Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Chronicle of Morpheus - L'Eldunarì di Ak

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view post Posted on 24/8/2012, 13:54

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Oasi Nera — Qualche miglio a sud dalla Caverna

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Nemmeno un mese addietro, l'Oasi Nera era una pezza strappata al deserto e ricca di gente che la abitava. Costretta ad abitarci, a dirla tutta: era il luogo dove i Marehjà di Vento d'Oriente esiliavano tutti coloro che non si prendeva la pena di giustiziare, o che lo contrariavano in alcuna maniera. La sabbia semplicemente si arrestava, in un dato punto, ed iniziava quel piccolo angolo di tregua dalla furia spietata delle dorate piane ardenti. I viaggiatori più dotti sapevano che chiedere ospitalità alla gente che viveva lì era fondamentale per sopravvivere ad un viaggio da una parte all'altra di quei territori. I mercanti passavano spesso da lì, consci della potenza militare crescente e assetata di vendetta, per ingraziarsi coloro che presto sarebbero divenuti i nuovi padroni di Vento d'Oriente, garantendo dunque una florente attività commerciale dall'Oasi e verso l'Oasi, grazie agli utilizzi che i ricchi alchimisti facevano dei liquidi neri che sorgevano dalle prime pozze scavate. Difatti, il nome "Oasi Nera" proviene dalle pozze scoperte inizialmente, che non contenevano affatto acqua ma quella strana sostanza imbevibile e maleodorante. A detta dei più anziani, si trattava di una maledizione impartita dagli dei per il rancore degli abitanti verso la loro terra madre. Fu solo con l'arrivo del grosso degli esiliati che si scavò la vera e propria Oasi, e da lì anche grazie all'intervento dei maghi esiliati che portarono la vita nel piccolo mare e nelle zone più fertili, si espanse una vera e propria cittadella incavata nella pietra. Con la caduta di Vento d'Oriente ai danni dell'ultimo sovrano Marehjà, le truppe assetate di giustizia si sono recate nella città lasciando il villaggio sguarnito delle forze militari, ma ancora ricco di gente che aveva preferito continuare a vivere in quello che si era trasformato in un luogo dolce e pacifico, ora di nuovo puro e pronto a redimersi agli occhi degli dei.

Duello Ufficiale
Post: 1 di presentazione + 5 attivi.
Tempi di risposta: 4 giorni più proroghe ammesse.
Pk: Off.
Premio: 200 Gold.

Lud† Vs ~Coldest.Heaven
Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem Vs Jevanni Glacendrangh
Verde Vs Rossa
C Vs B

Primo Post: Lud†



Edited by Lud† - 24/8/2012, 15:40
 
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view post Posted on 28/8/2012, 20:24

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Chronicles Of Morpheus - L'Eldunarì di Akor'

In primordio, e si parla di molti anni or sono, v'erano due draghi, il blu e il nero, il piccolo e il grande, talmente uniti che un unico pensiero sembrava animare i due. Ma quell'idillio tra fratelli durò molto poco, il tempo che il sultano di Vento d'Oriente si ricordasse del patto stipulato migliaia di anni prima dai loro antenati. Akor', dunque, si vide privato della vita per errori, e accordi, passati, per una guerra che nessuno di loro aveva combattuto. Morpheus avrebbe voluto urlare quando il sultano mise una catena attorno al collo del drago nero, avrebbe voluto dire: “Prendete me, non lui!” invece rimase in silenzio, restò a guardare senza piangere una lacrima, e mai riuscì a perdonarsi quel giorno. Così, quando cinquecento anni dopo, Morpheus risentì la mente di Akor' sfiorargli la sua, il ricordo non poté che piombare a quel giorno, quando scoprì che il fratello era diventato nient'altro che una pietra d'onice nera, ebbe un tuffo al cuore, e qualcosa dentro si ruppe, come un ingranaggio logoro da tempo. Cinquecento anni aveva perduto godendosi la sua vita, e per cento di quelli era stato costretto a proteggere una spada, mentre suo fratello era legato in schiavitù, non aveva fatto nulla per liberarlo, passivamente s'era arreso al destino, Akor' era stato condannato solo perché il suo guscio si ruppe qualche frazione di secondo prima del suo, ma soprattutto perché Morpheus era il prescelto, il drago cui Stormbringer brillò in mano. Ma quando venne a conoscenza della verità, quel giorno in cui Crystal e i suoi sottoposti attraversarono la caverna, l'adolescenza di Morpheus finì, e come un cristallo incrinato, decise di porre rimedio agli anni persi, di fare ciò che doveva da tempo fare, ciò che il destino aveva in serbo per lui.


------------------------------------


Era l'alba.
Morpheus, sopra a un altipiano, osservava la valle che si mostrava sotto i suoi occhi. Un'oasi strappata all'inferno del deserto, un piccolo punto di ristoro per i mercanti più audaci che s'arrischiavano a solcare quelle terre, una manna dal cielo per tutti quelli che, non andando a genio al sultano di Vento d'Oriente, si vedevano costretti a trovar rifugio nel deserto.
La cittadella iniziò a svegliarsi appena il sole cominciò a bagnare le case scolpite nella pietra, all'improvviso, senza nessun preavviso, le prime porte cominciarono ad aprirsi, e le prime persone uscire fuori con i primi gesti assonnati della giornata: c'era chi si stirava, chi sbadigliava, chi si strofinava gli occhi e chi raccattava il latte fresco all'uscio della porta. In seguito a migliaia si riversarono nelle stradine della città per perseguire i loro affari. Sguattere e servi accendevano il fuoco e mettevano a scaldare l'acqua per preparare la colazione, gli uomini preparavano il bancone per il mercato e le donne rincorrevano i bambini piccoli, invece chi non aveva figli o chi era troppo vecchia per averne di piccoli, girava per il mercato in cerca di qualcosa da comperare o di qualcosa da fare. Una donna robusta spingeva un barile di birra per la strada, una vedova che cercava di tirare avanti, il marito era stato impiccato dal sultano per qualche piccolo reato. Così, gli abitanti dell'Oasi Nera, cercavano di sopravvivere grazie alle carovane mercantili, e grazie ai liquidi neri che fuoriuscivano dalle pozze. Inizialmente pensarono che fosse una maledizione, acqua infestata da spiriti maligni, ma con loro sorpresa appresero la bontà di quel liquido.
Un combustibile naturale che prendeva fuoco facilmente, sostanza che, al di fuori dell'Oasi, trovava riscontri eccellenti, qualcuno s'azzardava anche a dire che lo stesso Goryo rimaneva a galla grazie a questa sostanza. Ben presto il liquido maligno divenne oro nero, per gli enormi profitti che garantiva a quella città, qualsiasi nuovo sovrano avrebbe fatto follie per mettere le mani su quell'Oasi. Morpheus prese la sabbia in un pugno, ne osservò la finezza e il bianco dei granelli, avrebbe potuto prendere Vento d'Oriente in attimo, forte del suo titolo di drago, ma riposarsi in una prigione dorata non era più un suo interesse, ancora non era pronto a una vita da sovrano.
Si girò voltandosi a guardare il deserto, tra le dune e la sabbia una figura esile e slanciata si vedeva all'orizzonte, lentamente le fattezze di un uomo si disegnarono avvolti da una nebbiolina. I capelli argentati che, grazie al riflesso del sole, parevano quasi trasparenti e inesistenti.
Morpheus sorrise alla figura, il destino, il fato, o meglio qualcosa di più grande di loro, aveva deciso di farli incontrare in quel luogo, e qualcosa gli aveva detto che i due si sarebbero incontrati proprio lì a un mese di distanza.
Jevanni Glacendrangh era stato l'assassino del suo amato fratello, e anche se lo stesso Akor' gli avrebbe impedito di toccarlo, e anche se sul suo volto si sarebbe dipinto uno sguardo di estremo diniego, vendicarsi era l'unico modo per sentirsi un attimo vivo, per sentirsi vicino al fratello come quando erano cuccioli. Ma soprattutto perché la pietra d'onice che conteneva l'anima di Akor' era un bene troppo prezioso per un umano, un bene destinato qualcos'altro, un bene destinato a lui.

« Ti stavo aspettando. »

Un sorriso, un inchino.

« Jevanni Glacendrangh. »
L'ammazzadraghi.


CITAZIONE
Scusase ti ho fatto aspettare, ho aspettato a mia volta con la speranza di avere l'artefatto ino all'ultimo, al solito al prossimo post tutte le generalità.



Edited by Lud† - 29/8/2012, 00:53
 
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view post Posted on 29/8/2012, 02:31
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« È finita »
La voce non arrivò a nessuno, perché nessuno era nella stanza. Ma tanto seppe dire, tanto volle dire prima di rinchiudersi nel silenzio. La bocca era arida, e ancor più arido era quel brandello di motivazione a cui tentava ogni volta di aggrapparsi. Ogni volta che volgeva lo sguardo al cielo limpido che sovrastava l'Oasi, Jevanni aveva come l'impressione che fosse veramente troppo grande. Troppo lungo. Troppo largo. Troppo...troppo. E gli dei dovevano essere veramente crudeli, per aver piazzato al risveglio dello spadaccino un deserto altrettanto vasto attorno a lui. Lo scontro nella caverna con la strega di Duma era ancora nebuloso, nonché l'ultimo ricordo che aveva prima di rinvenire, esausto, in una delle case del posto.

~

Aveva saputo che era stata Ahinoe a portarlo lì, nel primo cenno di civiltà scorto dopo essere usciti da quel luogo maledetto. Quando lei si ripresentò, lui l'aveva ringraziata, dicendo di non sapere come poter sdebitarsi. Lei però era stata pronta, a proporgli un'alternativa.
« Accompagnami nel prossimo lavoretto » aveva detto, sorridendo alla sua solita maniera enigmatica senza menzionare altro. Come sempre aveva fatto. Jevanni si era limitato ad annuire con una bozza pallida di sorriso delineata sulle labbra screpolate dalla sete, prima di sentire la testa girare e bruciare. Lei partì il giorno stesso, dicendo che si sarebbero riuniti a Greenwater. Quando lui sarebbe stato abbastanza in forze, sottolineò prima di andare. Per di suo, l'albino non era stato nemmeno in grado di dirle che poteva farcela. Dopotutto, aveva a malapena le energie per restare seduto sul giaciglio per i pasti - a cui avrebbe volentieri fatto a meno, per la nausea. Uno dei locali che si occupava di lui diceva che doveva essersi trattato di disidratazione, forse un colpo di sole. Nel ricordare la carica micidiale verso Crystal, Jevanni aveva invece qualche dubbio in merito. In ogni caso, lui non si sarebbe mosso dal letto prima di una settimana minimo.

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« Finita... » ripeté al volto che lo fissava dalla bacinella, nella quale l'acqua fresca ondeggiava appena ad opera delle mani incerte dell'albino. Era davvero finita? Si, aveva detto Ahinoe. E nel prendere Orizzonte, nel sentire il suo peso -quando era diventata così sgraziata nelle sue mani?- gli parve quasi di ricordare vividamente il momento in cui la sua punta era affondata nel corpo della donna. Anche l'altra spada l'aveva fatto, ma quella doveva averla persa. Forse quel guardiano se l'era ripresa. Doveva essere finita. Con la mano, cercò il tessuto strapazzato e ormai ben più che lacero che una volta aveva composto la sua cappa. Dove l'aveva presa? Nemmeno più lo ricordava. Sapeva però che lì dove una volta c'era la croce, sul suo avambraccio, ora non c'era nulla. La stessa croce della cappa era sbiadita, sfilacciata, a malapena visibile. Doveva essere un giuramento di sangue, mai scordato a sé stesso, di uccidere una persona -Crystal- ma ora che l'aveva fatto, dopo aver per la prima volta giurato qualcosa del genere e aver mantenuto la promessa, si era reso conto di essere...vuoto. Aveva più volte sentito cose del genere, che la vendetta non portava mai nulla; e se avesse voluto parlare a qualcuno di come si sentiva, avrebbe certamente voluto qualcosa di meno vago e banale di 'vuoto'...eppure più cercava, più si sforzava di capire cosa provava in quel momento, più realizzava di non saperlo.

A volte levava il braccio, per poi lasciarlo ricadere non appena il suo peso iniziava a farsi sentire a ridosso dell'arto debole. La calura del villaggio era attenuata dalla gigantesca ombra proiettata dalla grande formazione rocciosa che sovrastava l'Oasi, oltre che dalla presenza d'acqua, eppure a dispetto di ciò Jevanni non poteva non sentirsi fiacco. Debole, fra quelle coperte che lo volevano soffocare. E sebbene si fosse ormai già ristabilito, sebbene sentisse il corpo già pronto ad intraprendere il viaggio con la pirata, si rese conto di non voler ricominciare a camminare. Come se ci fosse un peso, ad ancorarlo sul posto. La motivazione, svanita come cenere al vento, di vivere. Camminare ancora.

"E ora?" si chiese. E non seppe darsi una risposta.

Perché quel cielo era troppo vasto. E la sabbia tanto piatta.
E la bussola nella sua anima non indicava più alcun Nord.

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« ...-do te. »
La mano gentile di Mereet gli scosse nuovamente la spalla, destandolo dallo stato di dormiveglia che aveva accompagnato le ultime ore in cui era rimasto in balia degli incensi. « Cosa...? » borbottò strizzando gli occhi a fatica per la luce intensa che proveniva da fuori la finestra. Gli ci volle qualche istante per rendersi conto dell'aspetto torvo della ragazza. « È arrivato...uno straniero all'Oasi » ripeté, con il suo accento tipicamente orientale. « Ha chiesto di una persona dai capelli pallidi. Sta cercando te. »

Lo spadaccino rimase in silenzio svariati attimi, registrando la frase. Ripresa lucidità, sospirò e le annuì. Chiunque fosse, doveva proprio aver faticato per giungere in quel posto solo per lui. Si sentì quindi in dovere di trovare questo straniero giunto da lontano - ma di sicuro la curiosità fu ciò che più di tutto lo aiutò a trovare le forze per sollevarsi dal giaciglio.
Prima di lasciare la casa si prese lo scrupolo di portare con sé le armi e di indossare Brina. Il peso gli parve straniero, come la volta in cui era partito da Vento d'Oriente; eppure, era meno opprimente di allora. Anzi, questa volta fu una liberazione poter sentire ancora la propria seconda pelle in acciaio e gli arnesi di guerra. Rassicurò con un sorriso impercettibile e un cenno la minuta aiutante dell'anziano guaritore, ma dentro avvertì un leggero brivido che si dipanò lungo la schiena, incrinando il buon umore che lo aveva accompagnato sino alla soglia.
Chi poteva mai volerlo, e soprattutto, come poteva mai averlo trovato?

Varcò l'uscio scostando la tenda, e si lasciò alle spalle la casa. Dovette chiedere più volte agli abitanti dove si trovasse il fantomatico straniero: molti s'erano dimostrati riluttanti a parlarne, e recavano la stessa espressione crucciata di Mereet non appena lo spadaccino chiedeva. Jevanni non comprese perché fossero tanto scossi, ma non volle forzare gli abitanti dell'Oasi a vuotare il sacco: lo salutavano per la strada, a volte si inchinavano, occasionalmente lo avevano persino visitato mentre cercava di riprendersi nella capanna del guaritore. Erano brava gente, fin troppo brava considerato ciò che avevano passato. E per quanto gli fossero riconoscenti, l'albino sapeva che non era affatto opera sua se Vento d'Oriente era stata riportata ai suoi antichi fasti. Hursimer era il vero eroe.

Gli ci volle un po', ma alla fine lo sconosciuto era lì. In alto, ben fuori dal villaggio, su una delle alture che sovrastavano la conca nella quale sorgeva l'Oasi. E il cuore gli morì in gola, a Jevanni, quando questi si voltò per fronteggiarlo ad una ventina di passi di distanza.

« Ti stavo aspettando. »
Un inchino ed un sorriso, entrambi trasudanti ricordi del passato.
« Jevanni Glacendrangh. »

"È finita", aveva detto. Lo aveva detto, no? Che tutto quanto era finito, un capitolo chiuso definitivamente. Lo aveva detto quella stessa mattina, prima che la piccola assistente del guaritore arrivasse per vedere se si sentiva meglio. E lui le aveva mentito, dicendole che era migliorato. E ora, mentre gli occhi incrociavano quelli del guardiano nella grotta, si rese conto di averle doppiamente mentito.
"Perché ora? Perché tu?" pensò disperato; e forse lo sussurrò anche, incapace di trattenere la domanda, di non vomitarla in faccia all'altro in preda alla frustrazione più nera. Di tutta la pace che aveva tentato di racimolare, di tutto l'affetto del villaggio con il quale aveva tentato di colmare l'angoscia di vivere, non importava proprio nulla agli occhi degli dei? Era davvero così tanto chiudere un capitolo tanto orrendo della sua vita? Difficilmente il Guerriero aveva trovato odiosa una persona 'a pelle'. L'essere che aveva lì davanti era l'eccezione. Un fardello forse ingiusto, quello che portava il non più straniero, considerato che lui aveva fatto ben meno di quanto aveva fatto Crystal. Ma in quel momento tutti quanti i ricordi sembravano aver trovato quel corpo come catalizzatore.

« Guardiano. » rispose freddamente, pronunciando la parola in maniera quasi sarcastica. Dopotutto se lo spadaccino e i suoi compagni erano arrivati in fondo alla caverna, quello non doveva esser stato un grande guardiano. Doveva ritenersi fortunato che solo una persona di quelle cinque che s'erano calate nelle fauci della tigre di sabbia intendeva realmente appropriarsi del suo tesoro principale.

