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Vahram "Al Patchouli", Per qualsivoglia bisogno sono sempre qui, aper

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view post Posted on 11/3/2015, 22:25
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Vahram Nenad Akrtchyan
ᾠ meglio noto come ᾡ
₪₪₪« Al Patchouli »₪₪₪

Վահրամ Նենադ Ակրտչյան
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«El'Mulik Suliman yohalla vir! Uomini stranieri! Voi che provenite dai cinque angoli del continente: dalle paludi di Xuaraya del Sud, dagli arcipelaghi occidentali, dalle lande desolate oltre le giungle, dalle città espugnate del grande nemico turkemanno a Oriente e dalle montagne selvagge dell’Aramania a Nord-Est. Il Divino Imperatore Sulimano Al Haytham IV, dal suo trono nel Palazzo degli Dei, vi saluta.

Il mio nome è Tumarek Karish e sono il Comandante Supremo dei Mamūluk. Nessuno meglio di me potrà sincerarvi che la vostra presenza qui è un dono degli dei. Guardatevi! Barbari! Pirati! Contadini! Pastori! Sfollati! Sudditi di re umiliati e sconfitti! Le vostre tribù e le vostre nazioni inferiori non esistono più! Ora, in quelle lande incivili, le mani del grande Re Dio Sulimano e del suo popolo prescelto porteranno nuove leggi e nuova civiltà.
I vostri anziani sono morti! Le vostre madri sono morte! Le vostre mogli sono morte! Le vostre figlie e le vostre sorelle sono morte! Le tombe dei vostri antenati sono state calpestate dagli zoccoli dei migliori cavalli del mondo e schiantate dalle moderne macchine da guerra del grande Impero Sulimano!
Dimenticate i vostri padri, i vostri fratelli e i vostri figli! D’ora in poi io sarò il vostro unico padre, questi soldati saranno i vostri fratelli e coloro che verranno dopo di voi saranno i vostri figli! Dimenticate le vostre famiglie di pezzenti, codardi e vinti! D’ora in poi avrete una nuova famiglia! Una famiglia di centomila fratelli! Una famiglia invincibile!

Ma se fra voi si trovano dei deboli, essi moriranno. Sarà il fato, la vostra abilità e la vostra pertinacia a decidere chi sarà degno di entrare in questa famiglia. Dovrete imparare a uccidere per sopravvivere, a sopportare la fame, la sete e i più atroci martìri che la vostra mente e il vostro corpo abbiano mai conosciuto. Ma per chi uscirà da questo inferno la ricompensa sarà grande. Badate! Possederete ricchezze, cavalli, donne e quanto più possiate sognare. Ma non la vostra vita! La vostra vita ora appartiene al Grande Re Dio Sulimano.
Il futuro vi serba una nuova esistenza! Ora siete schiavi! Sarete marchiati, sarete suggellati a un solo destino! E d’ora in avanti sulla vostra strada troverete solo o la morte, o l’obbedienza! Ma solo seguendo la via dell’obbedienza potrete diventare schiavi guerrieri! Mamūluk! Nostri fratelli! E allora ogni nazione tremerà dinanzi a voi!»


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Nome completo: Vahram Nenad Akrtchyan.
Pseudonimi: Al Patchouli. Dottor Azad nei panni del suo personaggio di copertura.

Razza: Umano. Classe: Cacciatore. Talento: Informatore II.
Età: 35. Altezza: 1,79m. Peso: 81kg. Pelle: Scura. Capelli: Neri. Occhi: Verdi.

Terra: Akeran. Fascia: Rossa. Pericolosità: A. Conto: ֆ
Lingue parlate: Comune, dialetto dell'Akeran.

Corpo: 100% ~ Mente: 100% ~ Energia: 100%

Sinossi:
Tozzo, prestante, curato, esotico.
Adattabile, diligente, pragmatico.

ք ~ Relazione n.5460-804 ~ ք

Gendarmeria di Portalorica, Qatja-Yakin, Sezione C. Procuratore della 4a divisione investigativa speciale.

Soggetto: Al Patchouli (pseudonimo)
Nome: Vahram (?)
Sesso: Maschio
Età: 35 anni circa
Razza: Umana turish, ceppi sudorientali
Professione: medico tuttofare itinerante, assassino, informatore
Segni particolari: occhi verdi, capelli neri, barba con pizzo, baffi corti, una cicatrice sul mento.

Ringrazio i miei superiori per la solenne fiducia che hanno riposto in me fino ad ora. Senza il loro supporto, la mia guarnigione non si sarebbe mai risolta a interessarsi del caso “Al Patchouli”, su cui innumerevoli volte feci pressioni.
In questa relazione, ripercorrerò i principali eventi che hanno segnato la nostra indagine.

Ormai da un anno stiamo indagando su questo individuo, artefice di un numero ancora imprecisato di reati. Dall’inizio della indagine, a lui sono stati collegati un totale di 158 assassinii in due soli anni, contando anche quello in corso. Rispettivamente 56 tra esecuzioni e assassini in luoghi pubblici o in domicilio, molti di questi con aggravanti, 62 morti in scontri a mano armata di stampo criminale, 27 morti in risse dalle dinamiche poco chiare e 13 in presunti “incidenti”.
Tali dati sono stati in gran parte congetturati in base a un gran numero di documenti, recuperati grazie allo splendido lavoro dei nostri informatori presso i clan Ohia, Karjitak, Barriento e dalle organizzazioni criminali Sanguinius e Vela Rossa, poiché pare che questo assassino sia talmente abile e diligente da non lasciare né indizi, né tracce ricollegabili alla sua persona. Nei registri dei suddetti clan e organizzazioni criminali, figurano cospicue retribuzioni a nome del citato Al Patchouli, coincidenti alle date degli assassinii enumerati sopra e più specificamente esposti singolarmente dei documenti allegati, da pagina XXVI a XLIX.

Sorge però un altro problema su cui stiamo indagando tuttora: su tali registri figurano molti altri pagamenti a nome di Al Patchouli, il che significa che potrebbe aver commesso molti altri delitti per conto di questi clan e organizzazioni criminali, oppure che sia stato coinvolto in altri tipi di reati più difficilmente ricollegabili, come: estorsioni, aggressioni, furti, et cetera. Questi pagamenti senza riscontro sono in tutto 81. Quindi evitiamo di pensare a quanti reati non registrati su alcuna documentazione potrebbe aver commesso per suddetti o altri gruppi criminali.

Ogni tentativo di identificazione o di pedinamento è sempre fallito miseramente. Agivamo per tentativi. Il tassello che ci mancava per avere una pista lo trovammo grazie all’intuito, mio e dei miei investigatori, e a un piccolo aiuto da parte della Dea Fortuna. Scoprimmo infatti che, per mantenere le sue relazioni con i propri datori di lavoro, generalmente si appoggia su contatti fidati. Spesso ex Mamūluk immigrati. Questo ci aveva fatto intuire una pista: che fosse, appunto, anch’esso un Mamūluk; forse proveniente dalle squadre d’assalto o da altri corpi speciali.
Mandai quindi tutti i miei uomini a scandagliare l’intera città e interrogare ogni persona che avesse potuto fornirci potenzialmente qualche informazione utile, per avere infine un registro di tutti i cittadini provenienti dal fu Impero Sulimano. Nella prima lista si contavano esattamente 435 nomi. Poi vagliammo i nostri risultati sondando quanti tra loro militarono nei Mamūluk. Il numero scese a 93. Dunque identificammo chi tra loro aveva avuto rapporti con la malavita. 61, circa 2/3 (sondaggio interessante), ma trovammo in breve tempo quanti di loro esercitavano la professione di assassini e tagliagole prezzolati: solo 13. Ma nessuno dei loro profili collimava con il modus operandi di Al Patchouli. Senza contare che 5 di questi morirono nel giro di 6 mesi per ragioni estranee alle nostre indagini, che quindi non le approfondirò in questa relazione.

Alla fine le alte sfere mi spinsero ad arrestare Aijik Kadduri, un ex Mamūluk di origini turkemanne che aveva militato della celebre Armata dei Lancieri Neri. Sul Qatja-Yakin lavorava come assassino per conto di diversi clan, che ora non ritengo rilevante enumerare. Era stato fino alla fine il maggiore sospettato e il suo profilo era quello che coincideva maggiormente. Fu condannato a morte e impalato una settimana dopo l’arresto, il 4° giorno del 12° mese dello scorso anno. Il caso fu chiuso.

Non passò molto tempo prima che arrivassero notizie certe che Al Patchouli era ancora vivo e in piena attività. Insistetti per riaprire il caso, ma il comando rifiutò. Il caso era ufficialmente già chiuso. Dovetti arrangiarmi da sola, con le mie poche guardie e i miei pochi investigatori più fedeli e i nostri risparmi, lavorando nell’ombra.
Dopo un mese di investigazioni, interrogatori e mazzette sottobanco, ottenemmo il nostro gran colpo di fortuna. Carlo Parriet (ci tengo a riportare nome di questo uomo straordinario), un nostro informatore presso il clan Karjitak, riuscì a prendere contatti con un mercante trafficante di droga ex Mamūluk di origine aramane, Sheg Galstyan, in procinto di partire per Haridi per questioni commerciali. Si rese disponibile sotto compenso a portare il nostro agente in quella città, per visitare la sua biblioteca, dove i Saggi Archivisti della capitale sulimana El Kahir, saccheggiata dai demoni, riuscirono a portare in salvo una parte consistente degli archivi della Biblioteca Imperiale.
Sei mesi fa il nostro agente tornò illeso con una montagna di materiale su cui lavorare. Dopo soli quindici giorni di alacre lettura, avevamo il nostro uomo.

In alcune relazioni riguardanti missioni compiute da nobili privati per conto dello stato figurava ogni tanto il nome di un certo Tabib Patchouli (Dottor/Medico Patchouli in lingua sulimana): un Mamūluk posseduto da un certo medico sulimano con titoli nobiliari di nome Yussuf Al’Sahid. Da quanto dicevano quelle rapporti, Tabib Patchouli era un eccellente soldato proveniente dalle squadre d’assalto con conoscenze in medicina e in altre scienze.
Riprendemmo in mano la nostra famosa lista e trovammo una straordinaria caterva di analogie con un certo medico tuttofare itinerante, ex Mamūluk, di origine imprecisata, che si faceva chiamare Dottor Azad, che la prima volta fu escluso quasi subito dai sospetti, in quanto apparentemente sembrava un libero professionista senza alcun contatto con la malavita.

Ovviamente ci adoperammo all’istante per riaprire il caso. Riuscimmo a trovare con parecchie difficoltà qualche straccio di prova. Non fu per niente facile. Interrogando conoscenti e amici del Dottor Azad scoprimmo ben poco. Nessuno sapeva nulla della sua doppia vita.
Grazie a vari espedienti (ricordo che il caso era ancora chiuso, dovevamo inventarci di tutto, per conto nostro) riuscimmo a perquisire il suo carro. Salvi i ferri chirurgici, una grande varietà di medicinali, erbe e barbiturici, non trovammo armi o altri oggetti o sostanze sospetti.
Purtroppo non potevamo sequestrare nulla senza un mandato, per avere analisi approfondite. Forse si era accorto del nostro interesse nei suoi confronti, avvedendosi di mascherare e cancellare scrupolosamente tutte le tracce e tutti gli attrezzi che usava per il suo sporco lavoro. In tutta confidenza, avevo la tetra sensazione che fosse a conoscenza fin dal principio delle indagini della nostra squadra e che fosse stato proprio lui a sviare le tracce verso quell’altra povera canaglia disgraziata, Aijik Kadduri. Mi sentivo alquanto inquieta, ma ormai eravamo sulla buona strada e questo mi dava speranza.

L’ultima opzione che trovammo fu quella di rivolgerci privatamente a una delle migliori agenti della Sezione Psionica della Psichiatria Anticrimine: Shiho Huakinda. Conoscevo Shiho da anni; non era esattamente una mia amica, ma avevo lavorato insieme a lei anni addietro. A quei tempi, rimasi veramente stupefatta dell’abilità con cui riesce a sondare e cogliere gli aspetti più profondi dell’animo umano. Ha un dono che trascende i suoi meri poteri psionici; ha una mente aperta, sa comprendere le motivazioni e le ferite delle persone. In breve, ritengo sappia empatizzare in maniera straordinaria con i propri soggetti. Con nostra grande gioia, accettò di aiutarci.
Le lasciammo carta bianca. Pedinò e osservò attentamente Al Patchouli per diversi giorni; in diverse occasioni conversò anche con lui. Dopo solo due settimane circa ci consegnò un rapporto dettagliato, che riporterò qui sotto.
Non è la prima volta che mi trovo davanti a ex Mamūluk fuggiti dall’ormai estinto Impero Sulimano. Gente abituata ad essere schiava, ad obbedire ciecamente agli ordini di un padrone, pena la morte, a sopravvivere alla giornata, in territori estremamente ostili, a marciare per giorni interi senza dormire, a mangiare cose che farebbero vomitare la gente comune. Gente convinta a non avere futuro, a non avere speranza, a guardare solo al problema davanti al proprio naso. Gente molto pericolosa.

Tutti i Mamūluk sembrano appartenere a un popolo “a parte”. Provengono dalle etnie più disparate: Turkemanni, Sciiti, Aramani, Buri, Xurayani, pirati, più altri popoli minori. Tra loro ci sono sia soldati che ex civili. Inoltre popoli come gli Aramani sono generalmente pacifici, raramente si dedicano alla guerra.

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Ognuno di quei Mamūluk è stato strappato alle loro città e ai loro villaggi, i componenti delle loro famiglie considerati più deboli sono stati barbaramente trucidati. Contadini, pescatori, allevatori, artigiani, gente che non aveva mai visto una spada prima di allora, sono tutti stati addestrati nei modi più crudeli e inumani che l’Impero Sulimano poteva avere in serbo per loro.
I Sulimani hanno sfruttato le abilità caratteristiche più utili alla guerra di ogni popolo per creare battaglioni specializzati. I Turkemanni per le loro strategie e formazioni di cavalleria pesante e per la loro tecnologia, gli Aramani per i loro arcieri a cavallo e i loro particolati cavalli endemici, gli Sciiti per la loro natura di spietati sciacalli schiavisti, i Buri per la loro abilità nel muoversi nelle giungle e per i giganteschi mostri che riuscivano a domare e a portare in battaglia e i pirati del mare orientale ovviamente per intercettare e saccheggiare navi nemiche. I Xurayani invece non avevano alcuna abilità particolare, se non quella di essere reperibili in gran numero e a basso costo; in genere venivano implementati in prima linea come fanteria leggera. Carne da cannone.
Queste erano le cinque principali forze armate Mamūluk; etnie minori venivano in genere inserite in una di queste, secondo le attitudini dei singoli.

I Mamūluk erano costretti all’obbedienza assoluta, pena la morte, ma in cambio avevano il diritto di saccheggio entro certi limiti e ricompense in natura in base al loro valore in battaglia. La vita dei Mamūluk non era poi così misera: potevano concedersi diversi lussi, soprattutto i più meritevoli. Contromisura strettamente necessaria, onde evitare scontate ribellioni.
In ogni caso, le leggi razziali sulimane precludevano ai Mamūluk la maggior parte dei diritti di cui godevano i cittadini sulimani. Appartenevano allo Stato e non potevano in nessun caso diventare liberi cittadini.
I sulimani inculcavano ai Mamūluk un metodico lavaggio del cervello. All’interno delle divisioni si crearono vere e proprie “microetnie artificiali militaresche”, ognuna con i propri usi e costumi. Spesso le genti di ogni popolo tendevano a riunirsi con i propri compatrioti. I sulimani permettevano loro di parlare la propria lingua tra di loro (anche se lo studio della lingua sulimana era obbligatoria) e di professare la propria religione. Era sentito quindi un forte cameratismo e senso di appartenenza. Ogni squadrone aveva un suo onore da difendere. Gli usi e i costumi dei loro padri si trasformarono adeguandosi alla loro condizione di schiavi soldati.
Provate a interrogare un qualsiasi ex Mamūluk qui a Portalorica. Chiunque di loro vi risponderà di essere fiero di aver fatto parte del corpo dei Mamūluk. Allora per loro significava essere guerrieri invincibili, irriducibili, aver ricevuto un addestramento completo, essere in grado di adattarsi a qualunque situazione. Non sarebbero nulla qui, se non fossero stati Mamūluk.

Qui a Portalorica, i soldati semplici Mamūluk spesso ricercano lavori molto simili a quello che facevano un tempo: mercenari, soldati, guardie del corpo, tagliagole et similia. Invece gli appartenenti a squadre speciali o corpi di genieri, quindi con addestramenti più avanzati e variegati, possiedono competenze che gli permettono di applicarsi ai lavori più disparati: artigiani, contabili, investigatori pubblici e privati, cacciatori di teste, maniscalchi, falegnami, fabbri, conciatori, alchimisti, medici, speziali, eccetera.
Già con queste premesse possiamo vagamente inquadrare a priori il personaggio di Al Patchouli. La sua eclettica formazione e la sua abilità tattica e marziale lascia intendere la sua provenienza da squadre speciali d’elite, altamente specializzate.

Io sono convinta che ogni uomo debba essere responsabile delle proprie azioni, ma la verità è che ognuno di noi non è mai completamente responsabile del proprio modo di pensare. Sono la famiglia, gli amici, la società e le culture in cui hanno vissuto, il percorso di formazione (o di non formazione) e così via dicendo a plasmare la coscienza di ogni essere umano, elfo, nano, demone o angelo che sia. Ogni qualvolta vedo recare qualcuno al patibolo, mi sforzo di pensare che tutto questo sia giusto, che stia subendo le conseguenze della sua morale corrotta, ma non posso fare a meno di compatirlo.
Spesso i criminali di strada vengono da condizioni disagiate, da famiglie violente o inesistenti, oppure sono immigrati da paesi lontani, in cui hanno perso tutto, solo per fare un paio di esempi.
Ai miei occhi, sono tutti orfani allo sbando, alla ricerca di una famiglia, e se non trovano una famiglia nell’amore o nella stima dei cittadini del Qatja-Yakin, o nel rispetto elargito delle istituzioni nei loro confronti, ne cercano istintivamente una nuova in cui identificarsi, com’è ovvio che sia. E cosa trovano qui? Bande di ladruncoli e tagliaborse, organizzazioni criminali, gente disgraziata al pari loro, loro connazionali, cartelli pronti a offrirgli un lavoro, qualunque esso sia. Tutte famiglie fuorilegge, ma in cui ritrovano il rispetto.
Quindi non mi sorprende se l’ultima scala della gerarchia sociale che saliranno molti di loro sarà la scala del patibolo. Però mi attanaglia sempre l’oscuro sentore che se qualche altra strada si fosse aperta per loro in passato, le cose sarebbero andate diversamente.

Che dire? Il destino sembra avere sempre per loro una via incontrovertibile.

Per il Dottor Azad invece vale l’esatto contrario, o così almeno è parso a me. È un personaggio che sembra volersi plasmare il proprio destino da solo.

Dall’accento sembra provenire dall’Aramania. La cappa ricamata e il suo cavallo dal pelo lungo, i quali erano i segni distintivi della cavalleria leggera Mamūluk aramana, confermerebbero questa mia teoria, anche se la cappa sembra troppo poco consunta e il cavallo troppo giovane per provenire direttamente dall’Impero Sulimano, caduto tre anni fa. Probabilmente li ha comprati qui sul Qatja-Yakin. Anche il suo carro presenta decorazioni di foggia aramana.
Mi era sorto infatti il dubbio, per un momento, che quel travestimento fosse tutta una montatura e che quell’uomo non fosse per nulla aramano, però devo ammettere che non tradisce altri elementi salienti riconducibili ad altri ceppi culturali. In ogni caso questa persona è un attore eccellente; specialmente perché a vederlo superficialmente è persino difficile immaginare che egli sia l’efferato assassino Al Patchouli. Solo due occhi esperti sarebbero in grado di discernere il suo inganno.

Vi risparmio in questa lettera analisi tecniche in gergo specialistico (le potrete comunque trovare in coda al mio rapporto, a pagina XV), preferisco di gran lunga parlare con il cuore e venirvi incontro per descrivervi in parole mie ciò che ho scoperto durante questa indagine che mi ha affatto appassionato.
Vi avviso. A mio parere, il Dottor Azad ha il 99.99% di possibilità di essere il vero Al Patchouli. Il suo sorriso gioviale e i suoi modi gentili sono FALSI. Non è un mago. Il bastone che tiene sempre in mano è in realtà una lancia. A chiunque dei vostri uomini o superiori che legga questo rapporto, io dico: NON LASCIATEVI INGANNARE! Azad possiede le stesse impronte caratteriali sintomatiche dei suoi compagni Mamūluk. La sua espressione naturale è seria, grave al pari loro. L’espressione di un uomo costretto a diventare un mostro. Dalle sue reazioni traspare anche qualche vestigia di un lutto personale. Tutte le sue attitudini paiono frutto di abitudini capziose o particolari tipi di addestramento. Solo la sua ironia sembra intima della sua personalità. Quel che è certo è che costui viene dalle Squadre Speciali, pertanto ci troviamo davanti a un guerriero estremamente pericoloso.
Inoltre di tanto in tanto sospende la sua attività e scompare per ragioni ignote. È davvero abile a far perdere le sue tracce. Ben pochi riescono a sfuggire a me. Vi dirò, di certo costui non è una persona comune.

Ciò che salta maggiormente all’occhio è il suo stile di vita, completamente diverso rispetto a quello della maggior parte dei suoi compatrioti. Infatti la sua notorietà di medico tuttofare si è diffusa soprattutto tra i cittadini del Qatja-Yakin. Non nei ghetti o nelle baraccopoli malfamate, tra i suoi simili. Lavora da solo e serve le tipologie di persone più disparate. Dimostra una particolare attenzione soprattutto per i più poveri e disagiati, spesso offrendo cure e servizi gratuiti. In genere è onesto con i suoi clienti. Solo ai più ricchi chiede maggiore denaro. Nei panni del Dottor Azad, sembrerebbe proprio una gran brava persona.

Il suo iter è estremamente matematico. Ogni giorno della settimana passa per una zona precisa. La mattina la dedica al commercio, il pomeriggio ai servizi. Si adopera e si fa pubblicità in modo da fidelizzare i clienti. Li cataloga accuratamente su dei taccuini, in modo da sapere chi potrà ricontattarlo.

Effettivamente appunta qualunque cosa: luoghi, persone, oggetti, notizie, eccetera. Gli ho visto in mano ben cinque taccuini di diverso colore, li ho contati. Quanto vorrei poterci mettere sopra le mani. Purtroppo in genere li tiene rigorosamente sempre in tasca o nella borsa e, soprattutto, è straordinariamente attento. Credo abbia notato la mia presenza solo dopo tre giorni, nonostante avessi usato diversi travestimenti e illusioni per camuffarmi.
Il suo modus operandi è decisamente sulimano: contratta i prezzi, si tiene in contatto con i suoi acquirenti ed eventualmente si presenta anche a casa loro per ritrattare o per consegnare la merce troppo ingombrante.
La sua più interessante furberia è ascoltare i pettegolezzi o le voci nelle taverne per informarsi su persone bisognose di aiuto, per poi presentarsi a casa loro e affrancarli di poter risolvere il loro problema per un giusto prezzo. Difficilmente viene rifiutato. Ciò che mi ha colpito è che talvolta lavora volentieri senza chiedere denaro, quando è evidente che i suoi clienti non possono permettersi di pagare.

In tutta franchezza, vi dirò, pur essendo pericoloso, non è una cattiva persona. Ama i bambini e gli animali domestici. Quando gioca con loro o li cura, ho la vaga impressione che il suo falso sorriso si faccia più vero, che i suoi scherzi diventino più naturali, che si diverta insieme a loro.
Come può essere malvagio un uomo che ama i bambini e gli animali in quel modo?
Inoltre non beve mai troppo e non frequenta abitualmente i postriboli. Ammirevole.
Il modo in cui si rapporta con gli altri, lavora e vive riflette una mentalità aperta, preparata, versatile e sempre pronta ad affrontare ogni problema, ma mantiene il pragmatismo e la disillusione che caratterizza i Mamūluk. Porta dentro di sé un gran peso e una gran voglia di cambiamento, però al contempo la sua indipendenza lo fa sentire spaesato, immobile. È un ribelle intraprendente e creativo, qualità piuttosto atipiche per un Mamūluk. Il suo problema è riuscire a gestire la sua libertà, dopo aver scoperto un nuovo mondo senza padroni. È un’anima errante alla ricerca di un destino. Ha un cuore bramoso di scoprire nuovi modi di vivere.
Personaggio affascinante.

Comunque sia, sì. Sono più che sicura che sia il vostro uomo. È abituato a uccidere e a ricevere ordini come tutti i Mamūluk della peggiore schiatta. L’unica differenza è che possiede una abilità e accortezza sopra la media. Una volta ottenuto il mandato di arresto, vi assicuro che vi darà filo da torcere. Conoscendo l’efficienza della guardia cittadina e della divisione speciale, affermerei con una certa confidenza che difficilmente riuscirete a catturarlo.

