Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Le Cirque de Fou, ~ OUVERTURE: La Sala delle Fiaccole

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Sephrine
view post Posted on 7/7/2008, 17:36





All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta, oggi è festa.
In vita sol quando s’incrociano le spade
e se il vento gonfia il drappo di chi cade,
se i bianchi fior si fan vermigli di sangue,
allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.




Le Cirque de Fou




Il sole si leva ad est rosso sangue
ma luce non dà a chi in pace langue
ed amo nel buio veder le sue lance
trafiggere il sonno, parlare a chi piange.
La sua virtù sfida da sola le tenebre.


~ OUVERTURE: La Sala delle Fiaccole

La sala in cui li avevano rinchiusi era ampia, circolare. Le pareti e il pavimento erano di roccia nera, fredda e liscia come ghiaccio. I piedi nudi di Kirara erano gelati e le braccia, appese da chissà quante ore a quelle catene che la costringevano a tenerle sollevate verso l’alto, ormai erano diventate completamente insensibili. Poche volte si era trovata in una posizione così scomoda.
Si trovavano sottoterra: quello era quasi certo, data la puzza di chiuso e di muffa. Un gocciolio persistente, da qualche parte, infrangeva l’altrimenti perfetto silenzio nella stanza. Nessuna finestra: l’unica luce proveniva dalle fiaccole che ognuno di loro aveva un metro circa sopra la testa.
Si guardò intorno, suo malgrado trovando interessante la situazione. Saranno stati una ventina in tutto - la vista era ancora leggermente annebbiata -, tutti appesi in quella curiosa posizione da impiccati, tutti contro il muro di pietra. Avevano catene che partivano dal muro e che si attaccavano al collo, alle braccia, alle gambe; sembravano tutti addormentati. Con gli occhi cercò la figura di suo fratello, aggrottando le sottili sopracciglia con fare apprensivo, per poi distenderle quando infine lo trovò, addormentato come gli altri. Cautamente, provò a fare forza sulle catene: niente da fare.
Tra un prigioniero e l’altro c’era sempre una porta, un ingresso sbarrato da un’inferriata che impediva l’accesso. Non sapeva quante porte fossero in tutto, perché non riusciva a girare la testa di lato a causa della catena che le teneva il collo. Uomini, donne, umani, elfi: chi li aveva portati lì non faceva certo distinzioni di razza o di sesso. Ognuno era legato, in quella strana maniera che costringeva i loro corpi a restare in piedi anche nel sonno. Sembravano martiri sulla croce: braccia aperte, busto leggermente riverso in avanti, testa abbandonata sulla spalla.
Al centro della sala, un enorme fuoco – presumibilmente magico, visto che non c’era nessun genere di combustibile ad alimentarlo – ardeva vivacemente su un basamento circolare di pietra, guizzando rapido e illuminando l’ambiente con il chiarore rossastro delle sue lingue di fiamma.
I lacci non le lasciavano quasi nessuna libertà di movimento. Irritata, piegò all’indietro le orecchie feline che le spuntavano dalla massa corvina di lunghi capelli. Sbuffò sonoramente, per poi schiarirsi la gola, scoprendo un poco rauca la propria voce.

« Insomma, svegliatevi! »

Esclamò severa, scuotendo le catene e producendo più rumore possibile. La sua voce di bambina rimbombò nella stanza vuota come un piccolo tuono. Rivolse le iridi verso l’alto, da dove dei grandi occhi cremisi incastonati nella volta di pietra li fissavano impassibili. Le loro pupille si muovevano come se fossero stati vivi e consapevoli, e questo le causò un moto di disgusto.
Erano davvero raccapriccianti, le facevano orrore. Per di più – constatò con un brivido – non sapeva perché, ma le davano l’impressione che ridessero di loro.
Anche se ovviamente era impossibile.
O forse no.

Conceda l’inferno al mio cuor di sentire
rumori di spade, cavalli nitrire,
ai miei occhi il vedere in pazza partita
due petti ferrati contendersi la vita
e voglio morir baciando un’ora di guerra...


Backstage

Innanzitutto, benvenuti e buon divertimento a tutti. Questa è la prima parte del torneo, consistente in una sorta di megaquest. I vostri personaggi si trovano nella sala circolare come Kirara, nelle sue stesse condizioni e tutti profondamente addormentati. Nei vostri post dovete descrivere il momento del risveglio: non sapete come siete arrivati lì, siete storditi, assonnati e confusi. Vi sentite come se vi avessero drogato e dato una botta in testa. Chi ha una perm uguale o superiore a 300 si riprende abbastanza in fretta, chi ne ha una minore è intontito. Chi ha una perf uguale o superiore a 300 può riuscire a liberarsi dei legami con una prova di forza, ma i bracciali di ferro che vi legano alle catene restano ai polsi nonostante qualsiasi sforzo. Siete privi delle armi e degli oggetti palesemente rivolti alla lotta, ma se solitamente tenete con voi alcuni accessori dall’aspetto anche solo apparentemente innocuo (anelli, collane, eccetera) ne siete tuttora in possesso. Chi vuole utilizzare tecniche o abilità per liberarsi dalle catene può provare, ma saremo noi narratori a decretare la riuscita o il fallimento del tentativo. Le porte che si trovano un prigioniero e l’altro rimangono chiuse dalle inferriate, e non ci sono altre vie d’uscita. Per ogni dubbio resto a disposizione via mp. Limitate (o meglio, evitate del tutto) gli OT, o non farete neppure in tempo a pentirvene.
I narratori sono Sephrine, .Wolf e Capitan_Kuro. La prima sessione durerà 7 giorni a partire da ora. Enjoy.


All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta,
oggi è festa.

 
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__White__
view post Posted on 7/7/2008, 18:05




*Legenda*
Pensieri
Parole


[[Capitolo 1 : Risveglio...]]

Dormiva... O per lo meno, così sembrava...
Il corpo verde del ragazzo era legato al muro tramite l'ausilio di alcune catene ed anelli di ferro che impedivano il suo movimento, Le sue braccia, protese verso l'alto ormai sembravano essere 2 ghiaccioli talmente il tempo le aveva intorpidite, la sua testa, quasi china sul petto lo faceva sembrare morto ma ciò non era vero...
Il suo respiro infatti, simile a quello di un dormiente, ne gonfiava il corpo ad intervalli regolari lasciando svanire ogni possibilità della sua morte...
Nessuna voce lo avrebbe destato da quel sonno se non quella di una ragazza...

« Insomma. Svegliatevi! »

L'urlo scosse la stanza e la mente del ragazzo che al tentativo vano di risollevareil capo un poco e di aprire gli occhi venne colpito da un fortissimo mal di testa e da una apparente cecità...
La sua mente infatti doveva essere ststa drogata da qualcosa di ancora più potente di qualsiasi sonnifero...
Capiva chiaramente che quel luogo a lui poco familiare era impregnato di magia...
Tenne gli occhi chiusi ma tentò di capire da dove proveniva quella voce mentre si accorse di essere legato: le braccia gli sembravano 2 freddi pezzi di legno e le gambe gli pulsavano come se tutto il sangue del suo corpo fosse sparito dagli arti superiori per andare a finire in quelli inferiori...
Iniziò quindi a muovere freneticamente le dita delle mani nel vano tentativo di ripristinare una qualsivoglia situazione normale nel suo corpo ma la sua mente gli impediva di eseguire dei movimenti coordinati...

Non una droga, non avrebbe fatto tutto questo effetto su un corpo allenato, ma si trattava di magia...

...
...
Non Riesco a...
Muovermi...


Si rese però conto di non essere solo in quella stanza... lentamente infatti stava tentando di riaprire gli occhi nel vano tentativo di riuscire a capire dov'era: dinnanzi a lui un grande braciere illuminava l'area circostante e, con molta fatica riuscì a distinguere intorno a se altre figure legate al muro nel suo stesso modo...
Probabilmente non sarebbe riuscito nemmeno a reggersi in piedi in quello stato ma voleva lo stesso provare ad aiutare quelle povere persone che con lui condividevano quella sfortunata sorte...

Non sapeva se i suoi sforzi sarebbero serviti a qualcosa ma mise tutte le sue forze nel tentativo di liberarsi...

AARGHHHI o M i g l i o r o !


Un'urlo disumano uscì dalla sua bocca mentre le sue forze aumentavano a dismisura ed il suo corpo si sentiva stranamente rinvigorito...
Visto il suo parziale intontimento però non sapeva nemmeno dov'era ed i suoi movimenti furono piuttosto convulsi...
Con uno strattone riuscì a strappare dalla catena il bracciale che legava la mano destra al muro e, nello stesso istante anche la gamba sinistra ebbe la stessa sorte...
Rimaneva ora con una gamba a penzoloni ed un braccio che ancora risentiva del trattamento subito e se ne stava riverso sul fianco...

AARGHHH...


In quel momento la sua mente era completamente vuota, come in uno stato di trance il suo interesse era solo quello di liberarsi da quelle catene che lo tenevano prigioniero...
Il braccio sinistro, ancora ttaccato alla parete iniziava lentamente ad escoriarsi anche se era ricoperto dalle bende ed il collo iniziava a sentire il peso dell'intero corpo, se non si fosse mosso velocemente probabilmente sarebbe morto soffocato...
Un'ultimo violento spasmo riuscì ad ottenere la liberazione della gamba e del collo ma in quel momento il braccio sinistro iniziava veramente a dolergli...
Il grosso bracciale di ferro iniziava a penetrare nella carne del ragazzo quando, con un definitivo sforzo Rock Lee riuscì a strappare la catena che rimase, per 3 anelli, ancora attaccata al bracciale che portava sul braccio...

il corpo del ragazzo cadde rovinosamente a terra dolente in quasi ogni sua giuntura... Le sue braccia, affaticate e ferite non si muovevano vista la loro precedente posizione ma, più di tutte gli doleva la testa che continuava a girare...
La cosa che aveva portato in quel luogo il ragazzo lo aveva stordito proprio bene...







CITAZIONE

[Rock Lee]
[ReC:200] • [AeV:225] • [PeRf:225] • [PeRm:25] • [CaeM:200]



Energia__ 88%
Consumi__ medio [-12%]
Status Fisico__ Ferita leggera al polso sinistro e ancora indolenzito vista la posizione che il suo corpo aveva assunto
Status Psicologico__ Completamente intontito

Tecniche passive o attive:

I o N o n C a d O ! ~ La forza di volontà e senza ombra di dubbio la caratteristica preponderante nel cigione... Questa stessa forza infatti gli permette di non cedere mai alla fatica e di non crollare mai sotto il peso della stanchezza... Le sue energie quindi non gli farenno alcun peso psicologico ne fisico o, per lo meno, glilo fananno indubbiamente meno di quanto ne facciano agli altri esseri viventi...
Avendo infatti le stesse energie delle altre creature Rock Lee ha sviluppato talmente tanto la sua forza da non avenire quando le sue energie raggiungeranno il 10% (cosa che gli altri farebbero)...
Tutto ciò però non Toglie che il ragazzo sarà affannato quando raggiungerà il 20% e morirà raggiungendo lo 0%... [Abilità razziale Controllo energetico]

I o S o n o F o r t e ! ~ L'allenamento negli anni passati di Rock Lee lo ha istruito a non combattere utilizzando armi... La sua forza però è stata plasmata in maniera molto maggiore rispetto a quella di molti altri esseri umani della sua giovane ètà: il ragazzo quindi, oltre che in valori numerici, sarà in grado di sollevare pesi molto grandi come spadone o mazze ma anche massi e pietre... [Dominio Passivo]

I o N o n U s o M a g i a ! ~ La probabilità che in un mondo come quello in cui è nato Rock Lee nasca un'individuo che non sia in grado di utilizzare la magia è praticamente nulla... Come si suol dire però "l'eccezione conferma la regola"... Rock Lee è questa eccezione: il ragazzo infatti non ha la benchè minima difesa contro la magia ne la minima possibilità di utilizzare attacchi di tipo magico...
La sua sfortuna in questo ambito si è però rivelata una benidizione nell'ambito fisico che egli ha molto più sviluppato rispetto ai suoi simili...
Tutti i punti infatti che avrebbe o otterrebbe nella PeRm ricadono infatti nelle sue altre caratteristiche rendendolo notevolmente più abile nel combattimento fisico... [Abilità]

I o M i g l i o r o ! ~ L'abilità di un fighter è quella di scoprire le sue carte una alla volta così da sorprendere l'avversario e coglierlo impreparato ed incapace di rispondere ad un'offensiva... il ragazzo è quindi divenuto in grado di migliorare esponenzialmente non solo durante l'allenamento ma anche durante il duello stesso: ad un consumo Medio infatti egli sarà in grado di aumentare la propria PeRf di bem 100 Punti... L'effetto però non sarà duraturo nel tempo e quindi, finito il turno la sua forza e resistenza fisica torneranno ai normali valori... [Dominio Attivo]

 
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Andre_03
view post Posted on 7/7/2008, 21:19




La Dama di Picche ed il Giullare Rosso » ]InTeRmEzzO DeL gIuLLaRe[ «

Ricordava quella sensazione.
Era piacevole.

