Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sidius G. Custos VS Røse

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- Madhatter -
view post Posted on 10/3/2010, 16:25




The Warrior Day V
Semifinale


Anfiteatro dell’Avversa Sorte

Vi è stata fatta recapitare nelle vostre stanze la fotografia di questo luogo,
con tutte le poche e semplici istruzioni dell’Organizzazione del Torneo per come fare a raggiungerlo:
vi basterà strappare l’immagine per ritrovarvi sul posto.

Riprendendo contatto con la realtà vi ritrovate alla fine di uno sfarzoso corridoio di una qualche reggia o palazzo signorile, dalle pareti ornate da pregiati arazzi e da ricchi stucchi in stile ottocentesco; quando gli imponenti battenti doppi -squisitamente intarsiati- della porta davanti a voi si schiudono, ruotando silenziosamente sui cardini bene oliati,
la nuova arena che guarderà il vostro prossimo scontro si stende davanti a voi in tutta la sua decadente magnificenza.
L’ambiente ha pianta rettangolare, e si presenta come una di quelle lussuose Sale da Ballo da mille e una fiaba,
sgombro di ogni forma di mobilio perché non sia d’intralcio al movimento armonioso di due corpi danzanti
(una danza -stavolta- di sangue, dolore, distruzione e morte).

Sui lati minori della stanza, che pure misurano 25 metri, si aprono -l’una dirimpetto all’altra- le due porte (una per ciascun atleta) fatte per accogliere il contendente predestinato alla sua comparsa, per poi richiudersi immediatamente e nel più assoluto silenzio alle sue spalle una volta varcate, sigillandosi così fino alla fine della pugna.
I lati maggiori, invece, misurano 50 metri, e si differenziano diametralmente l’un l’altro:
da una parte vedrete la pesante tenda in velluto blu notte di un sipario chiuso, e sarà inutile per voi tentare di scorrerla per aprirla -non vi rivelerà mai i volti padroni del brusio e delle risatine di scherno che vi giungono dal di là- o di danneggiarla, dimostrandosi indistruttibile e invalicabile, naturalmente refrattaria alla magia, e solida all’impatto come un muro; sull’altro versante, troverete invece uno specchio parietale, il cui effetto ottico vi gioca lo scherzo di far sembrare la stanza grande il doppio... anche se il sipario nello specchio ha un colore diverso, e le due figure che vi vedrete riflesse non apparterranno né a voi ne al vostro sfidante...

Il pavimento, ricoperto di marmi pregiati -lavorati per creare disegni geometrici con le loro cromie-, dista dal soffitto una ventina di metri, e da questo penzolano a intervalli regolari tre grandi lampadari dalle sinuose braccia d’ottone, modellate a guisa di viticci arborei e impreziositi da dondolanti gocce di cristallo, che illuminano piacevolmente e perfettamente la pista... insieme ad un inquietante dettaglio.
Legati ai vostri arti -dipartendosi da braccia, spalle e gambe- i lampadari fanno risplendere in controluce dei fili sottili, che paiono ben tesi, la cui estremità si perde da qualche parte nella volta del salone: queste cordicelle sono del tutto inconsistenti -quindi sarà vano ogni tentativo di reciderle-, e non intralceranno in alcun modo i movimenti dei combattenti... soltanto, vi seguiranno ineluttabilmente e alla perfezione, trasmettendo l’angoscioso disagio che può mettere addosso la consapevolezza di essere solo dei burattini, che si muovono per sollazzare sogghignanti entità senza volto.





Sidius G. Custos
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Sidius G. Custos
Black Rock Shooter
- Sidius G. Custos VS Røse -

Campo di Battaglia: Arena Esterna, Anfiteatro dell’Avversa Sorte
Condizioni Ambientali: Temperatura mite, ambiente luminoso e ventilato
Limite di Tempo: 18 Aprile
Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi
Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno
Penalità: Dopo il giorno di mancata risposta
Primo Post: Boss
Røse
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Rose
Black Monster

Condizioni di Vittoria:
~ Morte Avversaria
~ Resa Avversaria
~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze (10%)
~Abbandono



Criteri di Giudizio
Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque.
Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.

NOTA:
I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata,
sia per schede complessivamente power-player.
 
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Røse
view post Posted on 12/3/2010, 11:59




First Interlude - D
-Trail of Broken Hearts-
~
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Stare at life through eyes of mine
the hate, the fear and the pain
There's a feeling held deep inside - when life you live is in vain




~
Sidius Graveyard Custos.
Ricordarne il nome era facile, spontaneo.
A partire da quando i suoi occhi lo avevano cercato sul tabellone degli abbinamenti, non lo aveva mai dimenticato.
C’era qualcosa – in quelle lettere, in quelle sillabe – che le aveva donato una curiosa sensazione.
Nemmeno lei seppe spiegarselo: un presentimento, un senso di deja-vu, un piccolo brivido che le aveva fatto pizzicare il sesto senso.
Se non altro, pareva che non avrebbe avuto di che annoiarsi; finalmente – salvo imprevisti – una sfida degna di essere ricordata.
Ma è meglio non farsi troppi castelli in aria: mancano di fondamenta, il rischio è quello di vederli crollare nel giro di un attimo.

Si trovava in un posto che non ricordava di avere cercato.
Lunghi fili d’erba a perdita d’occhio, montagne in lontananza, sullo sfondo di un cielo dalle tinte aranciate e una brezza dispettosa, ma stranamente tiepida.
Strinse i pugni con forza e ne sferrò uno contro l’unico albero della zona, usando tutta la forza che aveva in corpo.
Il vecchio platano non si mosse di un millimetro, mentre le sue nocche si tinsero di rosso e iniziarono a dolere leggermente.
Stupida.
Aveva appena rovinato una perfetta scena romantica.
Idiota. Ti ho cercato per tutto questo tempo… non sapevo più dove sbattere la testa.
Ma non era stata lei, per una volta: poco distante, lui la guardava a braccia conserte e testa inclinata di lato, la bocca semiaperta in un ovale di sorpresa.
Era strano sentirla parlare in quel modo. Ma questo, Shitan lo tenne per sé. Si era fatto trovare per un motivo ben preciso.

Ogni centootto anni, quando la luna che mai tramonta…
Le dita sottili dell’uomo scorrevano rapide sulle pagine del tomo riportante la Divina Profezia; fin da quel giorno lo aveva sempre avuto con sé.
Rose ricordava quelle parole con un misto di commozione e di reverenziale timore, come la prima volta che Charle gliele aveva sussurrate.
E’ arrivato. Sai cosa devi fare.
Shitan sistemò gli occhiali sul naso, ponendole una mano sulla spalla; lei si limitò a liberarsi di quel contatto indesiderato, ma annuì con un rapido movimento del capo.
Sì. E’ un bel tramonto, vero?
Spostò lo sguardo dal volto di lui, indirizzandolo all’orizzonte dove il sole stava completando la sua parabola discendente.
Quando anche gli ultimi barbagli di luce aranciata si estinsero, una folata di vento dispettoso le scompigliò i capelli neri e lisci.
Era un vento ben più freddo di quello che soffiava soltanto pochi minuti prima.
L’uomo con gli occhiali non rispose: emise un lungo sospiro, muovendo qualche passo verso il grosso albero secolare e terminando col sedersi accanto a lei, sull’erba già bagnata dall’umidità serale.
Trovarsi vicino all’unica persona che sa chi sei – cosa sei – e nonostante questo non ti biasima, dovrebbe infonderti felicità.
Per Rose non era così: certe volte si ritrovava a pensare di gettare la spugna e di sparire lontano, possibilmente per sempre.
In fondo, il mondo meritava tutto fuorché essere salvato, e questo anche Shitan lo sapeva.
Eppure, l’emissario di Solaris si trovava sulla terra per convincerla ancora una volta: a lui, a differenza di parecchi altri, delle sorti del pianeta importava ancora qualcosa.
Non era vecchio come lei, e non intendeva mettere a confronto il proprio sapere – derivato dalla scienza – con quello dell’essere millenario che gli sedeva accanto, ma gli ordini erano ordini.
Qualunque cosa fosse accaduta, la madre del figlio della Luna non avrebbe dovuto partorire.
Era stato zitto, perché sapeva che non c’era bisogno di ricordare a Rose il tragico errore che aveva commesso qualche mese prima, quando aveva sbagliato clamorosamente il bersaglio finendo con l’annientare centinaia e centinaia di innocenti.
La donna ci soffriva – glielo leggeva in quegli occhietti scuri e impenetrabili, gli stessi abissi nei quali tutti gli altri vedevano solo cupidigia e indifferenza – e non voleva essere lui ad alimentare quella scintilla dolorosa, ma questa volta le informazioni non potevano essere sbagliate, e l’empatia che li legava non avrebbe fallito di nuovo.
Rose era stata in prima fila al tempo della Guerra dei Draghi, in qualità di cavaliere dragone e primo Generale delle truppe degli alati: sapeva cosa voleva dire uccidere, così come conosceva il significato delle parole ‘perdita’ e ‘fine’; non le occorreva lo stupido tomo incartapecorito che lui si era portato dietro per tutto quel tempo, per ricordarlo.
Glielo strappò dalle mani e lo gettò giù dalla collina – lontano, dove avrebbe voluto finire lei, con la differenza che non c’era nessuno a lanciarla.
Quel gesto fu interpretato dal Dottore come un presagio; tuttavia, tacque e osservò in silenzio.
Un’ultima occhiata, che fu ricambiata ma nella quale non riuscì a scorgere nulla di diverso.
Buona fortuna.
E un sorriso, ma Rose gli aveva già dato le spalle e non fu in grado di coglierlo.
Non gliene sarebbe comunque importato, pensò amareggiato mentre la vedeva allontanarsi, conscio dell’imminente fine di un altro ciclo. E avanti così, ancora una volta…
Non a me, Shitan.
Rispose infine.
Non sarò io ad averne bisogno.
E strappò la fotografia.
Scacco. Matto.

