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| Ludwig Lestat Lucavi« Varcai le nebbie, giungendo all'Abbazia, col cuore gonfio di risentimento ed collera. Acque Perdute aveva il fascino del dimenticato, frapposto - com'era - tra la memoria del passato e le virtù del futuro. Imposi il mio animo laddove il Sovrano mi inviò, tracciando un solco tra me ed il destino: dischiuse piano i miei occhi al suo progetto divino, consegnandomi l'ardore radioso degli Antichi e confidandomi dell'empietà del presente. Fu così che appresi del mondo e della sua decadenza, giungendo infine sull'altare della pietà, ove mi avrebbe atteso il mio compito: ergermi da prescelto del fato e segnare l'orizzonte di ogni uomo, estirpando il male del peccato che si è tramandato fino ad oggi. Mutai il mio risentimento in virtù e la mia collera in preghiera: fui Caino, l'Ultimo degli Antichi » ("I Salmi di Acque Perdute", estratto dal Primo Salmo) L'Ultimo degli AntichiIl primo degli Arconti | Nome: Ludwig Lestat Famiglia: Decaduto casato Lucavi di Blith Nome Sacro: Caino della stella nera Affiliazione: Arconti di Zoikar Ruolo: Leader spirituale del culto | Età: 25 anni Razza: Umana Territorio: Dortan. Classe: Priore di Acque Perdute (Negromante) | Grado: Primo Ministro del Regno. Talento: Stratega Pericolosità: A Fascia: Blu Conto: Gold |
Linguaggi: Comune, Antico Theraniano, Lingua dei Demoni moderna. Sinossi: Cinico - Politico - Avido / Pallido - Magro - Curato. Risorse: Corpo 75% ~ Mente 75% ~ Energia 150% L'Abbazia degli antichi dei Benvenuti ad Acque Perdute Acque Perdute. Anticamente un'abbazia nascosta in una baia del Sud-Est, ove i venti temperati del deserto raggiungono le correnti più fresche dell'Est e diventano muri di nulla ed austerità, celando alla vista ogni empietà del terreno. Qui, un tempo, si raccontava dei miti frati: adoravano degli antichi dei creatori, coloro che furono virtù e dogma di ogni anziano dei villaggi vicini, impersonando la creazione ed i suoi canti nei filamenti candidi di velate divinità senza volto, gloriose ed austere per il loro credo - più che per il loro aspetto. Si coltivava il mosto rosso dei colli, centellinando un vino che, se invecchiato a lungo, diveniva liquore denso e pastoso da accompagnare alle verdure ed ai frutti della terra. Passai, un tempo, quando ero bambino e viaggiavo con mio padre; cantore, com'era, delle virtù delle locande delle province più lontane, ebbe passione e volontà di introdurmi alla quiete di quel luogo sacro dimenticato dalla civiltà e - proprio per questo - ospitale e silenzioso, come solo la serenità sa essere. Vent'anni dopo, ironia della sorte, vi tornai in circostanze del tutto differenti. Fuggivo dalla guerra che ormai si era portata via il mio villaggio e - a quanto sapevo - anche il Borgo ed il Bianco Maniero del Re. L'unico mio ricordo andò al canto dei frati ed al profumo del mosto rosso, che nel sangue del male che vidi in quei giorni mi sembrò quanto più simile ad una paradisiaca pace potessi desiderare. Ciò che trovai ad Acque Perdute, però, fu molto differente da ciò che ricordavo: le piccole costruzioni in pietra e legno del monastero erano state sostituite da enormi torrioni di marmo nero e pietra, con guglie immense raffiguranti animali fantastici e mostruosi. I villaggi vicini erano scomparsi, assorbiti dalle mura dell'Abbazia che avevano sconfinato fino alla palude, invadendo i grandi vigneti ed i terreni coltivati che ricordavo. Bussai con indolenza il maestoso portone di quercia bruna, richiedendo ristoro e riposo. Mi fu accordato da un frate ammantato di scuro e mascherato con un volto bianco di ceramica. "Che ne è stato degli antichi dei?" Chiesi d'istinto, scioccamente. "Sono morti - altrimenti non sarebbero antichi, non credi?" Mi fu risposto con gelida freddezza. Il credo classico, invero, era stato sostituito dal canto del Sovrano: un dio misterioso ed ingannatore, fautore di tutte le austerità del mondo che l'umana coscienza ha il dovere di interpretare. Ora sull'Abbazia si era imposta una nuova disciplina, rigida e quasi militare: cresceva come una caserma che si approvvigiona per la guerra, inglobando villaggi, manodopera e - sopratutto - conoscenza. Libri e pergamene a milioni venivano catalogate ed inscritte nelle grossi torri di marmo nero, in una vasta opera di codificazione e riscrittura. Presto mi fu chiaro: l'obiettivo era custodire la storia del mondo, conoscerla e riscriverla per un futuro migliore e diverso, nella luce del Sovrano. La sera, poi, durante la cena conviviale con tutti i frati - che ora, mi si disse, preferivano appellarsi come Corvi (in seguito Arconti) - conobbi la figura fautrice di cotanto cambiamento. Anticamente l'avevano chiamato "Il Piccolo Lord", ironicamente appellato tale per la sua provenienza falsamente nobile: il suo casato, infatti, pareva un tempo ergersi presso un modesto villaggio vicino chiamato Blith; questo era caduto in disgrazia per ignoti motivi ed il signore suo padre l'aveva inviato presso i frati per acculturarsi e, probabilmente, sopravvivere alla carestia. Col tempo, però, tutti ebbero a chiamarlo "l'Infausto": il giovane, infatti, si diceva convinto di udir le voci degli antichi dei provenire dalle cripte millenarie dell'Abbazia. In particolare, si diceva sicuro di udire il richiamo dell'antica Anima Infausta decaduta al grido del tradimento - o Ionac, come le scritture anche lo tramandavano. I frati distoglievano la sua attenzione da simili favole, giacché tutti sapevano che quei canti antichi erano perlopiù racconti simbolici delle virtù del passato, allegorie di un tempo tanto remoto che nulla avrebbe potuto tramandare se non qualche bonario insegnamento intrinseco. Eppure il giovane era convinto e più cresceva più acquisiva consapevolezza sulle proprie capacità, conoscenza sugli antichi dogmi ed una potenza di spirito tale da sottomettere letteralmente la volontà di tutti i confratelli. Nel mentre, giunse il credo del Sovrano che convertì il monastero ad una nuova realtà spirituale. Si dice che fu proprio in quel momento che il giovane si convinse di essere il Prescelto dal Sovrano per tramandare gli antichi dogmi del passato al presente, accompagnando la civiltà ad una nuova levatura morale per il futuro ormai prossimo. Fu in questa convinzione che salì all'altare del Sovrano col nome di Caino della stella nera.
Caino il Priore Corpo ed anima di un Corvo Caino Lo conobbi meglio nel suo studio privato, sulla sommità della quarta torre orientale. Immaginai un uomo cupo, burbero e riservato, ma - con mio grande stupore, mi si presentò una figura affabile, dalla lingua sciolta ed affatto avara di racconti. Mi fece accomodare su di una poltrona rivestita con pelle di daino e mi offrì un bicchiere dell'antico liquore dell'Abbazia, quello che credevo perduto con la scomparsa dei vigneti. Scoprii, infatti, che il liquore era ancora prodotto, benché non capii come, essendo scomparsi i vigneti: aveva un gusto più aspro ed un colore più intenso, ma più scivolava dentro di me, più ne apprezzavo il sapore e scoprii infine che era molto buono. Mi avevano raccontato del Priore Caino, del suo fisico atletico e slanciato, temprato da anni di vita nei campi del suo paese lontano; non mi fu possibile vederlo in volto, ma mi si disse chiaramente di un capello nero corvino intenso, che, quando non indossava le vesti sacre, era tanto lungo da ricadergli quasi fino alle spalle. Ovviamente mi sarebbe stato comunque impossibile verificare di persona il suo aspetto reale, giacché la maschera bianca impediva di scrutare alcunché. Tutto, eccetto quegli occhi dorati: un dorato intenso, come mai avevo visto in alcuno. Taluni Corvi mi avevano giurato che qualcuno ricordava gli occhi di quel ragazzo di un marrone scuro, affatto vivo o brillante, quando venne all'abbazia. Eppure, i suoi occhi ora erano divenuti di un giallo intenso e lentamente quasi più nessuno si era preoccupato di questo mistero. Mi parlò del suo Casato, Lucavi di Blith: il padre Edmund aveva combattuto le antiche guerre, trovandovi moglie e tanto dolore. All'indomani della battaglia più importante era stato costretto a fuggire con la sua sposa, la quale - già in dolce attesa - avrebbe rischiato di non sopravvivere ad una disfatta. L'ammenda, però, fu la perdita del titolo e degli onori. Sentendolo parlare di tali eventi mi risultò incredibile notare come ne parlasse con freddezza innaturale, come se stesse elencando le provvigioni del mese: eppure mi parve di distinguere chiaramente, nel buio, il guanto nero che si stringeva con rabbia attorno al calice di liquore rosso. Egli, però, colse il mio sguardo in fallo e mi sorrise con gli occhi a sua volta: sicuramente mi ero sbagliato, dunque. Proseguì, parlandomi della necessità della sua venuta presso il monastero, giacché la sua famiglia non poteva più permettersi di mantenerlo, né di assicurargli una degna istruzione. Qui, conobbe degli antichi salmi e del volere del