Siamo giunti al termine: stavolta non c’è alcun ritorno ad una stanza comoda e confortevole, nessun tabellone coi vostri nomi che vi sbatta in vetrina -più di quanto già non lo siate-, e nessuna foto da strappare...
D’un tratto, mentre vi ergete vittoriosi sul vostro avversario, attorno a voi cala il silenzio più assoluto: il pubblico invisibile -che vi ha attesi e irrisi al di là dell’impenetrabile barriera di stoffa- sembra essersi volatilizzato, quasi avesse abbandonato lo spettacolo alla sua conclusione, senza un fiato e senza un applauso... ma prima che abbiate modo e tempo di farvi domande, il sipario -che è sempre rimasto immoto e impraticabile- comincia ad schiudersi. E il panorama che si stende dal di là della cornice di quei drappi di velluto sembra irreale come il paesaggio infernale ritratto in un quadro dai colori foschi e vividi... la porta di accesso ad un altro mondo.
Lo specchio -ora alle vostre spalle- riflette quella che sarebbe la stessa immagine, se non fosse per due semplici differenze: le tende sono di colore diverso, e colui che si affaccia sul brullo e desolato paesaggio di fuoco e pietra lavica non siete voi, ma colui che -ormai lo percepite senza esitazione- sarà il vostro avversario. E allora non dovete far altro che guardare avanti e varcare la soglia. Non appena lo avrete fatto, le vostre energie ritorneranno intatte, le vostre ferite saranno rigenerate, e i vostri abiti riparati, puliti o -se lo desiderate- nuovi e diversi; l’Anfiteatro dell’Avversa Sorte sarà svanito del tutto, solo un ricordo sbiadito nelle vostre menti, e vi ritroverete in piedi su di una vasta e irregolare piattaforma di roccia nera, sopraelevata per un paio di metri dal livello dei pigri flussi di magma incandescente, che scorrono in quel bacino incassato tra le fondamenta della terra.
Il luogo non trasmette che una sensazione di desolazione ed abbandono, tanto da ispirare una vaga e irrazionale inquietudine per qualcosa che si percepisce nell’aria come indefinibile e inafferrabile; dopotutto, questo è uno spazio pericolosissimo e desolato, dove nessun’anima -potendo- oserebbe scegliere di mettere piede: il clima torrido e riarso, unitamente ai fumi soffocanti e sulfurei, creano condizioni di vita proibitive per qualsiasi vegetazione e per la maggior parte delle specie viventi, e null’altro che frastagliate creste di pietra lavica e antichi moncherini anneriti dal fuoco si ergono dal suolo, ammantato soltanto da cenere e pietre aguzze e in alcuni punti solcato da piccoli e lenti torrentelli di viscosa lava fusa... nulla che dobbiate temere, ad ogni modo, perché sembra che qualcuno abbia predisposto ogni cosa per evitare che possiate incorrere in “incidenti”: a ogni rischio di cadere in una delle pozze laviche del bacino, la superficie si solidificherà all’istante in pietra nera per evitare ogni imprevisto contatto nocivo.
L’unica struttura che spezza la monotonia del paesaggio è una gigantesca alcova di roccia oscura, posta parallelamente al corridoio dove siete idealmente allineati -a 8 metri l’uno dall’altra-, le cui morfologie ricordano un teschio con le mascelle spalancate; al suo interno vedete risplendere un agglomerato di mistica luce aurea... ma mentre entrambi vi posate lo sguardo, una grata inferriata cala per chiuderla. Non ne siete sicuri -poiché nessuno si è scomodato a fornirvi spiegazioni in merito- ma avete la netta sensazione che quello sarà l’unico modo per evadere da questo incubo infernale di fuoco e fiamme, e nello stesso modo avete anche altrettanto certo sentore che la grata mistica e indistruttibile non si aprirà prima che le sorti della battaglia abbiano stabilito chi sarà il vincitore.
Luxifer
Edward Cavendish The Mad Hatter
- Luxifer VS Sidius G. Custos -
Campo di Battaglia: Arena Esterna, Incubo di Fuoco e Fiamme Condizioni Ambientali: Temperatura torrida, buona illuminazione, ambiente molto spazioso Limite di Tempo: 31 Maggio Post Minimi: Presentazione + 3 Post Attivi Limitazioni: 2 slot tecnica per ogni turno Penalità: Dopo il 4° giorno di mancata risposta Primo Post: Sidius G. Custos
Sidius G. Custos
Sidius G. Custos Black Rock Shooter
Condizioni di Vittoria: ~ Morte Avversaria ~ Resa Avversaria ~ Perdita dei Sensi per esaurimento forze (10%) ~Abbandono
Criteri di Giudizio Come da regolamento ci si baserà su Lealtà, Strategia, Scrittura e Puntualità con voti da zero a cinque. Tutti e i parametri sono da considerarsi alla pari; nessuno vale più dell'altro.
NOTA: I personaggi sono soggetti al criterio dei giudici sia per ogni tecnica/abilità singolarmente sgravata, sia per schede complessivamente power-player.
Quando vinsi credetti di stare sognando. Le porte dell'inferno si aprirono per me e soltanto per me. Un inferno personale in cui avrei dovuto essere unicamente me stessa. Sidius Graveyard Custos, custode eterna dell'anima chiamata Sideris.
Prelude:// #No prelude this time - Only A-N-N-I-H-I-L-A-T-I-O-N
~
L'ultimo respiro, l'incubo di fuoco e fiamme: Chapter:// #0 - Astonishing panorama of the end times
~~~~~ The boy's got a head like an atom bomb Hang him from a cross like the number one son And he's been waiting so long To get it on. ~~~~~
Le porte dell'inferno si aprirono. Il più incredibile panorama della fine dei tempi che si fosse mai visto. Una forte sensazione di perdita avvinse la Custode, che ormai aveva abbandonato al suolo ogni sua arma in favore di una stanchezza più che giustificata dal titanico scontro con il mostro nero. Rose era scomparsa, e quello che poteva rimirare innanzi ai suoi occhi increduli era l'ultimo, unico, passo verso Sideris. La porta verso un altro mondo. Chi mai sarebbe stato il suo avversario? Quale forma di vita questa volta avrebbe valicato assieme a lei la soglia, per contendersi la vittoria finale e la possibilità di esprimere il fantomatico desiderio da lei tanto anelato? Un sentore indecifrabile le diede la forza di voltarsi ad osservare alle sue spalle, ma la stanchezza le consentì di catturare unicamente una figura indistinta riflessa nello specchio dietro di sé, che riconobbe come la sagoma di un essere di forma umanoide. Nulla più. Ciò le bastava. Mostro? Titano? Mago? Guerriero? Nulla aveva importanza ormai. Avrebbe portato con sé tutto ciò che aveva fino a quel momento maturato e lo avrebbe espresso in quell'ultima e disperata battaglia, quella per la vittoria finale. Strinse i denti, e voltatasi nuovamente verso l'arena azzardò a muoversi per valicare la soglia, il suo corpo però era persino più ardente dello scenario che le si parava dinnanzi, ricolmo com'era di ferite, lacerazioni ed ustioni, ma nonostante il dolore si incamminò ugualmente. Parallelamente al suo corpo, lo scenario di scontro era saturo di miasmi e rivoli di magma incandescente, tanto da sembrare davvero l'immaginifica rappresentazione dell'inferno. Quando Sidius penetrò a passi lenti nell'alcova che avrebbe accolto generosamente il battagliare suo e dell'avversario, venne investita da una vampata di aria torrida che - invece di frustare il suo corpo devastato - le ridonò inaspettatamente vigore e forza così come anche un'apparenza di tutto rispetto, rigenerandole ogni frammento del suo lacerato vestiario. Echeggiarono così i suoi passi, all'interno di quell'improbabile quanto mitica arena finale, nello scricchiolare della morbida pelle nera degli stivali; il suo spolverino nel frattempo - generosamente aperto sul davanti - veniva ampiamente sollevato dalle vampate di aria riarsa assieme alle sue code parietali, dispari l'una rispetto all'altra, concedendo alla destra - la più lunga - di inerpicarsi in ampi e voluttuosi movimenti sinuosi, resi tali dai vapori sulfurei ascendenti che saturavano l'aere di quel calore infernale. La sua pelle - sporcata precedentemente dal sangue e dalla vergogna - tornò alla sua più pallida impressione, rivelandosi in tutta la sua bellezza e contraddizione per quell'antro così fosco e desolante, nel mentre che le forme più femminili del suo corpo venivano vestite dai soliti sensuali shorts di pelle nera e dal morbido quanto ridotto bikini di stoffa antracite. Le solite compagne di sempre - le due cicatrici disposte al di sotto del seno sinistro ed all'altezza del fegato - erano questa volta seguite da innumerevoli altre sorelle, che durante la marcia l'avevano accompagnata fino a quell'ultimo e decisivo traguardo, ma ce ne sarebbero state altre, lei ne era certa. In quel luogo avrebbe incontrato un campione senza pari, un mostro tanto forte da superare ogni altro precedente, ma era pronta, forte di ogni sua convinzione e decisa a vincere ad ogni costo. Persino se il prezzo da pagare sarebbe stato distruggere se stessa. Terminò così la sua falcata, ad otto incredibili e decisivi metri dall'avversario. Il ragazzo che avrebbe affrontato - lo vedeva - era sicuramente più pericoloso di qualunque bomba avesse mai innescato, ed il destino glielo aveva messo dinnanzi come suo ultimo ed unico ostacolo da superare. Sicuramente anch'egli aveva atteso impaziente di affrontarla, ma sfortunatamente per lui Sidius non aveva alcuna intenzione di perdere. Solo un'inamovibile espressione - tinta del cianotico colore del fuoco fatuo crepitante nell'orbita del suo occhio sinistro - continuò ad imperare sul suo volto solcato dai carmini riflessi del magma incandescente, prima che ella potesse concedersi il lusso della parola...