-
La realtà fu lesta a sbatterle in faccia un mondo che aveva sempre detestato.
Aristocrazia, nobiltà, opulenza e degrado.
Schifo.
Trasse un profondo respiro e chiuse gli occhi, tendendo le orecchie per udire l'impercettibile scorrere di una pesante porta sui propri cardini.
Poi fu il sesto senso a guidarla, senza bisogno di fare affidamento sulla vista; l'aura dell'avversario pulsava, sembrava viva ed esercitava su di lei lo stesso effetto del miele con le api.
Si ritrovò così a camminare quasi alla cieca, udendo l'eco dei propri passi in quello che - a giudicare dall'entità dei rimbombi - doveva essere un grandissimo salone spoglio.
Tuttavia, non tardò a realizzare che le eco erano due: quattro piedi in movimento, gli uni verso gli altri.
Non le riuscì difficile pensare che probabilmente anche l'astante si stava lasciando guidare dalle correnti energetiche che imperversavano libere nel grande salone.
Una simile potenza tutta assieme - era pronta a giurare - avrebbe potuto distruggere il mondo intero.
Ma Rose non cercava alleanze, soltanto risposte.
Aveva trovato Shitan, la permanenza in quel piano dimensionale e la prosecuzione del torneo non erano più cose necessarie.
Però... aveva scelto di rimanere e - ironia della sorte - nonostante per la prima volta stesse dando retta a sè stessa, squallidi trucchi magici volevano darle l'impressione di essere diventata un burattino nel vero senso della parola.
Non se ne crucciò; non era più tempo di farlo.
Con la lancia assicurata alla schiena e svettante ben oltre il suo capo, proseguì la marcia verso l'essere che già le si stava facendo incontro.

Avanzò - avanzarono - finchè non fu abbastanza vicina da poterne sentire il respiro, ma non aprì gli occhi.
Poi le labbra si mossero in un mormorio leggero, tuttavia secco e perentorio come il più autorevole degli ordini.

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Sidius.



SPOILER (click to view)
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Condizioni fisiche ~ Nessun danno accusato.
Consumi del turno ~ Nessuno.
Energia residua ~ 100%

(Equipaggiamento)
    Broken Butterfly [img]
    La forma è sintesi e rappresentazione dell'epiteto che maggiormente le si avvicina: bella, bellissima.
    Finemente incise sul piatto della lama risaltano le parole di una poesia misteriosa, scritte nell'acciaio da mano sconosciuta, in una lingua arcaica e intraducibile; un'asta lunga due metri - adornata da un glifo tondeggiante posto alla base - si estende costellata di rune incise nel freddo metallo, fino a raggiungere una strettoia che ne riduce il diametro.
    Partendo da quel punto e procedendo per qualche altra manciata di centimentri si giunge al vero cuore dell'arma, fulcro dei suoi poteri arcani: la lama, sottile ma dannatamente tagliente, offre uno spazio di venti centimetri nel suo punto di massima larghezza -approssimativamente al centro- e una punta che si restringe progressivamente, fino a tramutarsi in un cuneo affilato e letale. Sommando il mezzo metro della lama ai due metri dell'asta, si ottiene un'estensione totale di due metri e mezzo. Più che sufficienti per arpionare qualunque cosa si muova.
    La lancia è costantemente percorsa da lampi violacei, inoffensivi testimoni del potere racchiusovi.
    [Attualmente assicurata dietro la schiena da un laccio di cuoio.]

    Pugnale
    Il coltello a lama fissa, come suggerisce il nome, non ha una lama mobile, di conseguenza necessita di un fodero per essere riposto in modo sicuro. Spesso i foderi sono costruiti in cuoio, ma è possibile trovarli in una varietà di diversi materiali. Tale tipologia di coltello è solitamente più robusta e grande di un coltello pieghevole. Una progettazione particolare, con il codolo della lama che prosegue fino all'impugnatura, permette di ottenere i più resistenti coltelli a lama fissa. Le attività che richiedono una lama particolarmente resistente, come la caccia o il combattimento, utilizzano prevalentemente lame fisse. Questo pugnale possiede una lama a doppia taglio. Il coltello ha una lama che taglia su entrambi i lati, con un grande punto di impatto, molto affilato e può tagliare in entrambe le direzioni fendenti, e puntare in linea con il manico.
    [Sottratto a Jack Krauser alla fine del secondo turno, attualmente nascosto in una tasca interna del corpetto. Per il suo utilizzo, pago 1 punto e raggiungo la soglia dei 40.]

(Abilità passive)
    ≈ Play loud, Evil's Symphonic Poem
    Nonostante non ami fare sfoggio di stili di combattimento particolari quanto ricercati – preferendo lasciarsi andare in tempeste di colpi privi di schemi precisi, come un animale selvaggio – risulta difficile non notare la grazia e l’eleganza che accompagnano ogni suo movimento, dal più innocuo al più letale: tuttavia, spesso accade che… quando ti rendi conto di queste cose, sei già morto - nel senso più letterale del termine.
    Proprio come risulta facile notare il fluire dei movimenti, può risultare altrettanto facile non riuscire a seguirli, e non soltanto per via dell’elemento che ammanta la Sua figura; si tratta di velocità pura, diretta, quasi brutale nel suo manifestarsi repentino e inaspettato.
    La lancia, maneggiata con maestria, consente giochi ed evoluzioni che tendono a sfuggire all’occhio umano, per via della loro incredibile rapidità d’esecuzione.
    Il tutto, unito alla velocità stessa del contenitore terreno che la brandisce - Rose -, trasforma il susseguirsi dei movimenti in un’alchimia mortale: una fredda melodia d’acciaio, dolore e…
    ...m o r t e.

    Evanescence?
    C’è una certa differenza, tra ciò che l’occhio vede e ciò che il cervello elabora.
    Dopo questa doverosa premessa, è necessario dire che il corpo dell’Araldo è costantemente circondato da una patina invisibile, altro non è che quella parte dell’elemento che – presente in eccesso – non riesce ad essere contenuta e si riversa all’esterno, “impregnando” la zona immediatamente circostante, a fior di pelle.
    Inconcepibile per la mente di un essere umano, questo genera un disturbo visivo, una vera e propria interferenza; per certi versi, simile a quella di un canale televisivo che l’antenna non riesce a decodificare.
    Per i processi sopraelencati, l’occhio è messo a dura prova: ogni volta che si focalizza sulla Sua figura, il Velo fa sì che la visione sia parecchio fuori asse, generando problemi nel distinguere con precisione la profondità e la direzione dei colpi e dei movimenti.
    Un po’ come guardare attraverso una lente appannata, ma solo per quanto concerne il corpo dell’Araldo: tutto il resto è chiaramente visibile, cristallino come l’acqua.

    The last seal - Sesto senso
    Disciplina della percezione extra-sensoriale per eccellenza, questa abilità permette di vedere l’invisibile: essa consente di percepire e “vedere” l’aura degli esseri viventi e l’energia spirituale da loro emessa; anche attraverso oggetti solidi, si riesce a notare stati d'animo e forza dell’emanazione a seconda del colore e dell’intensità che lo spettro visibile assume.
    L'ultimo sigillo è un'abilità particolare, in quanto - a dispetto del nome - non necessita di essere "sbloccata" in alcun modo, essendo costantemente attiva in un raggio massimo di 20 metri: questo perchè l'elemento, anche se non visibile, aleggia constantemente attorno al suo fulcro, trasmettendogli per tempo una rapida immagine mentale della fonte di energia percepita, permettendogliene quindi la localizzazione.

(Tecniche impiegate)
    ///



Note
Duello fra immortali. 8D
Finalmente l'occasione che aspettavo per inserire un vecchio pezzo che ritengo fondamentale per la costruzione del pg.
Dico fin da ora che, casomai Sid dovesse incorrere in penalità legate al ritardo, esigo l'annullamento delle stesse.
E ora... che inizi lo show. :*

 
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Sidius G. Custos
view post Posted on 15/3/2010, 12:45




Continua da qui




Chiesi perché, ma non fui ascoltata.
Lo richiesi e fui attaccata.
Ho ucciso...

...e non ho avuto risposta.


