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| ╗Eitinel
"Cosa vedi quando chiudi gli occhi? Vedi quello che vedo io? Provi la stessa, incolmabile, sensazione di solitudine? La stessa consapevolezza di essere irrimediabilmente, solo? Oppure nulla di ciò che mi attraversa potrà mai avvicinarsi tanto a te da poter pensare, anche solo per un istante, di raggiungerti?" | A dream discarded╔
"Cosa vedi quando chiudi gli occhi? Vedi quello che vedo io? Percepisci il mio stesso rimorso? Avverti il mio stesso respiro? Oppure nulla di ciò che è stato attraversa più il tuo pensiero?" |
Nome Eitinel Appellativo | La Bianca Inquisitrice | Razza Elfo Pericolosità S Altezza 1. 65 Sesso Donna
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Dominio Illusionista Classe | Negromante/Paladino | Energia Viola Peso 45 Kg Conto Ca$h Ruolo Capoclan Clan Sorya
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Quando ancora la giovane e fresca età della fanciullezza velava di candida beltà la figura di Eitinel, ella appariva come una nobile creatura elfica, le guance scarlatte, la chioma dorata e lo sguardo tanto limpido da riflettere il colore del firmamento. Ella era bella, pura e adorna di una eleganza tanto unica quanto preziosa perfino per la sua stessa razza. Tuttavia, la Sorte e la Fortuna, volubili compagne di ogni solitario viaggiatore che invano ripone in esse le proprie speranze, rivoltatesi improvvisamente contro colei che precedentemente avevano così generosamente sostenuto e privilegiato, dipinsero per Eitinel un nuovo volto ed una nuova figura. Meno splendida e radiosa della precedente che nulla di meno pareva essere stata un tributo alla primavera e al folgorante risplendere delle stelle, la figura che un tempo aveva rappresentato il più splendido fra i sogni, avvizzì e appassì in un rovente alito di disperazione. Il più infido nero tinse le chiome lucenti coprendone l’un tempo ambrata sfumatura, il grigio spense il turchese di quelle iridi fino ad allora terse e vive della gioia stessa della vita. Il niveo tralucere della pelle di porcellana divenne uno smunto illividirsi di vene e legamenti, visibili come tracce di un malato avvizzire che, muto, affiorasse esanime dalla sottile epidermide. E così fu Eitinel, un tempo tenero riflesso di perfezione e ora deplorevole allucinazione di sconfitta e sgomento. Quale nome dare al capriccioso e crudele Fato? Forse nessuno, forse molteplici, così tanti da poter riempire pagine intere di triste agonia. Eppure uno, uno solo, fu capace di imprimersi con ostinata lividezza nella mente di colei che più di ogni altra cosa avrebbe solo desiderato dimenticare e obliare le ingiustizie del passato. Eis mind. Cuore di ghiaccio, anima di cristallo, uno spirito infernale racchiuso nelle sembianze di un efebico cupido le cui frecce gelate di odio e rancore parevano capaci di far precipitare nel mortale sonno invernale tutto ciò che si fosse venuto a scontrare con esse.E così fu anche per Eitinel fintantoché dall’imprevedibile avvicendarsi dei fatti, ella non trovò sulla propria strada la possibilità di riscattare la purezza oramai perduta. Ella trovò Elhonna, Dea benevola e misericordiosa che, imprevedibile astuzia, costrinse nuovamente le oramai provate spoglie dell’elfa a mutare di nuovo, violentemente, il vuoto sarcofago di dolore che ora doveva divenire casa e dimora di un’entità superiore che mai, e per nulla al mondo, avrebbe accettato nulla di meno che la più sacra e pura delle regge. Così il nero della chioma scomparve, macchia d’inchiostro lavata dalla pioggia, lasciando al suo posto il più candido fra i bianchi. Le iridi persero il cinereo grigiore per colorarsi di una rapace sfumatura dorata, tanto e del tutto simile alla stessa che albergava negli occhi della dea che, mutata in civetta, vegliava sempre al fianco di Eitinel. Ed infine le membra, prima gracili e avvizzite a vedersi, divennero ora bianche come il più tenero marmo, sottili e flessuose come arti che la superba mente di Elhonna pareva avesse sottratto alle memorie dei tempi dove artisti e scultori plasmavano le proprie opere più magnifiche levigandone i contorni e scacciandone ogni possibile imperfezione. Mirabile opera, davvero, quella della Dea che, mutando così la propria protetta, le donò anche anima e cuore tanto nuovi quanto incapaci, tuttavia, di scordare anche per un solo istante le memorie del tempo. Eppure, inguaribile giustizia divina, Elhonna non mancò di lasciare sulla propria creazione le spoglie e le vestigia dei moniti che prima della sua venuta il destino aveva voluto ostentatamente imprimere sullo stesso corpo della rea che ella ora tanto si apprestava a “epurare”. Come togliere indi i bracciali che, catene invisibili, avrebbero continuato per sempre ad appesantire di colpe quegli arti ora così splendidi? Come negare il marchio impressole a fuoco sulla nuca, tocco indelebile di un’entità spaventevolmente simile all’elfa? E come risparmiarle, infine, di rivedere in ogni istante ed in ogni attimo le sembianze del suo più temibile aguzzino nel colore della sua stessa pelle, nella sfumatura delle proprie chiome arruffate? Eis mind sarebbe stato padre, fratello, carceriere e primo riflesso della nuova, redenta, Eitinel così che ella mai dimenticasse che, anche nella Santificazione, il volto del peccato non smette mai di riaffacciarsi per controllare il retto osservare del presente. Nella mente non esistono confini, barriere, limiti invalicabili che il pensiero si appresta a non lambire mai, a non attraversare rischiando, viceversa, di perdersi in lidi desolati ed oscuri da dove non sia più possibile ritornare. Come descrivere la mente di una creatura la cui esistenza scampa qualsiasi classificazione in termini di tempo e durata? Quando non si è più in grado di contare anni e secoli trascorsi, quando i giorni smettono infine di differenziarsi l’uno dall’altro e il tempo oramai pare fluire come un unico e costante torrente sotto i propri piedi tanto dilaniati dal lungo vagare e avanzare da essersi induriti come roccia e lisciatisi come pietra, ciò che diviene ricordo e memoria ed in seguito pensiero ed intenzione pare essere infinitamente poco ed, insieme, infinitamente molto. Miliardi di anni vissuti, e milioni di secoli da rimpiangere e di cui avere memoria lasciano forse non più che alcuni secoli, poche e sparute ere. Ma non sono allo stesso modo un tempo pressoché infinito, nonostante tutto? Ciò che ricorda Eitinel non è il semplice trascorrere di un’esistenza, ma il lento e costante fluire del mondo stesso sul quale ella ha soggiornato e, allo stesso modo, nel quale ha vissuto varcando tempi e culture così diverse da renderla cittadina del mondo e, più probabilmente, popolo solo ed unicamente di se stessa. Milioni di lingue conosciute e apprese. Decine di migliaia di popolazioni ed etnie vedute nascere, crescere, raggiungere il proprio apice ed infine, inesorabile destino, collassare su se stesse. E nonostante tutto, non riuscire mai a scorgere un periodo, un’epoca, un momento storico e pensare finalmente di appartenergli. Sempre e comunque impossibilitata ad essere una creatura “ del proprio tempo” poiché colui che conosce il passato non può accomunarsi e vivere in mezzo a coloro che, viceversa, vivono solo il presente. Le piaghe dell’eternità rendono l’animo diffidente dal concedersi la beata ignoranza dell’uomo sedentario che, distendendosi sotto un albero e assaporando la brezza che spira leggera fra le fronde primaticce, non desideri altro che sopravvivere a quell’istante senza doversi mai più preoccupare per il futuro. Così, alla fine di ogni cosa, al risorgere e scomparire di quell’uomo o quella data razza, viene il giorno in cui si capisce che ciò che rimane e mai si potrà perdere nell’infinito turbinare del tempo, è sé stessi. Nulla di più e nulla di meno. La propria anima, la propria coscienza e i ricordi che entrambe hanno potuto accumulare e, in ogni attimo, conservano con gelosa meticolosità. Dal riconoscere di essere soli e desiderare, ciononostante, di non esserlo mai, il passo è relativamente breve. Solo scorgendo il nulla che ci circonda, improvvisamente si può essere in grado di decifrarne il carattere inesorabile, oscuro, infinito e allo stesso modo angusto come fiato che scivoli denso sulle nostre stesse membra divenendo insieme prigione e distanza da tutto ciò che, proprio a causa di esso, non potrà mai sfiorarci. E allo stesso modo, il solo