Parlato StigPrologo.
Camminavo senza una meta, guidato dallo spirito del vento. Devo espiare le mie colpe, trovare la mia nuova via in questo mondo.
Questo posto mi piace, non ci sono troppi alberi a ostacolare il vento. Slacciai il giubbotto e lasciai che il suo tocco caldo mi accarezzi la scaglie, gocce di sudore e umidità si attaccarono alla maglia rendendola appiccicosa. Mi tolgo anche la maschera, il vento mi saluta con uno schiaffo più forte e caldo degli altri. Perché ti nascondi? Sembra volermi dire. Chiudo gli occhi: dimmi dove devo andare. Ma il vento continua a soffiare placido, insinuandosi in ogni fessura del mio abito. Segui il sentiero. Segui il sentiero, è la tua punizione. Da quanti anni seguo il sentiero, quante volte credo di essere arrivato e invece il vento mi spinge a ripartire...
Alcuni cespugli gialli e rinsecchiti costeggiavano il sentiero, in lontananza il profilo di una città. Il bello delle guerre è che c'è sempre da guadagnarci, basta saper cogliere l'occasione.
Parte I l'arrivo in città.
C'era gente nelle strade, meno di quella che mi aspettavo, ma c'era. Nell'entrare ero stato sommerso dalla massa di volontari desiderosi di farsi carico del destino del mondo e da quelli che invece fuggivano dalla battaglia. Tra i due forse i più saggi erano i secondi.
Sul lato opposto della strada passarono tre signore in tunica, due avevano un coprispalle a maniche lunghe. I loro occhi mi seguirono, ma i volti pallidi non si mossero di un millimetro. Da una delle case spuntò un vecchio dal portamento traballante, vestiva una tunica logora e la cucitura sulla spalla sembrava sul punto di cedere. Gli rivolsi un cenno di capo. Non ricambiò.
Un paio di ragazzi sui tredici anni attraversarono la strada, avvertii il peso dei loro sguardi posarsi sui coltelli da lancio per un momento e la loro corsa rallentò fino a fermarsi. Poi la loro curiosità passò oltre e ripresero la corsa.
C'erano anche parecchi soldati. La cosa non mi sorprese, dopotutto eravamo vicini al confine con i territori in mano ai caduti è naturale che vi fosse forte presenza militare sul luogo. Meglio così, forse troverò da lavorare per loro.
Raggiunsi le abitazioni dei contadini, loro di solito sono i più gentili e ospitali con due braccia forti da poter impiegare per i lavori più faticosi. Oltrepassai un mulo intento a rifocillarsi, l'animale sollevo il muso e mi fissò con aria indifferente, poi dopo aver stabilito che non ero una minaccia tornò al suo magro pasto di gramigna e fieno.
All'interno della stalla un vecchio a torso nudo che, con ampie manovre del forcone, trasferiva imprecando nel fienile ammassi di gramigna.
Salve.Il forcone si fermò a mezz'aria e il contadino si voltò con espressione sorpresa dipinta sul volto. - Salve a te.
Sono appena arrivato in città.Buon per te. Disse con tono ironico.Cerco un lavoro, in cambio cerco riparo e cibo finché sarò utile. Il contadino rimase a fissarmi grattandosi la pelata, fece una smorfia e sbuffò.
Di lavoro ce n'è anche troppo. Ma nessuno lavora, nessuno vuole rischiare la pelle.I caduti.Complimenti.Posso proteggervi io dai caduti, le mie condizioni non cambiano.Gli occhi dell'uomo scesero verso i coltelli e la testa si mosse in un assenso scontroso.
Non abbiamo oro.Non ne ho chiesto.L'uomo prese a muovere lo sguardo e ad agitare le dita nervoso.
Per quanto tempo vuoi rimanere? Per tutto il tempo che mi vorrete. Il vecchio uscì, prese le redini del mulo e lo condusse all'interno.
Strigliamelo.Lo strigliai.
Il vecchio grugnì.
Li sai usare bene quelli?Annuii, ne feci scivolare fuori uno con un gesto rapido e fluido della mano e lo riposi con altrettanta velocità.
Sei assunto. Atto II I caduti.
Siamo sicuri che ci si può fidare di quel tipo?
In effetti, come sappiamo che possiamo fidarci? Magari è un incompetente che vuole scroccarci vitto e alloggio.Spera di non doverlo mai scoprire.è una minaccia? Scossi la testa e strappai un generoso pezzo di gramigna dal terreno. Zolle di terra mi ricaddero sul vestito.