Leggero e carezzevole, un fragore d'incenso gli permeava le narici, seducendo, ammaliando. La puttana sotto di lui gemeva e si contorceva. Quella al suo fianco faceva altrettanto, intrattenendosi come meglio poteva in attesa del suo turno. Le lenzuola s'erano fatte pesanti e appiccicose, l'aria nella stanza era calda. La lotta, sinuosa e profonda. Si sentiva in estasi con tutti i sensi. Non uccideva da qualche ora, ma il sesso sapeva sopperire bene, soprattutto se praticato da capaci fanciulle.
Poi tutto scomparve.
Ricordava quella sensazione.
Era sgradevole.

Acido e penetrante, il lezzo dell'incenso gli attaccava le narici, pungendo e irritando. Le carte correvano veloci fra le sue mani esperte, con un rumore frusciante senza fine. Mischiava in fretta, il Guitto. Come rapido gettò le carte, una per una, coperte, sulla cassa davanti a lui. Nella notte, gli oggetti rettangolari sembrarono apparire magicamente sul legno. Li posizionò a rombo. Era un suo metodo per leggere il futuro. Lo faceva spesso, prima delle battaglie. Generalmente dopo il sesso.
Voltò la prima carta.
La Donna di Picche.
Sorrise, ironico.
Sapeva cosa significasse, ma volle aspettare la fine del "gioco" prima di trarre conclusioni.
Fu quando arrivò all'ultima carta, in basso, a ridere di gusto.
Il Giullare.
Guardò quella J rossa con gli occhi cremisi che scintillavano nella notte, lì nella tenda della cartomante uccisa poco prima.
Prese la carta fra le mani, e nel farlo inavvertitamente si tagliò un dito. L'indice sinistro, che cominciò a sanguinare lentamente, coprendo la carta.
Tutto accade per un motivo.
Poi tutto scomparve. Di nuovo.
Si trovava adesso in una zona buia e avvolta da una bruma chiara, ma alta e densa. Era solo, disarmato. Con calma si guardò attorno, confuso. Un sorrisetto gli apparve sul volto. La preoccupazione non faceva parte del suo essere, né la paura. Prese a camminare, ma delle voci lo colpirono come cazzotti nel silenzio.

"All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta, oggi è festa.
In vita sol quando s’incrociano le spade
e se il vento gonfia il drappo di chi cade,
se i bianchi fior si fan vermigli di sangue,
allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol."


Non aveva mai sentito quella canzone. Ma gli piacque, e molto. Cercò attorno a sé il bardo che ne stesse declamando i versi, però non vide nessuno. Solo nebbia e oscurità. Solitudine e musica.

"Il sole si leva ad est rosso sangue
ma luce non dà a chi in pace langue
ed amo nel buio veder le sue lance
trafiggere il sonno, parlare a chi piange.
La sua virtù sfida da sola le tenebre."


Una fitta di dolore lo investì all'improvviso. Ruggì sommessamente, bestemmiando. Le tempie in fiamme, sentì la testa scoppiargli. E sussurri, tutt'intorno.
Dopo venne la voce.
Era giovane, una bambina. O forse una ragazza.

CITAZIONE

« Insomma, svegliatevi! »


Femminea, rauca.
E tutto scomparve, per l'ultima fottuta volta.

Apri gli occhi, Giullare.
Non sono chiusi.
Aprili e basta.

Stordito, confuso, sollevò le palpebre con crescente fatica.
In bocca, sentiva un sapore di rame misto a sangue, e ne godette silenziosamente. Tirò su col naso, sbattendo una, due, tre volte le ciglia. Gli parve che la testa stesse per scoppiargli. Chi...cosa...ma soprattutto...dove cazzo si trovava?
Strizzò gli occhi, cercando di mandare via quel dolore fottuto e lancinante. Ancora intontito, sollevò il capo lentamente. La realtà, pian piano, si palesò per quel che era. Scoprì di essere appeso, mani e collo, come crocifisso, su un muro freddo. Gocce umide bagnavano ritmicamente il suolo, cadendo una dopo l'altra a poca distanza dal Guitto.
In un primo momento, sbuffò.

"Cazzo. Mi hanno preso."

Un pensiero dettato più dall'istinto e dall'esperienza che dalla razionalità, ancora vacante. Sputò, e lasciò che la testa ciondolasse sul collo. L'oscurità era fitta, non abbastanza da non vederci attraverso, grazie a delle fiaccole, ma per lui parve giorno pieno. Segno che il monocolo era in tasca, come sempre. Digrignò i denti, aprendo sempre meglio gli occhi stanchi e pesanti. Non era solo. Attorno a lui, in un cerchio macabro, altre persone giacevano nelle stesse condizioni. Gli venne da ridere, e sentì lentamente la coscienza affiorare. La follia prese il sopravvento sulla confusione, sottomettendola e possedendola. Divenne nuovamente padrona incontrastata di quel corpo, dicendogli cosa fare. E con quanta violenza farlo.
Ai suoi fianchi intravide grate, ma non fece troppo caso né a quelle, né alle altre persone che parevano dormire e svegliarsi lì attorno. Una ventina, forse. Decise di cominciare a massacrarli solo dopo essersi liberato. Sarebbe stato più facile, senza quelle fottute catene.
Strattonò leggermente prima la catena destra, poi la sinistra. Sollevando lo sguardo dritto davanti a sé con truce violenza negli occhi scarlatti, si liberò. Prima con la destra, un colpo secco ed un clangore metallico gli fecero capire che la catena si era spezzata definitivamente. Con la mano libera, ma ancora cinta al polso dal bracciale di ferro, afferrò i magli che lo reggevano dal collo, e spezzò pure quelli. Non fu una cosa semplice, comunque. Il dolore alla mano era grande, certo. Tuttavia si mutò in goduria per lui. Ultima, la mano sinistra. Strattone potente, e anche l'ultimo vincolo venne spezzato. Cadde in ginocchio, ridendo e gemendo. Massaggiandosi polsi e collo, ancora chiusi dentro potenti anelli di ferro, il Guitto rise con più gusto.
La libertà era a portata di mano.
Sollevò la testa, guardando i presenti.

«...e adesso? Da chi cominciamo?»

Nella testa ancora quelle parole, riecheggiavano con armonia a divertimento sempre crescenti.

"All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta,
oggi è festa."

Guarda attentamente, e scegli con cura.
Cosa dovrei scegliere?
La tua prossima vittima.




SPOILER (click to view)
CITAZIONE

» [LeGeNdA] «
Shagwell, il Giullare



» [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 350][PeRm: 175][CaeM: 275] «


StAtO « Dolorante in corrispondenza di polsi e collo; afflitto da emicrania scemante.
eNeRgIa « 100%
EqUiPaGGiaMenTo « Le mani del Giullare;
Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
CITAZIONE
Monocolo della famiglia Meribald iL gUeRcIo GuArDoNe « Si tratta di un vecchio e logoro monocolo violaceo, oggetto che apparteneva al Tetro, vecchia conoscenza del Guitto; o meglio, ex-conoscenza del Guitto. Shag l’ha ottenuto dopo una cruenta battaglia e, per quel che si ricorda, se l’è trovato in mano dopo aver ripreso i sensi. Ma può un necromante possedere un oggetto privo di poteri? Certo che no. Difatti, anche tenendolo solamente in tasca, il monocolo conferisce al portatore l’abilità di scrutare nelle tenebre più scure. Il Giullare avrà quindi una visuale perfetta anche nell’ombra più corrotta, a patto che essa non sia illusoria.

PaSSiVe «
CITAZIONE
SoNo Il pIù FoRtE « Credo che l'appellativo "forte" si sposi alla perfezione con la figura di Shagwell. Vedete, lui è veramente molto potente. Il suo fisico, nonostante appaia asciutto e leggermente inferiore, in quanto a tono muscolare, a quello di molti altri guerrieri, nasconde in realtà una brutalità senza paragoni. In qualità di essere umano, ci si aspetterebbe fragilità da lui, o vulnerabilità. Non è così: il Giullare è estremamente resistente, difficile da buttare giù in battaglia. Questo perchè si è allenato? No, non diciamo puttanate. Lui non si allena, non gliene frega un cazzo di diventare forte. E' già forte, ed il suo "allenamento" consiste nella costante caccia all'uomo, nell'incessante desiderio -puntualmente soddisfatto- di ammazzare la gente e combattere. Esperienza, ridotta all'osso, che si manifesta in svariati modi. Primo su tutti, la sua enorme forza bruta. Differente dalla norma, la sua potenza fisica è talmente elevata da permettergli parecchie azioni inusuali. Pugni, calci, tutti gli attacchi sferrati da Shagwell sono più forti e dolorosi del normale. Inoltre, può tranquillamente impugnare armi di grossa stazza con una mano sola, se gli aggrada. Il suo Scettro del Giullare ne è la riprova: la utilizza non con due, ma con una mano. E senza difficoltà, credetemi. In suo pugno, quell'enorme spada ricurva appare rapida e letale come un fioretto. Solo che ha qualche centimetro di lama in più. Per di più, Shagwell ha anche un'altra caratteristica, che gli deriva sempre da quella succitata esperienza: la resistenza in combattimento. Si dice che gli umani siano delle creature fragili rispetto alle altre Razze. Si dice anche che abbiano sviluppato una riserva energetica "diversa" da quella degli altri popoli di Asgradel, per poter meglio sfruttare la magia. Per il Giullare il discorso è molto simile, con un'unica differenza: a lui quell'energia serve per non crollare in battaglia. Combatte come un folle, anche quando le sue energie calano sotto il 10%, restando in piedi nonostante il palese affaticamento. Ovviamente, come tutti i mortali, crollerà allo 0%, crepando malamente. Non che questo gli importi, però. Ah, quasi dimenticavo: Shagwell è, come già accennato, un pazzo bastardo a cui piace farsi e fare male. Inutile aggiungere che, con la pelle coriacea e il fisico brutale che si ritrova, riuscire a procurargli serie ferite e a farlo sanguinare sarà nettamente più difficile di quanto possa esserlo contro un Guerriero qualunque. Infine, sappiate che spezzare le ossa al Giullare è particolarmente difficile. Certo, liberi tutti di provarci, ma non dite che non vi avevo avvertito...

CITAZIONE
SoNo Il pIù FoLLe « Impressionare un pazzo è semplice, secondo voi? Io credo di no, anche dopo aver visto di cosa è capace Shagwell. Lui non si fa influenzare da niente. Non è che non abbia paura, certo. E' un essere umano e in quanto tale prova sentimenti, anche se in maniera diversa dalla maggior parte della sua Razza. Tuttavia, possiede una mente ed una psiche talmente contorta, bizzarra, strana, malata, che lo rende una sorta di "mondo a parte". Cercherò di spiegarmi meglio. E' inutile tentare di spaventare Shagwell. Ne riderà. E' inutile provare a minacciarlo. Riderà anche di quello. Le situazioni difficili non lo preoccupano, così come gli individui presunti più forti di lui. Questa sua caratteristica innata gli è molto utile su un frangente particolare: il Re. E' uno dei pochi individui al mondo che può permettersi di stare accanto a Ray senza subirne l'influenza oscura. Non teme il Re Mascherato, ma lo rispetta profondamente. Sono due cose ben diverse. Per quanto riguarda altre eventuali magie, ipnosi, cazzate da psion che possano attraversarvi la mente, sappiate che Shagwell, in virtù di questa abilità, è immune a qualsiasi effetto passivo che possa influenzare le sue emozioni. Altresì, questo potere riduce di un livello qualsiasi attacco psionico rivolto alla sua persona. Molto semplice. Per lui completamente naturale, nella sua innaturale follia.

