe sulla sua concentrazione, facendogli desiderare in maniera sempre più smodata di accoppiarsi con il proprio nemico o uno qualsiasi di coloro che sono presenti sulla scena. Più l'influenza della spada diventa forte, più il possessore sarà soggetto ad allucinazioni, voci fantasma, immagini periferiche e qualsiasi altra manifestazione di una psiche infettata dal vizio. |