Castello di Carte - Apocalisse

Apocalisse
Preludio

Nell'antro della chiesa di Ladeca perfino il sole aveva deciso di raccogliersi in preghiera.
I banchi vuoti lasciavano che il silenzio si ripercuotesse sul marmo lucido come un macigno afono con cui solcare il passo; nel mentre, nessun raggio di luce filtrava attraverso le vetrate e i colori soliti del mattino lasciavano intravedere un'apatica ombra di disperazione, che si inaspriva sui volti tesi delle statue come un raccolto di mestizia e dolore.
In ginocchio dinanzi all'altare c'era un solo fedele; unico e immobile, dinanzi all'immensità del credo.
Teneva le mani giunte; i guanti legati alla cinta e un mantello scuro che gli ricopriva le spalle, le gambe inginocchiate e perfino le suole degli stivali.
Gli occhi chiusi si straziavano con le palpebre; rimanevano serrati fino quasi a farsi male, come se la violenza di quella preghiera gli avrebbe restituito quella calma e quella pace che un tempo aveva.
E che ora sognava.

« Un Re che prega è un Re saggio. »
La preghiera fu interrotta da una breve intonazione, che prese ampiezza dal fondo della navata e crebbe con l'incedere di colui che l'aveva pronunciata.
Un manto bianco scivolò lungo il marmo, carezzando le decorazioni del pavimento con soave leggiadria. Attraverso la maschera sorridente, si lasciava intendere un'aria serena e accogliente, in assoluta antitesi con la mestizia che aveva trovato ad accoglierlo. La veste candida si poggiò sul seggio di fianco all'uomo inginocchiato, lasciando che il chiaroscuro degli abiti in qualche modo ricalcasse la contrapposizione tra i due stati d'animo. Tra gli spiriti dei due cantori di sogni.
« Siete un Re saggio dunque, Julien? » Disse Zeno, rivolto all'altro.

Julien risalì dalla sua preghiera e fissò l'uomo con aria torva, come se avesse bestemmiato.
I suoi occhi erano gonfi e rossi, così come il suo volto. Aveva pianto, probabilmente per ore; si era lasciato andare a un rammarico troppo grande per un uomo solo e, ora, probabilmente trovava conforto nella preghiera. Forse come mai prima d'ora aveva fatto.
Zeno lo capì immediatamente, così come comprese il motivo di quella disperazione.
« Oh andiamo, maestà » disse, poggiandogli una mano sulla spalla. « Non riesco a vedervi in questo stato. »
« E in che stato dovrei essere? » Chiese, secco.
« Io non riesco a fingere, come fate voi e come fanno tutti gli altri » sbottò, lasciandosi andare ad altre lacrime.
« Non riesco a credere che sia tutto come prima; che non ci sia arrivata una dichiarazione di guerra » proseguì, senza sosta, « e che presto un esercito di diecimila uomini non sarà alle porte della città! »
Zeno lasciò che lo sfogo proseguisse con altre lacrime e altre invettive. Poi gli massaggiò la spalla con affetto e attese che si calmasse qualche istante.
« Non abbiate timore, maestà » ribatté, ancora calmo. « I nobili vostri vassalli proteggeranno la città e la battaglia finirà prima ancora di cominciare. »
« Andiamo Zeno » sbottò, di risposta. « Potete smetterla di trattarmi come un bambino. »

« So perfettamente che parte dei nobili preferirebbe restaurare il potere di Caino » asserì ancora, amaro, « e che non opporrà alcuna resistenza al suo assalto. »
« Così come so che parte della popolazione si schiererà comunque dalla sua parte. »
Sospirò ancora, con aria affranta. Poi scosse il capo, con violenza. « Ma non è nemmeno questo, alla fine. »
« Non ho paura per il mio trono » ribatté nuovamente. « Ho paura per la gente... »
« Siamo appena usciti da una guerra e il cielo solo sa quanti morti è costata... » proseguì, ricominciando a piangere. « Queste persone non conoscono la pace da troppo tempo... »
« ...e adesso ne moriranno ancora... » sentenziò, secco. « Senza che io possa farci nulla! »