-Fisico: Illeso -Psicologico: Decisa a vincere lo scontro finale, in preda alle proprie vere, genuine e più profonde emozioni. -Energia: 100% -Consumi: N/A -Armi:Rock Cannon: N/A Black Blade: N/A
★ A N T I C H R I S T S U P E R S T A R ★ - I n b o r n A b i l i t y -
-Girl that you fear
La paura é uno dei mali peggiori che gli esseri mortali possono soffrire, il Thànatos é paura incarnata, é terrore sotto forma di forza bruta ed agilità incredibili. Sidius - emblema unica e indivisibile della propria stirpe - é la rappresentazione terrena di questo basilare concetto; forza incredibile scorre nelle sue vene, destrezza incalcolabile spinge i suoi assalti, rendendola una vera e propria progenie della Morte. Del resto, ne é figlia. P a s s i v a (+50% Forza / +50% Velocità)
-The eye of the dead
L’essenza della vita, la sostanza di cui é composta la materia; ciò che viene identificato con tale accezione viene denominato Etere. L’Etere é l’energia pura e vitale che anima ogni cosa, donando loro particolarità e proprietà uniche nel loro genere; Sid é padrona di tale componente materio-spirituale e grazie al suo occhio sinistro riesce a plasmare nel piano materiale qualsivoglia oggetto metallico solido o liquido che ella desideri. Questo arcano trova congrua applicazione quando Sid richiama a se le proprie armi che - molteplici - si adattano ad ogni situazione. Pertanto - in funzione di tale innata propensione al controllo - il Thànatos non impiega alcuna energia per il richiamo di semplici oggetti - che non superino i 2m x 1m x 1m - in un turno. L’occhio del morto inoltre - per sua caratteristica innata - altera l’Etere attorno alla figura di Sidius, generando una differenza di potenziale che deforma costantemente le onde elettromagnetiche attorno alla sua figura rendendola immune a qualsivoglia attacco di natura psionica di media entità. P a s s i v a (Controllo dell’Etere / Immunità psionica liv. Medio)
★ I F E R R I D E L M E S T I E R E ★ - E q u i p m e n t -
N/A
★ B L A C K R O C K S H O O T E R ★ - T e c h n i q u e s -
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★ T I E D A N D D E A D ★ - N o t e s -
Omaggio particolare và alla canzone utilizzata in apertura, tratta dall'album "The last tour on Earth", scelta appositamente per l'attinenza che ha con lo scontro in questione e come ultimo sommo gradino dell'ascesa del personaggio di Sidius. Questo post é da considerarsi immediatamente successivo al post che verrà realizzato in conclusione dello scontro con Rose, mi scuso per non averlo ancora realizzato ma - per ragioni di tempo - mi vedo costretta a postare prima questo. Al termine del duello, comunque, saranno consultabili entrambi per una più scorrevole interpretazione dei fatti interessanti lo scontro. Colgo l'occasione per fare i miei più sentiti auguri a Luxifer, per dare vita ad una finale degna di nota e sicuramente per concludere dignitosamente questo torneo che ci ha accompagnato per così tanto tempo. Ed ora facciamo la storia! (Era tanto che volevo dirlo X°D)
Una chiave, un’ascia ed una nascita Le mani del bambino, ormai lorde di sangue Narrato *Pensato* «Parlato di Edward Cavendish»
Lizzie Borden took an axe And gave her mother forty whacks. When she saw what she had done She gave her father forty-one. ♪
Londra, villa dei Cavendish
C
hi l’aveva trascinato lì? Non ricordava bene, ogni ricordo era annebbiato. Dov’era? Ma soprattutto, chi era? Osservava il mondo attraverso occhi vacui, incapace di comprendere se il suo punto di vista fosse quello di una persona o di qualcosa superiore a tutto. I lunghi saloni, il mobilio e gli arazzi li riconosceva: come dimenticarsi del posto dove aveva trascorso la vita, il maniero della famiglia Cavendish? Eppure vi era qualcosa di strano, di inconsueto in quella notte, qualcosa sfiorato da una punta di malinconia e dal significato profondo.
Quando vide le proprie piccole mani afferrare il ruvido manico di legno dell’ascia tutto divenne finalmente chiaro. Ogni cosa seguì il copione, ogni tassello si collocò esattamente nella sua posizione. Quella stanza, quell’arma, lui e la vittima, i ventitrè colpi senza pietà marcati dai tuoni e fulmini di quella serata infernale ed il corpo martoriato del padre, ormai divenuto nient’altro che un’orrida massa informe di carne.
Le dita lasciarono la presa sul pesante oggetto e scesero più in basso, insinuandosi tra le ferite fino a lordarsi di sangue. Lo raccolse con parsimonia e ne bagnò i propri capelli, nascondendo il biondo cenere con un color cremisi.
«Mi vedi, papà? Mi vedi, ora? Non ho più quel colore…non ti ricordo più lei, vero? Adesso mi ami? Adesso mi ami, papà?»
Calde lacrime gli bagnavano le gote, eppure mai come ora si era sentito felice. Libero e felice.
«Adesso mi ami? Adesso mi ami? Adesso mi ami? Adesso mi ami?»
Rise di gusto. Tra i passi della servitù che si affrettava per venirgli incontro gli sembrò di udire un “si”.
Incubo di Fuoco e Fiamme
Q
uella piccola fetta di lucidità, chiamata Edward Cavendish, l’aveva lasciata alle sue spalle; abbandonata insieme a tutto il resto non appena aveva varcato la soglia del sipario per il Grande Atto. Il Climax dell’opera non era stato creato per un bambino, ma per la sua ombra folle e per la conclusione della sua storia. Vestito di un semplice completo nero con camicia e guanti bianchi, privo dell’ormai inconfondibile cilindro e sostituito dall’unico ornamento di un nastro amaranto annodato al collo, aveva scelto di cimentarsi nell’ultima battaglia.