CITAZIONE
SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Un Giullare pazzo e sanguinario può essere simpatico? Vi sembra il tipo da raccontare barzellette o improvvisarsi buffone per dare spettacolo con sketch ridicoli? Shagwell non lo è, spiacente di deludervi. Il suo concetto di "divertimento" ha, come sempre, delle pericolose assonanze con "assassinio", "massacro" e anche "dolore". Dunque, com'è che si diverte il Guitto? Semplicissimo. Ammazzando la gente, dando spettacolo strappando qualche arto o sbudellando qualche stronzo. Per fare ciò, ovviamente, ha dovuto sviluppare diverse caratteristiche...o per meglio dire, ha dovuto fare molta pratica. In primo luogo, è riuscito ad aumentare la propria agilità spingendola fino ai limiti dell'umano. Eh sì. Il Giullare Sanguinario è tanto mostruoso quanto curioso da osservare combattere. Le torsioni del busto, le acrobazie, i gesti apparentemente inutili che compie...sono tutte manifestazioni del suo estro da "Saltimbanco". E' capace di fare capriole in aria con la massima precisione, piegarsi o torcere il busto in qualsiasi direzione voglia, come un contorsionista. In sostanza, può muoversi come meglio crede in ogni situazione. Questo perchè ha una completa padronanza del suo corpo.
In secondo luogo, poi, Shag è diventato molto bravo a maneggiare gli "arnesi del mestiere". Non stupidi oggetti da giullare convenzionale, chiaro. Si parla di spade e armi varie, le sue "Puttane". Grazie ad una grande pratica, è riuscito a capire che se piega leggermente il polso e imprime una certa forza all'arma in uso, può lanciarla facendo in modo che torni da lui come fosse un boomerang. Provate a immaginare quanto male può fare una scimitarra di 2 metri in questo modo. Tanti. Troppi.

tEcNiChE « Nessuna
 
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Miaka'
view post Posted on 7/7/2008, 23:07




Gli occhi di una persona normale si riempirebbero di orrore nel ritrovarsi appesi come animali da macello in una stanza sconosciuta, in mezzo a gente sconosciute, senza la minima idea del come si è arrivati in quel luogo, o del perché. La paura in questi casi è una reazione normale: aiuta a pompare adrenalina nel sangue, permettendo così di uscire rapidamente dal torpore del sonno e reagire ad una situazione di pericolo. In un caso come quello è del tutto normale inorridire. E' del tutto normale spaventarsi. Non è normale, invece, aprire gli occhi e nonspaventarsi, nemmeno un poco. E' da spostati il non chiedersi "come mai mi trovo qui?", ed invece porsi una domanda che non c'entra niente e che non aiuta a spiegare né il luogo né il motivo per cui si è appesi in una stanza in penombra con tanta altra gente e tanti odori sconosciuti in giro.

"Mi scusi, lei sa per caso dov'è la padroncina...?"
Domandò Miaka al buio, in silenzio, agitando le orecchiucce bianche e la codina diafana, senza però emettere un suono. Miaka ha dimenticato come si fa a comunicare a parole da parecchio tempo (quanto? Giorni? Mesi? Anni? Secoli? Ha importanza?) ha dimenticato anche il suo nome, la sua casa, il volto di chi le è caro, ha dimenticato come si fa a cantare ed ha dimenticato perfino perché è al mondo. Per lei è normale svegliarsi in un posto che non conosce. Normale non sapere che cosa stava facendo prima di chiudere gli occhi. Normale scambiare un sogno per la realtà, e viceversa la realtà per un sogno, come in quel momento.
Che senso avrebbe quindi porsi domande? Tanto anche se trovasse una risposta se ne dimenticherebbe di lì a poco, quindi tutto tempo sprecato. Affidarsi all'istinto e agire di conseguenza è più facile, eviti di perdere tempo inutilmente a pensare.

« Mkeow...? »

Sussurrò un miagolio debole di chi è impegnato in qualche sforzo, mentre scalciava nella nuda aria trovando il giusto appiglio nel vuoto al terzo scalpiccio. In quel momento non sentiva alcuna voce ed alcun suono provenire dalla gente che la circondava, semplicemente perché non poteva sentire, quindi l'unica cosa su cui si concentrarono i suoi sensi furono le catene che la cingevano. Come se fosse in possesso di qualche buffa scala invisibile, si issò in alto fino ad avere sufficiente gioco con le catene che le stringevano i polsi da poterle fissare, sollevare fino a portare all'altezza dei suoi grandi e luminosi occhi azzurri. Inizialmente le addentò con i canini affilati ed in sovrannumero rispetto al normale, poi una volta constatato quanto fossero resistenti optò per richiamare a se la propria ombra, che da sotto le scarpine da bambina scivolarono come veli di seta lungo i piedini, su lungo le gambe e sulla gonna vestito verde acqua, sempre più su fino alle maniche lunghe e poi infine sulle mani, fino ad agganciarsi alle manette e ricoprirle come di una tinta nero pece. A quel punto sarebbe bastato spostare le zampine ignorando la stretta delle manette rese parzialmente incorporee per il suo corpo, una cosuccia facile-facile proprio come attraversare un muro o solidificare la propria ombra per camminarci sopra.

Miaka sbadigliò sonoramente guardandosi in giro assonnata, meditando se rimettersi a dormire in una posizione più comoda, magari in un angolo di quella stanza. Come avvertendo questo pensiero poco salutare, un batuffolo di nen bianco latte si materializzò davanti al suo viso, bloccandole la via verso il terreno. Miaka rimase a fissare incuriosita quel palloncino bianco, simile ad un fantasmino ed invisibile a chiunque. Nel farlo rimase lì, come imbambolata, e probabilmente chiunque guardandola studiare il niente come se fosse la cosa più interessante di questo mondo si sarebbe chiesto se fosse pazza o semplicemente stupida.


¬ Note tecniche

SPOILER (click to view)
CITAZIONE

[ReC 200] [AeV 575] [PeRF 75] [PeRM 100] [CaeM 225]


¬ Dati di gioco
SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Status fisico: Illesa
Status energetico: 95%
Consumi impiegati: Bassox1 Mediox0 Altox0 Criticox0
Katana: riposta nel campanellino
Wakizashi: riposta nel campanellino
Eagle dx: riposta nel campanellino, caricatore al completo
Eagle sx: riposta nel campanellino, caricatore al completo
Proiettili di riserva: 3 caricatori da 5 proiettili ognuno
Tecniche in gioco: -
Passive in uso: Chimere (Nessun odore proprio, nessun suono durante gli spostamenti, olfatto migliorato, priva di udito, forza e resistenza molto basse) I sette veli d'ombra (rilevazione dell'aura, ombre e funzioni vitali) La danza del gatto (abilità che permette di avere sempre un punto di appoggio sotto i piedi, in ogni momento)

¬ Tecniche&abilità impiegate
SPOILER (click to view)
CITAZIONE
~ La danza del gatto: L'ombra dell'elementalist segue costantemente la chimera, e non vi si distacca mai completamente contro il volere della piccola, né scompare del tutto se sottoposta a fortissime fonti di luce. Ogniqualvolta un elementalist si muove, l'ombra si muove con esso, sostenendolo e facendo da cuscinetto solido fra lei ed il terreno. Miaka non tocca mai, quindi, il terreno, rimane costantemente poggiata sulla propria ombra. Durante balzi e movimenti rapidi, l'ombra segue costantemente la bambina poggiandosi sempre sotto i suoi piedi, palesando la natura di elementalist di Miaka ad ogni sua mossa. Essendo solida, l'ombra di Miaka le permette di muoversi in aria come in terra con eguale facilità, avendo sempre un punto di appoggio su cui poggiare. [Abilità Passiva]
~ Viaris: Difficile spiegare la natura di questa entità incorporea, invisibile ed immateriale, ma usando le parole di Kora Lewis esso è... un gomitolo. I gatti, e quindi anche Miaka, adorano giocherellare con tutto ciò che si muove, e Viaris assolve a questa funzione. Il suo aspetto è quello di una massa bianca che ricorda vagamente un cuscino color latte, anche se forse è più adatto dire che somiglia ad un fantasma. Solo Miaka può vederlo, e solo lei può interagire con esso, anche se solo quando non è vista.
Ai fini del gioco, Viaris non esiste, spesso Miaka si dimentica perfino di averlo accanto e comunque è una massa di nen incapace di interagire con il piano materiale. Si può definire un'allucinazione di Miaka, anche se in realtà le è stato donato a Kora prima che quest'ultima si addormentasse. Viaris è importantissimo, perchè permette a Miaka di raggiungere la curtis arcana durante le ore di sonno, e quindi ricongiungersi con la sua padroncina mentre dorme, è questa la sua vera ed unica funzione, oltre a quella di giocattolo. [Abilità Passiva, solo background]

~Attraversare le ombre: Poggiando la mano su di un materiale qualsiasi e contemporaneamente muovendo la propria ombra su di esso, l'elementalist potrà utilizzare quest'ultima come una vera e propria porta, potendo così penetrare praticamente ovunque. All'interno di un combattimento, potrà utilizzare questo dono per sfasare attraverso una superficie qualsiasi (come il terreno) e attaccare il nemico fuoriuscendo da essa. Sono necessari qualche secondo di ferma concentrazione e un dispendio energetico pari a Basso. [Consumo Basso]


Edited by Miaka' - 8/7/2008, 00:37
 
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†Azazel†
view post Posted on 7/7/2008, 23:39




~ Goodbye, Dream ]


Durante un sogno è impossibile quantificare il tempo passato, un'altra dimensione avvolge tutti i sognatori, non una concreta e stupida come quella del mondo reale, bensì un universo onirico ove tutto è possibile fare senza alcuna limitazione.
Le leggi della fisica scompaiono, i legami col mondo sensibile pure.
Null'altro c'è che oscurità, silenzio e pace: il luogo perfetto per riposare all'infinito, persino meglio della Morte stessa.
Ma i due mondi sono collegati, onirico e materiale, quest'ultimo purtroppo è in grado di interferire nell'altro facendo sì che ogni mente possa tornare allo stato "normale" abbandonando per qualche tempo quella bellissima sensazione di vuoto che, però, è in grado di renderti libero e felice.
Si destò improvvisamente.
Respirò a pieni polmoni per qualche secondo, la vista annebbiata e un'emicrania che gli martellava il cranio s'impadronirono velocemente di lui.
Riusciva faticosamente a percepire un odore stantìo, come fosse prigioniero in un sotterraneo o in una cantina, oppure in una grotta, percepiva abbastanza chiaramente il gocciolìo d'un qualche liquido cadere dall'alto, l'unico rumore ch'era in grado d'udire nell'etere.
Sì, prigioniero.
Possenti catena lo bloccavano ai polsi, quest'ultimi legati e portati verso l'alto davano vita ad un formicolìo persistente lungo entrambi gli arti superiori per colpa della scarsa circolazione sanguigna dovuta alla scomoda posizione.
Infine delle catene lo stringevano al collo impedendogli d'effettuare movimenti col capo.
Non aveva ancora aperto gli occhi o, perlomeno, aveva tentato ma un intenso dolore l'attanagliava ogniqualvolta provava ad aprirli.
Strinse forte i pugni, confuso e alquanto incazzato tentò di farsi forza cercando di capire dove cazzo era andato a finire.
Più lentamente aprì gli occhi in modo tale poter osservare quel sudicio posto con le proprie iridi.
A quanto sembrava non era solo; circa una ventina di soggetti era relegata in quel buco, nelle sue stesse condizioni di prigionia; erano tutti disposti a cerchio, da quel poco che riuscì a vedere, e al centro di questo s'ergeva fiero un fuoco, magico pensò, visto che non c'era la presenza d'alcun tipo di combustibile in grado di sfamare le fiamme che lo componevano, poggiato su un basamento di pietra.
Tutto questi elementi rendevano il luogo lugubre, sembravano far parte di un rituale, un sacrificio a chissà quale Dio pagano.
Le uniche fonti di luce erano le fiaccole poste sopra la testa di ogni sventurato essere intrappolato in quella specie di camera delle torture.
Pochi secondi ancora e avrebbe tentato di liberarsi cercando di raccimolare quelle poche forze che aveva in corpo, ma l'emicrania aumentò di colpo per colpa di una voce femminile che rimbombò nello spazio, lacerando il velo di silenzio perenne presente e penetrando con violenza nella sua testa.