Ponderate con attenzione le vostre mosse.

Un affettuoso saluto e tanti auguri di buona fortuna.

Shiho H. Huakinda

Così concluse Huakinda. La parola di un membro della Sezione Psionica della Psichiatria Anticrimine bastò e avanzò per convincere i miei superiori a riaprire il caso. Purtroppo, quando cercai di ottenere il mandato di arresto, ce lo negarono senza darci ragioni apparentemente valide.
Grazie ad alcune mie conoscenze all’interno degli archivi, capii il perché di tutto questo. Riuscii a raccattare il permesso di consultare alcuni documenti riservati riguardanti Azad.

Con mio grande sconcerto e scandalosa sorpresa, scoprii che il nostro amico rientrava tra i 144 informatori segreti tutelati a disposizione della guardia cittadina e che nel corso dei due anni passati aveva contribuito a risolvere 16 casi, 3 dei quali portarono all’arresto e alla condanna di tre grandi capi di efferati cartelli malavitosi di Portalorica, e fu insignito di ben quattro riconoscenze per questo. Uno di questi casi valse addirittura la promozione del nostro Ufficiale Capo Beran Cornax. Riconobbi persino alcuni casi in cui lavorai io stessa. Infatti, dopo aver letto quei rapporti, rammentai di aver già incontrato Azad due o tre volte e di averci già interloquito; e proprio mentre il caso Al Patchouli era aperto! Avevo sotto il mio naso l’assassino che avevamo inseguito con innominabili pene per ben due anni e mai me ne ero avveduta. Mi vergogno di me stessa.

Il Dottor Azad godeva dell’immunità, e così anche il suo alter ego, Al Patchouli. Non potevamo arrestarlo, avevamo le mani legate. Ma oltre al danno avemmo anche la beffa. Una beffa positiva, ma una beffa rimane sempre una beffa: il caso fu archiviato come “risolto” e i nostri superiori garantirono delle belle promozioni a me e ad alcuni miei sottoposti più meritevoli, più una decorazione per me, come riconoscenza per l’eccellente lavoro svolto.
Robe da non credere.

Che cosa potrei dire? Ho svolto la mia mansione. Ringrazio coloro che mi hanno sostenuto e incoraggiato in questi due avventurosi anni, tutti i membri della mia straordinaria squadra, che si sono dimostrati irriducibili anche davanti alle difficoltà più ostiche, Shiho Huakinda per averci prestato tanto gentilmente la sua abilità, ma soprattutto Al Patchouli, la cui esistenza ci ha permesso di imbarcamenarci in questa impresa (e che ha avuto la sfacciataggine di inviarmi dei doni accompagnati da una lettera di felicitazioni per la chiusura del caso).

Vi prego di voler gradire i miei più distinti saluti.

Sergente Linda Lyoomin

PS: Se qualcuno dovesse rivedere Al Patchouli, rammenti di ringraziarlo da parte mia per lo splendido soldatino a cavallo in legno (lo tengo tuttora sopra il mio caminetto come ricordo) e per le paste che mi sono RIFIUTATA di mangiare. Ho apprezzato il pensiero, ma è una questione di principio.
Chiederei inoltre di suggerirgli garbatamente di imparare la nostra lingua prima di mettersi a scrivere lettere (lo giuro! Ci sono errori grammaticali osceni. Ho dovuto rivolgermi alla Sezione Crittografia per tradurre quella calligrafia orrenda!) e di astenersi perentoriamente dall’appellarmi nuovamente “mia elfa piedipiatti preferita”. Non è divertente e lo ritengo estremamente scortese nei confronti di una signorina.


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Փ ~ Storia di un uomo senza destino ~ Փ

Il venerabile bardo Bachik Alesti fu uno dei più famosi e apprezzati personaggi dell’Akerat. Nella sua silloge Cronache di uomini figli del vento e del fuoco compare la singolare storia di un uomo che accettò di farsi intervistare dal Grande Vate del Sud. Quest’uomo era un ex Mamūluk di nome Vahram Nenad Akrtchyan, fuggito dalla caduta capitale imperiale El Kahir.
Sotto riporterò un sunto approssimativo – e di certo più rozzamente narrato – di questa lunga cronaca. Ammonisco che alcune parti potrebbero essere state mutate o romanzate dall’estro artistico del Grande Cantore.


Vahram nacque in una tribù di cavalieri degli altopiani, sull’altopiano di Karabakh. Aveva un padre, una madre, un fratello maggiore e una sorella minore. Di suo padre ricordava solo le sue grandi mani, che lo sollevavano per metterlo per la prima volta in sella a un cavallo. Morì di malattia. Quale non lo seppe mai. Era troppo piccolo per capire. Lo stesso valse per sua sorella. Morì durante un inverno. Inedia probabilmente; nelle terre selvagge capita di frequente.

Poi arrivarono gli Shiiti: gli sciacalli schiavisti al servizio del Sulimanato. Sterminarono tutti i vecchi, le donne e le bambine del villaggio. Uccisero sua madre. E deportarono Vahram e suo fratello maggiore Nenad alla caserma-prigione di Yaris, nell’Impero Sulimano. Lì furono costretti ad addestramenti oltre ogni limite di sopportazione umana. Molti loro compagni morirono, ma loro sopravvissero, e dopo due anni di torture furono assegnati al Reparto di Cavalleria Mamūluk Aramana. Cavalleria leggera.

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Fare parte degli schiavi guerrieri non era poi così male: in cambio della fedeltà assoluta, i Mamūluk avevano il diritto di depredare e saccheggiare a loro piacimento i territori nemici, tornare più o meno nella gloria e godersi le ricchezze conquistate. E poi viaggiare e vedere le terre ai cinque angoli del grande deserto era piuttosto stimolante.
Combatterono molti nemici diversi. Barbari del Sud, le strane creature dalla pelle verde che provenivano dalla palude, i nomadi dell’Est... I due fratelli si fecero un nome. Soprattutto Nenad. Vahram lo amava molto, lo considerava il suo esempio ideale da seguire. Era abile, intraprendente, coraggioso, carismatico, affascinante. Mentre Vahram era introverso, cauto, solitario, schematico. I suoi camerati lo detestavano. Era un arciere eccellente, uno schermidore notevole, ma non un buon soldato, stando ai suoi superiori. Dicevano: “sta sempre fermo a guardare, non si avvicina, ha paura del nemico”. In realtà si avvicinava eccome al nemico, ma aveva l’innata accortezza di entrarci nel posto e nel momento giusto. Non tirava frecce a casaccio sulle linee nemiche, aveva una strategia ben precisa: prima della battaglia sfilava dalla bisaccia il suo cannocchiale e scrutava le formazioni nemiche. Non era l’unico ad avere strumenti del genere; faceva parte dell’equipaggiamento d’ordinanza dei graduati, e lui era divenuto capitano già a 17 anni. Individuava i gerarchi nemici più vulnerabili, poi durante le manovre offensive, che generalmente si limitavano ad assalti di disturbo mordi e fuggi, cercava di restare in disparte, non troppo, quanto bastava per non farsi notare dai suoi superiori, poiché cercando di tenersi troppo fuori si rischiava di essere accusati di codardia, un reato punibile anche con la morte, e osservava i movimenti della battaglia. Quando uno degli ufficiali o capitani nemici, che spesso emergevano dalle file di elmi, in groppa ai loro cavalli, sembrava esporsi troppo, una freccia ben piazzata schizzava fuori dal nugolo di arcieri a cavallo... e l’armata nemica si trovava con un graduato in meno, con uno squadrone senza ordini o nella zizzania più totale.

Ogni tanto arrivava persino ad avvicinarsi a soli pochi metri dalle linee per colpire i graduati più distanti. Un ottimo assassino, ma un pessimo capitano. Raramente ai suoi uomini dava ordini più complessi di: “seguite la squadra del capitano Belik e assistetela” oppure “seguite gli altri, fate un po’ di casino e poi ritiratevi”. Ci misero un bel po’ a notare il suo talento. In 17 scontri a cui aveva preso parte, aveva ucciso ben 67 graduati, tra cui 54 tra ufficiali e capitani, 11 campioni e addirittura due generali, più un numero imprecisato di miliziani.

Non appena i suoi superiori videro di cosa era capace, la sua squadra ebbe un capitano nuovo di zecca, mentre Vahram fu trasferito al reparto Tiratori Scelti, per poi essere nuovamente rispedito in caserma poche settimane dopo per un riaddestramento specifico. Sei mesi più tardi entrò a far parte delle Squadre d’Assalto della neonata Armata dei Lancieri Neri Mamūluk, una divisione militare di cavalleria media che univa la corazzatura e le formazioni di lancieri dei catafratti turkemanni con le tecniche degli arcieri a cavallo aramani. Diverrà la più versatile, grande e famosa forza armata di schiavi guerrieri dell’Impero Sulimano.

Accadde proprio durante il suo riaddestramento. Lo svegliarono nel mezzo della notte per consegnargli l’arco di suo fratello. Era morto tre giorni prima, macellato sotto le mura della città di Karostadt dal fuoco spietato di cannoni, moschetti, spingarde e balestre dello Zarinato di Kisev, il grande invasore che ormai da un anno aveva iniziato una campagna di conquista su larga scala verso il Sud. Era stato un banale e stupido errore dei generali: tutti quei cannoni e soldati non avrebbero dovuto trovarsi su quella cortina, ma da un altro lato della città. Fu la sua più grande perdita. Da quel giorno Vahram abbracciò il nome del fratello dentro il suo, per accettarne la scomparsa. Per portarlo sempre con sé. Vahram Nenad Melkonyan.

La campagna contro Kisev fu il trionfo dei Lancieri Neri. Le armate kisevite furono respinte miglia e miglia in profondità nel loro territorio. L’Impero Sulimano vinse l’ultima grande guerra della sua storia.
Vahram si distinse in molte occasioni. In genere le missioni della sua squadra consistettero in assalti tattici, infiltrazioni e assassinii. Lavori in cui scoprii di essere assai versato.

Dopo la guerra contro Kisev, Impero Sulimano non si espanse ulteriormente. Seguì un periodo di pace, in cui furono rinforzati i confini e aperte nuove vie commerciali. Le casse imperiali erano malmesse e mantenere l’immenso esercito Mamūluk, quasi più numeroso dell’esercito regolare, era una spesa estremamente esosa. I soldati Mamūluk venivano ricompensati in base al loro valore in battaglia. Molte delle vittorie decisive contro l’esercito kisevita furono gran parte opera dei Lanceri Neri, tanto che esistevano molti Mamūluk che superarono di gran lunga la fascia di benessere più alta che uno schiavo guerriero potesse raggiungere grazie alle sue prestazioni. Molti erano uomini straordinari, veri eroi tra i Mamūluk, altri invece furono solo fortunati o parteciparono alle battaglie giuste, in cui fu la tattica dei generali a permettere la vittoria, indipendentemente dal valore dei soldati. Le squadre d’assalto furono però le più quotate. Esse stesse erano state formate da soldati d’elite scelti appositamente per missioni di grande delicatezza. Quasi la metà de suoi componenti superava la soglia massima. Vahram era tra questi.

La nuova Imperatrice, la Sulimana Alima I, tra la varie riforme che istituì per attenuare il problema, promulgò una legge che permetteva a una cerchia scelta di privati nobili di comprare all’asta i Mamūluk più talentuosi. Così da affievolire almeno in parte le spese di mantenimento dell’immenso esercito di schiavi.
Anche Vahram fu messo all’asta e acquistato da un facoltoso uomo di cultura. Si chiamava Yussuf Al’Sahid.
Questi privati potevano implementare Mamūluk come meglio aggradava loro, a patto che non li usassero per minacciare l’autorità dell’potere centrale. Il più delle volte i Mamūluk divennero guardie personali, sicari, assassini, gladiatori, ma, i più dotati, anche sopraintendenti o supervisori delle attività economiche dei loro padroni. Diversi nobili acquistavano i Mamūluk per creare squadre d’assalto di loro proprietà e metterle a disposizione dell’esercito regolare in cambio di un contributo.

Al servizio di Yussuf, Vahram viaggiò in lungo e in largo come guardia del corpo, accompagnandolo nelle suoi viaggi e nelle sue spedizioni. Vahram faceva parte di una squadra di altri Mamūluk, ma Yussuf seppe notare il suo interesse, la sua grande meticolosità nel pianificare ogni cosa che faceva, nel catalogare ogni persona che incontrava, il suo entusiasmo nell’imparare nuovi mestieri. Anche se erano schiavo e padrone, dialogavano spesso e volentieri. Yussuf era un vecchio fiero, autoritario, duro, pragmatico e testardo con i suoi figli quanto con i suoi servi. Decise comunque di prendere sotto la sua ala Vahram come se fosse un suo discepolo e assistente prediletto, forse non tanto perché gli volesse particolarmente bene, ma perché lo riteneva l’elemento della sua guardia di maggior talento, e che coltivare quel talento avrebbe dato sia un componente più versatile alla sua squadra, sia un maggior valore monetario al suo acquisto, nel caso avesse pianificato di venderlo, in futuro. Gli insegnò l’anatomia, l’alchimia, la medicina, la botanica, l’entomologia, l’astronomia, le lingue e in minor rilievo altre scienze che sarebbero potute tornargli utili. Il risultato lo soddisfò straordinariamente.

Vahram non era il capo delle guardie di Yussuf, non era tagliato per comandare, ma divenne presto una delle persone più rispettabili al suo servizio. Quando andava in missione con la sua squadra, era un elemento immancabile: le sue conoscenze in medicina e in veleni lo rendevano un ottimo acquisto per qualsiasi compagnia di ventura, la sua preparazione davanti a ogni evenienza gli fece guadagnare la stima di tutti i suoi colleghi. Ogni volta che spuntava un problema, lui era sempre la persona giusta. Tutti lo chiamavano Tabib Patchouli, il Dottor Patchouli, per il piacevole odore dei fiori ed erbe che era solito lavorare, che lasciava dietro di sé ogni volta che passava.

Quando andava in missione da solo, invece, cambiava completamente. Si sentiva perfettamente a suo agio. Senza vincoli, senza distrazioni. Non era agile quanto un assassino, non era intelligente o acculturato quanto un mago, non era nemmeno muscoloso o affascinate, ma era metodico, minuzioso, cavilloso oltre ogni dire. E furbo. Molto furbo. Ma soprattutto era un Mamūluk, e ben pochi avevano il senno di sbarrare la strada a un Mamūluk. La sua abilità con l’arco e con la lancia era un vero deterrente. All’epoca aveva 22 anni. Rimase al servizio di Yussuf per cinque anni, finché non accadde l'oscuro e sanguinoso colpo di stato...

Lo stregone Yusiris Machbeth, Gran Consigliere Imperiale, ordiva da anni complotti contro l’Imperatrice. Aveva in segreto molti sostenitori sia nella nobiltà, sia nei Mamūluk.
Aspettò che i tempi fossero maturi, poi s’incamminò verso le montagne dell’Ovest. Dove compì il rituale che segnò la fine dell’Impero Sulimano. Evocò dagli inferi il demone Horun, nella oscura speranza di prendere il controllo di un’invincibile armata di demoni, ma fu egli a soccombere. Horun lo soggiogò al suo volere. Quella notte una nebbia nera avvolse la capitale e il palazzo imperiale. Spettri neri strisciarono silenziosi all’interno delle corti del palazzo e ne aprirono le porte all’orda oscura. Così iniziò il massacro della stirpe del Sulimano. Solo l’Imperatrice fu risparmiata, ma il suo destino non fu di certo migliore, la strapparono dal suo letto e la rinchiusero nelle più profonde segrete del palazzo, a impazzire tra atroci torture ed esperimenti demoniaci. Da allora Yusiris Machbeth siede sul trono imperiale, e al suo fianco, vicino al suo orecchio vi era e vi è ancora Horun l’Effimero.

Quella notte morirono anche tutti i sostenitori dell’Imperatrice. Yussuf lo era, e non fu risparmiato. Vahram e i suoi compagni arrivarono troppo tardi. Solo quando videro la città nel caos, riuscirono a farsi una vaga idea della situazione. Decisero di fuggire. Perse molti amici, tentando di farsi strada verso le porte della città tra le orde demoniache e non morte che l’avevano completamente invasa. Raggiunsero il deserto. L’unica via per la salvezza era attraversarlo, raggiungere le terre verdeggianti e i porti a est.

A cavallo, senza cibo, poca acqua... dei venticinque compagni con cui era partito, solo sei riuscirono ad arrivare all’altro lato del grande deserto. Durante la traversata, Vahram, con grande dolore, perse anche Shahira, la sua puledra, la sua migliore amica e compagna in tutte le sue battaglie.

Giunti ai porti orientali, si divisero, ognuno per la sua strada. Confuso, stordito, non gli rimaneva nulla, se non l’arco di suo fratello Nedad, la sua lancia preferita, Yen Kaytsak, il suo mantello nero, l’unico ricordo rimastogli dei Mamūluk e pochi spiccioli e oggetti di valore. Non aveva più nemmeno un padrone, era libero; e questo lo spaventava più di ogni altra cosa. La libertà... una sensazione che non aveva mai provato, che non riusciva a capire.

Solo e ramingo, Vahram decise di andare a Sud via mare, sul Qatja-Yakin. Lontano da tutta quella morte. Forse lì avrebbe trovato un qualche destino che lo aspettava. Fosse anche l’estremo destino.

Giunto nella città di Portalorica, visse come vagabondo per qualche tempo, poi trovò qualcuno che lo potesse aiutare. Alla malavita organizzata di certo un tipo del genere non poteva passare inosservato. Vahram provò per la prima volta l’ebbrezza di essere pagato.

Cominciò a destreggiarsi in diversi lavori. Di giorno era un medico itinerante dagli abiti vivaci e allegri che esercitava utilizzando il suo vecchio soprannome, Dottor Patchouli, ma su richiesta poteva trasformarsi in calzolaio, droghiere, chi più ne ha, più ne metta, sapeva fare di tutto, aveva imparato ogni mestiere. Di notte, invece, era un micidiale sicario prezzolato dal volto coperto, che colpiva avvolto in un ampio mantello nero. E con una formazione coma la sua se ne trovavano ben pochi da quelle parti. Diligente, versatile, letale e pure acculturato.

Nel giro di un anno, la sua fama di assassino si diffuse per tutta la città. Poiché proveniva dai regni desertici del nord gli affibbiarono il nome “Al Patchouli”, storpiando il suo vecchio soprannome. Ben pochi lo avevano visto in faccia, quando lavorava come assassino, e pochi sapevano il suo nome completo, per cui la maggior parte delle persone lo chiamava solamente Al Patchouli.
Ovviamente sfumò tutti i collegamenti che potevano esserci con l’allegro medico cambiando il suo nome in Dottor Azad.

Un giorno però commise un madornale errore. Una notte, accecato dai fumi dell'alcol, dentro una taverna se la prese con l’uomo sbagliato. Anzi, sarebbe meglio dire che fu l’altro uomo a prendersela con l’uomo sbagliato, visto che se la cavò con la mandibola, il naso e uno zigomo rotti e qualche costola incrinata. Questo giovane era però il figlio del boss malavitoso Gomis Glittertooth, il quale fece carte false pur di riuscire a scoprire la sua vera identità di Vahram.

Dopo essere scampato ad assidui tentativi di omicidio, Vahram decise che era ora di sparire. Così scappò ancora una volta, attraverso il Plakard, alla volta di Taanach. Forse lì avrebbe trovato un nuovo destino.

Ma qualcosa di oscuro e terrificante segue questo individuo, una fantasma del suo passato, un orrore ancestrale. Pochi uomini potrebbero comprendere quanti demoni tormentano la sua vita. Il Vate scriveva di un certo “mostro” che percepiva effimero e agghiacciante in sua presenza.

Quel che è certo è che la via di questa persona è disseminata di tenebre, di dolore, di ombre... Forse l’oblio l’avrà ormai reclamato.


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Edited by Orto33 - 25/3/2015, 00:00
 
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Chi è Al Patchouli? Difficile cogliere la sua vera natura. Alcuni lo conoscono come un bonario medico itinerante tuttofare di nome Azad, altri come un famigerato assassino del Qatja-Yakin, ma ben pochi hanno mai udito parlare del suo passato.
Nel corso della sua vita, Vahram Nenad Akrtchyan cambiò parecchie volte e ebbe molte patrie diverse. Se lo aveste incontrato una decina di anni fa, vi sareste trovato innanzi un possente cavaliere del deserto; tornando ancora indietro di un decennio, avreste veduto un ragazzino in groppa a un possente cavallo dal lungo pelo solcare al galoppo le verdeggianti steppe dei lontani altopiani orientali cacciando lepri selvatiche con arco e frecce.
Chi è davvero questo uomo tozzo e nerboruto, dall’aspetto bizzarro ed esotico, dagli occhi vispi e la lingua tagliente? Un furfante? Un medico? Un assassino? Un contrabbandiere? Un ex schiavo guerriero? Forse nemmeno lui saprebbe dirlo con certezza...

Ակրտչյան ~ Akrtchyan d’Aramania ~ Հայերեն

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Gli Aramani... Oltre ai pochi stranieri entrati in contatto con questa ristretta etnia, solo gli studiosi d’antropologia più interessati possiedono conoscenze approfondite su questo popolo. Da secoli isolati in mezzo alle distanti montagne orientali d’Aramania, questi uomini nomadi vivevano di caccia e pastorizia sugli alti e verdeggianti altopiani protetti da muraglie di catene montuose innevate. I villaggi permanenti erano rari.
Possedevano una lingua e un alfabeto endemico apprendibile il più delle volte unicamente vivendo a contatto con questa affascinate popolazione, data la scarsità di documenti e manuali in cui sono trattati e descritti. A questo problema si aggiungeva il fatto che spesso l’idioma subiva piccole variazioni da tribù a tribù.

Le caratteristiche più celebri e peculiari di questa etnia sono probabilmente il loro legame quasi sacrale con i cavalli e la loro formidabile abilità con l’arco. Ogni aramano impara a cavalcare e a scoccare con l’arco sin da tenera età.

Parlando dei cavalli, gli Aramani allevavano una curiosa specie endemica chiamata Yomud: i cavalli di montagna dal pelo lungo, famosi per la loro intelligenza, agilità e dimestichezza sui terreni montani. Splendidi e aggraziati animali avvezzi alla vita sugli altopiani e sulle creste rocciose. Alcuni dicono che assomiglino a cammelli, ma sono equini a tutti gli effetti.

L’arma aramana più diffusa era invece un particolare tipo di arco corto composito fabbricato in legno e osso con caratteristiche braccia curvate in avanti.
Usualmente gli Aramani erano un popolo pacifico. Sovente le tribù entravano in guerra tra di loro, ma raramente si arrivava allo scontro diretto; le faide erano quasi sempre risolte tramite battaglie ritualizzate, senza uccisioni. Vi partecipavano uomini e donne e in genere consistevano in sfide di abilità tra campioni scelti tra i membri più valorosi della tribù. Se, anzi, per una malaugurata fatalità moriva qualcuno, la battaglia veniva immediatamente interrotta per permettere a familiari e compagni di celebrare i riti funebri del defunto.
Questo però non significa che gli Aramani non fossero abili guerrieri. Più e più volte si trovarono a dover respingere nemici provenienti dall’esterno: i cavalieri delle steppe dell’Est, i Turkemanni da Ovest e i barbari del Nord, per fare qualche esempio. Di guerra in guerra svilupparono nuovi tipi di archi e formidabili strategie di imboscata, approfittando delle difese naturali che offrivano le invalicabili catene montuose che circondavano gli altopiani e dei loro tipici cavalli di montagna, in grado di muoversi agilmente anche sui pendii rocciosi più scoscesi. Piombavano dall’alto sul nemico da posti impensabili, scagliando nugoli di frecce da posizioni sicure e inarrivabili per gli eserciti ordinari.

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L’arco fu da sempre uno strumento quotidianamente usato dagli Aramani, che in genere vivevano di caccia e pastorizia. Tutti gli Aramani venivano iniziati all’uso dell’arco fin da giovanissimi. Era uno strumento tradizionale per la venagione, per dimostrare la propria abilità. Molte prove di iniziazione aramane implicavano l’uso dell’arco.
A dispetto di ciò, l’arco non era mai esaltato come strumento per uccidere altri uomini, né veniva esaltato l’egoismo personale o l’idolatria del singolo all’interno delle tribù. Gli eroi delle fiabe aramane non uccidevano draghi con arco e frecce, né salvavano principesse dalla bellezza angelica e diventavano re di regni lontani. Gli eroi aramani vincevano disarmati, con la sola arma dell’astuzia, e salvavano la propria tribù, sposavano una fanciulla saggia scelta da loro stessi per le sue doti. Al massimo diventavano capi tra i propri simili. Se il protagonista di una di queste fiabe abbandonava la sua tribù per inseguire favolose ricchezze in terre distanti, andava sempre incontro a una fine infausta.

