| Andre_03 |
| | La Dama di Picche ed il Giullare Rosso » ]InTeRmEzzO DeL gIuLLaRe[ « Ricordava quella sensazione. Era piacevole. Leggero e carezzevole, un fragore d'incenso gli permeava le narici, seducendo, ammaliando. La puttana sotto di lui gemeva e si contorceva. Quella al suo fianco faceva altrettanto, intrattenendosi come meglio poteva in attesa del suo turno. Le lenzuola s'erano fatte pesanti e appiccicose, l'aria nella stanza era calda. La lotta, sinuosa e profonda. Si sentiva in estasi con tutti i sensi. Non uccideva da qualche ora, ma il sesso sapeva sopperire bene, soprattutto se praticato da capaci fanciulle. Poi tutto scomparve. Ricordava quella sensazione. Era sgradevole. Acido e penetrante, il lezzo dell'incenso gli attaccava le narici, pungendo e irritando. Le carte correvano veloci fra le sue mani esperte, con un rumore frusciante senza fine. Mischiava in fretta, il Guitto. Come rapido gettò le carte, una per una, coperte, sulla cassa davanti a lui. Nella notte, gli oggetti rettangolari sembrarono apparire magicamente sul legno. Li posizionò a rombo. Era un suo metodo per leggere il futuro. Lo faceva spesso, prima delle battaglie. Generalmente dopo il sesso. Voltò la prima carta. La Donna di Picche. Sorrise, ironico. Sapeva cosa significasse, ma volle aspettare la fine del "gioco" prima di trarre conclusioni. Fu quando arrivò all'ultima carta, in basso, a ridere di gusto. Il Giullare. Guardò quella J rossa con gli occhi cremisi che scintillavano nella notte, lì nella tenda della cartomante uccisa poco prima. Prese la carta fra le mani, e nel farlo inavvertitamente si tagliò un dito. L'indice sinistro, che cominciò a sanguinare lentamente, coprendo la carta. Tutto accade per un motivo. Poi tutto scomparve. Di nuovo. Si trovava adesso in una zona buia e avvolta da una bruma chiara, ma alta e densa. Era solo, disarmato. Con calma si guardò attorno, confuso. Un sorrisetto gli apparve sul volto. La preoccupazione non faceva parte del suo essere, né la paura. Prese a camminare, ma delle voci lo colpirono come cazzotti nel silenzio.
"All’inferno la pace che il nostro sud appesta. Tu, cane bastardo, vieni e canta, oggi è festa. In vita sol quando s’incrociano le spade e se il vento gonfia il drappo di chi cade, se i bianchi fior si fan vermigli di sangue, allora il mio cuor pazzo d’amore, di gioia la noia distrugge nel sol."
Non aveva mai sentito quella canzone. Ma gli piacque, e molto. Cercò attorno a sé il bardo che ne stesse declamando i versi, però non vide nessuno. Solo nebbia e oscurità. Solitudine e musica.
"Il sole si leva ad est rosso sangue ma luce non dà a chi in pace langue ed amo nel buio veder le sue lance trafiggere il sonno, parlare a chi piange. La sua virtù sfida da sola le tenebre."
Una fitta di dolore lo investì all'improvviso. Ruggì sommessamente, bestemmiando. Le tempie in fiamme, sentì la testa scoppiargli. E sussurri, tutt'intorno. Dopo venne la voce. Era giovane, una bambina. O forse una ragazza.
CITAZIONE « Insomma, svegliatevi! » Femminea, rauca. E tutto scomparve, per l'ultima fottuta volta.Apri gli occhi, Giullare. Non sono chiusi. Aprili e basta. Stordito, confuso, sollevò le palpebre con crescente fatica. In bocca, sentiva un sapore di rame misto a sangue, e ne godette silenziosamente. Tirò su col naso, sbattendo una, due, tre volte le ciglia. Gli parve che la testa stesse per scoppiargli. Chi...cosa...ma soprattutto...dove cazzo si trovava? Strizzò gli occhi, cercando di mandare via quel dolore fottuto e lancinante. Ancora intontito, sollevò il capo lentamente. La realtà, pian piano, si palesò per quel che era. Scoprì di essere appeso, mani e collo, come crocifisso, su un muro freddo. Gocce umide bagnavano ritmicamente il suolo, cadendo una dopo l'altra a poca distanza dal Guitto. In un primo momento, sbuffò.
"Cazzo. Mi hanno preso."