« Insomma, svegliatevi! »


Le povere orecchie dell'Espada raccolsero quella sottospecie d'ordine.
Ancora qualche altro secondo.
Uno strattone improvviso dell'arto destro scosse brutalmente le catene che legavano quest'ultimo, allentandole.
Ne bastava un altro e sarebbe riuscito a liberarsi presto e far vedere quant'era incazzato per essere stato rinchiuso in quel luogo: non era una cavia da laboratorio e nemmeno uno schifosissimo essere da sacrificare.
La rabbia lo pervase e gli diede la forza di dare l'ultimo possente colpo.
Un clangore metallico fu la conferma della liberazione del braccio destro che, stanco, andò a ricadere immediatamente verso il basso, privo di forze.
Una era andata.
Attese nuovamente qualche attimo e portò la mano libera a stringere le catene che gli bloccavano il collo; forti e al contempo doloranti le dita di questa afferrarono con veemenza il freddo metallo, distruggendolo abbastanza difficilmente.
Sgranchì il povero collo, muovendolo a destra e a sinistra, percependo così un netto miglioramento del suo status fisico: quella dannata catena faceva dannatamente male e liberarsene fu un sollievo.
Migliorando pian piano si liberò violentemente anche dell'altro ostacolo, le catene erano spezzate, il Guerriero Libero cadde in avanti, provato.
Notò che una cosa essenziale mancava.
Las Tinieblas non era lì, non era più legata al suo fianco come sempre.
L'avrebbe ritrovata a qualsiasi prezzo, digrignò i denti con rabbia.
Le uniche prove della sua prigionia erano i bracciali di ferro rimasti attaccati ai polsi, impossibili da togliere con il solo ausiglio della potenza fisica.
Poco male, se non altro era libero, forse.
Si rialzò lentamente mentre entrambe le mani andarono a massaggiare il collo dolorante, dopodichè osservò con maggior attenzione i presenti, cercando un qualche viso famigliare: in un certo senso cercava supporto.
Rapidamente riacquistò le forze e l'emicrania diminuì leggermente.
Sbadigliò, infine, indeciso sul da farsi.



SPOILER (click to view)
Parametri Attuali » [ReC: 200] • [AeV: 200] • [PeRf: 425] • [PeRm: 75] • [CaeM: 225]
Energia » 100%
Equip » Incompleto, mancanza della Zanpakuto.
Passive in uso » Nessuna

 
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Teuz24
view post Posted on 7/7/2008, 23:51




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Pensieri
Voce
Sussurri
Telepatia



«Insomma, svegliatevi!»

La ragazzina bionda pareva seccata. La voce era soffocata, sbiadita, ma le sue parole colpivano forte le orecchie nel silenzio avvolgente e pieno che li circondava. Ma come mai gridava? Era già sveglio, era qui, sdraiato, la stava guardando...
Qualcosa... qualcosa non andava, però... perché non le vedeva il volto, nascosto nell'ombra dei suoi stessi lisci, lunghi capelli color miele? Era innaturale, quell'ombra... era strana, inquietante, e in qualche modo... sbagliata... c'era luce, lì intorno, lì dentro - dov'era, a proposito? Vedeva del rosso, pareti rosse oltre la ragazzina, ma che stanza era? Dov'era finito?

«Signore, signore, svegliatevi! È tardi oramai»

La ragazza voltò la testa. Lentamente, come in una moviola. E lentamente, le sue sembianze apparvero chiare nella luce della stanza.
Prima la guancia. Un enorme taglio le solcava il viso; il candore dell'osso nella ferita risaltava attorno al sangue rappreso sulla pelle. Poi il naso, mozzato di netto, come fosse stato strappato coi denti, o dalle zanne di qualche belva. Dalle labbra, una lieve scia purpurea giungeva sino al mento. E l'occhio - l'occhio, dall'altra parte del viso, un'orbita vuota e profonda. Si volse nuovamente a guardarlo. Questa volta, che strano, i capelli non bloccavano la luce, non velavano il volto. Le grottesche sembianze di quella giovane rimanevano in bella vista, spettacolo degno del più efferato dei carnefici.

«È tardi oramai...»

Un grido irruppe nella stanza, fragoroso e potente. Una voce maschile, un urlo feroce e aggressivo, quasi assassino!

«AARGHHH»

La ragazzina, per nulla spaventata, sorrise d'un sorriso distorto e mutilato e appoggiò un dito sulle labbra pallide.

«Ssth!»

Poi rise. Una risata allegra, sincera. Da bambina.
Un'ombra, immensa, si riversò su di lei, fulminea, rapida, nell'istante in cui un secondo terribile grido si levava nell'aria.
Poi, in un lampo, l'ombra prese anche lui; e fu il buio.

Non udiva più nulla. Un solo suono accompagnava quel silenzio; rumori di catene, di ferraglia. Schiocchi violenti di metallo.
Non provava più nulla. Non aveva freddo, né caldo, non era stanco, né affamato, né lieto né triste. Era come sospeso. Dove, poi, chi lo sa. Il tempo passava? Stava passando?

«Che strano... che strano risveglio...»

Cercava in tutti i modi d'allontanare il sogno, concentrandosi sulla realtà. E tornò, poco a poco, molto lentamente, a sentire...
Sentì che non si trovava disteso. Sentì che la sua schiena poggiava su qualcosa di più duro, e freddo, del suo letto. Avvertì l'umidità che si insinuava a forza nella gola e nelle narici. Percepì un debole tepore che lambiva il suo volto. Udì poi la voce - una voce nuova, estranea.

«...e adesso? Da chi cominciamo?»

E, infine, aprì gli occhi, schiuse le palpebre con voluta lentezza. E, poco a poco, vide.
Tutto molto sfocato. Registrò un particolare alla volta. Il fuoco zampillante sul piccolo basamento al centro della sala, la forma stessa della sala, rotonda, le numerose porte serrate da robuste inferriate, le pareti - le pareti, Diosanto! C'erano - sì, erano uomini! Non solo... elfi, mezz'elfi... e chissà cos'altro! Appesi, ciascuno sotto una fiaccola, gli arti e la gola costretti da catene saldamente fissate alla roccia, parevano dormire... ma che...?
Le sue braccia... le sentiva solo ora... erano sollevate... tentò di muoverle. Un leggero tintinnare e la stretta attorno ai polsi e al collo erano risposte alla sua domanda inespressa. Tentò con più forza, concentrandosi sui suoi muscoli indolenziti e in parte, ormai, insensibili; prima con le braccia, poi con le gambe; nulla da fare. Le catene non avrebbero ceduto.

Che cosa stava succedendo? Chi mai aveva...

«Ehi! Quei due...»

Erano liberi! Le catene erano spezzate, tutte e cinque! Non distingueva bene il loro aspetto: tutto era ancora avvolto da un'insistente patina nebbiosa; ma la loro posizione e gli anelli delle catene ancora penzolanti nei punti in cui esse erano saldate ai corpi dai bracciali non lasciavano dubbi: non erano più costretti alle pareti.

«Ragazzi...»

Si schiarì la voce, rumorosamente. Aveva la gola secca, e una sete non indifferente.

«Ehi, voi, ragazzi... chi... chi siete? Come vi siete liberati?»

Dopo un istante di riflessione, aggiunse:

«E, soprattutto... dove diavolo ci troviamo, e perché?»

CITAZIONE
image

Parametri: [ReC: 225] [AeV: 225] [PeRf: 100] [PeRm: 175] [CaeM: 225]

Energie Residue: 100 %

Status Fisico: Indenne, anche se piuttosto stordito

Tecniche Passive O Attive Sfruttate:
Foedus Tenebris (Alleanza con le Tenebre) [Passivo] ~ Quando il personaggio entra in una zona d’ombra, la sua figura verrà “sfumata”, il suo profilo assumerà contorni poco nitidi, vaporosi, quasi fondendosi con l’oscurità. L'effetto vale anche per le singole parti del corpo che rimarranno nel buio. Maggiore è l'intensità delle tenebre, maggiormente la figura sarà indistinguibile da esse. Nel caso venisse a trovarsi in un'oscurità abbastanza fitta, Evol risulterà completamente invisibile, persino all'occhio più acuto.




















Edited by Teuz24 - 8/7/2008, 10:12
 
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Yelle
view post Posted on 8/7/2008, 10:41




Nebbia...
Solo nebbia...
Invadeva la sua mente, come se il suo cervello si rifiutasse di farla sognare,
come se anche l'illusorio e breve piacere del sogno dovesse esserle escluso...
punita, per l'eternità!



Le palpebre, pesanti dal sonno, si sollevarono lentamente, a metà. Erano troppo pesanti. Con uno sforzo che in quel momento le parve sovrumano, Yellë riuscì ad aprire completamente gli occhi, ma solo per venire accecata da un'ondata di fumo, mentre un intenso odore di incenso le invadeva le narici, facendola ripiombare nel mondo delle tenebre. Nella sua mente, solo un'immagine sfocata, di una grande stanza circolare con strane figure appese alle pareti, e un dolore crescente ai polsi.

Dopo chissà quanto tempo, il tutto si ripetè, senza che l'elfa avesse il minimo ricordo dell'apparizione precedente. Ma l'odore era rimasto, così come l'annebbiamento e il dolore ai polsi.
Non riusciva a pensare. C'era qualcosa, una magia, forse, che le impediva di ragionare su quella strana situazione, di ricordare la malaugurata azione che l'aveva trasportata in quella stanza, né tantomeno di elaborare un modo per uscirne.
Si sentiva solo estremamente confusa. E stupida.
L'unica cosa che riusciva a percepire, oltre la propria inutilità, ora che le sue facoltà mentali le erano sequestrate, era la sempre maggiore quantità di fitte di dolore provenienti dalle sue appendici superiori: le braccia o, più precisamente, i polsi. Abbassando quello sguardo sfocato e cieco, Yellë si accorse, dopo qualche istante, di essere incatenata a un muro, a diversi metri d'altezza, in compagnia di parecchie persone sconosciute. Troppe, per i suoi gusti.
Non riusciva a ragionare, vero, ma l'istinto di sopravvivenza le era rimasto, e quell'istinto in quel momento le diceva che doveva liberarsi, se non voleva che gli altri lo facessero prima di lei o che entrasse qualcuno, magari quello stesso qualcuno che li aveva appesi come torce al muro.
Non riusciva a ragionare, vero, ma la sua forza bruta le era rimasta, come aveva potuto constatare irrigidendo per un istante i muscoli, ed era su quella che avrebbe puntato. Erano robuste catene di ferro, ma ci sarebbe stato un solo tentativo.
Tutta la potenza che aveva accumulato in quegli anni, tra allenamenti, incubi e rimorsi, Yellë la riversò contro i legami che limitavano la sua libertà, l'unica cosa che nessuno poteva toccare; era già stata in prigione un paio di volte: la prima aveva provocato la morte di sua madre, la seconda quella di Dama White.
Non ci sarebbe stata una terza volta!
Le catene stridevano e resistevano, ma l'elfa non cedeva. Nel torpore in cui era caduta, ogni dettaglio su cui riusciva a concentrarsi veniva ingigantito dalla sua memoria e dalla sua immaginazione repressa, come se davvero stesse vivendo in un sogno. O come se fosse pesantemente ubriaca.

L'elfa rovinò sul pavimento. Lo sforzo per strapparsi dalle catene le aveva impedito di concentrarsi anche sul dopo. Così, Yellë ebbe a malapena il tempo di esultare per aver rotto quell'opprimente simbolo di sottomissione, prima di cadere pesantemente al suolo, proprio come nei cartoni animati. Ma l'istinto, il solito istinto, la fece rialzare immediatamente, per quanto dolorante al fondoschiena, perchè, mentre precipitava, si era resa conto che già altre persone si erano liberate, come lei, e stavano in piedi sul pavimento, le catene penzolanti dalle braccia, guardandosi in faccia. La prima cosa che l'elfa fece, dopo essersi sollevata, fu estrarre l'arma. Solo che -sorpresa!- non c'era nessuna spada bastarda ad attenderla al fianco, ma solo l'aria fetida e rarefatta della stanza. Maledizione!
Certo, se avesse potuto ragionare, avrebbe potuto intuirlo: chiunque abbia qualche motivo per imprigionare delle persone, le disarma, prima. Pace.
Quello stordimento, che fosse dovuto a magia o a sbronza, le permise comunque di riconoscere alcune figure come membri del suo clan: c'erano il ragazzino dai capelli rossi, a terra anche lui, e la bambinetta combinaguai, ancora appesa alla parete a scrutare il nulla. Ma tra gli altri, tutti erano dei potenziali nemici. Le parole che pronunciavano le giungevano distorte e confuse, come biascicate, e tutte suonavano come dichiarazioni di guerra. Ma cosa poteva fare, una guerriera senza armi, e priva di materia grigia?
Fece quello che avrebbe fatto se si fosse trovata in un sogno, o se fosse stata ubriaca: si acquattò schiena al muro, fronteggiando i presenti, le gambe divaricate e in equilibrio, scrutando in mezzo al fumo soporifero in attesa che davvero qualcuno osasse sfidarla, e con un unico, nuovo pensiero dentro quella testolina di legno: dov'era Bringham?

