Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Posts written by mr.gioco

view post Posted: 18/12/2016, 15:16 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
Mi ero iscritto qui perché Fra tutti i gdr che avevo guardato era.quello più serio e meglio impostato, che permetteva la personalizzazione più importante, qualcuno di voi sa indirizzarmi in un buon gdr? Tanti hanno meccaniche.cosi rigide che sono ingiocabili
view post Posted: 18/12/2016, 14:57 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
Ma.. cioè avevo visto che l'attività era cessata da un Po, eppure qui siamo in 5 abbastanza attivi mi sembra, so che.Siamo pochi ma non trovo giusto chiudere tutto cosi.
view post Posted: 17/12/2016, 18:17 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
io non ci sarò il 7-8 gennaio, per il resto no problem
view post Posted: 14/12/2016, 15:43 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
mi sembra di aver capito, ma potrei anche sbagliarmi, che padre e figli erano riferiti a me soltanto e che avendo tu scelto un altro metodo di ammissione, hai un altro PNG diverso da quei tre a cui farai le scarpe.
almeno credo volesse dire questo :mumble:
view post Posted: 14/12/2016, 12:35 Galad Arnat Malkin II - Abitanti di Theras

La perduta leggenda del Drago:



08/12/2016: apertura della Quest: Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊, Capitolo I condotta daRamsesIII


view post Posted: 14/12/2016, 10:16 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
:ponpon: :ponpon: tattadadaaaaaaaaaaaaaaaaa! :ponpon: :ponpon:

udite udite: ho postato! :8D:


EDIT: ho modificato il post inserendo un quote di chiarimento sui colori del discorso diretto dei vari personaggi, me lo ero dimenticato :look:

Edited by mr.gioco - 14/12/2016, 11:58
view post Posted: 14/12/2016, 10:15 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Roesfalda

Ystfalda: ultima frontiera

CITAZIONE
in generale i colori del parlato sono messi un po' a caso per distinguere i vari PNG, però per Hulin, Galad e Yoshir i colori sono :
Hulin
Galad
Yoshir

Molti mesi erano passati dalla sua partenza da Rikahs, una delle città libere, e da quando, spinto dalla voglia di conoscenza di sé stesso e del suo passato, Galad aveva iniziato la sua ricerca di un miraggio,una speranza, che l’avrebbe portato a un risultato solamente se le leggende remote che aveva scoperto molto tempo prima avessero avuto un fondo di verità. Una flebile fiamma considerando che il libro su cui si era basato e che l’aveva indirizzato verso nord era scritto su pagine che, se toccate, si disintegravano immediatamente, oltre ad essere riempite da parole in lingua Maegon.

Il vento si accaniva sul mantello di Galad, intenzionato a strappargli via la protezione dal gelo che sembrava non abbandonare mai quei picchi perennemente innevati, per lo meno così gli era stato detto. Aggrappandosi ad un lembo il ragazzo strappò la pelliccia alle grinfie dell’invisibile nemico, mentre con una smorfia della bocca sottolineava la scocciatura di dover esporre la mano a quelle temperature che sembravano ignorare del tutto il guanto, trapassandolo senza difficoltà; in tutta fretta riuscì a stringere il nodo che fermava la pelle di montone, che portava al posto della solita cappa color sabbia riposta nelle sacche da sella di Drakar, quindi ripose la mano destra al di sotto di quella e rilassò le labbra – anche muoverle gli procurava delle piccole fitte e cercava di farlo il meno possibile – apprestandosi a lasciare il cavallo allo stalliere per poter entrare nella locanda che aveva raggiunto e finalmente scaldarsi al calore di un fuoco.

Rahdag-Umalik era uno dei tanti piccoli forti che popolavano l’Ystfalda e la risalivano lentamente e inesorabilmente, non il primo che Galad incontrava sulla sua strada e probabilmente neanche l’ultimo visto che finora la sua ricerca non aveva dato alcun risultato. Entrando dal cancello principale, controllato da un piccolo drappello di guardie in armatura ricoperte da strati di pelliccia e neve, non aveva potuto fare a meno di notare quella solitaria torre, al centro esatto del quadrato formato dalle mura di cinta che si incrociavano con la parete della montagna, innalzata molti metri più in alto delle protezioni artificiali come il trespolo di un gigantesco uccello, così da avvistare con largo anticipo eventuali avventori. Nessuno aveva fatto caso a Galad, un viandante solo che poteva benissimo venir scambiato per un disperato in fuga, questo però non gli risparmiò occhiate sospettose quando aprì la porta della locanda lasciando entrare una gran quantità di gelo insieme a lui.

Abbandonandosi su una panca libera vicino al fuoco e gettando indietro il cappuccio senza alcuna grazia, non curandosi affatto di mostrare la sua cicatrice, Galad cercò con lo sguardo una cameriera libera per poter ordinare del cibo e del vino per riprendersi dal faticoso viaggio affrontato. Una ragazza giovane, intorno ai 18 anni più o meno, arrivò velocemente al tavolo con sul volto un’espressione seriosa che celava male il rimprovero per aver lasciato cadere la neve sul pavimento e non essersi pulito gli stivali, un’espressione che probabilmente riservava ad ogni cliente visto che la situazione era più o meno la medesima ad ogni angolo della sala grande. La ragazza, capelli castani portati molto corti e occhi marroni grandi ed espressivi, sarebbe stata carina se il suo naso non fosse stato adunco e sgraziato, e non avesse avuto un po’ di pancia di troppo, in ogni caso le sue maniere non furono affatto gentili e Galad si limitò ad accettare quello che gli veniva proposto senza ascoltare, mandò via la ragazza con un paio di monete ed attese.