Londra 1899, condutture della città:
Prelude:// #3 - Wings of monsters_


Mostro.
Aveva sentito diverse volte quella parola,
e quell'accezione aveva sempre assunto - per lei - una connotazione assai simile a qualcosa di estremamente negativo.
Assai simile a qualcosa di alato.
Ricordava di Zwei e di quando le aveva detto che le sue ali erano motivo di paura tra gli uomini,
che la chiamavano mostro per questo motivo.
Lei era un angelo.
Lei era un demone.
Lei era un mostro.
Le rammentava le sue ali: splendide e magnifiche.
Il loro piumaggio s'impreziosiva della luce dei raggi lunari ogni qualvolta che veniva bagnato da una stilla dell'acqua della cascata - sotto la quale era solita lavarsi di notte - mentre Sidius badava alla bambina di cui si prendeva cura.



La spadaccina continuava a dirle che erano nere.
Ma per Sid erano e sarebbero rimaste bianche.
Questione di punti di vista.

Quella notte invece, nella Londra del 1899, Sidius dovette fare i conti con ciò che continuamente la perseguitava da quando aveva calcato i reami mortali:
diversità, disuguaglianza, disprezzo ed odio.
Braccata, correva a perdifiato lungo la grande rete idrica della città.
Non poteva fare altro.
Non comprendeva perché la stessero inseguendo,
ma sentiva la minaccia palesatasi nei loro sguardi.
Erano gli occhi degli uomini ad odiarla, coloro che erano diversi da lei.
Correva, correva e correva, lasciandoseli dietro,
disumana ed inafferrabile progenie della morte;
Koudelka le aveva detto di non attaccarli,
perché non potevano comprendere...
ma faceva male, troppo male.
M O S T R O
Così l'avevano chiamata.
Perché?
Lo aveva chiesto loro.
In cambio ricevette sassate.
Perché? Richiese,
ma iniziarono a braccarla, inseguirla, per stanarla ed ucciderla;
ma per quale motivo lei che non aveva ali veniva perseguitata dagli esseri umani?
Anche quella era una questione di punti di vista.

Lesse di un altro mostro una volta,
su di un antico testo da cui ricavò la descrizione di colei che veniva chiamata:
i l  m o s t r o  n e r o.
Rose.
Veniva raffigurata come un'immane ombra femminea dalle ali di fosca tenebra,
attorniata dalle fiamme del giudizio.
Sidius - tramite quello scritto - comprese quindi che anche ali belle come quelle di Zwei potevano essere nere come la morte,
che potevano essere le ali di un mostro.
Ma lei?
Perché?
Perché venire cacciati e disprezzati a quel modo?
Il mostro nero - oltre ad avere ali - aveva infatti anche un'altra caratteristica:
distruggeva ogni cosa lungo il suo cammino.
Per questo - lo riconobbe - lei e Rose erano simili.

Sidius si fermò dal fuggire, quella notte, in quei maledetti cunicoli.
Si voltò per difendere se stessa, mossa dall'istinto di autoconservazione, che glielo impose come una legge imprescindibile.
Aprì il fuoco sui contadini,
uccise uomini, donne, vecchi e bambini.
Distrusse tutto.
L'unica cosa che si lasciò alle spalle fu un immane incendio.
Solo allora uscì dalle condutture,
per poi - una volta fuori - continuare a chiedersi perché la odiavano così tanto...

...senza avere risposta.



~

Altro luogo, Anfiteatro dell’Avversa Sorte:
Chapter:// #0 - Girls that you fear_


~~~~~
The ants are in the sugar,
the muscles atrophied,
we're on the other side, the screen is us and we're T.V.

~~~~~

Era il momento.
Strappò in due metà perfette la polaroid senza avere il minimo ripensamento al riguardo.
Il viaggio dalla suite all'arena fu istantaneo come il pensiero che Sidius ebbe:
P e r c h é?
Glielo avrebbe chiesto.
In quel dove avrebbe incontrato il mostro nero in persona.
Rose.
Si, proprio a lei lo avrebbe chiesto.
Attraversò con forza i due battenti che si erano spalancati al suo arrivo - cheti - scivolando silenziosi sui cardini ben oleati, per poi richiudersi istantanei al suo passaggio.
Lo spettacolo della giornata si sarebbe svolto lì, in quel salone che Sidius aveva davanti agli occhi: pavimento dipinto da intricati motivi, un gigantesco specchio a ritrarre figure distorte, un sipario da cui sovvenivano di tanto in tanto risatine beffarde ed - infine - un complesso di candelabri, i quali garantivano un'ottima quanto suggestiva illuminazione alla stanza.
Avanzò.
Lo spolverino prese ad innalzarsi smosso dalla sua falcata, mentre l'ammantava di tenebra nell'inutile tentativo di celare all'avversaria la pelle del corpo che - candida come la neve - veniva messa in risalto dagli splendidi abiti forgiati dell'essenza stessa della notte.
Camminavano entrambe,
crepitanti dell'energia che sarebbe stata rilasciata in quello scontro,
una potenza tanto grande da annullare ogni cosa.
Nel mentre Sidius tremava.
Fremeva
dalla voglia di chiederle il motivo per il quale venivano considerate alla stregua di aberranti creature portatrici di morte.



I suoi occhi, celati dalla splendida cascata di capelli corvini - racchiusi in due code - che le disegnavano il viso, si assottigliarono nell'osservare la figura dell'Araldo suo avversario.
Strinse i denti.
Perché doveva fare così male?
Il cuore le si schiacciò nel petto.
Perché la gente doveva sempre odiare il diverso?
«Sidius»
Rose pronunciò il suo nome con autorevolezza, come a cercare di richiamarla alla realtà,
come a catturare la sua attenzione all'istante che entrambe stavano vivendo.
Sidius, però, era ancora concentrata sulle proprie domande.

"Nessuno è nato sotto una cattiva stella,
ci sono semmai uomini che guardano male il cielo.
"

Quella frase Zwei gliela disse proprio allora,
sotto la cascata, mentre si lavava le sue ali nere.
Il senso era facile ed intuitivo,
ma se ciò che diceva era vero...
...allora perché?
«Perché?»
Lo chiese con voce tremolante, fragile, fermatasi ad appena cinque metri dall'avversaria.
La tonalità scura e misteriosa che era solita elargire al suo prossimo vibrava ora di profonda emozione - a lei nuovamente incomprensibile - mentre la frustrazione le cresceva dentro come un parassita, al sentore che - quella creatura - poteva dare risposta almeno ad una delle sue molteplici domande.
«Perché siamo dei mostri Rose?»
Non aggiunse altro, restando immobile al centro dell'arena,
dove miriadi di spettatori le avrebbero osservate ridacchiando sommessamente,
gustandosi lo scontro come centinaia di formiche in assalto ad una zuccheriera rovesciata a terra.
Sarebbero state il loro cibo,
mentre gli invisibili fili che le vincolavano attingevano alle più macabre parole che il re Ray aveva elargito durante il proprio discorso al ballo.
Vacche.
Sarebbero state solamente due vacche burattinate, al macello in uno straordinario show televisivo.
Ma a Sidius non poteva importare di meno.
Sideris era oltre quella creatura,
e se voleva arrivare a lei sarebbe stata una vacca,
sarebbe stata
u n  m o s t r o...

...e l'avrebbe raggiunta.


SPOILER (click to view)
★ T H E   N O B O D Y ★
- P r o f i l e -
    -Fisico: Illeso
    -Psicologico: Determinata e frustrata al tempo stesso.
    -Energia: 100%
    -Consumi: N/A
    -Armi:
      Rock Cannon: N/A
      Black Blade: N/A




★ A N T I C H R I S T   S U P E R S T A R ★
- I n b o r n A b i l i t y -

    -Girl that you fear

    La paura é uno dei mali peggiori che gli esseri mortali possono soffrire, il Thànatos é paura incarnata, é terrore sotto forma di forza bruta ed agilità incredibili. Sidius - emblema unica e indivisibile della propria stirpe - é la rappresentazione terrena di questo basilare concetto; forza incredibile scorre nelle sue vene, destrezza incalcolabile spinge i suoi assalti, rendendola una vera e propria progenie della Morte.
    Del resto, ne é figlia.
    P a s s i v a (+50% Forza / +50% Velocità)


    -The eye of the dead

    L’essenza della vita, la sostanza di cui é composta la materia; ciò che viene identificato con tale accezione viene denominato Etere. L’Etere é l’energia pura e vitale che anima ogni cosa, donando loro particolarità e proprietà uniche nel loro genere; Sid é padrona di tale componente materio-spirituale e grazie al suo occhio sinistro riesce a plasmare nel piano materiale qualsivoglia oggetto metallico solido o liquido che ella desideri. Questo arcano trova congrua applicazione quando Sid richiama a se le proprie armi che - molteplici - si adattano ad ogni situazione. Pertanto - in funzione di tale innata propensione al controllo - il Thànatos non impiega alcuna energia per il richiamo di semplici oggetti - che non superino i 2m x 1m x 1m - in un turno. L’occhio del morto inoltre - per sua caratteristica innata - altera l’Etere attorno alla figura di Sidius, generando una differenza di potenziale che deforma costantemente le onde elettromagnetiche attorno alla sua figura rendendola immune a qualsivoglia attacco di natura psionica di media entità.
    P a s s i v a (Controllo dell’Etere / Immunità psionica liv. Medio)

★ I   F E R R I   D E L   M E S T I E R E ★
- E q u i p m e n t -

    N/A

★ B L A C K   R O C K   S H O O T E R ★
- T e c h n i q u e s -
    N/A

★ T I E D   A N D D E A D ★
- N o t e s -
    Di comune accordo con il mio avversario ho lasciato che la scena del nostro avvicinamento si svolgesse in contemporanea, così da rendere più esteticamente appetibile il tutto.
    Faccio i miei auguri di buona fortuna a Rose, facciamo scintille! :wow:

    La canzone di riferimento di questo topic é "Man that you fear", il cui titolo é stato appositamente adattato per ovvi motivi.
    Inauguro anche questo nuovo e più leggero spoiler code per amor di comprensione.