Lo squadrò, portando due dita all'elsa di Orizzonte, tamburellando impazientemente come per scandire l'attesa che aveva portato persino i venti a tacere per quell'istante. Il sole batteva, ma Jevanni non sentiva caldo. No. Sentiva un gelo profondo, e al contempo sudore. Decise di scacciare quella sensazione riaprendo bocca, deglutendo la saliva.

« Non sono sicuro di voler sapere come mi hai trovato. »
« Però spero tu abbia una dannata buona ragione per avermi portato qui. »

Quando incrociò lo sguardo con l'altro, il Guerriero udì uno strano battito all'altezza del petto. Represse l'istinto di portare una mano a toccare la pietra dell'anima di Akor', che per la prima volta dalla caverna aveva ricominciato a farsi sentire.





speedpaintbyheader

[Totale: 8] | Maestria di armi [4CS] | Velocità [2CS] | Forza [1CS] | Riflessi [1CS]

Nullo 0% | Basso 2% | Medio 6% | Alto 15% | Critico 33% | Mortale 69%

PJnzb
ͽH E A R T ~ B E A Tͼ
"of heart, soul and flesh"

energie
100%

stato fisico
0/16
...

stato mentale
0/16
...
PJnzb
ͽA R M A M E N Tͼ
"of steel and poison"

orizzonte
spada bastarda
stelle del tramonto
coltelli da lancio (12/12);
principe musashi
pugnale; poteri non attivi
tempo
pentadente; poteri non attivi;
brina
armatura media
gale
corno da guerra; energia utilizzata (0/8)
dispense elfiche
abbagliante (1); fumogeno (1); esplosivo (1); linfa energetica (1);
veleno indebolente (1); veleno psionico (1);


PJnzb
ͽI M M U N I T Yͼ
"of commitment and strength"

orichalcum
Il nome della Montagna
qualsiasi oggetto utilizzato è impiegabile come arma;
attacchi fisici tagliano ogni materiale;
attacchi fisici causano danni psionici da fatica oltre a fisici;
attacchi o tecniche fisiche causano paralisi di entità ed estensioni pari a danno causato;
effetto boomerang applicato alle armi lanciate;
livello del dominio alzato;
Marcia nella Bufera
insensibilità al dolore;
non sviene al di sotto della soglia del 10% di energie;
sconto del 3% su tutte le tecniche;
Coltre di Nebbia
difesa passiva psionica;
auspex delle aure;
sacrificio mu
abilità dell'artefatto attivabili solo tramite sacrificio del proprio sangue
tempo
calma mantenibile in ogni situazione
orizzonte
indistruttibile;
contatto con la lama causa assideramento graduale;
gale
influenza psionica di rispetto;
uccide chi lo utilizza senza essere il proprietario;
il suono del corno copre tutti gli altri suoni;


PJnzb
ͽO B L I T E R A T I O Nͼ
"of blows and earthquakes"

. . .
.
.
.


PJnzb
ͽS Y N O P S I Sͼ
"of deeds and struggles"


Il duello è ambientato dopo "Burning Moon", il contest che ho postato qualche giorno fa, per completare il vuoto fra il viaggio nel deserto e l'inizio di questa scena. Sebbene Lud (e i compagni di quest) conoscano bene o male ciò di cui sto parlando, riassumo qui brevemente un paio di punti:

- La cappa crociata risale all'assedio di Vento d'Oriente, città conquistata durante la quest "Mano di Vega: Stormbringer". A livello di cronologia in-game, è avvenuto mezzo anno addietro. La croce sull'avambraccio era una croce di sangue che fungeva da giuramento 'sacro' di uccidere Crystal, PnG facente parte della suddetta quest e del capitolo precedente.
- L'Oasi Nera è un frammento d'ambientazione creato da me durante la stessa quest per ampliare i contenuti di un turno in particolare che si svolgeva a ridosso dei sei mesi dall'assedio fino al "presente" inteso come qualche settimana prima. Degli esiliati con cui Jevanni aveva dovuto avere a che fare si erano per l'appunto stabiliti qui.
-Dati gli eventi accaduti durante quel turno della quest, e dato il tempo trascorso, il villaggio conosce Jevanni. La sua passiva psionica di onore gli permette inoltre di essere trattato rispettosamente. Il timore degli abitanti nei confronti di Morpheus è dettato al contrario dalla passiva psionica razziale del suo personaggio.
-Con "altra spada", Jevanni si riferisce ovviamente ad una spada coinvolta nella famigerata quest.

L'header del post riporta un titolo diverso da quello scelto dal mio avversario per una ragione inerente alla mia 'cronologia': questo duello dovrebbe porre fine al 'contributo' del mio personaggio alla campagna Mano di Vega, anziché darne alla nuova campagna di Lud, quindi ho scelto per motivi puramente personali un titolo che fosse più coerente nella scheda. Spero ciò non disturbi.

Le azioni dei personaggi giocanti menzionate nel mio post mi sono state concesse dai rispettivi proprietari. Ringrazio in particolare Christine per avermi 'prestato' nelle ultime giocate il sostegno del suo personaggio.

Edit: errori vari. Capita, alle tre e mezza di notte.



Edited by ~Coldest.Heaven - 29/8/2012, 12:21
 
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view post Posted on 2/9/2012, 17:25

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Chronicles Of Morpheus - L'Eldunarì di Akor'


« Che cosa vuoi? » La voce dura del drago nero rimbombò nella cella, « non sei il benvenuto. »
L'enorme drago volse la testa verso il fratello, uno sferragliare sommesso di catene che sfregano contro il pavimento accompagnarono il movimento del capo. « Sono qui per aiutarti. » Un uomo dai capelli color corvo stava in piedi davanti alla creatura incatenata osservandola con quei occhi colmi di rabbia e di lacrime.
« Non vedi che non puoi far nulla? »
Le fauci schioccarono, i suoni uscirono in un sibilo metallico che mai gli aveva sentito.
« Tu sei il prescelto, mentre io sono lo scarto, il rifiuto incatenato per difendere gli sporchi umani. »
Il sibilo si incrinò, come un cristallo improvvisamente percosso da una forte pressione.
« Allora dimmi fratello, cosa sei venuto a fare qui? » Il drago nero si trasformò in umano, con lui le catene si restrinsero adeguandosi alla nuova forma. Ora un uomo di circa cento ottanta centimetri e di fattezze meridionali guardava il fratello negli occhi. « Perché davvero, non puoi fare nulla per me. »
Voglio liberarti, ma non disse nulla, le parole si strozzarono in gola in un unico sussulto.
« Ora vattene, prima che il sultano scopra che sei qui. »
Con il voltò rigato Morpheus diede le spalle al fratello, e lasciò la stanza, lasciò il drago al suo destino, consapevole che non poteva far nulla per liberarlo. Consapevole, che avrebbe voluto prendere il suo posto. Perché lui amava il fratello più di quanto amasse sé stesso.
« Addio. »

------------------------------------

Erano passati ormai quattrocento anni da quell'incontro nella prigione di Vento d'Oriente, da allora, fino al mese prima, i due fratelli non si erano più visti. Quattrocento anni in cui le frizioni tra i due erano state sepolte dal passare del tempo, ormai quella discussione non era che un lontano ricordo polveroso che nessuno dei due aveva voglia di tirare fuori. Tuttavia la tristezza non abbandonò mai completamente il cuore di Morpheus, spinto sempre dal desiderio di salvare il fratello mai si diede pace, e ora, che aveva il suo uccisore davanti, un moto di rabbia si stava scatenando dentro il suo animo, una tempesta dove tuoni e fulmini stavano vibrando all'interno delle sue viscere.
« Non farlo Morpheus, » quella voce fu come un raggio di sole che attraversò le nubi della sua mente, irradiando d'improvviso tutto. « Non è stato lui ad uccidermi. » Ma le nubi non si sfaldarono del tutto, l'incertezza, la confusione continuarono a regnare.
« Non dire cavolate, l'ho visto nella tua mente, nei tuoi ricordi. » Il ragazzo quasi urlò, benché fosse ben conscio che soltanto lui potesse sentire.
« No, Morpheus, sono stato io a voler morire, ero stanco di quella vita, stanco di essere incatenato. »
Nella sua testa Morpheus quasi vide il sorriso di fratello, un sorriso triste carico di rammarico, un sorriso volto a rassicurare il fratellino minore. Ma Morpheus non volle sentire ragioni.
« Ero così vicino dal liberarti, ero così vicino da capire come spezzare il sigillo. »
D'improvviso Morpheus sembrò ridestarsi da un sogno. Indicò il guerriero dell'inverno.
« Dimmi Jevanni, Akor' ha mai brillato nelle tue mani? Akor' ti ha mai consegnato i suoi poteri? »
Sorrise, il drago.
Fino a questo momento non ti sei mostrato degno di possedere l'anima di un drago.
La voce assunse un tono quasi ironico, era lui ora a sbeffeggiare chi aveva di fronte.
« D'altronde sei solo un umano. »
Come quelli che gli avevano strappato il fratello, come quelli che gli avevano strappato il padre, come quelli che avevano ucciso il primo dragone e il suo più lontano antenato. Quegli umani che oramai erano diventati un cancro per il mondo, che in continuazione rischiavano di distruggerlo tra le loro mani. Lui non li odiava, né disprezzava, lui li compativa come un padre che deve proteggere i suoi piccoli. Fin da giovane, aveva sempre saputo cosa fare nella vita, qual era il proprio destino. Lui doveva proteggere l'equilibrio del mondo, doveva proteggerlo dalle nefandezze degli umani. E dove proteggere loro, fino al momento in cui le loro menti non avessero lambito un nuovo pensiero più puro.
« Oggi vedremo finalmente se sarai degno di portare con te Akor'. »
Ma il suo intento era ben diverso, il suo intento era recuperare ll'Eldunarì per avvicinarsi un passo di più alla sua missione. E, ancor più importante, placare quel senso di rabbia e impotenza che da quattrocento anni gli attanagliava il cuore.
« Ma non ci contare troppo. »
Kajera venne sfoderata, la lama brillò al sole, la mano destra ora stringeva la sciabola in un segno inequivocabile per Jevanni, quel giorno non ci sarebbe stato spazio per la diplomazia e per le chiacchiere. Si sarebbe ridotto tutto all'uso della forza, dove il più forte, in una rivisitazione della legge di Darwin, doveva dimostrare di essere degno. Le dita si serrarono sull'elsa, la spezza legami quel giorno avrebbe messo alla prova la tempra e il fisico del pallido.
« Fai la tua scelta Jevanni, combatti o scappa. »
A quel punto le sue gambe si proruppero in uno scatto fulmineo, nella sua mano sinistra la sabbia che stava osservando poco prima venne lanciata contro gli occhi del nemico: il suo obiettivo era chiaro, oscurargli la vista quel tanto che bastava per arrivare inaspettato, come un fulmine a ciel sereno.
Difatti dalla sua non aveva né la preparazione del guerriero né nella forza necessaria per abbatterlo. In forma umana, difatti, gli era di molto inferiore sul piano fisico. Il Dreams Maker s'avvicinò all'uomo avvolto in una nube di sabbia, mentre la destra, che stringeva Kajera, calava sulla coscia sinistra del guerriero in un affondo attuò a immobilizzargli l'arto, la mancina vibrò nell'aria che si fece carica di elettricità, una folgore come quella di un Dio greco, comparve nella mano sinistra e quando l'abbandonò, fu come un roboante tuono si stesse abbattendo verso la testa dell'avversario, imponente e letale. Gli attacchi si sarebbero spenti sul corpo della vittima e poco dopo Morpheus sarebbe arretrato rimettendosi in posizione di guardia.
La rabbia, la tempesta dentro l'animo di Morpheus si stava placando. Jevanni quel giorno avrebbe saggiato la potenza della sua vendetta.



CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs Intelligenza


Energia: 76%
Status Fisico:
Status mentale:nada

Abilità attive:
Il secondo livello del soffio ha nell'idea quella di ustionare e shockare l'avversario, il drago lancia una grossa scarica elettrica sul nemico, l'attacco, se andato a segno, avrà ripercussioni sia sul fisico sia sulla psiche di chi lo subisce. Infatti, spendendo un consumo pari ad alto, la folgore ha potenza Alta, va affrontata come un normale attacco magico ma, in caso di successo, provoca danni Medi sia al corpo del nemico, come ustione, sia alla sua mente, come shock. [Pergamena Scarica elettrica]

"Non la toccherai".
Un amore, poi, si coltiva col contatto. Le mani si stringono tra loro, le dita si intrecciano sostenendo il peso dell'affetto che si vuol vivere. Così una carezza si trasforma in un atto d'amore, in un sostegno cosciente di quanto la persona per cui si vive è ancora lì, accanto a se, e si potrà toccarla e viverla fino alla morte. O fino a quando qualcuno non neghi tale piacere. Il secondo tormento di Kajera, infatti, è negare il vincolo del contatto a due amanti. Colpendo un arto di un avversario, infatti, la spada - oltre a danneggiarlo carnalmente, ne negherà ogni utilizzo, compreso il contatto o il movimento. Il braccio risulterà molle ed inutile, come morto, perdendo la presa sull'arma o sulla mano del proprio amore; la gamba non potrà correre dall'affetto, non potendo più sostenere alcun peso e rovinando inevitabilmente a terra. [Tecnica magica a costo Medio, causa un danno Medio; se colpisce efficacemente un arto qualunque (una gamba o un braccio) questo perderà ogni sensibilità per un turno, divenendo nient'altro che un prolungamento molle ed inerme del corpo del nemico (ad es. la mano perderà la presa sull'arma e penderà senza vita dalla spalla, oppure la gamba non reggerà più alcun peso ecc).]
[SPOILER]
Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, ogni attacco fisico passivo portato dall’arma sarà come se fosse eseguito con il doppio della PeRf standard posseduta. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Nulla, la sabbia che avevo nello scorso turno te la butto in faccia, dopodiché ti attacco con kajera per immobilizzarti la gamba e ti scarico la folgore in faccia.



Edited by Lud† - 3/9/2012, 01:30
 
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view post Posted on 3/9/2012, 11:05
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« Ero così vicino dal liberarti, ero così vicino da capire come spezzare il sigillo.. »

Parole che vagarono nell'aria, riempiendo la calura che faceva ondeggiare il villaggio alle spalle del guardiano, lontano da loro due. Riempirono la calura, ma di certo non le orecchie - né tanto meno l'interesse - dell'albino che cercava di capire cosa volesse quello strano individuo. Peccato che in quel momento le parole deliranti di quel tizio erano le ultime cose che voleva.
"Per mesi ho sopportato i deliri di una strega" pensò seccamente. Se ora lo sconosciuto aveva intenzione di continuare lo strazio, allora gli sarebbe accaduto qualcosa di brutto. Molto brutto.

« Dimmi Jevanni, Akor' ha mai brillato nelle tue mani? Akor' ti ha mai consegnato i suoi poteri? D'altronde sei solo un umano. » Se aveva brillato nelle sue mani, chiedeva ora sorridendo. Non colse cosa ci fosse di ilare, se ce n'era, ma non colse nemmeno il senso di quel che stava dicendo. Nuovamente. Akor' non gli aveva mai consegnato i suoi poteri, no. E a quel punto della vita, gliene importava veramente poco. Alzò le spalle, in risposta all'altro. Dopotutto, era riuscito a sopravvivere senza una vocina nella sua testa che lo chiamava stupido umano. Proprio come l'altro, pure. Che fosse pure lui un drago? "Come parole dette al vento, ci siamo" osservò, ancora senza scoprire le labbra aride. "Non vedo la coda, però."

« Oggi vedremo finalmente se sarai degno di portare con te Akor'. Ma non ci contare troppo. »

Nel momento in cui l'individuo dalla parlantina facile estrasse la spada, l'espressione di Jevanni si irrigidì. La spada aveva quel taglio e quella foggia che aveva visto già precedentemente, e la riconobbe per una di quelle armi che si utilizzavano nella regione in cui lui si trovava. Personalmente l'aveva trovata scomoda, ma in quel momento non aveva realmente rilevanza - non era lui ad impugnarla. Le dita si posarono quindi con più convinzione sull'arma che portava, stringendosi sull'elsa.

« Fai la tua scelta Jevanni, combatti o scappa. »

L'altro gli gettò la sabbia che teneva in mano addosso, ma il braccio destro di Jevanni fu ben più lesto. Arretrò istintivamente di mezzo passo, mentre Orizzonte e la mano che la reggeva abbandonarono in un istante il fodero, e la lama levata spazzò sapientemente quel pugno di granelli che voleva accecarlo con un arco bluastro che tagliò l'aria di fronte a sé. Il sipario dorato si dissolse, luccicando alla luce del sole. Una vista carina, simpatica quasi se non si fosse al contempo trovato davanti un individuo che sembrava essere apparso dal nulla con il solo scopo di ucciderlo.
Una luminescenza ben più potente baluginò da qualcosa che si avvicinava pericolosamente a lui, qualcosa che riconobbe come un palmo di mano. Nell'altra, la sciabola veniva diretta verso la sua coscia. In affondo. Ma quella spada nemmeno era adatta ad affondare, pensò con un pizzico di irritazione Jevanni afferrando con entrambe le mani il proprio brando, calando un fendente obliquo nell'arco di spazio che divideva l'albino dal guardiano; l'aria racimolata dalla lama smorzò la luce e deviò la sciabola perché la punta affondasse al fianco della caviglia del Guerriero. Il braccio destro gli pizzicò fastidiosamente, formicolando, mentre i rimasugli della luce -potevano essere stati lampi?- si arrampicavano sulla pelle. "Combatti o scappa"?

