| Fanie Elberim |
| | Nome: Fanie Elberim | Razza: Driade (Drago Verde) | Sesso: Femmina | Classe: Chierico di Smeraldo Talento: Guarigione III | Gold: Conto | Fascia: Rossa | Pericolosità: C Sinossi Fisica: Graziosa, Resiliente, Abile. | Sinossi Psicologica: Altruista, Coraggiosa, Onesta. Capacità Straordinarie: 2 Robustezza 1 Tenacia 2 Tattica 1 Destrezza (6) Capacità Straordinarie Draco: 2 Agilità 2 Prontezza 1 Intuito 1 Forza (6) Basso - 5% | Medio - 9% | Alto - 18% | Critico - 36% Linguaggi Parlati: Neamh [Arshaid] (lingua madre), Draconico (lingua primaria), Comune (lingua acquisita) « Ultima dei Draghi Neri di Basiledra. » « We will never surrender, we will never die » Aspetto Fisico: Allo scoccare del suo ottantesimo compleanno, Fanie, appare poco più che una fanciulla sia per lineamenti che per formazione fisica in senso stretto. Pur avendo delle forme discretamente femminili per appartenere alla razza elfica, queste non riescono a rivaleggiare con la formosità di molte altre razze, facendola apparire sempre più giovane e longilinea di quanto, in realtà, non sia per la sua stirpe. L'aver indossato la corazza e maneggiato armi per molto tempo ha reso il suo fisico tonico, asciutto, iniziando persino a far intravedere qualche infinitesimale accenno di muscolatura sull'addome e sulle braccia che, solitamente coperte, risultano molto allenate pur senza perdere quella grazie e quella delicatezza tipica degli elfi. Fanie non possiede cicatrici visibili, la sua pelle è perfettamente uniforme, eccezion fatta per alcuni punti dove piccole venature verdi sostituiscono il normale candore, indice della sua reale natura. Dagli occhi color smeraldo, molto chiari e luminosi, con il naso sottile e le labbra quasi disegnate, Fanie somiglia per quanto possibile ad una figura quasi idealizzata che ad una persona reale, pur tuttavia non sfociando in una bellezza volgare, rimanendo in una visione molto fanciullesca e graziosa del senso estetico. Verosimilmente, se non si notassero le lunghe orecchie affusolate che spuntano dai capelli ambrati, le si potrebbero attribuire diciannove, forse vent'anni di un normale essere umano. Ciò che forse è più indicativo della sua natura ibrida, però, sono le sue mani: le dita sono difatti sproporzionate, seppure di poco, rispetto a quello che ci sia aspetterebbe e tendono ad essere straordinariamente sottili e affusolate. I più scaltri, o chi conosca in parte la verità, non farà alcun problema ad individuare in quelle falangi dei piccoli accenni di rametti. E' frequente, invece, che dai capelli le fioriscano svariati fiori di Iris e piccoli semi in grado di dare vita ad altri fiori e piante di vario tipo.
La Driade ed il Dragone: Fanie, crescendo, si è resa conto che il suo corpo ha mutato la forma naturale, passando dai connotati di una Driade come sua madre, a qualcosa di molto più particolareggiato, qualcosa che va a somigliare in modo importante con il potere che le ha donato la Spada del Drago Nero. Quando è baciata dalla luce solare, infatti, Fanie assume la forma di una driade con la pelle ricoperta in alcuni punti da corteccia, i capelli trasformati in foglie e fronde, e le dita liberate dall'apparenza mortale riproposte come rami robusti e affusolati. Tuttavia, col trascorrere del tempo e l'avanzare della forza intrinseca e sopita che esiste da sempre nella sua anima, alcune cose sono mutate notevolmente in lei, somigliando a quelle di un drago. La pelle, dove non coperta di corteccia, appare composta da piccole scaglie smeraldine traslucide, mentre tra le foglie dei capelli spuntano due eleganti corna ricurve, piccole ma ben visibili. La dentatura si modifica, generando denti più aguzzi e canini pronunciati, anche la voce diventa più profonda e gutturale, non dissimile a quella che si udirebbe parlando attraverso una cavità, quasi rimbombante, pur non mutando eccessivamente di gradevolezza. Come ultimo dettaglio importante gli occhi, che si riducono ad avere una pupilla verticale pur mantenendo il medesimo colore e profondità.
