Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

L'angolo della Poesia

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 3/2/2014, 10:55

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,537
Location:
Oltre la Barriera.

Status:


La poesia non è di chi la scrive, ma di chi se ne serve.


Con questa frase di lapidaria semplicità il postino Mario Ruoppolo (Massimo Troisi) si giustifica di fronte al poeta Pablo Neruda per aver usato i suoi versi nel tentativo di farsi notare dalla bella Beatrice. I poeti cantano la vita e la morte, la bellezza e l'orrore, ma per chi? Per se stessi? Per i lettori? Per un ideale di grandezza estetica? Non lo sappiamo.
Quello che sappiamo è che la poesia è il mezzo che tutti hanno per esprimere concetti nascosti dietro la concretezza delle parole, e poco importa se si tratta di poesie proprie o scritte da altri: la poesia ha il potere di catturare l'animo, toccando corde private e descrivendo emozioni meglio di qualunque altra cosa.
In questo topic potete postare citazioni, poesie, aforismi di carattere poetico: qualunque cosa insomma riguardi la poesia. Opere di autori celebri o sconosciuti, se lo desiderate anche opere vostre (ma per questo se preferite c'è il topic apposito). Commentatele pure, se vi va, magari in spoiler.
Oppure semplicemente postatele per donarle agli altri: per dirla con Alda Merini, la casa della poesia non avrà mai porte.

 
Top
view post Posted on 3/2/2014, 11:49

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,537
Location:
Oltre la Barriera.

Status:


Edge

The woman is perfected
Her dead

Body wears the smile of accomplishment,
The illusion of a Greek necessity

Flows in the scrolls of her toga,
Her bare

Feet seem to be saying:
We have come so far, it is over.

Each dead child coiled, a white serpent,
One at each little

Pitcher of milk, now empty
She has folded

Them back into her body as petals
Of a rose close when the garden

Stiffens and odors bleed
From the sweet, deep throats of the night flower.

The moon has nothing to be sad about,
Staring from her hood of bone.

She is used to this sort of thing.
Her blacks crackle and drag.


Limite

La donna ora è perfetta
Il suo corpo

morto ha il sorriso della compiutezza,
l'illusione di una necessità greca

fluisce nei volumi della sua toga,
i suoi piedi

nudi sembrano dire:
Siamo arrivati fin qui, è finita.

I bambini morti si sono acciambellati,
ciascuno, bianco serpente,

presso la sua piccola brocca di latte, ora vuota.
Lei li ha raccolti

di nuovo nel suo corpo come i petali
di una rosa si chiudono quando il giardino

s'irrigidisce e sanguinano i profumi
dalle dolci gole profonde del fiore notturno.

La luna, spettatrice nel suo cappuccio d'osso,
non ha motivo di essere triste.

E' abituata a queste cose.
I suoi neri crepitano e tirano.
Sylvia Plath (1932 - 1963)


Cinque giorni dopo aver scritto questa poesia Sylvia Plath si tolse la vita. Aveva 31 anni. Prima di suicidarsi, sigillò la camera dei bambini per non lasciare che il gas arrivasse fino a loro, lasciando loro pronta la colazione.
 
Top
view post Posted on 4/2/2014, 00:55

Competitore
·····

Group:
Member
Posts:
1,644

Status:


Cuore, mio cuore turbato da affanni senza rimedio
sorgi, difenditi, opponendo agli avversari
il petto; e negli scontri coi nemici poniti, saldo
di fronte a loro; e non ti vantare davanti a tutti, se vinci;
Ma gioisci delle gioie e soffri dei dolori
non troppo: apprendi la regola che gli uomini governa.

Archiloco ( VII secolo a. C.)


Questa è indubbiamente una delle miei poesie preferite, questi versi sanno emozionarmi ogni volta che li leggo. E' il primo monologo interiore della letteratura greca.
 
Top
The Grim
view post Posted on 4/2/2014, 01:45




Io purtroppo non sono un grande appassionato di poesia, ma citerò l'ultima che ho letto e che mi ha fatto venire i brividi; o megghiu mi fici rizzare lli caurni.

CITAZIONE
Lascia ch'io pianga muto
senza quel tuo limone
limone asfalto e sputo
astio del venerdì
la morte all'imbrunire
lontano dal cancello
chiuso dentro l'imbuto
di un altro carosello
di carri armati e irati
di un celerino a uccello
ti spezzano i carati
del sogno tuo degli anni
l'ora del manganello
rintocca nei tuoi panni
l'ostia di nuovi giorni
si frange a questo luglio
arca del mai partire
arco del tuo finire
freccia dentro uno scoglio
fumogeni a morire

Lamento in morte di Carlo Giuliani, Nichi Vendola

La canzone dei 99posse che ha ispirato mi piace troppo, ma cerco di non ascoltarla mai perché mi fa troppa impressione ^^

 
Top
view post Posted on 4/2/2014, 08:22
Avatar

– E l'inferno è certo.
·······

Group:
Member
Posts:
5,339
Location:
To whom it may concern.

Status:


Piove, Eugenio Montale

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove
da un cielo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.

Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c’è terremoto
né guerra.

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.

Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.

Piove
in assenza di ermione
se Dio vuole,
piove perché l’assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l’ha ordinato.

Piove sui nuovi epistemi
del primate a due piedi,
sull’uomo indiato, sul cielo
ominizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui work in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.

Piove ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.


Non sono un grande appassionato di poesia, ma Montale è indubbiamente uno dei miei preferiti.
 
Top
view post Posted on 4/2/2014, 17:42
Avatar

--------------------
··········

Group:
Administrator
Posts:
34,432

Status:


Herman Hesse - Fuga di Giovinezza

La stanca estate china il capo
specchia nell' acqua il suo biondo volto.
Erro stanco e impolverato
nell' ombra del viale.