« Ma vedi di andare al diavolo! » sbottò lo spadaccino. Fuggire? Lo aveva trascinato sin lì per dirgli di fuggire? Aveva riportato tutti quei ricordi, blaterava cazzate sotto quel sole cocente che per poco non aveva arrostito l'albino, e si stava prendendo persino la cura di dargli una seconda possibilità? Che il diavolo se lo portasse veramente, lui e quella stupida pietra del drago nero.

« Non ho scelto certo io di portare Akor'! » continuò portando la sinistra ad estrarre il pugnale cremisi che sognava il sangue proprio come un uomo poteva bramare una donna. La punta cercò anelante la spalla sinistra del guardiano tanto odiato, vicino alla clavicola, per tentare di affondare sin fino al manico.

Era venuto sin lì per ucciderlo? Che ci provasse soltanto. Jevanni veramente non aveva avuto scelta, quella volta. Sia lui che il drago avevano a malapena le forze di vivere - lui aveva accettato di liberarlo dalla schiavitù di Crystal, alla stessa maniera in cui lui aveva liberato sé stesso. Quando aveva mosso la spada Stormbringer e la spada Orizzonte, nelle mani rimbombava la forza solo di Jevanni, ma i pensieri di entrambi. No, il drago Akor' non gli aveva mai prestato alcun potere. E Jevanni nemmeno gliel'aveva chiesto. "Portami con te, fammi vedere il mondo" aveva detto lo spirito del drago racchiuso nella gemma che portava al collo. E la realtà era che il mondo era tanto distante al drago, quanto lo era allo spadaccino. Non era altro che un'ombra di sé stesso, lì in quel mondo dove niente riusciva a legarlo e sempre lo trascinava a spasso come un cane.

E come se non bastasse, ora interveniva un guardiano fallito a disturbare ancora i suoi giorni.
Poco ma sicuro, però, sarebbe stato per l'ultima volta.

Orizzonte, mossa dal braccio ora nuovamente sensibile, tracciò due nuove linee guizzanti: la prima che si levava dal basso, verso la gola, che non sfiorò nemmeno il pomo d'Adamo, ma nuovamente comandò l'aria scagliandola come un rasoio affilato sullo sconosciuto; senza fermarsi che un attimo infinitesimale, la seconda linea venne delineata in un battito di ciglia. Null'altro che un affondo, diretto al plesso solare, venuto a rubare il soffio vitale dai polmoni che l'avevano chiamato "solo umano".

Si, lui era solo umano. Fortunatamente. Sfortunatamente. Assolutamente.
E per quel che gli riguardava, gli bastava ed avanzava per liberarsi di lui.





speedpaintbyheader

[Totale: 8] | Maestria di armi [4CS] | Velocità [2CS] | Forza [1CS] | Riflessi [1CS]

Nullo 0% | Basso 2% | Medio 6% | Alto 15% | Critico 33% | Mortale 69%

PJnzb
ͽH E A R T ~ B E A Tͼ
"of heart, soul and flesh"

energie
79%

stato fisico
1/16
basso da ustione al braccio destro

stato mentale
1/16
basso da shock

PJnzb
ͽA R M A M E N Tͼ
"of steel and poison"

orizzonte
spada bastarda
stelle del tramonto
coltelli da lancio (12/12);
principe musashi
pugnale; poteri non attivi
tempo
pentadente; poteri non attivi;
brina
armatura media
gale
corno da guerra; energia utilizzata (0/8)
dispense elfiche
abbagliante (1); fumogeno (1); esplosivo (1); linfa energetica (1);
veleno indebolente (1); veleno psionico (1);


PJnzb
ͽI M M U N I T Yͼ
"of commitment and strength"

orichalcum
Il nome della Montagna
qualsiasi oggetto utilizzato è impiegabile come arma;
attacchi fisici tagliano ogni materiale;
attacchi fisici causano danni psionici da fatica oltre a fisici;
attacchi o tecniche fisiche causano paralisi di entità ed estensioni pari a danno causato;
effetto boomerang applicato alle armi lanciate;
livello del dominio alzato;
Marcia nella Bufera
insensibilità al dolore;
non sviene al di sotto della soglia del 10% di energie;
sconto del 3% su tutte le tecniche;
Coltre di Nebbia
difesa passiva psionica;
auspex delle aure;
sacrificio mu
abilità dell'artefatto attivabili solo tramite sacrificio del proprio sangue
tempo
calma mantenibile in ogni situazione
orizzonte
indistruttibile;
contatto con la lama causa assideramento graduale;
gale
influenza psionica di rispetto;
uccide chi lo utilizza senza essere il proprietario;
il suono del corno copre tutti gli altri suoni;


PJnzb
ͽO B L I T E R A T I O Nͼ
"of blows and earthquakes"

culla di polvere
Abilità personale (3/10)
―consumo variabile/difesa/istantaneo/natura fisica
·colpo di spada raccoglie vento e para attacco
·neve che si posa dopo difesa (effetto visivo)
·consumo scelto, alto


danza dei cristalli
Abilità personale (1/10)
―consumo variabile/danno variabile fisico/istantaneo/natura fisica
·colpo di spada genera lama di vento gelido
·miraggi di spade e stalattiti (effetto visivo)
·neve che si posa dopo attacco (effetto visivo)
·consumo scelto, medio


PJnzb
ͽS Y N O P S I Sͼ
"of deeds and struggles"


Contiamo: 4CS alla maestria d'armi per permettermi di utilizzare la spada in maniera da spazzare la manciata di granelli che mi mandi addosso, 1CS alla forza per credo dar più forza al suddetto fendente per spazzar via la sabbia, 1CS ai riflessi per reagire prima (era comunque già all'erta, dato che avevi estratto l'arma), 2CS all'agilità per reagire più rapidamente estraendo la spada e menando la spazzata. Così mi difendo dal coso di sabbia.

Sempre in virtù del CS in riflessi (più bracciale dell'auspex per notare la tua aura), ho modo di notare che ti stai avvicinando lanciando altri due attacchi.

Mi difendo con una parata (tipo la pergamena del guerriero, io ho una variabile personale che la emula) Alta, che serve a difendermi l'affondo alla coscia e smezzare il fulmine che mi produce un'ustione bassa al braccio con cui ho mosso la spada e un intorpidimento temporaneo al braccio altrettanto basso (Alto-Medio=Medio, suddiviso in due Bassi). Il lampo va al braccio anziché alla testa perché nel compiere il movimento della parata il braccio si trovava proprio fra lampo e testa. La parata è portata in maniera tale che l'affondo deviato venga spinto verso il basso a conficcarsi, poiché se l'affondo è portato verso la coscia suppongo che la punta sia leggermente rivolta verso il suolo.

Che si conficchi o meno nella sabbia -io mi limito a parare in maniera che la lama non si arresti completamente sullo scudo d'aria- immediatamente dopo io poggio il piede con tutto il peso del corpo sulla sciabola (le sciabole non sono a doppio taglio, se non mi sbaglio, ergo in caso di successo dovrei prendere la parte non tagliente) per affondare la punta di Kajera ancora più in fondo e -possibilmente- spingerti a mollare la spada.

Con la mano sinistra estraggo Principe Musashi dal fodero (è un tanto, per i meno dotti una 'katana formato pugnale') e provo a conficcarla nella spalla destra - non c'è bisogno di menzionare ancora i CS impiegati. Mi riferisco ad esso con "pugnale dalla lama cremisi". Ricordo tutte le passive del caso menzionate ne 'Il nome della montagna', nello specchietto.

Con la mano destra muovo Orizzonte per portare a termine due attacchi: il primo fendente serve a colpirti la gola con una lama di vento gelido tagliente causata dal movimento della spada (Danza dei Cristalli, consumo Medio). Il secondo attacco è un affondo al petto. Alle passive de 'Il nome della montagna' si aggiunge un'ulteriore passiva, applicata a questo secondo attacco: quella dell'occhio di Kraken incastonato in Orizzonte, sintetizzata nell'opportuno paragrafo.

 
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view post Posted on 7/9/2012, 13:45

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Chronicles Of Morpheus - L'Eldunarì di Akor'


Gli scaffali erano pieni di libri, Morpheus, chino su un tavolo sfogliava le pagine di un libro ingiallito. Le parole antiche scorrevano nella sua mente come un fiume in piena, in cento anni di prigionia, mentre custodiva la spada del destino, aveva sfogliato ogni singolo libro in ricerca della risposta. E quando stava per perdersi d'animo, proprio quando ciò che cercava tardava a essere trovato, ecco lì che un mucchio di parole apparentemente senza senso gli comparve davanti. “Sigilli”, “Eldunarì” il sorriso riemerse in quell'ecatombe di delusione in cui stava piombando. E all'improvviso quei quattrocento anni di ricerche, di libri e tesori rubati ebbero senso. Ciò che aveva faticosamente ricercato ora si palesava in quelle parole arcaiche e complicate, chiuse il libro, sulla copertina i titolo con lettere ricamate in oro brillava davanti ai suoi occhi. “Le Grandi Guerre Draconiche”, un libro di diecimila pagine dove venivano narrate le guerre antiche, tra draghi, che più avevano scosso il continente, due capitoli interi erano dedicati alla guerra tra i Marehjà e i Draghi d'Oriente, ma cioè che più gli interessava era l''ultimo paragrafo:

Ivi riportiamo uno stralcio del Trattato di Vento d'Oriente: “Draghi e umani cessano immediatamente ogni segno di belligeranza, garantendo, inoltre, un reciproco aiuto diplomatico, politico e militare, altresì si garantisce ai draghi uno spazio vitale. Il deserto del Land Van Jakkalse diventa territorio autonomo governato dai draghi, i Marehjà, si impegnano a difenderne i confini e a non infrangere il suddetto spazio. Altresì i draghi, per onorare il patto, doneranno il primo cucciolo di ogni covata ai Signori di Vento d'Oriente, tale cucciolo diverrà di loro esclusiva proprietà per difendere, nei secoli avvenire, il predominio sulle terre di loro possesso.” [...]
Ma ciò che il patto non racconta, ciò che gli umani non sanno è che i Draghi, per rendere inviolabile il patto, costruirono quattro colonne di acciaio nero sotto il deserto del Land Van Jakkalse, quattro sigilli impossibili da spezzare, altrettanto leggenda narra che, quattro Eldunarì avrebbero spezzato i sigilli, per donare nuovamente la libertà ai draghi, a scapito, forse, dell'inizio di una nuova guerra tra draghi e umani.


------------------------------------


Quando Kajera, abilmente deviata, gli cadde dalle mani conficcandosi nella sabbia, capì che di fronte non aveva i classici raziatori di tesori che tentavano la fortuna nella sua grotta, l'abilità del guerriero esulava da quella di ogni uomo incontrato fino a quel momento, forse quell'umano non era degno del potere di un drago, ma Akor' non avrebbe potuto scegliere uomo migliore, e in quel momento, provvò un certo senso di rispetto verso la sua figura. Tutto svanì quando il guerriero dell'inverno caricò la sua figura come un toro che guarda il cresimi per la prima volta. Il drago sorrise, il suo sguardo incontrò quello di Jevanni. Poi un pugnale gli si conficcò nella spalla destra, una piccola paralisi colpì tutto l'arto, e un senso di fatica improvviso, benché non avesse fatto ancora nulla, piombò sul corpo di Morpheus. Poi tutto accadde in frazioni infinitesimali di secondo, come strategie già rodate, Morpheus alzò il braccio destro, le molecole invisibili dinanzi ai propri occhi iniziarono a vorticare indemoniate, poi d'improvviso, una spessa barriera eterea e invisibile, molto simile a uno scudo, comparve a frapporsi tra i due. La prima offensiva andò a impattarsi contro la spessa barriera, lasciando il tempo a Morpheus di alzare il braccio destro e parare l'affondo della spada. La lama trapassò la carne, sentì i legamente recidersi, sentì i nervi impazzire e lanciare al suo cervello impulsi elettrici strappando al drago un singolo grugnito di dolore, il dolore improvviso lo destò, con un balzò si mise a distanza tale di non cadere vittima del guerriero. Il ricordo balzò a quei libri letti, il ricordo della sua scoperta bruciava ancora dentro l'animo di Morpheus, era stato tutto inutile. Il drago aveva dato il suo benestare a Jevanni, ma dopo scoprì che era stato lui stesso a ridurlo in fin di vita. Akor' si era arreso si di sua spontanea volontà, ma tali motivazioni erano ormai prive di senso. Non era la rabbia ad animare la vendetta, ma un bieco senso di non rassegnazione,, arrendersi, non vendicare il fratello avrebbe voluto dire rinunciare all'obiettivo di salvare tutti. Sentirsi morto anche lui e fallire ciò che per quattrocento anni aveva perseguito. Se per Akor' non c'era più speranza, doveva persistere per salvare gli altri draghi d'Oriente, per salvare il suo futuro primogenito che altresì avrebbe seguito lo stesso destino dello zio, e tutto ciò doveva finire facendo in modo che il sacrificio di Akor' non fosse totalmente e definitivamente inutile.
« Jevanni, come ti sentiresti se la persona a cui tieni di più venisse uccisa? »
Poi si ricordò, ricordò le fiammelle che aveva visto danzare davanti ai suoi occhi, il filo conduttore che legava Jevanni e Ahinoe, un filo forte, un destino legato indissolubilmente, « come ti sentiresti se Ahinoe venisse uccisa poco prima di riuscire a salvarla? »
Le gambe di Morpheus si mossero in uno scatto impetuoso, poco prima di arrivare a Jevanni, la sua spada era conficcata nella sabbia aa qualche passo da lui, continuando a correre allungò la mano destra verso l'impugnatura, e sentì nuovamente il contatto con il cuoio che aderiva alla pelle, e quando arrivò abbastanza vicino a Jevanni, la stanchezza, la pesantezza del braccio per un momento diventò un lontano ricordo, un singolo fendente orizzontale guizzò davanti agli occhi del guerriero senza toccarlo in nessun modo, solo sfiorando l'aria, solo toccando quella scintilla che risiedeva nel suo corpo. « te lo mostro io. »

Il sorriso di Morpheus, dentro la testa di Jevanni, si trasformò nell'orripilante visione di Ahinoe, un unico filo di sangue rosso colava dalla sua bocca, Kajera puntata dentro il ventre come a volerlo aprire in due, il viso della donna sbiancò improvvisamente, gli occhi rotearono all'indietro alla fine in un unico sussulto il suo cuore smise di battere, e quando il corpo cadde a peso morto a raccoglierlo c'era Jevanni che fino a quel momento era rimasto a guardare senza poter far nulla, senza poter muovere un singolo dito.

Poi proprio come lui, quasi a volerlo irriderlo, menò un secondo fendente verticale, dal petto verso il ventre. Il colpo sarebbe stato abbastanza forte da aprirgli uno squarcio lungo tutto il tronco e, ad attacco avvenuto, con un balzo arretrare nuovamente. Mentre nella testa di Morpheus la voce di Akor' continuò a tuonare, il lamento di un drago silenzioso e morto.






CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs Intelligenza


Energia: 54%
Status Fisico: Danno medio all'avambraccio sinistro da perforazione. Danno medio da perforazione più paralisi di media entità alla spalla destra
Status mentale:Rispetto nel suo avversario. Affaticamento generale.

Abilità attive:

Un drago non è solo una macchina da guerra perfetta fatta solo perattaccare, bensì un drago ha anche ottime capacità difesa. Grazie alle conoscienze magiche e alla grande padronanza della stessa, un drago non si troverà mai in difficoltà. Spendendo un consumo pari a medio, Morpheus potrà creare una barriera di un candido colore bianco grossa al massimo quanto lui che lo coprirà da un solo lato, la difesa lo proteggerà da ogni attacco a lui rivolto fino a un massimo di medio. [Pergamena Barriera].

"Non la consolerai".
Il tormento più grande di un affetto è vederlo morire. Veder scomparire tutta la vita passata insieme, perdersi nel vuoto come nulla e dissolvere ogni sentimento, per quanto forte esso sia, in pochi minuti. Eppure, è ancora più terribile il dolore di chi vive la morte di un affetto senza poterlo stringere a se un'ultima volta, senza poterne condividere le lacrime e senza potersi dannare per l'evento, stringendo almeno a se il cadavere della persona perduta. La terza e più terribile disgrazia di Kajera è proprio quella di negare ogni compassione: colpendo con la lama la scintilla in cui vive il legame nell'animo del nemico, il portatore creerà nella mente di costui l'illusione di comprendere - all'improvviso - che quel suo grande affetto sta morendo e che lui non possa far nulla per impedirlo, nemmeno consolarlo o stringerlo a se. La mente dell'avversario vivrà tale consapevolezza sotto forma di una illusione incredibilmente realistica, cui non si potrà sottrarre se non con opportune difese. [Tecnica magica a costo Alto, che causa un danno psionico Alto: la spada colpisce la scintilla dove risiede il legame affettivo che si vuole tormentare ed il nemico vivrà l'illusione di vedere il proprio affetto prossimo alla morte, ma di non poterlo consolare o impedire in nessun modo.]
[SPOILER]
Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, ogni attacco fisico passivo portato dall’arma sarà come se fosse eseguito con il doppio della PeRf standard posseduta. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
La tua passiva di rispetto, unita alla tua difesa fanno provare del rispetto per Jevanni, a quel punto, quando Jevanni attacca, mi difendo dal primo attacco con una barriera, e il secondo, non avendo la spada a portata di mano, lo paro con l'avambraccio evitando danni eccessivi. Difatti i 4 Cs in intelligenza mi danno comunque un intelletto superiore al normale, e benché visti tutti i tuoi cs mi trovo in difetto nello scontro diretto evito di prendere un danno esagerato ma di limitarlo al braccio sinistro. A quel punto arretrò e provo a distrarre Jevanni parlando, visto che non hai descritto nessun tuo spostamento dopo l'attacco presumo che tu sia ancora lì, quando parto all'attacco recupero Kajera e ti attacco con " Non la consolerai" se non ti difendi vedrai l'illusione citata nel post, comunque subito dopo attacco con un fendente verticale, dall'alto verso il basso mirato a Squarciare il tronco.
Comunque complimenti per la difesa e per l'offensiva, sul serio si vede che sei di un altro livello.
A te, e presumo che non ci metterai molto a rispondere. XD :rulez:
Edit: Avevo saltato erroneamente un tuo attacco, corretto prontamente.