Cos’aveva da perdere ormai? Le lancette dell’orologio stavano per scoccare la mezzanotte e quando le campane avrebbero suonato i loro tristi rintocchi, non ci sarebbero state scarpette di cristallo in grado di evitare la più ignobile delle conclusioni: scomparire senza lasciar traccia. Un ruolo di transizione ed un’esistenza passata a colmare un vuoto nato per non poter esser riempito da teatrali passioni. Da quando lei era comparsa, i suoi occhi si erano finalmente aperti su quella voragine oscura di cui dapprima aveva avuto paura, ma che ora non era divenuta nient'altro che un comune passatempo, al punto da potersi permettere di danzare sul ciglio.
Eppure tutto questo non gli importava. Non gli importava di nulla: né di cosa avesse indosso, né di cosa avrebbe trovato al di là delle tende vellutate. Era una bestia che si mordeva la coda, pazzia che generava altra pazzia senza più un freno che la tenesse a bada. Imprigionato il bambino nella sua mente, era lui che conduceva quel gioco senza senso conosciuto come la sua vita. Ebbe qualche istante ancora, affinché potesse creare un mantello grigio scuro con cui coprirsi, prima di gettarsi sul vero e proprio palco.
Lava, roccia e magma in un piccolo quadro dell’inferno cristiano. “Oltre il cielo, fino al paradiso per poter sfidare Dio” recitava un vecchio detto, eppure era più credibile che l’ultimo conto in sospeso lo dovesse avere con l’Averno. Nessun Dio angelico: in un mondo crudele come quello poteva esistere solo il Diavolo…e non lo avrebbe certo accolto a braccia aperte. Lì, tra i miasmi e l’aria soffocante, calpestò la nuda pietra e decise di affrontarli tutti insieme: il Diavolo, la Morte ed il Fato, in una lenta danza che avrebbe portato alla sua capitolazione.
Non erano certo entità che si scomodavano per qualcuno come lui, finalista o meno, e pertanto avevano mandato quella che pareva una loro sottoposta. Candida e di una bellezza puramente angelica, ma con due occhi in grado di impaurire il più impavido degli eroi. Fanciullesca nei tratti, ma senza l’infantile pudore nel vestiario. Bianco e nero, uniti in un unico essere.
«Allora, allora? Chi ti ha mandato? Il Diavolo, forse? No…il Fato allora? No, no…ancora non ci siamo! Ma certo…la Morte! Si, la Morte, ecco. E’ la fine, giusto? La fine di tutto? Tutto termina…perciò…prima della conclusione…fammi divertire. Vero che lo farai?»
Ormai il senno era cosa lontana, lasciato per strada e per sempre dimenticato. Un sorriso di pura pazzia si delineò sul suo volto, mentre fece roteare la Regina tra le dita.
• Queen of Crystal {Mano destra} Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri
• Puppet of Wonderland {Legato in vita}
Riassunto
//
» Abilità Passive
Mad Mind
Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)
Master of Fancing
Bonus agilità +25%, velocità 25%
» Tecniche
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» Note
1. La filostrocca è stata ovviamente scelta per i due temi "massacro genitori" ed "ascia". Il 23, numeri dei colpi inferti da Edward al padre, è invece un richiamo alle ventitrè pugnalate di Bruto a Cesare (figlio al padre).
2. Non ho specificato la distanza tra me e Sidius, che quindi rimane inalterata, preferendo non intromettermi con la distanza indicata nel post dell'arena.
3. Nel post masteriale c'è scritto che gli abiti e le ferite vengono risanate al momento dell'attraversamento del sipario. Ho preferito si risanassero prima di attraversarlo, in quanto il pg stava messo così male che non si sarebbe potuto rialzare. La giustificazione in gioco viene data nel post finale dello scontro con Maio [QUI]
4. Ricambio gli auguri di rito e vediamo di dar vita ad una grande finale ^^
~~~~~ The boy's 15 but he's 16 gauge Wants to break out from his Jesus cage He's already torn out the last page It's the "latest rage" ~~~~~
In quell'incubo di fuoco e fiamme assai poco poteva passare inosservato, ma - specialmente - poteva dirsi che gli estremi di tale concetto fossero loro due: lei, adornata dalla vivida e cerulea esalazione dell'Etere, crepitante ed addirittura ruggente nel suo occhio sinistro; e lui, identico a lei nell'apparenza - bicromo sotto ogni aspetto - contornato dal furore della sua evidente follia. Fu così che per Sidius - persa nella contemplazione del suo ultimo ostacolo - quell'inferno di colori sgargianti divenne un mondo fatto unicamente di bianchi e di neri. Di lei e di lui. Di lui e di lei. Rinchiusa in quell'universo così ristretto l'Umbra studiò il suo avversario in ogni suo dettaglio, sicura che quello fosse un ragazzino in possesso di un grosso calibro, ansioso di rompere la gabbia di lucidità che stava lì a trattenerlo, per poi abbandonarsi a scrivere l'ultimo capitolo della sua vita, per lasciarsi andare al suo ultimo istante di furia. Proprio per quello probabilmente il conte stava sorridendo, di un ghigno spensierato e folle, cosa che per lei non aveva fatto alcuna differenza fintanto che non espresse le sue prime parole. «Allora, allora? Chi ti ha mandato? Il Diavolo, forse? No…il Fato allora? No, no…ancora non ci siamo! Ma certo…la Morte! Si, la Morte, ecco. E’ la fine, giusto? La fine di tutto? Tutto termina…perciò…prima della conclusione…fammi divertire. Vero che lo farai?» Soppesò con attenzione la risposta da dargli, anche se avrebbe preferito distruggerlo istantaneamente permeando in un religioso silenzio. A quanto pareva però il duello precedente aveva lasciato in lei una briciola di magnanimità, dettata probabilmente dal fatto che inconsapevolmente - forse - anche quel ragazzo innanzi a lei era un mostro. Uno dei tanti. Creato dagli uomini. «Arrenditi...» Sussurrò piano, con voce profonda e decisa. Non lo avrebbe ripetuto una seconda volta. Fu poi il tempo di sfoderare il suo di bastone: di fronte a lei nacque una lama tenebrosa e lucidissima, lunga più di un metro - il cui taglio privo di guardia rappresentava un chiaro segno di minaccia - che le apparve nella mano destra guantata in un turbinio impazzito di fiamme celesti e di fosco metallo.