No, semplicemente vuol dire che per vedermi in azione un gruppo di caduti deve venire qui con intenzioni poco amichevoli, costringendomi a intervenire.Non sono molto avvezzo al lavoro nei campi, non lo trovo degradante, anzi. Il problema è che non sono pratico, l'unica cosa che posso fare veramente bene è zappare e portare l'acqua. A zappare ci pensano loro e a me tocca portare l'acqua e strappare le erbacce residue. Spero che questo sia il massimo dell'avventura per oggi.
Ti ha zittito. Disse uno dei contadini e scoppiò a ridere. La risata venne soffocata da alcuni colpi di tosse, seguiti dall'espulsione di un generoso blocco di catarro.
Ah, è solo che lavorare per dar da mangiare a quei grandi eroi che ci proteggono dal male non mi entusiasma troppo.
Già, preferirei strapparmi le palle a mani nude piuttosto che dovermi sorbire un'altra delle loro menate.
Scusate se non vi bacio il culo a ogni passo che fate. Disse un altro e mimò un bacio. Gli altri scoppiarono a ridere.
Baciargli il culo non so, però il nostro cibo vedo che lo gradiscono.Eh, nessuno ha mai detto che la guerra è divertente. Ma se avete grossi problemi con le scorte alimentari perché non andate a lamentarvi? Forse il tribuno vi ascolterà.L'uomo scosse la testa, prese un sorso d'acqua e ne sputò una parte a terra.
Se il caro Nereo facesse il suo dovere oltre a farsi crescere il fondo schiena lo faremmo. Guarda alle volte vorrei proprio Alzò la zappa a mo di arma, rimase così un momento e la calò contro il terreno arido.
Ah, lasciamo perdere.Avevo appena finito di distribuire l'acqua, quando avvertì l'urlo di un contadino. Senza pensarci corsi verso la fonte dell'urlo e vidi spuntare da dietro un altura una creatura, poi un'altra, cinque, dieci... forse di più.
Dannazione! Urlai.
Fuggite!Erano vicini, troppo.
Non sapevo se i contadini avessero sentito, non udii nessuna risposta. Richiamai la mia pelle, presi due coltelli da lancio e li scagliai contro due degli aggressori. Erano animali, lupi con ogni probabilità. O almeno questo erano prima di essere corrotti. Il primo pugnale si conficcò nel muso del lupo che stramazzò al suolo, il secondo lupo lo centrai poco sopra la zampa anteriore, vicino al collo. L'animale guaì, ma lo rallentai solo.
Avevo bisogno di un colpo più incisivo per disperderli prima che mi raggiungessero.
Senza perdere tempo grazie alla mia abilità, allungai la mano e scagliai la palla di diamante contro il gruppo compatto di nemici. La sfera viaggiò rapida e precisa, raggiunse i nemici ed esplose. La miriade di frammenti che vennero scagliati in ogni direzione bastò a disperderli, ma non a farli demordere.
Il secondo mi fu addosso mentre richiamavo la lama di diamante. Fu un colpo improvviso, un attimo prima rantolava per il dolore e quello dopo aveva le fauci avvinghiate al mio braccio. Una fitta di dolore lancinante mi attraversò, mentre i denti penetravano nella carne, ma per fortuna la mia pelle mi vene in aiuto. Affondai la lama nel collo della creatura che emise un guaito e lasciò la presa.
Le creature demoniache sembravano sorprese, probabilmente si aspettavano solo un gruppo di contadini inermi e non erano pronti ad un vero combattimento. Ne approfittai per lanciare un altro paio di coltelli. Al loro secondo assalto ero pronto; affondai la lama nel ventre del primo e bloccai l'attacco di un altro con lo scudo. Li trattenni abbastanza da liberare la lama e decapitarne un altro. Uno provò ad azzannarmi al tallone, ma io saltai all'indietro e con la lama di diamante disegnai una mezzaluna sulla schiena dell'animale, schizzi di sangue bagnarono la terra e il lupo prese a gemere disperatamente. Balzai in avanti e lo finì.
Lasciai cadere la lama e lanciai un altra lama centrando l'occhio di un nemico. La creatura prese a contorcersi a terra, gli artigli graffiavano l'elsa dell'arma, spargendo sangue ovunque. Gli altri si persero d'animo, titubanti. Forse sarebbero fuggiti in condizioni normali, ma ero ferito e forse questo dovette dargli coraggio perché gli ultimi due si lanciarono contro di me. I morsi e gli artigli delle due bestie colpirono l'aria, nel mentre balzavo all'indietro, creavo due dardi e li scagliavo contro di loro. Il primo trapassò il collo del nemico facendolo stramazzare al suolo, il secondo invece lo ferii al fianco. Predo un coltello e glielo pianto in gola con un unico, fluido movimento del braccio buono. Era finita.