Edited by Lud† - 7/9/2012, 15:54
 
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Le mani mantennero saldamente la presa sulle due armi, quando la punta scarlatta andò ad urtare violentemente sull'aria a qualche centimetro dal bersaglio; nemmeno l'irritazione silente attizzò le due fiammelle azzurre che erano gli occhi.

Gli occhi di Jevanni erano, nei momenti in cui estraeva la spada, lo specchio di quanto provava. E in quegli occhi, lo sciocco che s'era fatto disarmare in un batter di ciglia avrebbe potuto solo scorgere una cosa: seccatura.

Seccatura, seccatura, seccatura.
Estrasse Orizzonte dal braccio dell'altro quasi con disgusto, per poi farla saettare verso il suolo ai piedi dell'uomo. Un umido arco scarlatto macchiò la sabbia d'avorio, lasciando intonsa e gelida la lama della spada. Eppure ciò non basto: c'era qualcosa in tutto quanto che appesantiva l'acciaio, rendeva tutto spiacevole. Non seppe spiegarselo. Lui non avrebbe nemmeno dovuto essere lì, a fissare quel tizio che aveva appena sacrificato il proprio braccio per far fronte solamente al primo assalto.

Non si trovavano su un campo di battaglia, non aveva la minima ragione per dover combattere la prima persona che si trovava davanti.

"Perché sei venuto a cercarmi?"
chiese con lo sguardo, un'occhiata torva a metà fra l'implorante e l'essperato.

Dopotutto quella farsa poteva ancora finire. Doveva finire.
Sempre che l'altro non fosse venuto con la voglia di rischiare la propria vita, oltre che un braccio.

Quindi l'altro tornò a parlare, riversando altri suoi deliri nell'aria rovente che si levava.
« Jevanni, come ti sentiresti se la persona a cui tieni di più venisse uccisa? » disse, sperando di stuzzicare lo spadaccino. La risposta secca attraversò la mente del Guerriero con tanta semplicità da farlo sentire banale. "Male." Era una domanda stupida, a cui chiunque avrebbe replicato così. E avrebbe percepito una morsa allo stomaco, al solo pensiero che la Dama del Focolare potesse essere in pericolo...
"Eppure sarebbe ridicolo" pensò non senza una punta di amarezza. Visilne era già morta, da tanto tempo, secoli fa. E le mancava, più di quanto avesse voluto.
« Come ti sentiresti se Ahinoe venisse uccisa poco prima di riuscire a salvarla? » disse poi il guardiano ferito, prima di lanciarglisi contro in una carica insensatamente diretta. E Jevanni a quel punto si concesse un piccolo sorriso impietosito.

Come volevasi dimostrare, lo straniero non aveva veramente capito nulla. Né del Guerriero, né tanto meno della ragazza pirata.
Lei l'avrebbe ridotto a brandelli, con una benda sugli occhi e una a legarle il braccio della spada.

E non aveva capito che ad aver arrestato la punta della bastarda blu dal trafiggergli il petto non era stato quel suo striminzito braccio del tutto privo di forza, ma la stessa bontà del Guerriero?

Lo sciocco tentò di sfilare la sciabola da sotto la suola dello stivale dello spadaccino, che nuovamente glielo acconsentì per pura pietà sollevando il piede. Aleggiò nella testa del Glacendrangh, per qualche istante, l'immagine di quella stessa spada che recideva di netto la gola di Ahinoe - un pensiero assurdo, che scacciò senza il minimo sforzo. « Te lo mostro io » aveva detto, e la risposta dello spadaccino fu spontanea come il respiro.

« Tu, ucciderla? »
levò pigramente Orizzonte in alto, deviando quasi senza sforzo il fendente calato fin troppo prevedibilmente sul capo, non prendendosi nemmeno la briga di sprizzare scintille al contatto.
« Ma anche no. »
Perlomeno Ahinoe sapeva come utilizzare una spada.

L'acciaio della sciabola passò alla destra del maestro d'arme, il quale immediatamente richiuse la distanza che l'altro con un mero balzo aveva tentato di creare, chinandosi e portandosi proprio al fianco destro del custode fallito. Senza dar tregua Orizzonte guizzò, stavolta animata da una nuova luminescenza glaciale, andando a spazzare orizzontalmente senza pietà gli stinchi dell'avversario. Si rialzò subito dopo, stavolta andando alle spalle di lui, e in un unico movimento turbinante si voltò e affondò con tutte le forze la lama vermiglia ma ancora vergine di Musashi, stavolta nel centro della schiena.

Aveva avuto tutto il tempo per ritirarsi, lo straniero. Dargli le spalle, lasciarlo in pace su quella piana di sabbia fin troppo vasta e quel cielo sin troppo sconfinato.

Ora, però, Jevanni avrebbe fatto sul serio.





speedpaintbyheader

[Totale: 8] | Maestria di armi [4CS] | Velocità [2CS] | Forza [1CS] | Riflessi [1CS]

Nullo 0% | Basso 2% | Medio 6% | Alto 15% | Critico 33% | Mortale 69%

PJnzb
ͽH E A R T ~ B E A Tͼ
"of heart, soul and flesh"

energie
64%

stato fisico
1/16
basso da ustione al braccio destro

stato mentale
1/16
basso da shock

PJnzb
ͽA R M A M E N Tͼ
"of steel and poison"

orizzonte
spada bastarda
stelle del tramonto
coltelli da lancio (12/12);
principe musashi
pugnale; poteri non attivi
tempo
pentadente; poteri non attivi;
brina
armatura media
gale
corno da guerra; energia utilizzata (0/8)
dispense elfiche
abbagliante (1); fumogeno (1); esplosivo (1); linfa energetica (1);
veleno indebolente (1); veleno psionico (1);


PJnzb
ͽI M M U N I T Yͼ
"of commitment and strength"

orichalcum
Il nome della Montagna
qualsiasi oggetto utilizzato è impiegabile come arma;
attacchi fisici tagliano ogni materiale;
attacchi fisici causano danni psionici da fatica oltre a fisici;
attacchi o tecniche fisiche causano paralisi di entità ed estensioni pari a danno causato;
effetto boomerang applicato alle armi lanciate;
livello del dominio alzato;
Marcia nella Bufera
insensibilità al dolore;
non sviene al di sotto della soglia del 10% di energie;
sconto del 3% su tutte le tecniche;
Coltre di Nebbia
difesa passiva psionica;
auspex delle aure;
sacrificio mu
abilità dell'artefatto attivabili solo tramite sacrificio del proprio sangue
tempo
calma mantenibile in ogni situazione
orizzonte
indistruttibile;
contatto con la lama causa assideramento graduale;
gale
influenza psionica di rispetto;
uccide chi lo utilizza senza essere il proprietario;
il suono del corno copre tutti gli altri suoni;


PJnzb
ͽO B L I T E R A T I O Nͼ
"of blows and earthquakes"

marcia nella bufera
Abilità personale (2/10);
―consumo variabile/difesa psionica/istantanea/natura psionica
·concentrazione mentale
·consumo scelto, alto


il mio respiro
occhio del mago
―Consumo nullo/Danno medio fisico/Istantaneo/Natura magica
·Orizzonte si carica di un'aura vagamente luminescente, che a contatto fa danni medi da ustione da freddo


PJnzb
ͽS Y N O P S I Sͼ
"of deeds and struggles"


Giusto un'informazione al mio avversario: da nessuna parte nei miei scritti ho mai parlato di legame indissolubile o sentimento amoroso per Ahinoe. Affetto, sentimento d'amicizia - si ferma qui. Jevanni Glacendrangh ha un unico vero legame sentimentale indissolubile, e ad esso è dedicato un bel paragrafo della scheda nel capitolo legato al background, oltre che numerose riflessioni nei post in varie quest o nei contest. Sono sicuro di averla menzionata, bene o male, persino in Vega. Per amor di chiarezza, ho trovato opportuno ricordarlo per spiegare la reazione apparentemente indifferente del mio personaggio.

Semplicemente mi difendo dall'illusione con la variabile, consumo Alto, e prevedibilmente per la differenza di CS mi proteggo dal fendente calato spostandomi e deviando la spada lateralmente in maniera che scivoli oltre il fianco, quindi chiudo rapidamente la distanza dopo il tuo balzo e mi chino al tuo fianco. Utilizzo l'Occhio del Mago sul fendente di Orizzonte, che dovrebbe colpirti entrambe le gambe, quindi nel rialzarmi e passarti alle spalle mi volto e affondo il pugnale nel 'punto cieco' della schiena.

 
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view post Posted on 13/9/2012, 15:33

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Chronicles Of Morpheus - L'Eldunarì di Akor'


Ciò che le persone pensano è che un drago sia soltanto un insieme di scaglie, artigli e ali, potenza bruta al servizio di un corpo pressoché perfetto. Ma è la loro esperienza, la loro naturale predisposizione alle battaglie a essere il vero punto di forza. Morpheus, in un'esperienza secolare, ha affrontato una moltitudine di battaglie, tanto da imparare quasi ad anticipare le mosse degli avversari. Per questo, quando Jevanni si abbassò per attaccare le sue gambe con una spazzata, sapeva già che non sarebbe finita lì, che mentre lui era impegnato a difendersi da quell'attacco si sarebbe mosso per effettuarne un altro ben più temibile. Per questo, quando il primo attacco si infranse contro la barriera da lui eretta, il drago non tolse lo sguardo dal guerriero, bensì lo seguì quando cercò di aggirarlo e di attaccarlo alle spalle, come un volgare vigliacco. Così si volse, giusto in tempo per vedere il pugnale saettare verso di lui. A quel punto, invece di conficcarsi nella schiena, suo originario obiettivo, nell'atto di girarsi l'arma bianca non fece altro che lacerare la spalla destra, per poi affondare direttamente nell'aria. L'arto, benché la lacerazione fosse minima, diventò più pesante, quasi inerme lungo il fianco decise che era il momento di farla finita e di fare sul serio. Fino a quel momento aveva dato modo al guerriero di mettere alla prova il suo corpo umano, vedere fin dove riusciva a oltrepassare i propri limiti, ma quando le cose iniziarono a farsi più dure, capì che non era più il momento di giocare.

Non fu la rabbia a dominare il suo corpo, non era un guerriero che cadeva in berserk, fu semplicemente la pietà che abbandonò il corpo, fu semplicemente il sentimento di vittoria, la voglia di sopraffare il proprio avversario. La voglia di raggiungere il proprio obiettivo. La sua fredda mente gli suggerì quello come il momento adatto, come un istinto naturale che si attiva nel momento del bisogno. Nessun risveglio della bestia dunque, più un ritorno alla sua condizione naturale, più al voler mostrare la sua vera natura, che non aveva nulla di orrido o grottesco, nulla che fosse dominato dalla rabbia primordiale.

Non fu dunque né un processo lungodoloroso.

Altresì fu un movimento quasi impercettibile del suo corpo a dare il via a tutto. Una piccola scossa che fece vibrare i muscoli sotto la sua pelle poi, il tempo d'un battito di occhi, al posto dell'uomo dai capelli corvino in disordine, un drago sovrastava la figura del guerriero d'inverno. La creatura più fiera e magnifica che il mondo avesse conosciuto ora svettava nelle lande del deserto, sopra alla scogliera come il protettore dell'oasi ai suoi piedi. Le scaglie indaco brillavano bagnati dal sole del mattino, creando giochi di luce, tonalità varie di blu picchiettate di tanto in tanto da scaglie ribelli, come colori versati a caso su di una tela da un pittore distratto. Colori talmente vivi da non poter appartenere che a loro, creature fantastiche quanto rare. Creature uniche. A quel punto le fauci scrocchiarono nell'inumano abbozzo di un sorriso. I denti si mostrarono in tutta la loro spietata bellezza. Il respiro caldo del drago fuoriuscì dalla sua bocca, un ringhio sommesso esplose dalle sue viscere vibrando nell'aria. Le armi letali del drago si mossero all'unisono come strumenti musicali che seguono uno spartito perfetto. L'armonia dei movimenti fu spezzata soltanto dal ruggire gutturale della bestia, mentre la coda guizzò verso Jevanni, per colpirlo da dietro, colpirgli la schiena e sbalzarlo via letteralmente, nello stesso momento la zampa anteriore sinistra sarebbe scattata nella direzione opposta, schiacciando così l'uomo in una morsa da cui sarebbe stato impossibile fuggire, lo avrebbe colpito con gli artigli, lacerando il suo corpo in più punti. Anche qui il rispetto che provava nei confronti del suo avversario gli fece prendere tutte le precauzioni del caso, non poteva semplicemente attaccare, non con un oppositore del genere.
Così, mentre coda e zampe avrebbero attentato il suo corpo, nella sua mente sarebbe cresciuta un'immagine distorta, Morpheus completamente inerme davanti a lui. Le mani alzate in segno di resa, lo sguardo sconsolato, la vittoria che gli era sfuggita dalle mani. Il guardiano inerme che non sapeva tenere in mano una spada, si stava arrendendo davanti a lui, davanti a Jevanni.
« Hai vinto tu Jevanni, » scosse la testa,« mi arrendo. » Avrebbe ricordato forse, che si era trasformato, avrebbe capito che qualcosa non tornava, ma d'altronde Morpheus non aveva l'intenzione di tenere Jevanni prigioniero dei suoi sogni ma soltanto distrarlo per quegli attimi necessari a portare l'attacco.

Anche perché lui non sapeva combattere con armi bianche, ma forse, sfortunatamente per Jevanni, non erano nemmeno poi così necessarie.






CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


4 cs Potenza fisica


Energia: 42%
Status Fisico: Danno medio all'avambraccio sinistro da perforazione. Danno medio da perforazione più paralisi di media entità alla spalla destra. Danno basso da lacerazione alla spalla destra più paralisi di danno basso.
Status mentale:Rispetto nel suo avversario. Affaticamento generale.

Abilità attive:

Un drago non è solo una macchina da guerra perfetta fatta solo perattaccare, bensì un drago ha anche ottime capacità difesa. Grazie alle conoscienze magiche e alla grande padronanza della stessa, un drago non si troverà mai in difficoltà. Spendendo un consumo pari a medio, Morpheus potrà creare una barriera di un candido colore bianco grossa al massimo quanto lui che lo coprirà da un solo lato, la difesa lo proteggerà da ogni attacco a lui rivolto fino a un massimo di medio. [Pergamena Barriera].

I sogni sono il teatro della notte. Dove il cervello crea delle sceneggiature che esulano dal controllo del sognatore. Ritrovarsi in ambientazioni orride, calvalcare scenari del terrore, e il tutto senza poter far niente. L'unica possibilità è rimaere a guardare. Morfeo non è come l'antica divinità greca, lui non compare nella notte per allietare il sonno degli umani. Morpheus è il creatore dei sogni, belli o brutti. Felici o tristi. Talmente reali da non far distinguere la differenza tra realtà e finzione. In termini gdr Morpheus può riprodurre delle immagini nella testa del suo avvesario che prendono la sembianza di veri e propri sogni, essi possono essere sia sogni belli che veri e propri incubi, ma in ogni caso alla fine del sogno il sognatore avrà un danno alla pscihe pari al consumo speso. [Variabile personale].
Medio utilizzato.

[SPOILER]
Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
Un po' di chiarimenti al mio avversario: Esistono due tipi di conoscienze, On gdr e off. Detto questo è vero che off gdr io so che tra Ahinoe e Jevanni non c'è nulla, ma di Morpheus non posso dire le stesse cose. Basti pensare che quando era nella caverna Jevanni trascinava Ahinoe come se fosse un padre o un fratello maggiore ( non esiste solo l'amore tradizionale) ma oltretutto Ricordiamo che Ahinoe, pur di non vederti in mano a Crystal si stava per suicidare (se non è amore questo e se non è un legame indissolubile e un destino legato questo) Morpheus vedendo questo e vedendo comunque al suo cospetto le fiammelle tra i due (ricordo che non posso conoscere l'entità del legame ma solo se è forte o meno) Morpheus ha tirato le sue somme, magari errate, ma ha fatto due più due, quindi come detto in gdr avevo tutte le carte per pensare ciò.

Comunque Mi difendo dal primo attacco, mentre il secondo mi permetto, questa volta, di prenderlo con minore entità in quanto andato a vuoto il primo attacco non sono fuori posizione come Jevanni si sarebbe aspettato, quindi ho tutto il tempo di spostarmi. Detto questo mi trasformo e ti attacco con due attacchi fisici simultanei uno da dietro colpendoti con la coda, e uno da davanti cercandoti di squartare. Detto questo con un medio, mentre attacco, nella tua mente produco l'immagine di Morpheus inerme davanti a Jevanni che si arrende.
Ps.Martedì ho avuto un esame da oggi in poi garantisco un normale postaggio. A te la penna.

 
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view post Posted on 13/9/2012, 21:22
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Avrebbe potuto facilmente confessarsi stupito.

Sì, sia pugnale che spada ancora avevano mancato di affondargli nella carne lì dove il braccio aveva cercato di colpire - pochi potevano vantare un privilegio simile. O forse nessuno. Per quel che importava in quel momento allo spadaccino mentre arretrava di fronte alla mostruosità che si ergeva di fronte a lui, era fottutamente irrilevante.