È interessante notare come gli aramani, a dispetto di ciò che accade in altri popoli, non davano praticamente mai nomi propri agli archi. L’arco era considerato come un mero strumento e spesso capitava che un aramano lo cambiasse più volte nel corso della propria vita. Una semplice accortezza che di frequente si prendeva era incidere il proprio nome sull’arco, ma soltanto per distinguerlo dagli quello degli altri. Gli archi aramani magici o leggendari sono rari, ma esistono; venivano tramandati di generazione in generazione e curati con estrema premura. Talvolta questi potenti archi finiscono nelle mani di stranieri ignari, i quali credono erroneamente che il nome inciso sull’arco sia in nome proprio di quella determinata arma. In realtà si tratta semplicemente del nome dell’originale proprietario dell’arco, morto probabilmente decenni o addirittura secoli addietro.

[P Amuleto razziale Umano (Cavalcare) ~ 6 utilizzi] Gli Aramani sono cavalieri eccezionali, avvezzi sin dall’infanzia a lanciarsi a tutta velocità in sella ai loro destrieri Yomud per i grandi altopiani orientali, pertanto sono in grado di cavalcare abilmente qualsiasi tipo di animale adatto allo scopo.

[Amuleto dell’auspex (Passiva di auspex fisica) ~ 6 utilizzi] Si racconta che gli arcieri degli altopiani possiedano occhi da condor, l’udito delle lepri grigie e l’acume delle volpi di Karabakh, e si potrebbe affermare che Vahram ne è la prova concreta. Gli basterebbe cogliere pochi dettagli, indizi insignificanti, per intuire la posizione, i movimenti o la semplice presenza di una creatura nelle sue vicinanze. Questa abilità si traduce in una passiva di auspex fisica basata sui cinque sensi.

[Amuleto elfico (Possibilità di usare alleati in combattimento) ~ 6 utilizzi] Gli Aramani sono spesso organizzati in comunità chiuse e nomadi. Tra i membri della stessa cultura e le vittime delle medesime esperienze – soprattutto gli schiavi – si considerano quasi come fratelli. Hanno molti amici e molti alleati ovunque vadano, primi tra tutti le loro possenti cavalcature.


[V Fiore di fuoco (Personale offensiva magica) ~ Consumo Variabile Energia] I clan delle cordigliere orientali dell’Aramania erano famosi per i floridi contatti commerciali con i grandi e avanzati regni umani oltre le montagne. Tra le tante cose che giunsero da quei luoghi vi furono i fiori di fuoco, più comunemente conosciuti nei regni occidentali con il nome di fuochi d’artificio. Sali magici e alchemici preparati misti sostanze esplosive pressati in un tubo e sparati in aria, in grado di trasformare il cielo in magnifico prato fiorito. Gli Aramani erano soliti utilizzarli a Capodanno e in poche altre festività, ma non li sparavano con razzi, unirono questa forma di spettacolo alla loro tradizione: li infiggevano al posto delle cuspidi delle loro frecce. Il giorno della festa, le tribù si radunavano tutte insieme sotto le montagne, ogni anno in un posto prestabilito, poi venivano scelti gli arcieri più validi di ogni famiglia. Questi si appostavano dunque in alto, sui versanti delle montagne e scagliavano queste speciali frecce in imponenti e spettacolari salve. Le montagne sembravano fiorire dei colori più sgargianti.
Da bambino, Vahram fu portato dai suoi genitori ad ammirarli solo una volta, ma quella visione grandiosa e al contempo spaventosa gli rimase per sempre impressa nella mente come un prezioso ricordo. Da adulto, grazie alle sue abilità da alchimista, riuscì a riprodurre quei fiori di fuoco e scoprì che oltre ad essere un superbo oggetto d’intrattenimento, possono rivelarsi una tremenda arma distruttiva. I suoi modelli, in particolare, sono talmente carichi di esplosivo da assomigliare più ad armi d’assedio piuttosto che a fuochi d’artificio, pur rimanendo senza dubbio spettacolari.
Vahram scaglia una speciale freccia dotata una potente carica pirotecnica innestata al posto della cuspide, che esplode a contatto con un nemico o un bersaglio predestinato generando un magnifico fuoco d’artificio. Chiunque si trovi in prossimità dell'esplosione, subirà un danno pari al costo speso, ad esclusione di Vahram, che non sarà minimamente influenzato dalla deflagrazione, sotto nessun aspetto. La durata è istantanea.

[V Stella nera (Personale offensiva fisica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Fisico] La rosa nera, chiamata sev vard dagli Aramani, è una pianta della famiglia euphorbiaceae endemica degli altipiani di Karabakh, dove questo popolo nomade un tempo abitava, prima che fosse disperso e sterminato dai Sulimani. Questa specie di fiore è nota poiché contiene una potente neurotossina dalla quale, se trattata secondo una determinata ricetta, è possibile ricavare una polvere nera in grado di indurre un effetto di paralisi praticamente istantaneo persino al solo contatto con la pelle. Di contro, però, anche il solo maneggiarla più provocare un senso di intorpidimento anche a chi ne è ormai assuefatto. Giacché queste proprietà tossiche svanivano nel giro di qualche ora una volta iniettate nella vittima, gli Aramani erano soliti intingere le loro armi in questo veleno quando andavano a caccia, ma si rivela un’arma più che ottima anche contro gli esseri umani. Si tratta di una tecnica offensiva a bersaglio singolo.
Vahram porta un pericoloso attacco con un’arma imbottita di polvere di stella nera – può essere utilizzata anche un’arma a distanza – o meramente lanciando tale veleno addosso all’avversario. Se non difeso, cagiona un danno all’Energia pari al consumo, interpretato come una paralisi di entità proporzionale al danno subito.


Purtroppo il popolo degli Aramani è tuttora quasi estinto, nella sua terra d’origine, in seguito all’invasione dei Sulimani dai deserti del Sud che schiavizzarono e trucidarono gran parte della popolazione durante le loro folli campagne di conquista e pulizia etnica.
Anche Vahram, appartenente a una piccola tribù, gli Akrtchyan, fu fatto schiavo e deportato nell’Impero Sulimano insieme a suo fratello, come molti altri suoi conterranei. Aveva solo tredici anni.

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Վահրամ ~ Vahram il mamūluk ~ ծառա հավերժ

Diventare mamūluk, schiavi guerrieri, significava perdere ogni briciolo di umanità. Non si trattava di semplice schiavitù, era un processo di rinascita, la forgiatura di una delle macchine da guerra più temibili di tutto l’Akerat tramite i più duri addestramenti e atroci torture: la creazione di un guerriero senza volontà, senza sentimenti, senza paura, immune al dolore e votato unicamente alla guerra e alla perfezione marziale. Solo una parte degli schiavi sopravviveva a questa terribile pratica.

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Una descrizione esauriente sui mamūluk la possiamo trovare in un breve rapporto di Shiho Huakinda, un’agente della Sezione Psionica della Psichiatria Anticrimine di Portalorica:

Relazione n.5460-804
Tutti i Mamūluk sembrano appartenere a un popolo “a parte”. Provengono dalle etnie più disparate: Turkemanni, Sciiti, Aramani, Buri, Xurayani, pirati, più altri popoli minori. Tra loro ci sono sia soldati che ex civili. Inoltre popoli come gli Aramani sono generalmente pacifici, raramente si dedicano alla guerra.

Ognuno di quei Mamūluk è stato strappato alle loro città e ai loro villaggi, i componenti delle loro famiglie considerati più deboli sono stati barbaramente trucidati. Contadini, pescatori, allevatori, artigiani, gente che non aveva mai visto una spada prima di allora, sono tutti stati addestrati nei modi più crudeli e inumani che l’Impero Sulimano poteva avere in serbo per loro.
I Sulimani hanno sfruttato le abilità caratteristiche più utili alla guerra di ogni popolo per creare battaglioni specializzati. I Turkemanni per le loro strategie e formazioni di cavalleria pesante e per la loro tecnologia, gli Aramani per i loro arcieri a cavallo e i loro particolati cavalli endemici, gli Sciiti per la loro natura di spietati sciacalli schiavisti, i Buri per la loro abilità nel muoversi nelle giungle e per i giganteschi mostri che riuscivano a domare e a portare in battaglia e i pirati del mare orientale ovviamente per intercettare e saccheggiare navi nemiche. I Xurayani invece non avevano alcuna abilità particolare, se non quella di essere reperibili in gran numero e a basso costo; in genere venivano implementati in prima linea come fanteria leggera. Carne da cannone.
Queste erano le cinque principali forze armate Mamūluk; etnie minori venivano in genere inserite in una di queste, secondo le attitudini dei singoli.

I Mamūluk erano costretti all’obbedienza assoluta, pena la morte, ma in cambio avevano il diritto di saccheggio entro certi limiti e ricompense in natura in base al loro valore in battaglia. La vita dei Mamūluk non era poi così misera: potevano concedersi diversi lussi, soprattutto i più meritevoli. Contromisura strettamente necessaria, onde evitare scontate ribellioni.
In ogni caso, le leggi razziali sulimane precludevano ai Mamūluk la maggior parte dei diritti di cui godevano i cittadini sulimani. Appartenevano allo Stato e non potevano in nessun caso diventare liberi cittadini.
I sulimani inculcavano ai Mamūluk un metodico lavaggio del cervello. All’interno delle divisioni si crearono vere e proprie “microetnie artificiali militaresche”, ognuna con i propri usi e costumi. Spesso le genti di ogni popolo tendevano a riunirsi con i propri compatrioti. I sulimani permettevano loro di parlare la propria lingua tra di loro (anche se lo studio della lingua sulimana era obbligatoria) e di professare la propria religione. Era sentito quindi un forte cameratismo e senso di appartenenza. Ogni squadrone aveva un suo onore da difendere. Gli usi e i costumi dei loro padri si trasformarono adeguandosi alla loro condizione di schiavi soldati.
Provate a interrogare un qualsiasi ex Mamūluk qui a Portalorica. Chiunque di loro vi risponderà di essere fiero di aver fatto parte del corpo dei Mamūluk. Allora per loro significava essere guerrieri invincibili, irriducibili, aver ricevuto un addestramento completo, essere in grado di adattarsi a qualunque situazione. Non sarebbero nulla qui, se non fossero stati Mamūluk.

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Vahram fu arruolato inizialmente nella Cavalleria Leggera Aramana, poi grazie ai suoi meriti fu trasferito nelle Squadre Speciali dei Lancieri Neri: uno dei più grandi e famosi battaglioni mamūluk, istituito dal governo sulimano coniugando le grandi formazioni e tecniche di cavalleria turkemanna alla versatilità e all’abilità con l’arco dei cavalieri aramani.

In seguito fu comprato da un nobile sulimano di nome Yussuf Al’Sahid, che, notando il suo talento, il suo interesse e la sua astuzia, lo iniziò alla medicina, alla biologia e alla chimica. Vahram divenne uno dei suoi uomini più validi, nonché un fondamentale elemento di supporto per le sue guardie personali.

Grazie alla sua versatilità e disillusione unite al suo ingegno e alla sua conoscenza, divenne uno schiavo molto costoso e invidiato da altri nobili. Gli si poteva assegnare qualsiasi compito, qualsiasi missione, lui in un modo o nell’altro sempre la portava a termine.

[P Passiva razziale Umana (Esperienza) ~ 6 utilizzi] I mamūluk sono abituati alla guerra, al combattimento e a combattere contro numeri soverchianti di nemici. Per questa ragione hanno sviluppato dei riflessi straordinari, che permettono loro di reagire con estrema prontezza agli attacchi nemici, muovendo il corpo prima ancora che la mente capisca in cosa consista la minaccia. Consumare un utilizzo di questa passiva influisce solamente sulle azioni non tecnica e permette di difendersi senza essere antisportivi da un grande numero di attacchi o da attacchi inaspettati.

[P Amuleto razziale Umano (Perizia) ~ 6 utilizzi] La superiorità dei mamūluk in combattimento rispetto ai comuni guerrieri è a dir poco notoria: sono famosi per essere combattenti instancabili e dotati di una tempra di ferro, pertanto Vahram guadagna un CS aggiuntivo in Resistenza ogniqualvolta utilizza una tecnica di power-up.

[P Passiva personale ~ 6 utilizzi] I mamūluk sono guerrieri formidabili e molto ben addestrati, gli Aramani in particolare sanno sfruttare in ogni modo possibile il terreno di scontro: strategie flessibili, tattiche, intuizioni. Gli addestramenti di Vahram nelle Squadre Speciali Mamūluk hanno affinato le sue abilità marziali al punto da renderlo padrone di qualsiasi campo di battaglia. In combattimento ciò potrà anche tradursi nell'abilità di vincere scontri fisici a parità di CS, grazie alla superiore conoscenza del terreno di scontro.

[P Passiva personale ~ 4 utilizzi] La pervicacia e la ferrea disciplina dei mamūluk sono tanto proverbiali quanto terrificanti. Non demordono nel perseguire il loro obiettivo anche quando la loro mente è incredibilmente danneggiata. Per tale motivo, Vahram è tanto incrollabile e caparbio da essere pressoché insensibile al dolore psichico e a qualsiasi effetto di natura psionica, pur riportando i normali danni alla mente.

[P Passiva personale ~ 4 utilizzi] La grande confidenza di Vahram sul campo di battaglia può dimostrarsi un'arma estremamente letale, consentendogli addirittura di affrontare e impegnare agevolmente più nemici con sorprendente efficacia. Può infatti sferrare tecniche offensive ad area di potenza pari al consumo.


[Impeto guerriero (Corallo-Oggetto di power-up)] Una volta per giocata, Vahram può concentrarsi per temprare corpo e spirito, guadagnando 2CS in Forza e 2CS in Maestria nelle Armi.

[Impeto cacciatore (Corallo-Oggetto di power-up)] Una volta per giocata, Vahram può concentrarsi per temprare corpo e spirito, guadagnando 2CS in Agilità e 2CS in Velocità.


Durante la sua carriera apprese un gran numero di tecniche di combattimento e strategie militari atte a combattere e sopravvivere in situazioni estreme, a sopportare il dolore e ad affrontare i nemici più insidiosi.

[V Furūsiyya (Personale offensiva fisica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Mente] Il Furūsiyya, letteralmente "via del cavaliere", è un termine utilizzato in alcune regioni del Bekâr-şehir per indicare il codice d'onore e le nobili e antiche arti dei guerrieri a cavallo. In passato esclusivamente associata alla nobiltà, il Sulimanato statuì che questa arte fosse adattata e integrata nell'addestramento dei reparti di cavalleria mamūluk – ossia turkemanna e aramana – in aggiunta al loro programma di formazione, già di gran lunga più duro e articolato rispetto a quello dell'esercito ordinario, al fine di plasmarli secondo i sacri principi dell’obbedienza e le virtù dei grandi guerrieri, e al contempo renderli maestri delle arti marziali tradizionali. Le discipline classiche comprendevano la lotta libera, l’equitazione, la strategia militare e l’addestramento in un variegato numero di armi, quali l’arco, tre misure di lance, spada, ascia, mazza ferrata, daga e scudo. Oltre a queste arti fondamentali, le truppe scelte e le squadre d’infiltrazione e d’assalto integravano il loro brutale addestramento con strumenti ben più letali e anticonformisti, come le armi a polvere nera e altre di foggia e meccaniche decisamente esotiche, l’arte della tortura, della furtività e del combattimento col mantello. Si tratta di una tecnica a bersaglio singolo.
Vahram potrà effettuare una serie di affondi, fendenti, o colpi di altro genere con qualsiasi arma a sua disposizione e anche a mani nude. Il numero degli attacchi simultanei sarà a sua discrezione, così come la presenza scenica degli stessi, perché al consumo di risorse spese per ciascuna offensiva corrisponde un danno proporzionale al Fisico che prescinde da quanti attacchi vengano sferrati con un singolo utilizzo. Solo un singolo bersaglio alla volta potrà essere bersaglio di questi assalti, a prescindere dal numero degli stessi. La tecnica ha natura prettamente offensiva, di attacco marziale e fisico.

[V Sanat Shedah (Personale difensiva fisica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Mente] Il Sanat Shedah, comunemente conosciuto come “Stile dello Spettro” o “Danza Turbinante del Derviscio”, è lo stile di combattimento caratteristico delle squadre d’infiltrazione e di assalto dei Lancieri Neri Mamūluk. Si tratta di un’arte marziale di recente invenzione, ideata unendo e sviluppando le antiche e fascinose tecniche di combattimento delle popolazioni tribali del Bekâr-şehir. A differenza di queste ultime, però, è avulsa da qualsiasi principio spirituale o meditativo; si tratta infatti di uno stile di lotta costruito scientificamente e appositamente per la guerra. I suoi elementi fondamentali sono: geometria, psicologia e fisica, e consiste in variegate serie di finte, schivate, piroette e manovre tattiche, alcune delle quali particolarmente complesse e acrobatiche, atte a eludere le offensive di più svariato genere, anche in situazioni particolarmente proibitive. La sua esecuzione è alquanto spettacolare e funambolesca tanto da essere definita da molti una vera e propria danza. Ognuna delle numerose forme che la compongono è associata a una determinata categoria di avversario, connotata con la figura di un particolare animale: per esempio, “giaguaro” identifica combattenti umanoidi agili e fulminei, “rinoceronte” i soldati pesantemente corazzati, “drago” bestie mostruose magiche di grossa stazza, “chimera” incantatori da guerra, e così via. Si tratta di una tecnica difensiva a bersaglio singolo che protegge da tecniche fisiche.
Vahram sarà in grado di sfruttare schivate e acrobazie al fine di evitare o deviare attacchi magici e fisici. In base al consumo speso, potrà suddividere equamente l’azione in più schivate dilazionate nel singolo turno in corso (es.: consumo Alto=Medio+Medio o Basso+Basso+Basso+Basso), ma senza superarne la potenza effettiva.

[M Sanat Tavuskuşu (Personale difensiva fisica) ~ Consumo Medio Energia] Il Sanat Tavuskuşu, ossia lo "stile del pavone", è una delle forme più alte e complesse del Sanat Shedah, nonché probabilmente una delle arti del mantello più spettacolari. Questa tecnica deriva da un'antica arte marziale prettamente femminile, ma i maestri d'armi Sulimani furono ben accorti delle sue potenzialità, decidendo dunque di svilupparla e integrarla al già micidiale Sanat Shedah. L'esecutore del Sanat Tavuskuşu si avvolge nel proprio mantello, in un velo, in una coperta o qualunque drappo analogo e focalizzando la propria concentrazione sul combattimento o sulle minacce incombenti si esibisce in una rapidissima danza vorticante composta da una ridda di piroette, balzi, finte perdite di equilibrio repentine e sferzate della manta sulle proprie spalle, ingannando gli occhi degli avversari tramite i rigonfiamenti del tessuto e i continui, fulminei e imprevedibili spostamenti. Lo stato mentale del guerriero gli consente una reattività straordinaria, permettendogli di eludere anche pericoli improvvisi ed estremamente pericolosi.
Vahram conosce i segreti del Sanat Tavuskuşu, una danza difensiva turbinante e frenetica. Una volta iniziata sarà in grado di eludere qualsiasi comune attacco fisico o accadimento pericoloso non tecnica per la durata di due turni.

[B Koshti Pahlavani (Personale offensiva fisica) ~ Consumo Basso Energia] Il Koshti Pahlavani, letteralmente "lotta eroica", è uno dei tanti stili di lotta libera tradizionali del Bekâr-şehir”. I miti fanno risalire le sue gloriose origini addirittura a millenni addietro, nell'epoca in cui i primi uomini iniziarono a fondare i primi insediamenti stabili dell'Akeran, durante l'era dei draghi e dei grandi eroi del passato. Presso i Sulimani era uno sport sacro, largamente praticato e seguito, nonché parte integrante dell'addestramento dei corpi militari e, soprattutto, dei mamūluk. Oltre alle tecniche di combattimento a mani nude, comprendeva svariate serie di esercizi propedeutici all'uso delle armi. Lo scopo della lotta Koshti Pahlavani consisteva nell'atterrare l'avversario tramite tecniche di presa, sottomissione e proiezione e poi immobilizzarlo; l'incontro aveva fine solo quando l'avversario si arrendeva o non era più considerato in grado di combattere. Si tratta di una tecnica a bersaglio singolo.
Vahram sarà in grado di gettare a terra o proiettare l'avversario con una pericolosa e fulminea tecnica di lotta libera, cagionandogli un danno pari a Basso al fisico.

[V Dybbuqim (Personale difensiva psionica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Corpo] L’efferatezza e l’irriducibilità degli schiavi guerrieri erano tanto famose quanto temute dai loro nemici. La loro ferocia era tale che ben presto molti cominciarono a riferirsi a loro chiamandoli spregiativamente dybbuqim: un termine che nel dialetto del Bekâr-şehir significa “indemoniati”, o più pittorescamente “figli del demonio”. Li vedevano gettarsi senza remora in mezzo alla mischia, come furie, seminando morte e terrore, spezzando i ranghi degli eserciti nemici come fuscelli secchi. Nessuna ferita pareva fermarli, nessun dolore, nessuna paura, nessuna pietà, parevano essere privi di alcuno spirito di autoconservazione. Erano dei mostri, partoriti dal campo di battaglia, cresciuti tra le viscere e il sangue fresco appena versato. Si tratta di una tecnica difensiva a bersaglio singolo.
Vahram potrà usare questa tecnica per reagire a un tentativo di raggiro, di malia o di qualsiasi altro genere di intrusione psionica nella sua mente. La tecnica ha effetto di difesa contro offensive psichiche, e all'attivazione trascinerà il mamūluk in uno stato di parziale coscienza. In queste circostanze non sarà in grado di riconoscere amici e nemici, ma beneficerà di una totale insensibilità al dolore, potendo così ignorare ferite e lesioni per un breve periodo di tempo. I danni potranno soltanto essere trascurati, ma non svaniranno: un braccio rotto resterà inutilizzabile e così qualsiasi altra lesione importante. La difesa ha effetto istantaneo, e gli strascichi dureranno fino alla fine del turno di attivazione.

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Ա Պաչուլի ~ Al Patchouli, la Volpe degli Altopiani ~ աղվեսի

Dopo la caduta della capitale sulimana El Kahir per mano dell’arcidemone Horun, i pochi mamūluk che sopravvissero all’assedio sfollarono ai cinque angoli della terra. Anche Vahram fu costretto a fuggire, trovando rifugio nella città di Portalorica sul Qatja-Yakin. Libero dal giogo della schiavitù, ma spaesato e confuso, si ritrovò di nuovo al mondo come un bambino sperduto in mezzo a una grande città. La vita senza un padrone era diversa, ma un modo per tirare avanti lo bisogna sempre trovare... e le abilità di un mamūluk non passano inosservate agli occhi di datori interessati a sfruttarle.

Astuto, prudente, silenzioso e sfuggente. Non passò molto tempo prima che venisse arruolato dalle grandi organizzazioni fuorilegge della città. La sua fama di sicario e assassino si sparse di orecchio in orecchio. Era soprannominato Al Patchouli, riadattando storpiando un suo vecchio soprannome risalente ai tempi con Yussuf, ma ben pochi sapevano chi era veramente, da dove veniva e cosa aveva passato.
A Portalorica le sue tecniche, già affinate quando era un mamūluk, maturarono, ne imparò di nuove. Scoprì nuovi modi per lavorare, nuovi modi per uccidere, per rimanere inosservato, nuovi modi per sopravvivere. Il suo mestiere era risolvere problemi, e lui era uno dei migliori a cui rivolgersi.

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L’addestramento marziale di Vahram congiunto alla sua naturale attitudine all’adattarsi alle più svariate situazioni, lo rendono un guerriero estremamente versatile. Era un eccellente schermidore e atleta, ma poiché l’Impero Sulimano proibiva categoricamente l’uso della magia e delle arti psioniche da parte dei Mamūluk, non ebbe mai l’opportunità di studiarle approfonditamente; fatta eccezione per trucchetti minori, strappati alle conoscenze di qualche compagno di viaggio occasionale. In battaglia supplisce però a queste sue mancanze nei modi più disparati: oggetti magici, bombe, ordigni esotici, droghe, veleni, polveri magiche e tanta, tanta astuzia.

[P Passiva talento Informatore I (Smascherare) ~ 6 utilizzi] Da sicario, spia e infallibile risolutore, Al Patchouli ha sviluppato un intuito tale che gli permette di discernere il falso dal vero. Consumando un utilizzo della passiva, sarà quindi in grado di capire se le parole del suo interlocutore sono false, ma senza riuscire a capire la verità dietro la menzogna.

[P Passiva talento Informatore I (Conoscenza) ~ 6 utilizzi] I sette taccuini in possesso di Al Patchouli raccolgono al loro interno un numero impressionante di informazioni, testimonianze scritte della proverbiale abilità e preparazione di Al Patchouli. È decisamente improbabile scovarlo disinformato sul luogo in cui si trova e le persone che lo circondano. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, sarà in grado di conoscere le personalità più famose della città in cui si trova, o di discutere consapevolmente sulle diatribe recenti di una regione, passando quasi come un abitante del luogo. Al Patchouli verrà anche a conoscenza delle quest e delle giocate passate svolte in quel luogo.