fatto di riconoscere la propria miseria, insinua nel povero il disio di divincolarsi da essa, di combattere contro quell’ineluttabile destino e cambiare quel copione che troppi, probabilmente, si rassegnano a recitare. Eitinel quindi si mise a cercare ciò che le avrebbe permesso di non essere mai più sola, quelle semplici e banali costanti che confortano l’animo e restituiscono la pace in chi non sappia più dove volgere lo sguardo per vedere la propria vita riorganizzarsi e ritornare ad avere senso e forma. Da dove cominciare, dunque? Da una casa, probabilmente. Peccato che le uniche case che mai fossero per lei state degne di tale nome, quella della sua infanzia e quella in cui aveva soggiornato per alcuni anni, fossero andate completamente distrutte.Tentare quindi con gli amici? Anch’essi perduti nell’implacabile proseguire degli eventi. Cosa dire dunque degli affetti familiari e degli amori? Solo l’immagine della glaciale causa che l’aveva spinta in quell’inferno senza ritorno pareva affiorare nella dilaniata mente dell’elfa. Eis Mind. Ma era davvero possibile basare la propria esistenza unicamente sull’incubo del demonio che l’aveva resa tanto intollerabile e disperata nel proprio insovvertibile perpetrarsi? Usare il tormento e il rimpianto come uniche fonti alle quali attingere per svegliarsi ogni mattina e addormentarsi ogni sera? Probabilmente si. Probabilmente qualcuno ne sarebbe stato capace. Avrebbe realmente chiamato a sé quell’immagine e su questa sarebbero nate le basi di una nuova vita. Ma che tipo di vita, in fondo? Un’esistenza che Eitinel sapeva nel profondo del proprio cuore perduto, non avrebbe mai voluto. Mai sopravvivere in funzione di qualcosa che, una volta raggiunto, ci renderebbe impossibile smettere di essere il proprio IO trasformatosi in funzione di ottenere simile obiettivo. Abbandonato quindi ogni possibile agente esterno, dimenticato ogni facile e nocivo fine autolesionista, compresa la natura irreversibile di memoria e ricordo, cosa rimane dunque? Se stessi. Punto di partenza e fatale arrivo del circolo vizioso che inutilmente l’elfa si era ostinata a percorrere. Sola ed unica cosa che ella conoscesse e che mai sarebbe morta o andata distrutta prima di lei. Risposta semplice, naturale, scontata, eppure infinitamente amara da gustare sulla lingua soffocata dalla delusione. Così Eitinel divenne il proprio tempo, la propria era, i propri amici e le proprie credenze. Un tutt’uno condensato nello sconfinato universo della sua psiche mai come da allora insondabile e inafferrabile nel proprio divenire da semplice ed esclusivo luogo del pensiero, a vera e propria realtà tangibile e vivibile. Semplice sogno ad occhi aperti o tragico biforcarsi di coscienza e desiderio? Fantasia nella realtà, fantasia della realtà o fantasia reale?Quanto, in realtà, il sogno prevarica la verità e si sostituisce ad essa come magistrale illusione idilliaca? Se Eitinel divenne veramente prigioniera della sua stessa mente o fosse stato solo il mondo a pensare che essa lo fosse divenuta, sfuggì alla comprensione di un qualsiasi osservatore e, forse, dell’elfa stessa che, complice e vittima del suo stesso gioco, non sembrò effettivamente desiderare una risposta o una qualsiasi risoluzione a questi quesiti. Chi mai, scorgendo la fine, il fondo ceco e del tutto privo di un qualsiasi sbocco o svolta di un corridoio a lungo percorso, non bramerebbe immediatamente che vi fosse una curva, una nuova ansa nella quale addentrarsi così da poter continuare, di nuovo, a sperare che vi sia una fine migliore? Un premio per l’aver a lungo vagato con l’aspettativa in cuore? Se sia pazzia lasciare che il sogno rincorra la realtà ed a volte si sostituisca ad essa come pittoresca sfumatura del sapiente artista non è dato saperlo fintantoché sia l’uno che l’altro sfuggiranno capricciosi alla comprensione perfino di se stessi. | Shizoid 82% | Narcissistic 62% | Avoidant 70% | Paranoid 50% | Antisocial 54% | |
╗Il Sogno
"Diffida del tuo amico, poiché è spavalda menzogna che egli ogni giorno esibisce insieme al proprio sorriso. Poiché è invidia ciò che distorce le sue labbra in un amorevole ghigno. Che lo costringe a scoprire i denti digrignanti nella macabra concretizzazione di una smorfia amorevole. Stai all’erta, poiché è l’amico che tace i propri rancori in nome dell’affetto che ti tiene a lui legato." | di Eitinel╔
"Confida invece nel nemico, poiché autentiche sono le sue parole di sfida, reali sono le sue ingiuriose frasi di scherno. Tangibile è la sua collera, sincero il suo sdegno. Egli non ti mentirà mai su quanto odi o disprezzi la tua esistenza eppure, ironia del destino, essa sarà eguale e pari a quella di colui che, dolce sicurezza, poggia ora le sue mani sulle tue spalle carezzando beatamente la lusinghevole vista della tua nuca scoperta." |
Come costruire dal solo e semplice fondamento della propria mente e dei propri desideri una realtà che, benchè mai del tutto soverchiante rispetto alla verità tangibile, riesca perfettamente ad amalgamarsi ad essa, a mescersi con doviziosa ed incredibilmente accurata precisione senza che alcuna sbavatura, alcuna pecca salti all’occhio della propria creatrice? Come creare un mondo che all’occorrenza possa divenire “l’ora” e che, diversamente, rimanga solo un ricordo, un’immagine agli angoli dello scorrere del tempo? In questo, mente arguta ed incredibilmente incline alla riflessione quasi paranoica, Eitinel è riuscita a mostrare una non indifferente genialità. Banalmente si potrebbe accomunare la definizione di “sogno” ad una totale e completa alienazione dalla realtà, ad una paranoide e schizoide sindrome di isolamento e distacco da tutto e da tutti al fine di concentrarsi e dare vita ad una dimensione totalmente soggettiva. Effettivamente una simile idea non è così assurda se si pensa alla caratteristica abilità del sogno di divenire l’esaustiva e completa opera di se stesso, un nucleo le cui falangi, seppure talvolta inverosimili e fantastiche, paiono incastonarsi precisamente nella dinamica complessiva, come un’infinita serie di tasselli che, uniti, formino la perfetta coreografia di un paesaggio metafisico e surreale. Nel sogno, in genere, non occorre spiegare il perché o il per come di un qualsiasi evento o azione poiché si tratta quasi sempre di nozioni già conosciute a propri, oppure, diversamente, del tutto ignorate poiché di carattere apparentemente irrilevante. In base a questo principio, immaginare la visione onirica di Eitinel come uno stato di totale alienazione da qualsiasi influenza fenomenologica oppure, ancora, come una impostazione mentale che escluda il vero per dare esclusivamente spazio all’immaginazione, è inesatto. Il vissuto di Eitinel non perde mai il proprio attaccamento con il tempo e lo spazio circostanti, non pretende mai di isolarsi da essi e farsi cellula completamente indifferente ma, diversamente, affonda le proprie radici esattamente nel sottile connubio di uguaglianza che intercorre fra il pensiero e la realtà. Ciò che può essere pensato aderisce esclusivamente a ciò che viene precedentemente conosciuto con l’ausilio dei sensi e, quindi, è impossibile pensare che non vi appartenga completamente e totalmente in qualità di immagine speculare, contorta e distorta dalla fervida genialità della mente e della psiche. Fondamentalmente la visione di Eitinel si colloca esattamente a metà strada fra l’esperienza e la rielaborazione, in un terreno apparentemente influenzabile sia dall’uno che dall’altro e nel quale nessuno dei due sembra essere in grado di escludere la propria controparte. Un sogno cosciente, in altre parole, una estensione di tempo e spazio nei quali ogni cosa può facilmente essere dimenticata o ingigantita a dismisura, in cui un secondo può valere l’eternità ed interi anni venire invece spazzati in meno di un attimo, in cui distorsione ed effettivo riflesso smettano di essere due percezioni incongruenti fra di loro ma divengano un unico modo di vedere e sentire. L’esistenza di Eitinel è il vivere soggettivo per eccellenza, è la terra sconfinata ed infinita del possibile e dell’alterabile dove la dimensione oggettiva si nasconde e viene continuamente stravolta seppur continuando a permanere come fattore irrinunciabile e basilare. Se ne deduce quindi che qualsiasi realtà percepita o avvertita non sarà altro che parafrasi ed emanazione di una volontà, di un pensiero, di un’emozione fattasi tangibile riflesso empirico.