"...tu guarda un po'?"
Ma per quello effettivamente dovette concedersi gli occhi sbarrati dalla sorpresa. Quasi non gli sembrava vero, che quella considerazione buttata lì qualche attimo prima era giusta. Eppure le scaglie rilucevano. E il collo allungato si stagliava nel cielo. E la coda...si, anche quella c'era. Si voltò per un attimo dando un'occhiata alle spalle, e sibilò un'imprecazione nel vedere il prolungamento serpentino circondarlo da dietro.

"È ridicolo. È assurdo."
Volle ripeterlo ad alta voce, ma la testa non riusciva più a snodare le corde vocali. Aveva visto un umano afferrare una spada, utilizzandola pure male, per attaccarlo. Perché ora si trovava davanti ad un affare come quello?
"Perché me?"
Quante persone nella loro vita avevano incontrato due draghi nel giro di nemmeno un anno? C'era gente che sognava di vederne almeno uno nella vita, e altri che vedevano le loro preghiere esaudite quando imploravano gli dei di non mandare una seconda di quelle bestie a sputare fuoco sulle loro case.

Forse era stata colpa sua, a non aver acceso ceri a nessun tempio.
O forse era solo scalogna. Stupida, stupidissima scalogna.

E se lui avesse ucciso l'altro drago, quello nero, allora non avrebbe dovuto temere poi tanto quello che si trovava adesso di fronte. Ad occhio, Akor' era molto ma molto più grande di questo. Anche i riflessi lanciati dal corpo erano diversi, ben meno cupi, meno minacciosi, non sembravano nemmeno divorare il sole. Sfortunatamente non era stato Jevanni ad uccidere Akor'. Era stata la follia del sultano di Vento d'Oriente, e non vedeva come sarebbe stato possibile che dall'Oasi Nera partisse stavolta aiuto.

"L'Oasi Nera?"
Si voltò per un attimo a fissare con orrore il villaggio, e nei suoi occhi si riflesse il panico dei soldati che avevano partecipato all'assedio della città, quando il dragone nero era stato sguinzagliato contro loro. Vero, lui aveva possibilità infime di uscirne vivo...ma gli indigeni?

Nella propria mente le facce dei soldati si sostituirono alle donne, ai vecchi e ai ragazzi che si erano presi cura di lui quando l'amica pirata l'aveva trascinato, quasi morente, dalle sabbie ardenti. L'unica era gettarsi dalla rupe, per tuffarsi nelle acque nere e viscose di sotto, e sperare che il drago ci mettesse più tempo a seguirlo che non lui a mettere in allarme un'intera città.

Più facile a dirsi, che non a farsi.

« Hai vinto tu Jevanni, mi arrendo. »

Si voltò, ma lì dove prima stavano gli occhi fiammeggianti del drago trovò solo aria e cielo. E sotto di essi, la sagoma quantomai patetica dell'uomo che prima aveva tentato miseramente di attaccarlo.

Gli venne un capogiro, un senso di nausea, di fronte a quell'immagine contraddittoria. Era tutto frutto di un'improvvisa paranoia, la vista di quel mostro? Poteva esserselo solamente immaginato, frutto di una suggestione...una suggestione indotta da cosa?
"No...no,
io so ciò che ho visto!
"

Deglutì e aguzzò la vista:
fu come se una cortina di fumo sul mondo si fosse dissolta di fronte a lui.
Vide ancora la creatura, non sicuro di esserne felice che fosse ancora lì, e come se ciò non fosse bastato scorse anche qualcosa sfrecciargli contro.
Si sentì il cuore perdere qualche battito, nel vedere quelle cinque mezzelune scintillanti nel piccolo firmamento blu profondo che era la zampa del rettile.

« Mer-- »
Facendo appello a tutto sé stesso, flesse le ginocchia e si gettò di lato portando Orizzonte e Musashi incrociate di fronte al proprio volto. L'unico artiglio poderoso che riuscì comunque a raggiungerlo colpì e strisciò sulle armi, liberando al contatto con l'acciaio una piccola esplosione di scintille che illuminò il viso pallido dell'albino. La punta venne sbalzata di lato, non senza sfiorare la guancia destra di Jevanni, che venne spinto ancor di più a ruzzolare. Avvertì lo spostamento d'aria causato dal passaggio degli artigli e della coda - scorta di sbieco solo dopo essersi lanciato - che sollevò una ventata rovente ocra. Una nube di sabbia, che avvolse la sagoma dell'albino e la celò agli occhi della grande creatura. E viceversa, pensò l'uomo per non sollevare il viso e venir preso negli occhi dalla sabbia che bruciava sulle gote. Fu proprio in quel momento che si rese conto del taglio ora scarlatto lasciato dall'artigliata di prima. Una piccola goccia li solleticò la pelle fino a scivolare lungo il collo, lasciandogli una carezza umida e tiepida.
« ...da. »
sussurrò sputacchiando i granelli che s'erano posati sulle labbra, riponendo Orizzonte e Musashi nel fodero.

Non sapeva per quanto tempo poteva evitare che il drago portasse, coscientemente o meno, distruzione nell'Oasi. Sarebbe bastata una scintilla - una sola - per gettare nelle fiamme metà villaggio. E per quel che ne sapeva per quel briciolo d'esperienza, quell'affare sputava fuoco al posto di saliva.

Se fosse riuscito a tenerlo impegnato quel che bastava per far allontanare la gente o metterla in allerta, teorizzò portandosi alle labbra il corno da guerra, allora c'era una speranza di limitare i danni. In quanto a lui...
...si trattava di vedere quanto sarebbe resistito.

Gli ultimi fluttuanti granelli vennero ingoiati da tentacoli argentei, quasi lattei, che strangolarono il paesaggio già spoglio. La bruma rese persino più sfocato e distante il villaggio, sino a farlo scomparire in un mare perla che celò l'abisso al di sotto del precipizio. E ben presto, anche al di sopra.

Il suono del corno si riversò dalla rupe con impetuosità tale da annichilire persino gli echi del ruggito del drago, giungendo sicuramente alle orecchie degli indigeni. Avrebbe voluto suonarlo altre due volte, com'era usanza in tempi di pericolo, ma veramente, veramente non era il caso. Ripose nuovamente il fodero sulla cintura e si mosse nella nebbia, allontanandosi di una ventina di passi svelti da dove si trovava, per tirarsi fuori dalla portata del drago; frugò le tasche, dunque, alla ricerca di un oggetto. Quando i polpastrelli toccarono la sfera composta nel vetro più pesante e spesso -non senza ragione-, questi si strinsero con sicurezza per portarla fuori. Gli occhi individuarono senza problemi quelli con pupille verticali del drago: la nebbia che accorreva in suo aiuto in tempi di pericolo, Jevanni aveva compreso tempo addietro, non avrebbe mai velato il suo sguardo.

Perché quella era la sua nebbia.

Prese il pentadente dalla cinghia che lo assicurava sulla spalla, quasi strappata dopo esser stato scaraventato di lato dalla zampa del drago, e scagliò la boccetta pericolosa lontano con tutte le proprie forze, scegliendo come bersaglio l'iride destra del drago, e quando fu il momento scagliò nuovamente Tempo come fosse una lancia per intercettarla a mezz'aria, intendendo far esplodere la biglia ad un soffio dalla pupilla e infine accecarlo definitivamente con le cinque punte crudeli.








speedpaintbyheader

[Totale: 8] | Maestria di armi [4CS] | Velocità [2CS] | Forza [1CS] | Riflessi [1CS]

Nullo 0% | Basso 2% | Medio 6% | Alto 15% | Critico 33% | Mortale 69%

PJnzb
ͽH E A R T ~ B E A Tͼ
"of heart, soul and flesh"

energie
43%

stato fisico
2/16
basso da ustione al braccio destro
basso da graffio sulla guancia destra


stato mentale
1/16
basso da shock

PJnzb
ͽA R M A M E N Tͼ
"of steel and poison"

orizzonte
spada bastarda
stelle del tramonto
coltelli da lancio (12/12);
principe musashi
pugnale; poteri non attivi
tempo
pentadente; poteri non attivi;
brina
armatura media
gale
corno da guerra; energia utilizzata (0/8)
dispense elfiche
abbagliante (1); fumogeno (1); esplosivo (0); linfa energetica (1);
veleno indebolente (1); veleno psionico (1);


PJnzb
ͽI M M U N I T Yͼ
"of commitment and strength"

orichalcum
Il nome della Montagna
qualsiasi oggetto utilizzato è impiegabile come arma;
attacchi fisici tagliano ogni materiale;
attacchi fisici causano danni psionici da fatica oltre a fisici;
attacchi o tecniche fisiche causano paralisi di entità ed estensioni pari a danno causato;
effetto boomerang applicato alle armi lanciate;
livello del dominio alzato;
Marcia nella Bufera
insensibilità al dolore;
non sviene al di sotto della soglia del 10% di energie;
sconto del 3% su tutte le tecniche;
Coltre di Nebbia
difesa passiva psionica;
auspex delle aure;
sacrificio mu
abilità dell'artefatto attivabili solo tramite sacrificio del proprio sangue
tempo
calma mantenibile in ogni situazione
orizzonte
indistruttibile;
contatto con la lama causa assideramento graduale;
gale
influenza psionica di rispetto;
uccide chi lo utilizza senza essere il proprietario;
il suono del corno copre tutti gli altri suoni;


PJnzb
ͽO B L I T E R A T I O Nͼ
"of blows and earthquakes"

coltre di nebbia
abilità personale (2/10);
―consumo variabile/difesa psionica/istantanea/natura psionica
·concentrazione mentale
·consumo scelto, medio


foschia
abilità di artefatto: illusione ambientale
―consumo alto/illusione ambientale/due turni/natura magica
·scende sul campo una foschia illusoria che impedisce la vista agli altri
·non ha effetto su Jevanni


PJnzb
ͽS Y N O P S I Sͼ
"of deeds and struggles"


Non nego che le conoscenze in-gdr siano differenti da quelle off-gdr, ciò non toglie che non sei stato l'unico ad intenderlo in quella maniera - inpost, e/o offpost - quindi ho preferito renderlo chiaro al giudice che potrebbe non aver letto gli altri miei post, piuttosto che far sembrare l'azione come una forzatura del carattere. Considerala una premura per chi si ritrova a leggere e non conosce il mio personaggio a fondo come me, perdonami se ti ha infastidito il tutto.

Comunque la trasformazione in drago getta Jevanni in una sorta di panico/tensione/isteria (o perlomeno credo sia definibile così la prima parte del post), che lascia indelebile nella sua mente la forma nuova di Morpheus - consentendogli di attivare nuovamente la difesa psionica. I due attacchi lo dovrebbero colpire davanti e da dietro contemporaneamente, ma dati i vari CS penso di potermi permettere una schivata laterale che mi dovrebbe portare fuori dalla traiettoria di entrambi. Uno degli artigli mi arriva comunque in faccia ma riesco a deviarlo, subendo un graffio sulla guancia.

A questo punto, per ragioni più caratteriali che non legate al duello, evoco Foschia e mentre si attiva suono il corno per avvisare l'Oasi Nera di un pericolo. Sperando più che altro che lo intendano in quella maniera - non so e non credo abbia importanza ai fini di questo specchietto. Data la passiva del corno, comunque, penso proprio che lo udiranno.

Sfruttando l'eco del corno e il favore della bruma evocata, ne approfitto per allontanarmi da Morpheus di una ventina di passi. Da qui lancio la boccetta esplosiva dell'erboristeria per centrarti l'occhio, ma scaglio pure Tempo (pentadente) per centrare la boccetta (e l'occhio che c'è dietro) e fartela esplodere proprio un momento prima che tocchi l'occhio stesso. Credo che i CS in maestria delle armi/forza/passiva del Warrior Style per rendere qualsiasi oggetto un'arma possano permettermi questo.

Credo sia tutto.

Edit: mi ero dimenticato di togliere l'esplosivo dallo specchietto, e mi sono reso conto solo ora d'aver fatto un errore anche in quello precedente: la difesa psionica non è Marcia nella bufera, ma si chiama Coltre di Nebbia. Un errore credo marginale, ma comunque meglio non creare caos.



Edited by ~Coldest.Heaven - 14/9/2012, 12:13
 
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view post Posted on 17/9/2012, 14:31

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Chronicles Of Morpheus - L'Eldunarì di Akor'
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Non è da tutti poter raccontare di essere sopravvissuti a un drago, men che meno essere sopravvissuti a due draghi ed essere ancora in piedi per poterlo raccontare. Quando Morpheus vide le sue unghie lambire soltanto superficialmente la guancia glabra di Jevanni, in un attacco che s'era concluso in qualcosa di molto più simile a una carezza e ben lontano dall'idea iniziale, non poté che ritenersi insoddisfatto. La sete di sangue non venne saziata per quell'esiguo rivolo di liquido cresimi che scivolò via come rugiada dimenticata del mattino. Qualcosa di simile a un sentimento di impotenza, bieca frustazione, stava attanagliando in minima parte l'immensità del pensiero draconico. Ma ciò che in quel momento cresceva in profondità, come un parassita che si nutre della ragione, era sufficiente per irritare Morpheus, tant'è che un ruggito tuonò nell'aria, e fu totalmente diverso da quelli antecedenti. E benché la rabbia rimaneva ben distante dal sentimento tipico degli umani, che è utile ricordare sono predisposti a perdere il senno in tale condizione, possiamo dire che ci fu un cambio di registro, di musicalità all'interno di un pensiero. Se prima predominava il suono arioso dei legni, con l'armonia semplice di un flauto traverso, ecco che nel momento in cui il corno di Jevanni ruppe il silenzio, e la nebbia invase totalmente quello che ora era un campo di battaglia, l'indeterminabilità del tamburellare delle percussioni incalzò un ritmo diverso, quasi famelico e tribale.

Un drago che diventa un po' più umano e meno draconico, un po' più primitivo che antico.

E quando vide, al rasentar dell'ultimo secondo utile, il pentadente scagliarsi contro la boccetta e provocare l'esplosione, ciò che salvò il drago fu il mero istinto, la voglia di sopravvivere. Non la ratio invocata dai romani e dai filosofi, ma ciò che c'è di più ancestrale e animalesco. che il pentadente si conficcò nella zampa a protezione dell'occhio e l'esplosione intaccò i cuscinetti sotto l'arto. Il dolore fu atroce, la sensibilità dell'arto fu spazzata via dal fuoco e dal pentadente, un bruciore via via crescente si sostituì ben presto a formicolio sommesso e l'arto, del tutto immobile, cadde a terra con un fragore che scosse la stessa terra. L'arma fu sbalzata lontano, con un colpo della zampa sinistra, un gesto di stizza, quasi di rabbia, mentre sotto di lui scoppiava il pandemonio. Ci furono, a quel punto, dei momenti di agitazione e di caos. Urla isteriche s'alzarono dall'Oasi, un'andirivieni di umani che come formiche cercavano un riparo. Inizialmente si chiese Morpheus, cosa fosse il motivo di tale preoccupazione, ignorando che il motivo era lui, poi altrettanto stupito se ne rese conto. Probabilmente da secoli non si vedeva un drago in Oriente, e che ormai esseri come lui erano diventati leggende metropolitane da raccontare ai bambini nelle notti più buie per spaventarli. Avevano paura di lui come di un Dio onnipotente e per nulla magnanimo. Per quello sorrise, scordandosi per un secondo del dolore, benché non avesse nessuna intenzione di attaccarli, il solo sapere di poterli schiacciare come scarafaggi gli metteva il buon umore. La nebbia gli impediva di vedere oltre la lunghezza del suo muso, il suo avversario come un vile topo si nascondeva nella bruma, ma se una cosa aveva imparato in tutti quegli anni era che per vedere non erano necessari gli occhi.

« Jevanni, » la voce di Morpheus usci dalla sua gola, molto più potente di quella umana, molto più rauca e forte, « dove sei? » Come il gatto che gioca con il topo, come il cacciatore con la preda.

Una piccola rete magnetica partì dal suo corpo investendo tutta la scogliera. Il reticolo diveniva una proseguzione dei suoi arti e dei suoi occhi, vedeva, sentiva, toccava ogni cosa, il piccolo umano fermo e immobile era a una decina di passi draconici da lui. Non lo vedeva, ma poteva immaginarsi il volto sereno e tranquillo, il volto di chi si sente al sicuro. Morpheus fece prima un passo, poi un secondo e un terzo, l'andatura claudicante e affaticata pareva sembrare quella di uno che cammina a tentoni, un cieco che non sa dove sta andando. Tutta messa in scena, quando secondo lui fu abbastanza vicino diede una frustrata con la coda, l'appendice non avrebbe accarezzato nient'altro che l'aria, ma a pochi metri dal guerriero, Ramhat si sarebbe palesata, materiallizata letteralmente a pochi passi dall'uomo per distruggerlo. Il dono del titano avrebbe investito Jevanni proseguendo la sua corsa oltre la figura e tornando indietro con una seconda frustata opposta. L'avrebbe schiacciato come loro schiacciano le formiche. Perché lo sapeva, il dolore iniziava a essere troppo forte anche per lui, e la stanchezza iniziava a premergli contro la mente e contro il corpo. Doveva farla assolutamente finita.








CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


5 cs Potenza fisica


Energia: 35%
Status Fisico: Danno medio all'avambraccio sinistro da perforazione. Danno medio da perforazione più paralisi di media entità alla spalla destra. Danno basso da lacerazione alla spalla destra più paralisi di danno basso. Danno medio + basso da perforazione e ustione alla zampa destra più paralisi quasi totale dell'arto.
Status mentale:Rispetto nel suo avversario. Affaticamento generale.