[P Passiva talento Informatore II (Investigazione) ~ 6 utilizzi] Nella gara per raggiungere un qualunque obiettivo, spesso chi possiede più informazioni vince, e questo Al Patchouli lo sa bene. Che lo faccia per esumare la verità dietro a un mistero o per racimolare informazioni scottanti da rivendere al miglior offerente, nel turno in cui consumerà un utilizzo di questa passiva sfrutterà l'ambiente circostante per apprendere informazioni sul luogo in cui si trova e cosa vi è accaduto nel passato recente. Sarà per lui quindi possibile capire in che modo si è svolta una colluttazione da come sono disposti gli oggetti in una stanza, o a grandi linee il procedimento di un rituale da i segni lasciati sul pavimento.


[M ”È tutta questione di metodo” (Personale di power-up psionica) ~ Consumo Medio Energia] L'accortezza, la diligenza e la puntigliosità di Vahram sono quanto di più proverbiale si possa immaginare. Annota tutto, pianifica ogni cosa con largo anticipo e si accerta di non affrontare qualsivoglia missione od ostacolo impreparato. Con un breve sforzo di concentrazione, gli basterà soffermarsi a riordinare i pensieri, analizzare la situazione o studiare attentamente le strategia nemiche per guadagnare un sensibile vantaggio tattico, concretizzato in 2 CS in Intuito più 2 CS in destrezza.

[M Bomba fumogena (Personale tattica fisica) ~ Consumo Medio Energia] Un strumento sempreverde che è solito usare per uscire da situazioni perniciose è la bomba fumogena: la tecnica diversiva e di disimpegno più inflazionata e nota a tutti gli assassini e spie del mondo. Sempre utile. Spesso determinate. Consiste in un semplice involucro (una bottiglia, una sfera d’argilla, un guscio di noce o di uovo o altro) riempito di speciali polveri piriche che s’infiammano ed esplodono violentemente a contatto con l’aria creando una fitta cortina di fumo bianco che invade l'intero campo di battaglia.

[Biglia dissonante (Oggetto tattico)] Si tratta di una piccola biglia del diametro di un paio di centimetri che, se gettata in terra, si spezzerà generando un potentissimo stridio che persisterà nell'area per qualche secondo. Chiunque sentirà il suddetto suono proverà un fortissimo senso di stordimento e disorientamento, nonché un gran dolore alle tempie e ai timpani. Può essere usata una singola volta per giocata.

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Tra tutte le armi offensive a sua disposizione, le polveri mentali sono probabilmente le più bizzarre. Concentrando e omogeneizzando alchemicamente una qualsiasi droga o veleno con un reagente magico specifico, può essere fabbricata una costosa e rara polvere magica finissima e trasparente, percepibile solo al contatto diretto, ininfluenzabile dalle correnti d’aria e dirigibile attraverso il controllo mentale. Questa polvere magica, fabbricata espressamente per il combattimento, agisce anche al semplice contatto, non necessariamente con la pelle, sfavillando scintille luminose, rilasciando in circolo quasi all’istante la sostanza con cui è congiunta, attaccando direttamente sistema nervoso e il cervello della vittima, emulando in tutto e per tutto un attacco psionico. Può essere gettata normalmente in faccia al nemico o mossa tramite il controllo della mente verso un bersaglio. Ogni droga o veleno arreca effetti differenti.

[A Polvere mentale hashishin (Personale offensiva psionica) ~ Consumo Alto Energia/aut. Mente] Qualcuno ha mai sentito parlare della famosa setta degli hashishin? Questa confraternita di famigerati assassini si vocifera prendano il nome da una particolare sostanza stupefacente chiamata hashish, con la quale drogherebbero i propri adepti – o addirittura persone comuni – per spingerle in seguito a loro totale insaputa a commettere atroci delitti o azioni follemente suicide che nemmeno l’essere umano meno assennato oserebbe compiere. Ovviamente tutta questa storia è una bufala, e Vahram da bravo medico ed esperto di droghe e veleni lo sa bene, poiché non esiste sostanza più giovevole e sublime dell’hashish. Chiunque ne inali i fumi prova un’iniziale vertigine, seguita da una dolce e piacevole leggerezza d’animo. Improvvisamente ogni negatività nel proprio animo scompare, sostituita da nuovi ed emozionanti pensieri squisitamente brillanti ed espansivi. Ad esempio:
“Perché stiamo combattendo, figliolo? Tu non sei cattivo, hai solo avuto un’infanzia difficile. Vieni qui e fatti abbracciare!”
“Nessuna creatura è davvero malvagia. Anche in questo orco che mi sta per squartare ci deve essere del buono. Gli servono solo un po’ di coccole...”
“Non mi ero mai accorto di quanto fosse attraente il mio cavallo!”
Che arma terrificante!
Vahram sparge una nube di fumo bianco ed etereo, contro il nemico – o in nemici. Si tratta di polvere mentale e pertanto non è influenzabile dalle correnti d'aria, reagisce a contatto, non necessariamente con la pelle, raggiungendo gli avversari nel giro di pochi attimi, rilasciando in circolo quasi all’istante la potente droga. Può essere semplicemente gettata addosso al nemico, scagliata a lunghe distanze tramite un’arma o dispersa con altri stratagemmi in caso di bisogno. Come ogni povere mentale, il suo effetto e le sue dinamiche replicano in tutto e per tutto un attacco psionico in grado di danneggiare la mente; se non difeso tramite un’adeguata difesa psionica, cagiona nei bersagli un improvviso e incondizionato amore verso il mondo e la vita e un nauseante senso di ripulsa per la morte e la violenza. È una tecnica psionica ad area di potenza Alta, la quale cagionerà dunque un effetto di potenza Media a tutti i nemici nel raggio d'effetto.

[V Funerale celeste (Personale offensiva psionica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Mente] La sepoltura tradizionale aramana è all'aria aperta, in balia delle creature del cielo.
Vahram ideò questa tecnica mentre viveva sul Qatja-Yakin, in memoria di suo fratello e dei suoi compagni e compaesani caduti. Un modo per ricordare chi è, da dove viene e tutte le genti del suo popolo morte lontano da casa, senza un funerale secondo il costume aramano, senza poter essere circondati un'ultima volta dall'affetto dei propri cari. In questo modo, anche i suoi nemici parteciperanno al suo grande cordoglio.
Un turbine di petali variopinti si manifesta intorno ad Al Patchouli. Petali scelti appositamente, di fiori sacri con cui gli Aramani circondavano i defunti. Ad ammirarlo pare talmente meraviglioso da sembrare uno spirito della primavera immerso in una mulinante danza, ma appena il ciclone di petali e fiori avvolge uno sventurato bersaglio l’incanto si trasforma in orrore. Ciò che fa muovere i petali è infatti una gigantesca nuvola di polvere mentale aggregata a salvia negromante: una terrificante droga allucinogena.
Le visioni provocate da questa pianta sono a dir poco sconvolgenti: la vittima sperimenta il trapasso, l'abbandono dell'esistenza terrena. Il corpo sembra separarsi dalla coscienza, i sensi esulano dalla realtà; chi assume questa droga è obbligato a guardare sgomento ciò che vedrebbe se fosse a un passo dalla morte.
Chiunque abbia sperimentato i suoi effetti racconta di allucinazioni traumatiche: alcuni dicono di aver visto tunnel di luce o apparizioni dei propri dei, o provato l’illusione di trasformarsi in un oggetto, una pianta o un animale, di essere un’altra persona, di guardare se stessi dall’esterno, di trovarsi in più posti contemporaneamente o di venir ghermiti da mostri o da entità oscure; altri invece testimoniano di aver rivissuto momenti del passato – soprattutto dell’infanzia – o addirittura di aver scorto fumose visioni di tempi lontani, dell’antichità o del futuro.
Vahram ha da sempre una morbosa curiosità nei confronti degli effetti di questa sostanza, per questo motivo sovente domanda alle sue vittime di raccontargli ciò che vedono.
Di solito le vittime si accorgono della letale droga solo quando è troppo tardi; la polvere mentale colpisce invisibile e silenziosa. Di contro, però, governare per un tempo prolungato una simile quantità di energia è anche un rischio per l’attaccante: uno sforzo eccessivo può logorare la sua mente o persino condurlo alla morte. Si tratta di una tecnica ad area.

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Ազադ ~ Il Dottor Azad, medico tuttofare ~ բժիշկը

La vita di un reietto è disseminata di insidie. Innumerevoli volte nella sua vita Vahram si ritrovò costretto a mutare, a cambiare pelle. Per fuggire, per difendersi, per passare inosservato, per sopravvivere. Avere una mente aperta e una spiccata curiosità per lui fu una manna: imparò nuovi mestieri, nuove conoscenze, segreti impensabili, nuovi modi di rapportarsi con la gente. Imparò a trasformarsi nella persona giusta quando la situazione lo richiedeva.

Il risultato di questi mutamenti è il Dottor Azad. Un bonario medico e mercante tuttofare, un mago dal fare esotico, gentile e sorridente, che vende soluzioni per qualsivoglia problema.
È il suo personaggio di copertura, che usa mentre viaggia e per commerciare le sue merci e i suoi servizi. La maggior parte delle volte, chiunque abbia conosciuto Al Patchouli, ha incontrato prima il Dottor Azad; qualunque contatto con la sua vera identità passa sempre per questo alter ego.
[P Passiva talento Informatore II (Poliglotta) ~ 6 utilizzi] L'esperienza sul campo e la sua naturale propensione verso lo studio e la conoscenza, hanno reso Vahram un eclettico intenditore dei linguaggi e della cultura di ogni tipo di razza o popolo. Consumando un utilizzo della passiva, Vahram sfrutterà la propria elasticità linguistica per capire e leggere qualunque lingua di Theras, ma non gli permetterà di parlarla o scriverla, limitandola alla mera comprensione.

[P Pergamena Cacc. Cercatore di tesori (Passiva di auspex fisica) ~ 6 utilizzi] Seguendo il suo fiuto da cercatore di manufatti rari, Vahram sa indivduare a colpo d’occhio gli oggetti più interessanti sul campo di battaglia: consumando un utilizzo di questa passiva, sarà in grado di percepire gli artefatti e gli oggetti incantati attorno a sé per la durata di un turno.

[P Pergamena Cacc. Riparazione vigorosa (Passiva) ~ 6 utilizzi] Anni di pratica continua hanno reso Vahram un eccellente artigiano tuttofare. Pertanto, ogniqualvolta spenderà un consumo di questa tecnica sarà in grado di rendere la propria successiva tecnica di riparazione dell'equipaggiamento di potenza pari al consumo, permettendogli anche di riparare un numero maggiore di oggetti in base al consumo speso.

[P Pergamena Cacc. Perizia fortificante (Passiva di power-up) ~ 6 utilizzi] Studiare per ore il meccanismo di una macchina sconosciuta, la magia che costituisce un artefatto e i suoi punti deboli: un lavoro noioso per i più, ma che per Vahram è qualcosa di estremamente interessante. Consumando un utilizzo di questa passiva, guadagnerà 1CS in Intelligenza se sarà stato utilizzato un artefatto nelle sue vicinanze nel turno in corso.

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[B Lingua sciolta (Personale offensiva psionica) ~ Consumo Basso Energia] Si tratta di una tecnica psionica a bersaglio singolo. Gli anni passati a girovagare e a imbonire la propria merce non possono che aver affinato le abilità retoriche di Vahram. Non è facile resistere alla sua insistenza e al suo naso per il negozio. Ogni cliente è ignaro di avere bisogni reconditi che solo gli occhi sagaci di un mercante possono notare. Imbonire è un’arte: è necessario saper indossare la maschera giusta davanti alla persona giusta, abbinare le giuste parole alle orecchie giuste e mostrare gli oggetti giusti agli occhi giusti.
Il vero lavoro di un mercante non è vendere le proprie merci, ma saper acquistare i propri clienti.
I consigli, le provocazioni, gli inganni e le minacce di Vahram possono essere tanto convincenti da persuadere chiunque. Chi ascolta le sue parole è portato a credere che tutto ciò che suggerisce sia una buona idea. L'umiliazione o la sorpresa di essere stati gabbati o suggestionati si traduce in un danno Basso alla mente.

[B Rabberciare (Pergamena Cacc. Riparazione minore) ~ Consumo Basso Energia] Vahram è in grado di riparare il danno presente su un qualunque equipaggiamento o ripristinarlo completamente tramite attrezzi da artigiano, sostanze dalle proprietà particolari o strumenti di fortuna. In aggiunta potrebbe essere in grado di riparare oggetti e marchingegni, a discrezione del QM. Si tratta di una tecnica di riparazione dell’equipaggiamento, è a bersaglio singolo e ha natura fisica.

Մմուշ է ~ Al Patchouli, Campione dei Pari ~ Հասակա

Fu grazie alle sue abilità e alla sua pertinacia, o forse per pura fortuna, che Al Patchouli riuscì a vincere il torneo di Ardeal, giostrando di fronte agli occhi della meglio nobiltà del Dortan.
Una vicenda singolare per un mercenario come Al Patchouli, ma un’impresa degna di un fiero mamūluk. Egli duellò onorando in silenzio la sua lealtà verso la propria padrona, Ainwen, e dimostrando il proprio valore alle grandi casate regnanti, il nuovo potere nascente dei Quattro Regni. Pertanto da essi fu insignito del titolo di Campione dei Pari.
Nonostante ciò, non essendo Al Patchouli di sangue nobile ma un umile barbaro di una sconosciuta tribù delle montagne del Sud – e un ex schiavo per giunta –, sono in molti a vedere di malocchio la sua carica acquisita. Non è nuovo al mondo aristocratico, giacché molti suoi antichi padroni erano patrizi e condottieri d’alto retaggio e di alte cariche, ma questo non basterà ad aiutarlo nell’incarico che lo aspetta: sarà costretto a usare tutte le sue conoscenze e abilità per riuscire a farsi strada in questa casta di opulenti e blasonati. Quel che è certo è che d’ora in poi farà meglio a guardarsi bene le spalle.
[Bonus permanente di caratterizzazione] Il nome e il grande talento di Al Patchouli saranno noti a chiunque abbia assistito o udito parlare del torneo di Ardeal.

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Edited by Orto33 - 15/10/2015, 11:56
 
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Զենք ~ L’arma giusta per il nemico giusto ~ զենքեր
[Yen Kaytsak (tridente – arma bianca), arco di Nenad (arco corto composito), scimitarra (arma bianca), ferro da amputazione n.5 (coltello di Liston – arma bianca), due pistole a ruota a canna doppia (arma da fuoco di piccole dimensioni), coda di chimera (martello meteora - arma bianca), ferri del mestiere (armi da lancio di piccole dimensioni).]

La carriera militare di Vahram fu molto variegata: dalla divisione Cavalleria Leggera Aramana, fu trasferito all’Armata dei Lanceri Neri e poi alle divisioni speciali. Il suo addestramento marziale comprese principalmente l’arte del combattimento con l’arco e con la lancia, ma la versatilità richiesta per svolgere le missioni nelle divisioni speciali esigeva la conoscenza degli stili di combattimento più disparati. Per questo nel suo arsenale figurano le armi più bislacche, sempre adatte ad ogni evenienza. Predilige particolarmente strumenti in grado di intralciare o sorprendere gli avversari. Mai abbassare la guardia contro di lui: non si può mai sapere quale asso abbia nella manica.

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I soldati dell’Armata dei Lancieri Neri erano celebri per la loro abilità nel combattimento con armi ad asta. Di consueto i lancieri più abbienti, in particolare i membri delle divisioni speciali, possedevano una vasta armeria di loro proprietà con lance di ogni foggia e dimensione, oltre a un gran numero di armi da cavaliere di vario genere. Dovevano adattarsi a situazioni estremamente diversificate: dalle grandi formazioni da impatto, in cui erano impiegate le enormi lance da cavaliere turkemanne, alle infiltrazioni in territorio nemico, in cui si utilizzavano armi più leggere come giavellotti e arpioni. Situazioni che richiedevano il giusto equipaggiamento per il giusto momento.
Tre Fulmini, in aramano Yen Kaytsak (Են Կայծակ), è l’ultimo pezzo superstite dell’ampia collezione di lance di Vahram, abbandonata ad El Kahir. Si tratta di una lancia modificata, lunga circa 2 metri; più corta delle normali lance d’ordinanza dei soldati. Alla punta in acciaio temprato, con una larga lama lunga circa 20 centimetri, sono stati saldati ai lati due tralci appuntiti, rendendola in tutto e per tutto un tridente.
Non è un’arma da miliziano, solo i graduati potevano possederne di simili. La fattura è piuttosto pregiata e costosa. Il peso è perfettamente bilanciato. A causa della sua fisionomia peculiare, richiede la conoscenza di una specifica arte marziale per poter essere usata propriamente. In compenso è una lancia estremamente versatile. Può essere implementata efficacemente sia a cavallo, che a piedi. Le sue dimensioni ridotte la rendono più maneggevole, adatta sia come arma da corpo a corpo, sia come arma da lancio. Inoltre, grazie alla sua punta a tridente, si rivela perfetta per spezzare le armi del nemico o disarmarlo.
L’asta, dipinta di nero, è ricavata da un legno endemico turkemanno, resistente e flessibile. Sotto la punta, è avvolta in un’impugnatura in corda e tessuto, sfilacciato e in parte personalizzato da Vahram stesso. La parte inferiore è invece scoperta e ben levigata, appositamente studiata per permettere alla lancia di scivolare agevolmente tra le mani.
Impreziosisce il tutto lo splendido fodero in avorio intagliato, atto a coprire appositamente la lama. L’aspetto della lancia infoderata inganna spesso gli occhi, poiché ricorda piuttosto quello di un esotico bastone da mago. Caratteristica bizzarra, spesso utilizzata da Vahram a suo vantaggio.

L’unico cimelio rimastogli del fratello scomparso. È un arco corto composito da guerra aramano in legno e osso, con caratteristiche braccia curvate in avanti. Le sue piccole dimensioni e la sua maneggevolezza lo rendono un perfetto arco da cavaliere, nonostante ciò, grazie alla sua composizione, è un arma estremamente potente, in grado di perforare armature di medio spessore dalla corta distanza. Inciso sul braccio superiore, si può leggere chiaramente la scritta “Nenad”.

Altre armi

L’arsenale di Vahram comprende diverse armi di supporto, sempre pronte per ogni situazione.

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Innanzitutto una scimitarra di ottima fattura con fodero decorato, comprata in offerta da qualche parte a Taanach. Lunga circa un metro, in acciaio temprato, munita di guardia. Ha l’impugnatura rivestita in stoffa rossa e il pomolo n metallo a forma di testa di lepre. La lama riporta cesellata in alfabeto comune la seguente scritta: “Memento Audēre Semper”, fu proprio questa scritta a ispirare Vahram a comprarla. Chissà a chi apparteneva quest’arma.

Possiede poi una coppia di pistole a ruota a canna doppia gemelle riccamente intarsiate, con fodero in pelle nera e spingipalla a due rami. Vahram è solito preparare in anticipo cartucce in carta oleata già pronte per essere inserite nella canna al fine di velocizzare la ricarica.

Nei periodi di magra, quando la Dea Fortuna sembra voltare le spalle agli affari, Vahram ha il brutto vizio di vendere le proprie armi e armature per ricavarne qualche soldo e acquistare rifornimenti, strumenti o altre cianfrusaglie più utili per sopravvivere durante i lunghi viaggi. Quando ciò accade, spesso è costretto a rovistare sul fondo del proprio carro, tra i rifiuti o nelle tasche di altre persone – perché no? – per trovare un qualsiasi oggetto abbastanza interessante da poter essere utilizzato come arma di riserva. In quanto medico, in genere, il primo posto in cui guarda è la sua cassetta dei ferri chirurgici, ma non disdegna nemmeno la scatola degli attrezzi quando la situazione lo richiede.

Il ferro da amputazione n.5 è uno dei suoi ripieghi preferiti: un coltello lungo oltre due spanne, affilato come un rasoio. Specificamente ideato per tagliare la carne. Recide pelle, muscoli, organi e tendini come se fossero burro. Con uno strumento del genere un abile chirurgo può eseguire un’amputazione perfetta in un minuto.
Un'arma perfetta. Piccola, facilmente celabile in una manica, negli stivali, in una tasca interna. Decisamente migliore di un mero pugnale. E poi Vahram sa usarlo molto, ma molto meglio.

Cosa sarebbe un medico tuttofare itinerante senza i propri ferri del mestiere? Sono quanto di più prezioso possieda, dopo le sue armi e le sostanze chimiche. Sebbene Vahram di solito li tenga riposti ordinatamente nelle sue cassette, si assicura di averne sempre qualcuno con sé per ogni evenienza, ogniqualvolta parta per una missione: non si sa mai quando e a cosa potrebbero servirgli. Generalmente gli capita di sfoderarli per eseguire piccole riparazioni, scassinare serrature o per manomettere marchingegni di varia natura; talvolta però possono divenire un'estrema nonché utile e sorprendente risorsa anche in battaglia. Vahram è ben addestrato nell'utilizzo di diversi tipi di armi da lancio, e quando nel momento cruciale di un combattimento le frecce al proprio arco iniziano a scarseggiare, usare uno scalpello o un bisturi al posto di un coltello da lancio può sempre fare al caso.

Armature
[Mantello nero (arma difensiva), brigantina (armatura)]

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Una delle arti marziali più aggraziate e funambolesche della cultura sulimana è probabilmente l’arte del mantello. Assistere a una rappresentazione delle sue tecniche equivale a vedere uno spettacolo acrobatico e di giochi di prestigio. Il mantello nero era uno dei simboli dei mamūluk, ma quello delle squadre speciali si distingueva leggermente dagli altri: erano ricamati con arabeschi e foderati all’interno con pelle morbida, ma resistente, degli anelli di tessuto erano attaccati a ogni lato per avere una salda presa e controllo sui lembi; questi erano infatti mantelli da combattimento. Tra i corpi dei mamūluk, infatti, solo le squadre speciali venivano iniziate a quest’arte.Le tecniche basilari servivano a deviare dardi o armi da lancio con violente sferzate del mantello, o a bloccare i colpi nemici. Tecniche più avanzate servivano persino a spargere polveri venefiche sui nemici circostanti spostando l’aria con ampi sventagliamenti del manto.
Questo violento utilizzo ovviamente logorava e stracciava rapidamente il tessuto. Nel giro di pochi anni di intenso utilizzo i mantelli si riducevano a sbrendoli logori e stracciati, pieni di rattoppi e rammendi, dando spesso ai guerrieri che li indossavano un’aria minacciosa e spettrale. D’altra parte, però, i membri delle squadre speciali andavano fieri degli strappi sui loro mantelli, poiché, come si può ben immaginare, più un mantello era consunto, più si lasciava intendere che il suo proprietario avesse preso parte a numerose battaglie o fosse scampato a situazioni pericolose.

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Sotto il mantello indossa una raffinata brigantina. Quella che prima vista potrebbe sembrare solo un'elegante giubba nera cela in realtà un vero capolavoro dell'arte armaiola. Vahram si fece costruire a caro prezzo questa preziosa armatura di fattura nanica investendo il ricavato di sei mesi di duro lavoro. Confezionata su misura, nasconde cucite all'interno della fodera in cuoio borchie, placche d'acciaio e strisce di fine cotta di maglia accuratamente ovattata da scampoli di cotone per minimizzare qualsiasi rumore. Completa il tutto un paio di bracciali di cuoio e guanti senza dita protetti sul dorso da sottili strisce di metallo. L'armatura pesa complessivamente 12 kg e protegge il torso, le braccia e le mani. Si rivela abbastanza robusta da fermare o attutire colpi di moderata potenza e al contempo è fabbricata per consentire la massima mobilità. Certo, non permette di esibirsi in mirabolanti acrobazie, ma garantisce comunque una notevole libertà di movimento. Per un guerriero come Vahram, avvezzo a indossare armature e a combattere con strategie fulminee e flessibili, è l'usbergo perfetto.

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Ենթակա ~ Oggetti ~ օբյեկտները
[Biglia dissonante, Cristallo del Talento, 2 Coralli (2 For, 2 Maest. nelle Arm./2 Agi, 2 Vel), Amuleto dell'auspex, Amuleto elfico.]

I seguenti oggetti hanno pura funzione di background. Non potranno essere implementati all’interno del gioco per guadagnare sensibili vantaggi.

I sette taccuini
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Sette taccuini, con copertina in tessuto ricamato e frangiato, ognuno di diverso colore. Qui dentro Vahram scrive qualunque cosa valga anche minimamente annotare. Ogni libretto contiene diversi tipi di informazioni, catalogate a dovere.
  1. Verde – Risorse: qui dentro sono annotati tutti gli oggetti in possesso, gli inventari, le vendite, i guadagni, le scorte, insomma tutto ciò che bisogna tenere da conto per sopravvivere ai viaggi e gestire la propria bottega.

