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| Contest mensile febbraio 2016 « Progresso » | |
The Jedi Doctor Hobbit Who Lived / 170 Gold e 17 Kuruş ~ finalista
Gli eventi del narrato mi hanno coinvolto, appassionato e sono particolarmente adatti al tema di questo mese. Questo è senza dubbio il tuo più grande merito: il contenuto. Tuttavia ahité, perché quando uno scritto mi piace tendo a essere molto più analitico del solito. "a essere", appunto, ed ecco il tuo primo errore: l'utilizzo errato della d eufonica, che andrebbe utilizzata solo nei casi in cui la preposizione e la congiunzione iniziano con la stessa vocale (ed ecco, ad ascoltare, ecc.). Questo è un primo errore grammaticale molto semplice da correggere. Il secondo, più grave, risiede nel modo in cui utilizzi le virgole. Ne poni in sovrabbondanza, utilizzandole anche al posto di altri segni di interpunzione; ti consiglio quindi di ripassarne il funzionamento. Ti faccio un esempio citando direttamente dal tuo contest e correggendo:
"Quel giorno, il vecchio era appena tornato dall'accademia, carico di rotoli e pergamene contenenti quelle che, secondo lui, erano le basi alla conoscenza scientifica, grafi, disegni, calcoli che il suo pupillo doveva apprendere."
Dovrebbe essere:
"Quel giorno il vecchio era appena tornato dall'accademia carico di rotoli e pergamene contenenti quelle che, secondo lui, erano le basi della conoscenza scientifica: grafi, disegni e calcoli che il suo pupillo doveva apprendere."
E se volessimo migliorarla ancora:
"Besil era tornato dall'accademia tenendo fra le braccia un plico torreggiante di grafi, disegni e calcoli in equilibrio precario: "le basi della conoscenza scientifica", secondo lui. Nozioni che Aruj doveva apprendere."
Quest'ultima correzione mi introduce all'ultimo errore, più concettuale e meno formale dei precedenti. Ciò che fa fare il salto di qualità a uno scrittore è spesso la capacità di mostrare una scena invece di limitarsi a raccontarla. Per meglio spiegarmi: lo scrittore non deve mai "dire"; lo scrittore deve "mostrare", e deve essere il lettore a "comprendere e immaginare", leggendo. Basta una singola frase scritta bene perché il lettore intenda tutto, senza che lo scrittore abbia detto nulla; l'arte della sintesi sta in questo. Ti faccio un altro esempio sempre dal tuo testo:
"Aruj leggeva distrattamente il libretto ricolmo di appunti e scarabocchi dai contorni sfumati che aveva in grembo, stringeva ancora la soffice piuma d'oca nella mano sporca d'inchiostro, mentre osservava stranito le macchie di nero di seppia, perso nei suoi pensieri. Il suo sguardo passava, poi, da un atomo di polvere all'altro, rimbalzando incessantemente, nel tentativo di seguire i granelli che fluttuavano leggeri e brillavano sotto i tepidi raggi solari. Erano giorni, ormai, che il capitano non usciva da quella cabina striminzita e con poca luce. Per lo più, leggeva: ora trattati sul volo, ora disquisizioni metafisiche sulla cosmogonia; poi passava all'alchimia o alla meccanica, zigzagando rapidamente con gli occhi su grosse pergamene e fogli svolazzanti."
Questa frase è molto lunga e ripete sempre lo stesso concetto (prima lasciandolo intendere in maniera già efficace e poi specificandolo in modo superfluo): Aruj si è rinchiuso nella cabina da giorni a leggere distrattamente. Non serve ripeterlo così tanto e in modi così diversi perché il lettore lo capisca, anche perché continuare a insistere sempre sullo stesso concetto rischia di ammazzare l'attenzione di chi legge. Come potresti sistemarla?
"Aruj sfogliava avanti e indietro le ultime settimane di pagine del diario ricolmo di scarabocchi che teneva in grembo: le studiava incerto con le dita, si soffermava su alcune, si bloccava del tutto e ricominciava da capo. Nell'altra mano, ancora sporca d'inchiostro, faceva roteare senza senso una penna d'oca. Di tanto in tanto il sole mandava un lampo sotto la porta della cabina, costringendolo a distogliere lo sguardo e inquadrare i granelli di polvere che fluttuavano per la stanza che, grossi come fiocchi di neve, andavano a posarsi sui trattati di meccanica, cosmogonia e alchimia che aveva già consumato."
Ecco un esempio veloce. Ho detto specificatamente che è passato tanto tempo? Che Aruj è distratto e perso nei suoi pensieri? Che la cabina è buia? No, ma si capisce dalle sue azioni e dal contesto. L'ho fatto capire. Naturalmente raccontare qualcosa non è sempre male, ma è buona regola cercare di farlo il meno possibile e mostrare invece delle scene precise alla mente dei lettori, cercando di non ripetere più volte lo stesso concetto. Ricorda che alcune informazioni specifiche possono trasparire in maniera attiva dal dialogo diretto, che hai usato pochissimo: ad esempio (ad esempio è l'unica eccezione alla regola della d eufonica) la scontrosità di Aruj o il numero di giorni passati in cabina sarebbero potuti emergere dal dialogo con un sottoposto venuto a chiedergli cosa voleva da mangiare. Ciò che hai cercato di fare nel post è molto difficile perché molto introspettivo, ma ritengo che tu sia sulla strada giusta e questa è una lunga indicazione per migliorare. Spero che il giudizio sia comprensibile e apprezzato. Bene così.
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Contest mensile marzo 2016 « Fede » Edited by Ray~ - 2/3/2016, 13:16
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