Abilità attive:
Ma il potere del soffio del drago non si ferma qui, sempre spendendo un consumo pari a basso, il drago può generare una fitta ragnatela costituita da scariche elettriche, all'interno del campo, il drago avrà l'esatta percezione di ciò che accade intorno a lui, potendo percepire, grazie a un'estenzione del senso tattile, la presenza di eventuali nemici invisibili o di attacchi alle spalle, il campo rimane nella stessa posizione. La tecnica ha la durata di due turni compreso quella d'attivazione, e può essere disattivata prima a desiderio del caster [Pergamena Campo elettromagnetico].

Non necessariamente un'arma potrà essere utile in una delle due forme, anzi molte volte queste stesse armi, che calzerebbero a pennello in forma draconica o in forma umana, nell'altra forma risulterebbero essere un impedimento, tuttavia Morpheus può decidere di materializzare le sue armi, e farle scomparire in qualsiasi momento previo consumo di slot, l'abilità è di potenza nulla, difatti essa non arrecherà danni di nessun tipo all'avversario, ma non è detto che non possa essere utilizzata per avvantaggiarsi in qualsiasi modo.
[Nulla personale].


[SPOILER]
Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:
No ma quale fastidio, siccome non avevo chiarito prima perché ero un po' di fretta volevo far capire che non era una scelta così campata in aria. Fiugrati. Comunque, non mi difendo, ma ho contato che una persona normale allenata ha i tempi di reazione di circa 5/6 decimi che la nebbia bene o male mi da la possibilità di vedere ciò che accade a pochi metri davanti a me, riessco ad alzare la zampa destra e prendermi il pentadente e l'esplosione lì. A quel punto colpisco il pentadnete per spostarlo qualche metro sull destra. Vabé poi per scelta personale non rompo l'illusione bensì decido di farti credere che l'illilusione abbia effetto mentre casto Campo elettromagnetico, un semplice auspex. Poi quando sono abbastanza vicino do una frustata con la coda, apparentemente troppo lontana per colpirti ma a pochi metri da te, lo spazio necessario per far apparire la palla (palla che ricordo è grande più o meno come tutto il tuo corpo quindi non ha un obiettivo localizzato ma proprio colpirti) poi con una seconda frustrata dare un colpo di ritorno nel caso tu scansi il primo. è il penultimo post, la scelta di non utilizzare tech è una scelta per variegare le mosse, senza la palle sarei stato costretto ad utilizzare di nuovo la perga lampo per due turni probabilmente, un modo per risparmiare le energie e comunque visto che non avevi speso energie per attaccarmi ho fatto la stessa scelta.



Edited by Lud† - 17/9/2012, 20:31
 
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view post Posted on 18/9/2012, 00:08
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E una zampa ricadde al suolo, sollevando un velo giallastro a contaminare le spire perlacee interlacciate in quel mondo dentro un altro mondo. Come se rinchiusi in una biglia, che li separava dalla realtà ben più vasta.
Ciò ricordò a Jevanni quando aveva affrontato -nel giorno della grande battaglia del Crepuscolo- quel generale e la sua pantera. Pure allora il cuore pulsante della vita (e della morte) era sembrato lontano, quasi straniero alla mente del Guerriero. Come poteva essere possibile, dopotutto, che dietro quella coltre fitta come le coperte di lana in inverno, vi fosse un mondo tanto più dolce e variopinto? Una parte di sé se lo chiese, nel cessare di cercare fra le nubi gonfie di nulla tracce del cielo vasto o del deserto che sconfinava nell'orizzonte.

Quindi volse lo sguardo alla creatura ferita dall'assalto con il pentadente, e scrollò il polso per poi estrarre ancora la spada dal fodero. La lama non riflesse nessun sole, rimanendo come una linea scura a pugnalare l'aria tiepida. Cupa come gli occhi dell'albino, per nulla timoroso dell'ira del drago; questa si scuoteva, tuonava la propria collera al pari delle bestie, ma non avrebbe nemmeno trovato compassione nell'animo dello spadaccino.

Fu per primo il suono di un corno, quindi il ruggito ferale e vivido dello sputafuoco: se non fosse bastato quello a mettere in allarme l'Oasi, Jevanni non aveva veramente idea di cosa fare. Per quel che toccava a lui, pensò mettendosi l'anima in pace con un sospiro, tenere a bada un drago era sufficientemente complicato.

« Jevanni, dove sei? »
"Ad un palmo di naso da te, stronzo"
pensò acidamente, quindi afferrò al volo Tempo - richiamato con un mero cenno delle dita - e tirò un altro respiro profondo per congelare le proprie tensioni. E il proprio sangue.

Ben presto un'impercettibile ragnatela cristallina si arrampicò dalle mani lungo le braccia, secernendo qui e lì gocce di sangue che macchiarono le maniche ormai pruriginose per la sabbia infilata nella trama. Dopo quello, l'uomo sentì come se i muscoli si fossero finalmente sciolti dopo tanto tempo.

Una nuova strana sensazione gli pervase il corpo - un brivido che rattrappì il suo intero essere, spingendolo nuovamente a concentrarsi sulla creatura di fronte a sé. Questa si mosse, sollevando sbuffi di polvere dorata ad ogni passo; un tuffo al cuore scosse il respiro di Jevanni.
"Può vedermi?"
No: guardò meglio. Stava solamente andando alla cieca. Eppure, nel far così, si era avvicinato.

Fu tardi quando lo spadaccino si rese conto d'essere di nuovo nel raggio d'azione della coda: questa, quasi reagendo al suo pensiero, guizzò contro lui nell'intento di spazzarlo via e devastargli le ossa con una percossa titanica. Gli parve lontana, ma una parte del suo istinto gli suggerì che sarebbe stato colpito comunque. Ma anche quella volta i nervi saldi e il corpo reattivo lo salvarono flettendo le ginocchia e poi appiattendosi sulla sabbia. Un suono inaspettato fischiò sulla sua testa, facendogli rizzare i peli sulla nuca - un'ombra scura lo ingoiò per un breve attimo, prima di passare oltre come uno spettro di sventura.
"Che diav--"
Quando si risollevò da terra, scorse una nuova estremità a prolungare la coda: al termine di essa, ora, era appesa una sfera enorme. A Jevanni parve una luna nera scesa sulla Terra, pronta ad infrangersi sul suo corpo e spazzarlo via senza il minimo sforzo.

Eppure, lo spadaccino quella volta sembrò innaturalmente calmo.
« Adesso ne ho abbastanza. »

Conficcò il pentadente al proprio fianco, indi frappose Orizzonte reggendo il piatto con la mano sinistra, attendendo il disastro con sguardo fermo.

Quando la sfera si abbatté contro lui la nebbia quasi esplose attorno all'umano, lasciando partire un anello di nebbia dal punto d'impatto.
Ma quando l'arma gigante ricadde al suolo, un clangore di catene di nuovo assopite dall'immobilità, Jevanni era ancora in piedi incolume, e Orizzonte priva della minima scheggia. Lì sulla superficie rotonda della palla ferrata, nel punto che la spada dell'albino aveva bloccato, v'era una leggera deformazione.

C'era qualcosa di tremendamente ridicolo in tutto quanto, si rese conto Glacendrangh: un drago si era presentato da lui, camuffato da uomo, pretendendo anche di utilizzare strumenti umani per combatterlo. E ora che era nella sua vera forma, aveva ancora evocato un'arma che ancor meno si addiceva alla sua razza alata? E nemmeno un'arma qualunque, ma quella che un carcerato porta al piede per i suoi crimini.

Akor' gli aveva dato l'impressione che i draghi fossero creature orgogliose. Forse aveva solamente frainteso.
Perché la creatura che gli stava di fronte camminava pesantemente, senza grazia, spazzando ciecamente con i propri arti alla ricerca del proprio avversario, senza curarsi minimamente di ciò che poteva trovare nel passaggio.
Quella era la definizione di una bestia.

Si voltò di scatto e dopo aver afferrato Tempo sferzò con le punte la catena che connetteva la luna di ferro alla coda, tracciando nei granelli dorati cinque sottilissime ma profonde linee scure.

« Lo sai? Hai fatto un errore a cercarmi, idiota » disse, scagliandosi verso la sagoma del grande rettile. La foschia si mosse assieme a lui, carezzandolo prima con mani impalpabili sulle guance, poi turbinando a seconda dei cenni e delle mosse del brando blu stretto nella mano destra di Jevanni.

« E un errore anche peggiore nell'estrarre dinanzi a me la spada! » scagliò senza fermarsi un fendente implacabile mirato alla gola lunga e squamosa, ancora lontano per poterlo toccare, ma sufficiente a condensare la nebbia -rimasta quasi agganciata all'acciaio ceruleo della bastarda- e riversarla nella foggia di una falce spedita a mietere il collo del drago.

L'ombra guizzante del Guerriero dell'Inverno danzò ai piedi del custode squamoso, inchiodando Tempo lì dove si trovava la zampa ancora buona, e infine calando senza pietà con ambo le mani un colpo calante della spada dell'albino atto a squarciare il ventre del drago in una linea verticale. Netta e precisa, eppure brutale, come solo un dio della spada può.





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[Totale: 18] | Maestria di armi [4CS] | Velocità [7CS] | Forza [6CS] | Riflessi [1CS]

Nullo 0% | Basso 2% | Medio 6% | Alto 15% | Critico 33% | Mortale 69%

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energie
26%

stato fisico
4/16
basso da ustione al braccio destro
basso da graffio sulla guancia destra
medio da cristallizzazione suddiviso sulle braccia


stato mentale
3/16
basso da shock
medio da stordimento


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orizzonte
spada bastarda
stelle del tramonto
coltelli da lancio (12/12);
principe musashi
pugnale; poteri non attivi
tempo
pentadente; poteri non attivi;
brina
armatura media
gale
corno da guerra; energia utilizzata (0/8)
dispense elfiche
abbagliante (1); fumogeno (1); esplosivo (0); linfa energetica (1);
veleno indebolente (1); veleno psionico (1);


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"of commitment and strength"

orichalcum
Il nome della Montagna
qualsiasi oggetto utilizzato è impiegabile come arma;
attacchi fisici tagliano ogni materiale;
attacchi fisici causano danni psionici da fatica oltre a fisici;
attacchi o tecniche fisiche causano paralisi di entità ed estensioni pari a danno causato;
effetto boomerang applicato alle armi lanciate;
livello del dominio alzato;
Marcia nella Bufera
insensibilità al dolore;
non sviene al di sotto della soglia del 10% di energie;
sconto del 3% su tutte le tecniche;
Coltre di Nebbia
difesa passiva psionica;
auspex delle aure;
sacrificio mu
abilità dell'artefatto attivabili solo tramite sacrificio del proprio sangue
tempo
calma mantenibile in ogni situazione
orizzonte
indistruttibile;
contatto con la lama causa assideramento graduale;
gale
influenza psionica di rispetto;
uccide chi lo utilizza senza essere il proprietario;
il suono del corno copre tutti gli altri suoni;


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il mio sangue
abilità di artefatto: power-up
―Consumo basso/Istantaneo/Natura power-up
·Causa sull'utilizzatore ferite Medie da cicatrice luccicante cristallina sul corpo
·Causa sull'utilizzatore un annebbiamento-danno psionico Medio sulla mente.
·Aggiunge 5 CS alla Forza e 5 CS alla Velocità


il mio orizzonte
abilità di artefatto: attacco
―Consumo alto/Danno critico fisico/Istantaneo/Natura fisica
·La foschia si condensa sulla lama e viene scagliata contro il nemico
·Dissolve Foschia
·Impiegabile solo se Foschia è attiva, una volta per giocata


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La passiva boomerang del guerriero mi concede il ritorno di Tempo dopo che la scagli via, quindi rilasso i muscoli/attivo il power-up di Orizzonte 'Il mio sangue', le cui specifiche puoi trovare sopra.

Grazie a questo (e al malus del tuo artefatto, che rende prevedibili gli attacchi sferrati con Ramhat) schivo la prima mazzata appiattendomi al suolo istintivamente e blocco la seconda una volta rialzatomi usando il piatto della spada. Quando la palla ricade cerco di reciderla grazie alla passiva del Warrior Style (e i CS in forza) con un colpo secco di Tempo e mi lancio contro te.

A questo punto ti lancio 'Il mio orizzonte' sul collo, e senza fermarmi tento di arrivarti proprio ai piedi, dove provo a conficcare il pentadente nella zampa non paralizzata e infine con entrambe le mani sferro un fendente verticale volto a tagliarti la pancia.

Ricordo che la tecnica 'Il mio sangue' ha effetto per l'intero turno, mentre 'Il mio orizzonte' è (stando al testo della tecnica nell'artefatto) considerato una tecnica di livello critico a dispetto del consumo.

 
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view post Posted on 22/9/2012, 15:23

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Chronicles Of Morpheus - L'Eldunarì di Akor'

Per la prima volta Morpheus si accorse di essere inferiore a un avversario. Questa consapevolezza raggiunta tuttavia non lo destava più di tanto. Non era la paura a impossessarsi del suo corpo, né la sua mente vacillò di fronte al suo opponente, semplicemente con assoluta serenità capì che non ne sarebbe uscito del tutto incolume. Eppure non gli capitava di sovente sottovalutare l'avversario, d'altra parte arrendersi era una cosa che il buon Morpheus proprio non riusciva a fare. Altri avrebbero implorato una salvezza e una misericordia che raramente avrebbero trovato, altri semplicemente avrebbero potuto scappare il più lontano possibile pregando che l'opponente non decida di seguirli. Morpheus no, per lui scappare era qualcosa di ben peggiore della morte stessa, troppo orgoglioso per arretrare avrebbe affrontato la morte come si confa a un drago, testa alta e petto in fuori. Ramhat venne tirata con forza per evitare che la spada del guerriero potesse intaccare il metallo di cui era composta, tuttavia ancora una volta, l'ennesima, il guerriero fu più rapido di lui, Ramhat piombò a terra del tutto inutilizzabile, la catena che li legava fu spezzata e il suo animo si incrinò dalla rabbia e dalla furia.

« Lo sai? Hai fatto un errore a cercarmi, idiota »

Forse, probabile, sicuramente, la voce di Jevanni rimbombò nella sua testa come un grido di allarme, il guerriero dai capelli argentati avanzò nella nebbia.

« E un errore anche peggiore nell'estrarre dinanzi a me la spada! »

Il muso del drago blu si squarciò al centro, le fauci aperte mostrarono i denti accuminati, un ruggito spaventoso che lacerò l'aria. Il suo nemico lanciò un nuovo colpo a vuoto. Mentre un'energia eterea e invisibile tagliava l'aria e si dirigeva verso il suo muso, mentre la nebbia andò a diradarsi quasi come se il sortilegio si fosse improvvisamente rotto, d'un tratto tornò la vita intorno a loro proprio mentre tutto rallentò. Il volto sereno di Jevanni, quasi inumano, era contratto nello sforzo della sua offensiva, i capelli argentati erano sospesi a mezz'aria. Gli occhi parevano vuoti, pupille che vagavano spente in un oblio di rassegnazione. Non v'era rabbia nei suoi occhi o se c'era era ben nascosta sotto una patina che nascondeva molte, forse troppe storie per un comune essere umano.
Per una frazione di secondo tutto intorno a lui divenne immobile e non più mutabile, come statue cristallizzate la vita si fermò, il drago blu ebbe giusto il tempo di scartare l'avversario e porsi dietro per evitare che le lame del guerriero lo trafiggessero. Poi il silenzio si ruppe nuovamente, dapprima si sentì di nuovo il gracchiare dei corvi, accorsi sul campo di battaglia istigati dall'odor di sangue che si stava versando, poi le lame del guerriero che tagliarono solo l'aria. A quel punto Morpheus, ancor prima che Jevanni potesse fare qualcosa, allungò il collo e spalancò la bocca, ciò che uscì dalle sue fauci furono scariche elettriche vomitate dalle sue viscere, poi gli artigli fenderono l'aria con un movimento rabbioso, le unghie del drago si diressero verso il punto cieco della schiena, lì al centro delle scapole dove lo stesso Jevanni aveva provato ad attaccarlo, un solo squarciò verticale che avrebbe dilaniato la schiena in due metà perfette. La stanchezza ormai stava intaccando le sue membra. Il ruggito stanco del drago tuonò un ultima volta nell'aria, lo sapeva bene Morpheus, non avrebbe resistito ancora a lungo. Per una volta aveva incontrato qualcuno che lo mise in seria difficoltà, per una volta stava rischiando la vita per inseguire il sogno, e nella semplicità di quel momento, dove vita e morte erano in bilico, lui per la prima volta si sentì vivo. Non perché, come molti umani, fronteggiare la morte gli dava scariche di adrenalina che inebriavano il cervello, no il suo pensiero era molto più semplice, finalmente stava combattendo per un obiettivo, finalmente aveva abbandonato la sua prigione d'oro per cercare di inseguire il suo destino. Il fallimento, benché probabile, ancora non poteva essere contemplato, ancora non poteva arrendersi, per questo il drago blu alzò il collo in alto, nuovamente fiero, nuovamente orgoglioso, come se fosse una creatura diversa da quella che aveva iniziato lo scontro, benché la stanchezza preodominava tutto il suo corpo e la zampa destra era inerme al suolo, orgoglioso era ancora lì a combattere, per nulla intimorito, per nulla impaurito della morte che lo avrebbe accolto. - Fatti sotto Jevanni, sono ancora in piedi -.
E non si sarebbe arreso fin quando un solo filo di fiato avrebbe animato i suoi polmoni.
« Avrò fatto anche un errore Jevanni, ma non credere di essere molto più fortunato di me. »
Affrontare un drago non è mai una fortuna, neanche per un po', non si è mai del tutto sicuri di uscirne vivi, di uscirne incolumi.
Un drago non arretra.
MAI.