Un pensiero dettato più dall'istinto e dall'esperienza che dalla razionalità, ancora vacante. Sputò, e lasciò che la testa ciondolasse sul collo. L'oscurità era fitta, non abbastanza da non vederci attraverso, grazie a delle fiaccole, ma per lui parve giorno pieno. Segno che il monocolo era in tasca, come sempre. Digrignò i denti, aprendo sempre meglio gli occhi stanchi e pesanti. Non era solo. Attorno a lui, in un cerchio macabro, altre persone giacevano nelle stesse condizioni. Gli venne da ridere, e sentì lentamente la coscienza affiorare. La follia prese il sopravvento sulla confusione, sottomettendola e possedendola. Divenne nuovamente padrona incontrastata di quel corpo, dicendogli cosa fare. E con quanta violenza farlo. Ai suoi fianchi intravide grate, ma non fece troppo caso né a quelle, né alle altre persone che parevano dormire e svegliarsi lì attorno. Una ventina, forse. Decise di cominciare a massacrarli solo dopo essersi liberato. Sarebbe stato più facile, senza quelle fottute catene. Strattonò leggermente prima la catena destra, poi la sinistra. Sollevando lo sguardo dritto davanti a sé con truce violenza negli occhi scarlatti, si liberò. Prima con la destra, un colpo secco ed un clangore metallico gli fecero capire che la catena si era spezzata definitivamente. Con la mano libera, ma ancora cinta al polso dal bracciale di ferro, afferrò i magli che lo reggevano dal collo, e spezzò pure quelli. Non fu una cosa semplice, comunque. Il dolore alla mano era grande, certo. Tuttavia si mutò in goduria per lui. Ultima, la mano sinistra. Strattone potente, e anche l'ultimo vincolo venne spezzato. Cadde in ginocchio, ridendo e gemendo. Massaggiandosi polsi e collo, ancora chiusi dentro potenti anelli di ferro, il Guitto rise con più gusto. La libertà era a portata di mano. Sollevò la testa, guardando i presenti.
«...e adesso? Da chi cominciamo?»
Nella testa ancora quelle parole, riecheggiavano con armonia a divertimento sempre crescenti.
"All’inferno la pace che il nostro sud appesta. Tu, cane bastardo, vieni e canta, oggi è festa."Guarda attentamente, e scegli con cura. Cosa dovrei scegliere? La tua prossima vittima.
CITAZIONE » [LeGeNdA] « Shagwell, il Giullare » [ReC: 275][AeV: 225][PeRf: 350][PeRm: 175][CaeM: 275] «
StAtO « Dolorante in corrispondenza di polsi e collo; afflitto da emicrania scemante. eNeRgIa « 100% EqUiPaGGiaMenTo « Le mani del Giullare; Il Guercio Guardone ° » [In TaScA]
CITAZIONE Monocolo della famiglia Meribald iL gUeRcIo GuArDoNe « Si tratta di un vecchio e logoro monocolo violaceo, oggetto che apparteneva al Tetro, vecchia conoscenza del Guitto; o meglio, ex-conoscenza del Guitto. Shag l’ha ottenuto dopo una cruenta battaglia e, per quel che si ricorda, se l’è trovato in mano dopo aver ripreso i sensi. Ma può un necromante possedere un oggetto privo di poteri? Certo che no. Difatti, anche tenendolo solamente in tasca, il monocolo conferisce al portatore l’abilità di scrutare nelle tenebre più scure. Il Giullare avrà quindi una visuale perfetta anche nell’ombra più corrotta, a patto che essa non sia illusoria.
PaSSiVe «
CITAZIONE SoNo Il pIù FoRtE « Credo che l'appellativo "forte" si sposi alla perfezione con la figura di Shagwell. Vedete, lui è veramente molto potente. Il suo fisico, nonostante appaia asciutto e leggermente inferiore, in quanto a tono muscolare, a quello di molti altri guerrieri, nasconde in realtà una brutalità senza paragoni. In qualità di essere umano, ci si aspetterebbe fragilità da lui, o vulnerabilità. Non è così: il Giullare è estremamente resistente, difficile da buttare giù in battaglia. Questo perchè si è allenato? No, non diciamo puttanate. Lui non si allena, non gliene frega un cazzo di diventare forte. E' già forte, ed il suo "allenamento" consiste nella costante caccia all'uomo, nell'incessante desiderio -puntualmente soddisfatto- di ammazzare la gente e combattere. Esperienza, ridotta all'osso, che si manifesta in svariati modi. Primo su tutti, la sua enorme forza bruta. Differente dalla norma, la sua potenza fisica è talmente elevata da permettergli parecchie azioni inusuali. Pugni, calci, tutti gli attacchi sferrati da Shagwell sono più forti e dolorosi del normale. Inoltre, può tranquillamente impugnare armi di grossa stazza con una mano sola, se gli aggrada. Il suo Scettro del Giullare ne è la riprova: la utilizza non con due, ma con una mano. E senza difficoltà, credetemi. In suo pugno, quell'enorme spada ricurva appare rapida e letale come un fioretto. Solo che ha qualche centimetro di lama in più. Per di più, Shagwell ha anche un'altra caratteristica, che gli deriva sempre da quella succitata esperienza: la resistenza in combattimento. Si dice che gli umani siano delle creature fragili rispetto alle altre Razze. Si dice anche che abbiano sviluppato una riserva energetica "diversa" da quella degli altri popoli di Asgradel, per poter meglio sfruttare la magia. Per il Giullare il discorso è molto simile, con un'unica differenza: a lui quell'energia serve per non crollare in battaglia. Combatte come un folle, anche quando le sue energie calano sotto il 10%, restando in piedi nonostante il palese affaticamento. Ovviamente, come tutti i mortali, crollerà allo 0%, crepando malamente. Non che questo gli importi, però. Ah, quasi dimenticavo: Shagwell è, come già accennato, un pazzo bastardo a cui piace farsi e fare male. Inutile aggiungere che, con la pelle coriacea e il fisico brutale che si ritrova, riuscire a procurargli serie ferite e a farlo sanguinare sarà nettamente più difficile di quanto possa esserlo contro un Guerriero qualunque. Infine, sappiate che spezzare le ossa al Giullare è particolarmente difficile. Certo, liberi tutti di provarci, ma non dite che non vi avevo avvertito...