Il legno grezzo usato per tutto nella locanda era chiaro e spesso, sicuramente ricavato da alberi di quelle terre, e riluceva sul pavimento sporco per via della neve scioltasi al calore dei fuochi che crepitavano nei due camini di pietra ai lati opposti della stanza, due candelabri in ferro battuto illuminavano la scena osservando dall’alto, grezzi e resistenti proprio come gli abitanti di quella parte del continente, il bancone poco distante da dove si trovava il guerriero era grande e pulito grazie al continuo strofinare della locandiera, una donna imponente e dalla voce tonante, con poco grigio sulle tempie e qualche ruga sul viso,una donna che conosceva molto bene il suo mestiere e i suoi clienti: stava versando una birra mentre colpiva sulla testa con un cucchiaio di legno un uomo più grosso di lei che però sembrava talmente ubriaco da essere incapace di reagire, o di camminare.

“Geralt adesso basta! Vattene o chiamerò tua moglie, e vedremo se avrai ancora voglia di sollevare gonne!”


L’attenzione di Galad venne completamente assorbita da un anziano uomo vestito con un’ampia tunica verde scuro, una collana con un medaglione inciso con un simbolo a lui sconosciuto e un anello con lo stesso simbolo sull’anulare destro, non tanto perché l’uomo fosse speciale, ma perché parlava con altri tre uomini al suo tavolo che sembravano star cercando qualcosa. Ipotizzando che l’uomo fosse un sapiente e conoscesse i segreti e le leggende del posto, decise di ascoltare.

"Non avete bisogno di sapere di più, non vi verrà rivelata la sua posizione finché non saprò che siete voi i prescelti. Devo assicurarmi che siate abbastanza forti e non posso rivelare niente per ovvie ragioni, mi capirete."


Calmo come un lago ghiacciato, l'anziano non si mosse minimamente né guardò i suoi interlocutori nonostante le loro facce si stessero indurendo sempre più ad ogni sua parola, se parlando non avesse mosso le labbra Galad avrebbe pensato che l'uomo fosse in realtà una statua tanto era rimasto immobile e con gli occhi chiusi. Gli altri tre uomini attorno al tavolo invece, avevano tutt'altro comportamento: l'uomo più anziano del gruppo era un grosso esemplare di umano nativo di quelle zone montane, stempiato e dai pochi capelli superstiti grigi, grandi braccia e torace ampio, doveva essere poco più basso di Galad e nonostante l'età sicuramente forte e ancor più esperto. Gli altri due individui erano molto giovani, circa 18 anni uno e pochi anni di più l'altro: si somigliavano molto nei tratti del viso,capelli neri a spazzola, folte sopracciglia, barba e baffi, naso schiacciato e rotto in un paio di punti; ma se il più grande era molto simile a come doveva essere il padre da giovane, con forti muscoli e imponente, l'altro era esile, basso e leggero, totalmente l'opposto dei due che evidentemente dovevano essere padre e fratello. Tutti e tre gli uomini portavano un pesante mantello di pelliccia nero che tenevano aperto sul davanti evidentemente abituati a quelle temperature e accaldati dai fuochi della locanda, queste aperture lasciavano intravedere delle giubbe pesanti di lana scure adatte al clima, senza nessun fronzolo o decorazione, ed anche le armi portate al cinturone: una mannaia da macellaio per il figlio più grande ed un grande coltello per l'altro, mentre il padre rimaneva di spalle per cui non mostrava il viso o altri particolari.

"Vecchio ti sembra che ci sia qualcun altro che lo stia cercando qui dentro? Andiamo, portaci da lui, oppure hai…"

"Fa silenzio Thobias!"

Sbattendo il grande pugno sul tavolo il padre non aveva alzato molto la voce, ma il suo tono rendeva superfluo ogni tentativo di aggiungere autorità a quell'ordine; dopo alcuni istanti di incertezza, il figlio più giovane allontanò la mano dall'impugnatura del coltello come se l'avesse mossa in un gesto istintivo e adesso si rendesse conto di cosa aveva combinato. Il terrore che aveva negli occhi il ragazzo non lasciava dubbi sul fatto che non avrebbe disubbidito al padre per nessun motivo e quando, ancora una volta istintivamente, si toccò il naso nel punto in cui era stato deviato, Galad capì il perché di quella cieca obbedienza.

"Deve perdonare mio figlio mastro Hulin, è impetuoso ma talvolta impaziente e non sa stare al suo posto. Attenderemo finché sarà necessario, sappiamo che il suo padrone ha ottimi motivi per mantenere segreto quel luogo."