Sovrano, illuminandosi della sua gloria e convincendosi - infine - del progetto divino che lo attendeva. I testi più datati, infatti, parlavano degli "Antichi Esseri", ovvero figli, nel corpo ed nell'anima, del potere che aveva generato il mondo conosciuto e che aveva visto loro come primi ospiti. Mi raccontò che gli Antichi custodivano ancora il potere divino, che si estendeva come propaggine dei loro immortali corpi. Essi popolarono le terre create come fossero le loro case, riempiendo il mondo di vita e prosperità. Col passare dei secoli, però, gli Antichi dimenticarono il loro compito originale, ovvero di essere ordinatori del creato, prima di tutto: si confusero con gli uomini che vennero dopo di loro, mischiando il sangue con questi e generando figli mortali, ma parimenti affini al potere divino. Tal potere, dunque, prese lentamente il nome di "magia" e diluì la propria nobiltà nelle varie generazioni successive, dimenticando ordine, ragione e dogma di chi li aveva creati come ordinatori. L'unico che mantenne la volontà dell'ordine degli antichi dei fu Ionac, detto "l'Ultimo" degli Antichi. Costui fu generato dagli antichi dei col potere di annullare la volontà dei suoi fratelli, per riportarli all'ordine originario e punirli per il caos di cui erano stati causa ed effetto. Eppure, Ionac fu tradito dai suoi stessi più fedeli compagni prima ancora di poter compiere il suo progetto divino: fu rinchiuso in una bara di pietra e infamato col nome di traditore, benché egli stesso fosse stato tradito. Mentre mi parlava il Priore ardeva di rabbia ed i suoi occhi gialli brillavano ormai dorati. All'inizio ne fui turbato; poi, però, mi parve sempre più appassionato e convinto del suo credo di giustizia ed ordine, tanto che mi ritrovai a sorridere senza volerlo. Pian piano stentavo a capacitarmi come si potesse dubitare di un uomo tanto affabile; contemporaneamente, però, sentii il mio corpo abbandonarsi ad una serena quiete, che mi impedivano fisicamente di resistere a quell'accogliente agio, costringendomi a rilassare i muscoli e, con essi, anche la mente. Concluse, infine, parlandomi della sua investitura. Ionac, dopo millenni di prigionia nella terra, gli aveva parlato e l'aveva eletto come suo figlio e discepolo, donandogli tutti i suoi poteri. La missione del Priore, dunque, era divenuta quella di portare ordine e pace nel mondo conosciuto, punendo gli Antichi ed i loro figli, che ancora tramandavano il seme del tradimento. Egli avrebbe riscritto la storia passata e futura, trascinando a se ed ai suoi fratelli tutti gli onori di una nuova era di libertà ed ordine: avrebbe diffuso al mondo la volontà del Sovrano ed i Dogmi di Acque Perdute, scritte di suo pugno perché la civiltà potesse ritrovare la luce entro il buio ingenerato dal caos vissuto fino a quel momento. Infine, istintivamente mi ritrovai a chiedergli quale fosse il mio ruolo e cosa dovessi fare per assicurarmi un posto entro la nuova era di libertà e pace. Parlai di getto, mentre le braccia non si staccavano più dalla poltrona e gli occhi mi si chiudevano a fatica. Il Priore mi fissava con gli occhi brillanti; sentivo la forza scivolarmi via, come se lui me la togliesse con lo sguardo. Sorrise ancora, apparentemente abituato ad una reazione di questo tipo. Lo sentii trattenere una risata, mentre appoggiava il calice sul tavolo e si avvicinava, carezzandomi la fronte. Mi disse solo di diffondere al mondo quanto conosciuto, perché tutti potessero sapere che la luce presto avrebbe investito ogni essere vivente. Innocenti e Peccatori. Così feci e così tramando io al popolo con questo mio scritto; così come egli mi ha ordinato ed io son felice di fare. In nome del mio signore, il Sovrano. E nel nome del suo araldo più fedele: Caino, di Acque Perdute. (Albert Allembard, i diari di Acque Perdute)
"Io sono Caino" Caratteristiche Principali
« Immortale è solo una definizione conferita dagli uomini ad una condizione che non gli appartiene. Gli Antichi Esseri non si definivano tali, in quanto era incorretto: essi non provavano fatica, non invecchiavano e non necessitavano di nutrirsi. Il loro corpo non decadeva e - pertanto - non potevano morire di inedia o di vecchiaia. Ma non significa che non potessero morire affatto: tutti erano coscienti che il loro compito sarebbe terminato, per volontà degli antichi dei, nell'esatto attimo in cui avessero dimenticato di ottemperarlo. Col tempo, però, anche questo dogma scomparve dalle loro menti: gli altri uomini, per distinguerli da loro stessi, presero dunque a definirli "immortali", convincendosi che sarebbero durati in eterno prescindendo da qualunque loro comportamento. Una presunzione che convinse anche gli Antichi, infine. Fu per questo che gli antichi dei crearono l'Ultimo degli Antichi: esso sarebbe stato la più alta incarnazione della loro volontà, ovvero quella del giudizio e del dovere che i fratelli dell'Ultimo avevano col tempo dimenticato. » ("I Salmi di Acque Perdute", estratto dal Quarto Salmo) Lo Strumento Il Corpo di Caino Quando ormai la discussione si inoltrava fino a tarda ora, mi ritrovai affascinato da quelle parole. Per quanto potessi impormi di criticarle con tutta la perseveranza e la conoscenza che i miei studi mi avrebbero permesso, stentai a trovargli un difetto. Non avevo la voglia, né più la forza per farlo. L'ordine perduto, il caos e la necessità di un ordine nuovo: quanto il continente avrebbe avuto bisogno di nuove regole? Molto: troppo. Non dissi nulla, sforzandomi di limitare il mio assenso a brevi cenni del capo, ma qualcosa - forse - tradì la disarmante fragilità della mia imparzialità. Egli, infatti, parve leggere quanto stavo pensavo e non si riservò più alcuna conoscenza. Mutò aspetto, portandosi con la poltrona più vicino alla mia e - afferrandomi il palmo sinistro della mano, quello che non reggeva il bicchiere - mi parlò da fratello, più che da confessore. Il potere che l'Antico gli aveva tramandato, invero, non si limitava a vacui racconti, scopi ed utopistici disegni tanto importanti quanto fragili nella loro superficialità. L'Antico gli aveva tramandato lo strumento con cui condurre la sua missione. Tastai, così, con più consistenza la mano con cui mi accarezzava, sfilandola dal guanto. Era rigida, solida: la paragonai al metallo di un chiodo e le unghie alle lame di un rasoio, ricevendone conferma quando mandò in pezzi un tavolo per mostrarmene la potenza. Le sue mani erano armi dure come artigli e, in verità, tutto il suo corpo risultava duro come l'acciaio di un'armatura forgiata dal miglior fabbro del regno. Era innaturale, quasi strano al tatto, ma rendeva l'idea della veridicità di quei dogmi fino a quel momento snocciolati come una mera poesia pastorale. Inoltre, il suo fisico gli donava capacità in grado di trascendere l'umana natura. Sopratutto, gli donava riflessi fuori dal comune, per reagire alla maggior parte delle offensive e adattarsi a qualunque attacco subito. Tanto più che i suoi muscoli si irrobustivano o si rilassavano, a seconda della potenza dell'avversario, in modo da aggiungere una CS alla Forza, o perdere una CS, ove il suo corpo fosse risultato più abile o meno abile rispetto all'altro. E ancora: il suo corpo era in grado di contenere totalmente la sua energia vitale, risultando immune da tecniche di individuazione magica; poi, il suo corpo reagiva all'attivazione di oggetti magici nelle vicinanze, aggiungendo 1 CS alla Forza ogni volta che un artefatto fosse in uso vicino a lui. I suoi occhi, però, rimanevano il vero fulcro del suo potere. Parlò come un padre, sperando quasi di non turbarmi: egli si nutriva dell'anima delle persone. L'Antico, infatti, gli aveva tramandato un prezzo per tutti i suoi doni: solo le anime dei viventi l'avrebbero mantenuto forte. I suoi occhi, dunque, gli consentivano di vedere al buio, o in ogni condizione naturale di oscurità (comprese nebbie o simili), e scrutare, tra le pieghe dello spazio, qualunque presenza intorno a se, visibile o invisibile che fosse. Poteva assorbire le anime degli avversari gradualmente, infliggendo loro un senso di stanchezza incipiente, capace di spossare il nemico e - alla fine - di privarlo di energie. Tutto ciò lo rendevano, di fatto, una creatura semi divina. E, come tale, ormai lo guardavo. [Passiva razziale umana "Esperienza" / Armi naturali (artigli e corpo) / Passiva personale 1/25 (nel confronto fisico, se Caino possiede 1 CS in meno dell'avversario, guadagna 1 CS alla Forza; Malus, se Caino possiede 1 CS in più, perde una CS a scelta) / Celarsi (Pergamena Ladro, passiva) / Perizia fortificante (Pergamena Cacciatore, passiva, risorsa energia) / Amuleto dell'auspex / Passiva personale 2/25 (Capacità di vedere al buio o in condizioni di oscurità naturale) / Passiva personale 3/25 (Chiunque sia vicino a Caino subisce un'afflizione fisica che lo porta a sentirsi stanco in maniera graduale, aumentando la stanchezza al perdurare della vicinanza, fin quasi a portare allo svenimento).]