CITAZIONE

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem


5 cs Potenza fisica


Energia: 11%
Status Fisico: Danno medio all'avambraccio sinistro da perforazione. Danno medio da perforazione più paralisi di media entità alla spalla destra. Danno basso da lacerazione alla spalla destra più paralisi di danno basso. Danno medio + basso da perforazione e ustione alla zampa destra più paralisi quasi totale dell'arto.
Status mentale:Rispetto nel suo avversario. Affaticamento generale.

Abilità attive:

L'ultima difesa di cui dispone Morpheus è la migliore di tutte, quella che sfodera solo in occasioni critiche senza via d'uscita. Infatti Morpheus grazie alla conoscienza anche del tempo potrà fermare lo stesso a suo piacimento, divenendo, per qualche attimo, l'unica persona in grado di potersi muovere liberamente, gli altri risulteranno essere come pietrificati. La tech, che ha un consumo pari a medio, potrebbe essere anche utilizzata per portarsi in una posizione vantaggiosa per un futuro attacco, ma se utilizzata in caso di difesa essa conta come una difesa assoluta. [Pergamena Stop].

Il secondo livello del soffio ha nell'idea quella di ustionare e shockare l'avversario, il drago lancia una grossa scarica elettrica sul nemico, l'attacco, se andato a segno, avrà ripercussioni sia sul fisico sia sulla psiche di chi lo subisce. Infatti, spendendo un consumo pari ad alto, la folgore ha potenza Alta, va affrontata come un normale attacco magico ma, in caso di successo, provoca danni Medi sia al corpo del nemico, come ustione, sia alla sua mente, come shock. [Pergamena Scarica elettrica]

Abilità passive:
Il drago blu, come tutti i draghi, possiede una forza fuori dal comune, difatti, sia in forma umanoide che in forma draconica, qualsiasi arma, oggetto, che per altri sarebbe impossibile da smuovere, Morpheus sarà in grado di alzarlo con il minimo sforzo [Passiva personale]. Un drago, altresì, può cambiare la sua forma da draconica a quella umanoide, senza nessun impedimento esterno, non importa se giorno o notte, l'unico fattore davvero rilevante è il volere dello stesso drago, in quanto una creatura così letale raramente decide di dare un vantaggio all'avversario trasformandosi nella sua forma più miserabile [Amuleto ombra]. Qualunque essere, al cospetto di un drago, impallidirebbe. Indipendentemente dall'allineamento, indipendentemente dall'essere o meno in forma draconica, le altre razze diffideranno dal fidarsi, e in ogni caso, ogni essere avvertirà un lieve timore, purché questo non sia un esemplare della propria razza o di un demone, creature per certi versi similari a loro, e che sia di energia pari o inferiore all'agente [Abilità raziale]. Il drago, inoltre, grazie alla grande energia presente nel suo corpo potrà utilizzare qualsiasi sua tecnica, indipendentemente dalla natura, risparmiando il 3% sul consumo totale normalmente previsto. Se tale risparmio dovesse abbassare il consumo di una tecnica allo 0% o meno, il consumo totale della tecnica rimarrebbe fisso all'1% [Pergamena risparmio energetico].
Inoltre, il drago grazie alla sua conoscenza fuori dal comune, non ha più vincoli riguardanti le illusioni . Egli è talmente dotato da poterle castare istantaneamente, senza alcun vincolo fisico. Basterà il suo solo volere perchè la quasi totalità delle tecniche illusorie si attivi all'istante. [Passiva I livello dominio illusionista]. E grazie alle sue ampie conoscienze Morpheus ha la possibilità di risparmiare energie Per questo ogni sua tecnica illusoria, di manipolazione o di evocazione illusoria, avrà il costo abbassato del 5%. Se una tecnica scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%. Questo effetto non è cumulabili ad eventuali altre tecniche di risparmio energetico [Passiva II livello dominio illusionista]. Arrivati a questo punto le conoscenze di Morpheus lo rendono un illusionista di primo livello, in grado di rendere tutte le sue tecniche illusorie o manipolatorie di un livello superiore. Ad esempio una tecnica Media provocherà danno Alto, una alta danno Critico e le tecniche di costo critico provocheranno un danno Mortale. Non c'è variazione nella potenza delle tecniche, ma solo nel danno risultante. [Passiva III livello dominio illusionista]

– Impact.
Un’arma di queste proporzioni non potrebbe essere impugnata da nessuno che non possegga una forza straordinaria. Il suo peso è considerevole, la lega metallica che lo compone è di una densità tale da non rassomigliare ad alcuna già presente sul continente. Ma chiunque riuscirà a far uso di un’arma simile, saprà certamente come utilizzarla. Ad essa è infatti legata una catena, e sfruttando principi basilari della fisica come forza centrifuga e gravità, fintanto che l'arma viene impugnata dal proprietario essa dona 1 CS aggiuntivo alla potenza fisica. {Abilità passiva}

Kajera
È la lama che infrange i legami. Ella si sazia dell'ardimento dei cuori, di qualunque tipo esso sia. Ella brama, invero, di rifrangere ciascuno di quei vincoli intensi, sussurrando direttamente negli animi delle sue vittime di quanto ogni vita donata a qualcun'altro altro non sia che la debolezza di un cuore che rinuncia alla propria dignità. Per farlo, però, deve poter comprendere ove colpire, oltre che chi colpire, naturalmente. Kajera, infatti, permetterà al suo portatore di scrutare nei cuori di coloro che amano, soffrono o vivono un sentimento, un legame di affetto di qualunque tipo e genere. Tale legame apparirà agli occhi del portatore che una scintilla che brilla nell'animo di chiunque, potendo finanche comprendere se due scintille, se ammirate insieme o distintamente, siano o meno legate l'una all'altra. Invero, però, ammirare una scintilla non farà comprendere comunque mai la natura del legame o il nome della persona con cui il legame esiste, avvertendolo unicamente della sua esistenza e, al massimo, della reciprocità del contatto. [Passiva, il portatore potrà vedere nel cuore di ciascuno la presenza o meno di un qualunque legame affettivo, di qualunque tipo questo sia, senza - però - poter conoscere con tale potere la natura o la storia dello stesso. Qualora il portatore veda due o più persone, inoltre, potrà comprendere se il legame che esiste nei loro animi le vincola l'una all'altra o meno. Inoltre, il portatore potrà vedere in ciascun avversario ogni scintilla per ciascun legame, per quanto grande o piccolo esso sia, in quando brilleranno di intensità variabile a seconda della forza dell'affetto.]


– Tail.
Nonostante ciò, Ramhat è tutto meno che poco visibile. Un diametro di tre metri di ineguagliabile metallo, una catena così robusta da poter reggere forze e tensioni impressionanti. Così come uno stocco è agile e maneggevole per merito di forma e peso, così una sfera di tali proporzioni sarà poco pratica nonostante la forza di cui si possa godere. Le traiettorie che percorrerà fino a impattare sull’obiettivo saranno lineari e quasi prevedibili all’occhio di un eventuale avversario, che avrà così il tempo di rizzare una difesa più o meno stentata. Questo malus agisce sulle tecniche e gli attacchi fisici portati con Ramhat, a meno che non vengano occultati a loro volta da particolari tecniche. Forza bruta a determinabilità, uno scambio più che equo. Dopotutto ogni cometa ha la sua coda. {Malus}

Note:

Allora, prima di tutto tagli la catena di Ramhat, dopo di che mi difendo con la difesa assoluta, d'altronde si tiene per attacchi del genere, e ti sbuco alle spalle, visto che non ho armi ti attacco con la perga scarica elettrica e successivamente di attacco con gli artigli dall'alto verso il basso al centro della schiena.
Comunque il mio scontro finisce qui, ti ringrazio per il duello devo dire che mi è piaciuto molto soprattutto perché finalmente ho capito cosa manca al mio drago, e manca ancora tanto, sia dal punto di vista tecnico che introspettivo. Comunque sono felice di regalarti 200 gol XD :zizi:
A te l'ultimo post, avvisami se posti tu in correzioni o io.
Grazie per la pazienza. E grazie per la giocata.

 
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view post Posted on 22/9/2012, 21:03
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All Heavens sent to dust
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Non seppe spiegarselo in tempo.
Tempo, si - quella era la parola chiave.

Fu come se una porzione di tempo -a mo' di pagina di libro- fosse stata strappata dalla mente e dagli occhi del Guerriero. Lì dove aveva affondato il pentadente e scagliato sia la lama di nebbia che quella d'acciaio, v'era solo aria. Aria rovente, contaminata da polvere dorata sollevata dal passaggio spietato della foschia...e un'ombra.

Una presenza alle sue spalle, percepita dall'istinto - per poi essere confermata dal sole che veniva oscurato da una sagoma decisamente troppo grande o definita per essere una nuvola o un avvoltoio venuto a curiosare.

In futuro si sarebbe ricordato che anche nella caverna era accaduto qualcosa di simile, quando Stormbringer era apparsa assieme al guardiano dopo essere svanita dalla mano di Crystal; ma quel momento sarebbe stato lontano, distante nel tempo e nello spazio, da quello in cui l'uomo s'era voltato di scatto per fronteggiare il drago.

Fu un fattore di istanti - null'altro che un attimo frammezzato dall'inspirare, porre la lama di fronte a sé, infine prepararsi a strozzare l'urlo di dolore che gli percorse violentemente il corpo al passaggio della scarica liberata dalle fauci della bestia di fronte a sé.
Quasi cadde in ginocchio, concentrando tutta la propria volontà unicamente per non crollare, ma l'immediatamente successiva artigliata lo spedì per la seconda volta rotolando nella sabbia. La mente si spense in quegli attimi, in quella girandola ardente e raschiante di sabbia che lo prese alla testa dandogli la nausea. Persino la ferita sul braccio non riuscì a destarlo immediatamente, lì dove l'acciaio di Brina era terminato e tre artigli -deviati fortuitamente dalla parata improvvisata, non sufficiente però a salvarlo dalla mole innegabile della creatura- avevano scavato nella pelle dei solchi paralleli e scarlatti. E come fuoco difatti ardevano, mentre sangue copioso lacrimava di dolore all'intrusione pruriginosa e micidiale dei granelli nella carne scorticata e ancora scossa da spasmi dovuti al lampo.

« Avrò fatto anche un errore Jevanni, ma non credere di essere molto più fortunato di me. »

Un gemito soffocato accompagnò il suo rialzarsi a fatica. Aveva puntellato il braccio sinistro nella sabbia per reggersi inizialmente, ma s'era quasi subito reso conto che non era stata l'idea più brillante. Il sangue colò sui brandelli lacerati della manica irrimediabilmente rovinata della casacca, e i muscoli indolenziti dall'impatto con la zampata possente del guardiano non gli diedero tregua. Ci mancò poco che ricadesse di faccia nell'oro infuocato che era il suolo.

"Mai detto di esserlo."
L'anima gemella e tutte le persone che conosceva erano state inghiottite dal passare del tempo, mentre era morto. Morto la prima volta - era veramente successo così tanto spesso da dargli l'impressione di non essere nemmeno più reale. E ancora lo perseguitavano gli incubi della morte della Baronessa che era stato costretto ad uccidere a sangue freddo a Borgoverde. Senza parlare di Crystal e delle altre guerre in cui era stato coinvolto spietatamente pur senza volerlo.

No, non era decisamente l'emblema della fortuna.
Eppure, fortunatamente, ciò non aveva ragione di preoccuparlo.

L'uomo riuscì a portarsi in piedi, barcollando appena, quindi portò le dita al collo e ignorando le ustioni sparse qui e lì sulla pelle si sfilò la collana che portava. Il ciondolo non era altri che ciò per il quale il custode era venuto sin lì: il cuore di Akor'. Era lì, una pietra perfettamente nera come fosse onice, ma ben più preziosa. L'anima di un drago, la prova della sua esistenza.

Sospirò, facendo oscillare la pietra davanti ai propri occhi arrossati dai granelli e dallo scontro. Sarebbe bastato parlargli. Ammise a sé stesso che non gli era dispiaciuto affatto reagire all'aggressione dell'altro, però...dopotutto, sarebbe bastato veramente qualcosa di semplice come parlargli. Chiedere. La creatura che aveva davanti non era un drago come Akor' - era ingenua, meno aspra dell'essere al quale era riuscito a malapena a sopravvivere durante l'assedio di Vento d'Oriente.
Forse Akor' era un suo amico. Forse un compagno di covata.
Tutto ciò che voleva, era un memento di un suo caro da portarsi dietro. Proprio come lui avrebbe fatto di tutto per una ciocca della sua amata.
Ma era troppo tardi, troppo troppo tardi.
La chioma rossa come il rame della dolce Visilne era ora polvere al vento.

E la creatura probabilmente non avrebbe potuto, oltre che voluto, distruggere l'Oasi.
In definitiva, tutto quanto era stato uno scontro vano.

Uno scontro iniziato con l'acciaio, che però doveva essere terminato con l'acciaio.

« Non s'è mai trattato di fortuna. »

E Jevanni non aveva intenzione di perdonarlo per aver tentato di ucciderlo.

« Solo di abilità. »

Lanciò il cuore nero in alto, facendo rilucere la catena alla luce del sole.
Ma non aspettò che ricadesse.

Strinse la presa un'ultima volta sull'elsa leggermente annerita dalla scossa di Orizzonte, la levò in alto sopra il proprio capo, infine sferzò la sabbia di fronte a sé in unico momento netto portato ruotando l'intero corpo sino a dar le spalle alla creatura.

Dal punto colpito si propagò una rottura del suolo che iniziò a collassare in direzione del drago, accompagnato da una lama di vento ocra pregno di granelli che procedette come una pinna di squalo spuntando dal suolo per abbattersi e devastare le gambe del drago già destabilizzate dalla scossa tellurica che stava sgretolando la rupe sulla quale si trovavano, facendola spezzare a metà.

Ma Jevanni non guardò mentre ciò accadeva: gli occhi fissavano il deserto infinito.
E lo trovarono vasto, veramente troppo - troppo - vasto.
Eppure perché non era nemmeno lontanamente sufficiente a soddisfare il dolore della perdita di un amato?

Rinfoderò Orizzonte e tese la mano in avanti, catturando il ciondolo con la punta dell'indice
prima che cadesse nella sabbia.





speedpaintbyheader

[Totale: 8] | Maestria di armi [4CS] | Velocità [2CS] | Forza [1CS] | Riflessi [1CS]

Nullo 0% | Basso 2% | Medio 6% | Alto 15% | Critico 33% | Mortale 69%

PJnzb
ͽH E A R T ~ B E A Tͼ
"of heart, soul and flesh"

energie
9%

stato fisico
9/16
basso da ustione al braccio destro
basso da graffio sulla guancia destra
medio da cristallizzazione suddiviso sulle braccia
medio da ustione sul corpo intero
medio da graffio sul braccio sinistro
basso da contusione suddiviso sulle braccia


stato mentale
7/16
basso da shock
medio da stordimento
medio da shock


PJnzb
ͽA R M A M E N Tͼ
"of steel and poison"

orizzonte
spada bastarda
stelle del tramonto
coltelli da lancio (12/12);
principe musashi
pugnale; poteri non attivi
tempo
pentadente; poteri non attivi;
brina
armatura media
gale
corno da guerra; energia utilizzata (0/8)
dispense elfiche
abbagliante (1); fumogeno (1); esplosivo (0); linfa energetica (1);
veleno indebolente (1); veleno psionico (1);


PJnzb
ͽI M M U N I T Yͼ
"of commitment and strength"

orichalcum
Il nome della Montagna
qualsiasi oggetto utilizzato è impiegabile come arma;
attacchi fisici tagliano ogni materiale;
attacchi fisici causano danni psionici da fatica oltre a fisici;
attacchi o tecniche fisiche causano paralisi di entità ed estensioni pari a danno causato;
effetto boomerang applicato alle armi lanciate;
livello del dominio alzato;
Marcia nella Bufera
insensibilità al dolore;
non sviene al di sotto della soglia del 10% di energie;
sconto del 3% su tutte le tecniche;
Coltre di Nebbia
difesa passiva psionica;
auspex delle aure;
sacrificio mu
abilità dell'artefatto attivabili solo tramite sacrificio del proprio sangue
tempo
calma mantenibile in ogni situazione
orizzonte
indistruttibile;
contatto con la lama causa assideramento graduale;
gale
influenza psionica di rispetto;
uccide chi lo utilizza senza essere il proprietario;
il suono del corno copre tutti gli altri suoni;


PJnzb
ͽO B L I T E R A T I O Nͼ
"of blows and earthquakes"

il baratro del silenzio
Pergamena Voragine
―Consumo basso/Danno basso fisico/Istantaneo/Natura fisica
·Attacco rivolto al suolo che crea una voragine che inghiotte il nemico


danza dei cristalli
Abilità personale (1/10)
―Consumo variabile/Danno variabile fisico/Istantaneo/Natura fisica
·Colpo di spada genera lama di vento gelido
·Miraggi di spade e stalattiti (effetto visivo)
·Neve che si posa dopo attacco (effetto visivo)
·Consumo scelto, Alto


PJnzb
ͽS Y N O P S I Sͼ
"of deeds and struggles"


Considerata la rapidità di ciò che accade (attacchi che vanno a vuoto, drago alle spalle e saette) mi limito a sfruttare il CS in riflessi per voltarmi in tempo ma non è sufficiente a darmi la possibilità di difendermi. Subisco in pieno la saetta. Sfrutto i CS per opporre resistenza ed evitare che l'artigliata mi uccida. CS o meno è una zampa di drago, però, e ora non sono forte quanto prima, per non parlare dello shock...insomma, devio a fatica gli artigli ma come prima subisco comunque un danno stavolta medio da tagli abbastanza profondi sul braccio più un danno basso ai muscoli delle braccia per il contraccolpo.

