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| contest Dicembre 2015 L'idea mi è piaciuta molto. L'analisi molto pacata sulla vita di Odette, sui trascorsi del regno e su quanto accaduto negli anni precedenti, mi ha entusiasmato più di qualunque altro messaggio. In una semplicità quasi disarmante, ti sei prodigato nel descrivere quanto di più rivoluzionario esista nella vita di un "guerriero", seppure nelle fattezze di una bambina: il ritorno a casa. Dove la guerra la fanno da padrona, inevitabilmente la riscoperta dei valori semplici di casa, della tavola imbandita o del bisogno di tosare una pecora, sono qualcosa di "rivoluzionario"; un cambiamento che prende le mosse dall'antica prodezza dei contadini, che pedissequamente seguono la propria via giorno per giorno costruendo un impero fatto di lavoro e sudore. Ho apprezzato questa scelta, peraltro correlata a un personaggio che così facilmente si presta nell'incarnare i valori della "famiglia". Anche per questo il tuo scritto spicca sugli altri, benché non sia del tutto esente da obiezioni. Avrei preferito approfondissi questi temi, senza dilungarti troppo sulle analisi della vita campagnola oltre quanto il significato stesso di essa già non avesse reso a sufficienza. Inoltre, sarebbe stato il caso di imbellire gli ambienti, rendendo il ritorno a casa con maggiore emozione ed enfasi: con i colori e gli odori della campagna, contrapposti al grigiore della guerra e della città. Tutto questo, ovviamente, con una costruzione migliore dei periodi e delle frasi; non dimenticare, quindi, che si può sempre migliorare. Eppure, per quello che leggo vedo i tuoi progressi chiaramente. Molto bene!
L'interpretazione del contest appare distaccata dal significato classico e, per questo motivo, allettante nell'intenzione dello scrittore. Rivoluzione inteso come cambiamento drastico e doloroso, invero, si combina con sufficiente armonia col concetto di "trasformazione", reso - nel caso specifico - nel senso di trasformazione in uomo lupo. La resa, comunque, appare inficiata da alcuni errori di costruzione ed esposizione. Primo tra tutti, la brevità del testo. L'agire del lupo, della sua preda e il pezzo finale nella tana del "black wolf", è tutto troppo rapido. Sembra quasi che lo scrittore abbia poche idee da esporre, soltanto meri concetti che stenta a dilungare in un'ambientazione degna di se stessa. Invero, la parte in città è inverosimile nel punto in cui non si giustificano (o non si rendono distintamente) le ragioni dell'uomo lupo, che sembra "cacciare" per noia, più che per fame. Non si capisce per qual motivo "nessuno si curi" in città di un uomo lupo che azzanna un civile (dovrebbe scatenarsi il panico, viene solo detto che non succede perché in città sono cose normali - circostanza che meriterebbe più di una precisazione). Non viene approfondito il carattere del black wolf, né le ragioni per cui si passi alla trasformazione. Insomma, molte idee, ma esposte in poche righe e - pertanto - solamente accennate. Una costruzione più complessa e profonda sarebbe dovuta passare per una descrizione di ambientazioni, suoni, emozioni e finanche odori, assolutamente conforme al tema e proprie di una "trasformazione" che si connota nel mutamento del corpo fisico del protagonista e trabocca di rivoluzione da ogni poro: rivoluzione della sua umanità, della sua natura, più di ogni altra cosa. Questi elementi, però, vengono solo meramente accennati. Peccato.
Per quanto pregno della volontà di dar vita a una campagna, o a un progetto a lungo termine, lo scritto si propone alquanto breve e povero di idee. Gran parte del (poco) tempo di cui all'opera, infatti, viene impiegato per una mera elencazione di circostanze o elementi vari, che sono da mero contorno al messaggio vero e proprio insito nel contest. Questo andrebbe anche bene, se non fosse che il messaggio in se è riservato alle poche restanti righe. In fin dei conti - come detto - la brevità del tutto non fa altro che lasciare il lettore con un grande amaro in bocca, quasi come se avesse letto una mera "anticipazione" di ciò che lo scrittore voleva dire col suo contest, piuttosto che con la soddisfazione di aver letto il "prologo" di qualcosa. Il messaggio rivoluzionario è puramente simbolico e indicato nella funzione e nel titolo del contest ("Manifesto"), con un rimando a illustri punti di riferimento pseudo marxisti di cui - però - lo scritto non è nient'altro che una lontana - lontanissima - controfigura. A ciò si aggiunge una costruzione incerta in alcuni punti, frasi troppo lunghe e pezzi di discorso che andrebbero spezzati. In ultimo, la brevità non consente al lettore di distinguere nettamente tra i vari protagonisti del dialogo; non si consente, inoltre, di apprendere le circostanze in cui il dialogo avviene, né alcun elemento di sfondo che possa orientare l'ambientazione. In definitiva, la brevità inficia anche la narrazione, lasciando poco tempo e poco spazio al lettore per capire cosa immaginarsi o come farlo. Peccato, perché l'idea era molto buona.
Emozione
tema Gennaio 2016 |
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