Woh! Bel lavoro straniero! A quanto pare abbiamo fatto bene ad assumerti.
I contadini mi diedero qualche pacca sulle spalle e mi portarono dell'acqua. Bene, avevo una gran sete e il braccio mi doleva.
Dobbiamo medicarlo o si infetterà.
Non importa. Dissi. Mi concentrai e premetti la mano contro la ferita. Una sensazione di calore si irradiò lungo l'arto ferito, il respiro accelerò insieme al battito cardiaco. Gocce di sudore affiorarono su tutto il corpo ed emettei un verso stanco. La stanchezza mi abbandonò, ma dovevo occuparmi della ferita.
Dovremmo medicarti, pelle verde.
Fissai prima il contadino, poi la pelle squamata che spuntava da sotto il vestito lacero. Forse mi ha scambiato per un meticcio, meglio per me. Anche se avrei voluto che non vedessero.
Il pasto fu frugale quella sera, ma abbondante vista la situazione. Tutti i contadini diedero qualcosa per sfamarmi e il letto di paglia nella stalla era molto comodo. Avevo fasciato la ferita, disinfettata con dell'alcol e adesso non faceva più troppo male.
Credo che rimarrò qui per un po'.
Atto III
Ettore, Nereo, pettegolezzi.
L'ufficio di Nereo sembrava un tempio. Non tanto per lo sfarzo che l'immensa costruzione marmorea trasmetteva, quanto per l'interminabile coda di cittadini adirati che attendeva udienza. Avevo sentito parlare solo che male di quell'uomo, ma se fosse un menefreghista si comporterebbe così? Ne dubito. Probabilmente è solo la situazione a essere più grande di lui.
Per fortuna visto il mio seguito numeroso non dovetti fare la fila, l'ex governatore mi ricevette subito.
Avanti.La porta dell'ufficio si spalancò con un cigolio. Nereo occupava tutto lo spazio dietro la scrivania di legno, un immensa montagna di carne tremolante. Ecco cosa mi venne in mente appena lo vidi, in quel momento ritirai ogni bel pensiero fatto su di lui. Grasso, pigro, indolente ecco gli epiteti che mi vennero in mente sul momento.
Uno straniero. Disse guardandomi con sospetto.
Ti sei portato dietro un bel comizio, protettore. Cosa vuoi?Io non voglio niente, i contadini desideravano parlare con te e hanno mandato me in loro vece. L'uomo sbuffò, si alzò in piedi ( a quanto pare aveva delle gambe sotto la ciccia) e prese a camminare avanti e indietro.
Lo so, continuano a venire tutti i giorni e conosco i loro problemi. Non c'è bisogno che mandino qui qualcun altro, la situazione è molto delicata e loro devono capire che certe cose bisogna gestirle con tatto.La politica è un arte.Nereo annuì.
Precisamente! Disse.
Va e riferisci ai tuoi mandanti che le loro lamentele mi sono ben chiare e che andrò subito a riferirle a Ettore.Il tribuno giusto?Esatto. Ora, se vuoi scusarmi. Disse, mostrandomi l'uscita con un ampio gesto della mano.
Con tutto il rispetto, vorrei chiederle di poterla accompagnare.
Accompagnarmi? Rimase a riflettere e a grattarsi il doppio mento.
Non credo sia fattibile, Ettore... non credo accetterebbe la tua presenza e se lo facesse potresti mettermi in cattiva luce con... Insomma io ho dei doveri, una posizione.Voglio solo poter riferire ai contadini che le loro lamentele sono arrivate, almeno si calmeranno un poco. Dissi. E magari mi terranno a lavorare per loro ancora per un po'.Nereo mi fissò con aria pensierosa, poi il volto si distese in un sorriso.
Si, in fondo farmi accompagnare dal protettore dei contadini potrebbe colpire favorevolmente Ettore e il popolo. La ringrazio. Dissi e chinai il capo sorridente.
Accompagnati dalla folla di contadini ci dirigemmo verso l'ufficio del tribuno. Nereo sembrava soddisfatto di quello spettacolo, si atteggiava come un eroe. Agitava le mani in cenno di saluto e metteva in mostra ampi sorrisi al corteo. Alcuni si affacciavano incuriositi dalle abitazioni, sembravano teschi e le finestre erano le orbite. All'ingresso due guardie ci fecero passare, limitandosi a schioccarci un'occhiata infastidita. Nereo mi guidò a passo sicuro lungo un corridoio spoglio, salimmo una scalinata e raggiungemmo l'ufficio.