CITAZIONE
Energia residua: 125%
Ferite riportate: leggera contusione al fondoschiena
Tecniche effettuate: ///
Passive:
SPOILER (click to view)
Empatia animale (abilità razziale): razza nata e evoluta all'interno delle foreste, in contatto con la natura, ha sviluppato con essa un'affinità non indifferente, crescendo e rafforzandola.
Alcuni vantaggi non possono essere certo ignorati... ed è per questo che gli elfi, talmente attaccati ai loro beni, sono l'unica classe a poter utilizzare il proprio compagno animale all'interno del combattimento, indipendentemente dal suo scopo.
Un'abilità apparentemente inutile, ma che può rivelarsi estremamente pericolosa, se si sa potenziare il proprio compagno in propria compagnia, insieme a se stessi.
Forza del toro: Effetto passivo (liv.1): La forza dei portatori di questo Dominio è, come già accennato, estremamente elevata. Non solo in termini numerici, sia chiaro. Essi sono proprio forti a prescindere da qualsiasi standard, tant'è che, a questo livello del Dominio, gli sarà possibile sollevare pesi molto elevati. Un esempio? Spade bastarde a due mani, mazze chiodate enormi, alabarde di grosse dimensioni...tutte queste armi saranno impugnate senza problemi dal possessore del Dominio, che le maneggerà come fossero spade normali, o fioretti leggeri.
Effetto passivo (liv.2): Non solo forza, ma anche estrema Resistenza. I portatori di questo Dominio, man mano che il loro potere crescerà, riusciranno a scoprirne nuove ed esaltanti caratteristiche. La seconda in ordine crescente sarà appunto un notevole incremento della Resistenza Fisica, intesa come irrobustimento del corpo del portatore. In particolare, a prescindere dalla Razza, il possessore del Dominio a questo livello possiederà una pelle molto più coriacea del normale, più difficile da scalfire. Inoltre sanguinerà leggermente meno, in quanto sarà più difficile scatenare emorragie nel suo corpo, ed infine potrà avvalersi di un'ossatura pressoché indistruttibile, poiché sarà estremamente remota la possibilità che le sue ossa si fratturino.


Oggetti:
SPOILER (click to view)
Anello del potere: Un semplicissimo anello che, se indossato, aumenterà l'energia del portatore del 25%. Questo, infatti, partirà in ogni quest o duello con il 125% delle energie rispetto che con il normale "100%" - indossato
Impacco naturale: se masticato, può curare una ferita profonda, o due leggere, e ridonare il 30% dell'energia totale (una volta a duello) - inutilizzato
Amuleto della visione: Un semplicissimo amuleto che, se indossato, aumenterà le capacità visive del portatore. Questo sarà infatti in grado di scrutare attraverso fortissime luci, tenebre assolute, non illusorie, e fumi o nebbie di qualsiasi tipo - indossato
Bomba accecante: la bomba accecante ha la forma di una biglia bianca del diametro di un paio di centimetri. Se gettata a terra si fracasserà come se composta di vetro, generando un immenso flash in grado di accecare più avversari. Il flash svanirà nell'arco di un secondo, ma sarà abbastanza potente da riportare i demoni in forma umana - inutilizzato
Occhio della pantera: uno strano medaglione che, se indossato, aumenta il controllo delle armi e la mira del portatore, anche se non esageratamente. +50 "CaeM" - indossato
Due Occhi della tigre: uno strano medaglione che, se indossato, aumenta la forza e la resistenza fisica del portatore, anche se non esageratamente. +50 "PeRf" l'uno - indossati

Caratteristiche fisiche:
Razza-Elfo Classe-Ninja Bonus iniziale-+100 Energia-Rossa ---Dominio-Forza del ToroAbilità  OggettiTotali
Riflessi e Concentrazione (ReC)175//////+75//////250
Agilità e Velocità (AeV)175+25+25+75//////300
Potenza e resistenza fisica (PeRf)75-25+75+75+100+100400
Potenza e resistenza magica(PeRm)150//////+75-25///200
Controllo delle armi e Mira (CaeM)150+25///+75///+50300

 
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view post Posted on 8/7/2008, 13:53

Cardine
·······

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][Chapter 1][


Un canto.
Una lieve melodia.
Cos'era?
Dolce e allo stesso tempo potente, avvolgeva i sensi e li amplificava.
Una voce armoniosa, intonata, perfetta.
Troppo.

« Insomma, svegliatevi! »


Sobbalzando, sbarrò gli occhi, quasi stesse ritornando dalla morte stessa.
Fu un attimo, poi dovette arrendersi al peso della testa, richiudendo le palpebre.

Dove si trovava?
Perché e come ci era arrivato?
Ma, sopratutto, chi erano quelle figure che aveva intravisto?

La testa gli doleva oltremodo, il corpo stentava a riprendersi, rendendo vano ogni sforzo.
Il primo organo di senso che gli venne incontro fu il naso; odore di vecchio, di muffa e....poteva essere... sangue.
Si convinse di trovarsi sottoterra, trovando conferma nel gocciolio regolare che avvertì poco dopo.
Cosa era successo? Perché si trovava in un sotterraneo.

Ma come poteva stare in piedi vista la quasi totale assenza di recezioni nervose dal corpo?
Capì; era legato.
Senti il tocco del freddo metallo a polsi, caviglie e collo.
Era in croce, praticamente.

Tentò di muovere le dita intorpidite delle mani; lentamente esse risposero al comando, accennando pallidi movimenti.
Era ora degli occhi.
Aveva paura di cosa avrebbe potuto scoprire.
Prima di poter tentare a sollevare le palpebre, sentì una voce.

«...e adesso? Da chi cominciamo?»

Un brivido percorse la schiena.
Sembrava quasi la voce di quel maledetto angelo, Simikiel.
No, non poteva essere lui.

Pian piano sollevò le palpebre.
Il sonno in cui era stato fatto cadere era magico, sicuramente.
Prima vide il fuoco... un grande fuoco illuminante l'intera stanza.
La stanza, perfettamente circolare e percorsa, ad intervalli, da porte sigillate da inferriate metalliche.
Poi li vide: tra una porta e l'altra giacevano molte altre persone legate come lui.
Un idea gli balenò in mente; erano legati in un sotterraneo sigillato, dinnanzi un fuoco molto probabilmente magico... erano vittime sacrificali.
La fantasia lasciava poco spazio... sicuramente era così.

E allora doveva liberarsi.
Ora il più presto possibile.
Vide altre figure strappare le catene che attanagliavano gli arti martoriati, ricadendo riversi sul terreno.
Altri, invece, non riuscivano a smuoverle dai loro solidi posti,
Una bambina, evitando il minimo sforzo, li oltrepassò, quasi fossero intangibili.
Bambina? No era Miaka.
Il vedere una faccia conosciuta lo rassicurò, nonostante conoscesse l'inaffidabilità della piccola gatta.

Si guardò ancora interno, poteva, doveva, trovare un altro volto amico.
Ecco, li, un cinque persone più alla sua destra; era Yelle.
La guerriera elfo che aveva incontrato all'interno del clan.
Si era liberata.

Molti stavano riuscendoci, doveva provarci anche lui.
Tirò con tutte le forze, strattonò con ogni suo singolo muscolo, sforzando oltremodo le braccia e le gambe affaticate.
Niente, la forza bruta non era il suo forte.

«Ehi, voi, ragazzi... chi... chi siete? Come vi siete liberati? E, soprattutto... dove diavolo ci troviamo, e perché?»

Stolto.
Cercava aiuto in persone sconosciute e potenzialmente killer assassini pronti a strapparti le budella.
Pensò ad un modo per liberarsi; avrebbe potuto tentare la telecinesi... no, era facile dirlo in teoria ma applicarlo gli avrebbe costato numerose energie.
Decise allora di chiedere aiuto.

Scrollò, quanto più il collare glielo rendeva possibile, i capelli dal volto, osservando l'elfa.

₪Yelle, voltati, sono qui, Eris.
Aiutami.₪


Sperando che la guerriera rammendasse il suo volto, si affidò a lei, sperando di non essersi illuso.


SPOILER (click to view)

~Eris~



image



~Statistiche Attuali


[ReC: 225] [AeV: 200] [PeRf: 125] [PeRm: 250] [CaeM: 150]


~Energia Residua ~ 100%
~Condizioni Fisiche ~ Illeso
~Stato D'animo ~ Spaventato
~Equipaggiamento ~ Bordone di Cibele(Riposto) ~ Pugnale elfico(Riposto) ~ Amuleto di Eos(Al collo, sotto le vesti)

Abilità Utilizzate ~




~Passive In Uso

₪Ishtar, sii la mia idea ~ Ishtar è la dea degli opposti, fautrice tanto dell'amore quanto della guerra.
Tra i suoi molteplici domini troviamo la Mente, dimensione particolare e oscura.
Ai suoi fedeli dona la capacità di creare canali comunicativi telepatici, immediati e impossibili da intercettare, per mettere in contatto due o più menti (Passiva, Telepatia)


~ Attive In Uso ~



~ Attive Mantenute ~



~ Pergamene Utilizzate ~



~ Note ~







 
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view post Posted on 8/7/2008, 16:30

S c h e d aC o n t o


······

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Buio, oscurità, tenebre...vaghi ricordi serpeggiano sfuocati in una landa senza fine che predilige come unico colore il nero.
D' un tratto eccola, la luce, uno spiraglio di viva e intensa luce;corri.
Sempre più vicina, sempre più calda che strappa il corpo del mannaro da quel luogo agghiacciante per riportarlo al caldo tepore del mondo terreno.
Pigramente Erath aprì un occhio e dopo poco fu il turno del secondo, le lacrime accumulatesi durante il sonno gli appannavano la vista regalandogli così uno spettacolo fatto d' ombre e sagome in un ambiente angusto e maleodorante.
Il suo delicato olfatto venne messo a dura prova da quel misto di odori umani, muffe, residui organici e tutto ciò che può essere presente in un sotterraneo adibito a cella.
Quella sensazione di luce soffusa venne subito meno per dare spazio alla realtà delle cose.
Era uno stanzone illuminato grazie a fuochi disposti un pò ovunque, le pareti nere contribuivano ad incupire ancorpiù quel luogo...dove era finito? perchè era li? cosa era successo?
La testa pulsò dolorosamente come trafitta da una lama, mettere in funzione i neuroni faceva dilagare in tutto il suo encefalo dolori convulsi che gli stapparono anche sofferti lamenti.
Era appeso con pesanti catene al muro, le braccia levate in alto e i piedi sul pavimento, non aveva più nessun' arma ma per il momento era l' ultimo dei suoi problemi.

Ma che....aaah....devo andarmene da qui, al più presto.

Strinse i denti e chiuse nuovamente gli occhi, in qualche modo tutto ciò dava solievo alla sua testa e permetteva un minimo di ragionamento.

Bene, ora mi stacco dal muro e poi vediamo il dafarsi.

Uno strattone secco e la destra fu libera.
Come priva di vita cadde sul fianco del giovane impattando fragorosamente sul polpaccio.
Iniziò a muovere le dita, poi la mano ed infine l' intero braccio per riacquisire la naturale sensibilità strappatagli da quella posizione così innaturale.
Con un nuovo sforzo staccò anche la sinistra e ripetè lo stesso procedimento.
La testa doleva non poco e tutti i rumori che pervadevano l' ambiente erano come aghi che si conficcavano trucemente nel cervello.
Era il turno del collo, afferrò saldamente la catena e la estirpò dal muro.
Le forze lo abbandonarono per un istante e lo costrinse in ginocchio.
Cadde appoggiando entrambe le mani al suolo ansimando.
I bianchi capelli toccavano il sudicio pavimento e la fatica era sempre maggiore.

Non ce la faccio...non posso farcela.
Erath, devi farcela! hai dimenticato i tuoi obiettivi? speri di riuscire a realizzare la tua vendetta se ti arrendi per così poco?


Mosso da nuova forza sollevò il busto da terra, afferrò le ampie catene che gli intrappolavano le gambe e le estirpò come fossero erbaccia di un giardino.
Era libero, ma stremato.
L' unica cosa intelligente era quella di ripostare e fare ordine mentale, si mise dunque a sedere a gambe incrociate appoggiando la schiena al muro e riposò le sue stanche membra.