L'illusione sarà quindi il dominio nel quale più di ogni altro si potrà manifestare la potenza e l'abilità di Eitinel, in grado di creare miraggi ed immagini fittizie direttamente nella mente del malcapitato che si trovi ad incrociare la sua strada (Basso) o nell'ambiente che lo circonda (Medio) dandogli la concezioni di trovarsi in un luogo in realtà presente esclusivamente nei suoi pensieri. Tali illusioni saranno spaziali, cioè saranno contemporaneamente vissute dalla stessa Eitinel. Se questo non fosse sufficiente, Eitinel potrà scagliare contro l'avversario una qualsiasi sorta di illusione (Alto), rievocante un momento appena trascorso del duello, o meno. All'interno di questa realtà fittizia, egli rivivrà un momento atroce, o lo vivrà come se fosse vero al 100%. Per ogni dolore che proverà all'interno dell'illusione inoltre, fisico o dell'animo, all'interno del suo corpo reale si apriranno delle ferite, fino a un totale di un danno "Alto", raggiunto il quale l'illusione si scioglierà da sola. Per compiere l'attacco, tuttavia, è necessario un contatto fisico con l'avversario. A patto di mantenere un contatto, sia questo visivo o fisico con l'avversario, inoltre, l'elfa potrà sprigionare immediatamente qualsiasi illusione desideri con uno spreco di energie inferiore a quello che naturalmente le sarebbe richiesto (Costo abbassato del 5%. Se questa scendesse al di sotto dello 0%, il costo sarà automaticamente dell'1%) e potenza ben superiore a quella da lei stessa esercitata (Ogni sorta di tecnica illusoria o manipolatoria sarà di un livello superiore. Una tecnica a costo alto, varrà per esempio come una tecnica di costo critico. Tecniche di costo critico invece avranno una potenza superiore ad altre tecniche di costo critico, a parità di PeRm.)[Dominio Illusionista]
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╗Il desiderio
"Un Sogno che riposi nel mio cassetto trovò un giorno il modo di sgusciarne fuori attraverso la serratura la cui chiave tenevo stretta al cuore. Evase, lesto e silenzioso, da quello stretto pertugio e da li sgattaiolò indisturbato fino al letto, lungo le coperte, fra le lenzuola ed infine sul cuscino laddove il mio capo sopito giaceva nell’inquieto dilungarsi del sonno.
| di Eitinel╔
"Non osò nulla, forse troppo debole per rivendicare il posto che esso un tempo aveva laddove ora giaceva una fredda chiave. Forse rimase solo a fissarmi, paziente. Forse per pietà. Forse per rabbia. O forse solo in attesa di qualcosa che, anche ripensandoci, ora proprio non saprei descrivere." |
Per ogni sogno, per ogni dolce e fantasiosa creazione della mente, vi è uno fra i mille e più sogni che si annidano nella mente umana dal quale attingere e prendere spunto. Nulla prenderebbe vita, niente verrebbe riesumato dall'inconscio e fuso con la creatività della ragione se alla radice, alla base di tutto ciò non vi fosse un'aspirazione irrealizzabile, una autentica e pressante brama di qualcosa. E allo stesso modo, in una retorica eppure veritiera ambivalenza degli opposti, tanto varranno come spunto le passioni quanto, viceversa, i timori più profondi ed irrazionali. Solo in quel caso, solo ed esclusivamente con una simile condizione a propri, sia essa positiva o negativa, il mondo onirico si vedrà popolare delle più fantastiche o terribile creature capaci di catalizzare in sè la densa sostanza della quale si compone l'incomprensibile struttura dell'essere umano. Cosa accadrebbe dunque se il fine ultimo di Eitinel, il suo più grande disio, tanto vivido e morboso da costringere la stessa a rinchiudersi mente e corpo in una tragica ed idilliaca concretizzazione onirica, fosse in grado ora di legarsi a comunione con la possibilità di dare libero sfogo ad ogni singola fantasia, ad ogni paranoica illusione sfruttando una potenza ben lungi dal potersi dire "latente"? Cosa sarebbe in grado di creare, di plasmare col solo uso di razionalità e desiderio un sogno così tenace e vivido da divenire, spregiudicato confondersi di ipotesi e concretezza, reale?
┐Negli occhi degli altri…
Il sogno è l'infinita ombra del vero┌ Anche la mente più abile e complessa nasconde in sé le radici di una infanzia e di una crescita i cui cardini inviolabili, in cui la componente basilare e semplicistica non può mai smettere del tutto di influenzare e incanalare la complicatezza in mera e talvolta banale ovvietà. In ogni sogno che si rispetti, si devono sempre e comunque trovare delle figure cardine in cui, pilastri inalterabili seppur interscambiabili, la vicenda si può snodare ed articolare. Vi è quindi un leader, colui che regge le sorti del sogno e sulle quali pende la responsabilità degli eventi. Vi è poi l’amico o il familiare, figura a cui si è legati affettivamente e che ricorre in quasi tutte le sequenze fino alla fine, salvo eccezioni di natura “narrativa”. Vi è inoltre il nemico, singolo o molteplice, reale o solo figurato che rappresenta l’ostacolo o la minaccia contro la quale combattere. E poi vi è l’amore, la persona o l’entità reale o fittizia che catalizza desideri ed aspirazioni. Eitinel ha saputo trovare ognuno di questi snodi fondamentali, tutti e quanti i basamenti sui quali poggiare la magnifica struttura della propria coscienza in un glorioso, eppure terribilmente complesso, intreccio di sequenze e legami tutti generati dal semplice fronteggiarsi di queste 4 componenti fra di loro contrapposte. Eroe-Nemico. Affetto-amore. E quale compagno dare quindi, quale più fedele e intimo amico affidare al sogno, co-protagonista, trama, sfondo e copione di questo machiavellico intreccio, se non l’irriducibile, inarrestabile, eppure incredibilmente presagito, incubo? Anche nell’animo più antico, nella coscienza più vetusta ed erosa dallo scorrere del tempo, vi sarà sempre e comunque lo spazio per la paura, per l’apprensione, per la tristezza e l’angoscia capaci, soli, di trasformare una semplice ombra in un oscuro pertugio di tenebra, un sorriso gentile in una smorfia maligna, un odore impercettibile in fetore denso ed asfissiante. Come scampare la naturale molteplicità dell’animo che, violenta, insicura, orgogliosa, sospettosa, lussuriosa, egoista, interpreta ed intende ciò che sente in base alle proprie più volubili inclinazioni e tensioni? Se lasciato solo a se stesso, se abbandonato all’ansioso specchiarsi ed addentrarsi in se medesimo fino alle radici dell’identità e dell’esistenza, l’animo pare più propenso ad accanirsi su se stesso che a scagliarsi contro gli altri. Sembra trovare più semplice sfamarsi con le proprie membra aggrovigliate nel dubbio e nella apprensione piuttosto che cercare un capro espiatorio e con quello immolare il proprio paranoico arrovellarsi.
Così Eitinel, permettendo a chiunque di addentrarsi nel suo particolare e surreale sogno, offre la possibilità ad ognuno di divenire da semplice spettatore della vita, da puro e semplice ospite di una visione, a vero e proprio regista della scena, protagonista, comparsa ed autore di un copione che ognuno, come lei, potrà essere in grado di recitare e creare allo stesso tempo, tanto nel bene che, di riflesso, nel male. E tuttavia, ad ognuno sarà concesso di vedere esclusivamente nel PROPRIO mondo, senza possibilità alcuna di sbirciare in quello altrui ed influenzare se non inavvertitamente il sogno di chiunque altro.
╗Una volta che ci si verrà a trovare nelle vicinanze di Eitinel, immediatamente si subirà la suggestione della sua persona tale da indurre chiunque a percepire nel mondo circostante delle visioni in realtà inesistenti, delle tormentose e grottesche deformazioni di oggetti e situazioni nel concreto del tutto normali. Non importa quale sia lo status psichico della vittima in questione in quel preciso istante, l'abilità di Eitinel riuscirà a pescare nel suo più profondo io così da trarre senza alcuna difficoltà le paure e i tormenti più nascosti e sopiti che, liberi di esprimersi, divamperanno con ambigua e subdola violenza. Ogni sorriso sarà quindi fraintendibile, ogni ombra un probabile nascondiglio per qualche orribile creatura, ogni parola ricolma di significati all'occorrenza oscuri e crudeli e sempre più angoscianti man mano che la psiche del soggetto in questione si andrà a logorare e cederà a simili artifici. Allo stesso modo, ogni pensiero di speranza e felicità saranno lentamente ma inesorabilmente soppiantati dall'aspettativa di una sconfitta e una rovina incontrovertibili i quali segnali sembreranno trovarsi in ogni banale parola o avvenimento tali da destare, di conseguenza un sempre maggiore sgomento e disorientamento poiché la ragione, obbiettiva classificatrice del mondo percepibile, verrà col tempo e sempre più totalmente inibita dalla suggestione dell'elfa.╔[Abilità psionica passiva]
┐Nell’apparenza del gesto...