Linee di Pensiero: Vissuta per decadi in un ambiente semplice, tranquillo, il cui unico scopo era quello di preservare ed apprendere, Fanie ha potuto conoscere ogni cosa che la circondava senza però mai affacciarsi al di là di suoi boschi. Costretta per cause di forza maggiore a fuggire da casa e ritrovandosi da sola in un ambiente ostile, Fanie ha deciso autonomamente di prendersi a carico il futuro degli esseri umani. Le sue ambizioni sono quelle di portare guarigione e sollievo dove vi è sofferenza e dolore, ad ogni costo. Dapprima legata indissolubilmente ed unicamente alla natura, si è evoluta vivendo sempre di più con l'uomo sino a ritenere il futuro del mondo nelle mani di quell'unica, capricciosa e volubile razza. In tal senso si è adoperata per far si che il suo lavoro possa aiutare tutti a trovare una via retta e gentile verso il futuro, verso l'evoluzione. Nondimeno, tuttavia, parte della sua natura selvaggia e curiosa non si è del tutto conformata a quella parte razionale e logica che le hanno insegnato. Questo rende Fanie una forza inamovibile dalle convinzioni salde in grado di tirare fuori artigli e denti al momento opportuno e di saper essere diplomatica e silenziosa quando necessario.Dal diario di Fanie, la sua storia in breve. Amin Sermo, Oggi le cose sono andate meglio, ho imparato a gestire questo mio strano potere e mamma dice che le cose miglioreranno col tempo. Qua tutti mi prendono un poco in giro per la mia situazione, talvolta quando sono a tavola non faccio altro che bere acqua e mangiare miele, gli altri mi guardano e ridono, penso che non capiscano come mai io faccia fatica a mangiare le loro stesse cose. A volte mi sento come se non fossi ne uguale a papà e nemmeno uguale a mamma... loro dicono che è un dono e che la loro unione è stata benedetta dagli spiriti della foresta, eppure io mi sento così sola, a volte, che mi sembra di non essere nemmeno benvoluta tra le accoglienti e luminose fronde di questo luogo. Di Casa. Per fortuna che ci sono i miei adorati animali a tenermi compagnia, stamane Shilpa è caduto dalla cesta e ha provato a camminare da solo sino alla ciotola dove avevo messo le cibarie, quel lupetto è proprio strano. [ ... ] Purtroppo le streghe sono ancora al limitare della foresta. Dicono che non dobbiamo preoccuparci perché i cacciatori si sono già messi a combattere lungo il confine, ma molti di loro tornano feriti ed io non ho più tempo per fare altro se non aiutare mamma e le altre driadi a guarire i feriti, so che non dovrei avere paura ma la cosa si fa sempre più difficile, di notte non posso nemmeno tenere accesa una candela per paura che quelle scoprano dove è casa, quindi devo andare a dormire prima del crepuscolo. Sono giorni che non cantiamo più sotto le stelle riscaldati dal calore del fuoco nella radura. Qualcosa mi dice che, nonostante le parole di mamma e papà, avrò di che preoccuparmi molto presto e la cosa mi turba, nonostante tutto, perché non mi sento pronta a combattere per il bosco, non ne sono ancora capace. Almeno credo. [ ... ] Domani partiremo per uscire dalla nostra casa, dicono che è diventato troppo pericoloso restare qui e dobbiamo approfittare della primavera per poter camminare più a lungo possibile verso sud, dove alcuni nostri cugini hanno deciso di ospitarci in cambio di aiuto con il lavoro manuale e artigianale, la caccia ed altre attività in cui siamo più che bravi. Speriamo solo che nel viaggio nessuno abbia problemi, non è qualcosa che possiamo fare in breve e le streghe ci danno ancora la caccia. Mamma continua a ripetere che non dovrei avere paura perché non possono farci niente finché restiamo tutti uniti, però io inizio a dubitare delle sue parole e credo che, alla fine, ci prenderanno se non andiamo via. Sono felice di partire.
Gettai anche l'ultimo rametto secco nel fuoco illuminando la radura nella quale mi ero accampata per la notte. La piccola Vraal aveva deciso di non abbandonarmi quando ero uscita dalla foresta. La sua famiglia era rimasta vittima di alcuni bracconieri e lei, una piccola pantera di appena un mese di vita, si era rifiutata categoricamente di abbandonarmi per restare col suo branco. Forse in parte era colpa mia, che l'avevo curata e aiutata a sopravvivere tenendola gelosamente protetta nella mia camera, sebbene gli altri avessero proferito che la natura agisse secondo uno scopo tutt'altro che benevolo. Si avvicinò trotterellando in cerca di coccole e attenzioni, quindi la nascosi tra le pieghe della lunga veste perché si addormentasse. Quanto tempo era passato da quando mi ero separata dagli altri? Un mese, sicuramente, ma quanto tempo sembrava passato a me? Un secolo, forse anche di più. Appena usciti dalla foresta le streghe ci hanno teso un'imboscata e molti di noi non sono riusciti a fuggire, rintanandosi all'interno del villaggio in attesa di un momento più propizio, le driadi sono fuggite invece, anche mia madre, attirando lontano l'attenzione di quelle megere. Per quanto riguarda me, io rimasi praticamente da sola, non che mi piacesse ammetterlo a dire il vero, ma credo di essere in qualche modo stata la causa per cui mio padre voleva andarsene... condividendo tanto con mia madre in termini di natura, probabilmente avrei finito per attrarre sgradevoli presenze nella foresta. Tuttavia mi sentivo anche rincuorata, nelle leggende della mia gente viene spesso narrata la storia di una creatura mezza terrena e mezza sovrannaturale che, ogni mille anni, si allontana per trovare il proprio scopo nelle terre lontane, nelle grandi città di marmo e di pietra. Una leggenda che, per quanto mi riguarda, potrebbe persino essere veritiera nel mio caso, visto che la mia destinazione è Basiledra, la più grande città di cui abbia sentito parlare durante il poco tempo che ho avuto per comunicare col mondo esterno e con chi vi abita. Una cosa però mi illuminò la mente: un furto. Incautamente lasciai incustodite le mie provviste per il viaggio e qualcuno ne approfittò per fregarmi ogni cosa e lasciarmi letteralmente con un gatto nero troppo cresciuto, un vestito che a dir poco andava bene per cacciare solo nelle foreste, e tanta fame. Qualcuno particolarmente caritatevole mi donò della frutta, mi pare un vecchio contadino, non