In quell'istante - portando lungo il fianco l'arma con un secco scatto - Sidius seppe che in quell'universo bicromo, rappresentato da lei e dal Cavendish, non potevano essere entrambi garanti dei medesimi colori. Decise quindi di esserne soltanto uno. Decise di essere il Nero. Lo sarebbe stata sotto ogni aspetto, tinta - oltre quella scura e metaforica cromia - delle più profonde, contorte ed innaturali sfumature della morte. Un macellaio, come la chiamò qualcuno che fu. «...altrimenti ti darò tutto il divertimento che vuoi ♪» Canzonò infine quella frase sibilandola appositamente, poiché già sapeva quale sarebbe stata la risposta del suo bersaglio:
-Fisico: Illeso -Psicologico: Ricolma di un indescrivibile desiderio di superare il suo ultimo avversario. Che egli si arrenda o meno. -Energia: 100% -Consumi: N/A -Armi:Rock Cannon: N/A Black Blade:Impugnata (Dx)
★ A N T I C H R I S T S U P E R S T A R ★ - I n b o r n A b i l i t y -
-Girl that you fear P a s s i v a (+50% Forza / +50% Velocità)
-The eye of the dead P a s s i v a (Controllo dell’Etere / Immunità psionica liv. Medio)
★ I F E R R I D E L M E S T I E R E ★ - E q u i p m e n t -
- Black Blade
Esistono molti tipi di lame, ma solo poche sanno rendere grazie al proprio creatore bene come questa spada; gentile e semplice nelle forme, ricade in una categoria tutta particolare, poiché - oltre ad essere finemente tagliente - riluce dell'essenza stessa dell'Etere, un'energia tanto neutrale quanto pericolosa. La lama - lunga ben centoventitre centimetri - é affilata e grezza, senza pretese o fronzoli di alcun tipo, una mezza spada che presenta anche una lieve curvatura verso il debole che le conferisce un aspetto non dissimile dalle lame orientali, rendendola così veloce, assurdamente tagliente e durevole nella sua tempra. L'impugnatura, rivestita da una morbida fettuccia anti-scivolo, é scura - come del resto apparentemente lo é anche la spada - presentando alcune parti biancastre insite tra gli spazi lasciati liberi dallo tsuka-ito, per poi terminare nel codolo semplice e villano, al quale giace ciondolante una singolare coppia di legacci che imprigionano un pendente a forma di stella. Essenzialmente questo ferro sembra essere stato forgiato nell'idea di colpire senza predisporre una guardia adeguata, un filo creato per scambi veloci ed estenuanti, un attacco intenso e soffocante; un'arma creata per affrontare una moltitudine di nemici. Sid può ricrearne sino a due grazie alla propria padronanza dell'Etere senza alcun dispendio energetico, proprio come fossero parte integrante del suo equipaggiamento.Ether Exotica ~ Ma la particolarità insita all'interno di questa mezza spada non é tanto nella sua forgia, quanto nel suo saper imbrigliare e trattenere l'Etere per poi rilasciarlo sotto varie forme, quali possono essere: lame di energia, fruste, e/o semplicemente un'intensissima radiazione luminosa dai riflessi turchini. Ciò le regala una più ampia portata - garantendo circa sei/sette metri di corsa alle mezzelune di energia pura - ed una valenza tattica superiore grazie alle sue intensissime radiazioni luminose ed alla sua tendenza ad adattarsi a diversi stili. La forza di dette emanazioni dell'Etere consentono di frantumare agilmente anche la roccia più dura come di accecare temporaneamente o permanentemente il nemico, questo ovviamente a seconda dell'intensità dell'afflusso energetico indotto. C o n s u m o V a r i a b i l e
★ B L A C K R O C K S H O O T E R ★ - T e c h n i q u e s -
N/A
★ T I E D A N D D E A D ★ - N o t e s -
La scelta di Sidius - riguardo al colore da lei rappresentato - é un dettaglio inerente la sua voglia di superare l'avversario sublimandosi in primis per i propri obbiettivi, perdendo di conseguenza ogni connotazione positiva ed assumendo il ruolo del cavaliere nero, il classico antagonista sì malvagio ma anche votato alla persecuzione del proprio fine - senza farsi scrupolo alcuno per il suo raggiungimento. Perdonate il post di approfondimento, ma era mio desiderio per la finale dare più spessore allo scontro interagendo maggiormente con il personaggio di Edward.
What are little boys made of? Snips and snails, And puppy dog tails, That's what little boys are made of.
What are little girls made of? Sugar and spice, And everything nice, That's what little girls are made of. ♪
Incubo di Fuoco e Fiamme
D
a quando gli emissari della Morte erano così indulgenti? Da quando, anziché avventarsi contro, chiedevano la resa? Sapeva che tutto era al termine, ma così era troppo facile, troppo scontato. Chi avrebbe applaudito un finale del genere? L’overture dell’ultima scena era un momento topico, non se lo sarebbe fatto rovinare da quelle parole di finta bontà.
Era lì, sul punto di decidere come agire, come iniziare il tutto, che qualcosa finalmente in lei mutò. A prescindere dalla sua risposta, lei aveva scelto: uno splendido color della notte ed un’arma fatta per tagliare ed uccidere. Questo significava che lui doveva essere il Bianco? No. Non avrebbe permesso ad Eddy-chan di ritornare, ne tantomeno a qualcun altro di rubargli la scena. Quell’avversario, quel palco e quel pubblico erano tutti per il suo Requiem. Semplicemente avrebbe assunto un’altra sfumatura di Nero, travolto dai sentimenti fino a divenire pura follia e contrapposto a quello nemico, freddo e razionale. Si, suonava bene.
«Ti si addice, sai?»
Ciondolò a destra, indicandola con la mano sinistra.
«Tu sei come me…ti piace. Non ne vorresti fare a meno, è come una droga, ti piace uccidere. Il come non ha importanza, sei semplicemente nata per questo. Uccidere, uccidere, uccidere. Non è vero?»
Gli occhi velati sembravano osservare qualcosa oltre la ragazza ed il paesaggio circostante, qualcosa che solo lui sembrava scorgere.
«Quindi se sei come me, se provi quello che provo io, significa che sono vero! Lei mente, non è così? Lei è solo una sciocca bambina bugiarda! Se c’è qualcuno come me significa che posso esistere, giusto? Perché…perché io…si, penso che ti ringrazierò…»
D’un tratto il sorriso scomparve, mostrando un Edward incredibilmente serio. Senza scomporsi estrasse un paio di guanti dalla tasca interna e li indossò, slacciando poi il mantello e posizionandolo solo sulla spalla sinistra, in modo da dare maggior libertà di movimento al braccio destro.
«Ehi, dimmi, gli emissari della Morte sanguinano?»
Era la risposta, la sua risposta. Arrivò ricalcando il sibilo di Sidius, sospinta da una brezza inesistente verso le sue orecchie. Non ammetteva repliche.
• Queen of Crystal {Mano destra} Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri
• Puppet of Wonderland {Legato in vita}
Riassunto
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» Abilità Passive
Mad Mind
Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)
Master of Fancing
Bonus agilità +25%, velocità 25%
» Tecniche
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» Note
1. Come concordato con Sidius, ne abbiamo approfittato per un po' di puro gdr senza botte xD
2. Questa volta la filastrocca vuole sottolineare la diversità tra i due combattenti, evidenziata nel post come due differenti tonalità di nero e qui come una differenza di sesso.
3. La connessione che ho qui a Parigi è una merda, mi scuso per il post orrendo e per l'immagine messa a cacchio (purtroppo non ho photoshop, sob)
Chapter:// #2 - Pleasure to Bleed, pleasure of being killed
~~~~~ Violence for the people They always eat the hand that bleeds ~~~~~
Le parole del Cavendish lasciarono ad intendere quali fossero le sue intenzioni: aveva rifiutato la possibilità offertagli da Sidius. «Ti si addice, sai?» Sbagliato. Non le si addiceva affatto tutto quel sentimentalismo. Perché ormai, di una maschera, poteva farne pure a meno. Aveva solo esternato emozioni che - per osmosi - le erano fluite dentro dal precedente duello e di cui si era frettolosamente disfatta, onde evitare qualsivoglia impedimento per il raggiungimento del suo fine ultimo. Evidentemente il conte non voleva comprendere quale fosse la sua posizione... «Tu sei come me…ti piace. Non ne vorresti fare a meno, è come una droga, ti piace uccidere. Il come non ha importanza, sei semplicemente nata per questo. Uccidere, uccidere, uccidere. Non è vero?» Parlò troppo. Disse cose che, per Sidius, avevano valore opposto, tanto vere per il mondo quanto false per lei, e questo la portò a reagire. Fu allora che tutto iniziò. Ti PiAcE UcCiDeRe. Le parole distorte le balenarono nella testa echeggiando. SeI sEmPlIcEmEnTe NaTa PeR qUeStO. La tortura continuò inclemente, annaspando nelle sue sinapsi. UcCiDeRe. UcCiDeRe. UcCiDeRe! Gli occhi del Thànatos divennero fessure accese di un sentimento da lei recentemente assimilato, nato dalla frustrazione e cresciuto nell'inconsapevole odio che covava verso l'incomprensione dimostratale dal prossimo. In altre parole, Sidius fu pervasa dalla rabbia, mentre il suo sguardo - due schegge di vetro sottili, cerulee e mortalmente taglienti - trafisse il Cavendish mentre ancora stava parlando... «Quindi se sei come me, se provi quello che provo io, significa che sono vero! Lei mente, non è così? Lei è solo una sciocca bambina bugiarda! Se c’è qualcuno come me significa che posso esistere, giusto? Perché…perché io…si, penso che ti ringrazierò…» Inutili improperi quelli che proferì lui, nonsensi che Sidius avrebbe lasciato sul campo di battaglia inascoltati. Era tutt'altra la melodia che avrebbe udito e che avrebbe intonato con i suoi strumenti, il suono della guerra. «Ehi, dimmi, gli emissari della Morte sanguinano?» Era l'epilogo. Finalmente. Il viso del Thànatos venne deformato da una smorfia terrificante, specchio e riflesso del potere che - crepitante nel suo corpo - a stento riusciva a trattenere, mentre un sussurro ed una frase precedettero la comparsa della sua risposta.