¬Pensato
¬Parlato
¬Altrui

Energia 100%Danni EmicraniaStatus Confuso
ReC 200AeV 325PeRf 325PeRm 50CaeM 200
 
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Mirkito15
view post Posted on 9/7/2008, 14:03




SPOILER (click to view)
Narrato
"Parlato"
"Parlato altrui"


~ Prologo ~
Il fetore della prigionia.

Una lenta nenia accompagnava il mio sonno. Dormivo, ne ero cosciente.
Mi trovavo in un piacevole stato di dormiveglia, combattuto nella decisione di destarmi o meno.
Speravo di poter prolungare la mia incoscienza ancora per qualche minuto, come se già fossi cosciente che la realtà al di fuori del sogno era assai peggiore di quella che stavo vivendo in quel momento.

Infine decisi.
« Era ora di svegliarsi. »

Ci impiegai non poco ad abituare la vista a quel buio, osservavo intanto in cerca di risposte.
Perché quando ti trovi incatenato ad un muro senza aspettartelo sei solamente pieno di dubbi ai quali vuoi trovar soluzione.
Tentai così di spostarmi un poco in avanti.
Niente, ero bloccato.
Tentai allora di voltarmi un poco.
Niente, ero bloccato.
Tentai infine di sedermi semplicemente.
Beh, era quasi scontato: niente,ero completamente bloccato.

Fu a quel punto che il panico si impossessò di me, non mi piaceva non potermi muovermi a mio piacere. Mi sentivo in trappola, in balia di attacchi o di ogni sorta di tortura. Non potevo reagire, non potevo far nulla!
CITAZIONE

"Insomma, svegliatevi!"


Quell'urlo ruppe il silenzio tombale di quel tetro luogo che mi ospitava.
Sveglio ero sveglio se era quello che voleva, gli unici problemi erano il mio fetore, la mia angoscia e la mia scomodissima posizione. Peraltro, ma a questo ci arrivai solo in seguito, ero stato privato delle mie armi. Addosso avevo solo una composizione piuttosto disordinata di stracci, il mio medaglione e i due sacchettini di oppio che tenevo in tasca, che volentieri mi sarei fumato.

Ebbi un piccolo scatto di ira poi, improvviso e imprevisto. Questo mi concesse di ruotare un minimo il mio corpo, non però di liberarmi.
Eccolo lì, un altro prigioniero. Non so ancora perché mi fissai su di lui. Forse per il suo strano vestiario o per il suo fare misterioso e seducente. Lo vedevo bene nonostante l'oscurità, essa non era un problema per i miei occhi.
Pazzo quel pagliaccio iniziò a ridere, quasi mi spaventò questa cosa. Era sadico, folle preda di emozioni, assassino spietato di raziocinio. Sentii e vidi le catene ai suoi polsi spezzarsi per poi cadere a terra.
Doveva essere davvero forte, ma sicuramente era più squilibrato che forzuto.

Con le mani riuscì poi a liberare anche la gola. Cadde in ginocchio. Sembrava un cucciolo inerme, in preda a delle convulsioni di ironia e divertimento.
Infine quando sollevò il capo il sangue si raggelò nel corpo del mezz'elfo.
Egli cercava qualcosa...
No, sbagliavo, lui cercava qualcuno!
CITAZIONE

"...e adesso? Da chi cominciamo?"


Voleva una vittima da sacrificare, la follia nel suo sguardo non lasciava spazio a dubbi. Beh, in una situazione disperata come quella non potevo far altro che sfidare la sorte.
Magari era un avversario al quale piaceva la lealtà dopotutto e, per questo, mi avrebbe liberato per uccidermi in una lotta alla pari.
Il dubbio era forte, ma non mi rimaneva nient'altro da fare.

"Guitto, incomincia da me!"


CITAZIONE
[ReC:225] [AeV:350] [PeRf:275] [PeRm:125] [CaeM:250]
Energia utilizzata:0%(0% nei turni precedenti).
Energia rimanente:100%.
Status fisico: Indolenzito, piccoli crampi alle braccia e fastidio al collo.
Status psicologico: Affranto, angosciato.
Equip: Talismano al collo; Oppio(X2) in tasca.

 
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Aron Vonn
view post Posted on 9/7/2008, 14:27




Capitolo I
"Il Patibolo nascosto in un Circo"


Individui sconosciuti avevano decretato per la messa in scena di un incubo.
Lo chiamavano circo, e se di quello realmente si trattava doveva essere un circo dannatamente perverso: una prigione, una gogna. Ed era ingiusto, senza nessuna logica. In quella sala circolare, illuminata da fiaccole di cui neppure Dio doveva conoscerne l’esistenza, umani e non, nobili e miseri, sani e folli, erano stati letteralmente “impiccati”, accomunati tutti da catene ai polsi, alle caviglie e intorno al collo, come gli animali peggiori.
Chissà quanto a lungo aveva regnato il silenzio, in quel buco per anime: pochi secondi, minuti, anni e un’eternità? Per quanto ognuno di loro poteva saperne, addirittura più di una.

Qualche voce si alternò intorno al principe, riportandolo “coi piedi per terra” – per modo di dire -. Una voce soprattutto, la cui eco era rimbombata in tutta la camera, era riuscita a destare parecchie persone.
Il centro di tutto – veramente tutto – per Aron era il cervello. E nel suo cervello, in quel momento, non v’era altro che confusione e dolore. Aprì lentamente le palpebre per scoprire lo stesso orribile e oscuro destino di sempre. Le aure, poi, non erano altro che macchie distinte dietro l’emicrania e dolore provocato da chissà cosa. La certezza era che non riusciva a mettere a fuoco nemmeno se stesso, in quel frangente, e la cosa avrebbe potuto addirittura spaventarlo, con un po’ più di consapevolezza. Come la consapevolezza che i piedi non toccavano terra e che il respiro – già misero in quel luogo con poco ossigeno da spartire tra venti – era ridotto al minimo da un anello in metallo che gli cingeva il collo. E caviglie e polsi, constatò con sua grande sorpresa.
Un flash, e tutto fu chiaro nella sua stessa non-chiarezza: come se un fulmine l’avesse momentaneamente caricato, l’intero corpo dell’uomo venne scosso da quelle che potrebbero essere chiamate “convusioni-dettate-dalla-paura”. Ribellandosi ai vincoli che lo tenevano impiccato senza morte al muro – la peggiore tortura, soffrire per non morire mai -, dovette auto-convincersi pochi secondi dopo che non avrebbe potuto nulla: non normalmente, senz’ombra di dubbio nemmeno in quello stato.
Il Boia non aveva più nessuna traccia dell’anima principesca. Il viso dai lineamenti affilati e signorili al contempo era sporco – cenere? – e pallido, gli occhi stanchi ed infossati, se la cosa può essere rilevante per un cieco. Bloccato e intontito, non era poi così differente ai peggiori ladri di Terenziuvant, lui che avrebbe potuto sedere sul trono e comandare l’intera capitale.
Era forse quello il motivo per cui era caduto in quella sorte, l’aver mancato ai doveri che il cielo stesso gli ha affidato mettendolo al mondo? Il popolo aveva richiesto la giusta pena? O ancora si trattava di uno dei tanti complotti di corte, dai quali aveva categoricamente deciso di allontanarsi?
E se fossero loro? Loro, che nel buio delle colonne del castello tramavano così come avevano tramato in passato?
Scosse la testa con le poche forze che aveva, scacciando allo stesso tempo pensieri e malessere. Ci sarebbe voluta ben più di una scrollata per dimenticare le pene, e di certo la posizione non aiutava. Un ultimo trattone per lasciar cadere la testa al petto – per quanto l’anello e la catena potessero permettere -. Il petto cercava con affanno l’aria, dimezzata anche dal comprensibile dilemma tra panico e rabbia. E proprio nei momenti in cui le venti aure intorno a lui iniziavano a prendere forme meno vaghe, la volontà del principe si fece molto più arrendevole. La sua pericolosità di sicario stava proprio nel saper gestire la propria libertà e sfruttarla per toglierla agli altri, portandoli alla morte. Non aveva mai avuto molta forza, e probabilmente mai ne avrebbe avuto. Disarmato, poi, non era altro che un mezzodemone qualunque in una prigione speciale.
Non sentiva le cantilene circensi ma solo respiri mozzati qua e là, voci e angoscia. E fetore di morte.


IL BOIA DEL REAron Vonn

[ReC:375] • [AeV:275] • [PeRf:175] • [PeRm:225] • [CaeM:225]

« Energia__ 150%
« Consumi__ --
« Equip__ Lama Latente ° | Mano di Ganom °°°°° °°°°°
« Status Fisico__ Stanco e spossato

« Passive___

A me, le Aure del Mondo. (Auspex passivo - 50m) | A me, il Sondaggio del Terreno. (Onde psioniche a 360°)
A me, la Fermezza di Spirito. (Difesa contro influenze psicologiche) | A me, la Percezione di Spirito. (Auspex di mana)

« Attive___

 
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Andre_03
view post Posted on 9/7/2008, 20:52




Gioia.
Ne era completamente pervaso. Si sentiva bene come nessun altro lì dentro. E' difficile, per un occhio esterno, capire come mai Shagwell fosse felice di essersi risvegliato là sotto. Ogni centimetro quadrato di quella rozza prigione gli ricordava un circo o un'arena. E spesso nella sua mente le due cose coincidevano, per esperienza vissuta. Inoltre la sensazione della "gabbia" non gli era sconosciuta. Ci era cresciuto dentro, ne era abituato ed assuefatto. Era stato imprigionato in segrete ben peggiori, ed era stato carceriere di posti molto meno gradevoli. Tutto quello, per lui era semplicemente casa.
Ridendo allegramente fra sé e sé, si mise a camminare sulle mani, dando mostra delle proprie capacità ginniche e artistiche. Percorse un cerchio, osservando a testa in giù con curiosità le varie persone presenti. Erano tutti appesi come lui, alcuni si svegliavano, altri ancora dormivano.
Sentì lamenti, e li ignorò.
Sentì voci, e le ignorò.
Sentì qualcuno che lo chiamava, e lo ignorò.
Ancora appesantito ed assonnato, non aveva certo voglia di perdere tempo con degli stronzi qualsiasi. C'erano mocciosi e buffi esseri in quella prigione, molti dei quali non degni di nota. Qualcuno si era liberato, come lui, ma la cosa lo lasciò completamente indifferente. Era troppo allegro, troppo felice ed esaltato. Cominciò a sentire il bisogno di spezzare qualche vita. Stava giustappunto scegliendo la prima vittima, mentre coi palmi delle mani avanzava pian piano nel suo moto circolare, accompagnato dal tintinnare costante dei campanellini, quando lo vide.
Scoppiò a ridere senza riuscire a trattenersi, e per poco non cadde, riacquistando fortunosamente la posizione accovacciata con un singolo, fluido gesto atletico.
Davanti a lui, appeso come un qualsiasi prigioniero, c'era il Boia.
Aron Vonn.

«Dovresti vederti, socio!»

Esclamò divertito al termine della grassa risata. Applaudì qualche volta, compiaciuto ed esaltato, ma notò quasi subito che il compare non riusciva a svegliarsi. Forse aveva ricevuto una dose più massiccia di droghe. Forse aveva semplicemente sonno.
Decise di tirarlo giù di lì, non era una situazione consona al suo rango. E poi ormai lo considerava come un compagno a tutti gli effetti, poco al di sotto del Re nella sua scala di "importanza". Non poteva lasciarlo lì ad agonizzare, per quanto divertente fosse quella visione. Sorridente, si sollevò in piedi, raggiungendo la parete alla quale era appeso il cieco. Uno sbuffo divertito accompagnò il salto agile del Guitto. Si appese con sicurezza alle catene che sorreggevano i polsi del Boia, portando per la prima volta a contatto i loro corpi. Sempre con il sorriso sulle labbra, gli sussurrò all'orecchio:

«Sveglia, sveglia bel bambino!
C'è un Guitto qui vicino!»


Afferrò con la dritta le catene che reggevano il collo del socio, e le spezzò con uno strattone deciso. Il clangore metallico si mischiò alla sua nenia, bassa e ipnotica.

«Apri gli occhi e guarda bene
Lui ti spezza le catene!»