ricordo troppo bene, per arrivare sino alla capitale. Cosa fare quando raggiungerò la destinazione era una domanda frequente e complessa nella mia mente, difficile prevedere le reazioni degli uomini, al pari di quelle dei miei simili. La cosa a cui cercavo di non pensare era il mio passato e ciò che questo comportava. Il mio scopo era raggiungere la città e diventare sempre più brava nella guarigione e nella magia naturale, per tutto il resto c'era sempre tempo e luogo. A giudicare dalla mia genia i futuri cinquemila o seimila anni non avrebbero certo "mancato" di tempo libero.Sulle ali del Drago: la vita nei ranghi del Drago Nero.Come i fiori, al canto della primavera noi risplendiamo alla luce del primo sole, ricordando al mondo quale sia il suo posto. Siamo creature fidate, capaci di grande compassione ed incommensurabile rabbia eppure siamo anche coloro che vegliano immobili dal tetto di Theras. Lo sguardo severo e concentrato, l'aria decisa eppure serena, la spada serrata tra le mani e maneggiata con poca maestria ma tanta determinazione. Questa è Fanie all'interno della Schiera del Drago Nero. Una giovane allieva che lotta per trovare il proprio posto nel mondo, che non si arrende mai e che persevera instancabile giorno e notte per raggiungere il suo obiettivo. L'aver parlato con Raymond e l'esserne diventata scudiero l'ha resa davvero orgogliosa di se stessa: ma non un orgoglio fallace e malevolo, un orgoglio propositivo che l'ha spinta al limite delle sue capacità più di una volta nel tentativo di migliorarsi. Fanie vuole essere lo scudo tra il mondo e le tenebre, vuole essere la mano tesa verso l'oscurità ed il faro che illumina il porto durante la tempesta. Ma per farlo, volente o nolente, ha compreso che l'unica maniera è imparare a lottare e non fermarsi mai, per nessuno motivo, nemmeno un istante. Da qui all'eternità, sempre leale. Il suo legame con Raymond è quanto di più sacro possa essere sancito tra gli elfi al di fuori della religione pura e semplice, è un rapporto che prevede lealtà ad ogni costo ed il desiderio di apprendere reciprocamente per il resto della vita. E la vita di un elfo può essere molto, molto lunga. Fanie tiene con se il medaglione della Schiera, sempre in bella vista sopra le vesti, spesso usato anche per fermare eventuali mantelli come una sorta di fermaglio. L'amuleto, il cui oro e la cui ossidiana si fondono perfettamente tra loro senza impiastricciarsi, è il prezioso esempio di appartenenza alla schiera del Drago Nero. Chi l'ha forgiato non è dato saperlo: il fabbro ha curato con maestria ogni dettaglio, dando al metallo più scuro l'aspetto di un drago che va ad accoccolarsi nella pozza dorata sottostante. Gli si può attribuire comunque con facilità un grande valore, superiore a quello di qualsiasi altro monile del genere. All'interno dei Quattro Regni l'effige è conosciuta e rispettata, e suscita nei più anzi una certa soggezione; l'appartenenza alla schiera è vista come simbolo di grande valore, ma parimenti viene associata a sgradevoli superstizioni e timori. (Oggetto Scenico) Molti nutriranno dei dubbi sulle sue capacità, qualcuno continuerà a trovarne probabilmente per sempre, ma non è questo l'importante, non per lei. Adesso, quando alla sera le ombre si allungano sulla sua piccola stanza nella caserma, dalle finestre penetra una debole e meravigliosa luce arancione. Ed alle sue spalle, quasi per incanto, a volte compare una grande ala nera. L'ala di qualcuno che veglia su di lei, giorno e notte, aspettando di vederla crescere. Ma non è stato l'allenamento né la passione a far di Fanie un vero soldato, ma il battesimo nei campi di battaglia. Ha imbracciato per la prima volta le armi contro la sua stessa gente, altri umani dei regni, durante il grande conflitto che ha scosso le fondamenta stesse del Regno e, quando ne è uscita, ha compreso che la sua strada sarebbe stata ben distante da quanto profetizzato dai suoi genitori. Fanie adesso non è solo un'idealista, ma anche il braccio armato della medesima idea, e per farlo non può contare sempre solo sulle forze della natura. Il cammino del campione è insidioso, ma lei ha scelto di intraprenderlo per evitare altre guerre come quella che ha dovuto affrontare. (Tomo Sacro)
Il tempo l'ha plasmata, le vicissitudini ed i dolori si accavallano al pari del suo irrefrenabile desiderio di speranza. Dopo molti mesi passati ad addestrarsi ed a studiare le tattiche militari per eccellenza, Fanie sta acquisendo le capacità necessarie al comando su piccola scala. Ideare, escogitare, ingegnarsi per trovare la giusta soluzione ai problemi sono solamente alcune della qualità che le sono richieste per migliorarsi come soldato e come scudiero. Unitamente al suo ottimo addestramento, anche per sua stessa natura Fanie è dotata di uno straordinario senso di adattabilità che le permette di trovarsi a suo agio anche laddove lo svantaggio sembra prevalere in maniera netta. Le avversità potranno anche sopraffarla in certi momenti, ma in quell'istante in cui sembrerà tutto perduto, lei saprà esattamente cosa fare. (Diamante, CS in Tattica)
Dopo oltre un anno nella Schiera, come fedele scudiero e instancabile apprendista, Fanie ha quasi raggiunto la stessa bravura in battaglia del suo maestro. Per lui inizia a provare sentimenti nuovi, però, che non aveva ma provato prima d'allora, qualcosa che le sfugge a cui lei non da peso alcuno. Sviluppa ancora di più le sue doti magiche, ottenendo nuovi poteri e risvegliandone altri attraverso innumerevoli vicissitudini e pericoli, tra coraggio ed onore. (Tomo Magico). I lunghi addestramenti, inoltre, svelano anche la parte più combattiva di Fanie donandole una mobilità naturale superiore alla media, frutto della predisposizione elfica alla rapidità ed al combattimento veloce. (Diamente, CS in Destrezza) Il futuro, tuttavia, è oscuro ai suoi occhi. La speranza vacilla nell'ora più buia di Basiledra ed il mondo che ha tanto amato le si sgretola sotto i piedi. Dopo la caduta della città, ad opera della Guardia Insonne, il futuro per Fanie è oscuro e, rimasta da sola e avendo visto il suo amato Raymond dipartire, non le resta che rifugiarsi nei boschi con un nucleo di uomini fidati e continuare a combattere.