«Poi non dire che non ti avevo avvertito... I morti non hanno bisogno di sapere cose del genere!» Un lampo di energia turchina avvampò istantaneo nella mano sinistra del Thànatos, che estese in un baleno il braccio in posizione avanzata. Dalla fiammata che si era generata fuoriuscì un cannone lungo oltre due metri che - per quanto fosse oblungo - non sembrava arrecare alcuna fatica alla figura femminea che, ora, lo brandiva nella mancina senza risentirne minimamente. Di un metallo fuori dal comune - in bilico tra il grigio ed il color ruggine - il colosso metallico dalla canna squadrata puntò direttamente ai piedi del nemico, per poi rilasciare - con un rinculo tanto forte da spingere l'Umbra ad arretrare di quasi un metro - tutto il suo micidiale potere distruttivo in un'unica potente salva:
un proiettile... lanciato ad una velocità a dir poco incredibile oltre il muro del suono, accompagnato e contornato da lampi di scariche elettriche ed archi voltaici che - percorrendo dapprima la canna dell'arma - l'avevano proiettato verso la traiettoria che l'avrebbe inesorabilmente condotto ad annullare i sei metri che separavano la bocca del cannone dal bersaglio, verso il terreno di fronte al nemico. Qualcosa però non andò secondo le apparenti previsioni. L'incredibile bordata subì una violenta impennata verso l'alto ad una ventina di centimetri da terra e ad appena una cinquantina dai piedi del conte, questo in funzione del fortissimo campo magnetico indotto al proiettile in fase di uscita, che inevitabilmente - ma sopratutto inaspettatamente - aveva così cambiato la sua traiettoria. Il vero bersaglio - infatti - era posto tra la coscia destra del nemico ed il suo bacino, in modo tale che egli venisse sorpreso in un punto difficile da proteggere. Il proiettile perforante del Little Horn - questo il nome del pezzo d'artiglieria - avrebbe avuto tanta forza compenetrante da sfondare almeno un metro di solida paratia corazzata; gli piaceva il sangue? Voleva morire? Lo avrebbe accontentato in entrambi i sensi, estinguendo la sua sete di violenza, distruggendolo, facendolo annegare nel suo stesso sangue.
-Fisico: Illeso -Psicologico: Rabbiosa, abbandonata alla voglia di distruggere il nemico, al suo istinto più primordiale volto al raggiungimento di Sideris. -Energia: 100% - 10% = 90% -Consumi: 10%[Medio(10%)]-Armi:Rock Cannon: N/A Black Blade:Impugnata (Dx)
★ A N T I C H R I S T S U P E R S T A R ★ - I n b o r n A b i l i t y -
-Girl that you fear P a s s i v a (+50% Forza / +50% Velocità)
-The eye of the dead P a s s i v a (Controllo dell’Etere / Immunità psionica liv. Medio)
★ I F E R R I D E L M E S T I E R E ★ - E q u i p m e n t -
- Black Blade (Già citata)Ether Exotica ~ (Già citata) C o n s u m o V a r i a b i l e
★ B L A C K R O C K S H O O T E R ★ - T e c h n i q u e s -
- Little Horn
Lungo ben duecentotrenta centimetri questo bestione può dirsi l'anatema incarnato delle barriere fisiche; muri, lastre di metallo, o quant'altro di solido che non superi il metro di spessore viene frantumato come burro dai suoi proiettili perforanti. La ragione di tanta potenza penetrativa sta nella tecnologia con cui la canna di questo mostro é realizzata: i moderni e contemporanei cannoni a rotaia impiegano le forze elettromagnetiche per sostenere in equilibrio - privo di attrito - un proiettile che viene poi fatto correre lungo la canna e liberato al momento dello sparo; in questo caso, l'arte di Sidius ha impiegato il medesimo principio utilizzando il potenziale elettrico insito nell'Etere, garantendo a questo amore il medesimo principio di funzionamento delle ben più spartane e blasonate armi mortali. Grazie al suo sistema di puntamento ottico innovativo e alla sua interconnessione con gli occhi di Sidius, garantisce l'identificazione del bersaglio persino quand'anche esso si trovi sotto protezione illusoria, fornendo quindi un effetto di pericolosità concreta ed elevata all'oggetto delle sue attenzioni. Nato dalle note di "Little Horn", questo fucile rimane ben saldo tra le mani di Sid nonostante la sua mole maestosa ed il materiale polimorfico che lo costruisce, garantendogli una solidità d'eccezione. Singolare l'effetto di surriscaldamento della canna che la fa splendere di riflessi carminii una volta che il proiettile fuoriesce donandogli un aspetto imponente e pericoloso, come può esserlo la prospettiva di una violenta incornata. Da notare - inoltre - lo splendido sistema di puntamento ottico dalla lente vermiglia posto nella parte dorsale del cannone che - con cura certosina - é in grado di calcolare istantaneamente traiettorie paraboliche ed effetti di curvatura imposti al proiettile direttamente dalla mente dell'Umbra che - controllando l'arma mediante la propria volontà - sarà in grado di mutare la carica elettromagnetica lungo la canna per variare così il vettore del munizionamento in uscita. Ricreato dall'innato controllo dell'Etere di Sid, questo bestione svanisce una volta che lo si é utilizzato, a meno di un congruo consumo energetico per mantenerlo nel piano materiale. C o n s u m o M e d i o
★ T I E D A N D D E A D ★ - N o t e s -
La distanza al momento dello sparo - tra il colpo portato ed il nemico - é di sei metri anziché otto a causa della lunghezza della canna del Little Horn, che, essendo parecchio lunga, favorisce un breve quanto significativo accorciamento delle distanze; siccome il rinculo dell'arma é comunque forte, Sidius indietreggia di un metro, portando la distanza tra il suo corpo e quello dell'avversario a nove metri dopo il momento dello sparo.
- Riassunto azioni:
Toccata nel vivo dalle parole dell'avversario, Sidius decide di colpirlo utilizzando il suo cannone a rotaia dotato di proiettili perforanti, facendo eseguire all'ogiva una parabola tale per cui - al fittizio momento dell'impatto con il suolo - subisca una violenta impennata verso l'alto atta a colpire la zona dell'inguine destro avversario. Questo per disorientare l'opponente con una traiettoria dal cambio improvviso e per tentare di eludere eventuali barriere fisiche di poco conto grazie alla proprietà penetrativa del munizionamento perforante ad alto calibro.
Little Bo-peep has lost her sheep, And can't tell where to find them; Leave them alone, and they'll come home, And bring their tails behind them. ♪
Incubo di Fuoco e Fiamme
S
orrise. Aveva fatto centro, rigirando la lama in una ferita aperta da tanto, ma mai guarita. Chissà, magari aveva anche provato ad afferrare la speranza di una vita normale, mescolata tra le folle come una semplice ragazza, ma per loro quelle speranze scivolavano sempre tra le dita. Loro erano nati per questo, magari per un fine ultime diverso, ma quello era l’unica cosa che sapevano fare bene. E lei lo manifestava appieno, con quella rabbia che infrangeva l’imperturbabilità precedente. Forse non lo riusciva ad accettare quel suo compito, impossibile biasimarla per questo; anche lui l’aveva rinnegato a lungo, ma sapeva anche che era più forte di lui, un fato ineluttabile al quale arrendersi.
Non pensarci. Questo il trucco. Non pensarci e continuare ad uccidere.