Fu il turno dei polsi, prima il destro, poi il sinistro. Ed il corpo di Aron, insieme a Shagwell stesso, caddero verso terra. Il Giullare toccò terra senza problemi, in piedi, sorreggendo l'altro. Un ultimo sforzo e furono distrutte anche le ultime costrizioni. Il Boia era di nuovo libero.
Lo adagiò contro il muro, seduto, e si accovacciò dinnanzi allo svenuto.

«Dai socio svegliati. Abbiamo un po' di teste da mozzare»

Diede un paio di schiaffi leggeri al volto dormiente dell'altro Vice Capoclan del Toryu. E con lo sguardo andò a cercare qualche vittima appetibile. Ma ancora non ne trovò di decenti. Peccato, magari avrebbe chiesto al Boia di sondare la zona a posto suo.
E insieme avrebbero dato inizio alla mattanza.




SPOILER (click to view)
CITAZIONE

» [LeGeNdA] «
Shagwell, il Giullare



» [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 350][PeRm: 175][CaeM: 275] «


StAtO « Dolorante in corrispondenza di polsi e collo; afflitto da emicrania scemante; piaghe sanguinanti sulle mani a causa delle troppe catene spezzate.
eNeRgIa « 100%
EqUiPaGGiaMenTo « Le mani del Giullare;
Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
nOtE « Post concordato con Aron e Wolf. Quest'ultimo mi ha confermato la natura puramente "GDRistica" ed interattiva della giocata, libera fino al settimo giorno, data di chiusura da parte dei QM. Ragion per cui ho postato una seconda volta.
PaSSiVe «
CITAZIONE
SoNo Il pIù FoRtE « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù FoLLe « Citata in precedenza

CITAZIONE
SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Citata in precedenza

tEcNiChE « Nessuna
 
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Sephrine
view post Posted on 10/7/2008, 10:41





SPOILER (click to view)
@Miaka: Riesci senza problemi a disfarti delle catene.


Kirara non poté che riempirsi d’invidia quando vide molti dei prigionieri svegliarsi al suo richiamo e spezzare le catene, alcuni addirittura noncuranti, come se la cosa non costasse loro nessuna fatica. Lei purtroppo non aveva speranza di riuscirci. Riponeva quindi ogni fiducia nel fratello, che avrebbe potuto salvarla… se soltanto si fosse deciso a svegliarsi, maledizione.
Soltanto uno dei suoi – chiamiamoli così – compagni di sventura, infine, ebbe la brillante idea di interrogarsi riguardo alla loro presenza in quel posto. Ottimo, se non altro significava che avevano iniziato a mettere in moto le rotelle, oltre ai muscoli. Un notevole miglioramento.

CITAZIONE (Teuz24 @ 8/7/2008, 00:51)
«Ehi, voi, ragazzi... chi... chi siete? Come vi siete liberati?
E, soprattutto... dove diavolo ci troviamo, e perché?»

« Rimandiamo le presentazioni a più tardi. Intanto mi piacerebbe che qualcuno mi aiutasse a liberarmi e magari a cercare una via d’uscita da questo buco soffocante. »

Come a sottolineare il concetto, agitò ancora le catene, ergendosi in tutto il suo modesto metro e sessanta di altezza. Gli occhi scarlatti vagavano sui volti dei prigionieri, soffermandosi un poco su ognuno: non è che le facessero una grande impressione. Il suo volto rimase comunque una maschera imperturbabile, da cui affiorava solo un chiaro senso di impazienza crescente.
L’enorme fastidio per la posizione in cui era costretta si mostrò attraverso un basso ringhio, che mise in mostra i canini tipici della sua razza; un ringhio che andò rafforzandosi quando un tizio – un palese attaccabrighe vestito da pagliaccio – decise di esporre a voce alta quel che passava nella sua testolina rossa e matta riguardo alle sorti degli altri malcapitati. Con l’unica eccezione di un uomo, un giovane ragazzo dall’aria deboluccia e parecchio stordita, al quale invece venne in soccorso. Per quanto le era concesso di dedurre, si conoscevano già.

CITAZIONE (Andre_03 @ 9/7/2008, 21:52)
«Dai socio svegliati. Abbiamo un po' di teste da mozzare»

Rabbiosa, tirò i lacci con tutte le sue forze, sporgendosi il più possibile nella direzione del giullare e digrignando i denti, bianchissimi e affilati come zanne.

« Senti un po’, tu… »

Non fece mai in tempo a trovare un epiteto da aggiungere alla sua protesta. Nel giro di un attimo, d’improvviso le catene si staccarono con uno scatto dai bracciali, facendola cadere a terra, sulle ginocchia. Sorpresa, perse le parole; la bocca però restò socchiusa, come nell’atto di parlare, dandole un’aria lievemente ebete. Il rumore di corpi, coscienti e non, che precipitavano al suolo intorno a lei la avvertì del fatto che il suo non era un caso isolato. Adesso erano tutti liberi.
Confusa, si massaggiò le braccia doloranti, senza trovare le energie necessarie a sollevarsi in piedi. Avrebbe voluto continuare la frase, ma ancora una volta fu interrotta: il suono di una risatina divertita infatti si insinuò nella confusione che andava creandosi in mezzo a loro. Essa crebbe di volume ogni istante, fino a rimbombare come il rintocco di una campana; ma, anche guardandosi intorno per qualche momento, non seppe individuarne l’autore.
Poi, una voce parlò.

« Oh, scusate, non volevo ridere di voi.
È che siete così carini, tutti agitati. »


Il fuoco che ardeva al centro della sala avvampò con maggior vigore, risplendendo come un sole in miniatura, finché l’intera stanza non raggiunse una temperatura a dir poco insopportabile. Sembrava di essere in una fornace, e l’ambiente chiuso e ristretto non faceva che confermare quest’impressione. Disperata, ebbe la certezza che se il calore non fosse calato prima di subito si sarebbe sciolta come neve d’estate; sentendosi svenire, fece appello a tutta la sua volontà per non perdere i sensi.
Il rogo seguitò a ingrandirsi, fino ad illuminare la stanza a giorno, per dopo prendere a contorcersi in maniera strana, come se stesse cercando di acquisire una forma e non ci riuscisse. Le lingue di fuoco parevano ribellarsi a quell’imposizione: fuggivano e si lanciavano in tutte le direzioni, furiose come bestie feroci che tentano di scappare da una gabbia, fino a quando una volontà sconosciuta non le costrinse lentamente a modellare una figura di donna, domandole. Composta totalmente di fiamma, la fanciulla che emerse dal fuoco e lo sostituì era di dimensioni perlomeno doppie rispetto alle loro. Languidamente adagiata sulla sua piattaforma di pietra, si limitava ad osservarli con fare tranquillo, senza smettere di ridere sommessamente.
Perfino un idiota con un sacco di segatura al posto del cervello avrebbe capito di trovarsi di fronte ad una elementale maggiore.
E perfino l’ultimo dei babbei avrebbe intuito che era meglio non fare nessun tipo di azione stupida, men che meno cercare di attaccarla in quelle condizioni smaccatamente sfavorevoli.
Così pensava Kirara. Ma gli uomini riuscivano sempre a superare le sue peggiori aspettative.
Un perfetto imbecille, infatti, in un impeto che lei non esitò a definire suicida si gettò urlando contro la creatura appena formatasi. Forse era impazzito a causa della droga o della magia che avevano utilizzato per sedarli, chissà; forse era solo molto, molto stupido e privo del più naturale istinto di conservazione. L’esito fu comunque lo stesso. L’elementale, mettendosi seduta, aprì le braccia e lo accolse nel suo abbraccio infuocato, all’ordine delle migliaia di gradi.
La morte per shock termico è particolarmente brutta. Come se non fosse già seccante morire di per sé, deve anche esistere un modo talmente orribile di farlo: semplicemente, tutti i tessuti ed i liquidi presenti nel corpo sublimano. Passano dallo stato solido a quello gassoso in meno di una frazione di secondo. In pratica, svaniscono.
Pelle, organi interni, muscoli: tutto vaporizzato. Per terra ricadde solo uno scheletro, bianco e pulito come non avrebbe potuto esserlo in cent’anni di alacre lavoro dei vermi.
L’aria nella stanza ormai era così calda che sembrava di respirare vetro fuso, ma Kirara rabbrividì.
L’elementale sospirò – ogni suo gesto o parola era come un crepitio di fiamme – e tornò a rivolgersi ai superstiti, come se nulla fosse.

« Bene. C’è qualcun altro che desidera fare una fine stupida e inutile, o posso parlare? Non ho interesse ad ammazzarvi, tanto dovrete farlo tra di voi. »

Sorrise, scuotendo i lunghi capelli infuocati, che guizzavano e si scuotevano come serpi, in attesa di una risposta.


Backstage

Mi spiace per tutti quelli che hanno consumato energie preziose nel tentativo di liberarsi, ma era già stato stabilito che le catene si sarebbero infrante all’apparizione dell’elementale. Ad ogni modo, ora siete tutti sciolti dai lacci, ma come ho già detto avete ancora gli anelli di ferro alle braccia e al collo.
Non vi rivelerò il livello energetico dell’elementale perché i vostri personaggi non lo sanno e sarebbe bello se voi li faceste agire di conseguenza, invece di fare metaplaying come spesso accade (è ovvio che non mi riferisco a voi, bensì ai miei tristi trascorsi da master). Vi ho comunque fornito un indizio estremamente esplicito sulla sua forza, quindi sappiatevi regolare di conseguenza.
Per adesso vi state comportando abbastanza bene, anche se devo dirmi delusa per la poca affluenza che c’è stata (nonostante abbia aspettato tre giorni prima di proseguire). Vorrei far notare una cosa anche ai presenti: ragazzi, questa è una giocata fatta per puro divertimento, o meglio per introdurvi in modo sensato ai combattimenti. Quindi sentitevi liberi di fare quanti post volete, anche brevi, non serve che vi preoccupiate. Pensate a divertirvi.
Mi è piaciuta l’interpretazione molto personale di certi giocatori, ma non farò nomi fino alla fine della sessione. Spero inoltre che l’interazione sorta tra i vari personaggi non rimanga soltanto un accenno promettente.
A voi.

 
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__White__
view post Posted on 10/7/2008, 11:07




*Legenda*
Pensieri
Parole


[[Capitolo 2 : Bellissima...]]

La testa continuava a rimbombargli ad ogni parole che i presenti facevanu uscire dalle loro bocche ma, la vista, piano piano stava ritornandogli...
Aveva infatti notato diverse figure che come lui si erano liberate ma esse sembravano avere meno effetti negativi qi quanti ne avesse lui: la sua poca propensione alla magia infatti non gli consentiva di riprendersi completamente dallo Shock subito prima di risvegliarsi in quella stanza che ora riconosceva come un carcere o qualcosa del genere...
Appoggiandosi quindi al muro il ragazzo si alzò faticosamente sui piedi mentre il mondo gli girava ancora attorno...
La sensazione di completo intontimento non gli piaceva affatto ma voleva lo stesso provare ad aiutare qualche presente nel vano tentativo di raccogliere informazioni sul luogo ova ora erano approdati tutti quei corpi...

Stava dirigendosi verso la figura femminile che per prima aveva parlato e che si trovava ancora incatenata accanto a lui quando le catene che tenevano legati quel corpi si spezzarono ed una voce più forte delle altre lo costrinse a girarsi verso il centro della stanza...
Dalla forte fonte luminosa infatti provenne una risatina fastidiosamente rumorosa che rapidamente si trasformò in voce femminile...

« Oh, scusate, non volevo ridere di voi.
È che siete così carini, tutti agitati. »



La voce però non portò con se solo una fastidiosa accidia ma trascinò nella stanza anche un calore fastidioso che sembrava aumentare istante dopo istante...
Il mal di testa di Rock Lee aumentò di conseguenza ma il ragazzo non si fermava... Doveva aiutare la ragazza che aveva a fianco e non si era riuscita a liberare da sola dalle catene...
Il caldo aumentava istante dopo istante trasformando quella stanza / prigione in una vera e propria fornace ma il ragazzo continuava a camminare... il suo spirito caparbio e gli insegnamenti del suo maestro gli imponevano di aiutare...
Poi tutto d'un tratto si fermò...
Il suo corpo e la sua testona erano ormai a meno di un metro di distanza dalla ragazza quando la vista gli tornò quasi perfettamente per un'istante...
Il fuoco al centro della stanza ormai aveva perso d'ogni interesse per il ragazzo vestito di verde che aveva anche smesso di sentire ogni rumore attorno a se e l'unica cosa che udiva in quel momento erano solo tanti uccellini canticchiare accompagnati dal soave canto di sirene...

image...
... E'...
Be... Be..
BELLISSIMA!!!...