A man fights until he has been injured, a great man fights until he shall fall, a hero gets back up, and rises against all. An evil may be vanquished, but sometimes it returns, but when the hero is there, that evil shall burn.L'eredità di una Driade: né Elfa né Drago, ma il meglio di entrambi.« L'orgoglio è il male del mondo, piccola mia, ma sappi che in un caso, ed uno solo, potrai ritenerti orgogliosa di qualcosa senza guardarti alle spalle: Il tuo retaggio. » ~ Eredità. Figlia di due mondi e parte di nessuno, la vita terribile e dolorosa che è toccata a Fanie durante tutta la sua lunghissima infanzia. Crescere isolata, all'oscuro del mondo oltre il suo villaggio, con una duplice natura irrequieta e particolarmente indomabile nel periodo adolescenziale, ha dovuto apprendere a sue spese lo scotto di un comportamento non sempre retto e dignitoso. Nessuna azione grave e nessun problema insormontabile, ma tanti piccoli tasselli di un mosaico quasi imperscrutabile. Nata con l'anima divisa esattamente in due, il suo spirito risulta essere abbastanza irrequieto e forte da farsi facilmente percepire anche dal più disattento degli esseri viventi. Un tumulto interiore che Fanie non desidera ma che, inevitabilmente, finisce per avere su chiunque incontri, spesso con risultati non piacevoli. [Passiva Razziale Stirpe Draconica: Trasformazione]
~ Attitudine. Anni di reclusione, di solitudine imposta, e di privazioni la spinsero sopra libri di magia druidica e spirituale, aumentando il suo interesse per le arti praticate dalla madre e dal maestro, Fal. Col tempo queste capacità divennero il fulcro della sua stessa esistenza: lei ignorava molte cose pur di continuare a studiare i segreti del mondo naturale, evitò anche di prendere parte alle battute di caccia obbligatorie per tutti i giovani elfi attirandosi ancora di più sguardi malevoli. Ma questo sacrificio e questo desiderio di conoscenza senza limiti le portò dei benefici immensi durante la sua adolescenza. Apprese come manipolare la natura e le essenza vitali in maniera tale da intervenire anche laddove la maggior parte dei guaritori si sarebbero arresi, cercò di raggiungere vette di sapienza riservate solamente a persone molto più competenti e non solo le raggiunse, ma le superò, ottenendo capacità degne di una maestra guaritrice. Era in grado di risanare le ferite al fisico ed allo spirito, di combattere le maledizioni ed i veleni, il tutto in maniera così elegante e raffinata da non sprecare mai inutili energie. [Passive talento Guarigione: ammontare di cure uguale al consumo speso, cura di danni psionici o fisici a scelta, guarigione ad area di un livello più bassa del consumo.]
Fanie, di tutto quello che le è successo in gioventù, parla malvolentieri. E' consapevole di avere una storia poco affascinante, ricca più che altro di sbagli e di cadute, comprende bene quanto il sacrificio che ha compiuto per diventare la guaritrice che è l'abbia allontana dal suo popolo e dalle sue tradizioni. Alla ricerca di una casa, di un futuro più luminoso, ha compreso che il suo grande errore, al tempo che fu, risiedeva proprio nella passività e nell'attesa che il tempo le scorresse addosso. Non sbaglierà ancora, di questo ne è eccezionalmente certa.Il potere della natura: Decadenza e Vita.Nessuno osi mai dubitare del potere che la natura esercita su di noi. Qui tutti siamo servi, soli ed umili, di volontà più grandi e non spetta a noi arrogarci il diritto di fermale. Noi siamo l'araldo del potere, ed esso ci domanda: il giusto o lo sbagliato? ~ Petalis Lapideum.Manipolare, plasmare gli elementi, danzare al chiaro di luna con gli stormi di corvi cullanti dal canto tetro dei gufi o fissare la propria anima volare in cielo nelle giornate di sole splendente, sono tutte parti inscindibili del medesimo insieme. La capacità di piegare la natura al proprio volere è qualcosa che si acquisisce con anni ed anni di praticantato, spesso affidandosi a maestri degni di tale nome che istruiscono giorno e notte in questa o quell'arte. E poi c'è un secondo gruppo di individui, nati sotto il segno della speranza e benedetti dalle labbra di madre natura, che non necessitano di piegare la natura per ottenere qualcosa... devono solamente chiederla e, se il loro animo è puro e l'intento nobile, ella li ascolterà come una madre amorevole che accontenta il figlio triste. E che mai si dica che i petali di una rosa non possono nuocere a nessuno, giacché poteri superiori alla nostra concezione sono sempre pronti a smentirci, spesso con grande dolore. Fanie è capace di attingere a poteri incredibili, richiamando ed evocando alberi, petali, rami e foreste per farsi da scudo contro qualsiasi amenità. Queste non sono piante comuni ma vere e proprie piante di pietra dure come l'acciaio e dal colore grigio pallido. Esse non sono piante morte, sono solo addormentate e ripiene di una vita cristallizzata che sfugge alle menti più deboli ed incapaci di comprenderla. Le foglie di queste piante hanno bordi taglienti come rasoi, e sottili come un foglio di carta, in grado di perforare, tagliare e distruggere qualsiasi cosa si frapponga tra la giovane guaritrice ed il suo obiettivo. [Abilità offensiva e difensiva a consumo Variabile][2/10] Questa capacità prende il nome di boccioli di pietra ed è uno dei rituali unici scoperti da Fanie nel suo lungo praticantato in solitaria.