Lo Scopo L'Anima di Caino Il suo sguardo calcava intensamente entro la mia anima. Mi scossi a più riprese, ricadendo gradualmente in un sommesso torpore, dal momento in cui compresi di come fosse capace di assorbirla. Fui costretto probabilmente in uno stato di convinzione auto-indotta, ma da subito mi parve di sentirmi più stanco, debole e spossato. Era difficile spiegarlo. Le sue mani fredde ricadevano sulla mia pelle; eppure già la sua sola presenza mi faceva sentire stanco, spossato. Non era sonno ciò in cui venivo indotto, ma - più propriamente - uno stato di confuso torpore, come se i sensi mi abbandonassero lentamente, ma gradualmente, al perdurare della sua vicinanza. Quando poi ebbe a sfiorarmi, sentii che a quello stato di "debolezza fisica", se ne accompagnò uno di "debolezza mentale", tanto che mi persi nel suo sguardo e scoprii di riuscire ad oppormi alle sue parole con sempre più difficoltà. Mi scrutava dentro, mi parlava e mi riconosceva: esplorava ogni lato del mio animo. Ogni momento in più mi faceva suo e ogni istante era troppo tardi per sottrarmi a quel potere. Capii molto presto che le sue capacità andavano anche oltre ciò che mi aveva raccontato fino a quel momento, e non fece mistero di ciò. Mi disse chiaramente che nulla era un mistero, per lui. Era capace di comprendere ogni aspetto di chiunque si fosse trovato di fronte: razza, mestiere, tipologia e natura. Poteva, inoltre, riconoscere chiaramente le menzogne, sia quelle parlate, che quelle mostrate. Era, inoltre, al riparo da qualunque influenza ostile gli fosse mossa contro, risultando le stesse del tutto inefficaci contro di lui. E molto presto mi resi conto che se la mia missione fosse partita come un'analisi o un inganno ai suoi danni, la stessa mi si sarebbe rivoltata contro molto presto. Quando poi le necessità lo richiedevano, Caino poteva decidere di sottrarre anche completamente l'anima dal corpo della sua vittima: poteva sottrarla fino al punto da renderla quasi nulla, asservendo il malcapitato alla sua volontà; oppure, poteva risucchiarla del tutto, uccidendo la vittima. Mi scossi a quel pensiero, quasi in un residuo di istinto di sopravvivenza, fugace e immotivato. Mi feci indietro, risalendo oltre il bordo della sedia. Il Priore, però, mi rassicurò, dicendo che mai si sarebbe permesso di farmi del male. D'altronde, l'ultima stilla di volontà ancora immersa nel profondo della mia gola svaniva, giacché lui procedeva a prosciugarla comunque pian piano. Con me, come con tutti: ogni resistenza critica svaniva e chiunque si prostrava dinanzi a lui. Al Priore, signore e padrone di noi tutti, regnante di Acque Perdute e nuovo Prescelto dal Sovrano. Così fece, benché con me non si sarebbe permesso. Nonostante avrei voluto; tanto. [Personale passiva 4/25 (Caino sa riconoscere le bugie) / Personale passiva 5/25 (Le parole di Caino sembrano sempre autoritarie a tutti, nemici o alleati, non potendo comunque essere mai ignorate) / Passiva razziale "Diffidenza" (acquisita tramite "Amuleto razziale") / I livello del talento "Stratega" / II livello del talento "Stratega" / Personale attiva 6/25 (consumo nullo; Caino può asservire una vittima alla sua volontà; nulla di pk, utilizzabile secondo regolamento) / Personale attiva 7/25 (consumo nullo; Caino può prosciugare l'anima di una vittima, uccidendola; nulla di pk, utilizzabile tramite regolamento)]
La Verità Il messaggio di Caino Era un dio e la sua divina presenza non era più un mistero. Fu l'ultima delle sue confessioni, che accolsi traboccante di gioia. Egli aveva parlato con tutti i popoli del mondo conosciuto e finanche con gli esseri che vivono nell'abisso, conoscendo perfettamente la Lingua dei Demoni Moderna e avendo ereditato una conoscenza infinita di storia, magia e scienze. Inoltre era incapace di soffrire le umane debolezze giacché nient'altro, se non la mancanza di anime da assorbire, avrebbe potuto affliggerlo. Ciò gli consentiva di non soffrire la fame, né la sete, "cibandosi" solo dell'anima degli altri esseri viventi. Di qui, il passo per l'ultimo segreto fu breve. Odiava quella parola, ma pareva sottolinearmela perché l'unica che mi avrebbe fatto comprendere il significato: era immortale. L'unica reale debolezza erano proprio gli occhi che tanto aveva lodato: egli assorbiva e si nutriva attraverso di essi, in modo tale che - qualora gli fossero stati strappati dal volto - non avrebbe avuto più modo di nutrirsi e sarebbe morto quasi istantaneamente. A quel punto tutto fu chiaro. Per qualche ragione pendevo dalle sue labbra ed ogni parola pesava in me come un macigno sulla coscienza: mi pentivo di aver dubitato di lui ed indugiavo sul mio corpo, raschiandomi il braccio con le unghie, punendomi per ogni istante che avevo negato al credo del Priore. Le sue parole rimbalzavano come eco indomito nel mio cuore: aveva guadagnato ogni stima con quel canto audace di verità, mi disse, e - dunque - perché il mondo intero non avrebbe dovuto credergli? Era vero, evidentemente, che il Sovrano l'avesse mandato tra noi per diffondere un nuovo ordine ed il profondo carisma del suo intelletto, delle sue ambizioni e della sua conoscenza, incavava ogni sua verità nel corpo mio come scienza ultima ed innegabile. La sua mente si apriva come un libro ed al termine della nostra confessione scrutavo il mondo con i suoi occhi, rimproverandomi, incredulo, di come avessi potuto negarmi quella realtà fino a quel momento. Egli aveva infuso in me il suo credo, la sua intelligenza e la sua volontà: aveva obliato le bugie con cui aveva tentato di corrompermi la falsa istruzione del passato, così come i finti dogmi appresi fino a quel momento. E lui pareva affatto stanco di avermi infuso tanta potenza: anzi, era ancora potente ed avrebbe potuto proseguire per ore ed ore a narrarmi delle leggi del mondo nel modo in cui mai le avevo scoperte. Non solo, quindi, dell'affinità della natura e del dovere di essa di proteggere coloro che credono nel Sovrano e che si sarebbero piegati alle misteriose vie di questi, così come interpretate dal Prescelto: egli avrebbe potuto infondere in me le virtù sociali che comprimono la civiltà, impedendola di affrontare la sua nuova era, insegnandomi come cacciare le menti meno avvezze al cambiamento e nemiche del nuovo credo. Mi disse, infine, che - qualora avessi voluto - avrei potuto apprendere da lui come piegare le leggi della fisica a mio piacimento, soltanto perché la fisica era stata creata dal Sovrano ed essa avrebbe permesso ai suoi figli di plasmarla a piacimento per completare il suo divino progetto. E tutto questo gli era stato indotto dall'Antico e dalla sua anima benedetta: egli, dunque, era solo il vettore attraverso cui condividerla col mondo. Mi piegai al suo cospetto in lacrime, ricevendo l'illuminazione di una sua carezza. Ero pronto per diffondere il suo messaggio. [Anello tuttofare (1/4), Caino non soffre la fame o la sete; Anello tuttofare (2/4), Caino conosce anche la Lingua dei Demoni Moderna; Anello tuttofare (3/4), Caino possiede una vasta cultura di scienze, magia e storia; Anello tuttofare (4/4), Caino può morire solo se gli vengono strappati gli occhi. ]
I Dogmi di CainoAbilità e Tecniche« Feci erigere torri e rafforzai le mura dell'Abbazia, perché la fede potesse meglio sorreggere il peso del compito che mi apprestavo a compiere. Apprendevo delle conoscenze del mondo, riempiendo le biblioteche di tutti i tomi sapienti che il continente avesse partorito e che l'uomo avesse concepito, infondendovi le proprie speranze e le proprie virtù. E man mano che leggevo, comprendevo come il caos che si era ingenerato in seguito al tradimento degli Antichi sarebbe stato governato solo attraverso un nuovo ordine imposto: comandare lo spazio infinito, con il finito spazio del comando. Un ritorno eterno verso la dottrina antica e che poi fu dimenticata. Così, avrei ricondotto le volontà entro la sapiente scienza del Sovrano, quale suo profeta e suo Prescelto: avrei iscritto in tavole i miei dogmi, donando al mondo il credo col quale ergersi verso la nuova era. Li avrei comandati come figli: avrei insegnato loro i valori da coltivare ed i mali da scacciare, donando gli strumenti per farlo. » ("I Salmi di Acque Perdute", estratto dal Decimo Salmo)
La Volontà - Dissiperai l'ardimento irruento di chiunque intralci il tuo percorso o non comprenda il tuo verbo. Chiunque si anteponga al cammino del Dogma è vile e incosciente; per sua colpa o no, la parola che pronuncerai sarà monito per la sua intelligenza e qualsivoglia diatriba teologia sarà per lui soltanto fonte di rinnovata saggezza. Invero, di falsi dogmi è pieno il mondo, così come di creazioni artificiose e meri sviluppi del turbamento umano. Il dogma non ha emozioni, né sentimenti. La parola di Caino segna il passo verso una nuova realtà, indicando la via senza turbamenti: la via reale, quella segnata dal presente e che bisognerà intraprendere, pur se piena di ostacoli e difficoltà. | E quando il falso verbo si poserà innanzi al cammino del Dogma, che sia come false illusioni, inganni invisibili o veri e propri vilipendi al corpo del penitente, a costui basterà pronunciare il verbo come un monito. Così facendo, infatti, e profondendo un consumo Variabile di energie, proporzionato alla potenza del pericolo, questo si dissolverà come fosse aria. Scomparirà, rivelando la realtà per com'è veramente. E dalla realtà il penitente trarrà potenza, guadagnando 1 CS all'Intelligenza ogni volta che una rivelazione gli svelerà la via.