Galad non volle attendere un secondo in più, sentiva che la conversazione stava per finire e non voleva perdere l'occasione di parlare con il vecchio, quindi si alzò con riluttanza dalla panca, con le gambe ancora un po' intorpidite dal freddo e dalla lunga marcia di quel giorno, per dirigersi verso quel tavolo che aveva osservato di sottecchi senza dare nell'occhio mentre mangiava la sua zuppa d'avena. Possibile che quegli uomini stessero parlando proprio di quello che cercava? Nei mesi precedenti quasi nessuno di quelli che aveva incontrato aveva saputo dirgli niente della caverna di Mae-zos tranne che era un luogo narrato nelle leggende nordiche di Dortan, e più avanzava verso nord meno le persone volevano far parola con lui di quel posto, allontanandosi in fretta da Galad con scuse ridicole e il volto scosso dalla paura.

La caverna di Mae-zos, il primo passo per tentare di scoprire che cosa gli era e gli sarebbe successo, una perduta leggenda che aveva scoperto nelle pagine di un antico libro Maegon nella grande biblioteca di Rikahs, una storia misteriosa di cui era scritto molto poco e il cui unico indizio era che l'antro si trovasse da qualche parte ai piedi dell'Erydlyss, anche se non era scritto dove. La ricerca poteva rivelarsi ardua e lunga, come fino ad ora era stata, ma se quell'uomo era quello che a Galad sembrava poteva essere la fine del viaggio.

L'avvicinarsi del Drago mise in allarme i due fratelli che lo guardarono male sin dal momento in cui si era alzato dalla panca, snudando i denti e cercando di infondere nel loro sguardo ogni sorta di avvertimento, poteva quasi vedere quello che avevano intenzione di fare a chi avesse interrotto o interferito con quella conversazione solo dai loro scuri occhi iniettati di sangue, ma lui non era tipo da lasciarsi impressionare da due tizi come loro, avanzò con il mento alto e l'andatura più regale che riuscì a tenere fino a trovarsi quasi di fianco al grosso uomo che gli dava le spalle.

"Mi duole interrompere la vostra conversazione signori ma immagino, da quello che ho sentito, che il dialogo sia terminato.Avrei una domanda da rivolgere a lei, mastro Hulin giusto?"

Accennando un inchino all'uomo anziano, l'unico ancora seduto al tavolo, cercò di lasciare che i suoi occhi verdi venissero visti dai due attaccabrighe, la sua pupilla verticale di solito spaventava coloro che non venivano intimiditi dalla cicatrice sulla guancia, e ignorò del tutto le reazioni dei presenti i quali indietreggiarono tentando di nascondere l'orrore, padre compreso, che li pervase per un istante prima che potessero riprendere il controllo sulla loro integrità.

Il fratello giovane stava ancora guardando il padre, cercando di capire se era il caso di intervenire, mentre gli altri due adesso osservavano il vecchio che aveva alzato la testa e spostato lo sguardo su Galad con vivo interesse.

"Oh ragazzo non preoccuparti, questi gentili signori sono in cerca di un lavoro, mail nostro discorso è … sospeso, per ora. Adesso siediti e spiegami che cosa cerchi."

Presa la sedia dove poco prima era seduto il più anziano degli uomini del nord, Galad ebbe appena il tempo di nominare Mae-zos, prima che la sua voce venisse coperta dai sospiri dei presenti che trattenevano rumorosamente il fiato e le grida di stupore dei tre che adesso non tentavano neanche di controllarsi e avevano estratto le armi, pronti a saltare ad un ordine del padre, ma la mano alzata lentamente da Hulin sembrò congelare la stanza.

"Capisco. Sei il primo in tantissimi anni che viene a chiedere di quel luogo. I tuoi occhi… non li avevo notati prima ma adesso tutto mi è chiaro, quello che non capisco è quale sia il processo che ti ha trasformato. Si vede ad occhio che non sei nato così. Beh non ha importanza, ti dirò tutto quello che so ma dovrai fare una cosa per me."


Nel buio della sua mente, Galad sentì avvampare la fiamma della speranza, dalle parole di quell'uomo sembrava che fosse a conoscenza di molte cose sul posto che cercava, inoltre ora che osservava meglio riusciva a vedere che il medaglione al collo raffigurava una zanna di drago, l'aveva riconosciuta in un'immagine sul libro Maegon senza che però vi fosse descrizione alcuna sul suo significato. Il sangue adesso gli ribolliva nelle vene, il suo corpo era tutto un fremito ma si sforzò di rimanere calmo, perché il vecchio non aveva ancora finito. Appoggiando i piedi sul tavolo in un gesto che sperava potesse venir scambiato per arroganza ascoltò, determinato a fare tutto il necessario per ottenere le informazioni.

"Il mio padrone ha bisogno di uomini per un incarico, terrà un banchetto e vuole delle guardie per evitare disordini. Ottieni l'incarico, svolgilo al meglio, e avrai quello che chiedi."

Gli occhi dei tre uomini attorno al tavolo sarebbero caduti dalle orbite se avessero trattenuto il fiato ancora un po', il volto raccontava fin troppo bene l'oltraggio che stavano subendo e la rabbia che non potevano manifestare di fronte al vecchio, evidentemente era in una posizione di potere che lui non conosceva ma che tornava a suo vantaggio, non potevano sfogare la loro frustrazione per adesso.