~ Aura Vitalis. Fanie, continuando il suo percorso di crescita fisica e psicologica, è riuscita a comprendere un importante segreto riferito alla sua stirpe. Le capacità di guarigione naturalmente presenti nel suo corpo, mediante il lungo praticantato, non sono difatti l'unico modo per esternare il suo potere. Come drago verde, difatti, il suo soffio è in grado di esalare una fiamma color smeraldo assolutamente innocua per qualsiasi essere vivente, capace di rimarginare le ferite ed alleviare il dolore causato all'anima. Ciò che viene a contatto con il soffio, che sia roccia o nuda terra, di origine naturale, fiorisce immediatamente ricoprendosi di erba o di fiori, ritornando alla vita anche se ridotto alla sterilità da decine di anni. Quest'ultimo effetto non è che coreografico e non apporta vantaggi in combattimento. [Cura del talento di guarigione, fisica e psion, usabile a Basso, Medio o Alto]
~ Ferro Ignique. Fede e coraggio possono battere qualsiasi cosa e, se unitamente a queste due cose, c'è anche l'intromissione di un potere superiore a qualsiasi immaginazione, come quello degli elementi, la risultante è quanto di più efficace si possa desiderare. Fanie ha compreso sin troppo bene che le armi e l'equipaggiamento possono fare la differenza tra un buon soldato ed un pessimo soldato, per questo fa affidamento ad uno straordinario potere frutto della mescolanza dei due mondi a cui oramai appartiene: quello naturale e quello militare. Impregnando un'arma, o anche le nude mani, di energia sarà in grado di sferrare un colpo talmente possente da frantumare qualsiasi oggetto vi si trovi in traiettoria. Che siano spade, corazze, di pelle o d'alabastro, il potere così sprigionato sarà in grado di spezzare e ridurre all'inutilità ogni utensile. Durante questo particolare attacco le armi usate per colpire risplenderanno di una luce smeraldina e, una volta colpito il bersaglio, rilasceranno minuscole scintille del medesimo colore dissolvendosi nell'aria. [Pergamena del campione: Infrangere, danno all'equipaggiamento, consumo Basso]
~ Fulmino. Sangue e acciaio sono strumenti di inimmaginabile potenza, se posti nelle mani delle persone giuste. Eppure Fanie non si è lasciata corrompere dalla semplicità del potere materiale ed è rimasta essenzialmente collegata con la sua parte naturale. I poteri taumaturgici e la grande maestria nel modellare le energie positive non sono l'unica cosa che la magia naturale le ha permesso di sviluppare, anzi, sono solo la punta appena visibile di ciò che scorre nel suo sangue misto. Già in grado di manipolare agevolmente tutti gli elementi della natura, Fanie ha raggiunto un livello di consapevolezza tale da fondere assieme il potere divino e quello naturale, governando forse la più potente energia del creato: i fulmini. Portando le mani al cielo, o anche una spada o una qualsiasi arma che faccia da catalizzatore per le sue energie, Fanie è in grado di scatenare una vera e propria tempesta di fulmini sui suoi nemici. Il tutto si svolgerà nel giro di pochi istanti, mentre dense nuvole blu scuro sovrasteranno il campo di battaglia, lasciando che i fulmini cadano seguendo la volontà della loro evocatrice. Ma non è solo per distruggere che il cielo può essere modellato: Fanie può chiedere al sole di rivelarsi o alle nuvole di oscurare la luce, alle stelle di brillare in cielo o alla pioggia leggera di rinvigorire gli animi stanchi senza spendere alcuna energia o risorsa, ma solo concentrando la sua mente alla volta celeste. [Pergamena dello sciamano: Dominio dei cieli. Varibile offensiva ad area e consumo Nullo in grado di creare effetti scenici nel cielo.]
~ Martyrium. Una delle più importanti, e dolorose, verità che hanno coinvolto la vita di Fanie è il sacrificio. Quel bisogno disperato ed assoluto di raggiungere il proprio scopo viene, da molti, definita follia e, da altri, martirio. Non importa quale sia il mezzo: il sacrificio è qualcosa che viene da profondo del cuore e non può semplicemente essere visto come un mero strumento per raggiungere lo scopo. E' qualcosa di più, che va dentro i meandri della psiche e affonda le sue radice nelle convinzioni e negli ideali di chi lo va compiendo. Forse, il sacrificio, può essere compreso solo da chi ne è fautore. Fanie, d'altro canto, è in grado di superare i suoi limiti per fronteggiare pericoli altre sì insormontabili ed infliggere un duro colpo laddove non v'è quasi possibilità. Al fronte di un contraccolpo nella zona usata per colpire, riuscirà ad infliggere un danno di notevole entità utilizzando qualsiasi elemento se sia congeniale, dall'arma alle mere mani. [Pergamena del campione: Martirio. Media a consumo Basso e danno autoinflitto Basso.]