Nulla è più facile che illudersi. Perché l'uomo crede vero ciò che desidera┌ Quando si è prigionieri, artefici ed insieme complici del proprio stesso sognare, quando il velo fra realtà e fantasia è tanto sottile da poter essere scostato dal primo guizzo di vento o dal primo quieto sospiro del dormiente, come riconoscere nel denso mischiarsi di immaginazione e desiderio l’irriducibile confine dell’agibile e dell’impossibile? Che vincolo, freno, limite si potrebbe imporre alla fervida immaginazione capace, sola, di conferire illimitati e sterminati poteri a colui che, sapiente, sia in grado di sfruttarli a proprio vantaggio? Apparentemente nel mondo onirico paiono non esistere movimenti troppo agili, ragionamenti esageratamente brillanti e conoscenze o preconcetti tali da indurre il dubbio che non si tratti della più autentica normalità o realtà ma, viceversa, di una mirabile malia capace di prendere vita solo ed esclusivamente perché presa per vera e non messa in discussione da colui che ne subisce gli effetti. Potrebbe realmente accadere ciò che accade nel sogno se, rendendoci conto di non essere svegli ma, viceversa, di essere distesi fra le braccia di Morfeo, comprendessimo quanto futile sia illuderci di poter fare tutto ciò che sia di nostro gradimento senza che, ciononostante, nella realtà muti alcunché? Vi sarebbe forse qualcuno che, trovando in quell’oscuro e mutevole paesaggio i segni di un’elusiva invenzione, sceglierebbe di rimanervi a costo di perdere consapevolmente ogni autentico monopolio sul proprio vissuto? Probabilmente si. Probabilmente a qualcuno basterebbe la sola coscienza di non avere alcun limite concepibile ed imponibile verso se stesso e verso i propri desideri per abbandonare ogni cosa e dichiararsi prigioniero delle proprie fantasticherie, succube ed insieme principio fondante della propria galera, della propria mirabile e magnifica cella. Senza muri portanti, senza sbarre in ferro battuto, eppure allo stesso modo umida e desolata per colui che vi si abbandoni più a lungo di quanto sia proponibile per ogni sano e benevolo sogno ristoratore. Questo è il principio in base al quale, all’interno della fulgida trasparenza che costantemente avvolge ed imprigiona la figura di Eitinel, ella pare essere tanto temibile e potente da non essere scalfibile da niente e nessuno. Principio e fine dell’allucinazione così subdola e irresistibile da avvolgere chiunque nelle sue sinuose spire, ella non ha nulla da paventare dal mondo che la circonda, sia esso benevolo o ostile nei suoi confronti. Poiché coscienza e conoscenza, insieme, altro non sono che sinonimo di controllo e potere. Le basterà infatti ricordare anche solo per un istante, anche solo per un attimo che nulla di tutto ciò, di tutto lo scibile che le sta attorno sarebbe possibile senza di lei, senza la sua sterminata immaginazione, per piegare qualsiasi fatto ed evento a lei ostile ad un ben più inoffensivo e innocuo profilo. Come sarebbe possibile, infatti, provocare la propria sofferenza e dolore se, viceversa, si è perfettamente in grado di controllare sia l’uno che l’altro?
╗Al momento di venire attaccata sia in termini fisici che magici, Eitinel potrà ergere verso qualunque direzione ella desideri una barriera magica del tutto invisibile all’occhio di un qualsiasi osservatore. Generata e controllata dal solo e semplice movimento della mano destra che, seguendo traiettorie del tutto casuali ed inafferrabili per chiunque, “dipingerà” letteralmente nell’aria tale scudo della grandezza pari a quella dell’elfa, questa forza magica non necessiterà di alcun tempo per essere castata ma sorgerà immediatamente con un costo variabile a seconda dell’occorrenza. Poiché del tutto invisibile e difficilmente desumibile dai movimenti atti ad evocarla, la modalità d’azione della barriera risulterà oscura e difficilmente comprensibile per colui che vi si ritroverà ad essere ostacolato dalla stessa e che, inevitabilmente, si vedrà propenso a considerarla l’ennesima elusione e bizzarria del “Sogno” che circonda Eitinel╔[Abilità Variabile]
┐Nel confondersi dello sguardo...
In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria┌ Elusione ed illusione sono compagne fedeli del sogno. Le più compite e geniali consorti che ogni incauto avventuriero sa di dover prima o poi affrontare se è sua intenzione errare vagabondo nella terra dell'onirico "forse" e "magari", patria della psiche. Inutile tener conto di metri e distanze, illusorio misurare i piedi e i pollici o vagheggiare sulle miglia marine percorse. Inevitabilmente l’unica e sacrosanta verità è che lo smarrirsi nella propria mente è ciò che di più semplice e inevitabile possa accadere all’essere umano che tristemente cerchi invece di catalogare il proprio vivere sempre e secondo canoni di cifre e definizioni. Ed ugualmente inutile è tentare di discernere l’armonico riprodursi del verosimile dal brusco astrarsi dei particolari tanto paradossali quanto surreali. Vano poiché nessun canone o registro sintattico varrebbe per decifrare l’astrusa melodia che variegata si alterna con picchi e conche non del tutto regolari nello sfumato sfondo dell’intuibile. Cosa fare, dunque, una volta scorta la lapide della razionalità ergersi triste nel distorto panorama dell’assurdo, monito ed insulto verso colui che ancora non si rassegni ad abbandonare i propri capisaldi e cardini apparentemente inamovibili? Che strategia adottare? A quale comportamento attenersi? Cosa, in fondo, tentare? Semplicemente, unica risposta possibile, accettare. Unicamente rassegnarsi all’ineluttabile fatto che elusione ed illusione altro non potrebbero essere che sinonimi di un unico, acceso, concetto il cui nome è inevitabilità. Fatale. Inevitabile ritrovarsi in possesso di sconfinati talenti tali da donare agilità e vista inaudite. Inevitabile essere inseguiti da qualsiasi persona ci si ritrovi davanti per essere infine consegnati al nemico di turno che, sebbene mai conosciuto, si conosce perfettamente e lo si teme in egual misura. Inevitabile scomparire nell’ombra e dissolversi nell’acqua, elemento nel quale è ovviamente concesso di respirare senza alcuna fatica. Assurdo e desiderio. Componenti che, unite, costringono ad accettare qualsiasi cosa senza che la domanda, la fatidica e semplice DOMANDA sorga al cervello come allarme naturale di ogni mente razionale. Cosa dire dunque del dolore e della tristezza? Del sangue e delle ferite, dello sconforto e della disperazione?Nulla, probabilmente. Nulla che non sia già stato esplicitato nelle righe precedenti. Nulla accade se la mente non decide che sia lecito o attendibile farlo capitare, in fondo. Sia questo un dolore incredibile laddove una spada abbia appena oltrepassato pelle e carne viva. Sia questo lo spezzarsi di ogni osso delle gambe a seguito di un balzo cui sopravvivere andrebbe ben oltre ogni lecita facoltà umana. Poiché, sia nel bene che nel male, il sogno è la più beata ed insana accettazione dell’assurdo e del paradossale. Ugualmente essa è anche la più sfacciata consapevole ed insaziabile negazione di ciò che viene intravisto come superfluo, come del tutto difforme dal “excursus” che la mente si prefigge di percorrere.
╗Chiunque si ritrovi a subire l'effetto della suggestione illusoria di Eitinel, dovrà fare sempre più i conti con la propria mente che, arma subdola ed inconsapevole nemica di se stessa se manovrata con sapiente e studiata meschinità, mancherà di registrare qualunque sensazione fisica che il corpo, inutilmente, si accingerà a trasmetterle nel caso in cui subisse uno stimolo tattile di qualunque tipo. Qualsiasi sensazione di dolore che si verrà a creare nel momento in cui si subirà un attacco di Eitinel verrà del tutto ignorata dal cervello che si ostinerà a riscontrare uno status fisico del tutto eccellente e lascerà agli altri 5 sensi il compito di dedurre tutto il resto. Tecnica degenerativa, essa si fonderà principalmente sul progressivo alienamento di colui che ne sarà affetto che, spinto dal suo stesso sentire e percepire a dubitare dell'effettivo "esserci" della sua persona, tenderà a vivere un processo di latente atarassia cui il sogno è il più rievocativo esempio. Nella fase "terminale", il soggetto potrà addirittura arrivare al punto di non vedere più effettivamente comparire sul proprio corpo ematomi e ferite.╔[Abilità passiva]
┐Nell'esitare dell'indeciso...
Il cuore e la ragione discutevano. E il dubbio sedeva tra loro┌ Che strada scegliere quando, nella perplessità del viaggio, ci si ritrovi a dover proseguire dall’una o dall’altra parte di un bivio? Destra o sinistra? Nord-est o nord-ovest? Continuare verso oriente o verso occidente? Verso ponente o verso levante? E tuttavia, in fondo, sarebbe poi così terribile girarsi e semplicemente tornare indietro? Sarebbe una scelta così disdicevole preferire una unica, retta, via, disadorna di svincoli ed inutili scelte tali da apprensire l’animo ed appesantire il cuore? Alla fin fine, una via retta è l’insieme, la media ponderata di infinite strade curvilinee le cui deviazioni, rivolte a 360 gradi in ogni direzione, potrebbero unicamente riassumersi in un solo, unico, lineare, vettore sterminatamente rivolto verso l’orizzonte. Scegliere dunque quell’unica opzione, non è forse la decisione più saggia che la mente oculata potrebbe optare ed infine adottare? Ma, allo stesso modo, scegliere quella sola opzione non è come, per assurdo, averne scelte infinite ed infine averne tratto il desunto migliore e perfetto? Ragionamento complesso e terribilmente radicato nell’ipotesi più astratta e teoretica, una simile supposizione non porterebbe ad alcuna conclusione se non quella di stuzzicare l’incauto viaggiatore a proseguire tranquillamente nel prato, intermezzo fra le due strade divergenti e, per definizione, riassunto di tutte le strade non percorribili, illudendosi dunque di stare percorrendo la faccia “oscura” del mondo scibile. Cosa del tutto fuorviante, in verità. Ma cosa dire, nel caso di un mondo in cui la realtà così come il tempo paiono le due medaglie di una moneta indefinitivamente manipolabile e modellabile? Cosa pensare dunque di una scelta che non pregusti una unica opzione ma, diversamente, consenta di sbarrare qualsiasi casella e di trovarne, ciononostante, sempre delle nuove in attesa? Che, probabilmente, la scelta perde importanza quando, in egual misura, entrambe le vie possono essere percorse contemporaneamente senza che il vincolo della ubiquità o della contemporaneità sfiori anche solo per un istante i passi del placido esploratore.