Travolta dai sentimenti e divorata dalla collera, finalmente mosse il primo passo ed attaccò. La falce non andava più di moda quell’anno, perciò scelse un cannone letteralmente dal nulla e…sparò. Il Conte scivolò all’indietro, lasciandosi aiutare dalla gravità per estrarre la Regina dal bastone ed assumendo una classica posizione di guardia, con la spada inclinata di 45°, la gamba destra in avanti, leggermente piegata e la sinistra di lato, con il piede a 90° rispetto all’altro. La distanza gli permise di osservare attentamente la traiettoria del colpo, visto più come un ostacolo tra lui e lei che una vera e propria minaccia. Perciò, quando il proiettile deviò la traiettoria, non si fece cogliere impreparato.
Bastò un semplice movimento di polso in senso orario, rapido ed adatto in quei brevi istanti, proteggendo così una delle due diagonali del corpo attraverso il ricorso ad una delle otto basiche parate della scherma. La lama si tinse di bianco. Il bianco che squarcia il nero. Man mano che il braccio si spostava da destra verso sinistra, il filo attraversò il grosso calibro come burro e facendolo svanire in un tripudio di candide scintille.
«No, no…io sono vivo! Splendidamente vivo! E non intendo certo morire qui, su questo palcoscenico…sarebbe brutto, sarebbe una conclusione scontata, no? E poi…e poi…»
Esibì un’espressione perplessa, perplessità vera, in fondo era pazzo.
«…stai fuggendo?»
Le pupille si spostarono nel tracciare l’immaginaria distanza tra lui e Sidius, aumentata a circa nove metri.
«Penso che la pastorella piangerà se le pecorella nera non torna all’ovile. Non è colpa sua, no…saresti dovuta tornare te…è perché pensi troppo, pensi pensi e pensi…»
Mosse dei passi lenti verso di lei, marcati e cadenzati senza paura alcuna, fino a che il tutto si ridusse a cinque metri tra i due.
«Non dovresti pensare, perché per gente come noi pensare è deleterio, noi semplicemente agiamo. E uccidiamo. Si, penso che ti farò un regalo, lo incarterò nella miglior seta nera e lo avvolgerò con un sontuoso fiocco rosso sangue. Il mio regalo di addio…cancellerò tutto, ti aiuterò a dimenticare tutto…»
La mano sinistra, che stringeva il fodero ligneo della Regina, lo mosse come un pennello. Ad ogni movimento corrispondeva una linea bianca che si sovrapponeva all’ambiente circostante, fino a dipingere uno spazio interamente candido che avrebbe verosimilmente inglobato entrambi. Una zona dove la percezione non esisteva in quanto non vi erano punti su cui basarsi, ne ombre ne oggetti. Lì dove ogni guerriero avrebbe esitato ed ogni pistolero mancato il bersaglio. Lontano o vicino? Semplicemente il nulla.
«…finchè non resterà nulla se non la tua eterna sete.»
Bianco e nero, ancora una volta insieme in un soffocante abbraccio.
• Queen of Crystal {Mano destra, fodero nella sinistra} Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri
• Puppet of Wonderland {Legato in vita}
Riassunto
1. Vedendo il cannone estraggo la spada, facendo un passo all'indietro, e mi porto in posizione di guardia.
2. Seguo la traiettoria del colpo e con un colpo di polso uso una guardia d'ottava ed in combo con la tecnica ed un movimento del braccio da destra verso sinistra taglio il proiettile e lo faccio svanire.
3. Mi muovo in avanti, riducendo la distanza a cinque metri, dopodichè uso la tecnica per creare una zona di bianco circolare dal diametro di sette metri, che parte da me per coinvolgere l'avversaria.
» Abilità Passive
Mad Mind
Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)
Master of Fancing
Bonus agilità +25%, velocità 25%
» Tecniche
White Queen {Consumo Variabile Medio}
Cosa si cela dietro lo specchio? La fantasia e la realtà, la realtà e la fantasia. Edward gioca molto su questo espediente realizzando ciò che per altri può essere soltanto utopia. Dietro lo specchio si trova la vera realtà della cosa, l’essenza di cui tutto è composto che impregna la lama: la Bianca Regina. Cosa serba la realtà? La possibilità di distinguere le trame magiche, sottili fili che possono essere così recisi in modo da poter influire su qualcosa che un normale spadaccino dovrebbe solamente subire. Ciò si traduce nella possibilità di tagliare ciò che può esser definito come magico (comprese le illusioni stesse, se di natura magica) utilizzando parte della propria energia nell’atto (energia che viene assorbita in modo variabile). Consumando quindi un’energia pari a quella usata per l’attacco ed uno slot tecnica, è possibile vanificarlo semplicemente “affettandolo” mentre la lama emette un bagliore celestiale. E’ possibile anche spendere energia minore a quella usata nell’offesa, anche se così si avrà solo il magro risultato di affievolire il colpo (ovvero smorzarlo) con tutte le conseguenze del caso. Tutto semplice, se non fosse che la Bianca Regina è decisamente capricciosa, limitando così la possibilità di sfruttare il suo potere ad un massimo due [2] volte a duello.
Alice - The World is a Dream of my Own! {Consumo Medio}
Il Puppet of Wonderland assume le sembianze di una bambina di pezza, i capelli di spago biondi ed un vestito azzurro con un grembiule bianco.
Alice, la fanciulla che ha dato il via alla storia, incarna la fantasia dei bambini, in grado persino di creare nuovi e rigogliosi mondi. Si dice appunto che la mente dell’uomo sia ciò che più lo avvicina allo status di dio, libero di viaggiare nell’infinità. Questo potere sembra incarnarsi appieno nella nuova forma del pupazzo, dando vita ad una tecnica che necessita solamente della fantasia del nobile. Una volta che egli avrà deciso, tutto sarà immerso nell’illusione creata dal Cappellaio, illusione che influenzerà l’avversario solo visivamente (ovvero ciò che è stato creato non sarà reale e non trasmetterà impulsi al cervello). Ideale quindi per modificare il paesaggio nel modo più opportuno, decisamente inutile nel caso la si voglia utilizzare per ferire l’avversario. Risulterà inoltre impossibile cambiare la posizione o la figura di Edward agli occhi del nemico, in quanto artefice del colpo. La tecnica potrà essere mantenuta per un altro turno dopo il primo con un costo di mantenimento pari ad un consumo basso. La tecnica si originerà dal ragazzo (non intorno a lui, ma proprio con lui come estremo)in un cerchio di diametro pari a sette metri.
» Note 1. Un po' di note. Iniziamo con la classica filastrocca, questa volta un po' più famosa. E' spiegato nel post, comunque Edward paragona Sidius alla pecorella nera smarrita dalla pastorella e che è fuggita, visto che si è allontanata.
2. Per quanto riguarda la difesa, hos fruttato bonus di agilità e velocità per reagire prontamente, visto che la parata è solo un rapido movimento di polso, senza altre movenze (e quindi rapida da effettuare) oltre ad essere una delle parate più usate.
3. Per l'attacco la tecnica l'ho provata a mettere a posto dopo che mi era stata un po' blastata dai giudici il primo turno. Ho lasciato il consumo medio originale e messo a posto la distanza per un valore più consono, ovvero 7 metri (che almeno a me sembra adatto per un medio). Ho cambiato dicendo che il colpo parte da me in avanti, perchè se fosse un cerchio con me al centro, tre metri sarebbero un po' inutili strategicamente. Infine visto che mi era stato giustamente contestato che la tecnica fosse troppo poliedrica, ho usato una versione già sfruttata (quella della zona di bianco). In caso di sanzioni le accetterò, anche perchè purtroppo la scheda l'ho creata sapendo nulla del regolamento gdr XD (le parti aggiunte sono in grassetto).