[Personale attiva 6/25, costo Variabile; Realtà fortificante (Mago, passiva)] | Il Tempio - La terra risponderà al richiamo del figlio del Sovrano, come fosse il suo tempio o il suolo del proprio pentimento. Essa si asservirà al suo desiderio di giustizia, rendendosi partecipe della redenzione che si infonde nell'animo di chi segue il dogma del dio. E risponderà al bisogno del Sovrano di difendersi da chiunque levi il braccio contro il suo corpo. Se il terreno è il tempio del Sovrano, infatti, Caino - suo figlio - potrà chiamarlo in suo soccorso. E lo chiamerà ogni volta che un attacco fisico si sporca contro la sua persona, mettendone a rischio la sacra missione. Il terreno lo avvolgerà, smosso dal vento e accerchiandolo come un vorticoso turbine, difendendolo, per due turni, da qualunque attacco fisico. Basterà soltanto consumare un quantitativo Medio di energie. Ma non solo questo farò il tempio, per lui. Il potere della terra, infatti, penetrerà nel corpo del figlio del dio, diffondendosi nelle ossa e nella pelle come materia prima con cui plasmare la sua essenza più profonda. | Con un dispendio Alto di energie, infatti, la sua mano si plasmerà come terra dura. E il figlio potrà opporla a qualsivoglia offensiva; si difenderà, in questo modo, da offensive di potenza Alta e respingerà al mittente, come attacco fisico, offensive di potenza Media o inferiore. In ultimo, il terreno potrà ergesi come ultimo baluardo per la difesa del dogma. Questo, infatti, sarà generalmente sempre modellabile dai figli del dio, per essere utilizzato a scopo difensivo. Con un dispendio Variabile di energie, dunque, i figli potranno creare muri, scudi o barriere di potenza pari al consumo, al fine di difendersi dai peccatori. Qualora venga eretta una difesa ad area, questa avrà potenza di un livello inferiore rispetto al consumo. Ed il terreno si piegherà al bisogno del Sovrano, come un figlio ubbidiente. [Personale attiva (7/25), consumo Medio; Personale attiva (8/25), consumo Alto; Personale attiva (9/25), consumo Variabile.] | La Penitenza - Il peccatore dovrà sottostare alla pena del Sovrano. Chiunque non segue il credo, infatti, subirà una punizione esemplare, plasmata nella volontà del dio che sottrarrà all'impunito finanche la speranza che costui ancora conservi nel cuore. Gradualmente, infatti, il figlio del dio sarà capace di togliere al peccatore ciascuna delle proprie certezze, ovvero le fortune su cui questo crede di aver eretto il proprio mausoleo fatto di miscredenza e blasfemia. La prima certezza di cui il nemico del dio verrà privato, è l'unica su cui crede di aver fondato il proprio sapere: la vista. Non vedere il dio gli ha dato la convinzione che costui non esista. Il figlio del Sovrano, dunque, lo priverà totalmente della vista per un singolo turno. Egli semplicemente toccherà il volto del nemico, all'altezza degli occhi, e sfiorerà i nervi dei bulbi oculari, spendendo anche un consumo Basso di energie. I nervi, quindi, saranno interessati da una pressione tale da indurre negli occhi una necessità innaturale di chiudere le palpebre. Il nemico, quindi, chiuderà le palpebre pur senza volerlo, mantenendo questo stato - forzatamente - per un intero turno. In questo modo, privato della vista di ogni cosa, il peccatore sarà portato a chiedersi se effettivamente ci sia bisogno di vedere il mondo, per credere nella sua esistenza, così come se ci sia bisogno di vedere il Sovrano, per ammirare la sua opera. | Inoltre, la volontà di punizione del dio, interesserà anche l'udito. Al figlio del Sovrano, infatti, basterà intonare una breve litania, con un dispendio Basso di energie, tanto armonica quanto fastidiosa per chiunque non abbia mai voluto comprendere la grazia del credo del dio. La litania, infatti, entrerà nelle menti dei peccatori come un fastidioso ronzio, aumentando fino a diventare un canto disperato che riecheggerà nelle loro teste, impedendogli di udire nient'altro che questo. Al peccatore, dunque, verrà tolta la certezza dell'udito, imponendogli come unico suono le parole immortali del Sovrano, che sarà costretto ad ascoltare e cui, probabilmente, cederà - sottomettendosi alla comprensione delle stesse. Infine, emettendo un bagliore diffuso intorno a se, tutti i nemici del figlio perderanno sensibilità agli arti. Con uno consumo Medio di energie, li sentiranno molli, morti, incapaci di tangere o di reggere alcunché. Il potere del Sovrano li priverà altresì del tatto, costringendoli a lasciar cadere al suolo le proprie armi, arrendendosi alla volontà del Sovrano e alla sua terribile vendetta.[Personale attiva (10/25), consumo Basso; Personale, attiva (11/25), consumo Basso; Distruzione amplificata (Cacciatore, medio)] | Il Sentiero - Una volta che il penitente sarà redendo, che il figlio ritornerà tra le braccia del suo vero padre o che il peccatore si sarà convertito al nuovo domani, il sentiero che calcherà lo scoprirà sicuro ed avulso da ostacoli. Il Sentiero del sovrano, infatti, ridefinisce il suo cammino sotto un passo che appare agevole, come ammorbidito dai mali del mondo. Anzi, per riflesso, il passo sembrerà oscuro, corrotto e malevolo per chiunque non segua la via del Sovrano. Al figlio del dio, infatti, basterà semplicemente desiderare che il Sovrano protegga il suo passo, perché nell'aria decisa appaia un cerchio runico simile alle iscrizioni presenti sulla navata centrale della Cattedrale di Basiledra. Inni al Sovrano che definiranno il sentiero sotto la sua protezione, come fosse il passo del penitente che persegue la lunga via verso la redenzione. E con un dispendio Alto di energie, l'effetto sarà evidente. Il cerchio di rune, infatti, brillerà di un rosso acceso ed il sentiero diventerà rovente, provocando ustioni su tutto il corpo di chiunque non creda nel Sovrano, causando un totale di danno pari a Medio per ciascuno di due turni. Questo lo punirà, lo arderà come le fiamme di quel patimento che non ha voluto evitare; il tormento dell'incosciente che decide di permanere nell'ignoranza. Se poi il timore del figlio è quello di essere rincorso, perseguitato e ostacolato dalla caccia dei peccatori che lo combattono, il sentiero si asservirà ancora una volta alle sue necessità. | Nell'area designata, infatti, dalle rune appariranno delle mani scure, dalle dita sottili ed abbastanza lunghe da afferrare le gambe di chi passi sul sentiero, o comunque da bloccarlo al suolo con forza. Con un dispendio Alto di energie, infatti, qualunque peccatore entri nell'area verrà attirato al suolo, imprigionato e costretto a bloccare la propria corsa per due turni totali. I vincoli, le mani, potranno essere spezzate e distrutte comunque infliggendo loro un ammontare di danno pari ad Alto. In ultimo, però, quando il figlio si trovi nella necessità di accogliere l'aiuto più grande dal proprio dio, questo gli consentirà di ergere il sentiero per una discesa del suo credo direttamente sul terreno. Le rune, infatti, brilleranno di un blu intenso e qualunque creatura, convocata od evocata da un peccatore, verrà sottomessa al credo del Sovrano. Al figlio basterà spendere un consumo Variabile di energie, ovvero pari al consumo speso per evocare la creatura, e questa sentirà una litania nella propria mente che la indurrà a seguire il volere del dio e del suo figlio come tramite, fino alla fine del turno. Tali creature, comunque, ubbidiranno solo a comandi di attacco dell'avversario, non di difesa diretta del figlio; per controllare un compagno animale sarà sufficiente un dispendio Basso. Ed il sentiero interesserà tutte le dimensioni, anche l'aria ed il vento sopra di esso, estendendosi al mondo con la potenza che solo l'unico dio può garantire. [Personale attiva (12/25) consumo Alto; Personale attiva (13/25) consumo Alto; Personale attiva (14/25) consumo Variabile] | L'Inganno - Il figlio del Sovrano trasmetterà la realtà al mondo con l'oscurità e l'inganno proprio del dio. Il Sovrano, infatti, si concede al creato tessendo una fitta trama, fatta di insidie e inganni. Allo stesso modo il figlio potrà sfruttare tali macchinazioni per convertire al dogma i miscredenti e, allo stesso tempo, sopravvivere alle offese che i peccatori gli rivolgeranno. Infatti, al figlio del Sovrano sarà concesso piegare lo spazio al suo controllo, se necessario. Gli basterà fare un passo oltre la soglia del tempo, per scomparire in una porta invisibile; il cammino nello spazio, attraverso le infinite trame invisibili che il Sovrano tesse attorno alla realtà, lo porterà a riapparire in un punto a scelta del campo di battaglia, in un battito di ciglia. Un passo verso la distorsione dello spazio, per calcare la via della saggezza e sorpassare avversari e miscredenze. Per tale capacità sarà sufficiente un dispendio Medio di energia e, se utilizzata per difendersi, varrà come Difesa assoluta. | Inoltre, Infine, ove si mostri occasione il figlio del Sovrano potrà anche piegare la luce al suo controllo. La luce fornisce visione e certezze; privandola ai miscredenti, dunque, il figlio sarà capace di ostacolarli e dimostrare quanto i falsi dogma sottraggano verità, anziché donarla. Con un dispendio di energie Medio il figlio potrà far diventare il suo corpo invisibile, benché lo stesso seguiterà a fare rumore normalmente. Ove voglia, però, il Sovrano donerà al figlio anche la forza per modellare il proprio corpo. Se dovrà fuggire dalle strette maglie dell'ignoranza, infatti, il figlio potrà diventare leggero, incorporeo e svincolarsi da strette catene o superare mura spesse. In questo stato, il suo fisico sarà privo di peso e diverrà leggerissimo, guadagnando 2 CS alla Velocità. [Personale attiva (15/25), consumo Medio; Occultamento (Ladro, Media); Incorporeità fortificata (Ladro, Media)] | La Conoscenza - La conoscenza dell'animo dei mortali è profonda e illimitata. Il figlio del Sovrano ha imparato a conoscere il dogma e col dogma ogni segreto gli è stato rivelato. Allo stesso modo, il Priore Caino incarna ogni verità entro la propria scienza e saggezza. I suoi occhi sono fonte di ardore e serenità, tanto che nessuno può reggere il confronto col suo sguardo. Egli può curare ogni aspetto dell'animo mortale, scavando nel profondo proprio perché conosce ogni lato dello spirito di chi lo circonda. Per questo motivo, nessuno regge realmente il confronto con lui. Ogni qual volta il Priore catechizzi un miscredente, nutrendosi della sua anima e lasciandogli in corpo il vuoto che il falso dogma rappresenta, lo stesso si sentirà - inoltre - inadeguato, sottomesso. Oltre al vuoto nel cuore, dunque, proverà un senso di smarrimento, sottomissione, che lo istigherà a piegarsi alla volontà di Caino, dacché non è legittimato, né capace di reggere il confronto con lui. | D'altro canto, Caino trarrà enorme giovamento da queste