 
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Røse
view post Posted on 22/3/2010, 23:39




One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt, pillars of sand


~

Anfiteatro dell'Avversa Sorte

Se solo avessero conosciuto il nome del loro personale teatrino, avrebbero riso.
Di un riso dolce-amaro, certo, ma era pur sempre qualcosa.
Doveva trattarsi di un gioco del destino.
Uno scherzo, forse; si sa, il fato è un gran burlone: ama giocare con i suoi burattini, ridendo da dietro le quinte, supremo artefice della storia e del tempo.
Rose lo sapeva.
Sapeva quanto era difficile accettarlo, o anche solo rendersene conto, perché ci sono cose che sfuggono all’umana comprensione: sono effimere, evanescenti… ma sfortunatamente reali.
Perché, ad esempio, una donna comune venne scelta per personificare la rovina e diventare ella stessa una Piccola Morte?
Perché proprio la stessa donna che aveva visto la guerra con i propri occhi rabbiosi, e si era ritrovata spogliata di tutto e tutti?
Perché non qualcun’altro?
Era una domanda che si era posta fin troppe volte, e che non aveva mai trovato risposta.
Faceva presto, a dare la colpa al destino.
D’altronde, era solo figlia del suo tempo; si era trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ed era stata incatenata a leggende terribili, della cui esistenza era sempre stata ben più che scettica.
Per chi sapeva, la cosa era ironica e triste allo stesso tempo; per lei, era una tragica realtà e nulla più.

«Perché siamo dei mostri Rose?»
La domanda la colse del tutto impreparata.
Le sembrò di rivedere sé stessa, più giovane.
Aveva gli stessi capelli neri, gli stessi occhi scuri… e la stessa sete di conoscenza, di giustizia; la stessa rabbia e probabilmente anche gli stessi rimpianti.
Ma per Rose era tutto diverso: in quegli istanti di muto e religioso silenzio, realizzò di aver raggiunto quell’apice di comprensione che precede la rassegnazione.
Si era arresa, rassegnata ad essere un tassello del grande puzzle dell’universo.
Allo stesso tempo, realizzò che non aveva capito niente – e quella verità fu più tagliente di una lama, e la colpì con tanta forza che le parve di sanguinare come un cucciolo ferito, nuovamente inconsapevole.
Deglutì.
Pausa. Silenzio.
Avrebbe avuto bisogno di tempo per rispondere; i suoi castelli erano crollati come fossero stati fatti di sabbia e sale.
Era convinta di aver finalmente trovato la chiave, tanto che aveva smesso di cercarla; invece, ora realizzava di non averne mai nemmeno visto l’ombra, e si sentiva soffocare tra invisibili pareti.
Infine, trovò le parole per dare forma all'ombra di una risposta.

Dipende da come vuoi vedere la cosa.
Potrei dirti che non siamo mostri e il colpevole è la storia, che ingenuamente ci definisce tali.
Oppure potrei affermare che lo siamo, e la colpa è della cattiva stella sotto la quale abbiamo avuto la sfortuna di nascere.

Balle.
E lo sapeva benissimo, ma non poteva fare a meno di continuare ad usarle come giustificazioni.
Le sue finte chiavi.
Mosse lentamente una mano, portandola verso la propria schiena.

Ma capirai che sono due ipotesi fin troppo fantasiose.
Le dita si protesero cercando il freddo dell’acciaio di quell’asta maledetta.
Lo trovarono quasi subito.
Ad ogni modo...
...Non so risponderti, e non sono certo la persona più qualificata per farlo.
E' una domanda che ho smesso di pormi molto, molto tempo fa.


Nonostante ciò che le stava accadendo dentro, riuscì a non tradire le proprie emozioni; la sua era una faccia da poker, e in quel momento non trasmetteva né rifletteva nulla.
Persino la voce usciva lenta e calda, e le parole venivano scandite con una tranquillità disarmante.

- Frush -
Il laccio che assicurava l’arma alla schiena cadde, volteggiando come sostenuto da una brezza invisibile.
Siamo strumenti. Oggetti. Ci chiamano mostri, diavoli, angeli della morte.
Abbiamo origine dalla disperazione e la portiamo con noi ovunque andiamo, mentre solo una ricerca utopica dà un senso alle nostre vuote esistenze.
Sbaglio, forse? Ti conosco meglio di quanto credi, bambina.
Ora ascoltami, ti prego; ho solo una domanda da porti…


E finalmente sguainò la lancia, che già brillava di un sinistro bagliore purpureo.
Ne portava con sé, di leggende. Quello strumento era un’autentica miniera di eventi; tra i riflessi del metallo e l’odore del sangue, occhi attenti avrebbero potuto leggere la storia.
E gli occhi di Sidius incontravano i requisiti richiesti, ne era sicura così come era certa della forza di quella creatura.
Erano demoni immortali, eterni, potentissimi.
Malati di solitudine.
Le loro esistenze, che trascendevano lo spazio ed il tempo facendosi beffa della morte, non avevano alcun significato.
Esserne a conoscenza era triste, ma inevitabile.
Anche sapere che il loro duello non avrebbe portato a nulla, era tragicamente buffo.
Ma dovevano.

L’asta descrisse un arco luminoso parallelo al suo corpo, lasciando evanescenti tracce del suo passaggio sottoforma di agglomerati simili a scure nuvolette intangibili.

image
…che cosa cerchi?
Poi, in meno di un attimo, piegò il busto in avanti e si fiondò verso la ragazza con una velocità disumana, i muscoli tesi, la lancia impugnata con la mano destra e la chioma scura libera di danzare in balia dei movimenti del capo di Rose.
Le fu addosso in una frazione di secondo, senza parlare né quasi respirare; forte di un’altra spinta inumana, il braccio che reggeva la lunga arma fu sollevato e Broken Butterfly con esso, per essere poi abbattuta violentemente e velocemente - con un fendente verticale - verso il braccio sinistro all’altezza della spalla, per recidere le articolazioni che lo legavano al busto e – possibilmente – tranciarlo di netto.
Un istante prima di sferrare l’attacco, puntò i piedi e riguadagnò l’equilibrio cercando di girare attorno a Sidius passando dalla sua sinistra, così da agevolare il movimento della lama che in quel momento calava e poi portarsi alle sue spalle – salvo imprevisti.

-
Loro, che sfuggivano alle rigide leggi della vita e della morte, avrebbero combattuto per cose che non capivano e che forse mai avrebbero capito.
Ma nel bene e nel male, erano ricerche impossibili come quella a dare un senso alla loro esistenza.
Lo sapeva, e non poteva sottrarvisi.



SPOILER (click to view)
image
Condizioni fisiche ~ Nessun danno accusato.
Consumi del turno ~ Medio + Medio.
Energia residua ~ 80%

(Equipaggiamento)
    Broken Butterfly [img]
    Lancia di 2.50 metri.
    [Attualmente impugnata nella mano destra.]

    Pugnale
    Un comune pugnale. Infoderato.

(Abilità passive)
    ≈ Play loud, Evil's Symphonic Poem
    Potenziamento Velocità (+50%)

    Evanescence?
    Provoca difficoltà nel capire la direzione/profondità dei colpi.

    The last seal - Sesto senso
    Auspex 30 metri.

(Tecniche impiegate)
    Ephemeral dream
    Le gambe si scaldano e vengono avvolte nella loro interezza da lampi porpora, turbinanti e crepitanti.
    Conseguentemente all'assimilazione dell'elemento diviene possibile compiere un poderoso scatto in qualunque direzione, il quale lascerà come testimonianza del suo passaggio solo una scia scura di vibrante energia.
    ~ Consumo Variabile -> Medio (Per il movimento col quale tento di girarti attorno mentre vibro il colpo.)