╗Eitinel potrà acquistare in egual modo e a sua esclusiva discrezione le pergamene appartenenti sia alla classe di Negromante che a quella di Paladino. Che una simile scelta di fonti abbia a che scontrarsi con la coerenza e l'inconciliabilità tali da legare per definizione e senso comune le caratteristiche dell'uno e dell'altro poco importa. Il principio di flessibilità dell'animo di Eitinel, incline ad ottemperare a qualsivoglia sbavatura di concetti e connessioni rende questa scelta perfettamente coerente ed auspicabile per massimizzare le potenzialità sia di attacco che di difesa. L'aspetto ibrido del tema seguito da questi due tipi di pergamene conferisce anche una sorta di bivalenza ad ogni mossa tale da potersi definire in egual misura potenzialmente subdola e tendenzialmente pura.╔
┐Nell'interdirsi del tempo...
Lo spazio è la prigionia del corpo, il tempo è quella dello spirito┌ Ciò che separa la vita vissuta, il vero e proprio proseguire dell'esistenza dal semplice e futile sognare, è il tempo. Vanesio concatenarsi di attimi e, allo stesso modo, inscindibile fluire di istanti che solo la mente umana potrebbe avere l'ardire di classificare ed etichettare in "minuti " e "secondi". Così come il reale dal falso vengono scinti dalla concreta e razionale abilità della psiche umana, allo stesso modo il prima e il dopo sono ammaestrati e guidati dalla "consecutio temporum", inammovibile coerenza che, attimo per attimo, disciplina una realtà altrimenti incontrollabile. Ma cosa accadrebbe se, improvvisamente, questo vetusto meccanismo si inceppasse? Se il ritardo e l'imprecisione si sostituissero alla puntualità e alla perfetta sensatezza? Avverrebbe allora che nulla potrebbe più definirsi certo, prevedibile, auspicabile. Parrebbe che il prima, il mentre e il dopo non seguissero un corso naturale ma, viceversa, finissero per aggrovigliarsi su se stessi in un unico, mostruoso, insieme di frammenti e cocci di un insieme un tempo stabile e definito. Ora e ieri fusi nell'immediatezza di un presente eterno e senza possibilità alcuna di districarsi da se stesso per riprendere con disinvoltura una coordinazione collaudata nel corso di immemorabili ere e tempi. Impossibile sopravvivere per la ragione umana. Impossibile raccapezzarsi in una simile combustione di possibilità e ipotesi di un Adesso inabile dal realizzarsi ma, in egual misura, incapace di scomparire cedendo il passo ad un qualcos'altro che, prepotente, si ostini già ad esistere nella sua stessa contemporaneità. Ma se questo avvenisse nel sogno, se l'idea di perdersi e smarrirsi nell'accartocciarsi della sensualità non fosse nulla più che una percezione concepita come onirica e del tutto esterna alla realtà, allora forse, probabilmente, la mente faticherebbe meno ad accettare l'inspiegabilità di ogni cosa. Ipoteticamente ma molto più presumibilmente, l'incoerenza verrebbe allora vissuta come coerente proprio per la sua stessa inadattabilità ad ogni canone e registro definibile. Il sogno diverrebbe la spiegazione più plausibile allo storpiarsi di preconcetti e cognizioni poichè è sua propria caratteristica la totale e onnipotente vastità del POSSIBILE, causa preminente ed insieme finalità medesima dell'esistenza di una dimensione parallela che non si leghi alla realtà se non per il breve vincolo offerto dalla persona fisica che ne è ospite e ospitante. Eppure non tutto può sempre essere giustificato. Non tutti i dubbi, le incertezze, le parodie e i paradossi dell'autentico godono dell'attenuante di autospiegarsi se inseriti in un contesto propriamente scelto e così, vincoli imprescindibili, ecco dunque riaffiorare l'ambiguo, lo sfuggente, il vago e l'oscuro. Ecco venire meno la sicurezza dei sensi, la spavalderia della vista che si blocca, si confonde, si contraddice e si ri-interroga, turbata. Poichè non vi è più certezza, non vi è più convinzione senza la possibilità di attingere ai mezzi necessari per ogni conferma e ogni controprova.
╗Tecnica magica che consiste fondamentalmente nel rendere qualsiasi movimento di Eitinel un insieme di mosse che appariranno agli occhi dell'avversario tanto vaghe quanto confuse. Sembrerà di vedere infatti il medesimo gesto protrarsi indefinitamente nel tempo come se esso, rallentando, concedesse di vedere il residuo di se stesso fluttuare indefinitamente nell'aere. A livello visivo parrà di assistere paradossalmente ad un rallentamento inarrestabile del tempo e, allo stesso modo, di un suo normale scorrimento poichè, salvo la traccia lasciata, questa tecnica non influirà in alcun modo sulla velocità di azione dell'elfa. Da questo ne deriverà l'incapacità di colpire Eitinel con attacchi meramente fisici (Senza ausilio di tecniche, se l'avversario avrà una Rec più bassa della Perm di Eitinel). Allo stesso modo, anche se con valenza arbitraria ( Varrà la regola della AeV) la medesima difficoltà verrà riscontrata dall'avversario nel seguire e quindi parare le mosse fisiche di Eitinel che, faticando ad essere individuate dallo sguardo, potranno più difficilmente essere tempestivamente neutralizzate.╔[Abilità passiva]
┐Nel contraddirsi del pensiero...
Se il pensiero è verità, esso, ove non incontrasse ostacoli, consisterebbe nella contemplazione di se medesimo┌ Qualora la ragione definisse il mondo percepibile e fosse l'unica fonte alla quale attingere per riconoscere ciò che già a suo tempo fu vissuto, allora essa parrebbe essere il principio fondamentale e il mezzo più potente per decifrare la coscienza di un uomo. Ogni pezzo della mente diverrebbe un piccolo frammento in grado di ricostruire, se unito agli altri, il variopinto quadro della sua consapevolezza. E ciò varrebbe tanto nella vita reale, ove il pensiero pare essere il terreno sul quale spostarsi se si desidera muovere anche solo un passo, quanto nel sogno dove, sebbene travisato e fuorviato dalle mille e più variabili che si incastonano con eguale rilevanza nello spirito umano, nulla avrebbe ragione d'essere senza che venga precedentemente pensato. E' il pensiero che da forma al vivibile e all'immaginario , poichè è solo attraverso esso, attraverso le lenti che questo pone dinnanzi ai nostri occhi, che ogni cosa può ed è in grado di prendere forma, sia questa una mera illusione o una più autentica realtà. Ma poichè ogni cosa è proiezione di una interiorità che viene oggettivata ed in seguito ri-soggettivata per essere intesa, non si potrebbe dunque pensare che ciò che ci circonda non sia semplicemente ciò che noi concediamo alla nostra mente di "far" esistere? E cosa accadrebbe se noi, allo stesso modo, finissimo per desiderare che qualcosa non vi fosse? Esso scomparirebbe? Verrebbe ignorato, o ancora più banalmente, continuerebbe si ad esistere ma in una dimensione estranea alla nostra comprensione e volontà? E se veramente tutto questo, ossia vivere nel e del solo proprio "desiderio" fosse possibile, cosa rimarrebbe attorno ad ognuno di noi? Forse si finirebbe per essere una minuscola macchia di vita in uno sperduto nulla, vittime ed insieme cagioni di un processo di esclusione che, diminuendo sempre più la scelta possibile, porta a dimenticare quella sfruttabile per rimanere, infine, soli nell'attesa di scegliere che, in fondo, non si ha desiderio nemmeno più di se stessi.