Tra i pioppi soffia una leggera
brezza. Il cielo alle mie spalle e' rosso
di fronte l' ansia della sera
- e il tramonto - e la morte.

E vado stanco e impolverato
e dietro a me resta esitante
la giovinezza, china il capo
e non vuole più seguire la strada con me.


CITAZIONE
Io invece mi ritengo un appassionato di poesia e questa è una fra quelle che preferisco, poco conosciuta.
 
Top
.Azazel
view post Posted on 4/2/2014, 23:35




D'ora in avanti cercherò anch'io di spaccare con un estintore i vetri delle camionette di polizia e carabinieri. Chissà, magari compongono una poesia sulle mie gesta o addirittura mi dedicano una sala del Senato.
Detto ciò, non voglio scatenare flame di alcun tipo ma non ho potuto trattenermi dal commentare, non voglio offendere nessuno, che sia chiaro: penso solo che gli "eroi" siano ben altri :sisi:
____________


"Gabbiani"

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.

Vincenzo Cardarelli
 
Top
.Neve
view post Posted on 5/2/2014, 00:07




Cito una poetessa della mia terra.

CITAZIONE
" Rivèrbera mare "

Rivèrbera mare
scivolando
sul greto sonnecchiante.
Perdersi
nelle vie assolate
smarrire dimensioni di suoni.
Vuoto polveroso
e spicchi di finestre.
Uno sparo lontano
fra gli stipiti del cielo.
Così passo a passo
s'annera
l'orizzonte.

Francesca Incandela
 
Top
view post Posted on 5/2/2014, 00:26
Avatar

– E l'inferno è certo.
·······

Group:
Member
Posts:
5,339
Location:
To whom it may concern.

Status:


Visto che si parla di eroi, non posso fare a meno di condividere una poesia di Ken Saro Wiwa, attivista e intellettuale del Delta del Niger, ucciso per essere andato contro gli interessi delle compagnie petrolifere.

La vera prigione, Ken Saro Wiwa

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un'intera generazione
E' il poliziotto che corre all'impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L'inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
E' questo
E' questo
E' questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.
 
Top
Shervaar
view post Posted on 5/2/2014, 00:53




Soldati - Giuseppe Ungaretti

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

Di poesia non capisco veramente nulla, non le so apprezzare, non le so leggere, no le so capire, e la cosa mi dispiace.
Questa però ha un posticino speciale nel mio cuore.
Un pugno di parole per descrivere un mondo.
 
Top
dra31
view post Posted on 5/2/2014, 21:43




A poeta concittadino, il Vincenzo Cardarelli postato da Azazel, rispondo con un altro poeta concittadino.

Bombe sur cimitero

Dentro 'sto cimitero
offeso da le bombe
ce so' rimaste in piedi
poche tombe.

Ricurvo come in atto de preghiera,
sopra la terra che trasuda pianto,
vive sortanto
un fiore nato in mezzo a la bufera.

Titta Marini
 
Top
view post Posted on 6/2/2014, 11:20

Esperto
······

Group:
Member
Posts:
4,537
Location:
Oltre la Barriera.

Status:


Come è forte il rumore dell’alba!
Fatto di cose più che di persone.
Lo precede talvolta un fischio breve,
una voce che lieta sfida il giorno.
Ma poi nella città tutto è sommerso.
E la mia stella è quella stella scialba
mia lenta morte senza disperazione.

[Sandro Penna]

 
Top
Alb†raum
view post Posted on 7/2/2014, 18:30




Canto notturno di un pastore errante dell'asia

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?

Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
E' la vita mortale.

Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perchè dare al sole,
Perchè reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
Perchè da noi si dura?
Intatta luna, tale
E' lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.

Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.

O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perchè d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perchè giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu se' queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perchè giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?

Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E' funesto a chi nasce il dì natale.
-Giacomo Leopardi



Dubito che qualcuno non la conosca, visto che la si impara a scuola. È una delle poesie più belle che abbia mai letto e assieme una delle più spaventose. Non credo che nessuno meglio di Leopardi sia riuscito a trasmettere le stesse emozioni di inutilità della vita e di ineluttabilità della morte.
 
Top
The Grim
view post Posted on 7/2/2014, 18:37




CITAZIONE (Alb†raum @ 7/2/2014, 18:30) 

Canto notturno di un pastore errante dell'asia


-Giacomo Leopardi



Dubito che qualcuno non la conosca, visto che la si impara a scuola. È una delle poesie più belle che abbia mai letto e assieme una delle più spaventose. Non credo che nessuno meglio di Leopardi sia riuscito a trasmettere le stesse emozioni di inutilità della vita e di ineluttabilità della morte.

Beh allora, se tiri le bombe, ti rispondo con la strofa che preferisco dello scritto più bello di Leopardi

E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Nè sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.


La Ginestra
 
Top
Lill'
view post Posted on 11/2/2014, 20:46




A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io dirò un giorno le vostre nascite latenti:
A, nero corsetto villoso di mosche splendenti
Che ronzano intorno a crudeli fetori,

Golfi d'ombra; E, candori di vapori e tende,
Lance di fieri ghiacciai, bianchi re, brividi d'umbelle;
I, porpora, sangue sputato, risata di belle labbra
Nella collera o nelle ubriachezze penitenti;

U, cicli, vibrazioni divine dei verdi mari,
Pace di pascoli seminati d'animali, pace di rughe
Che l'alchimia imprime nelle ampie fronti studiose;

O, suprema Tromba piena di strani stridori,
Silenzi attraversati da Angeli e Mondi:
- O l'Omega, raggio viola dei suoi Occhi!

Rimbaud - Vocali
 
Top
23 replies since 3/2/2014, 10:55   516 views
  Share