E riprese a piangere.
Zeno, a quel punto, non riuscì più a reggere. La maschera bianca gli scivolò giù dal viso, ricadendo a terra con un sonoro tonfo.
Nei suoi tratti, così simili a quelli del Re, si intravedeva la medesima amarezza: i medesimi occhi rossi e gonfi, che piangevano per un destino amaro.
Lo tenne a se, abbracciandolo con vigore. Nel mentre, gli massaggiava i capelli, lasciando che le sue lacrime gli bagnassero le vesti bianche.
« Piangete e sfogatevi » disse, continuando ad accarezzarlo. « Sfogatevi ora e rialzatevi come un Re coraggioso, domani. »
« Ma non temete nulla, perché qualunque cosa deciderete di fare io sarò al vostro fianco maest--- »
Esitò un attimo, poi concluse la frese, « ---mio caro. »
E lo baciò sulla fronte, come un padre fa con un figlio.



Regolamento e bando


Cos'è Castello di Carte - Apocalisse?
"Castello di Carte - Apocalisse" è un evento ufficiale di Asgradel GdR, Dortan. L'evento si strutturerà come una quest aperta cui gli utenti possono partecipare sia come giocatori che come lettori, compiendo delle scelte in confronto al pari di una quest a bivi (sulla falsa riga dell'evento "Fetiales: il quarto Ahriman" attualmente in corso). L'ambientazione dell'evento sarà Ladeca, attaccata da un esercito di Caino. Di fatto, il Priore sferra un attacco definitivo al potere del Regno, cercando di riprenderselo con la forza. Alla fine della quest, i due migliori utenti giocanti avranno la possibilità di uccidere Caino. Questa non è una specie di promessa elettorale, che poi si rivelerà un bluff. Ma una reale possibilità: di fatto lo staff mette nelle vostre mani la possibilità di decidere il corso della storia nel Dortan, potendo Caino conquistare il trono di Julien oppure morire nel tentativo.

Come possiamo partecipare?
È molto semplice. Iscrivendosi, ciascun utente potrà scrivere se partecipare come giocatore o come semplice lettore (o entrambi). È calorosamente raccomandata l'iscrizione, la quale - benché non vincolante (come ogni quest aperta), sarà di grande aiuto per la gestione dell'evento. Solo gli utenti giocanti potranno essere diretti protagonisti della eventuale morte di Caino, i lettori - invece - potranno influenzare gli eventi solo indirettamente. Fino all'apertura della quest (fissata al 1 gennaio 2016), gli utenti potranno inoltre aprire scene free (o contest) basate su questa ambientazione e linkarle al post di iscrizione alla quest; in tal caso, le scene saranno valutate per definire il background complessivo del personaggio giocante all'interno della quest aperta e, di fatto, saranno parte del voto che determinerà i finalisti. Non ci saranno classifiche ufficiali, né punti, ma tutto sarà valutato dallo staff. Certo è che più "profonda" sarà la vostra partecipazione all'evento, più probabilità ci saranno per i vostri personaggi di sfidare direttamente il Priore, una volta per tutte.

Cosa succederà fino all'apertura?
Fino al 1 gennaio 2016, ci saranno alcune scene free ufficiali che introdurranno i vari "argomenti" della quest. Le reazioni dei png, gli schieramenti e quant'altro. Una è già stata aperta oggi ("Quadri"), le altre seguiranno con scadenza fissa di 5 - 7 giorni, fino alla fine del mese. Per meglio consentire a tutti di riepilogare gli eventi che hanno portato alla quest, seguirà un breve riepilogo delle giocate già pubblicate e di quelle ancora da pubblicare, in rigoroso ordine di lettura. Quindi, come dire, rimanete collegati e iscrivetevi!