~ Imperium Natura. Il potere del sacro e della natura sono spesso volubili e capricciosi, solamente i più capaci o audaci riescono a guadagnarne il favore e sfruttarlo contro i propri nemici. Rilasciando parte delle sue energie dalle palme o anche da un singolo dito, Fanie è in grado di scatenare un raggio estremamente concentrato e possente di potere spirituale sacro. Il raggio viaggia a velocità incredibili e possiede una forza d'impatto di tutto rispetto, concretizzandosi in un fascio verde traslucido attorniato da piccole fiammelle bluastre. Talvolta è possibile che alla testa del raggio luminoso vi sia un qualche animale, composto della medesima luce, che guida il colpo a destinazione, quale una tigre, un draghetto o un lupo. Trattandosi di un potere prettamente naturale e di elemento luminoso, infliggerà danni maggiori agli avatar notturni e minori a quelli diurni. [Pergamena del campione: Lampo Spirituale, consumo Medio. Danno Alto agli avatar notturni e Basso a quelli diurni] Il potere scaturito dalla natura, tuttavia, non si limita solamente a modellare un'offesa, ma anche a rendere più reattivo il corpo di Fanie. Facendo appello ad un poter che la maggioranza delle creature viventi non possiede, ovvero quello puramente vegetale, è in grado di rendere i suoi capelli dei lunghi viticci dalla consistenza ferrosa, in grado di rivestirla all'occorrenza interamente, capaci di formare un vero e proprio intreccio vegetale abile ad assorbire la maggior parte degli urti di media entità. [Pergamena dello sciamano: Forma Selvatica. Difesa Media usabile anche a trecentosessanta gradi.]
~ Antiscutum. Fanie è una guaritrice, una driade, un'idea ma, prima di tutto, è un soldato di fanteria pesante. Inutile girare a lungo attorno a ciò che deve fare un combattente delle prime linee: sfondare il nemico ad ogni costo e avanzare. Questo spinge i soldati non solo ad apprendere tecniche di spada sopraffine e capacità di parata notevoli, ma li spinge anche a sviluppare doti tattiche non indifferenti. Per vincere contro un nemico molto più forte, difatti, non serve sempre e solo la mera forza ma anche astuzia ed intelligenza. Fanie, avendo combattuto a lungo in fanteria, ha sviluppato una naturale inclinazione a far perdere l'equilibrio ai propri avversari mediate un colpo contundente ben piazzato. Che sia portato con una gamba, un braccio, o anche con un colpo di scudo, questo attacco serve per minare l'equilibrio del nemico e farlo cadere a terra, dove subirà un danno da impatto di modeste proporzioni. [Personale fisica, consumo Basso][3/10]
~ Driade Celeritas. Fanie è naturalmente propensa alla rapidità, sebbene abbia imparato a combattere in fanteria, a causa del suo naturale retaggio elfico. Facendo appello a questa sua particolare flessibilità e prontezza di riflessi, difatti, riuscirà a far fronte a qualsiasi attacco fisico le venga rivolto contro nell'arco di due turni, alternando veloci schivate a parate incredibili, riuscendo a deviare persino i più incisivi proiettili e dardi. Durante questo periodo Fanie assumerà i connotati tipici della sua forma da driade, anche se solamente in parte, per sottolineare quale parte di lei abbia preso momentaneamente il sopravvento. [Pergamena del campione: Prontezza Eroica, consumo Medio, immunità dagli attacchi fisici per due turni]
~ Gladio et Flamma. La comunione tra i due mondi a cavallo dei quali vive Fanie non è solamente forte di sofferenza e solitudine. Sfruttando la magia naturale, i poteri sciamanici e la sua naturale predisposizione per la coesione tra i due mondi, è in grado di infondere nelle proprie armi un potere abbastanza forte da cagionare danni enormemente superiori a quelli normalmente fattibili. Le armi si ricopriranno di una fiamma bluastra, come se fossero composte da una sostanza infiammabile, lievemente percettibile ed al contatto sprigioneranno il potere naturale che le caratterizza aumentando l'entità delle ferite portare agli avversari. L'effetto dura per due turni di combattimento e non prevarica la normale regolamentazione sulle capacità straordinarie. Essendo di elemento luce infiggerà danni maggiori agli avatar notturni e danni minori a quelli diurni. [Pergamena del campione: Favore delle Armi, consumo Alto, i danni fisici infliggeranno un Medio in aggiunta al danno regolare. Il Medio scala ad Alto sugli avatar notturni e Basso su quelli diurni] Fanie ha appreso anche come usare, autonomamente, queste fiamme per poterle modella sul palmo della mano e lanciarle contro il nemico. Di un colore blu elettrico e dal calore paritario a quello delle normali fiamme, possono essere usate come eccellente distrazione oppure per illuminare un'area attorno a se al pari di una piccola torcia. [Pergamene dello sciamano: Fuochi Fatui Basso]
~ Falx Anima. Muovere l'aria con una mano è qualcosa di talmente sciocco che la maggior parte delle persone non la considera nemmeno un'attività degna di nota. Ma quando l'aria viene caricata di abbastanza energia da diventare tangibile, allora, tutte le sue proprietà si condensano dando vita ad una devastante - ed assolutamente letale - danza di morte. La lama d'aria deve essere generata mediante un movimento del corpo, qualsiasi esso sia, ed avrà una direzione ben precisa che non potrà mutare nella sua traiettoria, ma potrà distruggere pareti di roccia, massi o qualsiasi altra cosa trovi nel suo cammino al pari di una lama rovente nel burro. Fanie è anche in grado di generarla con un affondo, dando vita ad un brutale attacco volto a perforare qualsiasi cosa trovi sul suo cammino. Questo gesto ha una attivazione pressoché istantanea ed è una delle capacità più pericolose che chiunque manipoli la natura può controllare. Può essere usata ad area abbassando di un livello la potenza. [Pergamena dello sciamano: Falce d'aria, natura fisica, consumo Alto]
~ Draco Furor. Fanie, sebbene possa non sembrare, discende da una linea di elfi cacciatori e decisamente carnivori per certi aspetti. Questo, unitamente alla sua genealogia draconica, l'ha portata a sviluppare la capacità di mordere con ferocia i nemici. Quando questa capacità prende vita due enormi canini, simili a quelli di un draco zanna, prendono spazio nella bocca di Fanie ed un singolo morso, specie ad una zona già ferita, in queste condizioni è in grado di dilaniare o amputare un arto umano. Non è una capacità che Fanie ama utilizzare perchè risveglia una parte in lei sopita molto, molto violenta e selvaggia, ma talvolta è necessario per una questione di mera sopravvivenza. [Pergamena dello sciamano: Morso della Tigre, natura fisica, consumo Alto]
~ Gladius Aqua. Fanie non è fisicamente prestante, in termini di mera forza fisica, come la maggior parte degli umani egualmente addestrati nell'arte della guerra. Compensa, tuttavia, con una serie di raffinatezze tecniche che raramente gli umani possono vantare. Tra queste c'è la capacità di sferrare un colpo armato abbastanza rapido da risultare difficile da visualizzare, quasi come se la lama dell'arma diventasse acqua trasparente e cristallina, per tornare poi visibile all'ultimo. Questa tecnica è stata sviluppata appositamente per avvalersi di un potente effetto sorpresa e cogliere in fallo l'avversario seppure con un danno relativamente limitato. [Pergamena dello sciamano: Lama D'acqua. Offensiva Bassa che si avvale di un effetto sorpresa aggiuntivo.]