  2. Blu – Luoghi: annotazioni sulla geografia, sulle mappe, sulle strade, sulle tappe di sosta e sui luoghi d’interesse e gli obiettivi delle missioni. Essenziale per il viaggio e per la pianificazione delle incursioni.

  3. Rosso – Persone: qui descrive tutte le persone che incontra, specificando il luogo dove le ha viste la prima volta, l’aspetto fisico, la professione, contatti, abilità e note sulle loro tecniche di combattimento, se ne possiedono. Principalmente è utilizzato per studiare gli obiettivi da pedinare, da combattere o assassinare, ma anche per identificare a chi rivolgersi per favori o lavoro, chi ha interesse per certi tipi di merce, a chi stare alla larga e così via.
    Di fianco ad alcuni nomi è possibile leggere la scritta ՏՄՄԵ (TMMY), acronimo di “Talis Mahkanats’u Mnum e Yerkink’”, ossia “abbandona le spoglie mortali sotto il cielo”, formula comunemente utilizzata degli Aramani per riferirsi alle persone morte. Infatti la sepoltura tradizionale aramana è a cielo aperto.

  4. Giallo – Artigianato: qui sono riportate tutti i piani di fabbricazione, tutte le ricette, tutte le tecniche per costruire, riparare, mescere o distillare tutte le merci, le pietanze, le pozioni, gli impacchi, i veleni, le droghe, eccetera di cui Vahram ha bisogno, oltre a un ricco catalogo di componenti e ingredienti utili o strettamente necessari.

  5. Viola – Bestie: qui sono descritte minuziosamente tutti i mostri, le creature demonaiche, i non morti e gli animali selvaggi incontrati da Vahram, nonché le relative strategie per affrontarli. Contiene inoltre una lista di tutti gli animali e piante commestibili, per riconoscerli durante i lunghi viaggi e poter procurarsi sempre qualcosa da mangiare. Ovviamente c’è anche una lista di tutti gli animali e le piante velenosi da cui ricavare gli ingredienti per droghe e veleni.

  6. Nero – Lavoro: qui si trovano tutte le annotazioni, i piani e i resoconti di ogni missione o incarico seguito da Vahram. Da tenere nascosto e non mostrare a nessuno.

  7. Variopinto – Quest’ultimo taccuino, con una copertina finemente ricamata in disegni geometrici di vari colori, è il diario di Vahram. Ogniqualvolta senta il bisogno di aprire il suo cuore e di scrivere qualcosa liberamente, qualche suo pensiero, qualche sua preoccupazione, la scrive qui.


Biroccio
Un semplice carretto raccattato da qualche parte sul Qatja-Yakin, sormontato da una tenda a casetta ricavata da variopinti tappeti aramani cuciti assieme, usato come mezzo di trasporto e bottega ambulante da Vahram. Ha un doppio fondo, per nascondere tutto ciò che conviene non far vedere, nel caso qualche curioso volesse sbirciare dentro il carro.
Ai lati sono legate due lunghe insegne riportanti la scritta: «Medico, speziale, erborista, carpentiere, maniscalco, calzolaio. Chiedetemi qualsivoglia cosa, una soluzione sempre si trova.» tradotta in una quindicina di lingue diverse.

Ferri chirurgici
Una raffinata cassetta in legno scuro contenete seghe, martelli, pinze, forbici, trapani, morse, specilli, sonde e una serie raccapricciante di bisturi con lama fissa e intercambiabile e altri arnesi taglienti di varie fogge e dimensioni, tutti infissi in un pregiato manico di avorio inciso. I suoi ferri del mestiere.
Vahram studiò medicina, anatomia, botanica e le basi della chirurgia, ai tempi in cui era schiavo di Yussuf Al’Sahid. Pur essendo un principiante, con i ferri in mano e un po’ di pratica, forte della avanzatissima scienza medica sulimana, è riuscito a divenire un discreto chirurgo. Di certo la sua abilità è sopra la media, a confronto con tutti quei beceri macellai e omeopati che predicano la barbara medicina tipica dei regni oltre il deserto. Inoltre è uno dei pochi medici ad avere il cuore di fare prezzi abbordabili dalla povera gente. Insomma... i ferri chirurgici in ogni caso gli servono.

Cannocchiale astronomico
Serve ad osservare le stelle. Funzione poco interessante per Vahram. Era in svendita in qualche negozio di chincaglieria. Comunque, se vi piazzaste ben benino sul campanile della chiesa della vostra città con questo arnese, potreste riuscire a vedere le tette della principessa nel castello come se foste lì a due passi.
Be’... ovviamente esistono anche modi più pratici per utilizzarlo.
La prima e la più importante arma di una spia, un assassino, un ladro, un generale o un marito geloso – chi ne ha, più ne metta – è l’informazione. Il fedele cannocchiale di Vahram gli è sempre tornato utile per studiare gli obiettivi prima di una missione o avvistare in anticipo nemici in avvicinamento.
Poi Raffi ebbe la simpatica idea di passeggiarci sopra. Da aggiustare...


Attrezzi da lavoro

Da carpentiere, orafo, fabbro, maniscalco. Sempre utili in qualsivoglia situazione, sia per riparare la porta del mugnaio, sia per fissare una ruota del carro, sia per costruire trappole, sia per affilare lame, sia per ferrare i cavalli o per lavorare piccoli oggetti in metallo. E questi sono solo pochi esempi. La fantasia di Vahram riesce a trovare anche modi decisamente più creativi di usarli.

Strumenti da alchimista
Alambicchi, tubi, distillatori, bollitori, provette, eccetera. Tutto il materiale necessario per la creazione e la distillazione di una grande varietà di sostanze: medicinali, infusi, veleni, droghe, polveri magiche... Non si può farne a meno!

Cianfrusaglie
Tutti gli oggetti apparentemente vendibili – e dico anche solo “apparentemente” – che Vahram trova per strada, finiscono dentro il suo carro, dove verranno smistati e ficcati all’interno di una delle tante cassette, etichettate a seconda del tipo di cliente al quale verranno sbandierate davanti nel veemente tentativo di venderne il contenuto: “artigiani”, “contadini”, “bambini”, “fanciulle”, “casalinghe”, “borghesi”, “nobili”, “mogli dei borghesi”, “mogli dei nobili”, e così via...
Credetemi, lì dentro potreste trovare qualunque cosa.


կենդանի ~ Compagni di viaggio ~ Կենդանիներ


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[Alleato] Raffi è un giovane maschio di razza Yomud, i cavalli delle montagne nord-orientali dal pelo lungo, famosi in tutto l’Impero per la loro intelligenza, agilità e dimestichezza sui terreni montani. Splendidi e aggraziati animali avvezzi alla vita sugli altopiani e sulle creste rocciose. Alcuni dicono che assomiglino a cammelli, ma sono equini a tutti gli effetti. E poi non hanno le gobbe. È una razza largamente diffusa e apprezzata dai cavalieri degli altopiani dell’Aramania.
Raffi è ancora troppo giovane e troppo poco addestrato alla guerra, per cui, finché non sarà pronto, le sue mansioni principali si limitano a: trainare il carretto, aiutare nei lavori più pesanti e fare compagnia a Vahram.
Vahram ama i cavalli. Dalle terre in cui proveniva, i cavalli erano uno dei beni più preziosi che un uomo potesse possedere. In Aramenia, un uomo che possedesse duecento cavalli era considerato di gran lunga più ricco e influente dei maggiori proprietari terrieri delle pianure. Anni addietro anche Vahram ne possedeva diversi, ma dovette abbandonarli dopo la caduta dell’Impero Sulimano per mano dei diavoli, dopo la sua fuga dalla Capitale, El Kahir.
L’ultima sua più grande e fedele compagna di viaggio fu Shahira, che lo abbandonò a cento miglia di deserto dai porti occidentali, dove si sarebbe imbarcato per il Qatja-Yakin. Qui, pochi anni dopo, appena poté permetterselo, acquistò Raffi, che all’epoca era ancora un puledro. Da quel giorno, divenne il suo più fedele compagno di avventure. E per nulla al mondo avrebbe voluto perderlo come Shahira.

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Edited by Orto33 - 3/4/2015, 20:12
 
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Pochi furono testimoni del triste destino di Yu Kermis, il Mercante di Desideri, e ancor meno si narra dei cimeli prodigiosi che possedeva: scherzi nati dal tessuto stesso della realtà, enormi creature di pietra generate incantesimi dimenticati, un orrore sedimentato in tristi ricordi di un’innocenza passata e consumata da un eterno rancore. Di quel lascito resta oramai null’altro che cenere, e cenere rimane della drammatica memoria di una bambina chiamata Giselle, morta sul rogo secoli fa uccisa da zotici assassini. Nata col cuore immacolato di ogni piccolo dell’umana specie, ma dal sangue dannato, sporcato dalla natura immonda di uno dei suoi genitori; morì tacciata di stregoneria, pecorella nera in mezzo a un branco di lupi, capretta espiatoria sacrificata impunemente da giudici ignoti per sedare gli irragionevoli timori di paesani ignoranti. La sua essenza però non abbandonò questo mondo: la mantellina tanto preziosa a Giselle fu risparmiata dalle fiamme della pira ed ora, come spettro, ombra o forse effimera vestigia del suo ricordo, in essa lo spirito della fanciulla continuò ad esistere, passando di mano in mano, dagli scaffali di qualche antiquario alle spalle di ignoti viaggiatori, fino a giungere prima a Yu Kermis e infine Vahram. Nei ricordi di Giselle non permangono ragioni o spiegazioni lucide di ciò che accadde; solo cieco livore, frustrata incomprensione, rovente odio, sentimenti atroci timidamente racchiusi in quel modesto e delicato capo d’abbigliamento.

Non appena il cavaliere gettò la mantella fuoco scambiandola per un comune vestito, l’essenza, le memorie e i più reconditi terrori di Giselle furono riesumati dai meandri del tempo e dell’oltretomba. Lo spirito della bambina si risvegliò insieme ai suoi dolori e i suoi rancori e possedette Vahram, l’assassino del suo precedente padrone. Ora la cappa si presenta in una nuova forma: è divenuta completamente di cenere. Un manto soffice abbarbicato al mantello nero di Vahram, avvolto attorno al collo del cavaliere come in un caldo e funereo abbraccio. Da lontano potrebbe sembrare una strana pelliccia grigia cadente sulle sue spalle, ma di fatto è una cappa di un delicato e spettrale tessuto raggrumato, inconsistente e friabile al tatto, composto di pura cenere finissima. Seppur di aspetto fragilissimo, se maneggiato con violenza perde cenere ma non si sfalda, come un normale mantello.
[B Corrompere (Pergamena Cacc. Distruzione minore) ~ Consumo Basso aut. Fisico] Grazie ai poteri di Giselle, Vahram potrà generare un’emanazione di cenere che ingloberà un pezzo di equipaggiamento, intaccandolo e corrodendolo fino a ridurlo in polvere, infliggendogli un danno Basso e rendendolo inutilizzabile fino a quando non verrà riparato. Si tratta di una tecnica di danno all’equipaggiamento, è a bersaglio singolo e ha natura magica.

[B Ala grigia (Personale di volo magica) ~ Consumo Basso Energia] Si tratta di una tecnica di natura magica. La cenere del mantello eventualmente è in grado di avvolgere interamente il corpo di Vahram in un caldo e delicato abbraccio funereo, per poi modellarsi in un maestoso paio di eteree ali grigie. Sicché il possessore della cappa acquisirà la facoltà di solcare l’aria al pari dei fantasmi e degli spettri del cielo. Questa trasformazione non comprometterà la riconoscibilità di Vahram, lo renderà però in grado di volare fluttuando nell’aria a piena velocità per due turni.

[M Percepire vita (Personale di auspex magica) ~ Consumo Medio Energia/Mente] Al pari di molti spettri, Giselle è in grado di percepire dal piano etereo il calore delle aure dei viventi o l’energia sprigionata da creature animate al pari di fuochi in mezzo al buio della notte. Allo scopo di individuare e inseguire intrusi e obiettivi e tenere sotto il proprio controllo il proprio dominio, può estendere i propri sensi oltre ogni limite umano. Essendo il suo spirito in simbiosi con Vahram, ella può condividere con lui questa capacità. La sua percezione potrà procedere fino a chilometri di distanza, potendo agguantare l'aura di individui nascosti in regioni inconcepibilmente lontane. La tecnica consiste in un auspex passivo dispiegato in un area incredibilmente vasta. Le applicazioni di questo potere sono innumerevoli, e trovano utilità specialmente nel corso di missioni complesse, di individuazione o inseguimento. Questa capacità permane per due turni.

[A Effigie (Personale di evocazione) ~ Consumo Alto Energia/aut. Fisico] Si tratta di una tecnica di evocazione. Non è semplice contenere la furia e il cieco rancore di Giselle. Se sollecitati, si potrebbe essere testimoni di sinistri fenomeni e visioni, spettri emersi del presente o del passato mossi dall’unica pulsione di consumare ogni cosa che li circonda. Talvolta assumono indistintamente le sembianze di Giselle stessa, ma essendo il Ricordo di Cenere legato indissolubilmente anche alla mente di Vahram, potrebbero emergere dall’oblio dell’inconscio umano le effigi più criptiche e disparate del cavaliere. Queste evocazioni potranno essere a scelta una o due, e saranno in grado di replicare equipaggiamento – non magico –, voce, odore e aura di qualsiasi figura rappresenteranno, ma il suo aspetto sarà orrendamente mutato in un cadavere carbonizzato, urlante e consumato da livide fiamme. In alternativa, Giselle stessa potrà apparire in tutta la sua furia; quest’ultima apparizione sarà in grado di scatenare emanazioni, proiettili e barriere di cenere e fiamme contro il proprio avversario o a propria difesa, valenti come semplici attacchi fisici. Le evocazioni saranno gestite dal proprietario e non andranno trattate autoconclusivamente. La potenza totale della apparizione o delle apparizioni richiamate sarà pari a Medio. Resteranno sul campo di battaglia per un totale di due turni, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio di Vahram, oppure dopo aver subito un danno complessivo Medio. Le loro riserve totali saranno pari a 8 CS.

[NA Spoglia grigia (Personale difesa assoluta magica) ~ Consumo Nullo] La cenere è mutevole, genera chimere, illusioni. Le proprietà che la animano sono un mistero per la maggior parte degli uomini, ma non per il possessore del mantello. Anche se l'apparenza può ingannare, le carni di Vahram sono impregnate del potere del Ricordo di Cenere, e non appena la volontà del guerriero collimerà con quella di Giselle, il suo corpo potrà tramutarsi in pura cenere, insensibile a qualsiasi minaccia, riuscendo a fluttuare leggiadro sulle ali del vento per alcuni metri prima di ricomporsi nella sua forma primiera. La tecnica è una difesa assoluta di natura magica. Può essere utilizzata sia come tecnica di difesa che come tecnica di spostamento elusiva; nel primo caso conta come difesa assoluta.

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Il tempo scorre lasciando brevi vuoti di memoria, piccoli tasselli che non troveranno mai spazio se non riuniti con minuzia tale da rassomigliare quanto più da vicino all'autolesionismo. Frammenti leggeri come sospiri si alternano a cocci di vetro taglienti come rasoi; alle volte non è neppure necessario sfiorarli per rimanerne feriti, e scorgere sulla cute una splendida, tonda, perfetta goccia di sangue. Una lacrima, una stilla di verità come il dolore più grande, che trova il riflesso di un'occasione trafitto dall'improbabilità del reale. Trasciniamo i ricordi incuranti del dolore che ci procurano, come se dimenticare fosse la colpa più grave, ancor più di quelle che ci furono inflitte, affibbiate da interlocutori velenosi e viscidi. Una selva di ragni e serpi. In un tribunale dove l'assoluzione è un miraggio lontano, in un luogo dove il dito accusatore pesa più dell'innocenza di chi – poco più che infante – non può che stringere le ginocchia al petto e ciondolarsi con pesanti lacrime a rigare le goti. In un tempo in cui le colpe dei padri ricadono sui figli, l'ingenuità è forse la responsabilità più grave di cui rispondere. Accordi stretti a nome di individui avvolti nell'anonimato, strette di mano cariche d'astio e livore per prospettive di violenza senza fine, patti scritti e sigillati in un orizzonte di puro interesse. Nella contraddizione di molte cose, abita l'uomo e la sua colpa; poiché se l'incoerenza fosse reato allora saremmo tutti condannati.

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Nel ricordo della pena, nel nome di una giustizia mai raggiunta. Giselle fu accusata di stregoneria in quanto figlia di un demonio, colpevole del sangue nelle vene di lei. {Malus Passivo; Vahram avrà nei suoi ricordi la mente di una bambina a lui sconosciuta che brucia tra le fiamme; non conta come un'influenza passiva, ma come un semplice spunto narrativo. Il guerriero ricorda anche il nome della bambina: Giselle} Pulsava, ed era forte; ma quale macchia nell'innocenza di una bambina inconsapevole e malgrado ciò complice di tutto? Strattonata dal banco di giustizia fu condotta nella piazza antistante l'oscuro tribunale, e lì legata ad un palo alla cui base si ergeva un cumulo male assortito di fascine e pesanti ciocchi di legno. L'odore penetrante della legna fresca assaliva le narici; un'agonia da protrarsi il più a lungo possibile, così che il fuoco purificatore incontrasse il tempo d'ardere ogni miserevole residuo di male si fosse sedimentato in lei. La folla ad incitare l'esecuzione della sentenza tra strepiti e sussurri; un'assurda fedeltà all'orrore, ai pianti strazianti e ai lamenti di chi impossibilitato alla più pavida forma di difesa. Tra accusata e accusatori si innalzò la prima timida lingua di fiamma, un tepore vorace si fece largo nel vento freddo della sera. Lenta e inesorabile, la storia non raggiunse mai un lieto fine; le fiamme, avide, raggiunsero le vesti di lei scossa dai fremiti della paura e di un calore invero insopportabile. Poi ancora l'abbrancarono e consumarono, lentamente, come belve mai sazie. E nessuno distolse lo sguardo, gli occhi puntati a rimirare la strega condannata al rogo mentre stringevano i figli a loro come il bene più prezioso. Quale coraggio, quale giustizia in quell'atto? Alle urla e alle lacrime seguì un greve silenzio, e prima della morte fu l'incoscienza a prendere posto nella piccola, in modo che il dolore non potesse più lambirla, più percuoterla. Nella tempesta di fiamme sollevatasi, nella ripida ascensione di braccia informi e inconsistenti, qualcosa si levò. Un'ombra cupa al volgere dell'ultimo raggio di sole, un sudario agitato da volontà propria. La cappa scura che la piccola indossava, salva dalle fiamme, accarezzò il cielo fino al buio di una notte incipiente. Nel moto ondoso di un flutto sospinto dalla marea, cavalcando i venti e poi imponendosi su di essi, raggiunse le mani dell'unico legame che avesse, l'artefice stesso della colpa per la quale fu articolata la condanna.

La cappa sopravvissuta all'arsione delle fiamme, malgrado integra, presenta bruciature più o meno marcate ai lembi. Come a ricordare un dolore insopportabile, come a trarre ogni memoria a sé nell'incubo peggiore di un padre, poiché nessun genitore deve mai sopravvivere al figlio. Un errore da biasimare, da non perdonare, bensì da rinnovare come un grido o un monito per la vita. E assecondando quella memoria, quel lutto mai affrontato e superato, Vahram saprà rievocare parte del dolore e della pena a cui non ha potuto opporsi. Appena sarà sua intenzione farlo, la cappa comincerà a perdere cenere dalle bruciature senza che alcuna fiamma la arda. La sottile polvere grigia si solleverà come nebbia offuscando i sensi di chi sarà abbastanza vicino al portatore pur potendovi scorgere attraverso. La sintomatologia della cenere avrà valenza di malia psionica passiva e difendibile in quanto tale. {Abilità passiva/6 utilizzi} Ma la cenere potrà essere anche adoperata per altri fini, per infliggere un bruciante dolore, lo stesso che la piccola Giselle dovette sopportare nel suo piccolo inferno in terra, poiché nessun demonio – o quasi – raggiunge la malvagità insita nell'uomo. Vahram sarà infatti in grado di utilizzare la cenere posatasi sul terreno e quella ancora per aria come fosse un'arma, manipolandola a suo totale piacimento. Ustionanti al contatto, gli attacchi non avranno valenza di tecnica ma solo di attacco fisico, la loro potenza sarà direttamente proporzionale alle Capacità Straordinarie in suo possesso e potranno avere origine solo nelle sue strette vicinanze. {Abilità passiva/6 utilizzi}

Quella nube, quella polvere, potrà diventare quasi una tempesta malgrado la timida apparenza; proprio come se l'abbraccio di Giselle difenda il padre sempre amato, si ridurrà in sedimenti finissimi che si mescoleranno con l'aria. Sarà sufficiente spendere un ammontare Medio di energie, e una volta respirata dall'avversario, diverrà il veicolo attraverso il quale cagionare la paralisi di un arto a scelta per la durata di due turni di gioco. La tecnica ha natura psionica. {Tecnica a consumo Medio} La stessa cenere, nella memoria di un atto così misero di pietà, potrà essere adoperata per ripetere la violenza e la brutalità di pochi gesti, ma che per un padre sono e saranno per sempre imperdonabili. Spendendo un quantitativo Alto di energie, Vahram potrà liberare per il campo di battaglia una nuvola di cenere che ammanterà tutto nel raggio di diversi metri. Si potrà vedervi attraverso, ma i sedimenti sollevatisi in aria saranno sotto il suo diretto controllo, plasmabili come argilla nelle abili mani dell'artista. Nell'imprevedibilità dello spazio occupato, infatti, sarà in grado di generare sferzate di cenere di potenza Media per due turni. {Tecnica a consumo Alto} La cenere potrà anche essere dominata non per infliggere danno, ma per piegare a sé l'avversario nel segno di un colpa deflessa nel passato. Attraverso un consumo Medio di energie, la cenere - come calamitata dal bersaglio - intaccherà il suo intero equipaggiamento poggiandosi su di esso e rimanendovi fissata. Come risultato, dopo istanti di quieta incertezza, l'equipaggiamento si polverizzerà e disperderà nell'aria insieme alla stessa cenere. In termini di gioco la tecnica agisce ad area - quindi con potenza di un livello inferiore al consumo energetico - su un oggetto che rientri nella categoria 'armi' di ogni avversario sul campo, infliggendo su di essi un danno Basso ciascuno. Altri oggetti come abiti, amuleti o acquisti effettuati presso l'Erboristeria saranno immuni al suo effetto. {Tecnica a consumo Medio}

Arido, soffocante, opprimente. Quando un dolore è grande al punto da caderne vittima, così l'ira cresce e si fa voluminosa, tale da non poterla più dominare e divenire preda di pulsioni quanto più vicine all'istinto. Spendendo un quantitativo Medio di energie, per Vahram sarà possibile ribellarsi al tumultuoso sentimento liberando un'ondata estremamente fitta di cenere e vento ardente. L'intero campo di battaglia verrà coperto dalla polvere, la vegetazione seccherà ed ogni altro elemento naturale subirà deperimenti e mutazioni di carattere estetico. Chiunque si troverà su di esso, saggerà una sensazione di spossatezza e malessere, un'inspiegabile arsura che partirà dalle sue stesse viscere. In aggiunta a ciò, ogni tecnica che avrà come elemento fondante la cenere - ogni tecnica magica -, infliggerà danni per un livello superiore alla sua potenza. Di contropartita, però, tutti gli attacchi fisici ricevuti saranno di un livello superiore alla sua potenza. La tecnica dura due turni compreso quello di attivazione, svanendo al termine o prima, al desiderio del caster. {Tecnica a consumo Medio}