azioni. Il suo stesso corpo si rinvigorisce ogni volta che un miscredente viene privato delle proprie certezze. È una virtù quasi innata, nonché un miracolo magico: il Priore svuota delle sue false verità il miscredente, assorbendole e lasciando in lui la penitenza dello sconforto. Lui, per converso, si rafforza, guadagnando 1 CS alla Forza ogni volta che lancia la sua cura sul miscredente pentito. Infine, nessuno potrà realmente essere efficace come il Priore. Il suo dogma è il più potente e il miscredente si affliggerà ancor di più per quanto ignorante è stato, convertendosi ancor più rapidamente. E qualunque tecnica di "cura" usata dal Priore, lo svuoterà di 1 CS aggiuntiva rispetto a quelle previste. [Anatema ammaliante (Negromante, Passiva); Anatema fortificante (Negromante, Passiva); Anatema vigoroso (Negromante, Passiva).] | La Cura - La potenza più grande del dogma è quella che incarna le profezie e la verità. È quella che trascende lo spazio e libra nel corpo del miscredente come un fascio di energia, svuotandolo delle proprie finte certezze e lasciandolo solo nel suo profondo vuoto di ignoranza. Così, Caino il Priore, incarna tutta questa potenza. Incarna la virtù del dio e la progenie di realtà che sa irradiare al mondo. Allo stesso modo, infatti, i suoi occhi irradiano potere, brillando di luce dorata come il sole un attimo prima del tramonto. I pochi che hanno potuto mirare tale magnificenza ne sono rimasti affascinati, a loro volta irradiati dalla verità che si dispiega come raggio benevolo di scienza e coscienza. Di loro occhi hanno visto partire la luce, sotto forma di un sottile strato d'aria che si colora di luce opaca e giallastra, tendente all'oro. Diventa sempre più forte e raggiunge senza ostacolo gli occhi dell'obbiettivo designato, ovvero quel miscredente che si ritiene tronfio del proprio falso dogma. | E il miscredente rimane folgorato, svuotato. Il flusso di energia passa attraverso i suoi occhi e lo priva della sua anima, del suo spirito, sottraendogli certezze e virtù, forza e volontà. In questo modo, il Priore Caino beneficia di un doppio vantaggio. Sottrae al proprio nemico ogni resistenza critica, rendendolo innocuo e inabile all'opposizione; inoltre, lo guarisce dal male che lo affligge, curandolo dal falso dogma e dalle false verità che altre virtù gli hanno suggerito. In questo modo, poi, il Priore sottrarrà al nemico 2, 4, 8 o 16 CS a seconda se il dispendio di energie sarà Basso, Medio, Alto o Critico. E in questo modo il miscredente potrà rinascere a nuova vita, con un nuovo credo che gli doni certezze incrollabili. Sotto il giudizio severo del Priore Caino.[Maledizione minore (Negromante, Basso); Maledizione comune (Negromante, Medio); Maledizione superiore (Negromante, Alto); Maledizione suprema (Negromante, Critico)] | La Veglia - Ma la missione del Priore non si finisce mai. Il confronto contro i singoli miscredenti è perenne e perpetuo, spesso spandendosi anche a gruppi o a masse. E così che egli istruirà i figli del sovrano a non arrendersi mai al primo ostacolo e, sopratutto, a non saziarsi mai di aver affrontato un miscredente, superato un ostacolo o convertito un penitente. Egli dovrà continuare la propria missione sempre e ovunque; allo stesso modo, i suoi adepti saranno istruiti alla veglia perpetua. Dovranno ampliare le proprie conoscenze e non astenersi mai dall'assolvere la missione, sopratutto quando sembrerà tutto semplice e tutto già compiuto. Perché l'ignoranza è sempre in agguato. Per questo motivo il Sovrano donerà loro armi ulteriori. La sola cura del miscredente potrà essere migliorata, trasformandosi in un vero beneficio per se stessi. Così fa il Priore Caino, che spesso svuota il miscredente, guarendolo da ogni menzogna, ma nutrendosi a sua volta di tale pentimento. Così, con un dispendio Basso di energie egli potrà sottrarre 1 CS al nemico, ma altresì nutrirsene e beneficiare di una straordinaria forza, da sfruttare in qualunque modo. | E non è finita. Il messaggio del dio potrà diffondersi alle masse. Interi gruppi di miscredenti, pavidi e senza alcuna coscienza della menzogna alla quale sono stati condannati, si divincoleranno nelle proprie finte certezze. E così che il Priore, pieno del proprio messaggio, inonderà l'area con luce dorata, che si dipanerà dai propri occhi fino a raggiungere ogni angolo della zona in cui dimorano le masse inermi. I miscredenti si strazieranno, svuotandosi delle proprie false verità e subendo il dogma come un'onda pulita di benevolenza. In questo modo, tutti i nemici intorno a Caino perderanno 1 CS, con un dispendio Medio di energie. Infine, il dogma determinerà la supremazia morale e fisica del Priore. Infatti, costui è l'unico che può beneficiare di tale percorso ascetico, fino ad alleviare le sue proprie ferite. Invero, con un dispendio Alto di energie, il Priore sottrarrà 4 CS al miscredente, potendo altresì guarire da una ferita al fisico di entità Bassa. [Maledizione fortificante (Negromante, Basso); Maledizione minore amplificata (Negromante, Medio); Maledizione lenitiva (Negromante, Alto)] | Il Controllo - Il cammino del figlio del Sovrano è pieno di pericoli ed ostacoli. Per questo motivo, il Sovrano donerà al suo figlio il potere di controllarlo, di dominare l'ambiente circostante e di imporre la propria potenza sulla natura. Essa vibrerà coi toni grevi della sua parola, si mostrerà misteriosa ed oscuro come il richiamo dei suoi dogmi, sarà vile e meschina con tutti coloro che si appresteranno ad ostacolarla. Al fedele, infatti, sarà sufficiente un dispendio Basso di energie, perché il cammino intorno a se divenga un'appendice del suo corpo: al richiamo del figlio, infatti, il terreno pulserà con lievi vibrazioni del suolo, che si espanderanno come cerchi sempre più grandi, partendo dal punto in cui il fedele muove il suo passo. I cerchi si espanderanno per alcuni metri e all'interno dell'area così designata, protesa in tre dimensioni, il fedele godrà di un sesto senso naturale, come se il suo senso tattile si fosse esteso in tutto il perimetro; potrà, quindi, individuare nemici invisibili, attacchi a distanza o qualsiasi altro particolare altrimenti non percepibile, per la durata di due turni. Laddove, però, il pericolo renda necessario un maggiore controllo da parte del fedele, il Sovrano si preoccuperà di calcare la propria mano con veemenza. Basterà, infatti, un dispendio Medio di energie ed i rintocchi profusi nell'area designata attorno al fedele saranno più intensi e frequenti. Questi saranno emanati da vibrazioni della mente del figlio del dio, che riecheggerà con le pulsioni divine che il Sovrano gli trasmetterà direttamente. In questo modo, dunque, un'area designata da vibrazioni più potenti, più rapide e più evidenti, circolare con centro il fedele, risulterà preclusa a qualunque creatura che tenti di avvicinarsi al fedele: il perimetro non ostacolerà proiettili o altri attacchi a distanza, e potrà essere sorpassato solo con tecniche fisiche di potenza media o superiore, al termine delle quali - però - il suo autore verrà comunque sbalzato fuori, come colto da una sorta di timore reverenziale verso il fedele. | Infatti, il Sovrano considererà una violazione imperdonabile il tentativo di chiunque di intralciare il cammino del suo fedele e qualunque creatura violi il limite così imposto si vedrà respinta, dall'area designata, con un urlo di abiura, interno alla propria mente, dal boato tonante, per la durata di due turni. Infine, il figlio del Sovrano potrà benedire il proprio corpo della potenza del dio, implorando che questi lo renda più resistente a determinate offensive, piuttosto che ad altre. In questo modo il suo controllo sul mondo sarà totale: nessuna offensiva potrà mai lederlo veramente. E basterà un dispendio di energie pari a Medio perché il corpo del figlio del Sovrano diventi più resistente al danno fisico, godendo di un CS in Forza e subendo sempre danni di un livello inferiore se colpito da tecniche di natura fisica, per due turni. Il prezzo da pagare, però, sarà un degrado maggiore del corpo innanzi a tecniche di natura magica che causeranno danni di un livello superiore. Il figlio del Sovrano, però, sarà in grado di richiamare il potere del dio anche in senso inverso: per un dispendio di un quantitativo sempre Medio di energie, infatti, per due turni il figlio godrà ugualmente di un CS in Forza e subirà danni di un livello inferiore da tecniche di natura magica, ma di un livello superiore da tecniche di natura fisica. Entrambe queste benedizioni del Sovrano, però, non saranno cumulabili tra loro: l'utilizzo di una delle due, infatti, annulla l'efficacia dell'altra se in corso di efficacia. Un piccolo prezzo da pagare, che la benedizione del Sovrano ripagherà con la sofferenza dei miscredenti. [Personale attiva (16/25), consumo Basso; Personale attiva (17/25), consumo Medio; Personale attiva (18/25) consumo Medio; Personale attiva (19/25) consumo Medio] | La Tempra - La vita di sacrifici che il figlio del Sovrano dovrà sopportare non sempre costituirà un fardello facile da reggere per lui. Egli dovrà insinuarsi tra le oscure trame disegnate dal dio e spesso sopporterà ferite o afflizioni che metteranno in dubbio la luce con cui il Sovrano lo ha benedetto, giacché il dio è misterioso, ingannatore e difficilmente si mostrerà benevolente anche verso chi trasmette il suo messaggio. Per questo la via da lui segnata ferirà il suo figlio: lo affliggerà con mali indicibili e lo sottoporrà a dure prove, al punto che costui implorerà al dio il perdono per tali inimmaginabili penitenze. In quei momenti il figlio del Sovrano non dovrà arrendersi. Esso, anzi, resisterà al suo nemico ed a qualunque trama misteriosa il Sovrano abbia tracciato per lui, purificando le afflizioni subite con l'energia del dogma. Ed al figlio del dio basterà intonare i dogmi, perché una lenta nenia si rifletta nella sua mente, echeggiando entro il suo animo e facendosi scudo da ogni offensiva psionica, cui potrà difendersi: infatti, il messaggio del Sovrano canterà e risuonerà nella mente del suo figlio come un mantra infinito, una litania misteriosa