    Second seal
    Compito del secondo sigillo è quello di consentire un'accelerazione immediata alla/e parte/i del corpo indicata/e, permettendo così di sferrare rapidi colpi o, - perchè no -, realizzare scatti e acrobazie qualora si presenti la necessità.
    ~ Consumo Variabile -> Medio (Per il braccio che vibra il colpo)



Note

Allego le scuse per il ritardo. Purtroppo sono stato colpito da una letale combo che non sto a spiegare in questa sede.
A te. =P

 
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Sidius G. Custos
view post Posted on 27/3/2010, 17:26




Chapter:// #1 - Martyr_


~~~~~
Spread me open,
sticking to my pointy ribs are
all your infants in abortions cribs

~~~~~

Nel frattempo che il mostro parlava, nella mente di Sidius quei significati si perdevano in molteplici contraddizioni.
Sapere e non sapere, giusto e sbagliato.
Il tutto assumeva - tramite le parole di colei che aveva precedentemente interloquito - un che di assurdo.
Un discorso a priori inutile, ma per il Thànatos impossibile da fuggire.
Impossibile da dimenticare, come le cicatrici che portava sul corpo e sul cuore.
«Siamo strumenti. Oggetti. Ci chiamano mostri, diavoli, angeli della morte.
Abbiamo origine dalla disperazione e la portiamo con noi ovunque andiamo, mentre solo una ricerca utopica dà un senso alle nostre vuote esistenze.
Sbaglio, forse? Ti conosco meglio di quanto credi, bambina.
Ora ascoltami, ti prego; ho solo una domanda da porti…
»
Stupore.
Quelle parole tronche destarono stupore in lei che era pervasa dal dolore della frustrazione,
mentre il suo corpo si irrigidiva alla luce di quella stanza così ampia e vuota al tempo stesso,
fintanto che non sentì l'importante domanda che Rose voleva tanto porgli.
«...che cosa cerchi?»
Provò istintivamente un sussulto al cuore, che le parve spezzarsi nel petto al contatto con quella bruciante domanda.
Perché bruciava?
Perché già qualcuno gliel'aveva posta.
Un dannato essere umano come quei tanti che l'avevano tradita, umiliata e disprezzata.
Il suo cuore veniva pian piano lacerato ed allargato da invisibili lame, costole affilate di un simulacro fatto di teschi ed ossa di uomini e mostri insieme.
Una macabra visione di un incubo perpetuo dal quale Sidius non riusciva a fuggire.
Un dolore non dissimile da quello provato dalla coscienza di un feto già morto a contatto diretto con la vita prospera e terrena degli altri.
Diversità e solitudine, due malattie inguaribili di cui entrambe - Sidius e Rose - erano tristemente affette.
Ma il Thànatos non abboccò.

Ciò che successe di lì a poco fu istantaneo come un battito di ciglia.
La lancia di Rose le venne addosso, dall'alto verso il basso.
Non riuscì a capire la reale posizione dell'arma - nell'arco dei pochi centimetri che occupava vibrando evanescente - e l'istinto di proteggersi ebbe il sopravvento sulla strategia, portando Sidius a generare nel punto d'impatto uno spesso carapace di solide catene, raddensatesi istantaneamente al contatto con la velocissima lancia del nemico.
Gravitanti nell'aere - ad una decina di centimetri dalla pelle del Thànatos - erano riuscite a bloccare l'attacco, facendole incassare solo una grossa contusione causata dal contraccolpo.



Solide e ferree, protessero adeguatamente l'Umbra da quel fendente, e mentre la lancia del mostro rilasciava scintille - vibrante come un miraggio - per il contatto delle leghe metalliche, la sagoma della sua padrona faceva per scomparirle alle spalle.
Nemmeno a farlo apposta - in un istante - quelle stesse catene che Sidius aveva utilizzato per difendersi divennero serpenti metallici,
divoratori dello spazio che si frapponeva tra entrambe,
cercando di avvinghiare - in una stridente coppia di rettili anelliformi - lancia e braccio armato dell'avversaria, con l'intento di vincolarla a se così da impedirle rapidi spostamenti.
Per contro, l'offensiva del Thànatos fu forte di un'eruzione emotiva con cui rispose a Rose inaspettatamente con un'altra domanda, mentre rapidamente ruotava in senso antiorario per seguire il suo movimento e fronteggiarla, conscia del fatto che la sua velocità - quella volta - sarebbe stata inferiore.



«TU DIMMI PERCHÈ DEVO CONTINUARE A SENTIRMI COSI'!»
Un urlo,
e il ritmo cambiò.
Non più un semplice scambio di battute, quella era divenuta una lotta di fronti opposti, mai stati tanto simili ed ingiusti nel doversi confrontare.
Voltatasi parzialmente verso il mostro nero, Sid protese verso questa entrambe le braccia - scattando verso di lei di due passi - facendosi scivolare sulla spalla ricoperta di catene la lancia, per penetrare così la guardia avversaria.
Istantaneamente, nelle mani del Thànatos si generarono quelle che a prima vista potevano sembrare due pistole semiautomatiche argentee e lucidissime - createsi mediante una vampata di fiamma turchina - le quali erano costituite di una particolare lega polimorfica, capace di generarsi con il semplice pensiero.
Da queste, subitaneamente, eruppero due veloci raffiche di colpi energetici che - come sei piccoli fulmini - si sarebbero schiantati probabilmente nel centro del petto del mostro - esattamente dove Sidius aveva mirato per ovviare allo sfarfallamento che l'avvolgeva.



Ogni pistola aveva la doppia canna, e si era rivelata più un mitragliatore leggero che una comune arma da fuoco, nascondendo l'ignobile segreto di poter far inseguire ai colpi profusi l'aura dell'avversaria.
Nel frattempo - mentre tutto venne abbagliato dal furore celeste dei lampi delle pistole - l'espressione del Thanatos non era mai stata tanto ricolma di emozioni.
Tristezza, rabbia, odio e frustrazione.
Una fatale quanto triste ricorrenza per colei che la fronteggiava,
che per quel martirio incredibile
era già passata.


SPOILER (click to view)
★ T H E   N O B O D Y ★
- P r o f i l e -
    -Fisico: Contusione alla spalla sinistra.
    -Psicologico: Emotivamente travolta da odio, tristezza e frustrazione.
    -Energia: 100% - 30% = 70%
    -Consumi: 30%
      [Medio(10%) + Medio(10%) + Medio(10%)]
    -Armi:
      Rock Cannon: N/A
      Black Blade: N/A




★ A N T I C H R I S T   S U P E R S T A R ★
- I n b o r n A b i l i t y -

    -Girl that you fear
    P a s s i v a (+50% Forza / +50% Velocità)

    -The eye of the dead
    P a s s i v a (Controllo dell’Etere / Immunità psionica liv. Medio)
    Medio (per le due catene che dal gruppo difensivo si protendono cercando di avvinghiare lancia e braccio di Rose)

★ I   F E R R I   D E L   M E S T I E R E ★
- E q u i p m e n t -

    N/A

★ B L A C K   R O C K   S H O O T E R ★
- T e c h n i q u e s -
    - Metallica

    Catene, metallo, acciaio.
    L'essenza stessa del Chain World viene padroneggiata dal Thànatos che - suprema signora del proprio presidio - può richiamarla in qualunque istante in propria difesa. Semplicemente, adducendo una quantità propria di energia allo spazio circostante, l'Umbra - raffinatrice dell'Etere per eccellenza - sarà in grado di ergere in propria difesa un ammasso di catene, che, fuoriuscendo da un semipiano alternativo - aperto direttamente sul Chain World - verranno plasmate a scudo della sua incolumità. Il Thànatos inoltre, può decidere la forma di questo ammasso di metallo polimorfico - i cui anelli misurano circa una decina di centimetri l'uno - ed inondarlo di Etere per formare così una barriera fisica adattabile a qualsiasi prospettiva d'attacco entro un raggio di dieci metri.
    C o n s u m o V a r i a b i l e: Medio


    - Hate Anthem Gun

    Là dove esiste un'ombra, c'é sempre una luce pronta per contrastarla, là dove c'é vita, c'é anche la morte. Su questo basilare concetto sono state create queste armi; piccole e semplici, rapide e letali, questa coppia di pistole garantisce quella che apparentemente sembrerebbe una banale peculiarità per un'arma simile, ma che per ragioni più "tattiche" acquisisce ben più elevato spessore: velocità. Realizzate in una lega polimorfica argentea ricreata mediante l'Etere, esse sembrano semplici pistole semiautomatiche, ma in realtà posseggono una proprietà che le rende notevolmente più utili delle proprie consorelle: i colpi da esse profusi inseguono le aure.
    Essendo il dominio di Sidius per concezione l'essenza stessa dell'energia insita nella materia, é facile pensare ad un'arma che abbia come particolarità quella di essere in grado di sincronizzarsi su di una data fonte energetica a seconda del processo con cui si raffina l'Etere. In special modo, queste piccole gattine - ispirate alla canzone "Irresponsible Hate Anthem" - sono proprio espressione stessa di questo concetto: un irresponsabile inno all'odio che colpisce là dove nessuno penserebbe mai di essere attaccato. Infatti, i molteplici colpi dal basso potenziale profusi da queste pistole inseguiranno l'opponente tramite le istruzioni del Thànatos, che, attraverso il controllo etereo andrà a percepire l'energia avversaria per poi reindirizzarli verso di essa. Vomitanti piccole raffiche di raggi turchini dalle doppie canne sovrapposte che posseggono, queste "ragazze" rassomigliano più a delle mitragliette, e come tali non hanno un elevato potere offensivo, unicamente un utile - quanto strategicamente vantaggiosa - peculiarità. Una volta richiamate svaniscono sgretolandosi dopo essere state utilizzate a meno di non essere mantenute concrete sul piano materiale.
    C o n s u m o M e d i o

★ T I E D   A N D D E A D ★
- N o t e s -

    Riassunto azioni:
    Sid impatta il colpo della lancia di Rose con un ammasso di catene, che sfrutta poi per cercare di avvinghiarle l'arma ed il braccio armato; voltandosi si fa poi scivolare la picca sulla spalla, seguendo nella sua rotazione l'avversaria per cercare di continuare a fronteggiarla.
    Sapendo che ciò le risulterà probabilmente impossibile estende le braccia lateralmente verso sinistra, mirando nel centro del petto della nemica - anticipando così il proprio movimento rotatorio - per poi sparare con le sue pistole.
    Constatando che Rose si é mossa più rapidamente di quanto potesse fare lei al momento, e per ovviare allo sfarfallamento costante da cui é avvolta, Sidius sfrutta la proprietà delle sua armi di far inseguire ai colpi l'aura del nemico, assicurandosi così un effetto strategicamente utile, unitamente all'azione di probabile impedimento causata dalle catene.