╗Eitinel potrà liberarsi da qualsiasi illusione spendendo un consumo variabile. Ciò sarà possibile grazie alla sua profonda convinzione di possedere il pieno e totale controllo del mondo che la circonda e che, come tale, può venire da lei stessa manipolato a suo piacimento se, cause incomprensibili, finisca per rivoltarlesi contro. Già di per sè conseguenza di una tale supponenza, la possessione di questa abilità donerà ad Eitinel una sorta di calma serafica nell'affrontare qualsiasi allucinazione dalla quale potrà, senza sforzo, ribellarsi.╔[Tecnica Variabile]
┐Nell'inganno del corpo
La vera prigionia non è l'esser in catene e desiderar di esser libero, ma essere libero e desiderare di esser in catene┌ Ci sono cose che, pur volendolo, ci è impossibile dimenticare. Cose che, pur desiderandolo, pur volendolo, paiono incapaci di esser debellate dalla mente e dal cuore. Ricordi molesti. Profumi fastidiosi. Voci particolari. Persone impossibili da trasfigurare, un giorno, in comuni o indifferenti, volti senza espressione. Incapaci di divenire, infine, solo un nome in più nel novenario delle esperienze vissute. E Ciò avviene anche quando, con costante regolarità e puntualità, ci si appura di scartavetrare le irregolarità della memoria con la bianca e rassicurante uniformità dell'oblio e della dimenticanza. Per Eitinel, per colei il cui passato risiede in un unico trarsi e svolgersi del respiro, tale inamovibile ricordo, tale fastidiosa prominenza, ha un nome. Il Drago. Il Drago di una maschera. Il Drago di un ballo. Il Drago che, per capriccio, per rabbia, per odio forse, distrusse in un solo attimo l'intero Sorya. Il Drago. Colui che, rovinandola pezzo per pezzo ed infine distruggendola con un solo ruggito, la costrinse all'oblio. La indusse a svegliarsi forse, per la prima volta, dal proprio sogno. E tale fu il dolore, tale fu il tormento e la disperazione nel vedere ciò che egli aveva fatto a lei e al Sorya, che per l'elfa non vi fu altra soluzione che rifugiarsi, ancora una volta, nel proprio Sogno. Ma mai vero come prima, ora. Mai più autentico come il precedente. Solo, inutile, la negazione di se stessa. Il futile tentativo di addormentarsi ben sapendo quanto il desiderio di restare sveglia sia opprimente, adesso. Ora che ella se che la fuori, oltre se stessa, oltre l'illusione, oltre i muri e oltre le barricate, vi sia qualcuno che ella conosce. Vi sia il Drago. Ed ecco quindi che questa incapacità, questo impossibile collimare di disio e volontà spaccano infine l'anima. La dilaniano. E tanti sono i pezzi quante le espressioni di quell'uomo. Quanti i suoi gesti. Quante le sfumature del suo profumo. Tanti frammenti quanti, infine, i luoghi in cui cercarlo. Perché? Per odio. Per vendetta. Per volontà. Per amore, forse. Eppure, nel dubbio dell'anima, sono infinite le sembianze di se che ella dimostra. Infiniti i colori con cui si presenta. Infinite le personalità di colei che, per sempre, parrà incapace di rivelare se stessa. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona.
╗Eitinel, spendendo un consumo pari ad Critico, potrà evocare una creatura i cui tratti psicologici e fisici saranno definiti di volta in volta. La sua permanenza sul campo sarà di due turni compreso quello di evocazione, dopodiché scomparirà. Tale creatura avrà potenza pari alla metà di quella di Eitinel ( Pari ad una evocazione Media ad energia Blu, quindi) e potrà usufruire di tutte le sue tecniche e abilità partendo da un'energia iniziale pari a 100%. Ogni qualvolta verrà castata una tecnica o una abilità, le energie saranno sottratte all'evocazione e non all'elfa fino ad esaurimento totale ( Il costo delle tecniche che sfrutterà l'evocazione faranno riferimento al suo livello energetico e non a quello di Eitinel. Quindi il conteggio del consumo equivarrà a quello di una energia Blu e non a quello di una energia Viola). Al termine dei due turni di permanenza sul campo o in seguito all'esaurimento delle energie disponibili, la creatura scomparirà e le energie impiegate nel combattimento verranno sottratte ad Eitinel. Questa evocazione funzionerà come un Avatar. Benchè dotata di una psiche e di un carattere propri, tutto ciò che essa sentirà o vedrà potrà essere percepita dall'elfa come se ella lo vivesse in prima persona. In alcuni casi, subentrando completamente alla propria invocazione, Eitinel potrà parlare e agire direttamente attraverso di essa.╔[Tecnica a Costo Critico]
┐Tu Diverrai Il Mio Sogno
La morte verrà all'improvviso, avrà le tue labbra e i tuoi occhi, ti coprirà di un velo bianco, addormentandosi al tuo fianco┌ Una voce che, sola, ferisca l'oscurità con il proprio canto isolato, sperduto, solo, è la sola immagine che potrebbe descrivere con la più veritiera e sincera accuratezza la vita che Eitinel, nonostante le illusioni, nonostante le immagini, nonostante i ricordi, si ostina a vivere. Una voce cristallina, pura, limpida, che prevarichi e sorvoli i confini del tempo e dello spazio per perdersi nell'immensità dell'universo, di un immenso ed immutabile Nulla tanto sterminato da apparire baratro insondabile, impossibile sia da arginare che da saltare ed insieme voragine che in sè attiri ogni traccia di luce e vita tanto da lasciare intorno a sè il NIENTE. Poco importa cosa vi sia in fondo a quel burrone o all'interno di quella fenditura oscura. Senza uno sguardo sufficientemente acuto e lungimirante in grado di focalizzarsi su questi insperabili tesori a nulla varrebbe che la stessa Terra Promessa se ne stesse immobile ad attendere. Nella cecità non vi è posto per la speranza, per l'ottimismo o per l'aspettativa più gaudente ma solo ed esclusivamente per una concretezza che, stagliandosi a perdita d'occhio nell'oblio di un orizzonte affisso a pochi millimetri dal volto, spazzi ogni dolce risoluzione per lasciare viceversa posto esclusivamente alla tragica incapacità di scrutare al di là della propria agonia. Quale desiderio dunque più innocente, legittimo, logico, se non quello di sperare che, a quell'unica voce atona ed eterea, non se ne aggiunga allora ancora una? Una sola, forse, ma solo fintantochè anche quel mite duetto non cominci a desiderare di essere un trio per poter, insieme, sfilacciare ancor più l'oscurità circostante. Spalla a spalla, fianco a fianco, uniti insieme per protendersi nel buio così da sperare che, nell'unione di più braccia, di più corpi, di più respiri, finalmente la distanza dalla riva opposta o dal lembo antistante di quello strappo, non risulti più così incolmabile ed irraggiungibile.Tuttavia non basta illudersi, non è sufficiente credere fermamente nella favola di qualcosa ed ostinarsi nella veridicità della stessa per renderla autentica e tangibile come stretta che, salda, si affranchi nell'intreccio di dita calde, palpabili, tanto vere quanto vive. Non è sufficiente pensare ad un sorriso perchè esso si dipinga estatico sul volto di colui che ci sta dinnanzi. Anche se ci si ostini nel farlo, anche se si creda ad esso ed in esso con tutte le proprie forze. Vi sarà sempre il freddo in quella vuota pelle velata dell'incanto dell'alabastro. Vi si troverà sempre il vento in quello sguardo adorante e passionale. Anche se la ragione continuasse all'infinito a ribadire, sorda a qualsiasi replica, che nulla di ciò che risieda nella mente e da essa venga elaborato ed esternato possa avere altra fonte e creare altra realtà se non la realtà stessa. Se proprio nella mente risiede la capacità di creare fantasie e fittizie illusioni, vi sarà dunque anche la medesima abilità nel riconoscerle e ravvisarle come tali nonostante l'ostracismo di Desiderio e Coscienza. Come placare dunque il disio di un tempo, di uno spazio, di un mondo e di una vita propri che, a discapito di qualsiasi fattore esterno, divengano partecipi e compagni di una eternità tale da ridurre ogni cosa a nebbia e oscurità? Semplicemente, smettendo di tentare di introdurre l'immortale nel mortale, di spezzare l'infinità nella tragica immediatezza di un attimo e cercare, viceversa, di prolungare ed estendere a dismisura quella frazione di momento in una immortale sequenza di istanti. Ma Come, dunque? Imprigionando il tempo. Rendendolo schiavo di un volere ad esso superiore ed insovvertibile che lo costringa a piegarsi, ad assoggettarsi senza possibilità alcuna di reagire.Una potenza immane, assoluta, tanto imprescindibile da sfruttarlo e usarlo a proprio piacimento e arbitrarietà senza mai concedergli di sperare nella possibilità di reagire o sottrarsi. Una potenza, quindi, impossibile da sperare o anche solo cercare di raggiungere, quindi, se è nel mondo reale che si prendono i termini di confronto. Ma cosa dire di quello onirico? Della fatale dimensione dei sogni e degli incubi?Li, forse, vi potrebbe essere una tale forza, una simile volontà in grado di sottrarre al fluire delle ere una vita ed incatenarla, incastonarla in una remota e incontrovertibile staticità tale da rendere un solo istante lungo quanto millenni e secoli. tale da far coincidere l'immortale al mortale e costringerli, insieme, a cantare per sempre una lugubre e, non per questo meno magnifica, litania soave. Così dunque Eitinel non sarebbe più sola, non sarebbe più l'unica fautrice e vittima della propria desolazione ma avrebbe al suo fianco, fidata compagnia, un0anima con la quale condividere il piacevole scorrere dei tempi. Prigionia forzata o inconcepibile dono, tanto grande da sfuggire alla mite comprensione umana? Poco importa. La fede concessa allo sposo dell'immensità solo erroneamente potrebbero sembrare delle manette se osservate dagli occhi del cinico e del dubbioso mortale.