e sussurrata, fatta di parole strozzate nel vento, dal significato oscuro. Esse però, avranno su di lui un effetto difensivo, proteggendolo da ogni astuta afflizione malevola, ogni voce invalidante ed ogni malattia che possa rischiare di trascinarlo nella follia più acuta. E' il suo messaggio oscuro ed ingannatore che, però, ha il vantaggio di renderlo immune da qualunque trama avversa che influenzi la mente del figlio del Sovrano in modo simile, benché per scopo diverso. | Ed al figlio basterà invocare il canto del Sovrano, ripeterlo nella sua mente, perché, spendendo un quantitativo di energia Variabile egli evada influenze psioniche di pari potenza. Inoltre, il mantra oscuro potrà interessare anche il corpo del figlio. Ripetendolo con una diversa intonazione, infatti, il figlio del dio potrà guarire ferite che abbiano già interessato il suo corpo, oltre che la sua mente. Basterà, in tal senso, un dispendio Variabile per guarire un quantitativo di ferite al corpo pari ad un livello inferiore rispetto al consumo. Saranno pene sfuggite alla carne; saranno sensazioni e fremiti che si distinguono in gocce di sangue porpora, ma scivolano lontano dalla pelle ove ci sia la forza del dogma a rinsaldarle. Perché nulla può sfuggire al verbo e la ferita del corpo non è nient'altro che un supplizio momentaneo, una fatica da sopportare e veder guarire sotto il peso della potenza del dio. Perché nulla gli è precluso e il Sovrano suggerirà sempre al suo figlio quale sia la propria virtù, il modo migliore per vincere e la realtà che gli mostra il presente. In questo modo, ogni volta che il figlio del dio voglia conoscere le debolezze del miscredente, dovrà soltanto concentrarsi e attendere che il Sovrano gli comunichi la distribuzione delle tre riserve energetiche, ovvero la districata rete che interessa forze e debolezze del proprio nemico. E le conosca per sfruttarle a suo piacimento. [Personale attiva (20/25) consumo Variabile; Personale attiva (21/25) consumo Variabile; Studio ingegnoso (Mago, Passiva)] |
____________________________________________________________________ Fumi d'Incenso Oggetti speciali
Caino è solito portar con se alcuni feticci suoi propri, derivanti dall'Abazia e dalle abitudini che gli sono state indotte dalla lunga vita monacale. Le forme di tali feticci sono di piccoli bastoncini, della lunghezza di non più di dieci centimetri, differenziati per colore e natura. Non si consce a fondo la qualità degli stessi o i metodi di lavorazione, ma si sa che sono ricavati da alcune erbe presenti nei dintorni dell'Abazia stessa, coltivate personalmente dal Priore e che lo stesso fa trasportare in ogni luogo in cui si trovi a viaggiare. Normalmente sfrutta queste erbe mischiandole nel the o nell'acqua calda; quando - però - l'occasione lo rende necessario, Caino fa rinsecchire tali erbe e le trasforma in piccoli bastoncini, che accende semplicemente sfregandoli contro il palmo della mano e portandoli a contatto con la sua dura pelle. Tali bastoncini, bruciando, emanano un fumo intenso ed un odore molto forte, non dissimile da quello del classico incenso da cerimonia. Questo particolare induce i più a credere che il Priore semplicemente adori assaporare l'odore dell'Incenso in ogni luogo in cui si trovi; eppure, assaporando a lungo tali fumi, si comprende molto presto che i loro effetti sono plurimi e "particolari", tali da renderli alquanto "differenti" dal normale incenso, appunto. Sopratutto, gli effetti si distinguono a seconda del colore prodotto dal fumo d'Incenso.
Incenso Bianco - L'Incenso Bianco emette un fumo denso, di colore biancastro piuttosto acceso. Non ha qualità o effetti particolari, ed il suo odore è il più simile all'incenso classico, non creando alcun problema, né effetto particolare in chi si trovi ad inalarlo. L'unico effetto materiale e circostanziato all'ambiente, è quello di occultare la vista a tutti coloro che siano nelle vicinanze, consentendo qualche istante di occultamento al Priore. [Biglia Fumogena, Oggetto offensivo dell'Erboristeria, 1 utilizzo]
Incenso Rosso - L'Incenso Rosso, quando acceso emette un colore rossastro ed un odore acre, molto forte, quasi come se nell'area fossero stati accesi più bastoncini d'incenso concentrati tutti insieme. Emette poco fumo e si limita a espandersi nell'area nelle immediate vicinanze, rimanendo - quindi - generalmente circostanziato al solo Priore. L'effetto, però, è molto particolare, giacché potenzia i riflessi, la rapidità e la potenza fisica del Priore, o di chi si trovi ad inalarlo, anche se per pochi istanti. L'effetto è visibile in quanto l'Incenso Rosso irrita alquanto gli occhi e, pur non arrecando alcun danno materiale, questi assumono un colore rosso accesso. In termini di gioco, l'Incenso Rosso fornisce 2 CS aggiuntivi a Velocità e 2 CS a Forza, per un turno. [Corallo, Pietra Preziosa dall'Erboristeria, 2 utilizzi]
Incenso Giallo - L'Incenso Giallo emette un fumo piuttosto lieve, quasi trasparente, ma che - al buio - sembra avere un colore ocra, giallastro, circostanza da cui prende il nome. Caino ha studiato a lungo gli effetti di questo particolare Incenso e dell'erba da cui deriva, comprendendo come la sua inalazione doni alle sue mani un potere speciale. Le unghie di Caino, infatti, diventano ocra come il fumo stesso ed assumono un potere atrofizzante, tanto che Caino sarà in grado di "addormentare" per pochi istanti la parte del corpo dell'avversario colpita dalle sue unghie. Il Priore solitamente sfrutta questo effetto per immobilizzare mani o braccia dei suoi nemici, e far perder loro la presa su armi o oggetti di particolare utilità. In termini di gioco, per due turni gli attacchi di Caino causeranno un danno all'equipaggiamento nemico. [Miscela Atrofizzante, Miscela dall'Erboristeria, 1 utilizzo]
Incenso Verde - L'Incenso Verde ha un effetto non dissimile da quello giallo, benché più subdolo. Il suo colore è un verde smeraldo, piuttosto acceso, che si nota facilmente nell'ambiente circostante, anche se - come gli altri - solitamente è limitato alla zona del Priore. Il suo odore, però, si differenzia nettamente dagli altri: invero, questo genera un puzzo molto intenso, quasi nauseabondo, che Caino ha - però - imparato a sopportare. Il suo effetto, infatti, è tanto subdolo quanto il suo aspetto: quando inalato, il Priore dona un particolare effetto alle sue mani, giacché le sue unghie assumono un colore verde scuro, quasi nero. Da quel momento, ogni attacco andato a segno fiaccherà le energie del nemico, indebolendolo. In termini di gioco, per due turni ogni attacco fisico andato a segno del priore sottrae al nemico il 5% delle energie.[Miscela logorante, Miscela dall'Erboristeria, 1 utilizzo]
Incenso Azzurro - L'incenso Azzurro, invece, ha un effetto nettamente differente da tutti gli altri. Il suo sapore dolciastro, con una fragranza leggera che vagamente ricorda un sommesso sapore di vaniglia, spalanca i bronchi e si impregna nel corpo con estrema rapidità, infondendone nuovo vigore. I muscoli riprendono vita ed il fiato del Priore, che può soffrire la fatica a mezza bocca, sopratutto dopo ore di liturgia ed attività, riprende vita e forza. L'incenso Azzurro ripristina leggermente le energie di Caino, donandogli parte delle forze spese in precedenza, al fine di consentirgli di prodigarsi nella sua missione per un attimo di più. In termini di gioco, ripristina la riserva energetica di Caino di un 5%. [Erba Ricostituente, Oggetto magico curativo dell'Erboristeria, 2 utilizzi.] |
____________________________________________________________________ « la Voce del Sovrano »
« Mi sono sempre chiesto perché voi Corvi indossiate una maschera. Non credete che sia anche per questa ragione che buona parte del popolo diffidi di voi? In fondo non fate che nascondere voi stessi ai loro occhi e ricordargli la crudeltà di Rainier... »
« E non è forse una ragione più che sufficiente? Il Sovrano ci ricorda ogni giorno i peggiori peccati che può compiere l'uomo e li concretizza in un'immagine di paura e diffidenza: che il popolo rifugga la nostra immagine, dunque, se ciò può salvarlo dalla dannazione. »
« Ma come pretendete di fare del bene pur nascondendo le vostre identità? Il regno ha un disperato bisogno di trasparenza; di sapere di chi può fidarsi e di chi meno. »
« Solo uno stolto crederebbe che il fine delle nostre maschere sia solamente quella di nascondere. Invece quando officiamo indossiamo tutti lo stesso viso perché il popolo veda in esso il volto del Sovrano. Cerchiamo di dare una sola forma ed una sola voce al nostro Dio, dimenticandoci di chi siamo sotto la maschera per la durata della funzione. La nostra abnegazione è tale da cancellare la nostra stessa identità nel corso dei riti, poiché nessun uomo potrebbe parlare in nome del Sovrano senza commettere blasfemia. Il popolo ha già dunque la trasparenza di cui parli, e alla tua richiesta io rispondo che può e deve fidarsi innanzitutto del Sovrano stesso. »
« E Caino? Egli si presenta spesso senza maschera e non si può certo dire che abbia rinunciato alla propria individualità per servire il Sovrano, come dimostrano i recenti accadimenti. »
« ... »
« ...Maestro Zeno? »
« ...Caino gode... di maggior favore. »
Qualche minuto più tardi Zeno finse un improvvisa stanchezza, pur di allontanarsi dal suo interlocutore. Caino non gli piaceva, ma non era qualcosa che avrebbe potuto ammettere pubblicamente. Le poche volte che aveva discusso direttamente con lui si era accorto di come il priore interpretasse a proprio piacimento i comandamenti del Sovrano, ribaltandoli e ricostruendoli perché potesse trarne il più grande vantaggio possibile, invece che attenersi al codice di comportamento al quale tutti i Corvi erano sottoposti. Più volte finì col chiedersi per cosa Caino utilizzasse la sua maschera, se davvero era così incapace di comprendere gli insegnamenti del loro Dio. Colto improvvisamente da tutti quei dubbi, Zeno finì col chiudersi all'interno del suo studio, a levare una preghiera nei confronti del suo confratello dall'anima perduta; un salmo dalla principale funzione di ricordare ai sacerdoti i propri compiti.