    Tranquillo, tutti possono avere dei problemi.
    Ah, anche io vorrei che il ritardo del mio avversario non venga contato.
    A te :wow:


 
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Røse
view post Posted on 1/4/2010, 23:43




Pray unto the splinters, pray unto your fear
the cut that never heals
pray now baby, pray your life was just a dream
(I am so tangled in my sins that I cannot escape)


~

Finiva sempre col chiedersi come mai ogni volta fosse tanto difficile.
Perché giusto e sbagliato, bene e male, fossero concetti di così complicata interpretazione.
Aveva imparato che non erano verità assolute, non erano dogmi imprescindibili ed inarrivabili.
Il problema più grande – aveva infine realizzato – stava nel giudizio del singolo.
Lei aveva passato secoli a combattere per gente che non meritava nemmeno di morire, tanto era bieca e perversa.
Inferno, Paradiso: non aveva mai creduto in nulla di tutto ciò.
D’altro canto, per lei non c’erano né l’uno né l’altro, al di là di quella soglia che le era stato proibito di varcare.
Più e più volte aveva tentato di farlo, solo per scoprirsi reincarnata nello stesso involucro di carne, incatenata allo stesso sporco, corrotto mondo.
E proprio di catene la sua esistenza era fatta, legacci d’acciaio infernale che le bloccavano gli arti e le mozzavano il respiro, e più tentava di liberarsene, più le facevano male.

Nemmeno la consapevolezza di non essere sola in quel circolo vizioso fu capace di lenire la sofferenza che le cresceva dentro come un cancro maligno ed incurabile.
C’era lei – l’altra – ma faceva parte di un secondo disegno, di una diversa ruota.
Era un animale in gabbia, ma la sua prigionia era ben differente dalla sua – ne era certa.
Ma non c’era spazio né tempo per simili considerazioni, giacché sapeva che una volta terminato quel confronto intenso non l’avrebbe mai più rivista.
Per un essere cinico come Rose, la cosa non faceva una grande differenza… e allora come mai stava tanto male?
Era come aver trovato la verità che si cerca da una vita, ma essere incapaci di metterla a fuoco e scoprire di cosa si tratta.
Era terribile, devastante. Avrebbe pianto, ma sapeva versare solo lacrime di coccodrillo.
Come quando aveva risparmiato la vita del primo avversario di quel torneo; aveva fatto una cosa buona – termine delicato – eppure era certa che, sotto la pioggia, a rigarle il volto non fosse stata una goccia d’acqua piovana, ma qualcosa di più salato.

«TU DIMMI PERCHÈ DEVO CONTINUARE A SENTIRMI COSI'!»
Quelle parole non ebbero su di lei l’effetto che chiunque si sarebbe aspettato.
Al contrario, la portarono a reprimere un moto d’ira convulsa, un sentimento talmente radicato che riuscì perfino ad esprimerlo attraverso la mimica facciale, fino ad allora indecifrabile.
Strinse i denti, e le sopracciglia si incurvarono verso il basso.
La testardaggine di quella creatura aveva dell’incredibile.

Te l’ho già detto, sciocca!
Esclamò all’improvviso, furiosa.
Nello stupore di quell’attimo, vide il proprio attacco abbattersi inoffensivo contro un nugolo di catene comparse dal nulla, che rapide si serrarono attorno all’arma in una morsa micidiale.
Furiosa, sul momento non si rese nemmeno conto che l’avversaria si era praticamente uccisa con le sue stesse mani.
L’istinto, intanto, la portò a condensare un agglomerato di energia solida nei pressi del busto, comparsa giusto in tempo per accogliere dentro di sé quei proiettili di energia mistica appena esplosi dalle bocche da fuoco plasmate nelle mani del Thanatos.
Vi si schiantarono contro, disgregandosi insieme con la barriera, che scomparve in un guizzo color porpora lasciando una pioggia di scintille della medesima tonalità.
Mentre la barriera svaniva, Rose completava il movimento iniziato poc’anzi e veniva così a trovarsi di fianco alla ragazza, un istante prima che anch’ella potesse girarsi a fronteggiarla.


Io sono come te: non possiedo le risposte.

Con ancora la lancia imprigionata nella catene, cambiò rapidamente il braccio deputato a reggerla, impugnandola con la sinistra; la destra, ora libera, corse a serrarsi attorno al manico del pugnale che aveva sottratto al militare pochi giorni prima, estraendolo dal corpetto mentre dalla lancia si liberava una nube purpurea, che rapida corse ad espandersi come una piaga inevitabile.
Forte della sicurezza che le derivava dal sapere che il nembo venefico avrebbe presto sortito i propri effetti, Rose approfittò di quei momenti per serrare forte il manico del lungo pugnale e sferrare una tripletta di letali stilettate dirette nel punto più alto della coscia destra di Sidius: se avesse colpito l’arteria femorale, lo scontro sarebbe finito ancor prima di iniziare.
Infierì con violenza e velocità, ancora, ancora e ancora, in attesa di liberare la lancia saldamente impugnata dalla mancina.

La sua espressione tornò a distendersi, ed il furore di poco prima - paradossalmente - andava svanendo mano a mano che attaccava, per essere sostituito da una maschera di rassegnazione.
Anche dopo che tutto quel sangue fosse stato versato, non sarebbe cambiato niente.
Per nessuna di loro.
Era tutto perfettamente, assolutamente inutile, eppure liberatorio; era come essere vivi.
Come avere dormito un'eternità intera, ed essere finalmente svegli.



SPOILER (click to view)
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Condizioni fisiche ~ Nessun danno accusato.
Consumi del turno ~ Medio + Alto.
Energia residua ~ 50%

(Equipaggiamento)
    Broken Butterfly [img]
    Lancia di 2.50 metri.
    [Attualmente imbrigliata nelle catene e impugnata nella mano sinistra.]

    Pugnale
    Un comune pugnale. Impugnato nella mano destra.

(Abilità passive)
    ≈ Play loud, Evil's Symphonic Poem
    Potenziamento Velocità (+50%)

    Evanescence?
    Provoca difficoltà nel capire la direzione/profondità dei colpi.

    The last seal - Sesto senso
    Auspex 30 metri.

(Tecniche impiegate)
    Amatsukami
    Il corpo ribolle, l'energia scorre libera e vi si condensa davanti come il più resistente dei muri.
    Disposto a pochi centimetri dalla parte frontale del corpo e fluttuante a irrisoria distanza dal suolo, compare a comando per difendere il caster da danni fisico-materiali, svanendo in un turbinio di particelle viola una volta smorzato il potenziale pericolo.
    ~ Consumo Variabile -> Medio

    Atmos-fear
    Evoca in un punto predeterminato del campo -in un raggio massimo di dieci metri- una nebbia violacea estremamente densa, la quale compare in seguito a un tremolio dell'aria e ingloba un'area di due metri quadri.
    Quando il miasma penetra nell' organismo - per inalazione o attraverso i pori della pelle - ottenebra completamente le percezioni per quel turno e quello successivo. La realtà apparte nerasta e distorta, i sensi vanno completamente in tilt e lo stesso dicasi per la psiche che diviene incapace di ragionare in maniera coerente, prova soltanto un sentimento: il terrore estremo nei confronti di qualcosa di indefinito e surreale. Il corpo non risponde più ai comandi - o vi risponde molto difficilmente.
    ~ Consumo Alto



Note

Per dovere di specifica, e onde evitare fraintendimenti, faccio presente che la tecnica Atmos-fear non è assolutamente da considerarsi come tecnica psionica.
Avendo ricevuto critiche che dicevano che suddetta tech necessitava di un tramite, gliene ho fornito uno piuttosto lampante.
Il pugnale che ho utilizzato è quello sottratto a Krauser durante il secondo turno; per qualunque chiarimento, leggerne la descrizione nello spoiler del post di presentazione.
Olè.