"Mi sembra di capire, dalle facce dei "gentiluomini" qui attorno"

Pronunciò la parola "gentiluomini" con flemma e disprezzo celato, volutamente male, così che venisse colto mentre alzava gli occhi al cielo in un falso ma convincente segno di sdegno per quella situazione.

"che avessi offerto loro l'incarico prima del mio arrivo. Che cosa ti fa pensare che accetterò o che potrò svolgere il lavoro meglio di loro?"


Il sorriso dell'uomo era tanto eloquente che Galad si pentì di aver rivolto la domanda.

Fuori dalla locanda il buio imperversava fra le strade lastricate del forte, la neve fortunatamente aveva smesso di cadere anche se quella che era già scesa era abbondante e fresca, tanto che rendeva difficile camminare fuori dai percorsi battuti. Galad strinse a se la pelliccia che lo ricopriva chiudendo bene il legaccio al collo, il momento ideale per combattere pensò sarcastico, certo.

Un duello era stata la soluzione che aveva trovato quel vecchio sadico, aveva dichiarato che solo il più forte avrebbe potuto servire il suo padrone, così i due fratelli avevano iniziato a ghignare contro di lui sicuri di sé stessi e adesso era incastrato in una situazione che non gli piaceva. Pur essendo stato addestrato, lo sapeva perché si era rivelato capace di combattere anche se non si ricordava da chi e come, non gli piaceva duellare quando non doveva difendere la propria vita, e farlo per uno stupido gioco gli piaceva ancora meno. Quel vecchio avrebbe dovuto guardarsi le spalle se non poteva dargli le informazioni che cercava, l'avrebbe ucciso per aver sprecato il suo tempo senza motivo, ma adesso i suoi problemi erano altri.

Thobias e Keiran, così si chiamava il fratello più grande dei due, lo guardavano arroganti sotto i cappucci dei loro mantelli neri che si confondevano, per fortuna non benissimo, con l'oscurità della notte. Erano sicuri di loro e consideravano l'avversario poco più di un semplice contadino per non si sa quale motivo, erano molto forti o pensavano di ricevere aiuto da parte del padre? Il vecchio era stato molto chiaro su questo: nessuno doveva interferire con il duello e solo lui avrebbe dichiarato il vincitore. Una folata di vento agitò le vesti dei tre duellanti, due contro uno non era certo una sfida equa ma sembrava non importasse a nessuno, e lui non si era certo sognato di protestare, altrimenti sarebbe passato da codardo e questo poteva influire negativamente sulla possibilità di essere scelto.

Galad da parte sua era agitato, non conosceva la forza degli avversari ma era sicuro di non poterli sottovalutare e, in ogni caso, non voleva farlo così da non dover ricevere brutte sorprese. Per limitare il vantaggio dei suoi avversari aveva già escogitato un piano e, infatti, era andato a posizionarsi molto vicino al cancello di ingresso del forte. Il campo di battaglia era stato illuminato da torce e consisteva nell'ampio cortile interno alle mura ripulito dalla neve dai passanti e dai cavalli. Le guardie che proteggevano l'entrata sia internamente che esternamente non avrebbero interferito in quello che sapevano essere un duello autorizzato, ma continuavano a presidiare il meccanismo di movimentazione della grata d'acciaio e del cancello, oltre a scrutare chi entrava e usciva.

"Se vuoi fuggire sei sempre in tempo, tramor!"

Keiran ripeté per l'ennesima volta quella frase rendendo leggermente meno efficaci le espressioni arroganti con il suo ultimo tentativo di evitare lo scontro, ma rimaneva ancora molto sicuro di sé considerando la superiorità numerica.

"Forza, vi sto aspettando. Paura?"

Con il tono di voce più glaciale che potesse ottenere, ed esibendo il sorriso più canzonatorio che riuscisse a stamparsi in volto,Galad si piegò in avanti afferando con la mano destra la sua spada sotto il mantello dietro la schiena, sentì l'impugnatura familiare nelle sue mani, una compagna d'avventure che lo rassicurava come prima di ogni battaglia, sapeva che non l'avrebbe abbandonato e ciò gli infondeva sicurezza mentre aspettava con tanta sfrontatezza l'attacco dei due avversari evidentemente incolleriti da quell'ultimo affronto.

Keiran era sul punto di esplodere e si gettò a capofitto sul Drago senza neanche dareil tempo a Thobias di estrarre il coltello, urlando la sua frustrazione al vento mentre i suoi muscoli parevano gonfiarsi ad ogni passo e la sua mannaia riluceva alla luce delle torce rivelando macchie di sangue rappreso sulla lama, eppure fu lento. Pochi passi indietro di Galad durante l'avvicinamento furono sufficienti a posizionarlo proprio dove voleva, quando iniziò l'assalto del nemico la spada del guerriero saettò fuori dalla pelliccia non per bloccarlo ma per deviare i suoi molteplici colpi portati con una gran forza ma senza alcuna tattica. Uno, due, tre e infine quattro fendenti vennero deviati da Dolunay senza che raggiungessero il proprietario, che però dovette ricorrere all'ultimo secondo ad una schivata di lato per difendere un pugno che sembrava particolarmente potente e che in ogni caso lo colpì sulla spalla sinistra causandogli un livido.