La faccia del ragazzo divenne paonazza di fronte a quella ragazza dai capalli corvini e dagli occhi rossi che d'un tratto face sentire Rock Lee come 3 metri sollevato dal terreno...
La sua vista però si riannebbiò ed il caldo lo fece tornare alla realtà...
Si girò un'istante verso il centro e nell'osservare quello che ancora credeva fosse un braciere trovò una figura femminile tutt'altro che apparentemente buona...

Le sue teorie furono confermate dalla frase che sentenziò dalla sua altezza...

« Bene. C’è qualcun altro che desidera fare una fine stupida e inutile, o posso parlare? Non ho interesse ad ammazzarvi, tanto dovrete farlo tra di voi. »



Il ragazzo dal vestito verde però non era quasi minimamente interessato a ciò che stava accadendo nel resto della stanza...
Raccolse il poco coraggio che aveva in ambito femminile e si decise a rivolgersi alla stupenda ragazza che aveva di fronte...

Tu.. Tutto... O... O... Ok??
S... S... S... Serve...
U.. Una... M... M... Mano??
Vai così ragazzone...
Sei perfetto...
E anche BELLISSIMO!!!







CITAZIONE

[Rock Lee]
[ReC:200] • [AeV:225] • [PeRf:225] • [PeRm:25] • [CaeM:200]



Energia__ 88%
Consumi__
Status Fisico__ Ferita leggera al polso sinistro e ancora indolenzito vista la posizione che il suo corpo aveva assunto
Status Psicologico__ Parzialmente intontito ed ammaliato dalla ragazza...

Tecniche passive o attive:

I o N o n C a d O ! ~ La forza di volontà e senza ombra di dubbio la caratteristica preponderante nel cigione... Questa stessa forza infatti gli permette di non cedere mai alla fatica e di non crollare mai sotto il peso della stanchezza... Le sue energie quindi non gli farenno alcun peso psicologico ne fisico o, per lo meno, glilo fananno indubbiamente meno di quanto ne facciano agli altri esseri viventi...
Avendo infatti le stesse energie delle altre creature Rock Lee ha sviluppato talmente tanto la sua forza da non avenire quando le sue energie raggiungeranno il 10% (cosa che gli altri farebbero)...
Tutto ciò però non Toglie che il ragazzo sarà affannato quando raggiungerà il 20% e morirà raggiungendo lo 0%... [Abilità razziale Controllo energetico]

I o S o n o F o r t e ! ~ L'allenamento negli anni passati di Rock Lee lo ha istruito a non combattere utilizzando armi... La sua forza però è stata plasmata in maniera molto maggiore rispetto a quella di molti altri esseri umani della sua giovane ètà: il ragazzo quindi, oltre che in valori numerici, sarà in grado di sollevare pesi molto grandi come spadone o mazze ma anche massi e pietre... [Dominio Passivo]

I o N o n U s o M a g i a ! ~ La probabilità che in un mondo come quello in cui è nato Rock Lee nasca un'individuo che non sia in grado di utilizzare la magia è praticamente nulla... Come si suol dire però "l'eccezione conferma la regola"... Rock Lee è questa eccezione: il ragazzo infatti non ha la benchè minima difesa contro la magia ne la minima possibilità di utilizzare attacchi di tipo magico...
La sua sfortuna in questo ambito si è però rivelata una benidizione nell'ambito fisico che egli ha molto più sviluppato rispetto ai suoi simili...
Tutti i punti infatti che avrebbe o otterrebbe nella PeRm ricadono infatti nelle sue altre caratteristiche rendendolo notevolmente più abile nel combattimento fisico... [Abilità]


 
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Rufus Okiba
view post Posted on 10/7/2008, 12:17




Da uno dei lati più oscuri della stanza emerse una figura che avanzava a passi lenti e sicuri.
I suoi tratti venivano illuminati e riscaldati, sempre più ad ogni passo, dallo splendido elementale.
Nei suoi occhi non si leggeva nemmeno una briciola di terrore nonostante l’evidente potenza di quel essere misterioso, sembrava che quel ragazzo fosse abituato a trattare con entità simili.
Sul suo volto un sorriso beffardo, non di sfida ma più vicino a quello d’un ragazzo che ci prova con una tipa.
Era Kobal, la lucente creatura.
Fu uno dei primi a svegliarsi, ma era rimasto in silenzio in disparte per tutto quel tempo.
Le catene lo imprigionavano e non era in grado di spezzarle. L’attesa fu l’unica opzione. Anche perché di quei poveracci legati come salami non conosceva un anima.
Quella creatura gli aveva ricordato una sua antica passione, ormai appassita ma non ancora dimenticata, sempre presente a tormentarlo nei suoi incubi.
Lilith il suo nome, regina della lussuria, artefice di quei Corpi maledetti.
Il demone si fermò, forse il caldo a quella distanza dall’elementale era insopportabile persino per una creatura infernale come lui.

Oh no! Non si preoccupi, ci basta, ci basta! Ma prima che lei ci illustri la maniera in cui dovremo scannarci, può darci un valido motivo per cui farlo, un valido motivo oltre la nostra sopravivenza, si intende.

Il ragazzo sorrise, guardandola negli occhi.
Si prese una breve pausa, le sue parole potevano sembrare quelle d’un folle o d’un imbecille, ma lui non rientrava in nessuna delle due categorie.
Semplicemente la morte per lui sarebbe stato semplicemente un conforto, ed una tale minaccia non poteva altro che farlo sorridere.

Sa, perché una gara sia avvincente i partecipanti devono essere ben motivati! Ma la vita per me non è poi un premio tanto ambito..

Il giovane trattenne a stento le risate facendo un passo indietro e fingendo d’aver paura della donna infernale. Dalle sue parole e dal tono sembrava che lui sapesse qualcosa, ma non sapeva proprio un bel niente. Amava smuovere le acque e vedere reazioni più o meno violente, quello era il suo passatempo preferito, specialmente se la reazione sarebbe stata d’una simile “donna”.

non si arrabbi! Se mi arrostisce subito che divertimento c’è?..

Il giovane allora rivelò la sua reale natura.
Dalla sua schiena fuoriuscirono delle mosche infuocate che ronzarono per la stanza infastidendo i “salami dormienti” per poi tornare a svolazzare sopra la testa del demone formando una scritta infuocata, “666”.

Quel che voglio dire, mia bella signora.. È.. Avrò un premio adeguato per le teste che farò saltare?

Il diavolaccio se la rideva mentre faceva il cascamorto con la creatura infernale.
Sembrava quasi stesse flirtando con la morte.
Forse le fiamme lo avrebbero presto avvolto, lui lo sapeva, ma era troppo divertito per poter fare a meno di fingersi scemo.



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CITAZIONE
† Status Fisico: Indenne
† Energia Utilizzata: 1 X basso=6%
† Energia Residua: 94%

† Abilità Utilizzate In Questo Turno:

†Signore Delle Mosche~I poteri dell’oscuro sire, ancora oggi, sono smisurati anche se solo l’ombra di ciò che erano un tempo. Il tempo in cui lui era la stella del mattino, il tempo in cui lui era il Genio infernale; Oggi, in parte per sua volontà, quei tempi sono finiti ed altri non è che un comune demone, o meglio la sua anima è imprigionato in tale corpo, ma questo non è altro che un male necessario per proseguire il suo Cammino di Conoscenza e Redenzione. Il Corpo Umano in cui risiede non è altro che una prigione col compito di trattenere i poteri infernali assunti con l’incoronazione a Re delle tenebre, titolo che mantiene tuttora, quando sprofondò negli inferi. Manifestazione di quei poteri è infatti il suo Corpo Demoniaco. Ovviamente un semplice corpo materiale non è sufficiente a schermare quegli oscuri poteri, insiti in ogni atomo della materia, che trovano in lui origine e vita. Seppur egli li rinnega e tenti di scacciarli lontano, legioni, sono i suoi adepti, milioni d’anime di caduti demoni e arcidemoni ed entità maligne d’ogni sorta, essi sono ,suo malgrado, servi fedeli pronti a donare la propria essenza in favore dell’oscuro sovrano. Tali poteri e tali legioni, come già detto, risiedono all’interno di Kobal, ma sia chiaro! Non in senso figurale! Ma letterale..dentro la sua anima è racchiuso l’intero inferno e poiché la sua anima è racchiusa in quei Corpi essi contengono di conseguenza schiere di servi pronti a difendere l’incolumità dell’illuminato. Fra tutti i suoi più fedeli sono gli ishayāīn , demoni che appaiono dalla forma di mosche e che dominano l’elemento fuoco. Kobal è in grado di farli fuoriuscire da qualsiasi parte del proprio corpo e di impartirgli ordini con la sola volontà. Una volta fuoriusciti dal loro padrone, attiveranno i lori poteri infernali. Se all’inizio potevano esser scambiate per comuni mosche ora sarà evidente la loro reale natura, infatti, dopo pochi secondi i loro corpi si infuocheranno dando vita a una sorta di nube infuocata la quale assalirà l’avversario o si dirigerà rapidamente verso il bersaglio prescelto dal Demone causandogli danni ingenti da ustione.Ovviamente maggiore sarà il loro numero maggiore sarà la loro potenza, ma ciò costa al giovane non poche energie, infatti questi demoni fanno parte del suo essere, e a ogni demone che fuori uscirà dal suo corpo proverà forte debolezza come se una piccola parte della sua anima si annichilisse, quindi maggiore sarà il numero di demoni evocati maggiore sarà il dispendio d‘energia, inoltre il danno che causeranno sarà proporzionale al numero di ishayāīn presenti nello sciame. Dopo aver eseguito gli ordini del proprio principe gli ishayāīn svaniranno nel nulla.
Consumo: Variabile


† Passive:

†Bestia Antica ~ Kobal è tra gli esseri più antichi nel universo, presso i Romani era chiamato “ stella del mattino” o “ Lucifero” dal latino Lux Fero che significa portatore di luce, egli infatti fu il padre della filosofia e delle scienze, ideatore del processo razionale. Persino quando la sua vita era immersa nell’oscurità era denominato “ Genio dell’Oscurità” .Ma un entità tanto potente e saggia non può certo passare inosservata. Per quanto egli tenti di celare la propria potenza è inevitabile che essa si riveli palesemente data la sua immensità, non scordiamoci che un tempo egli era secondo solo a Dio.Chiunque gli sia vicino ne avverte l’incredibile forza ed energia rimanendone intimorito.
[Riassunto Abilità Passiva Razziale]

†"Troppo Grande è La Mia Colpa Per Ottenere Perdono!~
Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere".
Ma il Signore gli disse: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l`avesse incontrato.
Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
Molte volte l’agire divino non può essere compreso dall’uomo. Ciò dipende dal fatto che l’uomo, in quanto essere finito e quindi dalle capacità limitate, non potrà mai raggiungere la visione del tutto, senza la grazia celeste, e che invece tale agire è dettato proprio da tale conoscenza. A noi non è dato sapere il perché di ciò che ci pare contraddittorio, se compiuto da Dio, ne si può cercare una possibile spiegazione attraverso l’uso dell’organum, la logica, ciò sarebbe blasfemo, l’uomo innanzi alla sua limitatezza deve solo prostrasi all’Infinito e cercare salvezza nella Fede. A noi sfugge la ragione per cui una creatura nefasta come Kobal si tuttora illuminato dal signore, ma è così. Egli lo accompagna e protegge amorosamente come il più amorevoli dei padri. Ma tale comportamento non si limita, come accade normalmente, ad una protezione spirituale, faro rivelatore che illumina il cammino, ma diviene lo stesso scudo che protegge l’esile corpo dal passare del tempo e dal la lama delle spade. Ora sembra quasi che l’oscuro sire sia ancora più forte di prima sotto un certo punto di vista, tanto che molti lo han soprannominato “ l’intoccabile”.Si dice sia in grado, sorretto dalla luce, di innalzare le più complesse barriere magiche in un batter d’occhio cosa a dir poco impossibile per molti maghi esperti. Un vero virtuoso in tal campo, egli sembra ancora non esser mai stato ferito da mano mortale.
[Riassunto Abilità Passiva Del Primo Livello Del Dominio]

† Pergamente Uilizate:


†Note:

†scusate il post "babbo" e pazzo ma è per divertirsi :ahsi:
 
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51 replies since 7/7/2008, 17:36   1877 views
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