 
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Røse
view post Posted on 15/4/2010, 13:40




CITAZIONE

Negli ultimi due anni devo essermi perso qualcosa di davvero importante per quanto riguarda le regole basilari del GDR Played By Forum e loro evoluzione; in futuro cercherò di stare al passo coi tempi.

Congratulazioni per il passaggio del turno.


 
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- Madhatter -
view post Posted on 28/4/2010, 17:01




Røse

Narrazione: 3.5 + 3.5 + 4 = 11 : 3 = 3.6
Commenti
Buona, lineare, direi un narrato molto pratico che va dritto al punto senza troppi giri di parole e per questo degno di nota, soffre un po' il paragone con uno stile più estroso impiegato dall'avversario ma in compenso fa contrasto e ne esce meglio, grazie sopratutto ad una maggior chiarezza nelle parti più tecniche quali: azioni difensive, azioni offensive, parti tecniche. Consiglierei un maggior coinvolgimento nel combattimento, si sente molto poco il personaggio e se anche l'intenzione era quella di esporre un carattere freddo talvolta si scade in una mancanza d'anima, cosa per cui purtroppo non prende molto il lettore. Voto comunque buono, anche se non eccelso.



Stile accattivante, scorrevole e godibile; la preparazione tecnica del giocatore non lascia dubbi sulle sue capacità: ha buona padronanza linguistica, lessico variegato, punteggiatura tutto sommato ben dosata e -in particolar modo- sa come dare spessore alle atmosfere, sebbene i continui riferimenti alla storia di Rose appaiono -al lettore inesperto che non li conosce- fluttuanti, nebulosi e un po’ “piatti” rispetto a quello che magari è il loro reale significato per chi conosce il contesto.
Ciononostante, la caratterizzazione del personaggio ne emerge esaustivamente apprezzabile e capace di coinvolgere e motivare chi vi si approccia a saperne di più.



Niente da eccepire. Un narrato fluido e puntualmente arricchito; la punteggiatura è dosata, tanto quanto l'uso di sporadici termini ricercati-aulici.
Rientre perfettamente nella categoria medio-alta per quanto riguarda la narrativa, sebbene tu sia in possesso di un personaggio non facile da rendere (interpretativamente parlando).
Sebbene il lettore alla prima occasione che apprende della tua storia non sappia bene i dettagli, trovo coinvolgente il modo con cui esponi certe 'trame' e notizie del personaggio, senza per questo appesantire una descrizione limpida e vellutata.



Strategia: 3 + 2.5 + 3.5 = 9 : 3 = 3
Commenti
Sebbene lo scontro si presenti tutt’altro che concluso, le strategie adottate nei primi due turni attivi hanno rivelato una buona capacità organizzativa di piani d’attacco e di difesa, ottimizzati dal possesso di abilità passive semplici e funzionali; apprezzabile il ricorso al pugnale ottenuto nei turni precedenti e molto ingegnosa la passiva “Evanescence?”.



Poco, pochissimo materiale, solo una fase difensiva fra l'altro abbastanza banale e nessuno spunto speciale degno di nota. Un po' sprecato un consumo medio iniziale che poteva sicuramente essere impiegato meglio, qualche trick e qualche azione con più iniziativa sarebbero state gradite ma, anche se fosse, avrei comunque dovuto assegnare un voto d'ufficio.



Dunque dunque, ti divori la distanza (e sei un guerriero) in pochissimo godendo del vantaggio del primo post. Fin qui, ottima mossa. Magari avrei rallentato sull'utilizzo di due consumi medi già al primo turno. Ottimerrima manovra quella del pugnale e mirare alla femorale è un colpo di classe.
Nuovamente: consumi notevoli, ma giustificati dal fatto che a quella distanza sono quasi una certezza.



Sportività: 3.5 + 1.5 + 1 = 6 : 3 = 2
Commenti
Leggermente poco chiara la manovra che ti permette di spostarti MENTRE colpisci, al primo turno. Ti sei destreggiato bene in difesa, rendendo praticamente vano un attacco potenzialmente letale con una manovra nella regola.



Sebbene si sia ritrovato “avvantaggiato” dagli errori dell’avversario, questo giocatore ha saputo -ahinoi- dimostrare di non essere comunque da meno: se in combattimento si è comportato in maniera encomiabile, il suo ultimo intervento denota una pessima concezione -o sua assenza- di fair-play e savoir-faire.
I toni pungenti ironici con cui è stata insinuata polemica decisamente non fanno onore alla persona: se si desiderava esternar il proprio disappunto e prendere la faccenda di petto, sarebbe stato preferibile ricercare un chiarimento con il diretto interessato, senza scenate che non hanno avuto altro effetto che rovinare l’atmosfera festosa dell’evento senza -tra l’altro- chiarificare le proprie ragioni.



A livello di gioco poco da dire, potrei avere da ridire sulla tecnica Amatsukami che genera un campo di forza a livello cutaneo (che io, personalmente, non gradisco) ma sono quisquilie e opinioni personali che non avrebbero mai influenzato effettivamente il punteggio che avrebbe dovuto assestarsi su di un buon punteggio.
Il giocatore però perde tantissimo sul piano umano uscendone con una figura decisamente pessima non come giocatore ma come persona. Del tutto incomprensibile e quasi isterico nell'abbandonare il duello insensatamente quando ormai mancava un singolo post alla fine, antisportivo e ben poco maturo il pestare i piedi in pubblico quasi fosse intenzione puntare il dito sull'avversario. Se veramente il duello non piaceva e intendevi abbandonarlo, sarebbe stato sufficiente non postare in maniera dignitosa. Ancora meglio, parlare con l'avversario e discutere dei suddetti problemi vedendo di risolverli in maniera pacifica senza rovinare una festa qual'è il w-day, sarebbe stato da persona matura e rispettosa nei confronti degli avversari che ha affrontato e superato in precedenza. Proprio un brutto, brutto risultato; questo torneo aveva nei suoi intenti l'essere un luogo dove si fa del gioco e ci si diverte, e non del gioco competitivo dove invece di divertirsi si esternano simili manifestazioni infantili. Per la prossima volta, io consiglio caldamente di lasciar posto chi gioca con il piacere di giocare, e di non macchiare la manifestazione con questi comportamenti del tutto inadeguati.



Puntualità: 5



Sidius G. Custos

Narrazione: 3.5 + 3.25 + 3 = 9.75 : 3 = 3.25
Commenti
Molto visionario ed ispirato, lo stile introspettivo del giocatore denota una buona padronanza linguistica e buone competenze tecniche, cui si aggiunge il talento di saper dipingere quadri onirici molto delicati, coinvolgenti e intensi -a tratti poetici- della psiche del proprio personaggio, del suo modo di vedere il mondo, delle motivazioni che lo spingono a combattere, e dei suoi desideri.
Questo, se da una parte innalza qualitativamente l’interpretazione, dall’altro lato rende non sempre perfettamente cristallina la descrizione delle azioni nelle dinamiche più concitate dello scontro; in definitiva, una buona prova.



Molto ispirata in certi punti, e piacevole per un uso particolare dell'introspezione molto appassionato da parte del giocatore, di cui ho gradito diversi punti. Un paio di note stonate specie in fase di descrizione dell'azione più che altro frutto di una collocazione di parti molto tecniche in un narrato molto artistico che pone l'accento più sull'introspezione che sui fatti veri e propri, ciò si riflette anche sul testo delle tecniche mai immediato e non sempre chiarissimo; consiglio caldamente maggiore attenzione alle fasi in cui si descrivono le azioni di gioco (difensive e offensive) e magari di essere in futuro maggiormente coincisi nei testi di tecniche e abilità.
Una piccola nota che mi sento di portare e che non ha -nemmeno a dirlo- influito minimamente nel punteggio da me assegnato sta nell'uso un po' spregiudicato delle immagini che sono molto belle e adatte, andando a riposare l'occhio "staccando" fra un paragrafo e l'altro e invogliando la lettura, ma di cui consiglierei vivamente un uso un po' più dosato in modo da non trasformare il narrato in una sorta di racconto illustrato (anche perché i colori forti e le immagini molto diverse l'una dall'altra tendono a confondere l'occhio). Nel porre questo appunto ribadisco è un'osservazione puramente derivata da un mio personale gusto e che non ha influito per ovvie ragioni sul punteggio.



Un layout superbo e sempre ben ricercato...che denota ovviamente tanta passione (e disponibilità) nel curare i post. Ovviamente, per quanto lodevole, non lo ritengo meritevole di qualcosa di più di una menzione (appunto, questa).
Più o meno allo stesso livello dell'avversario, carente forse in qualche parte per via di ripetizioni sporadiche, ma comunque sul livello medio-alto.
Sbilanci la descrizione chiara a favore di un'introspezione maggiore, nel tentativo di coinvolgere di più il lettore e trascinarlo nelle tue riflessioni. E così è, parzialmente.



Strategia: 2.5 + 2 + 3 = 7.5 : 3 = 2.416
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Troppo poco materiale per giudicare positivamente o negativamente la prova. In generale si è visto uno scambio molto sensato e lineare di tecniche offensive e difensive, ma un uso non sempre preciso delle stesse mi impedisce di tessere alcuna lode. Voto praticamente d'ufficio.