Ettore era alle prese con una montagna di scartoffie, alcune erano macchiate d'inchiostro, altre sembravano essere state fatte a pezzi, altre appallottolate e gettate contro la parete opposta alla scrivania. Un elmo era appoggiato sopra una pila di documenti, in equilibrio precario. Ettore alzò gli occhi e dopo averci squadrato sbuffò.
Nereo, cosa vuoi ora?Ecco, io sono venuto per parlarle dei problemi dei cittadini ecco credo che, insomma.Decisi di prendere in mano la situazione: non ce la facevo a restarmene con le mani in mano ad ascoltarlo balbettare.
Signore, con tutto il dovuto rispetto, la situazione dei contadini è critica: sono a un passo dalla fame. Dissi e misi in mostra la fasciatura al braccio. Anche la situazione nei campi è tesa, i contadini hanno bisogno di protezione per poter coltivare la terra. Un uomo da solo non basta per tutti. Si, infatti come le ho sempre ripetuto bisogna fare qualcosa per proteggere i contadini e non far morire di fame la nostra gente. Aggiunse Nereo.
Si potrebbe chiedere altre risorse alla città di Taanach, più provviste, piùEttore mi interruppe con un gesto secco della mano.
Non è cosi semplice Disse e si massaggiò la pelata. Molte altre città versano nelle nostre condizioni. Semplicemente non ci sono abbastanza risorse per tutti. Aggiunse qualcosa, ma non capii. Un imprecazione, a giudicare dal tono seccato.
Ora abbiamo finito, andate. Ci congedò con un occhiataccia e tornando a fissare i documenti davanti a se. Però ho avuto l'impressione che mi ascoltasse, meglio così.
La ringrazio, io continuerò a proteggere i contadini, spero di vedere i vostri uomini al mio fianco. Dissi e mi allontanai.
All'uscita Nereo si mise davanti alla folla di contadini, il petto gonfio e un sorriso trionfante dipinto sul volto.
Visto protettore? Ettore mi ha ascoltato. Ascoltate! Disse rivolgendosi alla folla:
ho riferito a Ettore i vostri problemi e mi ha assicurato che presto riceverete quanto chiesto: protezione e provviste!Io annuii. La folla esultò.
All'esterno una folla di cittadini capeggiati da una elfa, una ragazza bionda alquanto esile. Un abitante del posto, o una viaggiatrice? Decisi che non mi importava. L'elfa mi fissò, si avvicinò e mi disse:
A quanto pare abbiamo entrambi un buon seguito.Credo seguano più lui che me. Risposi, credevo che Nereo mi ascoltasse e volevo prendesse fiducia in me.
A me basta che mi paghino, di questi tempi i contadini hanno paura anche di coltivare i campi. Ma non sono molto bravi a fare la voce grossa, quindi mandano me in loro vece.Ascoltai le parole dell'elfa e poi mi voltai verso Nereo.
A quanto pare mi sei stato utile. Disse Nereo.
Si, io continuerò a proteggere i contadini, spero di ricevere aiuto dai soldati. Ovviamente continuerò a tenerla informato di tutto e delle vostre abilità oratorie. Dissi.
C'è altro che posso fare per lei?Continua a proteggere i contadini, senza prendere troppa iniziativa. Sei il protettore dei contadini, continua a esserlo. Disse e si congedò da me.
Decisi che meritavo da bere e il braccio mi faceva un po' male.
Dall'osteria proveniva una musica allegra, l'insegna scorticata era illeggibile. Mi soffermai per qualche istante all'esterno, a guardare dentro. Dietro il banco, uno specchio che rifletteva i suonatori in un angolo. Il banco era presidiato da una barista dai capelli corvini e una tunica blu. Aveva una fascia a coprirle la spalla. Il locale era pieno di soldati, a dire il vero quasi tutti i clienti sembravano essere militari. Quattro o cinque erano seduti in cerchio attorno al tavolo e bevevano, altri tre giocavano a carte. Altri cinque o sei chiacchieravano seduti in fondo al locale. Entrai.
Nessuno fece caso a me. Raggiunsi il balcone e la barista si avvicinò e prese a fissarmi.
Avete qualcosa di forte?La donna annuì e tirò fuori da sotto il balcone una bottiglia piena di un liquido trasparente. Ecco. La donna mi guardò negli occhi e fece una smorfia.
Sei quello dei contadini vero? La guardia del corpo.Annuii, tolsi la maschera antigas quel tanto che bastava per liberare la bocca e buttai giù un sorso di quel fuoco. Soffocai un colpo di tosse e mi schiarii la gola.
Qui ci sono parecchi militari, buono per gli affari.Loro bevono, io li servo. Disse e prese a pulire il balcone.