Cronologia delle giocate.
Il trono che non trema - durante gli eventi tragici della quest, Teslat viene divorato dal "falso Ray"; inspiegabilmente la cosa lo ferisce di una ferita che non guarisce mai, rendendolo edotto della sua condizione di "umano". In qualche modo, questo evento libera Teslat dalla morsa psichica di Caino, rendendolo "più umano" del Priore.
Il passo del peccatore - Caino organizza un macabro processo; lo scopo, in realtà, è quello di imprigionare tre persone e far leggere loro, in sogno, le parole di un misterioso libro in suo possesso "Il Saggio dei Rossi salici". Il testo contiene informazioni sul "tesoro degli antichi", ovvero gli antenati di Caino. Alla fine l'unico che legge il libro è proprio Teslat. Una volta scoperto il contenuto, però, fugge dal suo signore.
Castello di carte: vedo - Teslat sta fuggendo da Caino. Viene ingannato da un dottore cui si affida, che lo cattura e lo porta nelle grinfie di Viluca. La sorella, invece di compatirlo, lo imprigiona come chiesto da Caino.
Castello di carte: picche - Teslat viene imprigionato nel "Fosso dei lamenti" con altre persone. Cerca di fuggire e nel farlo scopre che lui e i suoi fratelli non sono altro che abomini creati in laboratorio da Caino per avere degli alleati, suoi "figli" innaturali. La rabbia provata per l'inganno subito lo porta a ribellarsi contro l'autorità e portare al suo seguito tutti i prigionieri del fosso. Mentre fugge, Viluca cerca di opporsi a lui. Alla fine la donna soccombe, uccisa da uno dei prigionieri; prima di morire, però, rivela a Teslat il segreto del libro che ha letto, ovvero quello di custodire il tesoro degli antenati di Caino. Teslat dunque decide di cambiare il nome in Medeo e, al comando dell'esercito dei nessuno, decide di andare in cerca del tesoro degli antichi per utilizzarlo contro Caino.
Castello di carte: quadri - Caino scopre che Teslat, ora Medeo, è fuggito e, con lui, il segreto del libro. Come mossa disperata, dunque, comunica a Dulwig che accetterà l'esercito offertogli da Lhissra'had Essien, un esercito di oltre diecimila uomini che le dona in cambio di una gran parte del futuro Regno. Caino accetta a malincuore, sperando che la mossa gli consentirà di regnare nel Dortan una volta per tutte.
Castello di carte: fiori Mentre l'esercito di Caino avanza inarrestabile, il consiglio dei Pari sembra spaccato e impreparato alla minaccia. Dalla loro fedeltà si decideranno le sorti del Regno: eppure, alla vigilia della battaglia decisiva, i nobili sono ben lungi dal fare fronte comune.
Castello di carte: cuori Medeo trova finalmente l'eredità degli antichi, quello stesso potere che Caino bramava e che aveva ormai perduto col suo tradimento. Sconfigge il guardiano e parla direttamente col capostipite degli Antichi, il quale gli dona il tesoro più grande di tutti: la verità su Caino e l'arma per ucciderlo una volta per tutte.
Castello di carte: l'ultima mano. Medeo conduce una prigioniera presso il suo uomo. La prigioniera è Ludmilla, e il suo uomo è Kuro, Primo Sussurro. La donna, in realtà, è un dono: quando Caino la rapì dopo la guerra contro la Guardia Insonne, lo fece per imbrigliare il potere dei Sussurri. Il fu Teslat la riporta per la ragione esattamente opposta: risvegliare il potere dei Sussurri. Il legame, infatti, non è mai morto e quello stesso legame gli sarà utile per il loro comune scopo: entrare a Ladeca e uccidere Caino.


QM: janz
Co-QM: Majo_Anna, Capitan Kuro
Partecipanti: illimitati
Requisiti: nessuno
Chiusura bando: 31/12 (si, a mezzanotte)
Apertura quest: 04/01/2016 (no, non a mezzanotte)
PK: Off
Note: È necessario specificare se vi iscrivete solo come lettori votanti, solo come partecipanti con il personaggio alla quest o entrambi. Oltre a ciò, sono da indicare eventuali scene free allegate all'iscrizione, così come previsto nel regolamento riportato sopra. Infine, è necessario aver letto (almeno per sommi capi) le altre giocate correlate, comunque riassunte in estrema sintesi poco sopra. Eventuali domande riceveranno risposta qui. La cronologia delle giocate sarà aggiornata durante il mese con le scene free.