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Scritto da Foxy's dream.
Devoluto generosamente da Y u,
che ringrazio con tutto il cuore.

~~~O~~~O~~~O~~~O~~~O~~~



Edited by Orto33 - 15/10/2015, 12:00
 
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Il taccuino verde ~ Օրագիր Կանաչ
Inventario giornaliero.


Qui riporterò un breve specchietto con tutte le mie tecniche riassunte in breve e con tutti i dati importanti per la comodità dei consultanti.
Dato che Vahram non sa usare la magia e i poteri psionici, utilizza oggetti magici, strumenti o sostanze particolari per replicare gli effetti delle singole pergamene. Nella scheda del personaggio sono presenti le descrizioni delle singole tecniche per esteso. Gli effetti e le modalità di utilizzo comunque non cambiano rispetto alle descrizioni originali delle pergamene. I nomi delle tecniche originali modificate sono riportati tra parentesi di fianco al nome delle stesse.

Risorse: Corpo: 100%, Mente 100%, Energia: 100%.
Razza: Umano.
Classe: Cacciatore.
Talento: Informatore (II).
Fascia: Rossa.
Pericolosità: A.
Lingue parlate: Comune, Dialetti dell'Akeran.
Sinossi: Tozzo, prestante, curato, esotico./Adattabile, diligente, pragmatico.

Oggetti erboristeria: Biglia dissonante, Cristallo del Talento, 2 Coralli (2 For, 2 Maest. nelle Arm./2 Agi, 2 Vel), Amuleto dell'auspex, Amuleto elfico.


Passive razziali

[P Passiva razziale Umana (Esperienza) ~ 6 utilizzi] I mamūluk sono abituati alla guerra, al combattimento e a combattere contro numeri soverchianti di nemici. Per questa ragione hanno sviluppato dei riflessi straordinari, che permettono loro di reagire con estrema prontezza agli attacchi nemici, muovendo il corpo prima ancora che la mente capisca in cosa consista la minaccia. Consumare un utilizzo di questa passiva influisce solamente sulle azioni non tecnica e permette di difendersi senza essere antisportivi da un grande numero di attacchi o da attacchi inaspettati.

[P Amuleto razziale Umano (Perizia) ~ 6 utilizzi] La superiorità dei mamūluk in combattimento rispetto ai comuni guerrieri è a dir poco notoria: sono famosi per essere combattenti instancabili e dotati di una tempra di ferro, pertanto Vahram guadagna un CS aggiuntivo in Resistenza ogniqualvolta utilizza una tecnica di power-up.

[P Amuleto razziale Umano (Cavalcare) ~ 6 utilizzi] Gli Aramani sono cavalieri eccezionali, avvezzi sin dall’infanzia a lanciarsi a tutta velocità in sella ai loro destrieri Yomud per i grandi altopiani orientali, pertanto sono in grado di cavalcare abilmente qualsiasi tipo di animale adatto allo scopo.



Passive talento Informatore

[P Passiva talento Informatore I (Smascherare) ~ 6 utilizzi] Da sicario, spia e infallibile risolutore, Al Patchouli ha sviluppato un intuito tale che gli permette di discernere il falso dal vero. Consumando un utilizzo della passiva, sarà quindi in grado di capire se le parole del suo interlocutore sono false, ma senza riuscire a capire la verità dietro la menzogna.

[P Passiva talento Informatore I (Conoscenza) ~ 6 utilizzi] I sette taccuini in possesso di Al Patchouli raccolgono al loro interno un numero impressionante di informazioni, testimonianze scritte della proverbiale abilità e preparazione di Al Patchouli. È decisamente improbabile scovarlo disinformato sul luogo in cui si trova e le persone che lo circondano. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, sarà in grado di conoscere le personalità più famose della città in cui si trova, o di discutere consapevolmente sulle diatribe recenti di una regione, passando quasi come un abitante del luogo. Al Patchouli verrà anche a conoscenza delle quest e delle giocate passate svolte in quel luogo.

[P Passiva talento Informatore II (Investigazione) ~ 6 utilizzi] Nella gara per raggiungere un qualunque obiettivo, spesso chi possiede più informazioni vince, e questo Al Patchouli lo sa bene. Che lo faccia per esumare la verità dietro a un mistero o per racimolare informazioni scottanti da rivendere al miglior offerente, nel turno in cui consumerà un utilizzo di questa passiva sfrutterà l'ambiente circostante per apprendere informazioni sul luogo in cui si trova e cosa vi è accaduto nel passato recente. Sarà per lui quindi possibile capire in che modo si è svolta una colluttazione da come sono disposti gli oggetti in una stanza, o a grandi linee il procedimento di un rituale da i segni lasciati sul pavimento.

[P Passiva talento Informatore II (Poliglotta) ~ 6 utilizzi] L'esperienza sul campo e la sua naturale propensione verso lo studio e la conoscenza, hanno reso Vahram un eclettico intenditore dei linguaggi e della cultura di ogni tipo di razza o popolo. Consumando un utilizzo della passiva, Vahram sfrutterà la propria elasticità linguistica per capire e leggere qualunque lingua di Theras, ma non gli permetterà di parlarla o scriverla, limitandola alla mera comprensione.


Pergamene (5/16)

Cacciatore
[P Pergamena Cacc. Cercatore di tesori (Passiva di auspex fisica) ~ 6 utilizzi] Seguendo il suo fiuto da cercatore di manufatti rari, Vahram sa indivduare a colpo d’occhio gli oggetti più interessanti sul campo di battaglia: consumando un utilizzo di questa passiva, sarà in grado di percepire gli artefatti e gli oggetti incantati attorno a sé per la durata di un turno.

[P Pergamena Cacc. Riparazione vigorosa (Passiva) ~ 6 utilizzi] Anni di pratica continua hanno reso Vahram un eccellente artigiano tuttofare. Pertanto, ogniqualvolta spenderà un consumo di questa tecnica sarà in grado di rendere la propria successiva tecnica di riparazione dell'equipaggiamento di potenza pari al consumo, permettendogli anche di riparare un numero maggiore di oggetti in base al consumo speso.

[P Pergamena Cacc. Perizia fortificante (Passiva di power-up) ~ 6 utilizzi] Studiare per ore il meccanismo di una macchina sconosciuta, la magia che costituisce un artefatto e i suoi punti deboli: un lavoro noioso per i più, ma che per Vahram è qualcosa di estremamente interessante. Consumando un utilizzo di questa passiva, guadagnerà 1CS in Intelligenza se sarà stato utilizzato un artefatto nelle sue vicinanze nel turno in corso.

[B Corrompere (Pergamena Cacc. Distruzione minore) ~ Consumo Basso aut. Fisico] Grazie ai poteri di Giselle, Vahram potrà generare un’emanazione di cenere che ingloberà un pezzo di equipaggiamento, intaccandolo e corrodendolo fino a ridurlo in polvere, infliggendogli un danno Basso e rendendolo inutilizzabile fino a quando non verrà riparato. Si tratta di una tecnica di danno all’equipaggiamento, è a bersaglio singolo e ha natura magica.

B Rabberciare ~ Per ora mettiamoci una pezza sopra, aper.
[(Pergamena Cacc. Riparazione minore) ~ Consumo Basso Energia]
Vahram è in grado di riparare il danno presente su un qualunque equipaggiamento o ripristinarlo completamente tramite attrezzi da artigiano, sostanze dalle proprietà particolari o strumenti di fortuna. In aggiunta potrebbe essere in grado di riparare oggetti e marchingegni, a discrezione del QM. Si tratta di una tecnica di riparazione dell’equipaggiamento, è a bersaglio singolo e ha natura fisica.


Abilità personali (19/25)

[P Passiva personale ~ 6 utilizzi] I mamūluk sono guerrieri formidabili e molto ben addestrati, gli Aramani in particolare sanno sfruttare in ogni modo possibile il terreno di scontro: strategie flessibili, tattiche, intuizioni. Gli addestramenti di Vahram nelle Squadre Speciali Mamūluk hanno affinato le sue abilità marziali al punto da renderlo padrone di qualsiasi campo di battaglia. In combattimento ciò potrà anche tradursi nell'abilità di vincere scontri fisici a parità di CS, grazie alla superiore conoscenza del terreno di scontro.

[P Passiva personale ~ 4 utilizzi] La pervicacia e la ferrea disciplina dei mamūluk sono tanto proverbiali quanto terrificanti. Non demordono nel perseguire il loro obiettivo anche quando la loro mente è incredibilmente danneggiata. Per tale motivo, Vahram è tanto incrollabile e caparbio da essere pressoché insensibile al dolore psichico e a qualsiasi effetto di natura psionica, pur riportando i normali danni alla mente.

[P Passiva personale ~ 4 utilizzi] La grande confidenza di Vahram sul campo di battaglia può dimostrarsi un'arma estremamente letale, consentendogli addirittura di affrontare e impegnare agevolmente più nemici con sorprendente efficacia. Può infatti sferrare tecniche offensive ad area di potenza pari al consumo.

[NA Spoglia grigia (Personale difesa assoluta magica) ~ Consumo Nullo] La cenere è mutevole, genera chimere, illusioni. Le proprietà che la animano sono un mistero per la maggior parte degli uomini, ma non per il possessore del mantello. Anche se l'apparenza può ingannare, le carni di Vahram sono impregnate del potere del Ricordo di Cenere, e non appena la volontà del guerriero collimerà con quella di Giselle, il suo corpo potrà tramutarsi in pura cenere, insensibile a qualsiasi minaccia, riuscendo a fluttuare leggiadro sulle ali del vento per alcuni metri prima di ricomporsi nella sua forma primiera. La tecnica è una difesa assoluta di natura magica. Può essere utilizzata sia come tecnica di difesa che come tecnica di spostamento elusiva; nel primo caso conta come difesa assoluta.

B Koshti Pahlavani ~ Ti prego, non farmi venire alle mani, aper. Non piacerebbe né a me, né a te.
[(Personale offensiva fisica) ~ Consumo Basso Energia]
Il Koshti Pahlavani, letteralmente "lotta eroica", è uno dei tanti stili di lotta libera tradizionali del Bekâr-şehir”. I miti fanno risalire le sue gloriose origini addirittura a millenni addietro, nell'epoca in cui i primi uomini iniziarono a fondare i primi insediamenti stabili dell'Akeran, durante l'era dei draghi e dei grandi eroi del passato. Presso i Sulimani era uno sport sacro, largamente praticato e seguito, nonché parte integrante dell'addestramento dei corpi militari e, soprattutto, dei mamūluk. Oltre alle tecniche di combattimento a mani nude, comprendeva svariate serie di esercizi propedeutici all'uso delle armi. Lo scopo della lotta Koshti Pahlavani consisteva nell'atterrare l'avversario tramite tecniche di presa, sottomissione e proiezione e poi immobilizzarlo; l'incontro aveva fine solo quando l'avversario si arrendeva o non era più considerato in grado di combattere. Si tratta di una tecnica a bersaglio singolo.
Vahram sarà in grado di gettare a terra o proiettare l'avversario con una pericolosa e fulminea tecnica di lotta libera, cagionandogli un danno pari a Basso al fisico.

B Lingua sciolta ~ Sicuro! È così, aper. Parola del caro vecchio Azad.
[(Personale offensiva psionica) ~ Consumo Basso Energia]
Si tratta di una tecnica psionica a bersaglio singolo. Gli anni passati a girovagare e a imbonire la propria merce non possono che aver affinato le abilità retoriche di Vahram. Non è facile resistere alla sua insistenza e al suo naso per il negozio. Ogni cliente è ignaro di avere bisogni reconditi che solo gli occhi sagaci di un mercante possono notare. Imbonire è un’arte: è necessario saper indossare la maschera giusta davanti alla persona giusta, abbinare le giuste parole alle orecchie giuste e mostrare gli oggetti giusti agli occhi giusti.
Il vero lavoro di un mercante non è vendere le proprie merci, ma saper acquistare i propri clienti.
I consigli, le provocazioni, gli inganni e le minacce di Vahram possono essere tanto convincenti da persuadere chiunque. Chi ascolta le sue parole è portato a credere che tutto ciò che suggerisce sia una buona idea. L'umiliazione o la sorpresa di essere stati gabbati o suggestionati si traduce in un danno Basso alla mente.

[B Ala grigia (Personale di volo magica) ~ Consumo Basso Energia] Si tratta di una tecnica di natura magica. La cenere del mantello eventualmente è in grado di avvolgere interamente il corpo di Vahram in un caldo e delicato abbraccio funereo, per poi modellarsi in un maestoso paio di eteree ali grigie. Sicché il possessore della cappa acquisirà la facoltà di solcare l’aria al pari dei fantasmi e degli spettri del cielo. Questa trasformazione non comprometterà la riconoscibilità di Vahram, lo renderà però in grado di volare fluttuando nell’aria a piena velocità per due turni.

M Sanat Tavuskuşu ~ Anche se, a dire il vero, preferisco il ballo dello struzzo.
[(Personale difensiva fisica) ~ Consumo Medio Energia]
Il Sanat Tavuskuşu, ossia lo "stile del pavone", è una delle forme più alte e complesse del Sanat Shedah, nonché probabilmente una delle arti del mantello più spettacolari. Questa tecnica deriva da un'antica arte marziale prettamente femminile, ma i maestri d'armi Sulimani furono ben accorti delle sue potenzialità, decidendo dunque di svilupparla e integrarla al già micidiale Sanat Shedah. L'esecutore del Sanat Tavuskuşu si avvolge nel proprio mantello, in un velo, in una coperta o qualunque drappo analogo e focalizzando la propria concentrazione sul combattimento o sulle minacce incombenti si esibisce in una rapidissima danza vorticante composta da una ridda di piroette, balzi, finte perdite di equilibrio repentine e sferzate della manta sulle proprie spalle, ingannando gli occhi degli avversari tramite i rigonfiamenti del tessuto e i continui, fulminei e imprevedibili spostamenti. Lo stato mentale del guerriero gli consente una reattività straordinaria, permettendogli di eludere anche pericoli improvvisi ed estremamente pericolosi.
Vahram conosce i segreti del Sanat Tavuskuşu, una danza difensiva turbinante e frenetica. Una volta iniziata sarà in grado di eludere qualsiasi comune attacco fisico o accadimento pericoloso non tecnica per la durata di due turni.

M ”È tutta questione di metodo” ~ E anche di classe, se mi permettete.
[(Personale di power-up psionica) ~ Consumo Medio Energia]
L'accortezza, la diligenza e la puntigliosità di Vahram sono quanto di più proverbiale si possa immaginare. Annota tutto, pianifica ogni cosa con largo anticipo e si accerta di non affrontare qualsivoglia missione od ostacolo impreparato. Con un breve sforzo di concentrazione, gli basterà soffermarsi a riordinare i pensieri, analizzare la situazione o studiare attentamente le strategia nemiche per guadagnare un sensibile vantaggio tattico, concretizzato in 2 CS in Intuito più 2 CS in Destrezza.

M Bomba fumogena ~ Vuoi vedere grosso cliché? Ne ho uno pronto proprio qui drentro miei pantaloni, aper.
[(Personale tattica fisica) ~ Consumo Medio Energia]
Un strumento sempreverde che è solito usare per uscire da situazioni perniciose è la bomba fumogena: la tecnica diversiva e di disimpegno più inflazionata e nota a tutti gli assassini e spie del mondo. Sempre utile. Spesso determinate. Consiste in un semplice involucro (una bottiglia, una sfera d’argilla, un guscio di noce o di uovo o altro) riempito di speciali polveri piriche che s’infiammano ed esplodono violentemente a contatto con l’aria creando una fitta cortina di fumo bianco che invade l'intero campo di battaglia.

[M Percepire vita (Personale di auspex magica) ~ Consumo Medio Energia/Mente] Al pari di molti spettri, Giselle è in grado di percepire dal piano etereo il calore delle aure dei viventi o l’energia sprigionata da creature animate al pari di fuochi in mezzo al buio della notte. Allo scopo di individuare e inseguire intrusi e obiettivi e tenere sotto il proprio controllo il proprio dominio, può estendere i propri sensi oltre ogni limite umano. Essendo il suo spirito in simbiosi con Vahram, ella può condividere con lui questa capacità. La sua percezione potrà procedere fino a chilometri di distanza, potendo agguantare l'aura di individui nascosti in regioni inconcepibilmente lontane. La tecnica consiste in un auspex passivo dispiegato in un area incredibilmente vasta. Le applicazioni di questo potere sono innumerevoli, e trovano utilità specialmente nel corso di missioni complesse, di individuazione o inseguimento. Questa capacità permane per due turni.

A Polvere mentale hashishin ~ Fidati, aper. Questa mia specialità è roba buoooooooooona!
[(Personale offensiva psionica) ~ Consumo Alto Energia/aut. Mente]
Qualcuno ha mai sentito parlare della famosa setta degli hashishin? Questa confraternita di famigerati assassini si vocifera prendano il nome da una particolare sostanza stupefacente chiamata hashish, con la quale drogherebbero i propri adepti – o addirittura persone comuni – per spingerle in seguito a loro totale insaputa a commettere atroci delitti o azioni follemente suicide che nemmeno l’essere umano meno assennato oserebbe compiere. Ovviamente tutta questa storia è una bufala, e Vahram da bravo medico ed esperto di droghe e veleni lo sa bene, poiché non esiste sostanza più giovevole e sublime dell’hashish. Chiunque ne inali i fumi prova un’iniziale vertigine, seguita da una dolce e piacevole leggerezza d’animo. Improvvisamente ogni negatività nel propria testa scompare, sostituita da nuovi ed emozionanti pensieri squisitamente brillanti ed espansivi. Ad esempio:
“Perché stiamo combattendo, figliolo? Tu non sei cattivo, hai solo avuto un’infanzia difficile. Vieni qui e fatti abbracciare!”
“Nessuna creatura è davvero malvagia. Anche in questo orco che mi sta per squartare ci deve essere del buono. Gli servono solo un po’ di coccole...”
“Non mi ero mai accorto di quanto fosse attraente il mio cavallo!”
Che arma terrificante!
Vahram sparge una nube di fumo bianco ed etereo, contro il nemico – o in nemici. Si tratta di polvere mentale e pertanto non è influenzabile dalle correnti d'aria, reagisce a contatto, non necessariamente con la pelle, raggiungendo gli avversari nel giro di pochi attimi, rilasciando in circolo quasi all’istante la potente droga. Può essere semplicemente gettata addosso al nemico, scagliata a lunghe distanze tramite un’arma o dispersa con altri stratagemmi in caso di bisogno. Come ogni povere mentale, il suo effetto e le sue dinamiche replicano in tutto e per tutto un attacco psionico in grado di danneggiare la mente; se non difeso tramite un’adeguata difesa psionica, cagiona nei bersagli un improvviso e incondizionato amore verso il mondo e la vita e un nauseante senso di ripulsa per la morte e la violenza. È una tecnica psionica ad area di potenza Alta, la quale cagionerà dunque un effetto di potenza Media a tutti i nemici nel raggio d'azione.

[A Effigie (Personale di evocazione) ~ Consumo Alto Energia/aut. Fisico] Si tratta di una tecnica di evocazione. Non è semplice contenere la furia e il cieco rancore di Giselle. Se sollecitati, si potrebbe essere testimoni di sinistri fenomeni e visioni, spettri emersi del presente o del passato mossi dall’unica pulsione di consumare ogni cosa che li circonda. Talvolta assumono indistintamente le sembianze di Giselle stessa, ma essendo il Ricordo di Cenere legato indissolubilmente anche alla mente di Vahram, potrebbero emergere dall’oblio dell’inconscio umano le effigi più criptiche e disparate del cavaliere. Queste evocazioni potranno essere a scelta una o due, e saranno in grado di replicare equipaggiamento – non magico –, voce, odore e aura di qualsiasi figura rappresenteranno, ma il suo aspetto sarà orrendamente mutato in un cadavere carbonizzato, urlante e consumato da livide fiamme. In alternativa, Giselle stessa potrà apparire in tutta la sua furia; quest’ultima apparizione sarà in grado di scatenare emanazioni, proiettili e barriere di cenere e fiamme contro il proprio avversario o a propria difesa, valenti come semplici attacchi fisici. Le evocazioni saranno gestite dal proprietario e non andranno trattate autoconclusivamente. La potenza totale della apparizione o delle apparizioni richiamate sarà pari a Medio. Resteranno sul campo di battaglia per un totale di due turni, svanendo al termine del secondo o prima, al desiderio di Vahram, oppure dopo aver subito un danno complessivo Medio. Le loro riserva totali saranno pari a 8 CS.

V Fiore di fuoco ~ Buone feste, aper!
[(Personale offensiva magica) ~ Consumo Variabile Energia]
I clan delle cordigliere orientali dell’Aramania erano famosi per i floridi contatti commerciali con i grandi e avanzati regni umani oltre le montagne. Tra le tante cose che giunsero da quei luoghi vi furono i fiori di fuoco, più comunemente conosciuti nei regni occidentali con il nome di fuochi d’artificio. Sali magici e alchemici preparati misti sostanze esplosive pressati in un tubo e sparati in aria, in grado di trasformare il cielo in magnifico prato fiorito. Gli Aramani erano soliti utilizzarli a Capodanno e in poche altre festività, ma non li sparavano con razzi, unirono questa forma di spettacolo alla loro tradizione: li infiggevano al posto delle cuspidi delle loro frecce. Il giorno della festa, le tribù si radunavano tutte insieme sotto le montagne, ogni anno in un posto prestabilito, poi venivano scelti gli arcieri più validi di ogni famiglia. Questi si appostavano dunque in alto, sui versanti delle montagne e scagliavano queste speciali frecce in imponenti e spettacolari salve. Le montagne sembravano fiorire dei colori più sgargianti.
Da bambino, Vahram fu portato dai suoi genitori ad ammirarli solo una volta, ma quella visione grandiosa e al contempo spaventosa gli rimase per sempre impressa nella mente come un prezioso ricordo. Da adulto, grazie alle sue abilità da alchimista, riuscì a riprodurre quei fiori di fuoco e scoprì che oltre ad essere un superbo oggetto d’intrattenimento, possono rivelarsi una tremenda arma distruttiva. I suoi modelli, in particolare, sono talmente carichi di esplosivo da assomigliare più ad armi d’assedio piuttosto che a fuochi d’artificio, pur rimanendo senza dubbio spettacolari.
Vahram scaglia una speciale freccia dotata una potente carica pirotecnica innestata al posto della cuspide, che esplode a contatto con un nemico o un bersaglio predestinato generando un magnifico fuoco d’artificio. Chiunque si trovi in prossimità dell'esplosione, subirà un danno pari al costo speso, ad esclusione di Vahram, che non sarà minimamente influenzato dalla deflagrazione, sotto nessun aspetto. La durata è istantanea.

V Stella nera ~ Cosa caccio con quest’arco? Uomini, ultimamente, aper.
[(Personale offensiva fisica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Fisico]
La rosa nera, chiamata sev vard dagli Aramani, è una pianta della famiglia euphorbiaceae endemica degli altipiani di Karabakh, dove questo popolo nomade un tempo abitava, prima che fosse disperso e sterminato dai Sulimani. Questa specie di fiore è nota poiché contiene una potente neurotossina dalla quale, se trattata secondo una determinata ricetta, è possibile ricavare una polvere nera in grado di indurre un effetto di paralisi praticamente istantaneo persino al solo contatto con la pelle. Di contro, però, anche il solo maneggiarla più provocare un senso di intorpidimento anche a chi ne è ormai assuefatto. Giacché queste proprietà tossiche svanivano nel giro di qualche ora una volta iniettate nella vittima, gli Aramani erano soliti intingere le loro armi in questo veleno quando andavano a caccia, ma si rivela un’arma più che ottima anche contro gli esseri umani. Si tratta di una tecnica offensiva a bersaglio singolo.
Vahram porta un pericoloso attacco con un’arma imbottita di polvere di stella nera – può essere utilizzata anche un’arma a distanza – o meramente lanciando tale veleno addosso all’avversario. Se non difeso, cagiona un danno all’Energia pari al consumo, interpretato come una paralisi di entità proporzionale al danno subito.