╗Tecnica magica che sortirà i suoi effetti senza che Eitinel debba fare alcunchè perchè essa entri in azione ( Vale come un contatto a distanza). Con un semplice gesto delle mani, poco importa quale esso sia, l'elfa sarà in grado di richiamare delle eteree diramazioni all'apparenza impalpabili ed inconsistenti, frutto di una mera distorsione dell'aria. Esse, spuntando direttamente dal terreno ai piedi dell'avversario, si avventeranno sullo stesso circondando braccia o gambe, a seconda del volere dell'incantatrice, portando come effetto quello di limitare la possibilità di muoversi. L'entità del danno sarà Variabile. Essendo di natura eterea ( Elemento Luce) queste propaggini potranno essere ostacolate esclusivamente da barriere magiche ignorando perciò qualsiasi tipo di armatura o barriera di altro genere. Agli occhi di colui che subirà gli effetti di tale tecnica, le propaggini avranno le sembianze di catene che, agganciatesi a sè, gli impediranno di muoversi liberamente come se, esclusivamente per lui, il tempo scorresse più lentamente ostacolando ogni sua azione fisica sebbene quella psichica risulti immutata. Il costo sarà Variabile. A livello conclusivo ( Questo ultimo effetto non sarà sfruttabile durante i combattimenti ma solo nei post conclusivi conseguenti alla vittoria) tale tecnica consisterà fondamentale nel suggellare la totale ed irreversibile prigionia dell'avversario nel mondo creato da Eitinel, condannato a viverne eternamente con lei una vita possibile solo perchè congelata in una sorta di parvente immobilità ottenuta controllando il fluire del suo tempo soggettivo.╔[Tecnica Variabile]
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╗L'incubo
"Come giovane che, sedotta dall’indomabile tempestare dell’oceano e avvinta dal suo furioso canto, decida di a lui cedersi per sempre. Ed allora afferri con le affusolate dita la chiglia, cinga con le pallide braccia lo scuro tronco intagliato e piegato dal calore dei mantici e dei focolai, si aggrappi con vigore al legno più scuro, incastri dolorosamente le proprie carni alle nodose venature, i serici capelli alle scotte, le esili caviglie alle funi e alle corde. Così che ella stessa sia Ebano, Salice, Quercia" | di Eitinel╔
"Così che la sua voce sia il roco scricchiolio delle assi rosicchiate dalla salsedine, il languido gemere della pancia gonfia del veliero sotto il quale scorrano ogni giorno le infinite e ruvide lamine dell'arazzo di cui si costituisce il mondo. Una seducente figura di donna scolpita laddove per prima la nave si bagni del sapore delle onde. Richiamo alla bellezza dell’infinito ed insieme della sua incredibile pericolosità."
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Nell'infinita eco di un sogno senza fine, i suoni di tutto ciò che richiama alla realtà e alla vita possono facilmente apparire come nulla più che rumori distorti e piegati dall'ingiurioso negarsi della ragione. Niente di meno che un fastidioso accartocciarsi di autentici scorsi di verità che, incapaci di sfondare e oltrepassare l'inesorabile cortina di ignoranza e indifferenza che si prova verso di loro, non posso fare altro che esalare il proprio contrariato grido di rabbia. Inascoltati, invero, forse meno semplicemente avvertiti come una strana e confusa reminescenza di un qualcosa così distante e remoto da non rappresentare di per se una autentica fonte di preoccupazione. Ma cosa dire, dunque, se in realtà quei tragici tentativi di risveglio portassero in sè ben più che una mera profilassi di un mondo del tutto estraniato a qualsiasi percezione o attenzione ma, diversamente, un che di importante, un qualcosa senza il quale sarebbe del tutto impossibile vivere, comprendere, ed interagire nella realtà entro la quale Eitinel si ostina ancora a ravvedere ed identificare la propria esistenza? Cosa fare se, nelle mille e più missive indirizzate, spedite e mai ricevute si annidasse forse solo uno, forse solo un paio di informazioni cardine? Un minuscolo e pulviscente particolare necessario a dare vita agli ingranaggi atti a muovere il pesante e macchinoso motore che ogni istante plasma e restaura il ponte fra vissuto di Eitinel e parallelo fluire del tempo? Impossibile ignorarli del tutto ma, in egual misura, impensabile accettarli come semplici e meri Dati da archiviare e sfruttare a proprio piacimento poichè da soli, senza alcun intervento conciliatore, essi finirebbero irrimediabilmente per stridere con l'apparato generale, per far cigolare e gemere fra di loro gli argani imponenti che, incrollabili, forzano ogni attimo a muoversi la sterminata serie di rondelle, rotelle e ruote dentate. Poichè troppo ruvida, troppo rozza e grezza sarebbe la semplice immediatezza senza che prima non intervenga la meditazione e la ponderazione a plasmarla secondo le esigenze volute. Allora dunque si intende che sia necessario accogliere tali e tante informazioni fondamentali ma, per ognuna di essere, occorre compiere un immane sforzo psichico e fisico, del tutto involontario in realtà, per impedire che, da sole, distruggano in un solo attimo tutto il machiavellico apparato sulla quale si regge la realtà di Eitinel. Ma se questo non fosse possibile? Se avvenisse che qualcosa non potesse in alcun modo essere modificato, rielaborato, equilibrato e rimodellato? Se esso fosse puro e semplice vissuto incapace di subire modifica alcuna? Allora ciò diverrebbe quell'unica parte che, nel sogno, risulti impossibile da gestire, incapace di essere governata e influenzata dal proprio desiderio. L'incubo, quindi. Già la mente umana è in grado, come già detto, di tramutare il più idilliaco degli scenari in una deforme e grottesca parodia delle proprie più intrinseche e recondite insicurezze, ma cosa dire quindi di quella psiche che nulla più teme al mondo se non il mondo stesso? Lo spauracchio dal quale costantemente si fugga sia in verità la fuga medesima? Ciò che Eitinel non è in grado di cambiare è ciò che con più crudeltà e spietatezza è in grado di ritorclesi contro affondando alle basi più profonde e insondabili della fobia e della disperazione che, in un tempo oramai irrevocabile, la suggellò e la costrinse a rinchiudersi nella dimensione in cui lei risiede tutt'ora.
╗Alnasl Dall'antico nome di una delle stelle che compongono la costellazione del Sagittario. Alnasl era in origine una parola araba che significava "punta", definizione calzante in quanto questo corpo celeste si colloca proprio nel punto ove, secondo il disegno astronomico, si trova la parte acuminata della freccia incoccata dall'arciere. L'oggetto cui è stato dato tale nome e che rappresenta la principale arma di Eitinel è appunto un elegante arco ricurvo i cui materiali ricordano la fibra di vetro ed insieme il più genuino e caratteristico legno di tasso. Uniti in unico mirabile connubio dai colori tenui e delicati, essi delineano la figura di un oggetto magnifico ed insieme incredibilmente potente. Fatto su misura per l'esile struttura fisica di Eitinel che difficilmente sarebbe stata in grado di maneggiare una più potente arma da mischia, questo oggetto presenta le sembianze di una bianca mezzaluna disadorna di inutili componenti estetiche che ne appesantirebbero la struttura senza potenziarne l'offensiva.
╗Sirrah Dall'antico nome di Andromeda, la costellazione consacrata alla sventurata giovine che per placare le ire delle Nereidi fu incatenata al posto della madre ad uno sperone di roccia, in attesa di essere divorata da un mostro marino. Ella, vincolata ad un destino che non aveva in alcun modo contribuito a creare ma, in egual modo, artefice dello stesso per propria volontà di abnegazione, da il nome ai venti braccialetti che cingono polsi e caviglie di Eitinel. Tali sono i simboli dell'antico errore che ella compì e che ora si trascina ogni istante insieme a lei, compagno e aguzzino di una infelice esistenza impossibile da scampare e da sfuggire. Essi si presentano come bianchi cerchi concentrici senza ganci o vincoli che consentirebbero all'elfa di levarseli in qualsiasi istante, luminosi e levigati come se il trascorrere del tempo o l'incorrere di urti e graffi non potessero in alcun modo intaccare la loro eterea bellezza. Per lo più simili a vetro o marmo, questi sono vincolati ad Eitinel per mezzo di un incanto la cui risoluzione sembra desistere dal rivelarsi.
╗Ypar Un potente amuleto di puro cristallo che, una volta indossato, dona ad Eitinel la possibilità di scrutare attraverso fortissime luci, tenebre assolute, non illusorie, e fumi o nebbie di qualsiasi tipo. Niente le sarà più estraneo, niente non potrà essere da lei sondato.