Sgomento, il macellaio aveva il fiatone e sembrava scosso per non aver ottenuto i risultati sperati,e certo Galad non attese che si riprendesse, con una velocità impressionante ed una grazia inaspettata volteggiò su se stesso fino a trovarsi alle spalle dell'uomo massiccio, lasciando che le falde del mantello si allargassero e vorticassero con lui, dapprima tentò un affondo con la spada molto velocema che Keiran parò senza battere ciglio e voltandosi, ma il pugno che ricevette dopo fu tutta un altra storia.

La mano sinistra del drago era sbucata fuori dalle pieghe del mantello sorprendendo l'avversario, questo non si difese non avendone il tempo e, grazie alla forza impressionante impressa da Galad in quell'attacco, fece un volo di un paio di metri all'indietro, grazie anche al terreno innevato che non si oppose al suo scivolamento. La spalla dove l'uomo l'aveva colpito gli doleva, ma non c'era tempo da perdere anche perchè lo scontro era durato solo una manciata di secondi e già il fratello più esile si stava muovendo per soccorrere l'altro e attaccare il guerriero: questi,dopo un rapido sguardo alle sue spalle, si mosse verso il comando della grata in ferro e lo azinò, facendola calare inesorabilmente e lasciando Keiran fuori dalle mura finché qualcuno non avesse aperto il varco.

Galad si voltò di scatto ma non abbastanza velocemente, Thobias era già alle sue spalle e, pur spostandosi di lato, non riuscì a evitare l'affondo col coltello che gli perforò il braccio destro poco sopra il gomito procurandogli un taglio profondo. Immediatamente Galad eseguì un balzo di lato per evitare di rimanere troppo a contatto con l'altro avversario e gemette: la ferita era molto profonda.

Le guardie intanto stavano sbraitando, chiamando aiuto per cercare di tirare su la grata in acciaio che poco fa era stata lasciata calare imprecando contro lo straniero, mentre Keiran, scosso dall'accaduto e furioso per non aver previsto cosa sarebbe successo, imprecava con il doppio dell'impegno come se potesse aiutare i soldati ad aprire più in fretta il varco,ma ancora non riusciva a passare. Galad fu grato di questo anche se non riuscì a perdonarsi di non essere stato più attento nel difendersi. Decise di non ignorare il dolore come monito dell'accaduto, lasciando quindi il braccio destro lungo il corpo, con la spada ancora in pugno anche se non utilizzabile, affrontò il nemico che gli era piombato nuovamente addosso con gli occhi iniettati di sangue e il volto deformato dalla rabbia.

Evidentemente il modo di combattere di quegli sciocchi era differente dal suo, erano forti ma si lasciavano trasportare troppo facilmente dalla foga e dalla rabbia: l'assalto dell'assassino era molto veloce, eppure prevedibile grazie all'addestramento e all'intuito del drago, il braccio protetto dalle scaglie si frappose fra il pugnale e il suo bersaglio deviandolo, a quel punto Galad ebbe tutto il tempo di concentrare il fuoco draconico sulla sua mano e sferrare un altro pugno, questa volta potenziato, che esplose giungendo a bersaglio, allontanandolo e facendolo anche cadere a terra.Senza mostrare segno di soddisfazione o dolore sul volto,pur con il braccio e la spalla ancora doloranti,Galad corse un paio di passi per poi saltare addosso a Thobias e finirlo artigliandolo al collo, così da poter continuare il combattimento in parità numerica, eppure si bloccò poco prima di spiccare il volo, contro la propria volontà.

"Bene, bene. Basta così, è ovvio che il vincitore è Galad, e non solo perché stava per ucciderti Thobias, no: vi siete lasciati cadere nella sua trappola come conigli sprovveduti. Non vogliamo guerrieri che contino solo sulla forza, per sventare le possibili minacce durante il banchetto serve anche l'astuzia."

Hulin aveva parlato con voce distaccata eppure un sorriso soddisfatto si allargava lentamente sulle sue labbra: era stato lui a bloccare tutti e tre i contendenti del duello congelando gli arti inferiori e bloccando di fatto il combattimento. Galad si accorse solo in seguito che proprio in quel momento Kairen era riuscito a oltrepassare il cancello e sarebbe tornato all'attacco immediatamente.

Ignorando le proteste del più giovane dei fratelli su quanto la colpa fosse dell'ottuso Keiran e di quanto facilmente avrebbe potuto vincere lo scontro da solo, Hulin prese da parte Galad e gli spiegò tutto il necessario riguardo la partenza, che lo avrebbe accompagnato alla villa e, dopo che avesse svolto il suo compito, avrebbe tenuto fede alla sua parte dell'accordo. Dal canto suo Galad non sapeva se sarebbe riuscito a prevalere ancora a lungo contro i due avversari, ed era grato che lo scontro fosse stato fermato prima di scoprirlo: non tanto per paura di venire sconfitto, quanto perché da molto tempo a questa parte aveva finalmente l'occasione di scoprire qualcosa su sé stesso e su quello che gli era successo.