V Furūsiyya ~ Perché è bello essere un cavaliere, aper.
[ (Personale offensiva fisica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Mente]
Il Furūsiyya, letteralmente "via del cavaliere", è un termine utilizzato in alcune regioni del Bekâr-şehir per indicare il codice d'onore e le nobili e antiche arti dei guerrieri a cavallo. In passato esclusivamente associata alla nobiltà, il Sulimanato statuì che questa arte fosse adattata e integrata nell'addestramento dei reparti di cavalleria mamūluk – ossia turkemanna e aramana – in aggiunta al loro programma di formazione, già di gran lunga più duro e articolato rispetto a quello dell'esercito ordinario, al fine di plasmarli secondo i sacri principi dell’obbedienza e le virtù dei grandi guerrieri, e al contempo renderli maestri delle arti marziali tradizionali. Le discipline classiche comprendevano la lotta libera, l’equitazione, la strategia militare e l’addestramento in un variegato numero di armi, quali l’arco, tre misure di lance, spada, ascia, mazza ferrata, daga e scudo. Oltre a queste arti fondamentali, le truppe scelte e le squadre d’infiltrazione e d’assalto integravano il loro brutale addestramento con strumenti ben più letali e anticonformisti, come le armi a polvere nera e altre di foggia e meccaniche decisamente esotiche, l’arte della tortura, della furtività e del combattimento col mantello. Si tratta di una tecnica a bersaglio singolo.
Vahram potrà effettuare una serie di affondi, fendenti, o colpi di altro genere con qualsiasi arma a sua disposizione e anche a mani nude. Il numero degli attacchi simultanei sarà a sua discrezione, così come la presenza scenica degli stessi, perché al consumo di risorse spese per ciascuna offensiva corrisponde un danno proporzionale al Fisico che prescinde da quanti attacchi vengano sferrati con un singolo utilizzo. Solo un singolo bersaglio alla volta potrà essere bersaglio di questi assalti, a prescindere dal numero degli stessi. La tecnica ha natura prettamente offensiva, di attacco marziale e fisico.

V Sanat Shedah ~ Or ora vedrete come danza un mamūluk, aperes.
[(Personale difensiva fisica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Mente]
Il Sanat Shedah, comunemente conosciuto come “Stile dello Spettro” o “Danza Turbinante del Derviscio”, è lo stile di combattimento caratteristico delle squadre d’infiltrazione e di assalto dei Lancieri Neri Mamūluk. Si tratta di un’arte marziale di recente invenzione, ideata unendo e sviluppando le antiche e fascinose tecniche di combattimento delle popolazioni tribali del Bekâr-şehir. A differenza di queste ultime, però, è avulsa da qualsiasi principio spirituale o meditativo; si tratta infatti di uno stile di lotta costruito scientificamente e appositamente per la guerra. I suoi elementi fondamentali sono: geometria, psicologia e fisica, e consiste in variegate serie di finte, schivate, piroette e manovre tattiche, alcune delle quali particolarmente complesse e acrobatiche, atte a eludere le offensive di più svariato genere, anche in situazioni particolarmente proibitive. La sua esecuzione è alquanto spettacolare e funambolesca tanto da essere definita da molti una vera e propria danza. Ognuna delle numerose forme che la compongono è associata a una determinata categoria di avversario, connotata con la figura di un particolare animale: per esempio, “giaguaro” identifica combattenti umanoidi agili e fulminei, “rinoceronte” i soldati pesantemente corazzati, “drago” bestie mostruose magiche di grossa stazza, “chimera” incantatori da guerra, e così via. Si tratta di una tecnica difensiva a bersaglio singolo che difende da tecniche fisiche.
Vahram sarà in grado di sfruttare schivate e acrobazie al fine di evitare o deviare attacchi fisici. In base al consumo speso, potrà suddividere equamente l’azione in più schivate dilazionate nel singolo turno in corso (es.: consumo Alto=Medio+Medio o Basso+Basso+Basso+Basso), ma senza superarne la potenza effettiva.

V Dybbuqim ~ Regola numero uno: mai fare incazzare un mamūluk, aper.
[(Personale difensiva psionica) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Corpo]
L’efferatezza e l’irriducibilità degli schiavi guerrieri erano tanto famose quanto temute dai loro nemici. La loro ferocia era tale che ben presto molti cominciarono a riferirsi a loro chiamandoli spregiativamente dybbuqim: un termine che nel dialetto del Bekâr-şehir significa “indemoniati”, o più pittorescamente “figli del demonio”. Li vedevano gettarsi senza remora in mezzo alla mischia, come furie, seminando morte e terrore, spezzando i ranghi degli eserciti nemici come fuscelli secchi. Nessuna ferita pareva fermarli, nessun dolore, nessuna paura, nessuna pietà, parevano essere privi di alcuno spirito di autoconservazione. Erano dei mostri, partoriti dal campo di battaglia, cresciuti tra le viscere e il sangue fresco appena versato. Si tratta di una tecnica difensiva a bersaglio singolo.
Vahram potrà usare questa tecnica per reagire a un tentativo di raggiro, di malia o di qualsiasi altro genere di intrusione psionica nella sua mente. La tecnica ha effetto di difesa contro offensive psichiche, e all'attivazione trascinerà il mamūluk in uno stato di parziale coscienza. In queste circostanze non sarà in grado di riconoscere amici e nemici, ma beneficerà di una totale insensibilità al dolore, potendo così ignorare ferite e lesioni per un breve periodo di tempo. I danni potranno soltanto essere trascurati, ma non svaniranno: un braccio rotto resterà inutilizzabile e così qualsiasi altra lesione importante. La difesa ha effetto istantaneo, e gli strascichi dureranno fino alla fine del turno di attivazione.

V Funerale celeste ~ Talis Mahkanats’u Mnum e Yerkink, aper...
[(Personale offensiva psionica ad area) ~ Consumo Variabile Energia/aut. Mente]
La sepoltura tradizionale aramana è all'aria aperta, in balia delle creature del cielo.
Vahram ideò questa tecnica mentre viveva sul Qatja-Yakin, in memoria di suo fratello e dei suoi compagni e compaesani caduti. Un modo per ricordare chi è, da dove viene e tutte le genti del suo popolo morte lontano da casa, senza un funerale secondo il costume aramano, senza poter essere circondati un'ultima volta dall'affetto dei propri cari. In questo modo, anche i suoi nemici parteciperanno al suo grande cordoglio.
Un turbine di petali variopinti si manifesta intorno ad Al Patchouli. Petali scelti appositamente, di fiori sacri con cui gli Aramani circondavano i defunti. Ad ammirarlo pare talmente meraviglioso da sembrare uno spirito della primavera immerso in una mulinante danza, ma appena il ciclone di petali e fiori avvolge uno sventurato bersaglio l’incanto si trasforma in orrore. Ciò che fa muovere i petali è infatti una gigantesca nuvola di polvere mentale aggregata a salvia negromante: una terrificante droga allucinogena.
Le visioni provocate da questa pianta sono a dir poco sconvolgenti: la vittima sperimenta il trapasso, l'abbandono dell'esistenza terrena. Il corpo sembra separarsi dalla coscienza, i sensi esulano dalla realtà; chi assume questa droga è obbligato a guardare sgomento ciò che vedrebbe se fosse a un passo dalla morte.
Chiunque abbia sperimentato i suoi effetti racconta di allucinazioni traumatiche: alcuni dicono di aver visto tunnel di luce o apparizioni dei propri dei, o provato l’illusione di trasformarsi in un oggetto, una pianta o un animale, di essere un’altra persona, di guardare se stessi dall’esterno, di trovarsi in più posti contemporaneamente o di venir ghermiti da mostri o da entità oscure; altri invece testimoniano di aver rivissuto momenti del passato – soprattutto dell’infanzia – o addirittura di aver scorto fumose visioni di tempi lontani, dell’antichità o del futuro.
Vahram ha da sempre una morbosa curiosità nei confronti degli effetti di questa sostanza, per questo motivo sovente domanda alle sue vittime di raccontargli ciò che vedono.
Di solito le vittime si accorgono della letale droga solo quando è troppo tardi; la polvere mentale colpisce invisibile e silenziosa. Di contro, però, governare per un tempo prolungato una simile quantità di energia è anche un rischio per l’attaccante: uno sforzo eccessivo può logorare la sua mente o persino condurlo alla morte. Si tratta di una tecnica ad area.
Un turbine di petali variopinti si manifesta ad area intorno ad Al Patchouli. Petali scelti appositamente, di fiori sacri con cui gli Aramani circondavano i defunti. Ad ammirarlo pare talmente meraviglioso da sembrare uno spirito della primavera immerso in una mulinante danza, ma appena il ciclone di petali e fiori avvolge qualche sventurato bersaglio l’incanto si trasforma in orrore. Ciò che fa muovere i petali è infatti una gigantesca nuvola di polvere mentale aggregata a salvia negromante: una terrificante droga allucinogena. Le visioni provocate da questa pianta sono a dir poco sconvolgenti: la vittima sperimenta il trapasso, l'abbandono dell'esistenza terrena. Il corpo sembra separarsi dalla coscienza, i sensi esulano dalla realtà; chi assume questa droga è obbligato a guardare sgomento ciò che vedrebbe se fosse a un passo dalla morte. Chiunque abbia sperimentato i suoi effetti racconta di allucinazioni traumatiche: alcuni dicono di aver visto tunnel di luce o apparizioni dei propri dei, o provato l’illusione di trasformarsi in un oggetto, una pianta o un animale, di essere un’altra persona, di guardare se stessi dall’esterno, di trovarsi in più posti contemporaneamente o di venir ghermiti da mostri o da entità oscure; altri invece testimoniano di aver rivissuto momenti del passato – soprattutto dell’infanzia – o addirittura di aver scorto fumose visioni di tempi lontani, dell’antichità o del futuro.


Artefatti (1/7)

Ricordo di cenere
[Malus Passivo] Vahram avrà nei suoi ricordi la mente di una bambina a lui sconosciuta che brucia tra le fiamme; non conta come un'influenza passiva, ma come un semplice spunto narrativo. Il guerriero ricorda anche il nome della bambina: Giselle

[Abilità Passiva] La cappa sopravvissuta all'arsione delle fiamme, malgrado integra, presenta bruciature più o meno marcate ai lembi. Come a ricordare un dolore insopportabile, come a trarre ogni memoria a sé nell'incubo peggiore di un padre, poiché nessun genitore deve mai sopravvivere al figlio. Un errore da biasimare, da non perdonare, bensì da rinnovare come un grido o un monito per la vita. E assecondando quella memoria, quel lutto mai affrontato e superato, Vahram saprà rievocare parte del dolore e della pena a cui non ha potuto opporsi. Appena sarà sua intenzione farlo, la cappa comincerà a perdere cenere dalle bruciature senza che alcuna fiamma la arda. La sottile polvere grigia si solleverà come nebbia offuscando i sensi di chi sarà abbastanza vicino al portatore pur potendovi scorgere attraverso. La sintomatologia della cenere avrà valenza di malia psionica passiva e difendibile in quanto tale.

[Abilità Passiva] Ma la cenere potrà essere anche adoperata per altri fini, per infliggere un bruciante dolore, lo stesso che la piccola Giselle dovette sopportare nel suo piccolo inferno in terra, poiché nessun demonio – o quasi – raggiunge la malvagità insita nell'uomo. Vahram sarà infatti in grado di utilizzare la cenere posatasi sul terreno e quella ancora per aria come fosse un'arma, manipolandola a suo totale piacimento. Ustionanti al contatto, gli attacchi non avranno valenza di tecnica ma solo di attacco fisico, la loro potenza sarà direttamente proporzionale alle Capacità Straordinarie in suo possesso e potranno avere origine solo nelle sue strette vicinanze.

[Tecnica di potenza Media] Quella nube, quella polvere, potrà diventare quasi una tempesta malgrado la timida apparenza; proprio come se l'abbraccio di Giselle difenda il padre sempre amato, si ridurrà in sedimenti finissimi che si mescoleranno con l'aria. Sarà sufficiente spendere un ammontare Medio di energie, e una volta respirata dall'avversario, diverrà il veicolo attraverso il quale cagionare la paralisi di un arto a scelta per la durata di due turni di gioco. La tecnica ha natura psionica.

[Tecnica di potenza Alta] La stessa cenere, nella memoria di un atto così misero di pietà, potrà essere adoperata per ripetere la violenza e la brutalità di pochi gesti, ma che per un padre sono e saranno per sempre imperdonabili. Spendendo un quantitativo Alto di energie, Vahram potrà liberare per il campo di battaglia una nuvola di cenere che ammanterà tutto nel raggio di diversi metri. Si potrà vedervi attraverso, ma i sedimenti sollevatisi in aria saranno sotto il suo diretto controllo, plasmabili come argilla nelle abili mani dell'artista. Nell'imprevedibilità dello spazio occupato, infatti, sarà in grado di generare sferzate di cenere di potenza Media per due turni.

[Tecnica di potenza Media] La cenere potrà anche essere dominata non per infliggere danno, ma per piegare a sé l'avversario nel segno di un colpa deflessa nel passato. Attraverso un consumo Medio di energie, la cenere - come calamitata dal bersaglio - intaccherà il suo intero equipaggiamento poggiandosi su di esso e rimanendovi fissata. Come risultato, dopo istanti di quieta incertezza, l'equipaggiamento si polverizzerà e disperderà nell'aria insieme alla stessa cenere. In termini di gioco la tecnica agisce ad area - quindi con potenza di un livello inferiore al consumo energetico - su un oggetto che rientri nella categoria 'armi' di ogni avversario sul campo, infliggendo su di essi un danno Basso ciascuno. Altri oggetti come abiti, amuleti o acquisti effettuati presso l'Erboristeria saranno immuni al suo effetto.

[Tecnica di potenza Media] Arido, soffocante, opprimente. Quando un dolore è grande al punto da caderne vittima, così l'ira cresce e si fa voluminosa, tale da non poterla più dominare e divenire preda di pulsioni quanto più vicine all'istinto. Spendendo un quantitativo Medio di energie, per Vahram sarà possibile ribellarsi al tumultuoso sentimento liberando un'ondata estremamente fitta di cenere e vento ardente. L'intero campo di battaglia verrà coperto dalla polvere, la vegetazione seccherà ed ogni altro elemento naturale subirà deperimenti e mutazioni di carattere estetico. Chiunque si troverà su di esso, saggerà una sensazione di spossatezza e malessere, un'inspiegabile arsura che partirà dalle sue stesse viscere. In aggiunta a ciò, ogni tecnica che avrà come elemento fondante la cenere - ogni tecnica magica -, infliggerà danni per un livello superiore alla sua potenza. Di contropartita, però, tutti gli attacchi fisici ricevuti saranno di un livello superiore alla sua potenza. La tecnica dura due turni compreso quello di attivazione, svanendo al termine o prima, al desiderio del caster.


Altro

[Bonus permanente di caratterizzazione] Il nome e il grande talento di Al Patchouli saranno noti a chiunque abbia assistito o udito parlare del torneo di Ardeal.



Specchiettosfondoheaderpx_zps802a5de7

~~O~~O~~O~~O~~O~~O~~PG
Fascia: Rossa
Pericolosità: A

CS: (0)
(Cs Pool)


Impeto guerriero: 2 Forza, 2 M.n.A.
Impeto cacciatore: 2 Agi, 2 Vel

~~O~~O~~O~~ Salute ~~O~~O~~O~~
Corpo: 100
Illeso.

Mente: 100
Illesa.

Energie: 100
Illese.

Strumenti ~~O~~O~~O~~O~~O~~O~~
Armi:
- Yen Kaytsak
- Arco
- Spada
- Ferro chirurgico
- Pistole
- Attrezzi del mestiere


Armature: Mantello, brigantina.
Oggetti: Biglia dissonante.

~~O~~O~~O~~ Abilità Passive ~~O~~O~~O~~


Akrtchyan d’Aramania
[6/6 Amuleto razziale Umano (Cavalcare)] Possibilità di cavalcare abilmente qualunque creatura adatta allo scopo.
[6/6 Amuleto dell’auspex (Passiva di auspex fisica)] Auspex passivo fisico basato sui cinque sensi.
[6/6 Amuleto elfico (Possibilità di usare alleati in combattimento)] Possibilità di utilizzare un alleato in combattimento.

Vahram il mamūluk
[6/6 Passiva razziale Umana (Esperienza)] Possibilità di difendersi senza essere antisportivi da un grande numero di attacchi fisici o da attacchi fisici inaspettati.
[6/6 Amuleto razziale Umano (Perizia)] Vahram guadagna un CS aggiuntivo in Resistenza ogniqualvolta utilizza una tecnica di power-up.
[6/6 Passiva personale] Vahram è in grado di utilizzare il terreno di scontro a proprio vantaggio, ottendendo anche l'abilità di vincere scontri fisici a parità di CS.
[4/4 Passiva personale] Vahram è tanto incrollabile e caparbio da essere pressoché insensibile al dolore psichico e a qualsiasi effetto di natura psionica, pur riportando i normali danni alla mente.
[4/4 Passiva personale] Vahram può sferrare tecniche offensive ad area di potenza pari al consumo.

Al Patchouli, la Volpe degli Altopiani
[6/6 Passiva talento Informatore I (Smascherare)] Al Patchouli è in grado di capire se le parole del suo interlocutore sono false, ma senza riuscire a capire la verità dietro la menzogna.
[6/6 Passiva talento Informatore I (Conoscenza)] Al Patchouli sarà in grado di ottenere facilmente informazioni e notizie interessanti sugli elementi che lo circondano (luoghi, oggetti, persone, ecc.), verrà anche a conoscenza delle quest e delle giocate passate svolte in quel luogo.
[6/6 Passiva talento Informatore II (Investigazione)] Al Patchouli saprà sfruttare l'ambiente circostante per apprendere informazioni sul luogo in cui si trova e cosa vi è accaduto nel passato recente. Sarà per lui quindi possibile capire in che modo si è svolta una colluttazione da come sono disposti gli oggetti in una stanza, o a grandi linee il procedimento di un rituale da i segni lasciati sul pavimento.

Il Dottor Azad, medico tuttofare
[6/6 Passiva talento Informatore II (Poliglotta)] Vahram saprà sfruttere la propria elasticità linguistica per capire e leggere qualunque lingua di Theras, ma non gli permetterà di parlarla o scriverla, limitandola alla mera comprensione.
[6/6 Pergamena Cacc. Cercatore di tesori (Passiva di auspex fisica)] Vahram è in grado di percepire gli artefatti e gli oggetti incantati attorno a sé.
[6/6 Pergamena Cacc. Riparazione vigorosa (Passiva)] Vahram è in grado di rendere la propria successiva tecnica di riparazione dell'equipaggiamento di potenza pari al consumo, permettendogli anche di riparare un numero maggiore di oggetti in base al consumo speso.
[6/6 Pergamena Cacc. Perizia fortificante (Passiva di power-up)] Vahram guadagnerà 1CS in Intelligenza ogniqualvolta sarà utilizzato un artefatto nelle sue vicinanze nel turno in corso.

Al Patchouli, Campione dei Pari
[Bonus permanente] Il nome e il grande talento di Al Patchouli saranno noti a chiunque abbia assistito o udito parlare del torneo di Ardeal.

Ricordo di cenere
[Malus Passivo] Vahram avrà nei suoi ricordi la mente di una bambina a lui sconosciuta che brucia tra le fiamme; non conta come un'influenza passiva, ma come un semplice spunto narrativo. Il guerriero ricorda anche il nome della bambina: Giselle
[6/6 Passiva Psionica (Obnublia i sensi dei nemici in prossimità)] Assecondando quella memoria, quel lutto mai affrontato e superato, Vahram saprà rievocare parte del dolore e della pena a cui non ha potuto opporsi. Appena sarà sua intenzione farlo, la cappa comincerà a perdere cenere dalle bruciature senza che alcuna fiamma la arda. La sottile polvere grigia si solleverà come nebbia offuscando i sensi di chi sarà abbastanza vicino al portatore pur potendovi scorgere attraverso. La sintomatologia della cenere avrà valenza di malia psionica passiva e difendibile in quanto tale.
[6/6 Passiva (La cenere può essere usata per portare attacchi fisici)] Ma la cenere potrà essere anche adoperata per altri fini, per infliggere un bruciante dolore, lo stesso che la piccola Giselle dovette sopportare nel suo piccolo inferno in terra, poiché nessun demonio – o quasi – raggiunge la malvagità insita nell'uomo. Vahram sarà infatti in grado di utilizzare la cenere posatasi sul terreno e quella ancora per aria come fosse un'arma, manipolandola a suo totale piacimento. Ustionanti al contatto, gli attacchi non avranno valenza di tecnica ma solo di attacco fisico, la loro potenza sarà direttamente proporzionale alle Capacità Straordinarie in suo possesso e potranno avere origine solo nelle sue strette vicinanze.


~~O~~O~~O~~ Abilità Attive ~~O~~O~~O~~


(TECNICHE)


~~O~~O~~O~~ Sunto ~~O~~O~~O~~


:v: :v: :v: :v:



CODICE
[SPOILER]<p align="center">[IMG=Specchiettosfondoheaderpx_zps802a5de7]http://i325.photobucket.com/albums/k361/Orto33/Scheda/Specchiettosfondoheaderpx_zps802a5de7.png[/IMG]</p><blockquote><div align=justify><table width="100%" border="0">

<tr>
<td width="33%"><div style="float: right; margin-left: 10px">[font=Times][color=black]~~O~~O~~O~~O~~O~~O~~<u>[color=#8A2908][size=7]PG[/size][/color]</u>[/color][/font]
[font=Times][size=4]Fascia: [color=red]Rossa[/color]
Pericolosità: [color=black]A[/color]

<b>CS: (0)</b>
(Cs Pool)[/size]

[size=1]Impeto guerriero: 2 Forza, 2 M.n.A.
Impeto cacciatore: 2 Agi, 2 Vel [/size][/font]</div></td>
<td width="34%"><p align="center">[font=Times][color=black]~~O~~O~~O~~ <u>[color=#8A2908][size=7]Salute[/size][/color]</u> ~~O~~O~~O~~[/color]
[size=4]<b>Corpo:</b> 100[/size]
[size=3]Illeso.[/size]

[size=4]<b>Mente:</b> 100[/size]
[size=3]Illesa.[/size]

[size=4]<b>Energie:</b> 100[/size]
[size=3]Illese.[/size][/font]</p></td>
<td width="34%"><p style="margin-left: auto; margin-right: auto; padding-left: 8px"; align="justify">[font=Times][color=black]<u>[color=#8A2908][size=7]Strumenti[/size][/color]</u> ~~O~~O~~O~~O~~O~~O~~[/color][/font]
[font=Times][size=3]<b><u>Armi:</u></b>
- Yen Kaytsak
- Arco
- Spada
- Ferro chirurgico
- Pistole
- Attrezzi del mestiere[/size][/font]</p>
[font=Times][size=3]<b><u>Armature:</u></b> Mantello, brigantina.
<b><u>Oggetti:</u></b> Biglia dissonante.[/size][/font]</td>
</tr>

</table>
<p align="center">[font=Times][color=black]~~O~~O~~O~~ <u>[color=#8A2908][size=7]Abilità Passive[/size][/color]</u> ~~O~~O~~O~~[/color][/font]</p>[size=1]
[color=#8A2908]<b>Akrtchyan d’Aramania</b>[/color]
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Amuleto razziale Umano (<i>Cavalcare</i>)][/color] Possibilità di cavalcare abilmente qualunque creatura adatta allo scopo.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Amuleto dell’auspex (Passiva di auspex fisica)][/color] Auspex passivo fisico basato sui cinque sensi.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Amuleto elfico (Possibilità di usare alleati in combattimento)][/color] Possibilità di utilizzare un alleato in combattimento.

[color=#8A2908]<b>Vahram il mam&#363;luk</b>[/color]
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva razziale Umana (<i>Esperienza</i>)][/color] Possibilità di difendersi senza essere antisportivi da un grande numero di attacchi fisici o da attacchi fisici inaspettati.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Amuleto razziale Umano (<i>Perizia</i>)][/color] Vahram guadagna un CS aggiuntivo in Resistenza ogniqualvolta utilizza una tecnica di power-up.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva personale][/color] Vahram è in grado di utilizzare il terreno di scontro a proprio vantaggio, ottendendo anche l'abilità di vincere scontri fisici a parità di CS.
[color=#8A2908][[color=black]<b>4/4</b>[/color] Passiva personale][/color] Vahram è tanto incrollabile e caparbio da essere pressoché insensibile al dolore psichico e a qualsiasi effetto di natura psionica, pur riportando i normali danni alla mente.
[color=#8A2908][[color=black]<b>4/4</b>[/color] Passiva personale][/color] Vahram può sferrare tecniche offensive ad area di potenza pari al consumo.