Bene bene, la difesa con le catene è ok, la più rapida possibile. Giusta osservazione quella di sparare al centro per evitare di mancarla (causa sfarfallamento)...certo, due raffiche di proiettili a distanza quasi zero è una mossa a dir poco micidiale, se considerata in combo con il tentativo di bloccare l'arto nemico. (forse troppo)
Hai delle pistole, la tua priorità sarebbe tenerti a distanza e non mantenere l'avversario nelle vicinanze.



A causa dell’incompiutezza del duello è difficile fornire un giudizio particolarmente netto in questo campo di valutazione; leggendo ho apprezzato il ricorso alle catene come pronta difesa, ed ho trovato ingegnoso il tentativo di “catturarvi” la lancia avversaria... anche se -dato non trascurabile-, a parità di consumo, le catene sarebbe dovute finire in pezzi dopo aver incassato il colpo.



Sportività: 1 + 1.5 + 1 = 3.5 : 3 = 1.16
Commenti
Non sono tanto convinto del fatto che lasciarsi scorre la lancia, al primo turno, sia stata una manovra con un esito affidabile a te (nella descrizione).
Avrei anche evitato i due 'subito. subitaneamente' delle pistole: sparare proiettili a quella distanza è rapido di suo, non c'era bisogno di rimarcare più volte il vantaggio. Trovo inoltre eccessivo volersi difendere con le catene, usarle come metodo per avvinghiare e in più sparare due raffiche di proiettili (ad inseguimento d'aura).
Inoltre, le catene, quanto durano? Troppi, troppi consumi e troppe azioni.



Nonostante la lealtà dimostrata in-game nel relazionarsi alle azioni avversarie e nel subire i giusti danni, oltre la già citata svista commessa nel “riciclo” delle catene, occorse alla difesa come espediente per limitare i movimenti dell’arma avversaria, quello che davvero grava in maniera assolutamente negativa nella valutazione di questo campo è il ricorso reiterato in entrambi i turni giocati a uno slot supplementare, per un totale di 3 interventi attivi.
Non ci sono molte spiegazioni da fornire in merito: è un’infrazione piuttosto grave delle regole generali del GDR play by forum nonché di quelle del Torneo, espressamente riportate in ogni topic di duello nel post di apertura. Sicuramente si è trattato di un errore commesso in buona fede, alla leggera, ingenuamente e nella convinzione della sua regolarità... ma pur sempre un errore.



Al primo turno reagisce evocando un groviglio di catene di livello medio per contrastare un attacco fisico potenziato con un medio dell'avversario. Le catene qui sono assimilabili ad una qualsiasi altra tecnica difensiva, dunque dovrebbero frantumarsi poiché di pari livello rispetto all'attacco dell'avversario. Non solo ciò non accade, ma la tecnica viene usata anche per attaccare, peccando dunque doppiamente dato che con una singola slot esegue sia un attacco che una difesa. Nello stesso turno omette il numero di colpi scagliati con la tecnica Hate Anthem Gun, peccando di imprecisione.
Non ci sono scusanti per cui, ignorando i continui richiami fatti sia prima che durante il torneo da parte di giudici e correttori di schede, seguita ad utilizzare un'abilità passiva che le permette di effettuare tre tecniche in un turno, per la cui definizione gli aggettivi più adeguati sono "irregolare", "fuori regolamento", "inaccettabile" et similia.



Puntualità: 5





Sidius G. Custos
image

Sidius G. Custos
Black Rock Shooter
Verdetto

Per ritiro avversario dichiaro Sidius G. Custos vincitrice dello scontro;
a lei la possibilità di concludere in-GDR il duello.

Conformemente alla delibera sottoscritta ad inizio torneo
sono proibite le scene di omicidio, mutilazione e furto.
Røse
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Rose
Black Monster
 
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Sidius G. Custos
view post Posted on 5/5/2010, 05:06




Chapter:// #3 - Fucked Blood_


~~~~~
Pray unto the splinters, pray unto your fear,
Pray your life was just a dream,
The cut that never heals!

~~~~~

La nera lama brandita dalla mancina si tinse del sangue di Rose, che sgorgò dal suo fianco destro una volta che la spada ci si fu conficcata dentro.
Diversa sorte patirono invece le lame generate dalle catene che - dirette verso il viso del mostro - vennero subitaneamente schivate dalla donna con uno scarto ferino del volto verso sinistra, il tutto mentre da dietro la schiena Rose veniva letteralmente uncinata dall'enorme roncola nera portatrice di infinito dolore.
La nemica urlò, fu quello a risvegliare Sidius dalla propria istintività.
Il dolore fu tale che le membra del mostro nero - bloccate ed infilzate dalla Black Blade a destra e dalla falce della morte sulla sinistra - cominciarono a dimenarsi convulse, per via dell'illusione intrinseca al contatto con il metallo maledetto con cui era forgiata la lama della roncola che - inevitabilmente - aveva sortito il suo effetto.
Rose cadde in ginocchio, ritraendo la propria lancia per poi affondare un'ultima volta verso il corpo di Sidius, che però non schivò il colpo.
Appositamente.
La lancia si conficcò nell'addome scoperto del Thànatos che, invece di arretrare per sottrarsi alla lunga lama avversaria, cominciò a muoversi verso di lei; nel mentre, la picca la penetrava maggiormente, infilzandola pian piano sempre di più.
Rose aveva occhi carichi d'odio.
Il mostro nero le intimò di andarsene urlandole contro, stava piangendo al limitare tra la follia e la ragione.
Ma ciò che successe ebbe dell'incredibile.
Un abbraccio.
Sidius si chinò a cingere colei che aveva riconosciuto come un essere a lei simile,
una creatura insostituibile che avrebbe ricordato - negli anni - come il primo esempio di essere a lei assimilabile che avesse mai potuto avere occasione di trovare.
Ma non per questo si sarebbe fermata.
«Non importa quanto il tuo sangue sia diverso od uguale al mio, io non ti odio»



In quello stesso istante il corpo di Rose fu attraversato e crivellato - in ogni punto non vitale del suo torso - da un innumerevole numero di spuntoni nati dal petto del Thànatos che - mediante il suo controllo sull'Etere - li aveva fatti nascere con la stessa istantaneità con cui una supernova raggiunge la propria massima intensità.
Il volto di Rose si contrasse per qualche istante, senza urlare, non provava più dolore, non provava più nulla ormai.
Nessuna preghiera.
Nessun sogno.
Solo il peso di ferite che non si sarebbero mai rimarginate.
Si ritrassero svanendo così com'erano nate quelle guglie acuminate e strozzate, nella bellezza di un unico fuoco fatuo ed evanescente, che accompagnò il roboante agitarsi dei molteplici fili di marionetta distorti e tranciati dall'avvicendarsi del combattimento.
Rose teneva forte la lancia, voleva tirarla fuori dal corpo della ragazza che ancora la abbracciava, ma non vi riusciva, era senza forze.
Fu Sidius a porre la propria mano su quella di Rose e - con insano dolore - spinse fuori dal proprio corpo la picca che ancora era all'interno delle sue carni, facendola così fuoriuscire.
Quando anche il puntale fu tolto, il Thànatos si erse in piedi, e con altrettanta sofferenza prese la spada nera bruciante di vivido Etere e se la passò prima sull'arteria femorale e poi sulla ferita all'addome, cicatrizzando così momentaneamente le fortissime perdite di sangue, costringendosi però - al limite delle proprie forze - ad inginocchiarsi.
La ragazza nonostante ciò non aveva mai distolto lo sguardo dalla donna sua avversaria, che nel contempo stava cercando di muovere le braccia per fare qualcosa di incomprensibile, presumibilmente alzarsi.
Ma non vi riusciva.
L'espressione di Rose era inebetita, quasi incredula.
Due mostri non avrebbero mai dovuto affrontarsi l'un l'altro in quella rena,
e proprio per quel motivo fu Sidius a porre la parola fine allo scontro:
prese la donna per il braccio sinistro abbandonando al suolo le proprie armi, facendo dissolvere persino le catene che ancora gravitavano di fianco al suo corpo.
Successivamente si fece passare dietro al collo l'arto dell'avversaria, per infine alzarla con sé con le proprie ultime forze, ed aiutarla a camminare fino all'uscita della sala.
Rose non diceva nulla, era divenuta muta dopo la fine dello scontro, ma Sidius sapeva che anche lei desiderava che tutto ciò avesse un termine; ma proprio quando tutto sembrava essere finito, il corpo del mostro nero scomparve nel nulla, lasciando Sidius in balia della sua ultima e più estenuante prova.

Le porte del suo inferno personale
si aprirono.

Prosegue qui




SPOILER (click to view)
Ringrazio Rose per il breve ma intenso incontro e tutti coloro che mi hanno aiutato a comprendere i miei errori nonché le mie mancanze.
Un ringraziamento speciale - come al solito <3 - và ad Hono-chan, che abbraccio di tutto cuore e a cui dedico il mio più grande DAISUKI >O</ per tutto l'impegno che mette nel trovare il materiale che utilizzo per i miei post.


 
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8 replies since 10/3/2010, 16:25   757 views
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