La Roesfalda, una terra decaduta e ammuffita, dove l'acqua in eccesso aveva permesso al suolo una imponente crescita di verde ma al contempo aveva creato una terra fangosa, popolata da persone senza una vera istruzione e ignorante fino al midollo, superstiziosa e schiava di culti religiosi primitivi e opprimenti imposti da poche persone più acculturate in grado di fuorviare le menti deboli. Come poteva sorgere un castello in una terra del genere? Come poteva un Lord voler governare su un territorio e un popolo in quello stato?

Fortunatamente almeno il clima era meno rigido rispetto ai forti Ystfaldiani, permettendo a Galad di abbandonare la pelliccia e indossare la solita cappa color sabbia, che in quella zona completamente verde lo faceva risaltare come se avesse avuto mille torce accese attorno e stesse danzando mentre cavalcava Drakar seguendo l'uomo che lo guidava attraverso quell'intrico di colline e ruscelletti che si susseguivano apparentemente senza fine.

La villa di Lord Loyalar, così gli aveva detto Mastro Hulin si chiamasse il suo padrone, era più un castello, una fortezza con tutte le comodità che si potevano richiedere ma pur sempre una fortezza, difesa da una cinta muraria a dir poco spessa e composta in modo tale che sembrasse una formazione rocciosa naturale, o forse lo era davvero. Galad non era un artigiano, lo sapeva e basta perché le sue abilità nel creare oggetti le aveva testate e facevano pena, ma non riusciva a immaginare come potesse l'uomo creare una imponente struttura così simile ad una difesa naturale, questo Lord doveva avere un gran potere e molto oro da spendere- o meglio li aveva avuti prima che i titoli nobiliari perdessero di valore-, e lo dimostrava molto bene. Camminando nel sentiero il Drago fu quasi sicuro di sentire rumori provenienti dalle vicine pareti strette e alte che tagliavano la muraglia in un sinuoso passaggio, come lo zampettio di migliaia di insetti, eppure non riuscì a vedere niente oltre la nuda roccia, nessun movimento e niente a parte il sentiero e le mura. Poteva essersi immaginato tutto e lasciato suggestionare dalla situazione.

La villa squadrata era apparsa velocemente e altrettanto velocemente Galad era stato fatto entrare, senza avere il tempo di osservare l'ambiente circostante, per venir gettato direttamente nella sala del banchetto, coi tavoli già apparecchiati e disposti, ed una sedia in legno– definirla trono sarebbe stato eccessivo, anche se lo scopo delle sue dimensioni doveva essere proprio quello di elevarla dal rango di normale sedia- semplice e al tempo stesso imponente, schienale e seduta molto ampie e posta leggermente più in alto delle altre grazie a un rialzo. Nella stanza si trovava anche un ragazzino troppo giovane per poter essere li per il suo stesso motivo: capelli rossi color rame disordinati che coprivano parzialmente gli occhi, una logora tunica grigia troppo grande per lui e piedi scalzi erano le uniche caratteristiche degne di nota oltre al volto scaltro, ma durante i suoi viaggi aveva scoperto che in realtà molto di ciò che vedeva non era mai quello che sembrava, si chiese quindi se anche il ragazzo avesse dovuto affrontare un duello come lui per trovarsi li, immaginando che doveva aver sicuramente vinto il suo.

"Salve, presumo tu sia l'altro preposto alla sicurezza qui. Piacere, io sono Galad"

Porgendo la mano destra al ragazzo dai capelli rossi cercò di presentarsi con tono neutro osservando attentamente l'interlocutore curioso di capire che cosa avesse di tanto speciale.

"oh ma salve a lei,mi chiamo Yorshir"

L'inchino era chiaramente derisorio ma Galad non si arrabbiò, non valeva la pena di farlo per una sciocchezza simile e tanto più con un ragazzino di quell'età, anzi lo guardò curioso dall'alto nei suoi profondi occhi color ghiaccio che lasciavano trasparire sia la sua giovane età che una strana espressione imprevedibile, quella di chi da un momento all'altro potrebbe decidere di tagliarti la gola o di scoppiare in lacrime.

"Non c'è bisogno di questa formalità, dammi del tu o in caso di pericolo non faremo in tempo a comunicare. speriamo non ci sia bisogno di intervenire comunque."


Si mise posizionò accanto al ragazzino, osservando la porta dove, gli avevano detto, di li a poco sarebbe entrato lord Loyalar. Il suo volto assunse un'espressione curiosa, davvero quel bambino era in grado di svolgere un compito come proteggere qualcosa? Doveva avere non più di 16 anni, e probabilmente anche meno, eppure Galad aveva dovuto affrontare una selezione, quindi se anche Yoshir si trovava li anche lui doveva esser risultato all'altezza del compito. Non riusciva a trovare una risposta a quel quesito, che fosse un mascheramento, magari quel ragazzo non era umano oppure era intrappolato nel corpo di un bambino e aveva molti più anni del Drago, o forse era solo un ragazzino, e allora non capiva perché si trovasse li.

“Che cosa ci fai qui, comunque? Un ragazzino come te lavora al soldo dei nobili per mantenersi?”