~~~~~ Violence for the people Give the kids what they need ~~~~~
L'ogiva venne divisa in due dalla lama avversaria con la stessa facilità con cui un coltello sarebbe affondato nel burro. Le scintille del materiale esplodente permearono l'aere - saturo di esalazioni e vapori sulfurei - di arancioneggianti schegge di metallo, che si andarono a perdere oltre la figura del conte che, dalla sua posizione, prese a parlare con fare tranquillo. Ancora non poteva capire quale grande errore stava commettendo. «No, no…io sono vivo! Splendidamente vivo! E non intendo certo morire qui, su questo palcoscenico…sarebbe brutto, sarebbe una conclusione scontata, no? E poi…e poi… …stai fuggendo?» In realtà era tutto l'opposto e mentre il Cavendish continuava a blaterare nonsensi, Sidius lo osservava camminare a passi lenti e cadenzati proprio verso di lei. Parlava il bimbo, parlava e parlava, e l'Umbra lo avrebbe lasciato sputare sentenze senza senso, lo avrebbe lasciato a bearsi del proprio palcoscenico, mentre ad agire sarebbe stata lei. Altro che fuggire... «Non dovresti pensare, perché per gente come noi pensare è deleterio, noi semplicemente agiamo. E uccidiamo. [...]» Non ascoltò il termine di quella dannata frase, si mosse prima che il conte potesse finirla, del resto, non era mica così stupida da lasciargli concludere il suo bel discorso mentre aveva l'opportunità di poterlo attaccare indisturbata! Scattò, nell'istante in cui il conte disegnò al suolo una circonferenza bianca che prese ad espandersi verso di lei: era luminosa ed algida, come l'energia che venne sprigionata dal terreno durante il suo scontro con il ramingo del nord, Sennar. Per l'Umbra finire coinvolta da qualche trappola esplosiva non era la migliore delle opzioni e - per tale motivo - sublimò se stessa bruciando ogni fibra del suo corpo con il fuoco dell'Etere che - come droga - venne pompato nei suoi muscoli come splendida linfa vitale, facendola divenire un bolide di pura velocità. Sfrecciò, avanzando verso sinistra con un balzo di cinque metri, proprio al limitare dell'area bianca ancora in espansione per così incontrare - con velocità inaudita - una roccia puntuta ed aguzza, che sarebbe stata il suo trampolino. Saltò ancora, questa volta nella direzione opposta - proprio verso il Cavendish - sfruttando così il suo utile appoggio sorpassando dall'alto la circonferenza, oscurando per un istante la propria vista in un mondo fatto d'avorio, per poi uscirne e riappropriarsi dei reali colori di quell'inferno, esprimendosi - all'apice del salto - in una verticale rovesciata sull'avversario, per poi ruotare ed atterrare ritrovandosi a fronteggiarlo alle spalle. In quel preciso istante, il monologo del pazzo ebbe termine. «…finchè non resterà nulla se non la tua eterna sete.» Sidius non gli diede il tempo di sparlare oltre e contemporaneamente affondò entrambe le braccia verso il retro del corpo nemico, accontentando la sua sanguinosasete. «Mi stavo appunto chiedendo che gusto avesse il tuo sangue!» Lo fece apposta - rapida - per non dargli tempo di controbattere adeguatamente da entrambi i lati, o - quantomeno - per tentare di confonderlo e spiazzarlo: con la mancina mirò al centro della schiena, all'altezza del cuore, esprimendo in un affondo la nera lama della Black Blade, la quale guizzò ferina a tentare di forare - con il proprio taglio letale - le carni del nemico; dalla parte opposta - contemporaneamente - la mano venne scagliata ad aggrappare il bicipite destro del conte, con l'intento di mordere il muscolo con una potente presa, atta più a graffiare ed a strappare che a ghermire.
Ancora Edward non sapeva che quella semplice mossa - apparentemente senza reale utilità - nascondeva un fatale tranello: la mano destra della Custode - infatti - in quell'istante avvampò della stessa letale fiamma violacea della decadenza e - qualora avesse trovato carne e stoffa avversari - avrebbe portato con sé la propria mortale pestilenza, con il machiavellico intento di far avvizzire l'arto avversario ed impedirgli così di brandeggiare quel bastone così problematico per i pezzi d'artiglieria del Thànatos. Ma non era finita. Per garantirsi una probabile maggiore riuscita, Sidius con la gamba destra sferrò - da quello stesso lato - un poderoso calcio laterale alla rotula del conte, che, se l'avesse presa, non solo lo avrebbe sbilanciato - permettendo così ai due attacchi precedenti una maggior probabilità di riuscita - ma avrebbe anche impedito di gran lunga le capacità di movimento del nemico, che sarebbe stato così azzoppato. Non doveva pensare? Era questo che il bimbo voleva? Lo avrebbe accontentato, dandogli tutta l'istintività feroce di cui era garante.
★ A N T I C H R I S T S U P E R S T A R ★ - I n b o r n A b i l i t y -
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★ B L A C K R O C K S H O O T E R ★ - T e c h n i q u e s -
- Miss Superstar
I muscoli si tendono e la forza articolare aumenta fino allo spasmo, esprimendo il sacrale concetto dell'annichilazione dell'obbiettivo con una brutalità ed una rapidità impressionanti; la capacità di irrorare il proprio corpo di Etere e di usufruirne come una droga é da sempre il segreto con il quale l'Umbra é in grado di eccellere tanto nella velocità quanto nella potenza muscolare. Infatti, drogando le proprie fibre muscolari di una particolare secrezione raffinata tramite il controllo etereo, Sidius é in grado di oltrepassare i limiti fisici del proprio corpo, rendendosi per pochissimi istanti estremamente più forte e/o più veloce del normale. Non che di base il Thànatos non sia la progenie della Morte incarnata, ma quando ella intende dare fondo a tutta se stessa - sfruttando al cento per cento la propria mastodontica esperienza nel combattimento maturata negli eoni - allora e solo allora ricorre a questo stratagemma che - in funzione di un surplus energetico all'interno della muscolatura, come anche nelle articolazioni - renderà il Thànatos una vera e propria macchina coniata apposta per estinguere ogni cosa. Velocità e potenza inarrivabili, questo lo scopo di tale straordinaria abilità. C o n s u m o V a r i a b i l e: Medio (potenziamento alla velocità del 50%)
- Deformography
Il tocco della decadenza raggiunge ogni cosa; il tempo, per coloro che possono percepirne lo scorrere, passa inclemente e senza indugio alcuno. Deformography; una parola, un effetto: alterare la realtà in funzione di un'attitudine alla distruzione maturata negli eoni, maturata nel sangue. Il Thànatos può - a volontà - impiegare parte della propria energia per irrorare le proprie mani guantate di un'aura mortifera in grado di spegnere la vita in ogni creatura od oggetto: i fiori appassiranno, il metallo arrugginirà spezzandosi, le carni andranno in putrefazione realizzando ciò che il passare del tempo richiede. Devastazione. Pura e semplice. Un attacco a contatto che progredirà ed avanzerà nel tempo, divorando centimetro per centimetro la vita di chi o cosa verrà toccato da questa mano portatrice di estinzione, che farà avvizzire un'area pari ad un sesto del corpo oggetto del tocco come - ad esempio - un arto avversario; un'offensiva che Sidius ha ereditato da colei che gli ha dato la vita, colei che l'ha resa specchio di se stessa. Figlia della morte. C o n s u m o M e d i o
★ T I E D A N D D E A D ★ - N o t e s -
La citazione all'interno del post é riferita al suggerimento che Edward dà a Sidius: non pensare. Essendo che il conte appare come un bimbo capriccioso, Sidius gli dà ciò che vuole, combattendo istintivamente con violenza appagando così la sua sete di sangue. Apparentemente ingiustificata, la frase con cui Sidius risponde ad Edward é una chiara risposta alla sua provocazione e dev'essere presa più come sarcasmo che come reale intenzione, visto che nell'uccidere la Custode non prova nulla. Lo sperone di roccia di cui si parla nel post è riferito alla conformazione del terreno descritta ad inizio topic dallo staff.