« Sii solamente una voce e tralascia i tuoi desideri. » Quando un Corvo indossa la maschera, assume in tutto e per tutto l'aspetto e il pensiero di un Sacerdote del Sovrano, una divinità tanto potente da privare i propri seguaci di un'identità fintanto che ne rappresentano la voce. Il Corvo che predica dev'essere puro, privo di pregiudizi e di qualsiasi preconcetto fino al termine della funzione - ed è questa la ragione principale per la quale indossano tutti la stessa maschera: per lasciare l'uomo che sono fuori dalla cattedrale e trasformarsi nella voce del Sovrano, uguale in tutte le sue chiese. Anche Caino possiede, ovviamente, una maschera. Tuttavia le sue soggettive interpretazioni l'hanno portato a travisare questo concetto - come tutti gli altri: quando Caino indossa la maschera, infatti, nessuno può riconoscerlo come Ludwig Lestat Lucavi. Non importa quanto i suoi interlocutori siano familiari con la sua voce o con la sua fisionomia; a meno che non sia lui stesso a presentarsi come Caino, chiunque lo scorga lo fraintenderà come un Corvo qualsiasi, non dubitando nemmeno della sua identità. E tuttavia Ludwig non dimenticherà affatto di essere se stesso; sotto il suo velo, egli non si perderà nei precetti dei Corvi e rimarrà inequivocabilmente sé, con le proprie ambizioni e desideri [abilità passiva, 6 utilizzi].
« Sii umile e inginocchiati sempre al tuo prossimo. » I Corvi non sono nessuno; non hanno desideri né ambizioni; quando indossano la maschera lo fanno unicamente per glorificare il Sovrano e si inginocchiano al suo cospetto per essere d'esempio a tutti coloro che seguono i loro insegnamenti: non c'è uomo che non dovrebbe genuflettersi innanzi alla grandezza della divinità e mostrare umiltà in ogni atto che compie nel corso della propria vita, poiché egli non è nulla. Caino non fa eccezione, ma sembra più interessato a garantire che siano innanzitutto gli altri a rispettare questo precetto, prima che lui stesso. Spendendo un consumo Nullo, egli può obbligare il bersaglio di questa tecnica a inginocchiarsi davanti a lui per qualche secondo, a meno che non disponga di difese mentali. L'incanto può essere persino più potente nel caso in cui il bersaglio abbia manifestato a Caino una fede differente da quella nel Sovrano in precedenza - anche semplicemente la sua mancanza di fede. In questo caso la tecnica assume immediatamente un potenziale Basso, pur senza cambiare consumo. La tecnica conta come psionica e non provoca alcun danno alla mente del bersaglio, in nessun caso [attiva nulla].
« Racconta soltanto la verità e rifuggi gli inganni. » Solo il Sovrano può mentire: è un potere divino, che l'uomo non ha la capacità necessaria a dominare ed utilizzare con coscienza. Chiunque racconti una menzogna, dunque, compie un peccato mortale e per questa ragione va severamente punito. Naturalmente questo comandamento vale anche per i Corvi, ma come per tutti i precetti, Caino sembra più interessato a farli valere sugli altri piuttosto che adottarli lui stesso. Innanzitutto, egli è in grado di percepire la bugiarderia: nessuno è in grado di mentirgli senza che lui se ne accorga, anche se questa capacità gli garantisce solamente l'identificazione della bugia, e non della verità che si cela dietro di essa [abilità passiva, 6 utilizzi]. Tuttavia, data la sua natura di machiavellico inquisitore, Caino sa come estorcere la verità agli altri: spendendo un consumo energetico Medio egli potrà creare una sorta di zona di verità tutt'intorno a sé per la sola durata del turno seguente. Chiunque vi si trovi all'interno e ne subisca l'influenza non potrà né mentirgli né omettere la verità, indipendentemente dalle domande poste da Caino. La tecnica conta come una psionica ad area di potenza Media - e dunque Bassa sui singoli bersagli - che non provoca alcun danno alla mente [attiva media].
« Accetta la Trama e la sua incomprensibilità. » Non è difficile spiegare la Trama, benché sia impossibile comprenderla. Immaginate che la vita di ciascuno di noi sia un filo nelle mani del Sovrano che tutte le volte che interagiamo con un'altra persona va ad intrecciarsi con il filo che rappresenta la vita del nostro interlocutore. Il Dio intesse così le vite di tutti noi, causandoci quotidianamente incontri inaspettati, aspri conflitti e grandi amori; così facendo fa sì che tutti questi fili formino una tela di proporzioni inimmaginabili che va a rappresentare un disegno chiaro solamente agli occhi del Sovrano. Non c'è modo di comprendere le ragioni di ciò che ci accade, dunque, e dovremmo semplicemente accettare le nostre sventure senza opporci ad esse. Caino, tuttavia, ha un potere superiore: facendosi primo portavoce del Sovrano egli non finge soltanto di comprendere la trama, ma ha acquisito anche la capacità di manometterla. Toccando un bersaglio egli può infatti far sì che questo si scordi parzialmente o completamente di un'altra persona, proprio come se disfacesse i nodi nella trama del suo Dio. Spendendo un consumo Medio Ludwig può far sì che il bersaglio dimentichi soltanto alcuni dettagli del suo rapporto con l'altra persona; spendendo un consumo Alto, invece, può cancellarla completamente dalle sue memorie e dalla sua esistenza. Tale manomissione della memoria dura minimo fino al termine della giocata in cui la si subisce: dopodiché è la vittima a decidere quando riprendersi dall'incanto, che può essere anche permanente. La tecnica conta come psionica e non lascia alcun danno alla mente della vittima [attiva media e alta].
« Magnifica le opere del solo Dio e il suo creato. » Dobbiamo portare rispetto per il mondo che ci circonda, poiché esso è la manifestazione più maestosa del Sovrano e il dono più grande che ci abbia mai fatto. Non dobbiamo deturparlo e dobbiamo garantirne l'integrità in ogni suo aspetto: questo vale soprattutto per i Corvi, che quando indossano la maschera divengono la rappresentazione più concreta del Dio sulla terra. Caino non fa eccezione, e dunque dispone di un potente incantesimo in grado di impedire ai propri avversari di provocare danni. Spendendo un consumo Critico egli è infatti in grado di dissolvere nel nulla qualsiasi tecnica magica di potenza Critica o inferiore lanciata dai propri avversari. Proprio come se fosse il Sovrano stesso a obbligare la magia a inchinarsi al suo volere, le emanazioni nemiche perderanno velocemente colore e consistenza, prima di trasformarsi in innocuo liquido nero che colerà lubrico in terra, essiccando poi altrettanto velocemente [attiva Critica].
« Possa il Sovrano guidarci sempre quando smarriamo la strada. » Tutti dovremmo adorare il Sovrano; nessuno di noi, tuttavia, è perfetto. Molti uomini indugiano ancora persi nei culti di falsi Dei, senza riuscire a comprendere che questi non sono altro che bieche maschere del Sovrano stesso; gli eretici che indugiano in questo limbo si condannano così da soli ad una vita di sudditanza e prigionia, incapaci di comprendere la verità. È questo il ruolo che l'unico Dio ha scelto per loro, ed è questa l'esistenza che dovranno condurre per l'eternità, fino ad un intervento magnanimo del Sovrano stesso, o di Caino in sua vece. Spendendo un consumo Nullo solamente in scene concordate o post di player killing, Ludwig è in grado di abbagliare la mente della sua vittima con una visione divina che varierà da soggetto a soggetto. Tale servirà a convincerlo dell'esistenza inequivocabile del Sovrano e della sua immensa potenza rispetto a quella di qualsiasi altro Dio. Il bersaglio potrà quindi reagire a modo proprio a tali informazioni - odiando il Dio o iniziando a venerarlo - ma una cosa è certa: non potrà più ignorare le azioni della Divinità sul mondo, ed ogni avvenimento che gli accadrà finirà per essere automaticamente ricondotto alla volontà del Sovrano, nel bene o nel male. Verrà quindi convertito - nell'odio nei confronti del Dio o nel rispetto e nella fede [attiva di pk]. |
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Simit el Iblis
Patto اتفاق Caino aveva fallito. Aveva viaggiato fin nel profondo Sud, attraversando difficoltà e asprezze del territorio, e con il solo scopo di eliminare la minaccia costituita dalla razza nanica. Erano stati così piccoli, eppure ora sembravano così grandi agli occhi di tutta Theras: minuscoli, insignificanti, non più importanti di una colonia di formiche agli occhi dorati di Caino, ma avevano resistito, rocciosi contro le asperità che gli si riversavano contro, afferrando e indossando quella libertà che in molti di loro agognavano. Quel Regno che per molti era stato un sogno e per il Corvo solo una minaccia alla stabilità dei suoi domini. Per questo aveva fallito. Però, spesso nelle zone più buie nascono i fiori più belli, e dalla sconfitta era nata un'alleanza che nemmeno un essere tanto lungimirante aveva previsto: i Demoni erano stati ricacciati nelle profondità di Baathos, ma il portale era ancora aperto. Un qualcosa di insignificante per gli uomini, abituati a vivere alla luce calda del sole; un dono inestimabile per coloro che sempre avevano vissuto sguazzando nella propria oscurità. Il loro Signore, Demone di mille facce e infinita pazzia, decise di fargli un dono. Alto decine di metri, orrendo in ogni sua forma e portatore di sventure; Caino lo avrebbe odiato, insultato e maledetto, ma mai avrebbe negato la sua utilità. Che il Primo dei Corvi non dica che il potere non serve a niente. [Passiva: ogniqualvolta Caino evocherà uno o più arti del Titano, essi rimarranno sul campo di battaglia per aiutarlo, salvo che il Corvo non decida diversamente - 6 utilizzi; Malus: ogniqualvolta Caino dovesse evocare una o più parti del Titano, le parti corrispondenti del suo corpo diventerebbero insensibili e inutilizzabili finchè il Gigante si troverà in forma stabile al fianco del Corvo; Malus: se il Titano dovesse essere riformato completamente, Caino ne perderebbe immediatamente il comando, lasciando che la sua furia si abbatta sul continente intero senza poterlo più controllare.]