Non che non ne avesse visti altri di ragazzi poco più che bambini far parte di compagnie di mercenari, ma uno di loro che affrontava un incarico da solo, questa era tutta un'altra faccenda. Non sapeva quale fosse la sua storia e il motivo per cui stesse facendo tutto ciò, ed in definitiva non gli importava cosa succedeva agli altri, non avrebbe mosso un dito per aiutarlo e non voleva in nessun modo impicciarsi, ma era curioso e doveva attendere che qualcuno si facesse vivo, per cui parlare era un modo come un altro per non annoiarsi.

"Ma certo,è un passatempo come un altro no?E poi,con un po’ di fortuna,potrebbe arrivare qualcuno con cui divertirci!Tu invece,cosa ti porta qui?”


Passatempo? , pensò dopo la risposta del ragazzo. Qualcosa nel suo sorriso non quadrava, una sfumatura di piacere sembrava attraversare il volto divertito di Yoshir che non tentava neanche di nascondere quella sadica soddisfazione come se fosse la cosa più normale al mondo, o se non gli importasse minimamente di ciò che gli altri avrebbero pensato dei suoi istinti. Ma non fu quella strana manifestazione di ferocia a farlo esitare: perché si trovava li sul momento? Certo credeva di saperlo, era li per sapere chi era e chi stava diventando, ma era davvero necessario? Perché non stava semplicemente continuando la ricerca? Non era del tutto certo che Hulin avrebbe infine rispettato il patto o che avesse le informazioni che aveva promesso. Si scosse con forza da quei pensieri, lui non era minimamente come quel ragazzino e non godeva nel provocare dolore, combatteva solo se necessario e mai con piacere.

" io sto... cercando... risposte. Sono qui perché un tizio deve darmi delle informazioni, questo è il mio prezzo da pagare"


Si bloccò appena in tempo dal portare una mano alla cicatrice, era la pura verità, nessun’altra ragione lo aveva fatto arrivare in quella villa, e non aveva intenzione di svelare più del necessario a quel ragazzino su di sé, non lo conosceva minimamente e in più non gli piaceva neanche gran che per quella sua propensione alla violenza che disprezzava nelle persone.

" Non amo combattere per gli altri, spero che a nessuno venga in mente di creare fastidi."

"Ma dai,se non muore nessuno dov'è il divertimento?"

Lo sguardo pieno di disappunto era come un grido che confermava i sospetti che aveva avuto poco prima, gli piaceva sempre meno il suo compagno di guardia e sperava davvero che nessuno avesse creato problemi quel giorno, chissà cosa ne sarebbe venuto fuori. Superando l’attimo di indisposizione poi, il ragazzo aggiunse:

"Io mi sto annoiando,pensi che dovremo aspettare ancora molto?"

“Sembra proprio di no.”

Il chiavistello scattò non appena la maniglia del portone della sala si mosse, tutte le domande svanirono dalla mente di Galad, stava per entrare l'uomo che doveva proteggere, aveva deciso che avrebbe svolto quel lavoro al meglio per non bruciarsi la possibilità di avere le informazioni che cercava, se esistevano; sotto il mantello gli artigli sfregavano fra loro in un gesto simile a quello che un guerriero compie quando vuole affilare la lama, stava già pensando a come sarebbero affondati nella gola del Vecchio se non avesse tenuto fede al suo impegno.

Accompagnato da Hulin e un altro uomo ai due lati, Lord Loyalar fece il suo ingresso nella sala con il portamento regale che si confaceva ad un vero nobile, uno di alto rango e molto potente – non sapeva da dove gli venisse quel pensiero, sapeva solo che quella camminata e quella postura indicavano una levatura sociale estremamente alta –o per lo meno lo era stato in passato. Da quanto aveva appreso nel suo viaggio di mesi attraverso il Dortan, adesso le cariche nobiliari non valevano più niente e la democrazia aveva tolto privilegi a persone come lui, eppure dalla tunica finemente ricamata con intricati motivi in oro che ricoprivano una parte importante della superficie del vestito, ed il volto che irradiava regalità e pareva aspettarsi obbedienza da parte di tutti incondizionatamente, Galad era sicuro di capire che non aveva accettato la decadenza del suo titolo e anzi, si aspettava che tutto tornasse presto come prima.

Eseguendo un leggero inchino ed abbassando la testa, come fare era un altro di quei ricordi che aveva ma non sapeva dire da dove venisse, il Drago cercò di mostrare deferenza e rispetto per il datore di lavoro, per dare l’impressione di sapere con chi aveva a che fare e compiacere l’ego del nobile, così che rimanesse soddisfatto e non avesse motivo di negare la ricompensa che gli era dovuta e che finalmente, forse, l’avrebbe portato dove voleva andare. La sua voce era ferma e determinata, ma al tempo stesso rispettosa, e quando parlò si tirò su guardando il lord direttamente negli occhi, alla fine a lui non interessava davvero chi fosse l’uomo, ma tentò di far prendere al suo volto l’espressione più dura e rispettosa che conoscesse.