┐Occlumante La subdola astuzia di Eitinel, la sua capacità di indugiare e giocare con l'animo umano al fine di manipolarlo e corromperlo dei propri voleri, le ha concesso di apprendere la pericolosa arte dell'occlumanzia, ossia la capacità di sondare la mente altrui e intravederne senza alcuna difficoltà le memorie più recondite e i trascorsi più volubili. Una volta incontrato lo sguardo del proprio obiettivo, sarà come vedere gli occhi dell'elfa tingersi di una tonalità più scura, tanto variabile da snaturare l'oro delle iridi di un fulvo color tramonto. Ciò durerà un istante, un semplice attimo, ma questo sarà sufficiente a consentire all'elfa la completa conoscenza del passato dello stesso. Tale capacità potrà essere pois fruttata senza problema per tutto il tempo che ella vorrà ( fino alla fine del duello).[Pergamena incastonata. Uso concesso senza dispendio di energie: 5] Costo. Basso ┐Non vita Ad un solo gesto di Eitinel, dall'aere circostante compariranno delle impercettibili distorsioni che, nel giro di pochi istanti, prenderanno vera e propria forma compiuta. Queste, a metà fra l'evanescente e il tangibile, avranno di volta in volta l'aspetto che Eitinel desidererà far loro assumere. Guidate dalla volontà della stessa, tali evocazioni si disperderanno indefinitamente nello spazio circostante e, creando una sorta di polverosa ragnatela circostante, si scaglieranno contro il suo avversario per massacrarlo. Il loro numero, dalla decina alla ventina, potrà essere scelto a discrezione dall'elfa. L'arma che ognuna di esse possiederà per l'azione offensiva sarà anch'essa di volta in volta specificata. Al termine del turno esse perderanno nuovamente consistenza divenendo un tutt'uno con l'impalpabile aria in una progressiva dissolvenza. Nonostante il loro numero, il massimo quantitativo di danni che potranno causare all'avversario sarà pari a Medio, svanendo una volta raggiunta questa soglia. Una tecnica inaspettatamente utile, che può avere anche delle inusuali applicazioni difensive. In termini gddristici, esse rappresentano parte integrante, se non l'essenza stessa, dell'Incubo di Eitinel che, circostanza impossibile da ignorare, prenderà a più riprese forma tangibile per imperversare indisturbata nel mondo idilliaco da lei creato. Costo. Medio ┐Costellazione Una tecnica a dir poco infida. Eitinel concentrerà la propria energia, simile del tutto ad una evanescente e ribollente distorsione dell'aria, nel palmo della mano, in grande quantità. Dapprima informe e vorticosa, essa prenderà man mano le sembianze di una creatura alata minuta che nel giro di pochi istanti andrà via via acquistando forma e bellezza finché non sarà del tutto simile ad una bianca civetta. Solo allora, dotata di propria coscienza, questa figura eterea prenderà il volo scomparendo alla vista, apparentemente senza che vi sia alcun effetto. Nulla sul campo di battaglia cambierà, né qualcosa colpirà l'avversario. Il turno successivo di Eitinel, però, la creatura farà la sua comparsa mutata in sembianze ben più mostruose e ingenti, del tutto simile ad un immenso uccello si vento che si scaglierà sul capo dell'avversario, potente, per distruggerlo. Di pura energia, questo provocherà un danno pari ad Alto. Contro angeli in qualsiasi forma il danno peggiorerà ancora, divenendo di livello critico. La tecnica è incredibilmente pericolosa, poiché permette all'elfa di creare piani di battaglia astuti e ingegnosi, sfruttando una tempistica complessa e articolata. Costo. Alto ┐Aura di spine Dopo qualche secondo di ferma concentrazione, intorno ad Eitinel cominceranno a prendere forma delle perturbazioni dell'aere. Dapprima variabili ed eteroformi come se si trattasse di una semplice distorsione dell'aria, pian piano queste propaggini acquisteranno forma e sostanza compatte. Agli occhi di un qualsiasi osservatore, parrà di vedere il formarsi di un'aura di spine attorno all'elfa. Queste, eteree, di colore bianco trasparente, potranno essere lunghe fino a trenta centimetri, e notevolmente appuntite. Perforeranno però solo la carne. Non lasceranno infatti graffi alle vesti, non potranno essere bloccate dalle armature, e potranno essere attraversate dalle armi, come se non esistessero, ma, incontrando la pelle, la bucheranno come vere e proprie spine. La tecnica è utilissima, e dura per due turni compreso quello d'attivazione, svanendo al termine del secondo turno o prima, a desiderio del caster. Il danno provocato dal totale delle spine è di livello Alto. La tecnica non può essere attivata per difendersi da un attacco fisico, ma solo durante un attacco, in quanto la prima azione sarebbe countermove. Nel caso in cui si venisse caricati, o attaccati in corpo a corpo, in quell'istante la pergamena non avrà alcun potenziale offensivo né difensivo. Costo. Immenso ┐Favore delle tenebre Questa tecnica agisce su Eitinel come un'abilità passiva, quindi non ha consumi di energia ed è sempre attiva. La suddetta, nel momento stesso in cui entrerà in un'ombra che potrà coprirla totalmente, diverrà completamente invisibile a qualsiasi tipo di occhio. L'effetto che si mostrerà agli occhi dell'avversario sarà la scomparsa della stessa in una dissolvenza del tutto simile al classico Effetto Morgana generato dall'intrecciarsi di aria calda e fredda o, egualmente, dalla rapida evaporazione dell'acqua. Eitinel potrà muoversi all'interno dell'ombra come meglio crede, ma se anche solo un dito fuoriuscirà da essa, diverrà completamente visibile. Se l'ombra, inoltre, venisse dissolta per qualche ragione, ella tornerebbe visibile. Una tecnica utilissima per nascondersi e attaccare a distanza senza essere scorti. La tecnica non è un'illusione, ma semplicemente una mimesi, in quanto il negromante si rende identico all'oscurità, tramite un processo magico. Costo. Nullo ┐Colonna di luce Eitinel, poggiando una mano in terra, senza particolari tempi di concentrazione, genera sotto alle gambe del proprio avversario una colonna di luce del diametro di diversi metri che lo investirà, scaraventandolo in aria con notevole violenza. Visivamente egli vedrà dapprima il terreno sbriciolarsi come sotto l'effetto di una qualche forza ribollente ed infine, in un liberasi di energia immensa, tutta l'area soggetta alla tecnica distorcersi, accartocciarsi, come se l'aria stessa venisse bruciata in un rilasciarsi di ombre e luci abbacinanti. La colonna può essere generata solo dal terreno, e arriverà ad un altezza massima di dieci metri. La violenza è tale da poter sbalzare via anche il più pesante di tutti gli avversari. Se generata troppo vicino rischia di sbalzare via perfino Eitinel stessa e, come se non bastasse, la colonna provocherà anche ustioni di alta entità su tutto il corpo dell'avversario, o almeno sulle parti scoperte. Contro i demoni è notevolmente più efficace, provocando danni incalcolabili. Costo. Immenso. ┐Barriera infrangibile Dopo qualche istante di ferma concentrazione, Eitinel genera intorno a se una barriera ovoidale di un'area proporzionabile alla sua grandezza fisica, traslucida. Questa apparirà come la distorsione dello spazio antistante Eitinel, come se ella avesse creato un ritaglio personale da tutto ciò che la circonda. All'interno della barriera ella non potrà compiere alcun movimento, e dovrà rimanere completamente immobile, ad occhi chiusi, per mantenerla attiva. Per la concentrazione pre tecnica sono necessari alcuni secondi di ferma concentrazione, ma la creazione della tecnica sarà comunque istantanea. Non sono richieste particolari imposizioni delle mani. La barriera può anche coprire un solo lato dell'incantatore, o essere semisferica così da coprirne uno più i lati. Nel caso in cui copra un lato, la barriera va considerata una difesa di livello critico da qualsiasi attacco non psionico/illusorio. Nel caso in cui ne copra tre, e quindi semisferica, va considerata una difesa di livello Critico/Alto contro gli stessi tipi d'attacchi. Nel caso in cui venga generata a 360°, va considerata una difesa di livello Alto, contro gli stessi tipo d'attacchi. Costo. Immenso ┐Giudizio Qualche secondo di concentrazione ed Eitinel alzerà un braccio verso l'alto, evocativo. Improvvisamente, dal cielo inizierà a scendere una mano gigantesca, grande quasi quanto il campo di battaglia che, aperta, andrà a schiacciare l'avversario del guerriero, massacrandolo sotto la sua enorme forza. La tecnica, per quanto semplice, può rivelarsi estremamente pericolosa nel caso in cui l'avversario non dovesse disporre di difese adeguate. La mano provoca un danno pari ad alto. Costo. Alto ┐Dominio del sogno Eitinel riesce a dominare completamente l'elemento "Incubo". Potrà in ogni modo piegarlo al proprio volere facendogli assumere qualsiasi forma ella desideri. Nel momento in cui attiverà la tecnica l'elfa verrà come circondata da una indefinibile distorsione dell'aere che servirà solo a detenerne l'attivazione. Da questo momento, da tale miasma in continuo spostamento attorno alla sua persona, potrà concretizzare delle precise entità separate che sarà poi in grado di manipolare grazie a precisi movimenti delle mani e delle dita. La loro forma e dimensione verrà di volta in volta specificato ed una volta concretizzatesi saranno ancora gestibili da Eitinel. Per manovrarle, comunque, sono necessari espliciti movimenti delle mani, in modo da dare degli ordini ben precisi, come un direttore d'orchestra. Il contatto con queste emanazioni provocherà ustioni sul corpo dell'avversario, potranno shockarlo per qualche secondo, e si muoveranno a grande velocità. I danni provocati agli angeli da questa tecnica vanno alzati di un livello. Costo. Variabile
| Edited by Eitinel - 7/10/2011, 17:38
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