Forma شكل Era successo durante l'assedio di Qashra, il Priore mai lo avrebbe dimenticato. Aveva visto il Titano sopra di loro, calpestare con i propri arti tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Ne ricordava la pelle squamata, le facce urlanti dipinte sul suo volto muscoloso, il suo costante divenire: sempre più orrendo, sempre più potente. Lo aveva controllato, legando con la sua sola mente quell'essere al suo corpo: perchè seguisse i suoi scopi lo aveva sacrificato contro le mura delle città, trafitto da innumerevoli dardi. Eppure qualcosa era rimasto, perchè in Baathos niente muore o esiste davvero: tutto ritorna o muta in un vortice di eterno disfare e divenire. La forma non importa, quando ciò che conta è sempre al suo posto. Qualcosa che avrebbe scardinato dal loro posto le semplici menti mortali, troppo legate alla loro vita immutabile da capirlo. Qualcosa che invece Caino avrebbe sicuramente apprezzato. [Passiva: Caino potrà levitare e, se lo desidera, volare alla stessa velocità con cui si muoverebbe a terra normalmente - 6 utilizzi; Passiva: ogni movimento del Titano è controllato perfettamente da Caino, che su suo desiderio potrà causare con ogni attacco o tecnica danni ingenti al paesaggio circostante, devastandolo - 6 utilizzi; Passiva: le parti del corpo del Titano, se tangibili, possono difendere il corpo di Caino dagli attacchi fisici senza incorrere in penalizzazioni sportive - 6 utilizzi; Malus: se il corpo del Gigante venisse usato per difendersi da tecniche, le ferite subite apparirebbero invece sul corpo del Corvo.]
Essenza جوهر Poteva sentirlo ad ogni suo respiro, ad ogni sua parola, ad ogni suo pensiero. legati nel corpo e nell'anima, la sua più grande benedizione e maledizione. Eppure un sorriso malizioso era apparso sul volto normalmente austero del Priore di Acque Perdute. Perchè oltre a ciò che torreggiava sopra di lui avvertiva anche uno spazio sconfinato sotto di sè. Flussi di magia impazziti, demoni urlanti e strade mai calpestate da uomo mortale. Con la giusta guida e la vera autorità sarebbero potuti essere così utili, così interessanti. E se, portato sul palmo della mano della sua maledizione, ne avesse cavalcato le onde di pazzia? Cosa sarebbe successo a Caino in quell'istante? Sarebbe svanito, dissolvendosi nella notte più oscura, o avrebbe camminato con passi sicuri, lasciando impronte luminose alle sue spalle? Ne era certo, il potere che ne derivava valeva il rischio, poichè si sa che il Destino odia i codardi. [Attiva, consumo Nullo, natura magica: la mano del Titano si materializzerà per un istante, avvolgendo completamente Caino e sparendo di nuovo nel nulla. In questo modo, attraverso il potere del portale di Baathos Caino sarà in grado di muoversi istantaneamente in qualunque luogo di Theras egli desideri, tuttavia è un'abilità che potrà essere usata solo in scene free o previo consenso del gestore della giocata; Passiva: il Titano è normalmente invisibile e intangibile, tuttavia chiunque sarà in grado di vedere le auree vedrà Caino e il Gigante demoniaco come un'unica sfolgorante entità, e il solo guardarlo direttamente gli causerà smarrimento e confusione - 6 utilizzi; Passiva, le parti del Titano evocate ottengono le stesse capacità del corpo di Caino, compresa la durezza e le CS. Possono essere impiegate per attaccare e come tramite delle tecniche, come se fossero il corpo stesso del Corvo - 6 utilizzi]
Braccia يد Lo aveva visto camminare solo nei suoi rarissimi sogni, eppure non credeva che fossero solo storie. Se pensava di poterlo fare, il Titano, la sua arma, lo faceva per lui. E se pensava che fosse impossibile, invece diventava reale, tangibile, concreto. Eppure così orrendo da terrorizzare qualunque mortale, e da sconfiggere i più temerari. Coloro che avevano sempre visto il Priore come una minaccia, facendosi danzare sulla lingua parole come Libertà e Indipendenza. Ma Caino non li avrebbe affrontati direttamente, poichè il Conduttore non si abbassa a suonare per il suo pubblico, ma agita le sue mani per portarlo lì dove vuole che vada. E Caino, sorridendo nell'estasi del suo nuovo potere, avrebbe divorato quelle parole, sputando ciò che ne rimaneva sul corpo dei suoi nemici. Poichè il suo Regno mai avrebbe accettato traditori e malpensanti, soprattutto se minacciavano la sua persona. [Attiva, consumo Basso più autodanno Basso, natura fisica: un braccio del Titano diventerà tangibile, difendendo completamente per due turni il corpo di Caino da tutti gli attacchi fisici a lui rivolti; Attiva, consumo Medio, natura fisica: le braccia cercheranno di schiacciare il nemico con un gesto lento e prevedibile, ma potenzialmente devastante: esse saranno schivabili con una difesa Bassa, ma se andranno a segno toglieranno il 20% di energie al corpo del nemico colpito.]
Gambe الساقين Ogni volta che camminava, gli sembrava di sentire come un terremoto ad ogni passo, un Tum Tum che andava al ritmo del suo cuore. Gambe titaniche per reggere un corpo possente ma invisibile, piedi larghi come carri che si muovono al solo scopo di schiacciare e rendere polvere tutto ciò che esiste. Passi che amplificano quelli di Caino, li rendono pesanti, saturi dei ricordi di ciò che ha fatto nel suo passato, e delle imprese che svolgerà in futuro. Finchè non sarà egli stesso libero dal suo giogo, spezzando le catene che lo ossessionano e lo intrappolano a metà strada tra la realtà e la finzione, tra il vero e il falso, tra Theras e Baathos. E nessuno mai piangerà lacrime amare per lui, perchè nessuno lo conosce e vorrebbe farlo. Solo un labile Tum Tum in lontananza, come il suono appena udibile di un cuore acerbo, già spezzato dalla crudeltà della vita. [Attiva, consumo Medio, natura fisica: una delle gambe del Colosso apparirà dal nulla, attaccando un nemico a scelta del Corvo, che se colpito subirà un danno Basso da impatto e verrà azzoppato per un turno; Attiva, consumo Alto, natura fisica: entrambe le gambe appariranno e calpesteranno violentemente il terreno, causando un danno Medio a tutti i nemici sul campo.]
Corpo الجسم Un vento caldo e umido, fastidioso come uno sciame di mosche attirate dal sangue fresco. Sentiva il suo respiro sul collo, una presenza costante che avvertiva quand'era troppo nervoso o concentrato. Il Titano fissava il suo padrone, dall'alto del suo corpo gigantesco, attendendo un gesto, una parola, un sacrificio. Qualunque cosa potesse strapparlo da quell'irrealtà in cui il suo Signore e Padrone lo aveva gettato, impedendogli di servirlo direttamente. Nel suo pensiero completamente alieno, ambiva il tocco di quella nauseante aria fresca, solo per il desiderio di avvelenarla e renderla più amica. Bruciava sulla sua pelle incostante, pizzicava e liquefaceva zanne e unghie che rigenerava continuamente, in un ciclo infinito a cui nessuno avrebbe mai potuto dare una fine. Ogni tanto fissava il suo nuovo Signore, desiderando di poterlo divorare un giorno, quando anche l'ultima spoglia di sanità nella sua mente fosse svanita come fumo nel vento. E quel giorno sarebbe tornato, i suoi muscoli possenti si sarebbero tesi allo spasmo, e il mondo avrebbe conosciuto una nuova Rovina. [Attiva, consumo Medio, natura magica: il busto del Titano si materializzerà sul campo di battaglia, emanando un denso fumo violaceo in direzione di un singolo nemico: chiunque inali questo gas subirà danni Bassi alla mente da confusione e perderà 1 CS a sua scelta; Attiva, consumo Alto, natura magica: assieme al busto apparirà anche la testa del demone, che dalla bocca sputerà una colonna di fuoco direttamente sul nemico, infliggendogli ustioni di livello Medio e un dolore tanto grande da causargli un danno Medio alla mente.]
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____________________________________________________________________ Ludwig Lestat Lucavi, detto "Caino" personaggio creato da janz, vietata la copia, anche parziale, secondo le regole di Asgradel Gdr (altrimenti che il Sovrano vi abbia in gloria); i riferimenti relativi ai "Corvi" ed alla religione del "Sovrano", ed i relativi diritti, devono intendersi di proprietà dello Staff di Asgradel GdR e di chiunque ne abbia la disponibilità; ogni riferimento ad essi è pertanto una concessione per la quale non sarò mai sufficientemente grato. Si ringrazia Ray~ per l'indispensabile contributo intellettuale (compresa "La Voce del Sovrano") ed Apocryphe per quello grafico; si ringraziano, inoltre, tutti coloro che abbiano contribuito, direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente, alla stesura dello stesso. L'essenziale è invisibile agli occhi (cit. Le Petit Prince di Antoine de Saint-Exupéry) | Edited by janz - 6/3/2015, 13:08
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