“Salve, Lord Loyalar”






Scheda Riassuntiva di Galad

Condizioni:
Corpo: 80%
Mente: 75%
Energia: 65%
Status Fisico: buono - livido Medio alla spalla sinistra e ferita Media al braccio destro.
Status Psicologico: buono
Riserva CS: 4 Forza, 3 Velocità, 2 Intuito, 1 Agilità

Passive:
resistenza al fuoco non tecnica [6/6]
Capacità di ignorare dolore fisico [6/6]
+ 1 CS alla Forza se nemico utilizza tecniche di power up [5/6]
Forza sovrumana [5/6]


Attive:La Resistenza di un Drago:[abilità personale 1/25 di schivata di natura fisica consumo Medio di Energia, difende da un danno Medio di natura fisica]
La Potenza di un Drago:[pergamena Guerriero "Fortificazione Suprema" natura fisica, consumo Critico di Energia, dona +6 CS a Forza, +5 CS a Velocità, +3 CS in Intuito e +2 CS in Agilità,abilità personale 4/25, tecnica di natura magica, consumo Medio di Energia, Galad concentra il fuoco draconico in una qualsiasi delle sue armi, quindi attacca il bersaglio che, se colpito, subirà un danno Medio al Fisico

Consumi: 1Critico+2 Medi= 40+10+10=60%

Riassunto: eccoci qua per il mio primo post :ponpon:

penso di aver fratto un postpiuttosto lungoma mi è servito per spiegare perchè mai Galad avrebbe dovuto essere nella Roesfalda essendo lui originario dell'Akeran. Galad infatti sta cercando la grotta di Mae-zas, un'antica leggenda Maegon che ha a che fare con la sua mutazione e si è spinto sempre più a nord guidato dalle voci. Il motivo per cui Galad si è fatto coinvolgere in questo compito è che mastro Hulin, il reclutatore, pare conoscere molto su quella leggenda. per quanto riguarda il combattimento, ho cercato di usare uno stratagemma perché combattere contro 2 pericolosità D per me che sono una D anch'io non sarebbe stato tanto coerente con una vittoria, quindi:

ho fatto si che uno dei due mi attaccasse e mi spingesse verso il cancello del forte, durante il primo attacco di Keiran, lui si potenzia con +4 CS alla forza e mi attacca, io uso la pergamena fortificazione suprema e la passiva che mi dona + 1 CS a forza per il potenziamento del nemico, quindi paro tutti gli attacchi usando 2 CS in forza, 1 in velocità e 1 in intuito, dopodichè uso la mia schivata fisica Media per difendere il pugno-tecnica Alta fisica- subendo un Medio alla spalla sinistra. Volteggio dietro l'avversario ed eseguo un affondo parato da una tecnica fisica Bassa, quindi uso un pugno improvviso usando 1 CS in velocità e 1 in forza ed unendo la passiva di forza sovrumana, così che quando colpisco l'uomo questo faccia un bel volo all'indietro oltrepassando il cancello che mi appresto a chiudere. nel frattempo mi ha raggiunto l'altro fratello che mi colpisce con un attacco fisico portato con 2 CS in velocità, uso 1 CS in agilità per tentare di schivare ma lui mi colpisce al braccio destro lasciandomi un taglio di entità Media. mi allontano, paro un altro attacco fisico ed uso la mia tecnica personale Media, incanalando l'energia nella mano sinistra e sferrando un pugno che colpisce l'avversario e lo getta a terra. l'incontro viene fermato prima che possa saltare alla gola dell'avversario e proprio mentre Keiran si stava gettando ancora addosso a me dopo aver riaperto il cancello.
il resto del post descrive l'arrivo alla villa e la conversazione con Yoshir, PG di Crowen, concordata con lui in privato.
scusate se sono stato prolisso anche nel riassunto :8D:
P.S scusate anche per la citazione di Star Trek nel titolo del post, ma ci stava troppo bene, alla fine l'ystfalda è davvero l'ultima frontiera :v:


Edited by mr.gioco - 14/12/2016, 11:57
view post Posted: 13/12/2016, 21:19 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
Ramses il post è pronto eh, domani posto, ho voluto correggerlo un innumerevole numero di volte :sese:
view post Posted: 12/12/2016, 01:40 Flood is the way - Altro
No alla violenza nella guerra :qwe:
view post Posted: 10/12/2016, 20:45 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
Scusate se mi insinuo nella vostra titolata, ramses una domanda, il post dei difensori finisce con loyalar che entra nella sala da pranzo: ce una descrizione ufficiale? Oppure ci fermiamo proprio nel momento in cui entra ?
view post Posted: 9/12/2016, 16:27 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
rieccomi :8D:
scusa ramses, io e crowen incontriamo gli stessi nemici nello stesso posto e quindi ci incontriamo durante le selezioni oppure tutto questo può accadere anche in momenti e posti differenti e quindi noi ci conosciamo solo nella sala del "trono" di loyalar?
view post Posted: 8/12/2016, 21:09 Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊ - Confronto
ultima domanda... credo :8D:

il mio post si svolge nell'intervallo di tempo dai 15 giorni prima dell'arrivo della lettera e il giorno prima del banchetto giusto?
alla fine del post il mio PG deve tener conto dei danni subiti nel combattimento e dei consumi spesi? oppure li scrivo solo per far vedere quali tecniche ho usato nel combattimento e alla fine sono come nuovo?
35 replies since 29/11/2016