[color=#8A2908]<b>Al Patchouli, la Volpe degli Altopiani</b>[/color]
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva talento Informatore I (<i>Smascherare</i>)][/color] Al Patchouli è in grado di capire se le parole del suo interlocutore sono false, ma senza riuscire a capire la verità dietro la menzogna.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva talento Informatore I (<i>Conoscenza</i>)][/color] Al Patchouli sarà in grado di ottenere facilmente informazioni e notizie interessanti sugli elementi che lo circondano (luoghi, oggetti, persone, ecc.), verrà anche a conoscenza delle quest e delle giocate passate svolte in quel luogo.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva talento Informatore II (<i>Investigazione</i>)][/color] Al Patchouli saprà sfruttare l'ambiente circostante per apprendere informazioni sul luogo in cui si trova e cosa vi è accaduto nel passato recente. Sarà per lui quindi possibile capire in che modo si è svolta una colluttazione da come sono disposti gli oggetti in una stanza, o a grandi linee il procedimento di un rituale da i segni lasciati sul pavimento.

[color=#8A2908]<b>Il Dottor Azad, medico tuttofare</b>[/color]
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva talento Informatore II (<i>Poliglotta</i>)][/color] Vahram saprà sfruttere la propria elasticità linguistica per capire e leggere qualunque lingua di Theras, ma non gli permetterà di parlarla o scriverla, limitandola alla mera comprensione.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Pergamena Cacc. <i>Cercatore di tesori</i> (Passiva di auspex fisica)][/color] Vahram è in grado di percepire gli artefatti e gli oggetti incantati attorno a sé.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Pergamena Cacc. <i>Riparazione vigorosa</i> (Passiva)][/color] Vahram è in grado di rendere la propria successiva tecnica di riparazione dell'equipaggiamento di potenza pari al consumo, permettendogli anche di riparare un numero maggiore di oggetti in base al consumo speso.
[color=#8A2908][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Pergamena Cacc. <i>Perizia fortificante</i> (Passiva di power-up)][/color] Vahram guadagnerà 1CS in Intelligenza ogniqualvolta sarà utilizzato un artefatto nelle sue vicinanze nel turno in corso.

[color=#8A2908]<b>Al Patchouli, Campione dei Pari</b>[/color]
[color=#8A2908][Bonus permanente][/color] Il nome e il grande talento di Al Patchouli saranno noti a chiunque abbia assistito o udito parlare del torneo di Ardeal.

[color=black]&#7461; <b>Ricordo di cenere</b>[/color]
[color=black][Malus Passivo][/color] Vahram avrà nei suoi ricordi la mente di una bambina a lui sconosciuta che brucia tra le fiamme; non conta come un'influenza passiva, ma come un semplice spunto narrativo. Il guerriero ricorda anche il nome della bambina: Giselle
[color=black][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva Psionica (Obnublia i sensi dei nemici in prossimità)][/color] Assecondando quella memoria, quel lutto mai affrontato e superato, Vahram saprà rievocare parte del dolore e della pena a cui non ha potuto opporsi. Appena sarà sua intenzione farlo, la cappa comincerà a perdere cenere dalle bruciature senza che alcuna fiamma la arda. La sottile polvere grigia si solleverà come nebbia offuscando i sensi di chi sarà abbastanza vicino al portatore pur potendovi scorgere attraverso. La sintomatologia della cenere avrà valenza di malia psionica passiva e difendibile in quanto tale.
[color=black][[color=black]<b>6/6</b>[/color] Passiva (La cenere può essere usata per portare attacchi fisici)][/color] Ma la cenere potrà essere anche adoperata per altri fini, per infliggere un bruciante dolore, lo stesso che la piccola Giselle dovette sopportare nel suo piccolo inferno in terra, poiché nessun demonio &#150; o quasi &#150; raggiunge la malvagità insita nell'uomo. Vahram sarà infatti in grado di utilizzare la cenere posatasi sul terreno e quella ancora per aria come fosse un'arma, manipolandola a suo totale piacimento. Ustionanti al contatto, gli attacchi non avranno valenza di tecnica ma solo di attacco fisico, la loro potenza sarà direttamente proporzionale alle Capacità Straordinarie in suo possesso e potranno avere origine solo nelle sue strette vicinanze.[/size]

<p align="center">[font=Times][color=black]~~O~~O~~O~~ <u>[color=#8A2908][size=7]Abilità Attive[/size][/color]</u> ~~O~~O~~O~~[/color][/font]</p>
<div align=justify>[size=1](TECNICHE)</div>[/size]
</div></blockquote>
<blockquote><blockquote><div align=justify><p align="center">[font=Times][color=black]~~O~~O~~O~~ <u>[color=#8A2908][size=7]Sunto[/size][/color]</u> ~~O~~O~~O~~[/color][/font]</p>
:v: :v: :v: :v: </div></blockquote></blockquote>[/SPOILER]


Edited by Orto33 - 15/10/2015, 12:13
 
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Scusate il caos. Scrivo qui solo per ufficializzare l'aggiornamento e la riorganizzazione del pg. Le cose in grassetto sono tutto ciò che ho cambiato/personalizzato - i nomi cancellati sono delle tecniche delle vecchie liste a cui mi sono ispirato - divise secondo i livelli di energia precedenti, aggiornati alla prima patch (personali, iniziali, comuni, ultime; la perga assoluta del cacciatore era diventata iniziale).
Gli oggetti dell'eboristeria li ho già eliminati/rimborsati nel topic apposito (link), l'artefatto è già stato revisionato e corretto dallo Staff (link). Ditemi se c'è qualcosa che manca o non va.

Umano (Audacia) --> Umano (Esperienza)
Stratega --> Informatore
Ladro --> Cacciatore

Riorganizzazione tecniche
“È tutta questione di metodo” (Pers.-Variabile) --> Sanat Shedah (Variabile Energia/aut. Mente [Variabile difensiva a consumo divisibile])
Funerale celeste (Pers.-Variabile) --> Funerale celeste (Variabile Energia/aut. Mente) (Diventa ad area)
Parola di mercante (Pers.-Bassa) --> Lingua sciolta (Bassa Energia [Ora può essere usata anche ad area con potenza Nulla])

Nebbia (Ladro) --> Nebbia Bomba fumogena (Ladro-Media Energia)
Sabotaggio (Ladro-Basso) --> Koshti Pahlevani (Basso Energia [Butta il nemico a terra])
Camminare nel vuoto (Ladro-Basso) --> Camminare nel vuoto Ala grigia (Ladro-Basso)
Alleato di tenebra (Ladro-Medio) --> Pelle di drago Sanat Tavuskuşu (Grr-Media Energia)
Attacco furtivo (Medio-Ladro) --> “È tutta questione di metodo” (Medio Energia/aut. Mente [tecnica di power up - 2 Intuito, 2 Destrezza])
Capro espiatorio (D.Assoluta-Cacc.) --> Arte della fuga Spoglia grigia (Lad-D.Assoluta)

Servitore di tenebra (Alto-Ladro) --> (Perg.V.) Scheletro Effigie (Neg-Medio Energia/aut Corpo)
Tattiche di combattimento (Grr) --> Tattiche di combattimento Al Patchouli, la Volpe degli Altopiani (Grr-Passiva 6 usi)
Esplorazione (Medio-Ladro) --> Esplorazione Percepire vita (Lad-Medio Energia)
Sconvolgere i sensi (Alto-Ladro) --> Visione estatica Polvere mentale hashishin (Lad-Medio Energia/aut. Mente [può essere utilizzata a scelta ad area o a bers. singolo])

Dardo esplosivo (Cacc) --> Dardo esplosivo Fiore di fuoco (Cacc-Variabile Energia)
Carica violenta (Cacc) --> Carica violenta Furūsiyya (Cacc.-Variabile Energia/aut. Mente)
Prestigio (Variabile-Ladro) --> Stella nera (Variabile Energia/aut. Corpo [Veleno paralizzante])
Colpo di grazia (Variabile-Men) --> Inarrestabile Dybbuqim (Grr-Variabile Energia/aut. Corpo)

Oggetti
Biglia dissonante
Cristallo del Talento --> Cristallo del talento
Tomo selvaggio (Rimborsato)
Tomo epico (Rimborsato)

Pergamena vuota

Artefatti
Ricordo di cenere (2 Passive. 3 Medie, 1 Alta)


Edited by Orto33 - 16/3/2015, 23:34
 
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Il taccuino rosso ~ Օրագիր Կարմիր
Persone schedate da Al Patchouli.

Clan Goryo
Zaide, la Strega di Taanach
Una fanciulla oscura e misteriosa che attaccò Vahram nella Città Vecchia di Taanach. Scomparve nel nulla dopo aver sussurrato promesse di gloria e potere in cambio della lealtà del guerriero. Vahram cercò nuovamente il suo consiglio durante il golpe contro il Goryo.

Kirin Rashelo, la Fenice
Un giovane mago mutaforma, caro amico e compagno di avventure di Vahram.

Ydins Rou, l'urbanista
Nano ex schiavo, grande amico e alleato di Vahram. Cofondatore del Popolo dei Fratelli Liberi. S'incontrarono per la prima volta a Portalorica, sul Qatja-Yakin, dove collaborarono per liberare degli schiavi dalla magione del conte Kuhbach.

Astrid
Una cacciatrice mezz'orca combattiva, taciturna e indipendente, disertò l'esercito delle Città Libere durante gli eventi della Riunificazione. Fu compagna di viaggio di Vahram, insieme a lui attraversò il deserto del See e si spinse verso Nord fino alle terre della Corte d'Oriente.

Morpheus Somniorum Illusio Caeli et Draconem
Il drago blu, guardiano di Land Van Jakkalse. Vahram fu costretto ad affrontarlo mentre si addentrava nelle sue terre in cerca di fortuna. Riuscì a scampare alle grinfie del mostro solo per pura fortuna.

Vaairo Bloodrunner
Curioso individuo dalla parlantina schietta e la lingua tagliente, il suo aspetto è altrettanto singolare. Assomigila più a un delinquente di strada che a un guerriero. Vahram combattè al suo fianco durante la battaglia di Lithien. Sembra avere un rapporto speciale con Fanie.

Jace Beleren, il Cartomante
Misterioso cartomante incontrato fuori dalle mura di Lithien.

Garrett, il Ratto
Sejano, il Maledetto
Un licantropo dall'animo gentile che soccorse Vahram durante il golpe contro il Goryo a Taanach. Potrebbe rivelarsi un prezioso alleato.

Sergey Magomedov
Guerriero e fucilierie dal fisico imponente e un carattere irritabile. Combatté ad Alagar al fianco di Lhotar. In tale occasione provocò e oltraggiò pesantemente Al Patchouli, in più sembra avere intenzioni ostili verso di lui.

Clan Toryu
Fanie Elberim della Schiera del Drago Nero
A prima vista potrebbe sembrare una comune mezz'elfa paladina, ma c'è qualcosa di molto speciale in lei. È una ragazza dall'animo puro en il cuore d'oro, forse l'unica donna a non instillare timore in Vahram. Nonostante le notevoli differenze tra i due, i loro destini si sono incrociati svariate volte: a Lithien, a Rivadoro e a Ur'Lachesh.

Il Senzanome
Lhotar "Doppielame" e Bolg
Il nano guerriero Lhotar e la sua cavalcatura draconica Bolg sono una coppia interessante. Nonostante la loro atipicità, sono sempre pronti ad aiutare e sfoggiano un'indole onorevole e altruista. Vahram combattè al suo fianco nella Roestfalda contro le armate della Guardia Insonne. È un membro della Resistenza.

Caino della stella nera
Ex Reggente di Basiledra e dei Quattro Regni. Nonostante la sua giovane età, vanta una mente diabolica, inoltre è uno stregone dotato di poteri terrificanti. Durante l'assedio di Qashra, Sharuk, nel corpo di Vahram, lo aiutò a raggiungere la vittoria. Scomparve nel nulla insieme all'orda di demoni in seguito alla manifestazione dell'Asgradel, ma tuttora si narrano oscure storie su di lui, voci dicono che sia ancora vivo da qualche parte e che abbia ottenuto immensi poteri demoniaci.

Tapster
Aang, il monaco tatuato
Vahram incontrò lui, insieme ad Ainwen e Shakan, nel Pantheon di Lithien. Insieme riuscirono a ottenere l'aiuto di Ecatherine.

Ainwen Dobrzensky, L'Oracolo
Vahram la incontrò per la prima volta, nel Pantheon di Lithien, con ad Aang e Shakan. Insieme riuscirono a ottenere l'aiuto di Ecatherine. Anni dopo le loro strade si rincrociarono: fu ella stessa la mandante dell'assassinio di Yu Kermis, a cui Al Patchouli partecipò nel tentativo di entrare al suo servizio e finalmente trovare un posto dove sistemarsi. La serve tuttora, aiutandola a realizzare i suoi scopi.

Shakan Anter Deius, Il Fantasma
Vahram lo incontrò, insieme ad Aang e Ainwen, nel Pantheon di Lithien. Insieme riuscirono a ottenere l'aiuto di Ecatherine. Da quanto evinse dal confronto con l'ex guardiana, fu lui a uccidere il Re che non perde mai.

Ecatherine
Ex guardiana del Clan Toryu, Vahram, Aang, Ainwen, Kreisler e Shakan riuscirono a deporla dal trono di Lithien. Ora si è unita alla causa contro Irwing.
Malzhar Rahl
Stregone caduto vittima della maledizione di Yu Kermis. Si unì alla spedizione punitiva insieme a Vahram. Altre informazioni sul suo conto sono ignote.

Montu, l'Eterno
Guerriero dal fisico possente e la pella scurita dal sole. Combatté ad Alagar insieme ad Al Patchouli.

Andres Babel, il tecnico delle casseforti
Uno specialista dello scasso. Combatté ad Alagar insieme ad Al Patchouli.

Clan Sorya
Mickey, il tuttofare
Faccendiere tuttofare errante, Vahram lo incontrò in una sparuta occasione a Ruldo. Sembra un tipo molto sveglio.

Rogozin, la Rosa
Giovane spadaccino di suadente bellezza. Si unì alla spedizione per uccidere Yu Kermis per motivi non molto chiari. Da quel poco che Vahram riuscì a comprendere su di lui, è membro di un fantomatico ordine chiamato Leoni dell'Edhel, di cui a quanto pare anche il Mercante di Desideri faceva parte.

Lucilphul Jethro, l'acrobata
Acrobata di qualche bizzarro e misterioso circo, è un personaggio estremamente bizzarro e caotico. Si unì alla squadra di assassini per uccidere Yu Kermis, ma repentinamente nel momento cruciale s'intromise tra Al Patchouli e il suo obiettivo. Ci saranno conseguenze per questo gesto, sicuramente.

Seregon
Uomo-bestia dotato di forza e appetito straordinari impegnato solitamente a mangiare o seminare caos in ogni dove e in ogni modo. Un tipo difficile da trattare. Si unì alla spedizione punitiva contro Yu Kermis e, tra l'latro, fu proprio lui a rovinare i piani di Sirith Deva.

Yu Kermis, il Mercante di Desideri
Figura leggendaria avvolta dal mistero. Vahram aveva udito molte storie su di lui, finché un giorno non ricevette da Ainwen il preciso ordine di ucciderlo. Quando lo incontrò, era ormai in fin di vita e oppresso dallo sconforto. Morì ingloriosamente sepolto da una frana durante lo scontro tra la squadra di assassini e Sirith Deva. Gargantua, il suo golem, è ancora vivo. Dalla sua salma, Vahram raccolse la mantella che più avanti si rivelò il Ricordo di Cenere.

Sirith Deva e Liren Deva
Enigmatico pistolero dotato di strani poteri e obiettivi oscuri. Viaggia in compagnia di una donna. Interferì con la missione di Vahram e la sua squadra impedendo loro di uccidere Yu Kermis, ma fallì nel suo intento.

Taliesin, il bardo
Shervaar, lo Sciamano
Il loro incontro fu breve, ma producente. Durante la battaglia di Lithien, unirono le proprie forze per sconfiggere il Generale Gron.

Kreisler Valrafkan
Fu il generale di Vahram durante la battaglia di Lithien. Serba in segreto un profondo amore per Ecatherine.



Il 7° taccuino ~ Օրագիր Փափուկ
Cronache dal diario di Al Patchouli.
Sfide ~ Comb. vs mostri

Capitolo 0: Memorie di uno schiavo guerriero
Nel pozzo di Bozkurt [Contest Mensile Gennaio 2014 ~ Isolamento]
Un Inferno alla porta

Capitolo I: Un destino allo sbando
Un destino allo sbando ~ Al Patchouli giunge a Taanach [Arrivo al Goryo]
Welcome to Taanach ~ Cap. I - II
Unione anti schiavista [Incontro con Ydins Rou] ~ Vahram & Ydins
La Volpe e il Dragone [Vahram vs Morpheus]
The Sting [~mappa Laslandes]
I primi problemi [Incontro con Jace Beleren]
Fumo negli occhi [Vahram vs Taliesin]

Winterreise ~ Im Dorfe, Capitolo VI: Ritorno a Lithien
Winterreise ~ Täuschung, Capitolo VII: Inganno ~ parte II

Malleus Maleficarum ~ Adunanza. Appendice I

Capitolo 2: Demoni
Terra ghiacciata ~ I cieli di Taanach. Appendice III

Tentazioni [Contest Mensile Marzo 2014 ~ Innocenza]

Erdkun ≈ La morte e l'Abisso [Fanie Elberim vs Vahram]
Erdkun ≈ L'assedio di Qashra
Erdkun ≈ Stimabili disertori [Astrid vs Vahram]

Capitolo 3: Cenere
La Via per Atlantide ~ Eterno Carnevale

Days od Betrayal ~ Capitolo I: Supremazia

Lacrime d'Oriente ~ Spazi di una vita indesiderata
Lacrime d'Oriente ~ Attimi di incertezza nella polvere
Lacrime d'Oriente ~ Cenere alla cenere

La cour des miracles ~ L'Armata dei Sonnambuli

Rise of the Whisper, Il Regno del Terrore ~ For Freedom
Rise of the Whisper, RdT - For Freedom ~ Aftermath [Sergey vs Vahram]
Rise of the Whisper ~ Ciò che Diventiamo, Capitolo Finale

Capitolo 4: Frammenti di una vita perduta
Il mio ultimo assedio [Contest Mensile Dicembre 2014 ~ Passato]

Rou ~ Verlos

Arcana Imperii ~ Perchè tutto inizi



Cronologia modifiche ~ Պատմություն փոփոխություն

31/10/2013, 12:52 ~ Scheda idonea.
6/11/2013, 00:18 ~ Aggiunte caratteristiche fisiche.
12/11/2013, 13:43 ~ Allineamento e nomi tecniche cambiati secondo gli ultimi aggiornamenti.
15/12/2013, 10:18 ~ Acquisizione energia Verde.
16/12/2013, 23:25 ~ Armeria: acquisto di scimitarra, pistola e mantello.
19/12/2013, 01:05 ~ Aggiornamento e ordinamento della scheda.
19/12/2013, 21:08 ~ Acquisto abilità personali [2/10] Polvere Patchouli Funerale celeste e [3/10] Parola di mercante.
20/12/2013, 13:20 ~ Calcolata pericolosità F.
31/12/2013, 13:10 ~ Vendita armi ferro da amputazione e pistola, acquisto oggetto Tomo selvaggio e pergamena Cacciatore Dardo esplosivo Fiore di fuoco.
10/1/2014, 17:34 ~ Atto "Un'insidiosa routine" spostato nel capitolo "Un Inferno alla porta" nei Territori Occidentali.
22/1/2014, 16:23 ~ Acquisto pergamena Ladro Sabotaggio Polvere rovente.
25/1/2014, 18:18 ~ Calcolata pericolosità E.
4/2/2014, 16:17 ~ Acquisto pergamena Ladro Servitore di tenebra
19/3/2014, 18:06 ~ Acquisto armi ferro da amputazione, pistola e armatura brigantina e l'oggetto biglia dissonante.
2/4/2014, 12:04 ~ acquisto pergamena Cacciatore Carica violenta Assalto mamūluk.
20/4/2014, 18:13 ~ acquisto oggetto Cristallo del Talento. Personalizzazione 4CS Astuzia in 2CS Tattica e 2CS Intuito.
25/4/2014, 09:42 ~ Ricevuto un PP per l'energia Rossa da Janz.
22/5/2014, 22:54 ~ Ricevuto un PP per l'energia Rossa da Ray.
24/5/2014, 17:37 ~ Acquisto pergamena Ladro Esplorazione Scrutare.
30/5/2014, 15:29 ~ Acquisto pergamena Ladro Prestigio Polvere mentale d’yperite.
5/6/2014, 16:30 ~ Acquisto oggetto Tomo epico e pergamena Guerriero Tattiche di combattimento Flessibile.
6/6/2014, 01:10 ~ Calcolata pericolosità D.
8/6/2014, 01:18 ~ Revisionata sezione "Riepilogo tecniche" e aggiunto nuovo specchietto riassuntivo da usare in-game.
5/7/2014, 00:42 ~ Aggiornata la scheda in conformità alla nuova patch di ambientazione [Luglio 2014].
7/9/2014, 13:55 ~ Ricevuto un PP per l'energia Rossa da Y u.
8/9/2014, 19:59 ~ Ottenuto da Y u l'artefatto Ricordo di cenere in seguito alla quest Lacrime d'Oriente-Attimi di incertezza nella polvere.
9/9/2014, 01:19 ~ Acquisto pergamena Ladro Alleato di tenebra.
9/9/2014, 14:54 ~ Acquisizione fascia Rossa e acquisto del Gioiello Rosso.
29/9/2014, 00:00 ~ Pergamene Ladro Alleato di tenebra, Servitore di tenebra, ed Esplorazione riadattate e spostate nella sezione "Giselle" con i nuovi rispettivi nomi: Manifestazione minore, Manifestazione maggiore e Percepire vita.
5/11/2014, 17:47 ~ Acquisto oggetto Pergamena vuota e Pergamena Mentalista Colpo di grazia Colpo cerusico.
30/12/2014, 01:10 ~ Armeria: venduti mantello e ferro da amputazione./Acquisto pergamena Cacciatore Capro espiatorio Effigie.
31/12/2014, 13:02 ~ Calcolata pericolosità C.
23/1/2015, 00:33 ~ Acquisto pergamena Ladro Camminare nel vuoto Ala grigia.
13/3/2015, 01:47 ~ Acquisto pergamene Cacciatore nuova Patch Cercatore di tesori (P), Riparazione vigorosa (P), Perizia fortificante (P) (1CS Intelligenza), Distruzione minore Corrompere (B), Riparazione minore Rabberciare (B)/Erboristeria: acquisto Amuleto elfico, Amuleto dell'auspex, 2 Coralli (2 Forza, 2 Maestria nelle armi/2 Agilità, 2 Velocità).
24/3/2015, 12:34 ~ Ultimata e approvata nuova scheda riorganizzata e aggiornata alla patch di Febbraio 2015 usando il cambio bonus. Rimborso dei 2 Tomi dell'erboristeria e perdita delle Pergamene vuote e di tutte le armi "acquistate".
28/3/2015, 02:02 ~ Spostata la passiva personale di "vittoria a parità di CS" dalla sezione "Akrtchyan d’Aramania" a "Vahram il mamūluk".
2/5/2015, 23:17 ~ Saggio: acquisto passive personali di immunità agli effetti psionici e per attacchi ad area di potenza pari al consumo./Erboristeria: acquisto Amuleto razziale (Perizia - umano).
31/5/2015, 21:03 ~ Acquisito Bonus permanente di caratterizzazione "Campione dei Pari" in seguito alla quest Arcana Imperii ~ Perchè tutto inizi.
7/6/2015, 16:55 ~ Erboristeria: acquisto secondo Amuleto razziale (Cavalcare - umano).
29/6/2015, 20:56 ~ Aggiornata scheda secondo la Patch di Bilanciamento [Giugno 2015].
15/10/2015, 12:13 ~ Aggiornata scheda secondo la Patch di Bilanciamento [Agosto 2015].



ChibiVahramDuo_zps164a8c34





Edited by Orto33 - 15/10/2015, 12:21
 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 24/3/2015, 12:34




Scheda idonea



CITAZIONE (Orto33 @ 14/3/2015, 17:29) 
Scusate il caos. Scrivo qui solo per ufficializzare l'aggiornamento e la riorganizzazione del pg. Le cose in grassetto sono tutto ciò che ho cambiato/personalizzato - i nomi cancellati sono delle tecniche delle vecchie liste a cui mi sono ispirato - divise secondo i livelli di energia precedenti, aggiornati alla prima patch (personali, iniziali, comuni, ultime; la perga assoluta del cacciatore era diventata iniziale).
Gli oggetti dell'eboristeria li ho già eliminati/rimborsati nel topic apposito (link), l'artefatto è già stato revisionato e corretto dallo Staff (link). Ditemi se c'è qualcosa che manca o non va.

Umano (Audacia) --> Umano (Esperienza)
Stratega --> Informatore
Ladro --> Cacciatore

Riorganizzazione tecniche
“È tutta questione di metodo” (Pers.-Variabile) --> Sanat Shedah (Variabile Energia/aut. Mente [Variabile difensiva a consumo divisibile])
Funerale celeste (Pers.-Variabile) --> Funerale celeste (Variabile Energia/aut. Mente) (Diventa ad area)
Parola di mercante (Pers.-Bassa) --> Lingua sciolta (Bassa Energia [Ora può essere usata anche ad area con potenza Nulla])

Nebbia (Ladro) --> Nebbia Bomba fumogena (Ladro-Media Energia)
Sabotaggio (Ladro-Basso) --> Koshti Pahlevani (Basso Energia [Butta il nemico a terra])
Camminare nel vuoto (Ladro-Basso) --> Camminare nel vuoto Ala grigia (Ladro-Basso)
Alleato di tenebra (Ladro-Medio) --> Pelle di drago Sanat Tavuskuşu (Grr-Media Energia)
Attacco furtivo (Medio-Ladro) --> “È tutta questione di metodo” (Medio Energia/aut. Mente [tecnica di power up - 2 Intuito, 2 Destrezza])
Capro espiatorio (D.Assoluta-Cacc.) --> Arte della fuga Spoglia grigia (Lad-D.Assoluta)

Servitore di tenebra (Alto-Ladro) --> (Perg.V.) Scheletro Effigie (Neg-Medio Energia/aut Corpo)
Tattiche di combattimento (Grr) --> Tattiche di combattimento Al Patchouli, la Volpe degli Altopiani (Grr-Passiva 6 usi)
Esplorazione (Medio-Ladro) --> Esplorazione Percepire vita (Lad-Medio Energia)
Sconvolgere i sensi (Alto-Ladro) --> Visione estatica Polvere mentale hashishin (Lad-Medio Energia/aut. Mente [può essere utilizzata a scelta ad area o a bers. singolo])

Dardo esplosivo (Cacc) --> Dardo esplosivo Fiore di fuoco (Cacc-Variabile Energia)
Carica violenta (Cacc) --> Carica violenta Furūsiyya (Cacc.-Variabile Energia/aut. Mente)
Prestigio (Variabile-Ladro) --> Stella nera (Variabile Energia/aut. Corpo [Veleno paralizzante])
Colpo di grazia (Variabile-Men) --> Inarrestabile Dybbuqim (Grr-Variabile Energia/aut. Corpo)

Oggetti
Biglia dissonante
Cristallo del Talento --> Cristallo del talento
Tomo selvaggio (Rimborsato)
Tomo epico (Rimborsato)

Pergamena vuota

Artefatti
Ricordo di cenere (2 Passive. 3 Medie, 1 Alta)
 
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