~ Aeternus Nexus. L'eredità degli elfi è qualcosa che supera la naturale comprensione umana e, talvolta, molta di quella di qualsiasi altra razza. Nel retaggio di Fanie vi sono linee dinastiche che risalgono agli albori della vita, talmente lontane nel tempo e nello spazio da trascendere vita e morte del popolo che ha solvato per primo i mari, le foreste, costruito le città e stabilito leggi. Costoro avevano un potere inimmaginabile di cui solo un frammento infinitesimale è giunto attraverso i millenni a Fanie, donandole la capacità di vedere il futuro per pochi istanti, al momento del bisogno, come una premonizione istantanea per tutelare la sua vita. L'ultima ad avere visto il passato con i suoi occhi, in un tempio dimenticato dalle ere e corrotto dal Beccaio. [Pergamena del campione: Anticipare il nemico. Difesa Assoluta, consumo Medio]
~ Viridis Draco. I draghi verdi sono creature dedite alla magia, all'ordine, alla guarigione ed alla natura. Acquisiscono potere dalle fonti di magia naturalmente presenti nell'ambiente, riuscendo a rifocillarsi spesso con l'essenza stessa degli elementi. Si tratta di un potere riservato a pochi, che spesso viene scambiato per affinità, quando in realtà è sinergia allo stato puro. Fanie ha una sola frazione di quel sangue nelle vene, ma tanto le basta per poter sfruttare a suo vantaggio le emanazioni magiche che la circondano, assorbendole al pari di una spugna per acuire il proprio ingegno. Ogniqualvolta una emanazione magica nemica viene lanciata in presenza di Fanie, l'elfa ottiene 2 capacità straordinarie aggiuntive alla Tattica. [Pergamena del mago: Discendenza Arcana, Passiva]
~ Temperantia. Fanie non è una creatura prettamente mortale. Più di metà del suo sistema circolatorio e strutturale è composto da cellulosa autorigenerante e da una seconda serie di vene ausiliarie in grado di pompare alternativamente sangue e linfa nel suo sistema circolatorio. Questa dualità le impedisce di vivere in ambienti privi di luce solare per lunghi periodi, si, ma allo stesso tempo le garantisce la capacità di lottare anche quando le ferite apparenti sono di una gravità tale che la maggior parte degli uomini è costretta al suolo. Si tratta di viticci, corteccia, fogliame e qualsiasi altra protuberanza vegetale possa occorrere che, all'occorrenza, va a sostituire le parti eccessivamente danneggiate rendendo possibile il movimento, seppure senza alleviare il dolore, delle zone colpite. I treant, come dicono le leggende, marciano per sempre e finiscono solamente quando hanno sconfitto i loro nemici, e così Fanie, irriducibile, avanza a testa alta anche quando il mondo sembra averla schiacciata. [Pergamena del mago: Sostentamento arcano, possibilità di muovere gli arti spezzati o eccessivamente lesionati, Passiva]
~ Memento Vitae. In contatto con un modo naturale e quasi immacolato dall'uomo, Fanie ha lentamente sviluppato una sorta di sesto senso che le permette di essere quasi perennemente in armonia con ciò che la circonda. Da pareti di pietra a sabbie calde del deserto, l'elfa è in grado di rendersi sempre conto quando qualcosa attorno a lei cambia, si modifica o semplicemente si trova in prossimità del suo corpo. [Auspex Passivo di individuazione forme di vita] Ma questa armonia non si è limitata semplicemente a ciò che di base è naturale, ma è andata ben oltre, fondendosi con eventi e vicende che hanno caratterizzato l'esistenza di Fanie. In particolare l'aver condiviso, anche se solo per un attimo infinitesimale, l'anima con la corrotta - ed ora defunta - Eruwayne ha permesso ad una scheggia d'anima ancora immacolata di quest'ultima di trasferirsi nel cuore di Fanie e agire come protezione in caso di necessità. Questa seconda anima sopita, e debolissima, farà in modo di creare una protezione contro tutti gli attacchi infidi ed invisibili che attanagliano la mente della sua sorella ancora vivente. Eruwayne è in grado di proteggere Fanie qualora quest'ultima la lasci libera di agire durante i primi momenti in cui il danno viene perpetrato e non solo, sarà in grado di proteggere anche coloro che sono al fianco della giovane nei casi d'estrema necessità. [Pergamena del campione: Aura di Incorruttibilità. Difesa psionica, consumo Medio e difesa ad area con consumo Basso]Strumenti di guerra: Scudo e Fede.« L'arma più importante risiede dentro ognuno di noi. » ~ Scudo con Capo a Punta. Uno scudo di base rettangolare la cui estremità inferiore si allunga verso il basso in maniera da proteggere, senza ingombrare, la parte del corpo compresa tra la vita e metà coscia, mentre la parte superiore ha una punta molto più piccola solitamente utilizzata per deviare di lato colpi di armi molto grandi, facendole strisciare su tutta la lunghezza dello scudo. E' costituito di legno pregiato rivestito da una lamina unica di acciaio temprato, al centro vi è il simbolo della Schiera del Drago Nero, come blasone. Può essere allacciato all'avambraccio e rimanervi senza necessità di stringere la seconda impugnatura con la mano sinistra, anche se per effettuare parate è indispensabile avere la presa salda. Pesa poco nonostante la mole, essendo composto prevalentemente da legno, ed è in grado di proteggere efficacemente tutto il busto quando è messo in posizione di guardia. Viene portato sulla schiena mediante dei semplici lacci di cuoio. [Scudo]