CITAZIONE SoNo Il pIù FoLLe « Impressionare un pazzo è semplice, secondo voi? Io credo di no, anche dopo aver visto di cosa è capace Shagwell. Lui non si fa influenzare da niente. Non è che non abbia paura, certo. E' un essere umano e in quanto tale prova sentimenti, anche se in maniera diversa dalla maggior parte della sua Razza. Tuttavia, possiede una mente ed una psiche talmente contorta, bizzarra, strana, malata, che lo rende una sorta di "mondo a parte". Cercherò di spiegarmi meglio. E' inutile tentare di spaventare Shagwell. Ne riderà. E' inutile provare a minacciarlo. Riderà anche di quello. Le situazioni difficili non lo preoccupano, così come gli individui presunti più forti di lui. Questa sua caratteristica innata gli è molto utile su un frangente particolare: il Re. E' uno dei pochi individui al mondo che può permettersi di stare accanto a Ray senza subirne l'influenza oscura. Non teme il Re Mascherato, ma lo rispetta profondamente. Sono due cose ben diverse. Per quanto riguarda altre eventuali magie, ipnosi, cazzate da psion che possano attraversarvi la mente, sappiate che Shagwell, in virtù di questa abilità, è immune a qualsiasi effetto passivo che possa influenzare le sue emozioni. Altresì, questo potere riduce di un livello qualsiasi attacco psionico rivolto alla sua persona. Molto semplice. Per lui completamente naturale, nella sua innaturale follia.
CITAZIONE SoNo Il pIù SpEttAcOlArE « Un Giullare pazzo e sanguinario può essere simpatico? Vi sembra il tipo da raccontare barzellette o improvvisarsi buffone per dare spettacolo con sketch ridicoli? Shagwell non lo è, spiacente di deludervi. Il suo concetto di "divertimento" ha, come sempre, delle pericolose assonanze con "assassinio", "massacro" e anche "dolore". Dunque, com'è che si diverte il Guitto? Semplicissimo. Ammazzando la gente, dando spettacolo strappando qualche arto o sbudellando qualche stronzo. Per fare ciò, ovviamente, ha dovuto sviluppare diverse caratteristiche...o per meglio dire, ha dovuto fare molta pratica. In primo luogo, è riuscito ad aumentare la propria agilità spingendola fino ai limiti dell'umano. Eh sì. Il Giullare Sanguinario è tanto mostruoso quanto curioso da osservare combattere. Le torsioni del busto, le acrobazie, i gesti apparentemente inutili che compie...sono tutte manifestazioni del suo estro da "Saltimbanco". E' capace di fare capriole in aria con la massima precisione, piegarsi o torcere il busto in qualsiasi direzione voglia, come un contorsionista. In sostanza, può muoversi come meglio crede in ogni situazione. Questo perchè ha una completa padronanza del suo corpo. In secondo luogo, poi, Shag è diventato molto bravo a maneggiare gli "arnesi del mestiere". Non stupidi oggetti da giullare convenzionale, chiaro. Si parla di spade e armi varie, le sue "Puttane". Grazie ad una grande pratica, è riuscito a capire che se piega leggermente il polso e imprime una certa forza all'arma in uso, può lanciarla facendo in modo che torni da lui come fosse un boomerang. Provate a immaginare quanto male può fare una scimitarra di 2 metri in questo modo. Tanti. Troppi. tEcNiChE « Nessuna
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