Ora che ne ha la possibilità, Jevanni inizia a riflettere sullo scontro per qualche attimo; capisce un po' meglio Morpheus, e alla fine decide di porre fine allo scontro in maniera non mortale ma non necessariamente brutale (considerato che è stato lui ad attaccare per primo).

Colpisco il suolo con Orizzonte lanciando simultaneamente Voragine e la variabile di lame di vento a consumo Alto, quest'ultima diretta a colpire le gambe del drago, mentre la prima va a frantumare la rupe sulla quale ci troviamo (si può prendere come riferimento quella su cui si trova la figura nell'immagine dell'arena, solo più grande). Non credo ci siano altre specifiche rilevanti considerato che è l'ultimo turno - direi che il resto è sufficientemente chiaro nel post in ogni caso.

Bene...buona fine di duello.

 
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Foxy's dream
view post Posted on 24/10/2012, 10:19




CITAZIONE
Lud†

Scrittura: 5.5/10

Incostante. La tua scrittura si articola in modo altalenante e differente di post in post, dove passi da un narrato romanzesco ad uno più concettuale e potenzialmente astratto. Quest'inabissarsi nelle riflessioni è però crescente, una progressione che si evince nella presa di coscienza del personaggio, un'evoluzione introspettiva pressoché miracolosa se contestualizzata in una sola e singola giocata. Gli spunti narrativi sono generalmente buoni, ed anteponi una storia con prerogative forti e lungimiranti ad una narrativa più leggera e disinteressata, il che costituisce un tuo punto a favore. Se mi è permesso un consiglio però, dovresti analizzare più a fondo i 'perché' della situazione, non lasciando nulla al caso, non dando mai nulla per scontato. Ogni azione, ogni pensiero ha una sua origine, una sua formulazione così come una sua conclusione; in alcuni tratti l'elaborato mi è parso particolarmente nebuloso, dandomi l'impressione di una certa e relativa fretta nella sua stesura. Per quanto riguarda invece lo scritto vero e proprio, vorrei porre all'attenzione alcuni tuoi difetti che - per quanto fastidiosi - sono di facile risoluzione. Anzitutto dovresti, all'interno di un post, ancorare dei punti fermi attorno ai quali far ruotare il tutto, così da ingraziarlo di una maggiore credibilità agli occhi del lettore. Facendo ciò, oltre a migliorare sulla coerenza d'azione, ti permette di analizzare al meglio e a trecentosessanta gradi - come indicato poco prima – ogni sfaccettatura del prisma introspettivo di Morpheus. Dopodiché dovresti creare una sinergia tra introspezione e descrizione, cui l'uno non deve disgiungere dall'altro per ovvi motivi di coesione e unità. Periodi più brevi e con meno elementi magari, meno caotici e più puliti. Frasi più brevi e allo stesso tempo più cariche di pathos. Il testo deve possedere un suo ritmo, un respiro che deve allacciarsi a quello del lettore per trascinarlo laddove - tu scrittore - vuoi che vada. In ultimo vorrei evidenziare alcune sgraziate approssimazioni che proprio non ho gradito, come l'accostamento di inglesismi ad arcaismi o l'elaborazione inelegante di alcuni passaggi - a mio dire - quasi dialettali. Se scegli di costruire il testo su un tono più - passami il termine - medioevaleggiante, dovresti allo stesso modo ricercare una forma più elegante, senza però esagerare. Ricerca ad esempio vocaboli più appropriati, la bellezza della forma espositiva tralasciando l'attualità con la quale dialoghiamo oggigiorno. Mantenere una linea di condotta uniforme sotto questo punto di vista non può che accrescere la preziosità dello scritto, non tanto nel singolo post quanto più nel suo quadro d'insieme. Attenzione in ultimo agli errori di battitura, che nel terzo post sono stati davvero tanti.

Strategia: 5.5/10

Poco incisiva. Non sei certo nuovo della piattaforma e si vede, nelle scelte strategiche così come nell'avvicendarsi di situazioni pericolose per Morpheus, dove hai saputo scegliere la miglior tecnica a tua disposizione per subire il meno possibile. Ma non è tutto oro quello che cola; sebbene pregevoli ed encomiabili siano le combinazioni di elusiva e offensiva, ho notato una certa ripetitività nello scorrere dei post, in particolare tra il secondo ed il terzo turno attivo, sede in cui hai scagliato una psionica a cui hai fatto seguire un attacco fisico. Per il tuo avversario è stato infatti facile schermarsi dalla prima e schivare l'attacco senza molta difficoltà, poiché forte di un divario consistente in termini di Capacità Straordinarie. La stessa situazione si è poi ripetuta nel quarto turno attivo, dove scagli ben due attacchi molto - troppo - prevedibili, peraltro aggravati dal malus di Ramhat. Infine, nel tuo ultimo turno, non posso non penalizzarti ulteriormente per l'uso della difesa assoluta, che ho interpretato come una specie di resa del personaggio poiché – senza di essa – Morpheus sarebbe senza dubbio morto per i troppi danni subiti o svenuto per le esigue riserve energetiche in caso di difesa. Ciò che sono evidentemente mancate nel personaggio non sono le CS, ma tecniche particolari e ad hoc. Morpheus è infatti in possesso di un parco mosse ampio ma standard, senza particolare pericolosità; solo nel momento in cui hai sfoderato Ramhat hai più o meno colmato le lacune, ma il tuo avversario, conscio di ciò, ha subito eliminato il potenziale pericolo. A tal proposito: non sarebbe stato meglio sacrificare una ferita piuttosto che lasciare che l'artefatto fosse distrutto? Incassando il fendente sulla coda, ad esempio. A conti fatti hai sprecato uno slot per evocarla, per poi vedertela distrutta appena il turno seguente, smezzando - tra l'altro - le tue possibilità di rimonta.

Sportività: 6/10

Distratta. Più che errori propriamente detti sono state distrazioni, piccolezze che nel complesso hanno avuto un loro peso. Nel secondo turno attivo, infatti, dopo che Jevanni ha piantato sotto il suo piede Kajera, la sfili autoconclusivamente riprendendone possesso e adoperandola nell'azione seguente. Altro errore, questa volta più grave e sensibile, è il non aver quasi considerato l'effetto di 'Punti nevralgici' in possesso dell'avversario, che sui danni frutto di attacchi fisici, nel complesso, avrebbe dovuto annichilirti quasi del tutto. E' sufficiente notare che al terzo turno attivo hai già un Critico a carico (non tutto frutto di attacchi fisici, preciso), e nonostante nello specchietto inserisci il grado di paralisi - e malgrado le descrivi nei post - continui ad attaccare e muoverti come se queste non influissero affatto. Gradevole invece, da lettrice e giudice, notare come con tanto fairplay subisci i danni, che sono davvero molti. Una prova di grande sportività – e a tratti quasi ingenuo - è anche l'aver lasciato che la spada di Jevanni recidesse di netto la catena di Ramhat; e non ti lamenti, affatto. Davvero ammirevole. Apro un'ultima parentesi sullo specchietto, dove ti sei dimenticato di aggiornare la passiva di Ramhat al nuovo regolamento, poiché fa ancora riferimento ad una ormai vecchia PeRf. Non ti ho penalizzato per questa nota, ma correggi il prima possibile.

~Coldest.Heaven

Scrittura: 7/10

Caustica. Come sempre la tua scrittura è pulita e comprensibile, trasparente oserei dire. Il tutto è bene in vista, non lascia alcun punto in ombra; anche il più misero dettaglio viene analizzato e posto all'attenzione di chi si appresta a leggere o giudicare – o entrambi se necessario. Ogni azione è giustificata da una serie di ragionamenti articolati eppure quanto mai semplici, che delineano la psiche di un personaggio a tratti insofferente e a tratti devoto ad un bene non meglio definito. Quest'ultima connotazione è evidente nel momento in cui il tuo avversario si trasforma in drago, situazione nella quale la priorità di Jevanni non è tanto la salvaguardia di sé quanto più lanciare l'allarme sull'oasi sottostante, il teatro del duello. Molto umano anche l'avvicendarsi di sentimenti e sensazioni in situazioni di forte stress emotivo, che aiuta il lettore nell'opera più difficile per uno scrittore: l'immedesimazione. La semplicità - denominatore comune dei tuoi scritti - è la chiave tramite cui riesci a prevaricare l'avversario, un nemico che dalla sua ha una derivazione tutt'altro che umana e quindi di difficile gestione, anche da questo punto di vista. Nota negativa però anche per te. Malgrado la limpidezza della forma espositiva, hai calcato un po' troppo la mano negli aggettivi dispregiativi adottati nell'indicare Morpheus. Sebbene all'inizio abbiano chiarito il punto di vista di Jevanni sull'individuo che si apprestava a combattere, a lungo andare sono diventati terribilmente antipatici, tanto da costarti un buon mezzo punto. Cerca di calibrare bene le sensazioni da trasmettere per mezzo delle parole, perché l'esagerazione - come sempre - è poco apprezzata.

Strategia: 8/10

Schiacciante. Sempre e costantemente quattro passi avanti, tanti quanto il divario di CS fra Jevanni e il suo avversario. Grazie a questo profondo dislivello, facendo uso di una strategia terribilmente dinamica, riesci non solo a costruire offensive pericolosissime ma anche ad annichilire quelle avversarie. Il duello è chiaramente a senso unico, un succedersi di scambi che vede, ad ogni ripresa, la vittoria dell'albino. Questa è una di quelle occasioni in cui non ho davvero nulla da recriminare, poiché non v'è stato assolutamente nulla che non andasse. Ogni scelta era più che ragionata, a tratti esagerata come l'impiego de 'il mio Orizzonte' quando 'foschia' già invadeva il campo di battaglia, castata su un avversario ormai a terra, tanto che - per evitare l'offensiva – ha dovuto impiegare una difesa assoluta. Lungimirante anche l'aver distrutto Ramhat prima che potesse divenire fonte di problemi, una mossa che ti ha permesso di prevalere definitivamente su un avversario ormai alle strette. Una strategia, ancora: schiacciante.

Sportività: 5/10

Disarmante. Non sempre la possibilità di farlo determina il doverlo fare, eppure l'eccessivo zelo con cui hai condotto il duello non può che farmi storcere il naso. Forte di una consistente differenza di CS hai attaccato e ti sei difeso incassando davvero poco, pregevole strategicamente ma deprecabile sportivamente. Era davvero necessario sferrare due attacchi fisici quasi ad ogni turno quando ti eri già difeso senza l'ausilio di tecniche? Ed era ancora necessario esagerare nel tuo quarto turno attivo, quando le tue CS ammontavano a ben 18 unità su un avversario con già un Critico addosso? Sono domande retoriche poiché la risposta è tra le righe e non necessita di ulteriori spiegazioni. Vorrei inoltre sollevare una questione che mi preme particolarmente sullo specchietto finale. Questo deve essere esplicativo delle dinamiche di gioco, completo in ogni sua porzione, ma allora perché appuntare, sintetizzare all'osso le tecniche e le passive in possesso del personaggio? Ho notato che presti molta cura alla sua presentazione quando invece la sua funzione primaria è quella di spiegare a chi legge cosa è tecnicamente accaduto. E' una considerazione mia personale, ma che volevo ad ogni modo mettere in luce.


Media Lud†: 5.66
Media ~Coldest.Heaven: 6.66

~Coldest.Heaven vince lo scontro, avendo così diritto al premio di 200G messo in palio e ad un post conclusivo.
Per qualsiasi dubbio o domanda: mp.


 
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view post Posted on 24/10/2012, 12:25
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Infine si voltò, il baratro di sabbia che si riversava nei laghi neri come la notte ad inquinare quella bellezza tenebrosa, ancor più turbata dalle masse di roccia e dalla stessa mole del drago crollato assieme ad esse.

"Non è morto."

Ebbe quell'impressione nel percepire ancora la sua vita -una sorta di 'sesto senso', nel guardare al di sotto-, che tanto lo seccò quanto lo fece sentire in pena.

"E quando si sveglierà, mi cercherà ancora."

E qualora non lo avesse trovato lì al suo risveglio, niente e nessuno gli avrebbe impedito di radere al suolo l'Oasi per vendicarsi.

"Potrei ucciderlo ora..."

O forse no - se ne rese conto solo in quel momento, arretrando di qualche passo e barcollando vistosamente, che il breve scontro gli aveva risucchiato le forze. Si lasciò sfuggire un una mezza risata rauca all'idea di raggiungere la creatura in quelle condizioni, dopo aver nuotato per diverse bracciate in quel lago viscoso, con tanto di armatura, e infliggere un colpo di grazia ad un drago - che avrebbe potuto al contempo svegliarsi e inghiottirlo in un battito di ciglia. Non avrebbe nemmeno avuto il tempo di pentirsi di quella stupida decisione, e tutto perché...

Le dita fecero dondolare la collana con la pietra di Akor', facendo riflettere prima l'occhio destro poi quello sinistro nell'onice nero profondo. Era ridicolo pensare che in quel piccolo ciottolo inusuale potesse essere racchiusa una cosa tanto grande quanto l'anima di un drago. Sempre che le anime avessero mai avuto dimensioni, o che l'anima di un drago fosse più grande di quella di una formica. Nella morte non si era forse tutti uguali, con i corpi a marcire nella terra e gli occhi a fissare perpetuamente il vuoto finché non si seccavano?

"Forse per voi è diverso, quando siete in questa gemma."
Non ne aveva idea lo spadaccino, e sotto quel sole cocente non gli dispiacque affatto rendersi conto che non gli interessava nemmeno saperlo. Con i draghi aveva chiuso, per sempre. C'erano persone che si fregiavano del titolo "Ammazzadraghi" come se abbatterli fosse un gesto d'orgoglio, o perlomeno Jevanni ne aveva sentito parlare in una qualche bettola tempo fa.

In quel momento gli fece ribrezzo l'idea che questi potessero addirittura collezionare anche solo una di quelle gemme - gemme vive, perché la coscienza di Akor' persisteva - o addirittura ammassarle a dozzine. Come fossero uno stupido tesoro, come se si improvvisassero loro stessi 'draghi', custodendo a loro volta le frattaglie del loro orgoglio accrescendolo di generazione in generazione.

Il cuore di Akor' era lì, di fronte ai suoi occhi, ma non come trofeo. Anzi, più come un fardello - il giusto prezzo per aver fallito nel liberarlo dalle catene del fu-sultano di Vento d'Oriente. Era stato lui stesso a concedergli la gemma, a chiedergli di mostrargli il mondo che gli era stato negato nella prigionia.
"Ma io non posso."

Non seppe dirsi perché - semplicemente sentì che quello non era il mondo che Akor' voleva vedere. Non gli incubi di un Sorya marcito al calare del Crepuscolo, non i sogni di Cronos e di Moryan. Né le orme prive di meta dello stesso spadaccino.

Né poteva permettersi di avere al proprio seguito un drago assetato di vendetta, portando rovina su Ahinoe - specialmente dopo ciò che lei stessa aveva dovuto sopportare.

« Temo dovrò infrangere una promessa, Akor'. »

Si avvicinò di più al bordo del precipizio, facendo attenzione a non scivolare nella sabbia che cadeva, e fissò di sotto sino a trovare la sagoma galleggiante ed inerte della creatura appena sconfitta. Lo prese un attacco di vertigini all'immaginare la caduta rovinosa se solo avesse fatto un passo falso, e gli ci vollero parecchi attimi per togliersi quell'immagine dalla testa. Era l'unica maniera, però; non poteva semplicemente tirarsi indietro.

Tese il braccio con la gemma in avanti, chiudendo gli occhi un'ultima volta e beandosi del tintinnare degli anelli, e quando li riaprì fissò la pietra attentamente un'ultima volta. Non seppe indovinare tramite quei lineamenti lisci e rigidi cosa pensava Akor', in quel momento - né, si rese conto, lo avrebbe mai saputo. Forse era furioso, forse era confuso. Forse era grato? O semplicemente era divertito, o indifferente a tutto ciò?

Quale che fosse il suo pensiero, Jevanni ormai aveva deciso.

« Non sarò io a farti vedere il mondo. »
Disse 'addio' con lo sguardo e lasciò andare la collana di sotto, lì dove il corpo del drago giaceva a mollo.

Ancora una volta l'albino diede le spalle a tutto ciò, fronteggiando il deserto-troppo-vasto.
Riprese il sentiero dal quale era giunto, e giunse all'Oasi.

Sembrò quasi disabitata al suo arrivo, le strade erano svuotate della gente e i carri erano stati lasciati disabitati. Lo stesso brusio della gente che schiamazzava era sparito, e gli unici cenni di vita erano quelli dei più coraggiosi che aprivano timidamente le finestre e guardavano al di fuori. E molti, persino vedendo il ritorno del Guerriero, non vollero uscire dalle case.

"Non sono più ben voluto, immagino."
E non poté biasimarli. La loro gentilezza era stata ricambiata da sventura, rancore riversato ingiustamente nella loro terra.

La decisione fu rapida e radicale.
L'albino tornò nell'abitazione dove si erano presi cura di lui, schivando gli sguardi intimoriti di Mereet, e dopo aver pulito le ferite raccolse i propri effetti personali e lasciò l'Oasi per Greenwater.

A2z3z

E fu così che le strade di un uomo e di un drago, incrociatesi in quel deserto, si divisero di nuovo.


 
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