Così mi tengo informata, sai anche se dicono il contrario molte donne di questa città apprezzano la presenza di tanti begli uomini.Continuò a parlare fino a quando la ressi, volevo informazioni, ma l'unica notizia degna di nota era stato l'assalto di un orda di ratti alle provviste. Ci mancavano anche i sorci, spero non portino malattie almeno. Mi congedai alquanto brillo dalla barista e tornai dai contadini.
Quel giorno i primi soldati comparvero sui campi, ne fui felice però avevo anche paura che adesso i contadini mi licenziassero. Infondo io che utilità avevo? Una bocca di troppo da sfamare. A questo pensai mentre scivolavo nel sonno, a questo e al fatto che quel grassone di Nereo era pieno di soldi che mi avrebbero fatto un gran comodo.
STIG
Corpo:100%
Mente:75% - 20% 55%
Energia:125% - 35%+20% 110%
CS:0
POTERI PASSIVI
» Emanazione Arcana: Lo studio di un Arcanista si riversa quasi sempre nella creazione di un proprio monile, di un seme del potere in grado di attestare le proprie capacità magiche. Lo studio e la dedizione hanno legato così tanto la personalità dell'Arcanista alle arti magiche da produrre una vera e propria emanazione d'energia in grado di sferrare dardi magici contro l'avversario. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, l'Arcanista sarà in grado di evocare dei dardi magici da utilizzare fino alla fine del turno. I dardi vengono considerati come un'unica arma magica ed i suoi colpi vanno considerati come semplici attacchi fisici. (Numero di utilizzi: 1)
» Studioso Magico: Gli Arcanisti sono maestri della magia, studiosi e discepoli delle arti magiche in grado di sviscerare ogni segreto della dottrina. Tale è la loro dedizione, infatti, che sono in grado di richiamare ed esercitare la magia in maniera istantanea, senza tempi di preparazione o di utilizzo delle abilità. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, l'Arcanista sarà in grado di utilizzare qualsiasi abilità di natura magica in tempi nulli, senza preparazioni di sorta o rituali specifici. (Numero di utilizzi: 1)
Guarigione vigorosa (300G)
Le tecniche di guarigione usate dal campione sono molto più potenti di quelle usate da altri. Consumando un utilizzo di questa passiva, il campione può rendere la propria successiva tecnica di guarigione di potenza pari al consumo. Riprendendo l'esempio fatto precedentemente, se spenderà il 10% in una risorsa per lanciare una tecnica di guarigione, recupererà il 10% in un'altra risorsa. se spendo mente rigenero energia
Consumo: passiva; 1 utilizzi
EVOCAZIONI
Nessuna creatura evocata.
TECNICHE ATTIVE
Pelle di diamante. Con questa tecnica rievoco la mia antica pelle, e la mia antica resistenza. Questa tecnica ha consumo medio e fornisce 4 CS a resistenza. Questa tecnica ha natura magica. 2 pt consuma energia
Lama di diamante. Con questa tecnica creo una lama lunga 30 cm lungo una delle mie braccia. Consumo basso. Questa tecnica evoca la lama per due turni e ha natura fisica. 1 pt consuma corpo
Scudo di diamante. Con questa tecnica creo uno scudo grande quanto me di forma esagonale e trasparente come un diamante, posso manovrarlo a seconda della mia volontà per proteggermi dai colpi nemici. Ha consumo medio e dura due turni. Questa tecnica ha natura magica, produce una difesa bassa a turno 2 pt. consuma energia PROTEGGE DA DANNI FISICI
Palla di diamante. Creo una sfera grande quanto un pallone da calcio di schegge di diamante che verrà lanciata ed esploderà in una miriade di schegge che andranno a conficcarsi negli abiti e nella pelle dei nemici. Questa tecnica ha consumo medio e provoca danni bassi. Questa tecnica ha natura magica ed è una tecnica ad area. 2 pt consuma energia
Cura incisiva (400G)
Il campione è in grado di risanare un danno di moderata entità a se stesso o a un alleato. Al momento dell'acquisto va specificata quale risorsa il campione intenda risanare con questa pergamena. Se si possiede la tecnica passiva "guarigione vigorosa" o equivalenti, questa tecnica permette di risanare un danno Alto, altrimenti risanerà solamente un danno Medio.Ha natura magica
Consumo: alto (attinge da mente e rigenera energia)
OGGETTI UTILIZZATI
Nessun oggetto utilizzato.
NOTE & RIASSUNTO
Un morso al braccio, fasciato.
Avrei voluto prendermi più tempo, ma tanto domani parto quindi niente. spero di non aver dimenticato niente