|
| Si accarezzò la barba, nera, folta, con qualche punta di bianco che di tanto in tanto compariva sparso qua e là. L’uomo era sbragato sul trono, annoiato, con una gamba poggiata sul bracciolo e l’altra a penzoloni.
Era diventato pigro, col tempo.
Non fraintendiamo, era comunque un uomo enorme di stazza, fisicamente ancora prestante e nulla nel suo aspetto tradiva quella che era la sua fama di guerriero. Tuttavia, una volta conquistata Umut Alev, una volta seduto su quel trono, Lamrael Redskin si era lasciato andare. Ormai i tempi in cui si buttava a capofitto in ogni battaglia erano lontani. Un po’ gli mancavano, d’altra parte s’era dedicato all’amministrazione della città e della sua squadra di mercenari. La Tentatio era ancora forte in quei territori anzi, sembrava crescere di giorno in giorno con ineluttabile potenza.
Aveva rinunciato a combattere? Forse sì.
Si era arreso al destino di quelle terre, si era arreso in attesa che qualcuno o qualcosa arrivasse a destarlo da quel torpore. Era immerso in quei pensieri, in ricordi di battaglie ormai lontane. Teste mozzate, arti spezzati, spadoni che roteavano nel cielo e voci. Urla continue di persone e demoni.C’era sangue ovunque, se si concentrava un attimo di più riusciva persino a sentire il sapore metallico nella sua bocca.Tutte quelle visioni, quelle sensazioni lo tormentavano di giorno e gli evitavano il sonno di notte.Il buio e il silenzio erano tremendi per un guerriero che aveva ormai appeso lo spadone in bella vista dietro al suo trono.
Sentì dei passi in quel buio, un trottolare veloce di gambe piccole e barcollanti. Una figura minuta e sgraziata, dalla lunga barba ben curata e dai capelli folti comparve dal fondo della stanza, avvicinandosi sempre di più alle zone di luce illuminate dalle torce appese alle colonne. « Mi aspettavo di più dal famoso Lamrael Redskin – sbuffò il nano – molto di più di un vecchio re annoiato. » Lamrael non si scompose minimamente, continuando a fissare il nano con i suoi occhi rossi e profondi. « Tu – sospirò Lamrael – che vuoi? » Disse stancamente, in maniera distaccata, come se non gli importasse per davvero la risposta. « Che alzi il culo da quel trono e torni a combattere, al mio fianco. » Lamrael rise, rise di gusto come non lo faceva forse da tempo. Si ricompose, togliendo la gamba dal bracciolo e poggiando le mani sulle ginocchia sporgendosi col corpo verso il suo interlocutore. Continuò a fissarlo, con quegli occhi iniettati di sangue. Per lo meno il nano ora aveva la sua attenzione. « Ho intenzione di riconquistare tutto l’Akeran. Di unificarlo per creare il più grande esercito che il Sud abbia mai visto. – Il nano tuonò – per combattere. » Lamrael sospirò, quasi deluso. Molti signorotti avevano fatto quella richiesta. Richiesta che Lamrael aveva sempre rifiutato. I Leoni Rossi non si schieravano, non avrebbero appoggiato nessuna bandiera se non la propria. « Perdi tempo nano. » Sputò quelle parole con disprezzo. Il nano contrasse i pugni, trattenendo la rabbia. Poi inspirò profondamente, come a voler riprendere una calma che non gli apparteneva. « Ti facevo più arguto, umano. » Sorrise, mostrando in denti bianchi che spuntavano dalla barba. « Lo sai cosa dobbiamo combattere. » Lamrael trasalì per un secondo, quale pazzo aveva ancora tali intenzioni. Nessuno su Theras aveva ormai quelle idee. Tutti ormai si erano lasciati andare al proprio destino, tutto ormai era una landa desolata che si trascinava stancamente verso la fine di tutto.
« Che cazzo stai dicendo? » Si alzò, con ferocia, andando a muso duro contro il nano. Era basso, talmente basso che Lamrael in confronto pareva un cazzo di orco gigantesco. Lo guardò negli occhi e il nano non parve impaurirsi, anzi resse lo sguardo intenso. « Allora, combattiamo? » « Seagon, raduna i Leoni Rossi. » Disse Lamrael, a qualcuno lì nel buio. ___________________ ________ _________________
Lamrael e Jahrir erano davanti a un tavolo di legno, all’interno di una tenda, al centro di un accampamento nel bel mezzo del deserto. L’esercito dei nani unito a quello dei Leoni Rossi avanzava rapidamente da Città Libera a Città Libera e lì dove non arrivava la diplomazia giungeva la forza. Stavano piegando l’Akeran al loro volere, conquistando dove c’era da conquistare, saccheggiando dove c’era da saccheggiare e i metodi non erano sempre dei più delicati. L’esercito a ogni battaglia, a ogni città aumentava di numero. Gli uomini seguivano ciecamente i due, chi per paura, chi per credo, chi perché non aveva avuto scelta. I due osservavano una mappa poggiata sul tavolo. La mappa rappresentava l’Akeran in ogni minimo dettaglio. « I pirati continuano ad attaccare e saccheggiare le città della costa. » Disse il nano indicando la zona vicino all’Oceano di Zar. « Non abbiamo navi o uomini a sufficienza per combattere quella minaccia. » Si portò una mano alla fronte, per asciugarsi il rivolo che gli scendeva tra le rughe. Lamrael l’osservò, pensieroso. I Leoni Rossi non avevano mai combattuto per mare, né lui aveva la più pallida idea di come si potesse guidare un esercito per mare. Lui era un uomo di terra, rigettato direttamente dalle profondità del deserto. Per quanto ne sapeva poteva anche soffrire di mal di mare. « Noi no – sorrise – ma abbiamo un drago. » Forse non il migliore, non il più forte. Ma era pur sempre un drago. Avrebbe bruciato ogni singola nave, avrebbe messo fuoco a quei pezzi di legno galleggianti, mentre loro avrebbero combattuto a terra gli uomini rimasti. Per sterminare definitivamente quegli abietti pirati. Lui, un nano e un drago blu.
Niente, ho fatto tardi e non è uscito come mi aspettavo. ma il lavoro mi ha preso. CoMUNQUE jAHIR va da Lamrael e mettono su un esercito, conquistano la maggior parte delle città libere e chiamano Morpheus (un mio vecchio pg) per distruggere i pirati dell'oceano di zar.
|
| |
|