- Riassunti azioni:
Sid cambia strategia, passando bruscamente dal combattimento a distanza a quello ravvicinato. L'illusione generata da Edward appare agli occhi del Thànatos come una sorta di replica della tecnica che Sennar ha usato contro di lei alla fine del loro duello alla fermata dell'ora tredicesima (consultabile qui). Per tale ragione Sidius pensa che entrarvi a contatto sarebbe nocivo e, per questo, sfrutta un power up medio in velocità - unito al potenziamento passivo alla medesima caratteristica - per proiettarsi prima verso uno sperone di roccia alla sua sinistra (destra di Edward) per poi saltare alle spalle del conte sfruttando detto sperone come punto d'appoggio, ed ottenere un vantaggio durante il salto. Una volta atterrata alle spalle del nemico tenta di colpirlo con un affondo di spada nel centro della schiena e - contemporaneamente - con un'artigliata della propria mano destra, con l'intento di aggrappargli (o graffiargli) il bicipite da quello stesso lato, usufruendo della tecnica Deformography; in quel mentre sferra anche un calcio alla rotula destra del conte, per danneggiargli l'articolazione e sbilanciarlo in favore di una maggior possibilità di riuscita dei due precedenti attacchi.
Don't let him know she liked them best, For this must ever be A secret, kept from all the rest, Between yourself and me. ♪
Incubo di Fuoco e Fiamme
C
erte volte i regali, anche se fatti con il cuore, finiscono per ritorcersi contro con inaspettata crudeltà. La realtà era quella: aveva risvegliato un mostro.
«…la tua eterna sete.»
Ebbe appena il tempo di terminare la frase, che qualcosa dietro di lui lo colpì senza dargli il tempo di reagire, di creare una sorta di difesa. Si ritrovò così, inerme, con un metro buono di lama nera che faceva capolino dal petto. Inutile ciò che seguì, il braccio essiccato, la rotula della gamba spezzata, in quanto la vita già stava scivolando lentamente da quel corpo. Tossì sangue sul vestito e sulla mano sinistra, portata istintivamente alla bocca, prima di crollare per terra come un sacco di patate.
Come al solito, proprio quando ormai era troppo tardi, comprese tutto.
«…puttana…»
Le sue ultime parole prima di spirare.
Un insulto verso la Strega Bianca, Alice the First, che l’aveva usato e spinto tra le braccia della morte fin dall’inizio del torneo. Era stata lei a spedire quella lettera per farlo partecipare, era stata lei a farlo combattere contro avversari al di sopra delle sue capacità, tutto per un unico scopo.
Un insulto verso l’araldo della morte, che l’aveva ucciso senza troppi problemi, senza dargli la possibilità di mostrare le sue capacità e distruggendolo con un finale così patetico, neanche degno dell’applauso del pubblico.
Eppure se lui fosse morto ora, anche Edward sarebbe scomparso, allora perché…
Vuoto.
Dentro di se unicamente vuoto. Allora comprese e la maledì con tutto se stesso, giusto prima che il corpo si dissolvesse in centinaia di frammenti di vetro. Lì dove un tempo vi era un Madhatter ora non rimaneva altro che un Jack di Cuori strappato a metà.
Anfiteatro dell’Avversa Sorte
L
ì, tra gli specchi vi era il vero Edward Cavendish, o meglio, l’originale. Quel bambino che come tale era rimasto, che si era fatto proteggere dal Cappellaio e che ne era diventato simbionte. Proprio per questo non poteva vedere la fine di quella parte di se, ma poteva sentirlo.
• Queen of Crystal {A terra} Spada incrocio tra stocco e sciabola con una lama di 1,05 metri
• Puppet of Wonderland {Legato in vita}
Riassunto
1. Subendo l'attacco appena finisco di parlare e trovandosi già con l'avversario alle spalle, subisco in pieno l'attacco e muoio con il cuore trapassato.
» Abilità Passive
Mad Mind
Immunità tecniche basse o medie che manipolano la mente (confondendo, cercando di istillare false immagini o accentuare/creare emozioni e via dicendo)
Master of Fancing
Bonus agilità +25%, velocità 25%
» Tecniche
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» Note 1. La filastrocca è quella conclusiva del primo libro di Alice, presa dal poemetto "They told me you had been to her..." del capitolo 12, segno della conclusione della storia e quindi del libro che narra le vicende di Edward.
2. Conclusione della storia con la spiegazione che era stato archiettato tutto da Alice the First in quanto il compito del Madhatter era giunto al termine. Nato all'uccisione del padre, lo scopo del Cappellaio è quello di proteggere Alice...per il finale della storia si attende la fine dei giudizi (in caso positivo posterò qui, altrimenti in un topic a parte autoconclusivo).
3. Riguardo a come si sia svolta questa finale preferisco il "no comment" ,visto che ho promesso di non pronunciarmi in maniera offensiva/rosicona, ma a prescindere da giudizi ed altro rimango profondamente deluso da come si sia svolta. Chi vuol intendere intenda.
Sono rimasta abbastanza basita dall'esito di questa finale. Altro non saprei che dire. Non sapendo cos'abbia portato il giocatore mio avversario a questo (ritiro?) non posso esprimermi in materia e - ritenendo che sia corretto farlo - vorrei chiedere spiegazioni in merito. La mia non vuol'essere polemica, ma semplice chiarezza. Sono apertissima a ricevere qualsivoglia comunicazione via PM od msn, onde evitare attriti che dovrebbero essere lasciati al di fuori di competizioni come questa. Io di mio mi sento abbastanza amareggiata per quanto accaduto, e non avendo - dal mio lato - avuto alcuna intenzione di offendere nessuno né tanto meno di stimolare antipatie varie, spero che il tutto possa essere chiarito il prima possibile. La parte narrativa di questo post é stata volontariamente omessa in funzione dell'ottenimento di una maggiore chiarezza sugli eventi. Se e quando sarà il caso allora concluderò anche io l'avventura del mio personaggio.
Conclusioni Dal momento che lo scontro si è prematuramente concluso senza che il combattimento fosse consumato almeno lo stretto indispensabile a produrre materiale oggetto di valutazione, e visto il consesso di eventi che ha portato a questo inaspettato, infausto, e infelice compimento, lo Staff si è risolto a stilare comunque un commento al duello monco e alla situazione incresciosa occorsa, col proposito che possa aiutare a fare chiarezza e nella speranza di evitare il suo ripetersi nel futuro. Alla luce della situazione, trovando tuttavia improponibile il pensiero di premiare l’uno o l’altro utente, gli Organizzatori si vedono costretti a rinunciare anche quest’anno alla proclamazione di un Campione. Quest’anno il Warrior Day non avrà un vincitore.
Per sempre, comodamente, le scale a chiocciola continuano a girare su loro stesse, Torte e ritorte...
Lo scontro si interrompe come la sinfonia incompleta di un compositore, che la fantasia ha spinto ad abortire nell’oblio o la morte ha allontanato dalla giusta conclusione dell’opera; nell’aria densa della vostra gabbia e nell’intimo palato dello spettatore null’altro aleggia se non il gusto vacuo dell’incompletezza. E il presagio sfuggente ma pesante della dimenticanza. Al pari di neonati scalcianti, avete lottato per uscire dal ventre segreto di quell’Incubo di Fuoco e Fiamme, ma ora la nera roccia che via ha sostenuto come una madre inizia a scricchiolare sotto i vostri piedi come i denti di un titano che li contragga per la rabbia, e la lava incandescente -ancora più in basso- gorgoglia e ringhia, minacciosa come un mostro in caccia. Anche l’arcano che ha reso ottimale la luminosità di quel luogo maledetto inizia ad affievolirsi, come fa un sorriso che si spenga per la delusione, e man mano che la magia che lo ha permeato lascia la presa su quella dimensione, il buio di quella caverna senza uscita si fa ad ogni attimo sempre più oscuro, profondo ed impenetrabile.
Anche la luce aurea che fa splendere le vuote orbite del teschio di pietra comincia ad affievolirsi, potete vederlo dal di là dell’inferriata abbassata e irremovibile, e d’un tratto cominciate a capire che nessuno di voi emergerà da quell’inferno: il combattimento è durato troppo poco, non avete liberato abbastanza energie perché il globo potesse nutrirsene, e adesso nessuno dei due potrà pagarsi il viaggio di ritorno. Sembra che anche questa volta, il Warrior Day non avrà un vincitore.
Persa in un labirinto del tempo, la porta non si apre più... E mai nessuno se ne accorgerà.