~ Spada Bastarda da Cavalleria. Una spada lunga da indossare al fianco, originariamente creata per la cavalleria ed in seguito ottimizzata per il combattimento corpo a corpo unitamente allo scudo. Formata da un unico pezzo di acciaio possiede una lama lunga circa cinquanta centimetri, a doppio filo, resistente ed estremamente lucida. Il guardamano è in acciaio, senza particolari lavorazioni, abbastanza sobrio e svolge egregiamente la funzione di protezione per la mano e guardia contro la perdita della presa. L'elsa e l'impugnatura sono in legno lavorato rivestiti di morbida pelle per agevolare la presa. Viene portata al fianco sinistro in maniera tale da poter essere estratta all'occorrenza con la mano destra. [Descrizione dell'Arma-Artefatto "Le tre forme del Drago Nero"]
~ Lancia Elfica. Questa normale lancia, lunga un metro e cinquanta, può essere brandita con una o con entrambe le mani in base alla necessità. Può anche essere lanciata all'occorrenza, ma lo scopo primario per cui è stata concepita è il combattimento in zone boschive e con poca possibilità di manovra. E' costituita da un corpo di legno flessibile ed una punta di acciaio forgiata a forma di foglia. Viene portata normalmente sulla schiena con la punta rivolta verso il basso per motivi di sicurezza. [Arma]
~ Artigli. Un segreto della corazza sono delle piccole unghie estremamente taglienti situate all'estremità delle dita dei guanti d'arme, in grado di graffiare e strappare la carne. [Arma]
~ Aicheamhail. La corazza di un leggendario condottiero dei tempi passati, realizzata in lamina d'acciaio ed estremamente imponente, persino sul fisico minuto di Fanie. Molte parti della corazza sono incredibilmente aderenti e ne risaltano le forme del fisico, quasi come fosse un vestito, ma al tatto risultano robuste e rigide proprio come una normale piastra d'acciaio. Schinieri e guanti d'arme sono molto più robusti del resto della corazza, risultando anche visibilmente più imponenti. (Una descrizione molto accurata della corazza si trova direttamente nell'artefatto) [Armatura Artefatto "Aicheamhail, l'ultimo bastione di Arawaen"]
~ Seme della ricostruzione. Sviluppando una grande affinità con gli oggetti che un soldato deve usare, Fanie è riuscita a far si che la sua natura prettamente vegetale accettasse anche corpi estranei potendo agevolmente interagire con loro. Nella fattispecie le sarà possibile sfruttare delle piccole radici, che si diramano direttamente dal suo corpo, per ripristinare qualsiasi tipo di arma o corazza danneggiata durante la battaglia. Il tempo di risanamento è piuttosto breve e non richiede alcuno sforzo per essere compiuto, tuttavia non è un qualcosa che si possa ripetere molto spesso a causa della riluttanza delle piante a prendersi cura di manufatti artificiali. [Erba Rigenerante][Qt.1]
~ Seme della sussistenza. Uno dei tanti tipi di fiori che sbocciano sulla chioma di Fanie è quasi miracoloso. Catalizzando l'energia solare, difatti, uno degli Iris naturalmente viola, assume una colorazione bluastra, molto rara, e se ingerito da altri o riassorbito dalla stessa Fanie, è in grado di restituirle parte delle energie spese nei combattimenti. Si tratta di un processo estremamente lento nella sua formazione, quindi va usato con estrema parsimonia ed in maniera oculata, altrimenti sarà necessario attendere il naturale processo di fioritura per poterne nuovamente avere i benefici. [Era Ricostituente, se ingerita rigenera il 5% delle energie][Qt.1]
~ Seme dell'affaticamento. Il sangue di Fanie non è semplicemente portatore di vita e coraggio, ma un secondo sistema circolatorio, ininfluente dal punto di vista vitale, circola sotto la sua pelle portando linfa vitale ai fiori che le crescono sui capelli. Questa linfa, frutto della sua fotosintesi quasi costante con l'ambiente che la circonda al pari di una pianta vera e propria, porta con se sostante altamente nocive. Non si tratta di vero e proprio veleno, anzi, però l'effetto che tale sostanza ha negli organismi viventi, e non, si traduce in un progressivo affaticamento ed un prosciugamento delle energie piuttosto vistoso. Fanie, sebbene non ami ricorrere a questo genere di trucchi, è consapevole che certi avversari non sono affrontabile se prima non vengono, quantomeno, ammorbiditi al punto giusto. Non conta come tecnica. [Miscela Logorante, per due turni gli attacchi fisici andati a segno prosciugano il 5% delle energie][Qt.1]
Edited by Fanie Elberim - 12/7/2014, 04:48
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